Category: Jeunet Jean-Pierre


Locandina italiana Il favoloso mondo di Amelie

Un film di Jean-Pierre Jeunet. Con Audrey Tautou, Mathieu Kassovitz, Dominique Pinon, Rufus, Jamel Debbouze.  Titolo originale Le Fabuleux destin d’Amélie Poulain. Commedia, durata 120 min. – Francia 2001. MYMONETRO Il favoloso mondo di Amelie * * * * - valutazione media: 4,04 su 95 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Amélie cresce in provincia, siamo in Francia. Suo padre è un medico fin troppo originale: visita ogni mese la figlia, che si agita ogni volta, e crede che sia malata di cuore. La madre, uscita dalla chiesa, viene schiacciata da una suicida. Più grande la ragazza va a Parigi. Fa la cameriera e incontra tanta gente. Il 31 agosto 1997 è il giorno decisivo della sua vita: vede in tv il servizio dulla morte di lady Diana, le cade di mano un tappo di bottiglia che finisce sotto una piastrella, dove Amélie trova una vecchia scatola di cianfrusaglie (figurine, la foto di un calciatore, un ciclista di ferro). Si mette in testa di rintracciare il proprietario, che a quel punto avrà una cinquantina d’anni. Lo trova, gli restituisce il “ricordo” e gli cambia la vita.Da quel momento decide di far felice il prossimo, ed ecco una galleria di personaggi secondo la tradizione del cinema francese…dell’arte: un pesce che cerca continuamente di suicidarsi, un impiegato dei treni in pensione che oblitera le foglie delle piante di sua moglie, un pittore che falsifica una volta l’anno un dipinto di Renoir, un cieco che Amélie accompagna, descrivendogli ciò che vede. Il film è stato un “caso”. Negli USA ha battuto l’incasso del nostro La vita è bella. In Francia il chiasso è stato altissimo, con riferimenti al grande cinema del passato, da Carné a Malle ( Zazie nel metro), a Lelouch alla magica scrittura di Prévert. Con tutto il rispetto, la sceneggiatura di Jeunet-Laurent, spumeggiante e fantasiosa, non si avvicina certamente allo spessore di Prévert. Dunque Amélie più che beatificata, va considerata una bella storia, diversa e curiosa, che fa star bene, uscita nel momento propizio. Ma noi continuiamo a preferire Benigni.

Amélie (2001) on IMDb
Locandina Delicatessen

Un film di Jean-Pierre Jeunet, Marc Caro. Con Pascal Benezech, Dominique Pinon, Marie-Laure Dougnac, Jean-Claude Dreyfus, Karin ViardCommedia, durata 97 min. – Francia 1990.MYMONETRO Delicatessen * * * - - valutazione media: 3,33 su 21 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nel condominio di una Parigi prossima ventura, dove il degrado fisico e morale troneggia su tutto, si intersecano le storie di strani personaggi: papà, mamma e figli Tapioca che sono affetti da una fame inestinguibile; la coppia benestante che è tutta presa nei progetti di fantasiose maniere per suicidarsi; i fratelli Kube che trascorrono i giorni costruendo insoliti giocattoli e souvenir; il macellaio Clapet che scambia carne umana con sacchi di lenticchie; sua figlia Julie che coltiva la passione per la musica studiando al violoncello… Un giorno Julie si innamora di Louison, clown dall’animo innocente, giunto nel caseggiato in cerca di alloggio e disposto a pagarsi il vitto occupandosi della pulizia dei locali. Quando intuisce che il padre lo ha scelto come nuova vittima per rifornirsi di carne, la ragazza non esita ad allearsi con una banda di teppisti – i “trogloditi vegetariani” che vivono nel sottosuolo – per salvargli la vita.
Atmosfere surreali sottolineate da una fotografia cupa e da un accompagnamento musicale stridente, enfatizzano le strane vicende dei protagonisti costretti a condividere un palazzo simile ad una prigione bunker, visitato da un postino pazzoide che riverbera la violenza del mondo esterno.Il pubblicitario Marc Caro e Jean-Pierre Jeunet, vignettista umoristico e futuro regista di Alien 4 – La clonazione, collaborano alla realizzazione di un film eccentrico e visionario che strizza l’occhio – con eclettica disinvoltura – a Gilliam, Fellini, Clair, Carné e ai fumetti post-apocalittici francesi. Accolto tra gli applausi della critica, il film inaugurerebbe la nuova stagione del “realismo magico o poetico” del cinema francese. Parabola feroce e amara dell’impossibilità di una convivenza civile, o sarcastica parodia degli stilemi di un certo fanta-horror, il film è senza dubbio un’opera originale e provocatoria, ma come tutti i film di esordio che ambiscono allo status di “pellicola d’autore” sfiora i difetti di un intellettualismo narcisistico che appesantisce il (possibile) racconto di troppi e cervellotici significati.

