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Un film di Henry Hathaway. Con John Wayne, Ward Bond, Harry Carey, Betty Field Titolo originale The Shepherd of the Hills. Western, durata 98′ min. – USA 1941. MYMONETRO Il grande tormento * * 1/2 - - valutazione media: 2,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Jack cova un terribile odio contro il padre che l’aveva abbandonato da piccolo. Quando i due si ritrovano, si riconciliano. 1° film a colori per Wayne, in un Technicolor (fotografia di Charles Lang Jr. e W. Howard Greene) che serve assai bene i paesaggi montagnosi degli Ozark. Tratto da un popolare romanzo di Harold Bell Wright, The Shepherd of the Hills fu filmato anche nel 1919, 1928, 1963.

The Shepherd of the Hills (1941) on IMDb

Regia di Curtis Hanson. Un film con Kevin BaconMeryl StreepDavid StrathairnBenjamin Bratt. Titolo originale: The River Wild. Genere Drammatico, – USA1994durata 111 minuti. Uscita cinema venerdì 3 febbraio 1995 distribuito da UIP – United International Pictures. – MYmonetro 2,59 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un’istruttrice di canoa e un architetto alle prese con le rapide di un fiume in un film in cui molti avvenimenti sono prevedibili e ciò che stupisce veramente è soprattutto la performance atletico-attoriale di Meryl Streep.

The River Wild (1994) on IMDb

Regia di Mario Monicelli. Un film con Paolo PanelliAlessandro HaberMarina ConfalonePia VelsiMonica ScattiniCast completo Genere Commedia – Italia1992durata 95 minuti. – MYmonetro 3,27 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Riunione di famiglia nella bella Sulmona (AQ) a Natale. In casa di nonno Panelli, ex carabiniere un po’ rincitrullito, e dell’infaticabile nonna Trieste arrivano i quattro figli con famiglie. I vecchi propongono di andare a stare in casa di uno dei figli. Decidano loro. Scritta con Carmine Amoroso (premio Solinas), Suso Cecchi D’Amico e Piero Bernardi, è una commedia corale scandita in 2 parti. La 1ª ha un taglio di commedia realistica di costume e semina le mine che esplodono nella 2ª parte dove si passa ai toni dell’umorismo nero fino al feroce cinismo della conclusione. Il ribaltamento della prospettiva appare eccessivamente programmato.

Parenti serpenti (1992) on IMDb

Un film di Howard Hawks. Con John Wayne, Elsa Martinelli, Red Buttons, Hardy Krüger. Avventura, durata 157′ min. – USA 1962. MYMONETRO Hatari! * * * - - valutazione media: 3,38 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Caccia grossa, ma senza fucili, in Tanganika per cacciatori bianchi che devono rifornire gli zoo. L’equilibrio del piccolo gruppo maschile è turbato dall’arrivo di una fotografa italiana (Martinelli) che s’innamora del ruvido capo (Wayne). Lui la ricambia, ma non vuole ammetterlo. Critici e spettatori ottusi gli rimproverano di non avere una vera storia. Come se fosse indispensabile per fare un buon film. Hatari! è ottimo nella sua rara miscela di emozionante racconto di avventure percorso da una costante brezza di umorismo che qua e là diventa irresistibile buffoneria. Scritto da Leigh Brackett, è un compendio del cinema di Hawks e dei suoi temi: un piccolo gruppo di uomini, legati da una fraternità solidale e dal comune amore per il mestiere; la guerra dei sessi che si risolve con l’apparente vittoria del maschio; l’internazionalismo; l’ironia e l’umorismo che cementano, insaporendola, l’amicizia; l’elogio del professionismo. Molte sequenze, comprese quella della caccia al rinoceronte, sono girate dal vero senza trucchi né controfigure. È un film di amici, tra gli amici, per gli amici. Un Hawks a 18 carati. Musiche frizzanti di Henry Mancini.

