Per la sceneggiatura di questo film, basato sul romanzo di Patricia Highsmith, Hitchcock ingaggiò un giallista di fama come Raymond Chandler. La vicenda riguarda uno strano incontro tra Guy, che vuol divorziare dalla moglie per risposarsi, e Bruno, che odia suo padre. Bruno si offre come killer a Guy, perché costui gli ricambi la cortesia. Memorabile la scena finale sulla giostra.
Una donna viene assassinata a Londra. L’uomo che l’aveva ospitata, braccato dalla polizia e dagli assassini, fugge in Scozia e si ritrova ammanettato con una ragazza e prosegue la fuga. C’è di mezzo una banda di spioni. Liberamente tratto da un romanzo di John Buchan, questo film d’inseguimento all’insegna della leggerezza e dell’umorismo è, forse, l’opera più famosa dell’Hitchcock inglese, e uno dei preferiti dallo stesso regista. “Un miracolo di velocità e di luce” (O. Ferguson). Rifatto goffamente con I 39 scalini nel 1959 da Ralph Thomas e nel 1978 da Don Sharp.
I meriti più evidenti dell’opera includono un cast impeccabile. Sarebbe difficile immaginare attori diversi al posto di Claude Rains e Cary Grant, apoteosi dei loro personaggi sullo schermo. La scelta di Ingrid Bergman era quasi indispensabile, insieme a Casablanca sarebbe stato uno dei ruoli iconici della sua carriera. Ma il vero trionfo del film è la complessità emotiva e morale della vicenda. Lo script di ferro di Ben Hecht e Oden Clifford è geniale nel gioco di due uomini, uno contro l’altro, innamorati della stessa donna: l’intreccio sentimentale più lineare che esista. È l’anatomia di una storia d’amore in cui ne sono mappati gli elementi di contraddizione, tra tradimento e lealtà, tra onore e irresponsabilità. Una duplicità che serve ad intensificare la potenza del suo finale dall’impianto quasi bressoniano. Per il cineasta il film è ricco di echi delle sue opere precedenti e future e segnato dalla presenza di temi molto ricorrenti nella sua cinematografia (dall’inganno di identità alle madri invadenti). La pellicola fu una delle esperienze hollywoodiane di maggior successo per il grande maestro, dopo Rebecca, la prima moglie il regista cominciò a ad andare maggiormente incontro ai gusti del pubblico e agli stilemi americani. Durante la preparazione della sceneggiatura Hitchcock si mise alla ricerca di un Mac Guffin attorno a cui far ruotare la storia e alla fine decise che i cospiratori avrebbero trafficato illecitamente dell’uranio allo scopo di realizzare una bomba atomica. Gli Studios si disinteressarono addirittura al film, pensando che il MacGuffin fosse troppo ridicolo. Ironicamente Hitchcock aveva centrato l’elemento segreto e l’FBI lo aveva seguito per tre mesi per scoprire la fonte della sua informazione. Nel 1946 il governo degli Stati Uniti era ancora molto sensibile all’argomento e J. Edgar Hoover, allora capo del FBI secondo alcune indiscrezioni si mostrò titubante per la realizzazione del film, fermo restando che nel copione non vi era alcuna menzione del FBI o di armi nucleari. È celeberrima la sequenza che partendo dall’alto di una scalinata (uno dei topoi adorati dal maestro del brivido, essendo la scala sempre al centro di moltissime scene madri dei suoi film), con un vertiginoso movimento di gru, arriva scendendo in mezzo ad una folla fino ad una chiave stretta nelle mani di Ingrid Bergman. Da antologia. Per TruffautNotorius è la quintessenza di Hitchcock.
