Contagiato da un morso di una succhiatrice di sangue, giovanissimo cowboy si aggrega a una famiglia di vampiri che scorrazza in furgone in cerca di sangue giovane. Allucinante e allucinato, tetramente vampiresco, ricco di preziosismi figurativi, è il bizzarro 2° film a basso costo di una regista che farà strada. Scritto con Eric Red.
Uno yuppie di Manhattan una sera viene morsicato da una vampira. Almeno così lui crede. In realtà è soggetto a una paurosa schizofrenia che lo porta a comportarsi come un Dracula.
Un giovane di nome Simon fa il professore e sembra una di quelle persone che non hanno niente da nascondere. Bravo nell’insegnamento, è generoso anche con la madre che non sta molto bene. Nasconde però un segreto: ha una fissazione per le chat online, dove ricerca giovani ragazze inclini alla depressione e al suicidio per soddisfare il suo desiderio di sangue.
Non è proprio il primissimo Dracula dello schermo (c’è il muto Nosferatu di Murnau), ma è certo quello che ha reso popolare il conte vampiro dei Carpazi. E lanciato in grande stile l’interprete, il bravissimo (e oppiomane) Bela Lugosi. La storia è quella solita. Dracula mozzica un bel po’ di turisti finché non arriva l’ammazza vampiri Van Helsing a saldargli il conto.
Esistono diversi doppiaggi di questo film. Quello del 1986, considerato il sacro graal perchè introvabile, quello del 1993 e quello più recente del 2003. Per ulteriori, interessanti informazioni leggete qui
Nella cartella quindi troverete le tre versioni originali (un vhsrip 1986, un vhsrip del 1992 e un bdrip 2003) più una quarta con video preso da bluray 2003 e triplo audio (1986+1993+2003)
Gli omicidi di Whitechapel sono forse la serie di delitti che più hanno risvegliato la fantasia di molti autori; se aggiungiamo il fatto che sono avvenuti in concomitanza col periodo di maggiore attività del famoso detective vittoriano, allora la coincidenza non può che essere una spinta in più per inserire nella vicenda anche il celebre consultant detective di Baker Street. Dean D. Turnbloom ci presenta fin dall’inizio il vampiro responsabile, il Barone Barlucci, ex cavaliere templare diventato vampiro dopo essere stato ferito in battaglia, che non esita a definirsi, attraverso un racconto in terza persona, totalmente al di fuori di ogni sospetto. Un’epoca che crede nella scienza e ha abbandonato la superstizione non potrà mai pensare ad un vampiro che si aggira per le strade di Londra in cerca di sangue. La complicata vicenda costringerà Scotland Yard a richiedere l’intervento di Sherlock Holmes che, ritenendo soltanto delle leggende i racconti sui vampiri, si mette alla caccia dell’uomo responsabile. Il Barone si trova così costretto ad agire, proprio nel momento in cui è riuscito a trovare un metodo per alleviare i sintomi della sua “malattia” e, sul lungo periodo, riuscire a guarirne. Sherlock Holmes e il vampiro di Whitechapel si inserisce in modo interessante nella serie di resoconti sherlockiani riguardanti lo Squartatore, di cui ricordiamo i più noti Uno studio in nero di Ellery Queen e L’ultimo caso di Sherlock Holmes di Michael Dibdin, senza contare gli incontri con i vampiri da parte di Holmes, a partire dal canonico L’avventura del vampiro del Sussex, ai numerosi apocrifi e film che lo vedono affrontare Dracula e vampiri meno noti, alcuni più riusciti di altri.
