In una scuola superiore sudcoreana, in una cittadina non troppo lontana da Seoul, dilaga il bullismo. Una vittima dei prepotenti è incapace di difendersi e preside e docenti non sono riusciti ad aiutarlo. Suo padre, professore nello stesso istituto, disperato per l’impotenza decide di sperimentare su di lui un siero che ne aumenti l’aggressività. Il risultato lo trasforma però in zombie e presto l’esperimento sfugge al controllo dell’uomo, infettando una studentessa che diffonde la piaga non solo a scuola ma pure in città…
1925: in un piccolo villaggio USA il pastore, d’accordo con i “maggiorenti” locali, denuncia un insegnante perché illustra ai suoi allievi le teorie darwiniste sull’evoluzione delle specie. Il regista di Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo e di Indovina chi viene a cena? (entrambi sempre con Spencer Tracy) realizzò nel 1960 questo interessante dramma giudiziario tratto da un testo teatrale famoso, Inherit the Wind di Jerome Lawrence e Robert E. Lee. Soltanto un film d’attori, ma di classe. Intitolato anche L’erede del vento. Rifatto nel 1988 per la TV.
Tornando alla villa dove ha conosciuto l’amata Fulvia, il partigiano Milton scopre che forse fra lei e il suo migliore amico Giorgio, anche lui combattente, potrebbe essere nata una storia d’amore. Nel tentativo di ricevere da Giorgio un chiarimento, Milton intraprende un viaggio attraverso il paesaggio verde e nebbioso delle Langhe che è anche un percorso di conoscenza: di se stesso, dell’animo umano e della barbarie insensata della guerra.
Scoppia una guerra atomica. La famiglia Baldwin, che aveva lasciato Los Angeles per una vacanza, vive giorni di terrore, alla ricerca di un rifugio sicuro, in una situazione disperata dove prevale la legge del più forte. 4° dei 5 film, e uno dei più interessanti, diretti dall’attore Milland, in linea con la SF americana, assai sensibile negli anni ’60 alla minaccia di un conflitto atomico. La prima parte è la migliore.
Carlo Lizzani ricostruisce a “botta calda” (il processo a Mamma Ebe era appena concluso) la vicenda di Ebe Giorgini, detta Mamma Ebe dai suoi adepti, santona accusata di truffa e di plagio, attraverso diverse testimonianze. La giovane Laura continua a ritenerla una santa, una prostituta ha capito di essere stata imbrogliata e cerca vendetta. Le accuse sono pesanti, la condanna da dieci anni si riduce a sei con gli arresti domiciliari. Qualche morbosità in più del necessario.
Questo può essere considerato a ragione il miglior film di questo eclettico, ma anche diseguale regista. Con King of New York un certo salto di qualità c’era già stato. Un film duro e violento ma non gratuito. Corrotto e drogato, un tenente di polizia ha sempre ostentato il suo potere con tutti. Spaccia, corrompe, ricatta come se si trattasse di normale amministrazione. Ma nella sua ottica del “tutto è permesso” ha un difetto: è cattolico praticante. Così, mentre è nei guai fino al collo per delle scommesse legate al baseball, si prende a cuore il caso di una suora che è stata violentata. La tragedia lo attende al varco. Servito non sempre bene dal doppiaggio, che fa risultare quasi ridicola la scena molto intensa della visione di Cristo in chiesa, il film ha avuto una inadeguata distribuzione sul nostro territorio.
Un viaggio documentario dal Laos alla Tanzania alla ricerca del senso più profondo del ciclo vitale secondo la filosofia buddista. Dall’osservazione dei giovani monaci che pregano, lavorano e imparano i sacri libri alle donne africane musulmane che raccolgono e conservano le alghe, mentre insegnano alle proprie figlie che vegetali e animali sono sacri, perché potrebbero racchiudere le anime di vite precedenti. Tutto può essere buddista secondo il terzo lungometraggio del galiziano Lois Patiño, a prescindere dalla religione professata.
Due maestri elementari, che non riescono ad avere un figlio, si rivolgono a un luminare della scienza che prescrive uno speciale regime di vita. Il marito si presta obbedientemente, ma non si arriva che a una gravidanza isterica. Consultano una chiromante che prescrive un rimedio specifico e ordina di fare all’amore nel plenilunio.
