Category: Hopkins Stephen


Regia di Stephen Hopkins. Un film con Gene HackmanMorgan FreemanThomas JaneMonica BellucciNydia CaroMiguelangel SuarezCast completo Genere Thriller – USA2000durata 111 minuti. – MYmonetro 2,74 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Remake di Guardato a vista di Claude Miller, film francese del 1981, con Lino Ventura, Michel Serrault e Romy Schneider. Nel remake l’azione si sposta dalla Normandia ai tropici, nell’isola di San Juan a Portorico. Un vecchio capitano di polizia (Morgan Freeman), convoca al commissariato il ricco ed influente avvocato Henry Hearst (Gene Hackman), il personaggio più in vista dell’intera isola. Il colloquio tra due vecchi amici, grazie anche alla presenza di un giovane ispettore, si trasforma in breve in un drammatico confronto. Hearst ha ritrovato il giorno prima il cadavere di una ragazzina tra la boscaglia: il secondo delitto in pochi giorni, entrambe le piccole vittime sono state stuprate prima di essere uccise. Henry è insospettabile, ma la sua testimonianza è piena di buchi e il suo alibi va provato: in breve la sua vita e il suo problematico matrimonio con la splendida Chantal (Monica Bellucci) viene passata al setaccio. Un buon giallo, diligente, ma non troppo incisivo.

Under Suspicion (2000) on IMDb

Regia di Stephen Hopkins. Un film con Geoffrey RushCharlize TheronEmily WatsonJohn LithgowStanley TucciMiriam MargolyesCast completo Titolo originale: The Life and Death of Peter Sellers. Genere Biografico – USAGran Bretagna2004durata 129 minuti. Uscita cinema venerdì 19 agosto 2005 – MYmonetro 3,21 su 11 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Della personalità di Peter Sellers si è sempre avuto una percezione complessa che, in qualche misura, non sembrava corrispondere all’immagine pubblica. Questo film, come tutti i biopic, tende a scavare proprio negli aspetti nascosti del personaggio offrendoci così il ritratto di un uomo frustrato dalla presenza incombente di una madre incapace di accettare che il figlio si separi da lei. Il film segue le tappe della carriera dell’attore prendendo le mosse dal suo passaggio dai successi radiofonici ai primi rifiuti da parte del mondo del cinema. Lo fa inanellando una colonna sonora di pregio e una serie di episodi che vanno dall’aneddoto al gossip. Geoffrey Rush offre al suo personaggio una notevole abilità mimetica nobilitando così un genere che, per definizione, ha l’indiscutibile tara di guardare spesso il mondo dal buco della serratura.

The Life and Death of Peter Sellers (2004) on IMDb

Regia di Stephen Hopkins. Un film con Stephan JamesJason SudeikisJeremy IronsCarice van HoutenEli GoreeCast completo Titolo originale: Race. Genere Biografico, – GermaniaCanadaFrancia2016durata 134 minuti. Uscita cinema giovedì 31 marzo 2016 distribuito da Eagle Pictures. – MYmonetro 2,87 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

James Cleveland “Jesse” Owens parte per l’università, lasciando una figlia piccola, una ragazza ancora da sposare e una famiglia d’origine in precarie condizioni economiche. Sembra già una conquista, ma qualche mese dopo, grazie al coach dell’Ohio University, Larry Snyder, Jesse ottiene la convocazione per le Olimpiadi di Berlino. È il 1936 e la politica di epurazione razziale di Hitler divide il Comitato Olimpico Americano: partecipare o boicottare? La comunità afroamericana si pone lo stesso problema. Jesse sa una cosa: se andrà, non potrà permettersi di non vincere.
Il regista Stephen Hopkins non è nuovo alla biografia: quella di Peter Sellers aveva fatto infuriare chi la trovava esageratamente critica tanto quanto chi la giudicava non abbastanza mostruosa. Con Race, titolo dal doppio significato, sembra evitare il rischio in partenza, rinunciando alle sfumature e optando risolutamente per un ritratto eroico di Owens, dall’inizio alla fine, nello sport e nella vita.
D’altronde – sembra dire Hopkins – i conflitti esterni al personaggio sono tali e tanti che lo mantengono comunque e perennemente sotto pressione. E così è: la scelta di raccontare i giochi olimpici più controversi della storia porta con sé una quantità di materiale narrativo ingente, e il regista lo gestisce aspirando ad un modello di racconto classico, che in qualche momento gli riesce bene e in altri meno. La volontà di mantenersi politicamente corretto (per esempio conducendo il film sul binario parallelo del riscatto del coach bianco insieme al campione nero) riduce, però, il tasso di tensione, così come l’impressione che il battere ogni record non costi a Owens fatica alcuna, e l’immagine del suo reiterato primato, nello stadio bianco che doveva magnificare agli occhi del mondo il Terzo Reich, resta la sola a tentare di ristabilire un equilibrio.
La regia, più che altro, vive di rendita della forza della Storia, limitandosi a non fare danni quando si tratta di mettere in campo le interpretazioni di Goebbels e di Leni Reifensthal, qui sdoganata come artista super partes, ben voluta e finanziata dal Fuhrer ma interessata ad un altro fine assoluto, la riuscita del suo film. Del suo uso potenzialmente strumentale dell’atleta di Cleveland, così come della censura che gli Stati Uniti del Sud operarono sulla notizia dei miracoli berlinesi di Jesse Owens, il film non fa menzione. Race corre alla meta ma, dal punto di vista filmico, è una vittoria poco sudata: senza le sfumature, la foto-ricordo è piatta.

Race (2016) on IMDb