Volume che pubblica l’adattamento illustrato del romanzo di Bram Stoker dell’autore spagnolo Fernando Fernández in precedenza apparso sulla rivista Creepy tra il 1982 e il 1983
L’eccentrico professor Abronsius (Jack Mac Gowran), autore di importanti studi sul fenomeno del vampirismo, arriva con il suo buffo e svanito assistente Alfred (Roman Polanski) nei pressi di un castello in Transilvania: naturalmente a caccia di vampiri. Una volta penetrati all’interno, Alfred nota ben presto la bella locandiera Sarah (Sharon Tate, allora compagna di Polanski), e quando questa verrà rapita dal conte von Kroloc, i due partiranno per portarla in salvo tra mille peripezie. Nonostante la trama possa trarre in inganno, fin dal titolo italiano del film (che è conosciuto anche come Dance of the Vampires, Pardon Me, Your Teeth Are in My Neck) si comprendono le intenzioni del regista, non certo interessato a realizzare un horror, ma nemmeno una vera e propria parodia del genere.Per favore… non mordermi sul collo vive del brillante umorismo ebreo-polacco del suo autore, riuscendo a bilanciare con equilibrio parodia, citazioni filologiche e tensione autentica per dare vita a qualcosa di completamente nuovo. Un qualcosa che lo ha reso capostipite di una serie di parodie farsesche e dissacranti intese a esorcizzare con acume e ironia figure mitiche ed eroiche della tradizione. È dal professor Abronsius e Alfred che derivano allora il dottor Frederick Frankenst(e)in e Igor del Frankenstein Junior di Mel Brooks. Ricco di trovate brillanti e comiche (come ad esempio il figlio del conte, vampiro omosessuale invaghito di Alfred) Per favore… non mordermi sul collo è la prima commedia, il primo film a colori e girato con notevoli capitali (americani) per il trentatreenne Polanski, in questa occasione anche di fronte alla macchina da presa insieme alla sua compagna Sharon Tate (tre anni prima della terribile strage ad opera della banda di Manson). Accompagnato – come tutte le prime opere del regista – dalle musiche del polacco Krysztof Komeda, il film è stato portato sui palcoscenici di Vienna dieci anni dopo in una versione teatrale diretta dallo stesso Polanski.
Con uno scienziato bianco (Kristofferson) e una ematologa meticcia (Wright), l’afroamericano Blade (“lama”, Snipes) fa la guerra a New York a una setta di vampiri che, a causa della megalomania del succhiasangue Frost (Dorff), si sta diffondendo come un contagio. La sceneggiatura di David S. Goyer non manca di invenzioni ingegnose (la sequenza di apertura), ma non rinuncia all’accumulo di tutti gli stereotipi del genere in una frenetica mescolanza di vampirismo, satanismo, incubi esoterici di fine millennio, complotto mondiale, arti marziali, effetti speciali. Curiosa la divisione razzista tra vampiri per nascita e vampiri postumani. L’eroico Blade è qualcosa di diverso: sua madre era incinta di lui quando fu vampirizzata e uccisa. Norrington, regista da tenere d’occhio, ha qui collaboratori di prim’ordine (fotografia, scene, costumi, effetti speciali). Il personaggio deriva dalle storie a fumetti di Mary Wolfman per Marvel Comics.
Sir Karell Borotyn muore inspiegabilmente nella sua residenza alla periferia di Praga. Nonostante lo scetticismo dell’ispettore di polizia Neumann, il dottor Doskil e il barone Otto ritengono che l’uomo sia stato ucciso da un vampiro, il conte Mora, e prova ne sarebbe la presenza di due piccole ferite circolari sul collo della vittima. Inoltre, la popolazione del luogo vive nel terrore di un sinistro castello, presunta dimora del conte e della figlia Luna, vampira a sua volta. Le due malefiche creature intendono uccidere anche la figlia di Sir Karell Borotyn, Irena, ma il loro piano diabolico viene contrastato da un esperto dell’occulto, il professor Zelen, il cui intervento porterà a una soluzione inattesa del mistero.