Poster Lo straordinario viaggio di T.S. Spivet

Regia di Jean-Pierre Jeunet. Un film Da vedere 2013 con Helena Bonham CarterJudy DavisCallum Keith RennieKyle CatlettNiamh WilsonCast completo Genere Avventura, – Francia2013durata 105 minuti. Uscita cinema giovedì 28 maggio 2015 distribuito da Microcinema. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,33 su 4 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Il viaggio clandestino dal Montana a Washington D.C., su un treno merci e poi su un TIR, di un genio di 10 anni, figlio di un cowboy e di una casalinga entomologa. Va a ritirare un prestigioso premio scientifico per aver inventato una macchina a moto perpetuo. Si porta dentro il trauma della misteriosa morte del gemello, suo opposto e preferito del padre. Dal romanzo La mappa dei miei sogni (2009) di R. Larsen, sceneggiato dal regista con Guillaume Laurant. È una favola verosimile, in cadenze di commedia con sottotraccia tragica, che racconta un avventuroso viaggio di iniziazione alla maggiore età. Ma è anche una mordace critica, e un rifiuto ben motivato, del sogno di successo oggi imperante. Jeunet conferma la sua originalità inventiva e la sua raffinatezza estetica, per la 1ª volta in 3D. Fotografia di Thomas Hardmeier.

La città perduta: Amazon.it: vari, vari, vari: Film e TV

Regia di Jean-Pierre JeunetMarc Caro. Un film con Dominique PinonRon PerlmanDaniel EmilforkJudith VittetJean-Claude DreyfusCast completo Titolo originale: La cité des enfants perdus. Genere Fantastico – FranciaSpagnaGermania1995durata 112 minuti. – MYmonetro 3,02 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

In un porto in rovina i Ciclopi, banda di criminali ciechi, rapiscono bambini per consegnarli ai Krank che ne risucchiano il cervello per ricavarne i sogni di cui per il precoce invecchiamento sono ormai incapaci. In cambio ne ottengono occhi artificiali. Tra i rapiti c’è il piccolo Denrée, fratellino adottivo del buon gigante One che, aiutato dalla vivace Miette di nove anni, lo ritrova e sconfigge i Krank. Ancor più bizzarro del precedente Delicatessen , è una favola gotica ricca di rimandi letterari e pittorici, imperniata su tipici temi della letteratura per l’infanzia. Contributi audiovisivi di prim’ordine: fotografia: Darius Khondji, musiche: Angelo Badalamenti, costumi: Jean-Paul Gaultier. Effetti speciali di insolita raffinatezza e invenzioni di sofisticata ingegnosità: le pulci assassine, i cloni che ballano la rumba, le perfide sorelle siamesi. Scritto da J.-P. Jeunet e Max Caro, che ne ha curato anche la direzione artistica, con Gilles Adrien. In concorso a Cannes, divise la critica. Inosservato in Italia.

