Un western atipico, perché non c’è violenza: James Stewart è un cowboy dai modi piuttosto rozzi che deve trasbordare il toro “Vendicatore”, capostipite di una nuova razza di bovini. In un’atmosfera agreste sbocciano gli amori: quello del simpatico protagonista per la bella vedova Price, quello della figlia di lei per un giovane.
Sette banditi rapinano una banca e scappano attraverso il deserto. Arrivano a un villaggio abbandonato, dove trovano una ragazza e un vecchio che cerca l’oro. Un classico del western, robusto e asciutto.
Un piedipiatti dell’Est capita in una cittadina del Kansas sconvolta dalla lotta di due fazioni, vi ristabilisce l’ordine e sposa la figlia del sindaco.
Un western vecchio stile. Lo sceriffo salva il vecchio Pop che sta per essere linciato per un omicidio non commesso. Ha tutti contro, specie gli allevatori. Finale trionfo per i buoni.
La strage di Little Big Horn ambientata nella grande fossa delle Halles di Parigi, scavata nei primi anni ’70. Mastroianni come Custer, Piccoli come Buffalo Bill, Tognazzi e Cuny pittati da pellerossa… Con questo western parodistico Ferreri, che non ama le mezze tinte, punta sulla tragedia buffonesca con un sarcasmo in bilico tra l’umorismo nero di R. Azcona e il didascalismo derisorio di Brecht. Un pastiche al riso verde.
Un film di Ricardo Blasco. Con Richard Harrison, G.R. Stuart Western, durata 92 min. – Italia 1964. MYMONETRO Duello nel Texas valutazione media: 2,00 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Gringo è stato adottato da una famiglia di messicani. Quando una banda di ladri deruba il padre adottivo di tutto l’oro che era riuscito a mettere insieme in anni di fatiche, parte per vendicare il sopruso. Scopre che i capi della banda sono proprio le persone più in vista del paese. Da solo riesce a batterli, liberando così la propria famiglia e la comunità.
Il personaggio è un pistolero molto abile e veloce – tanto da sparare più velocemente della propria ombra – che grazie al suo ingegno riesce spesso a risolvere i suoi guai senza ricorrere all’uso delle armi e mantenendo un’assoluta imperturbabilità anche nelle situazioni più disperate[1][11]. Girovagando nel far west si ritrova nei classici scenari del genere come saloon e villaggi indiani nei quali gli autori gli fanno esplorare tutte le possibilità narrative in chiave comico-satirica.
Il nome di Magico Vento è Ned Ellis, un militare che perse la memoria a causa di un incidente ferroviario causato da un ufficiale corrotto che, per rubare le armi trasportate dal treno, lo fece esplodere con della dinamite; tutti i soldati morirono nell’attentato e solo Ned si salvò, rimanendo ferito alla testa da una scheggia. Lo sciamano Cavallo Zoppo mentre era in viaggio lo raccolse e lo prese come allievo a cui tramandare i suoi insegnamenti. Dato che secondo lui era stato il Grande Spirito a condurlo fino a Ned, con un vento magico, gli venne dato questo nome indiano. Magico Vento iniziò così una nuova vita con gli indiani Sioux nelle praterie del Dakota. Non ricordava nulla della sua vita precedente. Divenne un medicine man con il dono delle visioni.
Ken Parker (nome completo Kenneth Parker) è un personaggio immaginario dei fumetti creato da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo, nel 1974.[1] Personaggio particolare e atipico del genere western la cui serie a fumetti, ambientata prevalentemente in America del Nord in un arco temporale che va dal 1868 al 1908, si distingue per originalità, per la varietà delle ambientazioni e per gli argomenti trattati che, spesso, esulano dai canoni tipici del fumetto western.[senza fonte]
Il fumetto esordisce in edicola nel giugno 1977, pubblicato dalla Cepim e, tra alterne vicende, cambi di editore e di formato, sospensione delle pubblicazioni e ristampe rivedute e corrette dagli autori stessi, la storia del personaggio si conclude nell’aprile del 2015 con l’episodio Fin dove arriva il mattino.
