Dai romanzi di Edna Ferber. Vita, imprese e morte (in Europa, combattendo contro i tedeschi) di Yancey Cravat, avventuroso colono che si stabilisce nell’Oklahoma nel 1890. Gli sopravvive la moglie indomita. Rifacimento di un famoso western del ’31, è uno dei più fiacchi risultati di A. Mann. Un greve melodramma senza estro né scatti.
Uno smemorato arriva in una cittadina seguendo vaghi e nebulosi ricordi. Alcuni degli abitanti, approfittando della sua amnesia, tentano di servirsi di lui per personali vendette. Il giovane, dopo un violento scontro con il proprio fratello, ricorda tutto il passato e riparte per sempre.
Chisum possiede un grande ranch ai confini del Nuovo Messico. Arriva un prepotente che vuol diventare l’incontrastato padrone della zona. Si determina la solita situazione di contrasto fra buoni e cattivi. Da una parte Chisum (con l’aiuto del famoso fuorilegge Billy Kid) cerca di far tornare le cose nell’ordine della “frontiera”, dall’altra l’avventuriero, scaltro e senza scrupoli, cerca di sopraffarlo. Chiaro che Wayne, come al solito, è dalla parte della ragione.
New Mexico, 1873: un Apache uccide per legittima difesa un bianco. Gli danno la caccia ma, quando gli uccidono la moglie, cambia tattica e si vendica con ferocia. Palesemente influenzato dalla violenza dei western italiani, M. Winner non ha la mano leggera nelle scene crudeli, affondando nel sangue i temi antirazzisti della storia.
Un film di John Farrow. Con Anthony Quinn, Robert Taylor, Ava Gardner Titolo originale Ride, Vaquero. Western, durata 90 min. – USA 1953. MYMONETRO Cavalca, vaquero! valutazione media: 2,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Il fratellastro di un bandito non ha proprio il temperamento di un assassino: preferisce lavorare in una fattoria anche perché la padrona è una bellissima donna (Ava Gardner). I due si innamorano ma sono onesti e poi il marito è una così brava persona. Quando il fratello cattivo sta per uccidere il marito, il fratello buono interviene e lo salva. Però Abele e Caino si uccidono a vicenda.
Durante la guerra civile, dalle miniere del Nord viene inviato al Sud, di contrabbando, oro. Una ragazza del servizio segreto viene incaricata di incrementare gli invii. Durante la sua missione rocambolesca e ricca di intrighi, conosce un capitano del controspionaggio avversario.
Il pistolero Sartana giunge a Indian Creek per scoprire i mandanti dell’omicidio di un cercatore d’oro. 3 dei 31 “spaghetti-western” prodotti nel 1970 furono diretti da Giulio Carnimeo con lo pseudonimo di A. Ascott. Tutti e 3 con Sartana. Le storie erano le stesse, cambiavano i cavalli.
Tre cowboy, una grossa mandria di cavalli e cinque ragazzine cinesi destinate a un lurido bordello di frontiera. Una riscoperta e l’inizio di un revival del western, all’insegna di Red River e delle verdeggianti pianure del Nord. Ratings da record per questo grande ritorno di Walter Hill al genere che ama di più.
Due fratelli, cacciatori di taglie e separati da un’annosa rivalità, sono riuniti dalla mamma per Natale per dare la caccia a una banda di cattivacci. Un western casereccio in cui la coppia Hill-Spencer tenta di riciclarsi riproponendo, senza aggiornamenti, i vecchi schemi e le gag di 20 anni prima.
Una bella nubile eredita una fattoria. Un boss corteggia entrambe, ma la donna, aiutata da un vecchio, tiene duro. Poi arriva un giovane cowboy e si installa nella fattoria. Il boss diventa sempre più malvagio, fino a uccidere più volte, e viene punito come si merita. Così i due giovani possono finalmente vivere sereni.
Un film di George Sherman. Con John Wayne, Ray Corrigan, Max Terthune Titolo originale Three Texas Steers. Western, b/n durata 59 min. – USA 1939. MYMONETRO Texas Kid valutazione media: 3,00 su 1 recensione.Tre scanzonati giustizieri del Texas aiutano la giovane proprietaria di un circo, vincendo il premio di una corsa e permettendole così di pagare un’ipoteca.
