Category: Herzog Werner


Anche i nani hanno cominciato da piccoli: Amazon.it: Helmut Doring, Gerd  Gickel, Paul Glauer, Gisela Hertwig, Hertel Minkner, Werner Herzog, Helmut  Doring, Gerd Gickel: Film e TVUn film di Werner Herzog. Con Helmut Döring, Gerd Gickel, Paul Glauer Titolo originale Auch Zwerge haben klein angefangen. Drammatico, durata 96′ min. – Germania 1970. MYMONETRO Anche i nani hanno cominciato da piccoli * * * - - valutazione media: 3,29 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

In una imprecisata colonia di nani una ribellione provoca un crescendo di vandalismo, follia, violenza e atti crudeli, che diventa quasi un catalogo del sadismo, radicato nel mondo animale e nella natura. È il più estremo, surreale, inquietante e allucinato film di Herzog, che l’ha diretto, prodotto e scritto curandone gli arrangiamenti musicali, celato interamente in una dimensione critica. Un incubo raccontato come tale, senza una logica e, nel suo andamento caleidoscopico, senza uno sviluppo lineare né un finale, ma fondato su grande rigore stilistico: la figura ricorrente del cerchio indica una situazione senza vie di uscita. Fotografia di Thomas Mauch. Girato nell’isola di Lanzarote (Canarie) con attori nani non professionisti.

 Anche i nani hanno cominciato da piccoli
(1970) on IMDb
Locandina Julien Donkey-boy

Un film di Harmony Korine. Con Ewen Bremner, Brian Fisk, Chloë SevignyWerner Herzog, Joyce Korine, Evan Neumann. continua» Drammaticodurata 94 min. – USA 1999.

Julien è schizofrenico. Vaga nel bosco dove incontra un bambino con il quale litiga per una tartaruga. Lo uccide con un sasso e lo seppellisce nel fango, supplicando il perdono di Dio. Lavora come volontario in una clinica che ospita ciechi. Si perde continuamente nei suoi pensieri, confusi e frammentati, come del resto l’impatto emotivo della narrazione. Vaga da un marciapiede all’altro dei viali di periferia, con delle enormi cuffie che sembrano propiziare i suoi monologhi. E poi torna a casa, la sua famiglia. Contesto suburbano della periferia americana, famiglia degradata, con un padre che si lascia andare in seguito alla morte della moglie, un fratello ossessionato dal desiderio di essere un vincente e una sorella che intrattiene con lui un rapporto ambiguo, tranquillizzandolo attraverso la cornetta di un telefono, con il quale finge di essere la madre. La sorella sta imparando a suonare l’arpa ed è incinta, ma si rifiuta di rivelare l’identità del padre. La folle dolcezza di Julien riesce a tenere unita la famiglia.
Film girato interamente a spalla, gli sono stati riconosciuti i requisiti imposti dal manifesto del Dogma ’95, nonostante le continue distorsioni audio visive. Grandissima interpretazione del protagonista Ewen Bremner, curiosa quella di Werner Herzog in un ruolo complesso come quello del padre di Julien, insieme a freaks originali, personaggi positivi della storia. Gli occhi più veri, nell’ossessione, con cui uno schizofrenico sia mai stato guardato. Finale da thriller della pesantezza

Un film di Werner Herzog. Con Klaus Kinski, Claudia Cardinale, José Lewgoy, Peter Berling, Salvador Godínez. Avventura, durata 157′ min. – Germania 1981. MYMONETRO Fitzcarraldo * * * 1/2 - valutazione media: 3,75 su 14 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Agli inizi del Novecento l’eccentrico Brian Sweeney Fitzgerald, barone irlandese del caucciù, vuole costruire a Iquitos, nel cuore dell’Amazzonia peruviana, il più grande teatro d’opera di tutti i tempi per farci cantare Enrico Caruso. Costato 8 miliardi (più tutti gli averi del regista, due morti, parecchi feriti e tre anni di lavorazione) questo film, frutto di un’operazione un po’ folle, è paradossalmente il più ordinato e accademico del più sregolato autore del nuovo cinema tedesco. Narrato a ritmo lasco col tran tran di uno sceneggiato TV, ha un solo personaggio vivo: il battello il cui assurdo ed epico trasporto attraverso il colle occupa 45 minuti. I momenti d’incanto e le sequenze visionarie, comunque, non mancano. Si apre e si chiude con un frammento delle 2 opere ottocentesche che hanno per protagonista Elvira: Ernani (1844) di G. Verdi e I puritani (1835) di V. Bellini. Esiste sulla romanzesca lavorazione del film un bel documentario di Les Blank, Burden of Dreams (1982), che, secondo alcuni, è persino più affascinante del film. View full article »

Risultati immagini per Echi da un Regno oscuroUn film di Werner Herzog. Titolo originale Echos aus einem düsteren Reich. Documentario, durata 90′ min. MYMONETRO Echi da un regno oscuro * * * - - valutazione media: 3,00 su 3 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Michael Goldsmith, corrispondente dell’Associated Press dal Nordafrica, conduce l’inchiesta su Jean Bedel Bokassa, ex imperatore della Repubblica Centrafricana, spodestato da un colpo di stato, accusato di molti crimini efferati (anche di cannibalismo), condannato a morte in contumacia e poi chiuso nel carcere di Bangui. Diversi tipi di testimonianze e di testimoni, interessati e disinteressati, si alternano con spezzoni di documentari. Non mancano gli inserti di taglio grottesco e surreale: i granchi sulla spiaggia all’inizio, lo scimpanzé che fuma alla fine, immagine insopportabile perché, al tempo stesso, troppo umana e troppo vera. Più che un documentario sugli orrori della realtà è un’indagine sulla natura del potere dispotico, è “un film sulla menzogna, sull’inattendibilità, sulla messa in scena della testimonianza” (A. Pezzotta). Fotografia di Jörg Schmitte-Reitwein, musiche di J.S. Bach, A. Vivaldi. View full article »

Locandina L'ignoto spazio profondoUn film di Werner Herzog. Con Brad Dourif, Ellen Baker, Franklin Chang-Diaz, Shannon Lucid, Michael Mcculley, Donald Williams Titolo originale The wild blue yonder.Documentariodurata 81 min. – Francia, Germania, Gran Bretagna 2005uscita venerdì 25 novembre 2005MYMONETRO L’ignoto spazio profondo * * * - - valutazione media:3,13 su 12 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Werner Herzog è un regista che negli ultimi anni ha agito nell’ombra. Una decina di documentari e docu-fiction che non si è preoccupato tanto di promuovere, quanto invece del piacere di girarli per amore del proprio lavoro. The wild blue yondercorre, ancora una volta, sulla linea della fiction documentata per proiettarci nella fantascienza, nell’ignoto spazio, narrando di alieni che alla fine risultano più umani di noi.  View full article »