Hatari! (1962) on IMDb
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Risultati immagini per Foxy Brown locandinaFoxy Brown è un film di Jack Hill del 1974, con Pam Grier, Antonio Fargas, Peter Brown, Terry Carter, Kathryn Loder, Harry Holcombe, Sid Haig, Juanita Brown. Prodotto in USA. Durata: 94 minuti.

Foxy Brown è una donna il cui compagno, un agente federale, è stato ucciso da una banda di criminali che fanno capo alla coppia composta da Steve Elias e Miss Katherine. Foxy non tarderà a cercare vendetta ma scoprirà anche di essere stata tradita da una persona a lei molto vicina.

 

Foxy Brown (1974) on IMDb
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Locandina CoffyUn film di Jack Hill. Con Pam Grier, Brooker Bradshow, Robert Doqui, Bill Elliott Drammatico, durata 91 min. – USA 1973. MYMONETRO Coffy * * - - - valutazione media: 2,00 su 1 recensione.
Coffy, infermiera in una clinica, scopre che la giovanissima sorella è una drogata ormai irrecuperabile. Decide di vendicarla. Riesce a introdursi nel mondo degli spacciatori e a ucciderne i vari componenti, tra i quali il suo ex fidanzato.

Coffy (1973) on IMDb
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The Harder They Come - film: guarda streaming online

Un film di Perry Henzell. Con Jimmy Cliff, Janet Bartley, Carl Bradway Titolo originale . Azione, durata 98 min. – Giamaica, USA 1973. – VM 14

Un giovane campagnolo (Cliff) s’inurba a Kingston, capitale della Giamaica, come cantante reggae, inciampa nell’industria mafiosa della musica locale e nell’uccisione di un poliziotto altrettanto corrotto. 1° film di produzione interamente locale, realizzato da Chris Blackwell (Island Records), amico del regista che lanciò a livello internazionale Bob Marley e altri musicisti giamaicani, contribuì a far conoscere il reggae nel modo. È ispirato alla vita di Ivan Rhying, fuorilegge uscito da Trenchtown, il ghetto di Kingstown, abbattuto dalla polizia nel 1948. La colonna sonora comprende titoli originali di Cliff (tra cui “Many Rivers to Cross”, “You Can Get it if You Really Want”) e altri nomi importanti della musica giamaicana come Toots and the Maytals, Desmond Dekker. Vanta anche un’azione di forte energia drammatica, alleggerita dall’ironia, l’autenticità dei luoghi e l’odore della miseria che si sprigiona dal ghetto.

The Harder They Come (1972) on IMDb

SOGNO DI PRIGIONIERO - Spietati - Recensioni e Novità sui FilmUn film di Henry Hathaway. Con Ann Harding, Gary Cooper, Donald Meek, Ida Lupino, Douglas Dumbrille Titolo originale Peter Ibbetson. Fantastico, b/n durata 88 min. – USA 1935. MYMONETRO Sogno di prigioniero * * * 1/2 - valutazione media: 3,92 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nell’Inghilterra dell’Ottocento, due bambini si giurano eterno amore, ma vengono separati. Lui cresce e diventa architetto, ma sogna sempre lei. L’uomo riceve da un nobile l’incarico di rimodernargli le stalle e scopre che la moglie di questi è la piccina che aveva amato. I due decidono di fuggire insieme ma…

 Sogno di prigioniero
(1935) on IMDb
Locandina La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler

Regia di Oliver Hirschbiegel. Un film Da vedere 2004 con Bruno GanzAlexandra Maria LaraCorinna HarfouchUlrich MatthesJuliane KöhlerCast completo Titolo originale: Der Untergang. Genere Drammatico, – Germania2004durata 150 minuti. Uscita cinema venerdì 29 aprile 2005 distribuito da 01 Distribution. – MYmonetro 3,28 su 23 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Dodici anni di regime nazionalsocialista riassunti, dopo un prologo nel ’42, in dodici giorni, dal 20 aprile, 56° compleanno di Hitler, al 2 maggio 1945, giorno della resa tedesca. Scritto da Bernd Eichinger, dai libri La caduta: dentro il bunker di Hitler, Gli ultimi giorni del Terzo Reich di Joachim Fest e Fino all’ora finale di T. Junge e M. Müller. Il racconto è condotto in parte dal punto di vista di Junge, segretaria personale del Führer che sopravvisse all’incubo del bunker. Accanto a Hitler, la morte è la vera deuteragonista del 2° film tedesco sulla fine di Hitler dopo L’ultimo atto (1955). Tutto è già accaduto: alle spalle c’è la storia di 5 anni di guerra e orrori e quella personale di Hitler. Nella scena più angosciosa di uno spettacolo che forse non merita il titolo nobile di tragedia tant’è sprofondato nell’assurdo, Magda Göbbels narcotizza e avvelena a uno a uno i suoi sei figli. Le polemiche che in Germania hanno accolto il film (compreso un ottuso e fazioso attacco di Wim Wenders) perché avrebbe mostrato un Hitler “troppo umano” sono il frutto insensato di pregiudizi ideologici o di retroterra psicologici personali. Finale consolatorio e inverosimile. Fotografia: Rainer Klausmann. Scene: Bernd Lepel. Musica: Stephan Zacharias.

 La caduta - Gli ultimi giorni di Hitler
(2004) on IMDb

Locandina I cavalieri dalle lunghe ombreUn film di Walter Hill. Con Robert Carradine, David Carradine, Keith Carradine, Dennis Quaid, Randy Quaid. Titolo originale The Long Riders. Western, durata 108′ min. – USA 1980. MYMONETRO I cavalieri dalle lunghe ombre * * * - - valutazione media: 3,33 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nel Missouri, dopo la guerra di Secessione, i fratelli James, i fratelli Young e i fratelli Miller mettono insieme una banda per rapinare banche. Una saga in chiave sociologica. W. Hill cerca di resuscitare il western con una approfondita ricostruzione storica, ma il suo rimane soprattutto un raffinato esercizio di stile. Da notare che i vari gruppi familiari sono interpretati da fratelli. Musica di Ry Cooder.

The Long Riders (1980) on IMDb

Un film di Ron Howard. Con Russell Crowe, Jennifer Connelly, Ed Harris, Paul Bettany, Christopher Plummer. Biografico, durata 140 min. – Gran Bretagna 2001. MYMONETRO A Beautiful Mind * * * 1/2 - valutazione media: 3,90 su 69 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

