Siamo nella seconda metà degli anni Duemila. Il terrestre Davidge, incurante degli ordini, si scaglia con la sua astronave all’attacco di una navetta entrata nell’orbita della stazione spaziale, ma dopo un furibondo scontro, precipita con il suo nemico sul pianeta Fyrine IV, abitato da mostriciattoli carnivori. Il nemico di Davidge è un Dracon, essere unisex proveniente da una lontana galassia: ben presto i due naufraghi dello spazio capiscono che l’unico modo per sopravvivere è cessare le ostilità e allearsi.
Howard è un giovane papero che sta godendo il meritato riposo dopo un’intensa giornata di lavoro nella sua casa nel pianeta dei paperi, davanti alla Tv con una rivista in mano. Improvvisamente una forza incontenibile lo rapisce e lo catapulta nello spazio profondo in un viaggio verso l’ignoto.
Ragazzi, – USA . Serie di 75 cortometraggi di animazione, prodotti dallo Studio Disney dal 1929 al 1939. L’idea di base era di fare disegni animati che si adattassero a un motivo musicale antecedente, ribaltando l’operazione fatta con i Mickeys, i film con Mickey Mouse (Topolino) protagonista dov’era la musica ad adattarsi alle immagini in movimento. Le Silly Simphonies furono anche un laboratorio di sperimentazione per nuove tecniche e soluzioni visive da applicare ai futuri lungometraggi Disney. The Skeleton Dance (1929), inventato da Ub Iwerks su musica di Carl Stalling, fu il 1° film della serie. Flowers and Trees (1932), in cui le piante prendono vita al ritmo delle musiche di Mendelssohn e Schubert, fu la 1ª a colori (Technicolor tricromico) della serie e delle produzioni Disney. Vinse 1 Oscar, il 1° dei 32 vinti dalla Disney. La più famosa è The Three Little Pigs (I tre porcellini, 1933): la canzone di Frank Churchill “Who’s Afraid of the Big Bad Wolf?” (“Chi ha paura del grosso lupo cattivo?”) vinse il 2° Oscar e fu interpretata come un messaggio di ottimismo roosveltiano dopo la Grande Depressione (politicamente, Walt Disney si dichiarò sempre repubblicano). Nel 1934 nasce un personaggio destinato a far concorrenza in popolarità a Topolino: Donald Duck (Paperino) esordì in The Wise Little Hen (La gallinella saggia). È del novembre 1934 The Goddess of Spring (La dea della primavera) la cui protagonista, Persefone, avrebbe fatto da prototipo per Biancaneve. The Old Mill (Il vecchio mulino, 1937), storia di un mulino che prende vita durante la notte, privo di dialoghi e col solo accompagnamento musicale, vinse 1 Oscar grazie all’impiego per la 1ª volta della multiplane camera, massiccia cinepresa a piani multipli che garantiva ai disegni maggiore profondità di campo e tridimensionalità. The Ugly Duckling (Il brutto anatroccolo, 1939), rifacimento a colori dell’omonimo corto in bianconero del 1913, fu l’ultima symphony prodotta. In 11 anni la serie fruttò allo Studio Disney 11 nomination e 7 Oscar.
Un film di Robert Zemeckis. Titolo originale The Polar Express. Animazione, Ratings: Kids, durata 100 min. – USA 2004. uscita venerdì 3dicembre 2004. MYMONETRO Polar Express valutazione media: 2,94 su 37 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Chissà se Tom Hanks, abituato a correre, a vivere su un’isola deserta o a trascorrere le sue giornate in un aeroporto, avrebbe mai immaginato di trasformarsi in digitale e impersonare il capotreno del Polar Express? L’ultimo futuristico progetto di Robert Zemeckis, che vede protagonista l’attore americano, è un viaggio nel Luna Park del Natale (così ce lo illustra), sovraccarico di effetti speciali,di sali e scendi sulle rotaie, nella più classica tradizione dei rollercoaster. Protagonista di questa avventura in 3D è un ragazzino che, sotto la neve, la vigilia di Natale, sbarra gli occhi e prende al volo il Polar Express, fantasmagorico treno diretto al Polo Nord per incontrare Babbo Natale. Tratto da un libro dello scrittore Van Allsburg, Polar Express fa riferimento alla tradizione anglosassone del Natale, non tanto per le icone nordiche, quanto per la spettacolarizzazione (affascinante la sequenza del treno che scivola sul ghiaccio) e l’utilizzo del “musical” (pensiamo a White Christmas con Bing Crosby) come forma di ibridizzazione. Un esempio è l’apparizione di Babbo Natale con la moltitudine di folletti, vera immagine da concerto rock da stadio, e la digitalizzazione di Steven Tyler, cantante degli Aerosmith. Il ruolo dimaestro di cerimonie è perfetto per Tom Hanks, capace, anche in animazione, di esprimere severità e buoni sentimenti da vero leader, fino a moltiplicarsi in più personaggi. Certamente un prodotto per il pubblico giovanissimo che potrà rivivere la magia della favola di Natale come se fosse a Gardaland, fischiettando allegramente quelle canzoncine da festa sentite migliaia di volte. Un film furbo? Può anche darsi, ma modernizzare una tradizione è qualcosa che può riuscire solamente a chi ha ancora dentro, a oltre cinquant’anni, il bambino che c’è in noi, raccontandoci, con i fuochi d’artificio, che non bisogna mai smettere di credere e di sognare, perché la fantasia è uno dei motivi per cui vale la pena vivere.