Whitby, Inghilterra, agosto 1897. La nave mercantile russa Demeter si è incagliata sugli scogli e dell’equipaggio non c’è traccia. Viene ritrovato soltanto il diario di bordo del capitano Eliot. Porto di Varna, Bulgaria, 4 settimane prima. Demeter sta per partire ed è a corto di uomini. Al gruppo si unisce anche Clemens, un medico inglese che ha appena salvato la vita a Toby, il nipote del capitano. Durante la traversata però iniziano a verificarsi dei fenomeni premonitori. Viene trovata una giovane donna, Anna, nella stiva, in pessime condizioni di salute e inizialmente è considerata come una clandestina. Poi viene sterminato tutto il bestiame. All’inizio si pensa a un’epidemia. La verità invece è molto più tragica.
Il Corriere della Paura è stata una rivista antologica di fumetti pubblicata in Italia dall’Editoriale Corno negli anni settanta[1][2][3] specializzata nella pubblicazione di fumetti horror tratti dalle riviste Marvel
La rivista nacque durante il periodo di massima espansione dell’editore grazie al successo delle serie a fumetti incentrate sui supereroi della Marvel importate dagli Stati Uniti; sfruttando il sodalizio stabilito con l’editore americano, la direttrice responsabile Maria Grazia Perini propose al suo editore una rivista di genere horror dove pubblicare le storie dai toni decisamente forti per l’epoca che la Marvel aveva incominciato a pubblicare negli Stati Uniti[5]. Inizialmente la Marvel investì molto su questo genere di riviste horror, assumendo autori come Neal Adams e pubblicando serie come “lo Zombie” di Steve Gerber e Pablo Marcos, ma poi ridusse notevolmente il budget riducendo i costi rinunciando ad autori affermati e, dopo il 1975, rimase solo la serie col personaggio di Dracula.[4]
Lei ha trascorso tutte le sue vite precedenti impalando vampiri. Lui è Donald Sutherland che, con un impermeabile di bogartiana memoria, fa il suo istruttore. Il vampiro è l’ormai perso alla causa Rutger Hauer che si butta via in B-movie come questo. Ennesima rivisitazione del genere con la figlia di Natalie Wood in una particina.
Dracula si trasferisce in Inghilterra e miete le prime vittime. A poco a poco i sospetti si accentrano su di lui ed egli torna precipitosamente in Ungheria, inseguito da due uomini che tenteranno di ucciderlo.
Un vampiro si aggira sulla Terra da 250 anni, a partire dalla Rivoluzione francese, nutrendosi del sangue di tutti (ma schifando il “bouquet plebeo” del plasma dei lavoratori). Nel Settecento quel vampiro si chiamava Claude Pinochet, ma dopo varie identità transitorie ha trovato la sua definitiva incarnazione in Augusto Pinochet Ugarte, il generale autore del colpo di Stato contro Salvador Allende e diventato dittatore del Cile. Pinochet, soprannominato El Conde (“il conte”), ha governato per un ventennio macchiandosi (mai direttamente) di omicidi, torture, incarcerazioni e ruberie, affiancato dalla moglie Lucia, stratega di grande influenza.
Nel 2006 El Conde, immortale in quanto vampiro, ha simulato la propria dipartita, continuando a campare nell’oscurità. Ma ora ha deciso di andare all’inferno sul serio, e convoca i cinque figli per stanare insieme a loro un’infinità di proprietà e denari nascosti. I figli, avidi e gretti, si recano nella landa desolata dove i genitori abitano insieme al maggiordomo cosacco Fyodor. Ma una suora esperta di esorcismi li raggiunge per estirpare il diavolo dal Conte e salvare quel che resta della sua anima (e dei suoi beni).
Il film, recitato in farsi, racconta la storia di una città fantasma iraniana, Bad City, dove una strana e stanca popolazione è diventata la preda di un vampiro solitario che divora gli abitanti della città. La città è dominata da “cattive” persone. È sede di spacciatori, prostitute, criminali e altri strani e insoliti individui. Ma c’è un giovane che nutre ancora speranza per il futuro. Un giovane che crede ancora nell’amore. Nella colonna sonora verrà utilizzata della musica western suonata con la chitarra, e del pop iraniano. Le riprese cominceranno a gennaio a Taft, in California.