Edit 15/6/2024 sostituito con versione Criterion Collection
Alfred Hitchcock presenta (Alfred Hitchcock Presents) è una serie televisivaamericana creata da Alfred Hitchcock. In Italia era conosciuta con il titolo di “Hitchcock presenta Hitchcock”. La serie non ha una trama lineare, né personaggi fissi, ma tutti gli episodi hanno un elemento in comune: il crimine, che viene perpetrato a volte nelle forme più inimmaginabili e grottesche. Lo stesso Hitchcock ebbe a dire, riguardo alla serie “Essa riporta il crimine in casa, dove esso risiede”. In questa release troverete il corrispettivo della serie “Alfred Hitchcock Presenta” uscita in edicola per DeAgostini. La collezione era di 28 DVD da 3 episodi ciascuno, totale di 84 episodi quindi una selezione di tutte gli episodi usciti dal 1955 al 1962
Il regista morì prima della messa in onda. La serie fu preceduta da un pilot formato da 4 episodi, tutti remake della serie classica. Ogni segmento era introdotto da un filmato colorizzato di Alfred Hitchcock, tratto dalla serie originale.
A Bodega Bay, cittadina californiana vicino a San Francisco, gli uccelli, specialmente gabbiani e corvi, cominciano ad attaccare in gruppo gli esseri umani con implacabile ferocia. Da un racconto di Daphne Du Maurier, liberamente sceneggiato da Evan Hunter che punta molto sul tempo dell’attesa. Unico film fantastico nella carriera di Hitchcock, comincia in cadenze di commedia mondana e termina nei toni di un’allegoria apocalittica, basata sulle 3 unità della tragedia classica (luogo, tempo, azione). Inquietante, non soltanto impressionante. Trucchi animati di Ub Iwerks. La colonna sonora di Bernard Herrmann è senza musiche, composta soltanto di rumori e strida di uccelli, deformati e ritmati come in una partitura. Aperto a ogni tipo di interpretazione (politica, religiosa, sociale, erotica, ecologica), è stata letta anche come una parabola cristiana: attaccati dai volatili, gli uomini imparano a essere più umani, più solidali, ad amarsi. Accoglienze critiche in gran parte negative quando uscì.
Il film, l’ultimo film del periodo inglese di Alfred Hitchcock, tocca due dei motivi preferiti dall’eccentrico regista inglese, che diventarono ossessivamente ricorrenti nel suo cinema: lo scambio causale di persona e il terrore dell’ignoto che può crollarci addosso da un momento altro. Il film è tratto da un romanzo di Josephine Tey, A Shilling for Candels,e narra la storia di un giovane scrittore accusato dell’omicidio dell’amica, delitto in realtà compiuto da un altro. Il giovane è costretto a fuggire. Braccato dalla polizia inizia da solo la ricerca del vero assassino. Lo aiuterà una giovane donna. Il film è ricco di virtuosismi tecnici come la carrellata attraverso la sala da ballo.
Una ragazza fugge di casa per sposare l’amato. Quasi subito si accorge che lui, per procurarsi i soldi necessari alla loro sopravvivenza, non va troppo per il sottile. Sospetta addirittura che abbia ucciso un loro facoltoso amico e stia per eliminare anche lei. Sconvolta, decide di partire. Finale, naturalmente, a sorpresa
Constance Peterson (Ingrid Bergman) è una giovane dottoressa che lavora presso una clinica psichiatrica e che non presta alcuna attenzione ai suoi pur tanti ammiratori. Almeno fino a quando nella clinica arriva il dottor Edwards (Gregory Peck), destinato a prendere il posto del vecchio direttore, il dottor Murchison (Leo G. Carroll), che deve andare in pensione per raggiunti limiti di età. Tra i due scoppia improvviso l’amore, tanto che la riservata dottoressa dedita solo al lavoro si trasforma in una donna follemente innamorata. Ma Edwards ha comportamenti alquanto strani – ad esempio non sopporta la visione della neve e delle righe – che porteranno Constance a scoprire che l’uomo non è il dottor Edwards, ma un misterioso John Ballantine che ha perso la memoria e crede di aver ucciso il vero dottor Edwards per prenderne il posto. Ben presto i sospetti trapelano anche nella clinica e i due sono costretti a fuggire e a rifugiarsi in casa del dottor Brulov (Michael Chekhov), di cui Constance era stata in passato la giovane assistente, che dopo gli iniziali dubbi aiuterà l’uomo a recuperare finalmente la memoria. Definito dallo stesso autore come una “caccia all’uomo in un involucro di pseudo-psicoanalisi”, Io ti salverò costituisce uno dei più celebri e complessi thriller di Hitchcock, impreziosito dalle immagini oniriche realizzate appositamente da Salvator Dalì e sorretto dalla coppia Ingrid Bergman-Gregory Peck.