Un film di David Swift. Con Maureen O’Hara, Brian Keith, Hayley Mills Titolo originale The Parent Trap. Commedia, durata 124 min. – USA 1961. MYMONETRO Il cowboy con il velo da sposa valutazione media: 3,65 su 21 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Due gemelle straordinariamente somiglianti non si sono mai viste e nemmeno conoscono uno dei due genitori (una ha sempre vissuto col padre, l’altra con la madre). Le ragazze un giorno si incontrano per caso, simpatizzano e decidono di riunire la famiglia. Scambiano dunque i ruoli e affrontano il genitore sconosciuto.
Dal libro (1934) di P.L. Travers, sceneggiato da Bill Walsh (anche produttore per Disney) e Don da Gradi, con musiche di Richard M. e Robert B. Sherman. Dal cielo della Londra dell’ultimo ‘800 arriva, tra la disastrata famiglia Banks, una cameriera tuttofare. Si ferma una settimana, ma risolve tutti i problemi e insegna come vivere sereni. Scenografie piacevoli, canzoni gradevoli, dialoghi brillanti, efficace impasto di cinema dal vivo e disegno animato, melassa che tracima. La Andrews è il vero perno dello spettacolo. Il film incassò 45 milioni di dollari soltanto sul mercato nordamericano (negli anni ’60!). Da allora visto al cinema da più di 200 milioni di spettatori. 5 Oscar: musiche, la canzone “Chim Chim Cheree”, montaggio, effetti speciali e Andrews. Altre canzoni famose: “A Spoonful of Sugar” (“Con un poco di zucchero”) e “Supercalifragilistichespiralidoso”.
Un film di Norman Tokar. Con Dean Jones, Suzanne Pleshette, Charlie Ruggles Titolo originale The Ugly Dachshund. Commedia, durata 93 min. – USA 1966. MYMONETRO Quattro bassotti per un danese valutazione media: 3,05 su 9 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Due coniugi posseggono cinque cani: lei preferisce i quattro bassotti, lui il danese, e perciò spesso litigano. Un giorno il danese vince un concorso per cani, mentre un bassotto della donna si piazza agli ultimi posti.
I Teletubbies sono i protagonisti di una serie televisiva creata dalla BBC per bambini in età prescolare prodotta tra il 1997 e il 2001dalla Ragdoll Productions I protagonisti sono quattro teletubbie, i cui nomi sono Tinky Winky, Dipsy, Laa-Laa e Po, che vivono a TeletubbyLandia, in un’abitazione futuristica, a forma di pseudocupola, posizionata al centro di un ambiente collinare, dietro la loro casa vi si trova una girandola magica che avvisa i Teletubbies per prepararsi ad un evento; il clima è quasi esclusivamente primaverile. I dintorni sono punteggiati di fiori (anche parlanti) e l’unica fauna consiste in svariati conigli in libertà, pur lasciando intendere la presenza di uccellini dei quali si sente il cinguettio. Durante lo svolgimento degli episodi compaiono dal terreno degli altoparlanti a forma di periscopio dai quali escono suoni o voci che danno indicazioni ai Teletubbies su quello che devono fare. Una presenza costante di ogni episodio è rappresentata dal sole, che compare all’inizio e alla fine della puntata e che contiene al suo interno il viso di un neonato. Il 23 dicembre 2014 è stato rivelato che il neonato era in realtà una bambina di nome Jessica Smith[2]. I teletubbies sono impersonati da attori che indossano costumi di grosse dimensioni e di forma tondeggiante. Al centro dell’addome si trova un rettangolo di colore metallico utilizzato come se fosse uno schermo televisivo per mostrare brevi filmati di vita quotidiana orientati a bambini in età prescolare; sulla testa ogni teletubbie porta una antenna di forma diversa per ognuno.