È proprio capace di tutto l’australiano Russell Crowe. E dicono che si è ormai collocato saldamente nella parte alta della top list delle star hollywoodiane per merito distinto. Perché l’ombroso attore con aspirazioni di musicista rock (sempre a Berlino è stato presentato il documentario Texas in cui si esibisce con la sua band come già fece a Sanremo) è in grado di interpretare i personaggi più diversi con grande abilità trasformistica infondendo loro quelle doti di umanità che sembrerebbero un po’ difettare al Russell divo. Che è passato dallo scardinatore di multinazionali del tabacco di The Insider al “generale che divenne schiavo” de Il gladiatore mostrando anche come fosse possibile sostenere un film medio come Rapimento e riscatto grazie a un’interpretazione volutamente sottotono che non poteva non ricordare il grande Bogart.
Ora è di nuovo in corsa con A Beautiful Mind, il film che lo vede di nuovo sugli schermi di tutto il mondo nei panni del matematico John Forbes Nash. L’azione ha inizio all’Università di Princeton nel 1947 in cui Nash si distingue come studente introverso ma intellettualmente brillante. Una serata in un locale e una sfida in relazione a una ragazza bionda (che lo vede soccombere) gli danno l’idea per un saggio sui principi matematici di competizione che annullerà tutti gli studi precedenti. Accolto con tutti gli onori al prestigioso MIT John si vede anche offrire il delicato incarico di decodificatore di codici segreti in un periodo delicato come quello più teso della Guerra Fredda tra Usa e Urss. Sposato con una bella e intelligente studentessa, Alicia, lo scienziato cade progressivamente in uno stato ossessivo che verrà diagnosticato come schizofrenia paranoide.
Il regista Ron Howard (Apollo 13, Il Grinch) lavora con grande abilità sulle allucinazioni del protagonista e quindi è meglio non rivelare troppo sugli sviluppi della vicenda. Ciò che invece non va taciuto è che John Forbes Nash ricevette nel 1994 il Premio Nobel e che tutti i pettegolezzi su una sua presunta omosessualità, che il film non menzionerebbe, nulla tolgono alla straordinarietà di un’interpretazione che vede Crowe compiere un’operazione di mimesi progressiva che lo vede passare da una normalità un po’ chiusa in se stessa ai gesti che rivelano il disturbo psichico ma non cancellano l’intelligenza e l’acume di battute talvolta fulminanti. È vero che lo scienziato pazzo gode di numerose presenza nei film horror o di fantascienza ma i matematici (a meno che siano giovani come Will Hunting) hanno l’handicap di occuparsi di una materia poco ‘emotiva’. Il camaleontico Russell riesce però, con la sua voce profonda che speriamo rispettata dal doppiaggio, a farci commuovere anche sui logaritmi. Scusate se è poco. 

A Beautiful Mind (2001) on IMDb

Locandina Il grande sonnoUn film di Howard Hawks. Con Humphrey Bogart, Lauren Bacall, Dorothy Malone, John Ridgely, Martha Vickers. Titolo originale The Big Sleep. Giallo, Ratings: Kids+16, b/n durata 114 min. – USA 1946. MYMONETRO Il grande sonno * * * * - valutazione media: 4,07 su 13 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Philip Marlowe, ex poliziotto e investigatore privato di Los Angeles, viene convocato dal vecchio milionario Sternwood per indagare sul ricatto subito dalla figlia minore Carmen. La sorella maggiore, Vivian, è invece più interessata a sapere che fine abbia fatto Sean Regan, ex membro dell’Ira ed ex contrabbandiere, assunto da Sternwood per risolvere i problemi creati dalle due figlie. Nel giro di poche ore, Marlowe trova Carmen in compagnia del cadavere del ricattatore, mentre qualcuno elimina l’autista degli Sternwood. L’investigatore comincia le indagini da una libreria che funge da paravento per attività illecite e si trova a scoperchiare una storia di gangster, gioco d’azzardo e omicidi. Tutti pensano che Marlowe sappia più di quello che sa e il detective sta al gioco, anche se il metodo può rivelarsi molto rischioso. E, sbrogliando le diverse trame intrecciate tra loro, riesce a scoprire la verità, per quanto amara. Non è la prima volta che Marlowe viene portato sullo schermo e non sarà l’ultima: le opere di Raymond Chandler forniranno materiale al cinema e alla televisione per decenni.