Eve Gill (Wyman), studentessa della Royal Academy Dramatic Arts, cerca di scagionare l’amico Jonathan (Todd) che pretende di essere ingiustamente sospettato di avere ucciso il marito della sua amante Charlotte (Dietrich), diva del music-hall. Oltre a innamorarsi dell’ispettore (Wilding) che indaga sul caso, scopre alla fine chi è il vero colpevole. Noto per un lungo flashback menzognero che gli fu rimproverato come una sleale trasgressione alle regole del poliziesco, è uno dei 2 film americani di A. Hitchcock girati a Londra. Tratto da 2 racconti di Selwyn Jepson (Man Running, Outrun the Constable), sceneggiato da Whitfield Cook, è un poliziesco di routine, ma vale più della sua fama. Ha il torto di raccontare una storia in cui sono i cattivi che hanno paura e di avere in J. Wyman un’attrice fuori parte, ma l’ambientazione londinese e teatrale è deliziosa; la prima mezz’ora (con la festa di beneficienza in giardino) e il finale sono notevoli e, in bilico tra ambiguità e volgarità, M. Dietrich lascia il segno.
Alla vigilia della 2ª guerra mondiale, un giovanotto che lavora in una fabbrica di munizioni del Nevada è accusato ingiustamente di sabotaggio. Si nasconde, incontra una ragazza che l’aiuta a smascherare i veri sabotatori. Coinvolgente thriller bellico girato con molti mezzi che si conclude con la famosa sequenza mozzafiato sulla statua della Libertà. C’è un uso ripetuto del teleobiettivo. Alla sceneggiatura collaborò la squisita Dorothy Parker.
Roddy, primogenito di una famiglia benestante, viene espulso da scuola, accusato di un furto commesso dal suo amico Tim. La famiglia lo allontana e tutti i suoi amici lo abbandonano, così decide di andare a Parigi, dove spende i pochi soldi che ha. Roddy comincia a lavorare come ballerino, ma presto diventa vittima dell’alcolismo. Sogna di andarsene dall’Europa, verso una delle colonie inglesi, ma quando cerca di partire alcuni marinai lo riportano indietro, confidando in una ricompensa da parte dei suoi familiari…
Per una serie di incredibili coincidenze, Manny Ballister viene scambiato per un ladro che ossessiona un’intera città con i suoi furti. L’uomo deve provare la sua innocenza, ma le persone che potrebbero aiutarlo sembrano scomparse dalla circolazione. La moglie di Manny è quella che risente in modo più drammatico della situazione.
Iconiugi Smith, che pur bisticciando spesso si amano teneramente, scoprono un bel giorno di non essere ufficialmente sposati, perché il loro matrimonio, per un disguido burocratico, non è valido. Prima di regolarizzare la posizione, lui farà sospirare a lungo la sposina per ammorbidirne il carattere.
Un giovane inglese giunto in Australia verso il 1830 conosce la misteriosa Lady Considine, una nobile che è fuggita con uno stalliere il quale per amor suo ha commesso un omicidio. L’uomo è stato condannato alla deportazione in colonia e la moglie lo ha seguito. Ormai indifferente al marito, è divenuta alcolizzata. L’invidiosa governante dei Considine mette il giovane in cattiva luce presso il padrone di casa.