Una principessa ama il suo servitore, che però deve partire per terre lontane. Durante la sua assenza, un malvagio nobiluomo s’invaghisce della principessa e la fa rapire da tre figuri. Ma, a salvarla torna, provvidenzialmente, l’innamorato, che, dopo alterne vicende, punisce il malvagio e sposa la bella. Favola arcinota, ma raccontata con garbo, impeto e ironia da Reiner che s’è servito di ottimi caratteristi e di una bella pattuglia di stuntmen che gli hanno offerto mirabolanti scene d’azione.
Esplorando il corpo umano (titolazione DeAgostini) o anche Siamo fatti così (titolazione Mediaset), oppure C’era una volta la vita: la favolosa storia del corpo umano (prima versione tradotta in italiano apparsa in Ticino nel 1987), il cui titolo originale è: Il était une fois… la Vie[1], è una serie televisiva a disegni animatifrancese educativa, dedicata al funzionamento del corpo umano, ideata da Albert Barillé, con musiche di Michel Legrand.
Creata da Albert Barillé, la serie è composta da 26 episodi della durata di 25 minuti ed è stata trasmessa per la prima volta nel 1987 da France 3 in Francia e nello stesso anno in Svizzera dalla Radiotelevisione svizzera di lingua italiana. In Italia è andata in onda su Italia 1, su Boing e su Hiro. Il cartone animato, destinato ad un pubblico di bambini e adulti, illustra, con l’aiuto di personaggi animati, la struttura e le funzioni del corpo umano, utilizzando figure antropomorfe per rappresentarne i componenti microscopici, dai globuli bianchi alle vitamine, passando per i componenti del DNA. Fra i personaggi che hanno un ruolo centrale vi è un gruppo di globuli rossi formato da alcuni individui, tra i quali Emo e Globina, ed un globulo rosso anziano, Globus, che fa da Cicerone al gruppo, spiegando di volta in volta, durante ogni episodio, i principali aspetti della biologia umana.
Verso la metà dell’Ottocento il misterioso capitano Nemo solca i mari per distruggere tutte le navi da guerra con un sommergibile di sua invenzione, il Nautilus. Quando tre naufraghi vengono tratti in salvo dovrà, suo malgrado, accoglierli a bordo come ospiti
Joy Miller, che si vuole affrancare dalle sue origini operaie, insegna come acquisire bellezza e buone maniere in una scuola serale del non elegantissimo quartiere di Queens. Il giorno in cui la scuola va a fuoco si ritrova al centro delle cronache e il suo nome diventa noto anche al dittatore della Slovezia il quale le offre un lavoro come insegnante di buone maniere per la sua prole. Ma gli equivoci non mancheranno. Fran Dreschner è molto nota negli Usa (e non solo) per la sitcom The Nanny e Timothy Dalton lo è nel mondo del cinema per avere indossato i panni di 007. I modelli di riferimento non mancano a nessuno dei due e in particolare la Dreschner nella versione originale accentua la sua ebraicità non dimenticando nel contempo Lucille Ball. Per Dalton non mancano gli esempi di rudi machi che scoprono di avere un cuore tenero. In definitiva nulla di nuovo sotto il sole ma due ore di intrattenimento innocuo e a tratti divertente.
L’isola del tesoro è uno sceneggiato televisivo prodotto dalla RAI, andato in onda nel 1959, diretto da Anton Giulio Majano, basato sull’omonimo romanzo di Robert Louis Stevenson.Sebbene lo sceneggiato sia stato realizzato quasi interamente in studio, il regista riuscì a rendere bene l’incanto e lo spirito di avventura proprio del romanzo originale.È da ricordare anche la lugubre sigla Quindici uomini sulla cassa del morto. Inghilterra, 1767, nel villaggio di Black Hill Cove, il capitano Billy Bones, un vecchio marinaio perennemente ubriaco e di carattere litigioso, alloggia nella locandaAdmiral Benbow, gestita da un giovane ragazzo, Jim Hawkins, e dalla madre; un giorno, a seguito di una rissa con un uomo chiamato Cane Nero, con il quale sembra condividere un segreto, subisce un infarto e, mentre si trova a letto, confida a Jim di essere stato il secondo del Capitano Flint e che questi, prima di morire, gli ha rivelato l’ubicazione di un “luogo” e questa è la ragione per la quale viene cercato da molti uomini, e tra questi il più temuto sembra essere l’uomo “con una gamba di legno”, che potrebbero consegnargli la “macchia nera”, una sorta di avvertimento.