La prima serie pubblicata dal 1977 al 1984 lo rende un personaggio di culto del fumetto italiano, sia per il realismo delle ambientazioni e per la meticolosa ricostruzione storica e filologica che per l’attenzione alle tematiche sociali.[1]
Ogni volume contiene 2 o più racconti. In totale sono 90. Fuori da questa collezione rimangono 2 numeri che secondo wikipedia sono il 91 e il 92. Il 92, ultimo in assoluto che chiude definitivamente la serie, l’ho trovato mentre il 91 “Canto di Natale” no.
Verso la fine dell’Ottocento, dopo aver completato gli studi universitari in Inghilterra, il giovane avvocato Ringo Rowandt torna negli Stati Uniti dove l’anziano padre esercita l’attività di sceriffo in una cittadina del Far West. Dinanzi ai tanti torti e soprusi che incontra nella nuova realtà decide di reagire combattendo il male su due fronti e con due diverse identità: quello della legge, più lento e dagli esiti non sempre prevedibili, come avvocato, e quello della giustizia, nelle vesti dell’avventuriero Maschera Nera.
Pecos Bill è un personaggio immaginario protagonista di numerose storie di genere western ambientate durante l’espansione territoriale verso occidente; si ritiene che le storie vennero inventate da Edward O’Reilly nei primi anni del XX secolo nonostante questi affermasse di averle tratte dalla tradizione orale americana e sono quindi considerate un esempio del cosiddetto fakelore (da “fake”, falso, + folklore), ovvero storie che vengono presentate in modo da essere avvolte da un’aura pseudo-folcloristica che le fa apparire come tradizionali. “Pecos Bill” fu anche il soprannome del generale William Shafter durante la guerra di secessione americana,[1] quindi precedente all’opera di O’Reilly; Shafter era considerato un eroe in Texas e gli venne dedicato qualche componimento poetico ispirato alla sua figura.[2] Il personaggio ha avuto alcune trasposizioni cinematografiche e a fumetti che, soprattutto in Italia, hanno goduto di un duraturo successo.
Secondo la leggenda, Pecos Bill nacque in Texas nel 1830 (o nel 1845 in altre versioni, l’anno di istituzione dello stato del Texas). La sua famiglia decise di trasferirsi perché la città era “troppo affollata”. Pecos Bill da bambino, mentre era in viaggio su un carro coperto, cadde senza che nessuno se ne accorgesse nelle vicinanze del fiume Pecos e venne accolto e cresciuto da un branco di coyote. Anni dopo fu ritrovato da suo fratello, che riuscì a convincerlo che non era un coyote.
Una volta cresciuto divenne un cowboy. Era in grado di usare un serpente a sonagli, Shake, come un lazo e un altro serpente come una piccola frusta; il suo cavallo, Widow-Maker (anche chiamato Lightning), era così chiamato perché nessun altro uomo poteva provare a cavalcarlo senza morire. Si narra che la dinamite fosse il suo cibo preferito ma anche che a volte cavalcava un puma invece di un cavallo. Fra le sue imprese si narra che riuscì una volta a prendere al lazo un tornado e che lottò contro il Bear Lake Monster per diversi giorni fino a quando non lo ebbe finalmente sconfitto. Aveva una fidanzata chiamata Slue-Foot Sue, la quale cavalcò un gigantesco pesce gatto lungo il Rio Grande e che lui incontrò andando a pesca.
Lotta tra un cowboy e un Apache per una bella squaw bianca. Dal romanzo The Stalking Moon di Theodore V. Olsen, un western che, dopo una partenza volutamente lenta, decolla. “I suoi eroi sono ancora una volta stranieri in un mondo ostile, solitari di fronte a una natura selvaggia… un racconto segreto, pudico, temperato da un humour sempre presente e discreto” (M. Ciment).
Dopo un grosso colpo Jerry si lascia arrestare per permettere al socio di dileguarsi con il bottino. Quando esce dal carcere scopre che l’amico l’ha tradito. Western all’italiana denso di fatti basati su una trama che non ha niente di originale. Dietro allo pseudonimo di L.W. Beaver si nasconde Carlo Lizzani come dietro al creatore della colonna musicale Leo Nickols c’è Ennio Morricone.