The Big Sleep (1946) on IMDb
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Easy Rider - Film (1969) - MYmovies.itUn film di Dennis Hopper. Con Peter Fonda, Jack Nicholson, Karen Black, Dennis Hopper, Luana Anders.Titolo originale . Drammatico, durata 94 min. – USA 1969. – VM 14 – MYMONETRO Easy Rider * * * * - valutazione media: 4,00 su 40 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Billy e Wyatt, con i serbatoi delle moto imbottiti di droga, attraversano il sud dell’America in cerca di fortuna. Arrestati per aver sfilato insieme a una banda senza l’apposito permesso, vengono aiutati da un avvocato che decide di unirsi alla loro avventura.
Road movie sceneggiato dai due interpreti principali, Peter Fonda e Dennis Hopper, e diretto da quest’ultimo, Easy Rider è un racconto sulla libertà, un viaggio che ha per meta il Carnevale di New Orleans, la festa della città sul grande Delta.
E stavolta è necessario un racconto amarissimo e crudele, che alla fine indigna senza parole, per denunciare lo squallore e la paura della provincia bianca e borghese del sud nel 1969. Una paura che si manifesta rozzamente nei confronti di qualsiasi minima e pericolosa traccia di diversità. Se a questo aggiungiamo l’evidenza di un grande cinema, in cui i paesaggi che cambiano, gli interpreti e la musica sembrano danzare all’unisono una ballata disperata senza scampo, allora, forse, diventa facile per lo spettatore riconoscere la presenza di una visione unica e irrepetibile nell’immaginario cinematografico. E nella quale la mano dell’autore, (con quegli scatti di montaggio che anticipano spesso le inquadrature successive) si rivela in tutta al sua destabilizzante natura.
E quando il desiderio di libertà si cristallizza in fuga e assume sembianze allucinatorie e lesionanti, come nella sequenza dell’acido, le voci e le immagini si fondono, delirano, e trascinano chi guarda lentamente alla deriva

Easy Rider (1969) on IMDb
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La regina d'Africa (The African Queen, 1951) – Sunset BoulevardUn film di John Huston. Con Humphrey Bogart, Katharine Hepburn, Robert Morley, Theodore Bikel, Peter Bull. Titolo originale The African Queen. Avventura, Ratings: Kids+16, durata 105 min. – USA 1951. MYMONETRO La regina d’Africa * * * * - valutazione media: 4,00 su 9 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Africa all’inizio della prima guerra mondiale. In una piccola missione metodista condotta dal pastore Samuel Sayer e da sua sorella Rose la notizia dello scoppio delle ostilità viene portata da Charlie, un canadese semialcolizzato che trasporta merci su un’imbarcazione denominata African Queen. Di lì a poco i tedeschi, che presidiano la zona, incendieranno il villaggio e feriranno a morte il pastore. Charlie propone a Rose di allontanarsi con lui ma la donna ha un progetto ben più ambizioso. Venuta a conoscenza della presenza della “Luisa” (una nave della Marina tedesca) in un lago raggiungibile percorrendo il fiume su cui la Regina d’Africa sta navigando, vuole farla affondare utilizzando l’esplosivo che Charlie trasporta. La missione non sarà facile ma cementerà l’inizialmente difficile rapporto tra i due trasformandolo in amore.
“Una storia in cui due persone vanno su e giù su un fiume africano… A chi può interessare? Farete fallimento”. (Il produttore inglese Alexander Korda a Sam Spiegel nel momento in cui quest’ultimo decide di produrre La Regina d’Africa).
Non sono pochi i film entrati nella leggenda del cinema per il loro valore e per le vicende produttive che li accompagnarono ma questa opera di John Huston è sicuramente uno dei più esemplari. Perché sin dall’inizio si trattava di un progetto a rischio a causa del soggetto (finì invece per costare 1,3 milioni di dollari incassandone subito 4,3 e offrendo ad Humphrey Bogart l’Oscar quale migliore attore). Il rischio ulteriore era poi costituito dalle riprese in esterno realizzate nel continente africano (tra Uganda e Zaire) con un protagonista (Bogart) troppo abituato agli studios per apprezzare la stravaganza. Che invece interessava molto a Huston, all’epoca maniaco della caccia grossa all’elefante. Peter Viertel (chiamato a sostituire nella stesura della sceneggiatura Patrick Agee che la stava completando direttamente in loco) documenta questa passione nel romanzo che diventerà nel 1990 un film con lo stesso titolo Cacciatore bianco, cuore nero, diretto e interpretato da Clint Eastwood. Se a questo si aggiunge il piacere leggermente sadico che il regista provava nel mettere in difficoltà gli attori il quadro è completo. Basti citare la scena in cui Charlie/Bogart è assalito dalle sanguisughe per capire come “il Mostro” (come lo chiamavano sul set) si divertisse. In studio fece portare un secchio pieno di veri anellidi salvo poi usarne di finti. Solo per mettere in tensione fino all’ultimo l’attore.
Sul piano linguistico affascina ancora oggi la sfida colta da Huston nel realizzare un film che va oltre i generi consolidati. Infatti commedia, romanticismo, avventura e dramma si alternano e si fondono in un’opera sostanzialmente teatrale. Perché, sequenze iniziali e finali a parte, La Regina d’Africa è una pièce teatrale a due il cui palcoscenico è costituito dalle assi della scatarrante imbarcazione. La morte incombe e segna il percorso nonostante l’imposizione produttiva di modificare il finale del romanzo di C.S. Forester che si concludeva con il fallimento dell’impresa e la scomparsa di Rose nei flutti. Huston, nonostante l’happy end, scava nei corpi dei suoi protagonisti spingendoli allo stremo per compiere un’impresa non ‘eroica’ (non ne hanno le caratteristiche) ma ‘necessaria’.
In questo va tenuto conto del fatto che il romanzo era stato pubblicato nel 1935, che c’erano stati due tentativi abortiti di tradurlo per lo schermo con le coppie Laughton/Lanchester e Davis/Niven ma che ora sulla pelle di molte famiglia americane bruciavano ancora i segni di una guerra vinta contro i tedeschi che era però costata le vite di molti soldati Ryan.