Siamo nel 1922, il cinema allora, oltre ad un’ancor immatura consacrazione, possedeva quel merito di cui gode ciò che per primo riesce ad esplorare, e talvolta superare, gli argini e i limiti della sperimentazione. Il compito più difficile e apprezzato di alcuni registi del periodo, è stato indubbiamente quello di aver rapprersentato visioni e idee prima d’allora presenti solo in letteratura. In un asssurdo antropomorfismo cinematografico, potremmo affermare che in quegli anni la settima arte, attraversava pressappoco il periodo dell’infanzia, fase che, come per l’uomo, segna e caratterizza notevolmente la propria personalità e l’intera vita futura. Allo stesso modo, questo film segnerà e caratterizzerà molte produzioni successive, e non di meno, saprà imprimersi nella mente d’ogni spettatore. Ispirato al romanzo “Dracula” di Bram Stoker, il regista attraversò non pochi problemi legali. Variò infatti nomi, titolo e luoghi, tuttavia fu egualmente costretto a distruggere ogni copia. Per fortuna, clandestinamente Murnau ne conservò una copia, permettendo alla pellicola di sopravvivere fino ai nostri giorni. La storia racconta di Hutter, giovane impiegato immobiliare, inviato presso il conte Orlok, affinchè permetta l’acquisto di una casa da parte di questi. Lungo il viaggio, Hutter, apprende dalla popolazione locale l’esistenza del famoso vampiro Nosferatu.
Raggiunto il suo cliente, già dai primi giorni l’impiegato realizza una terrificante verità: dietro la figura del conte si cela in realtà quella del famigerato vampiro. Fuggito dal castello, Hutter ritorna dala moglie Ellen, turbata durante la sua assenza da continui presagi notturni. La maledizione di Nosferatu tutttavia si abbatte sullo stesso Hutter e sulla popolazione . Il conte, spostatosi anch’esso dal castello, prende possesso della sua nuova dimora, e silenziosamente ogni notte scruta e spia la moglie dell’impiegato, reso ormai debole e malato. Sarà Ellen ,sacrificando se stessa, a salvare il paese dalla pestilenza e dalla presenza malefica del conte Orlok. Di carattere profondamente psicanalitico, la pellicola si discosta da tutte le altre opere di natura espressionista. Simbolica la scelta del regista di rappresentare spazi aperti e luoghi che, seppur vasti, appaiono comunque immersi in un’atmosfera cupa e visionaria. Peculiare scelta di Murnau, è l’utilizzo di effetti speciali, ombrosi e spettrali sensazionalismi che riescono ad aumentare la dimensione occulta della pellicola. Celebri alcune scene, come l’immagine spettrale della foresta “in negativo” attraversata dal giovane Hutter, o il movimento della carrozza che procede a balzi. Il film, complesso ed elaborato, è ricco di simboli e metafore, diverse inoltre possono essere le diverse interpretazioni e chiavi di lettura. Indubbiamente, la pellicola rappresenta una profonda immersione nel mondo dell’occultismo, trascendendo e spaziando su figure, immagini e temi che rappresentano l’uomo e la sua esistenza. Sequenze e fotografie anacronistiche, forse a qualcuno potranno risultare attempate e ridicolmente minimaliste, ma meritano osservazione e acuta analisi.Sinteticamente una sola parola: Storia.