Il corsaro inglese Blackie, pirata temerario, compie con la sua ciurma scorribande per i mari alla ricerca di nuovi tesori. Dopo aver salvato dalle mani di altri pirati Isabelle, moglie del viceré di Spagna, la seduce e poi, in cambio di un cospicuo riscatto, le restituisce la libertà. Ma il destino li fa incontrare nuovamente, il corsaro si getta all’arrembaggio del galeone di Isabelle e di suo marito, annienta l’equipaggio e si impossessa di oro e gioielli. Il viceré muore in un duello e Isabelle spera che il corsaro nero rimanga con lei.
Il soggetto è ricavato da alcuni raccontini per ragazzi scritti da Ian Fleming, l’inventore di 007. Il geniale ma squattrinato inventore Potts (con due figlioletti e vecchio padre a carico) compra i resti di una gloriosa auto da corsa. La rimette in sesto e la inaugura con una gita al mare alla quale partecipa anche Stella, l’avvenente figlia di un fabbricante di dolciumi a cui Potts invano ha cercato di vendere la caramella che fischia da lui ideata. Per lo strano rumore che produce quando è in moto, la nuova auto viene battezzata Citty Citty, Bang Bang. Sulle ali della fantasia, Citty Citty porta gli allegri gitanti attraverso avventure incredibili, in terra e in cielo.
Una luce nel buio è un film di genere drammatico, family, storico del 1984, diretto da Delbert Mann, con Timothy Bottoms e Susan Dey. Durata 99 minuti.
Una luce nel buio, film diretto da Delbert Mann, segue le vicende di Morris Frank (Timothy Bottoms), un ex pugile che, in seguito a un brutto incidente, è rimasto irreversibilmente cieco. Sebbene non sia più in grado di fare nemmeno le più piccole cose da solo, l’uomo non vuole rinunciare alla sua autonomia. Quando sembra aver perso tutte le speranze, però, viene a conoscenza di un nuovo progetto innovativo in Europa per i non vedenti: una sorta di scuola che addestra cani guida per accompagnare individui affetti da cecità. È così che Frank decide di provarci e ottiene un amico a quattro zampe che lo accompagni nella sua quotidianità e, soprattutto, durante i suoi allenamenti. Tuttavia scopre ben presto che l’animale non può entrare ovunque: niente trasporti o edifici pubblici, e tantomeno aziende. Furioso per queste regole ingiuste, l’uomo farà di tutto per far sentire la sua voce e difendere i suoi diritti. Riuscirà nell’impresa?
Ex giocatore di baseball diventato allenatore alcolizzato ha il compito di addestrare una scalcinata squadra di strada nel torneo della Little League. Soltanto grazie al combattuto ingresso in squadra, come pitcher, di una quattordicenne più sboccata dei maschietti, i fuoricasta cominciano a vincere una partita dietro l’altra. La sceneggiatura di Bill Lancaster, figlio di Burt, è impregnata e imperniata sul tema dell'”etica vincente” che contribuì al suo grande successo di pubblico nella patria del baseball soprattutto tra gli spettatori giovani di provincia, ma il merito è anche dei duetti Matthau-O’Neal, ben guidati dalla regia. Due film mediocri a seguire.
Rimasto orfano dopo un incidente, un bambino di otto anni va a vivere a Demopolis, in Alabama, con la nonna. È il 1968, per gli afroamericani la vita non è semplice, ma per nonna e nipote il pericolo viene soprattutto dalla scoperta che le streghe – creature malvagie e orribili che odiano i bambini sopra ogni cosa – sono tornate. Convinti di sfuggire alla persecuzione, si rifugiano in un hotel di lusso dove lavora un loro cugino, senza sapere, però, che proprio in quel luogo sfarzoso si terrà l’annuale raduno delle streghe. E che la tremenda Strega suprema ha intenzione di trasformare tutti i bambini del mondo in topi.
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