The African Queen (1951) on IMDb
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Il sergente York (1941) | FilmTV.itUn film di Howard Hawks. Con Walter Brennan, Gary Cooper, Joan Leslie, George Tobias, Margaret Wycherly. Titolo originale Sergeant York. Avventura, Ratings: Kids+13, b/n durata 134 min. – USA 1941. MYMONETRO Il sergente York * * * * - valutazione media: 4,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Hollywood, che ne aveva costruito il personaggio con molta attenzione, nel 1940 attribuì a Gary Cooper (su precisa disposizione di Washington) un ruolo decisamente importante, quello del leggendario sergente Alvyn York, che era stato il massimo eroe americano della prima guerra mondiale. Il fatto non era solo cinematografico, l’America era sul punto di entrare in guerra, ma una gran parte del governo premeva per il non intervento, la stessa opinione pubblica era confusa. La storia di York era straordinariamente esemplare: era un contadino del Tennessee che non voleva combattere per motivi religiosi. Lo fece soltanto quando capì che combattere avrebbe contribuito a salvare altre vite, e la libertà. Diretto da Hawks, un grande autore, oltre che narratore, Cooper fu magnifico. Le sequenze, col suo lungo fucile, in cui cattura un’intera compagnia, il suo dolore consapevole, il ritorno a casa, il matrimonio con la fidanzata che l’ha aspettato paziente contribuirono a convincere gli americani più di tutti i proclami e le propagande. La missione era dunque compiuta. Certo, il film aveva grandi qualità, con un’attenzione quasi europea al realismo e al rigore e diede modo a Cooper di vincere il suo primo Oscar. Un attore, dunque, può contribuire a vincere la guerra. Se è Gary Cooper.

Sergeant York (1941) on IMDb
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Locandina italiana L'altro uomoUn film di Alfred Hitchcock. Con Robert Walker, Ruth Roman, Farley Granger, Laure Elliott. Titolo originale Strangers on a Train. Giallo, Ratings: Kids+16, b/n durata 101 min. – USA 1951.MYMONETRO L’altro uomo * * * * - valutazione media: 4,06 su 13 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Per la sceneggiatura di questo film, basato sul romanzo di Patricia Highsmith, Hitchcock ingaggiò un giallista di fama come Raymond Chandler. La vicenda riguarda uno strano incontro tra Guy, che vuol divorziare dalla moglie per risposarsi, e Bruno, che odia suo padre. Bruno si offre come killer a Guy, perché costui gli ricambi la cortesia. Memorabile la scena finale sulla giostra.