Scienziato USA, specialista in congegni antimissilistici, finge di passare al servizio dei comunisti e con la fidanzata si reca a Berlino Est e a Lipsia, s’impadronisce di una formula segreta. Il rientro è rocambolesco. 50° film di Hitchcock, scritto da Brian Moore e riscritto da Keith Waterhouse e Willis Hall (non accreditati). Non è uno dei suoi film più riusciti anche perché, trasformata la formula segreta in un tipico MacGuffin, cioè un pretesto, Hitch s’interessa soprattutto al conflitto psicologico tra i due protagonisti, sui dubbi che lei, ignara (una Andrews fuori parte, imposta dall’Universal), ha sulla fedeltà personale e patriottica di lui. Memorabili momenti di suspense. L’uccisione di Gromek è da antologia. Spionaggio alla terza potenza e risvolti di umor nero.
Un pescatore dell’isola di Man, Pete, ama Kate, ragazza figlia di un albergatore. Non avendo però il coraggio di andare dal padre di lei a chiedergli la benedizione per il matrimonio, prega un suo amico, Philip, di farlo al posto suo. Riceve un netto rifiuto poiché troppo povero e, col cuore a pezzi, parte alla ricerca di fortuna: Kate gli promette che lo aspetterà e Philip che veglierà su di lei fino al suo ritorno. Col passare del tempo i due giovani però si innamorano ma mostrano i loro sentimenti solo dopo la notizia della morte di Pete. La verità, invece, è che il pescatore è riuscito a scampare ad un terribile naufragio e, fatto ritorno sull’isola, ignaro della relazione tra i due, sposa comunque Kate. Il figlio che la ragazza aspetta è però di Philip, al quale Kate aveva chiesto di fuggire insieme a lei, ma dal quale aveva ricevuto un netto rifiuto a causa del timore del ragazzo di rovinare la sua carriera di magistrato. Kate non regge alla disperazione e cerca il suicidio in mare: viene salvata, ma, secondo la legge inglese, deve presentarsi in tribunale come imputata. Il giudice del suo processo è proprio Philip, che viene accusato in aula dal padre di Kate che nel frattempo ha scoperto tutto. Il ragazzo è ora costretto ad assumersi le proprie responsabilità e ad abbandonare l’isola di Man con Kate e il loro figlio, sotto lo sguardo di una folla minacciosa ed ostile
Un sacerdote che ha preso i voti dopo una delusione d’amore viene accusato di assassinio. Egli conosce il colpevole che si è confessato subito dopo il delitto, ma naturalmente non può parlare. Al processo viene assolto per insufficienza di prove e rischia di essere linciato dalla folla; il vero assassino, temendo che la moglie, presa dal rimorso, dica la verità, la uccide e si scopre.
Dal romanzo di Leon Uris. Nel 1962 un agente francese fornisce alla CIA le prove della presenza di missili sovietici sull’isola di Cuba. “Un vero disastro” (Hitchcock). Non piaceva alla produzione, non piacque al pubblico e nemmeno ai critici. Per la prima volta nella sua carriera Hitchcock non sapeva come concludere una storia. Girò – si dice – 5 finali. Un’edizione USA in DVD ne riporta 3.
Il sesto film muto di Alfred Hitchcock, The ring-Vinci per me!, era uno di quelli che più soddisfava il regista inglese, ed è anche il primo realizzato con il direttore della fotografia Jack Cox, che lavorò con lui fino al 1933. Il protagonista è Jack Sander (Carl Brisson), un pugile che si esibisce nelle fiere di paese – detto “One Round” perché vince sempre alla prima ripresa – e che viene battuto dal campione australiano Bob Corby (Ian Hunter), che finisce anche per insidiargli la moglie (Lilian Hall-Davies). Ma sarà proprio sul ring che Jack si prenderà una doppia rivincita, battendo il rivale e riconquistando la donna. Vivace e ricco di finezze registiche che hanno finito per fare scuola, il film si segnala anche per le straordinarie qualità dinamiche del montaggio. Il titolo originale ha una pluralità di significati: si riferisce infatti sia al ring del pugilato, che alla fede matrimoniale, che a un braccialetto regalato dal rivale del protagonista, emblema dell’adulterio.