Un film di Werner Herzog. Con Klaus Kinski, Bruno Ganz, Isabelle Adjani, Jacques Dufilho Titolo originale Nosferatu, Phantom der Nacht. Drammatico, durata 107′ min. – Francia, Germania 1978. – VM 14 – MYMONETRO Nosferatu il principe della notte valutazione media: 4,24 su 16 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Dal romanzo (1897) di Bram Stoker. Jonathan Harker parte per la Transilvania per trattare un affare col conte Dracula. Riportato in vita, Nosferatu semina la peste in Olanda, ma Lucy _ la moglie di Jonathan _ lo sconfigge sacrificando la sua vita. Omaggio al capolavoro muto (1922) di Murnau, non è un film dell’orrore né del terrore: raggiunge il fantastico con le immagini della realtà e per virtù di stile, con l’uso della luce. Del suo eroe, incarnazione del Male, Herzog sottolinea la profonda, insondabile tristezza; della sua triplice qualità di Morto Redivivo, Stregone ed Entità Diabolica privilegia la prima. Leggerlo come una metafora sul Male e sulla Paura che, ieri (Hitler) come oggi, abitano la Germania (e l’Europa) sembra una forzatura. Un Kinski insolitamente sobrio e una sonnambolica, esangue Adjani.
Un film di Terence Fisher. Con Peter Cushing, Melissa Stribling, Michael Gough, Christopher Lee Titolo originale Dracula. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 82′ min. – Gran Bretagna 1958. MYMONETRO Dracula il vampiro valutazione media: 3,83 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Dal romanzo (1897) di Bram Stoker: Jonathan Harker e la sua fidanzata Lucy sono stati trasformati in vampiri dal conte Dracula. Il prof. Van Helsing scopre la terribile identità di Dracula e _ con l’aiuto di Arthur Holmwood, fratello di Lucy _ lo distrugge. Con La maschera di Frankenstein, è il prototipo della società britannica Hammer che influenza il cinema orrorifico degli anni ’60, è il film che definisce l’aspetto moderno di Dracula (compresi i canini, invenzione di Fisher) con la sua inquietante dimensione di erotismo perverso, reso benissimo da Lee che pure è presente sullo schermo soltanto 9 minuti, resi intensamente suggestivi dal montaggio creativo e dalla musica di James Bernard. Pur con qualche variazione, la sceneggiatura di Jimmy Sangster è fedele al romanzo di Stoker e al suo spirito. Titolo in USA Horror of Dracula.
Requiem pour un Vampire ( inglese : Requiem for a Vampire , noto anche come Caged Virgins ) è un film horror / fantasy erotico del 1971 diretto da Jean Rollin.
Due donne vestite da pagliacci e un autista vengono inseguiti per la campagna, per ragioni sconosciute. Mentre l’uomo guida, le donne sparano ai loro inseguitori. Quando l’uomo viene colpito, le donne sono costrette a bruciare l’auto con il suo corpo all’interno e una volta tolti i costumi, corrono attraverso una foresta, e poi un cimitero, in cui una delle donne, Michelle, è quasi sepolta viva. Attraversando un campo, arrivano all’esterno di un castello gotico.
Un film di Carl Theodor Dreyer. Con Sybille Schmitz, Julian West, Henriette Gérard, Rena Mandel Titolo originale Vampyr ou l’étrange aventure de David Gray. Drammatico, b/n durata 75 min. – Francia 1932. MYMONETRO Vampyr valutazione media: 3,89 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
David si ferma per una notte in una locanda e conosce uno strano vecchio che gli lascia un incartamento che gli chiede di leggere dopo la propria morte. Ripreso il viaggio giunge al maniero dell’anziano personaggio ed è testimone della sua morte. Letto il manoscritto scopre l’esistenza di una vampira, certa Marguerite Chopin. Dopo alterne vicende David riesce a sconfiggere il male, colpendo al cuore la vampira con un paletto. Capolavoro pieno di inquadrature mirabili come la soggettiva di David che viene condotto, nella bara, verso la sepoltura. Dreyer miscela realtà e onirismo in uno spettacolo di grande effetto. Tratto dal libro Camilla di Sheridan Le Fanu e fotografato da Rudolph Matè. In circolazione non esistono copie in italiano restaurate. Per poterlo vedere al meglio bisogna accontentarsi di copie in originale con sottotitoli in inglese.
Le richieste di reupload di film,serie tv, fumetti devono essere fatte SOLO ED ESCLUSIVAMENTE via email (ipersphera@gmail.com), le richieste fatte nei commenti verrano cestinate.