Strangers on a Train (1951) on IMDb
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Un film di Howard Hawks. Con Walter Connolly, Carole Lombard, John Barrymore, Roscoe Kerns, Etienne Girardot Titolo originale Twentieth Century. Commedia, b/n durata 91 min. – USA 1934. MYMONETRO Ventesimo secolo * * * * - valutazione media: 4,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Sul Ventesimo secolo, un treno di lusso che collega la costa pacifica a quella atlantica, viaggia un gigantesco attore-regista-produttore di Broadway, che ora si trova in cattive acque. L’uomo scopre tra i passeggeri la sua ex moglie che lui ha lanciato sul palcoscenico e che ora è diventata una famosissima stella del cinema, e tenta disperatamente di proporle un contratto per ritornare sulla cresta dell’onda. Ci riuscirà, alla fine, fingendosi moribondo e riprenderà a schiavizzare la donna come faceva quando lei era un’attricetta sconosciuta. Ottima interpretazione di Barrymore e della Lombard per un classico della commedia sofisticata, tratto da un lavoro teatrale di Charles McArthur e Ben Hecht, destinato quest’ultimo a diventare uno dei migliori sceneggiatori americani.

Twentieth Century (1934) on IMDb
Locandina The Dead - Gente di Dublino

Un film di John Huston. Con Dan O’HerlihyAnjelica HustonDonal McCannMarie KeanDonal Donnelly. continua» Titolo originale The DeadDrammaticoRatings: Kids+16, durata 82 min. – USA 1987MYMONETRO The Dead – Gente di Dublino ****- valutazione media: 4,04 su 18 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Ho inserito questo film, che non viene mai citato nelle classifiche colte e pochissimo ricordato dal grande pubblico. Le ragioni sono molte. La prima è, naturalmente, la qualità del film. La seconda è Huston, che lo diresse pochi giorni prima di morire, sapendo di morire e rappresentando, con un coraggio più che umano, il mistero che andava incontrando. La terza ragione è James Joyce, uno dei massimi scrittori del Novecento, che nessuno aveva mai tradotto in film. Joyce è la letteratura. Col suo celeberrimo Ulisse, e ancora di più col successivo Finnegan’s Wake, aveva stravolto i concetti del racconto, non più logico e conseguenza di fatti ma conseguenza di parole, con assonanze, analogie, memorie improvvise e atemporali. In tutto questo c’era davvero poco spazio per le immagini. Ma Joyce nel 1906 aveva scritto i racconti Gente di Dublino, diciamo secondo lo stile tradizionale. Un libro straordinario. Il cinema aveva già attaccato monumenti inattaccabili, come Mann, Kafka e Proust, riuscendo faticosamente ad aderire a storie e significati. Autori cinematograficamente difficili, specie gli ultimi due. Furore può anche essere condiviso da Steinbeck e Ford, e Il gattopardo da Lampedusa e Visconti, ma Il processo è di Kafka non di Welles, e Un amore di Swann è di Proust, non di Schlondorff. Huston riprese l’ultimo dei racconti di Dublino, dal titolo I morti. A Dublino, nel 1904, le sorelle Morkan danno un ballo annuale. È invitata la buona borghesia. Ci va Gabriel, con sua moglie Gretta. Si fa musica, c’è una cena, si parla di tutto: pettegolezzi, arte, il tempo, politica. Prima di lasciare la casa Gretta sente una canzone che letteralmente la sconvolge. La donna ammutolisce, chiude gli occhi, dolorosissimamente. Il marito se ne accorge. Lei gli racconta che quella canzone era cantata da un ragazzo, Michael Furey, morto a diciassette anni di polmonite, perché era rimasto sotto la pioggia per salutare lei che stava per partire. Gabriel è a sua volta sconvolto: non ha mai conosciuto davvero sua moglie, era all’oscuro di una vicenda tanto importante. Di notte, con Gretta che dorme, Gabriel pensa alla morte. Parla a se stesso guardando il buio oltre la finestra. Joyce conclude il racconto così: “Neve cadeva su ogni punto dell’oscura pianura centrale, sulle colline senz’alberi; cadeva lieve sulle paludi di Allen e più a occidente cadeva lieve sulle fosche onde rabbiose dello Shannon. E anche là, su ogni angolo del cimitero deserto in cima alla collina dov’era sepolto Michael Furey. S’ammucchiava alta sulle croci contorte, sulle tombe, sulle punte del cancello e sui roveti spogli. E l’anima gli svanì mentre udiva la neve cadere stancamente su tutto l’universo, stancamente come se scendesse la loro ultima ora, su tutti i vivi e i morti”. Ma Huston non se la sente di far morire il protagonista e queste parole le fa dire a lui. Il film dunque interviene sulle straordinarie parole di Joyce con due licenze: un finale diverso e soprattutto le immagini. Huston mostra il buio, la neve sui vetri, un campanile nero, il ghiaccio sul fiume. La morte secondo le immagini del cinema. Grande cinema e grande letteratura: un soccorso reciproco e tempestivo.