Locandina italiana L'esplosivo piano di Bazil

Un film di Jean-Pierre Jeunet. Con Dany Boon, André Dussollier, Nicolas Marié, Jean-Pierre Marielle, Yolande Moreau. Titolo originale Micmacs à Tire-larigot. Commedia, durata 105 min. – Francia 2009. – Eagle Pictures uscita venerdì 17 dicembre 2010. MYMONETRO L’esplosivo piano di Bazil * * * - - valutazione media: 3,25 su 32 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Quando è ancora bambino, Bazil riconosce fra le foto che documentano la morte del padre, saltato in aria con una mina antiuomo durante una missione in Marocco, il marchio di una fabbrica di armamenti. Da grande, mentre fa il turno di notte a un videonoleggio, viene colpito alla fronte da una pallottola volante durante una sparatoria. Salvo per miracolo, Bazil si ritrova senza casa e senza lavoro, con la sola certezza che il proiettile che lo ha colpito e che ancora sta nella sua testa proviene da un’altra fabbrica d’armi. Dopo qualche notte trascorsa lungo la Senna e qualche giorno passato a fare l’artista di strada, viene invitato da un barbone a entrare a far parte di una famiglia di clochard creativi che vivono in un mondo di materiali riciclati. Assieme a loro, Bazil medita la sua vendetta contro i potenti signori della guerra.
I favolosi mondi di Jean Pierre Jeunet più invecchiano e più si fanno giovanili, gioiosamente immaturi. Allo stesso tempo, più le loro ambientazioni vanno collocandosi nel mondo reale (dai paesaggi postatomici di Delicatessen e La città perduta si passa alla Parigi contemporanea di Amélie e a quella pre-bellica di Una lunga domenica di passioni) e più le sue storie paiono trasformarsi in fiabe, racconti edificanti di personaggi in balia di un “favoloso destino”. Sempre meno dark e ciniche e sempre più giallo pastello o virate a seppia, le favole di Jeunet non smentiscono tuttavia un peculiare interesse per alieni e burattini. In L’esplosivo piano di Bazil lo ritroviamo nella banda dei clochard di Tire-Larigot, praticamente una summa di tutti i personaggi finora incontrati nelle sue opere precedenti: adulti bizzarri e mai cresciuti, freak dall’animo puro e un po’ autistico, artisti geniali in un mondo immaginario fatto di scarti e recuperi presi dal cinema e dai cartoni animati. Proprio come nei mondi dell’animazione, ognuna di queste bislacche marionette fa del proprio infantilismo e della sua ingenuità un punto di forza, la leva motrice per concepire trappole, invenzioni fantasiose e progettare una vendetta al contempo personale e universale contro due ricchi magnati dell’industria bellica. A sua volta, Jeunet converte in modo definitivo questa “regressione infantile” dei suoi personaggi in una questione di stile, lavorando principalmente su gag e dinamiche recuperate con inventiva dal muto e dal dominio di possibilità più elastiche e leggere della comicità slapstick.
Ancor più degli altri film di Jeunet, L’esplosivo piano di Bazil diventa perciò un lungo gioco, una recita di adulti bambini piena di idee fantasiose e affidata a un gruppo di grandi caratteristi guidati da un attore dalle fenomenali capacità mimiche come Dany Boon. L’espressività del creatore di Giù al nord trasforma Bazil in un eroe tenero e romantico a metà fra Chaplin e Bugs Bunny. In una tale avventura dalle possibilità infinite e surreali, Jeunet può dispiegare tutto il suo fantasioso arsenale di idee estrose e di brillanti creazioni. Tanto farsesco da suscitare qualche perplessità di fronte all’ingresso brutale dei drammi reali (le foto dei bambini mutilati). Eppure tanto incredibilmente immaginifico e pazzoide da realizzare un altro “favoloso mondo” dove solo caso e fantasia sono al potere.