Nel 1870 Frank Harris, vicedirettore di un hotel di Chicago, diventa socio in affari di Tom Rice, capo di un gruppo di cowboy, e parte con lui per trasportare una mandria di bovini in Messico dove spera di convincere il padre dell’amata Maria a concedergli la mano della figlia, ma la trova già sposata. Il viaggio di andata e ritorno diventa per Harris un’educazione alla dura vita del West. Scritto da Edmund H. North che si è ispirato all’autobiografia On the Trail di Frank Harris (noto per i suoi ricordi mendaci), ricco di spunti realistici e di situazioni inedite, vive di frammenti e va gustato a sorsi, ma impone una moralità di estrema amarezza. Si chiude con una doppia fine di insolita allegria.
Un cowboy vagabondo, paternamente accolto da un ranchero che lo fa suo intendente, è sedotto dalla giovane moglie del padrone. Il cowboy è poi costretto a uccidere il suo benefattore, desideroso di vendetta. Eviterà a malapena il linciaggio.
In una città piena di cacciatori di taglie, banditi e vendette sanguinarie, Arthur McCoy è l’incorruttibile sceriffo che sta cercando di superare il suo travagliato passato per portare la legge e l’ordine in questa nuova frontiera. Dall’altra parte c’è Red Bill, un famigerato cacciatore di taglie solitario noto per decapitare le sue vittime e infilare le loro teste in una sporca borsa nera. Quando le strade di questi due uomini si scontrano, entrambi scoprono che nel selvaggio west non ci sono eroi, nessuno è invincibile e i predatori possono diventare le prede.
Lo sceriffo Garrett lascia la sposa il giorno delle nozze per inseguire due banditi. Asserragliato in un ranch insieme ai suoi due prigionieri da una banda di messicani, se la cava grazie al pentimento di uno dei due cattivi.
Nuovo Messico, 1874. Corriere dell’esercito USA uccide per legittima difesa il marito di una ranchera che gli piace. Catturato dagli indiani, è liberato perché creduto il marito di lei. Uno dei primi western adulti degli anni ’50 sulla scia di Il cavaliere della valle solitaria. Un po’ verboso, ma ben recitato con la Page esordiente che si meritò una nomination all’Oscar e soprattutto da un Wayne di intensa sobrietà _ nel personaggio eponimo di un mezzo sangue che fu uno dei suoi preferiti. Da un romanzo (1953) di Louis L’Amour, ben sceneggiato da James Edward Grant che accentuò il rispetto per i pellerossa. Fotografia: Robert Burks. Restaurato nel 1995 e nel 2007 con l’originale destinazione in 3D.
Mary Bee Cuddy è una donna di 31 anni che vive da sola nella frontiera americana. Per gli standard dell’epoca, è una zitella senza alcuna speranza di trovare marito, soprattutto fra gli uomini primordiali che popolano il Far West. Poichè però è in gamba quanto e più di loro, Mary Bee si assume l’incarico ingrato di trasportare tre donne uscite di senno attraverso il fiume Missouri e fino all’Iowa, da dove verranno rispedite negli stati dell’Est da cui provengono. Le tre donne sono impazzite in seguito alla vita durissima della frontiera: Arabella ha visto morire tre figli in tre giorni a causa della difterite; Theoline ha ucciso il figlio neonato durante un inverno particolarmente rigido; e Gro ha reagito con la follia ai continui abusi del marito. Mary Bee carica le tre donne su una diligenza che pare una prigione e si prepara a partire. Ma sa di non potercela fare da sola, e ingaggia un vagabondo cui ha salvato la vita, e che dice di chiamarsi George Biggs. Insieme, George e Mary Bee si avventurano lungo un viaggio impervio e ricco di incognite. Riusciranno nella loro missione (quasi) impossibile?
Un film di George Marshall. Con Charlton Heston, Susan Morrow Titolo originale The Savage. Western, durata 95′ min. – USA 1952. MYMONETRO Il giuramento dei Sioux valutazione media: 2,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Allevato dai Sioux, il bianco Jim cresce e diventa un prode guerriero. Problemi sorgono quando gli invasori della sua razza entrano in guerra con il popolo Sioux. Western scialbino: molti ingredienti, ma sparsi alla rinfusa.
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