The Dead (1987) on IMDb

Regia di Pupi Avati. Un film Da vedere 1989 con Massimo BonettiAlessandro HaberLucrezia Lante Della RovereMattia SbragiaAnna BonaiutoCast completo Genere Commedia – Italia1989durata 99 minuti. – MYmonetro 3,00 su 4 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Per festeggiare il fidanzamento tra Angelo, giovane borghese di Bologna, e Silvia, appartenente a una famiglia di contadini agiati di Porretta Terme, nel febbraio 1936 in un casolare dell’Appennino si svolge un pranzo di venti portate. Film ambizioso e maturo questo (16°) di Avati, affidato coralmente a una compagnia di 25 e più attori che recitano, benissimo, quasi sempre in presa diretta. Qualche inverosimiglianza. 2 Nastri d’argento (film, sceneggiatura), 1 Donatello e 1 Ciak.

 Storia di ragazzi e di ragazze
(1989) on IMDb
Millennium Mambo - Film (2001) - MYmovies.it

Regia di Hou Hsiao-Hsien. Un film Da vedere 2001 con Qi ShuJack KaoTuan Chun-haoYi-Hsuan ChenJun TakeuchiDoze Niu. Genere Drammatico – TaiwanFrancia2001durata 119 minuti. – MYmonetro 3,50 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

A Taipei nel 2000 si svolge con strazio il rapporto tra due giovani infelici e apparentemente nullafacenti che vivono di notte e dormono di giorno. Lei è bella, irrequieta, dedita a Bacco e al tabacco, e mantiene lui che in più si droga e la tormenta con una gelosia sadica. A questo ingrato rapporto alla “né con te né senza di te” assiste in disparte il maturo e savio gestore di un night-club losco che la protegge e forse l’ama come un padre. Accompagnato da una voce over, l’azione è raccontata nel 2010 il che aggiunge un tanto di enigmatico a un film già criptico per sé stesso, ellittico eppur affascinante. Il cinese Hsiao-hsien fa un cinema in cui la vocazione figurativa prevale su quella narrativa. L’intreccio e persino i personaggi interessano poco: conta il modo in cui sono raccontati. Contano le immagini – e i suoni, la musica – attraverso le quali avviene una sconsolata ricognizione del dolore e del malessere del tempo. Brevi, innevate, bellissime sequenze girate a Hokkaido, la più nordica isola del Giappone, dove la luce si oppone agli acidi e notturni colori metropolitani e all’atonia claustrofobica del resto. Premiate a Cannes 2001 le musiche (techno) di Lim Giong e Yoshihiro Hanno.

Millennium Mambo (2001) on IMDb