Qualcuno mi conferma che è il film corrispondente alla trama. Non ho trovato nè titoli di testa nè titoli di coda.
Una coraggiosa vedova, dopo la morte del marito, con l’aiuto di un amico ranchero rimette in piedi una malridotta fazenda. Non avendo soldi per comprare buoi, acquista pecore. Ma la cosa le mette contro gli allevatori della vallata. La donna però è una dura: l’avrà vinta su tutti.
Serie di ventun volumi che completano la ristampa cronologica de IL PICCOLO SCERIFFO già iniziata sull’edizione mensile della Dardo, di cui escono come supplementi. Vengono ristampati gli episodi dal n. 1 (30 giugno 1948) della Serie I al n. 54 (15 aprile 1955) della Serie III o Serie Oro. Dal n. 18 (s.d.) cambia la grafica della copertina in concomitanza con la riproposta della Serie Oro, e quindi come all’epoca non hanno più titolo di copertina.
Un film di Sergio Corbucci. Con Jack Palance, Tony Musante, Franco Nero, Giovanna Ralli.Avventura, Ratings: Kids+13, durata 105′ min. – Italia 1968. MYMONETRO Il mercenario valutazione media: 2,50 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Per combattere i regulares chiamati dal padrone di una miniera contro i minatori in rivolta, il rivoluzionario Paco Roman (Nero) assolda il mercenario Serghei Kowalski (Musante) detto il Polacco, ma poi acquista una coscienza rivoluzionaria. Più film d’avventure che vero e proprio western, e con previsti risvolti politici come si conviene a un soggetto di F. Solinas e G. Arlorio. Alto costo, grande spettacolo, attori famosi, un certo ritmo.
Un film di Budd Boetticher. Con Randolph Scott, Lee Marvin, Gail Russell Titolo originale Seven Men From Now. Western, durata 78′ min. – USA 1956. MYMONETRO I sette assassini valutazione media: 3,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Durante la rapina della banca di Silver Springs compiuta da sette fuorilegge, viene uccisa la moglie dello sceriffo Ben Stride che parte all’inseguimento. È il 1° dei 7 western con R. Scott di B. Boetticher, l’unico dei westerners del dopoguerra che si può ricollegare a Howard Hawks di cui non ricalca i temi, ma ne ritrova lo stile, l’intelligenza critica, la lucidità appassionata: “Poche peripezie esterne, pochi colpi di scena; in lui la drammaturgia conta meno dell’etica. E nessun alibi, nessuna tesi…” (B. Tavernier). I suoi sono western classici, spesso violenti come questo, ma narrati con un’asciuttezza e una manciata di compiacimenti che ne confermano la moralità profonda. Scritto da Burt Kennedy che passò alla regia nel 1961. Fotografia di W.H. Clothier.
John Sayles continua con rigore il proprio percorso di regista indipendente. Questa volta ci racconta una storia di diseredati a cavallo della frontiera Messico-Texas. La clandestinità diventa una condizione esistenziale da combattere senza illusioni. I due amanti che scoprono… di essere figli dello stesso padre sono costretti a confrontarsi con un passato che li domina. Ma lo sguardo di Sayles giudica solo i soprusi dell’umanità.
Con il lento incedere dei cavalli al passo, il regista-musicista John Maclean realizza il suo primo lungometraggio e lo veste con i costumi del vecchio western. Jay Cavendish (Kodi Smith-McPhee) è uno smilzo sedicenne scozzese, ingenuo e senza peccato, deciso a raggiungere il lontano West per ritrovare la sua bella Rose Ross (Caren Pistorius). In questo viaggio d’iniziazione è affiancato da Silas Selleck (Michael Fassbender), un cowboy fuorilegge, senza rimorsi e senza passato, taciturno con il ragazzo, ma eloquente voce narrante, che si offre come guida protettiva in cambio di pochi soldi.
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