Nei sobborghi di una città del Connecticut, Rachel Buchman sta per sposarsi. Per sua sorella Kym è l’occasione di tornare in famiglia dopo una lunga assenza: è una ex tossica, oppressa dal senso di colpa per la morte di un fratellino. La sua presenza aggressiva catalizza le tensioni latenti in famiglia e con gli amici. Scritto da Jenny Lumet, figlia di Sidney, è un film corale e anomalo nel percorso di Demme. Contiene molti stereotipi del melodramma familiare made in USA (la festa interrotta; il ritorno del figliol prodigo che smaschera silenzi, rimozioni, ipocrisie; il rimpianto di un’innocenza perduta, forse mai avuta), ma li assorbe e li disintegra a livello stilistico. In 2 modi. Intanto, ispirato da Altman ( Il matrimonio ), ma anche da certi moduli del Dogma danese, Demme applica alla fiction la sua assidua pratica di documentarista, filmando gli attori “come se fossero persone e non personaggi, lasciando alle cose il tempo e l’occasione di accadere” (R. Manassero). Poi, tornando alle origini del melodramma, correda le immagini con un continuo, ossessivo controcanto di musica e suoni: rock, blues, danze africane, ritmi orientali (forse non a caso lo sposo, Tunde Adebimpe, è il cantante dei Tv on the Radio). Come al solito, dominano i personaggi femminili, a partire dall’ottima Hathaway, ma è notevole anche la madre della Winger. Un matrimonio audio-visivo così non si era mai visto né tanto meno ascoltato.
Vedova di un operaio ucciso dalla polizia durante una manifestazione s’innamora del suo nemico di classe, il padrone della ditta in cui lavora. La sorpresa di questa commedia a sfondo sociale è un Tognazzi che dà prova della sua inesauribile versatilità di attore straordinariamente padrone delle sue reazioni e dei suoi toni. Come operaia, R. Schneider convince meno. Il fico migliore nel bigoncio di Bevilacqua da Parma.
La testata ha esordito in edicola il 14 aprile 1975 con il n. 1 preceduto da un n. 0 promozionale dello stesso mese e anno, ideato per sondare il potenziale gradimento da parte dei lettori. La rivista ebbe sin dall’inizio un’impostazione editoriale precisa: scelta di fumetti di scuola sudamericana, allora poco conosciuta, cura per la veste tipografica, corredo di rubriche di attualità. Inoltre nella pagina della posta (4 chiacchiere tra noi) il direttore Stelio Rizzo condusse la rubrica in modo innovativo: dialogava con i lettori anche su argomenti non esclusivamente fumettistici. Dopo la sua scomparsa, Filippo Ciolfi (già direttore di Skorpio) ha proseguito questa impostazione per alcuni anni, poi abbandonata in favore di una presentazione dei fumetti contenuti nel numero successivo e di saltuarie e occasionali brevi risposte ai lettori.
È su Lanciostory che sono state pubblicate la serie western Hud Kelly disegnata da Rodolfo Torti, su testi originali di Marco Di Tillo, e L’Eternauta, opera di fantascienza di Héctor Oesterheld e Francisco Solano López. I principali autori latinoamericani sono stati tutti ospitati sulle pagine di questa rivista contenitore. Il buon successo commerciale ha portato allo sviluppo di diversi progetti paralleli: pubblicazioni di serie monografiche, libri cartonati che ristampano le migliori storie apparse su Lanciostory e la gemella Skorpio. Tra il finire degli anni ottanta e l’inizio anni novantaLanciostory si è rivolto anche alla prestigiosa scuola franco-belga, pubblicandone molte storie, senza rinnegare le scelte iniziali. Dal 1998, inoltre, l’Eura Editoriale ha messo a disposizione nei suoi settimanali uno spazio di tutto rispetto e di alta visibilità per i fumetti di scuola italiana, cominciando con la pubblicazione di Napoli Ground Zero, che ha visto impegnati autori e disegnatori quali Lorenzo Bartoli, Roberto Recchioni, Cristiano Cucina e altri ancora.
Fra i principali personaggi va menzionato Dago, il popolare “giannizzero nero”, che ha una storia ormai pluridecennale e un albo monografico dedicato che pubblica storie inedite, appositamente create, più una ristampa cronologica delle sue avventure apparse sul periodico. Fra i grandi autori fatti conoscere al grande pubblico ricordiamo Paolo Eleuteri Serpieri, autore di numerose storie western per l’Eura.
In appendice pubblica le strisce della serie Beep Peep[3].
Un altro aspetto di grande rilievo è l’atteggiamento nei confronti dei fumetti come forma narrativa. Lanciostory e l’Eura in generale, come affermato nella rubriche della posta in molte occasioni, hanno sempre considerato il fumetto un medium con pari dignità rispetto agli altri, in grado di raccontare qualunque cosa, a una sola condizione: la buona qualità della fattura.
Dal n. 1 dell’anno 2010 Lanciostory viene pubblicato dalla casa editrice Editoriale Aurea, che ha preso in carico le testate Eura Editoriale alla fine del 2009, quando la proprietà dell’azienda è stata ceduta. Il nuovo team, composto dal direttore responsabile Enzo Marino e dal direttore editoriale Sergio Loss, provenienti dalla Eura, prosegue nella tradizione della testata pubblicando una selezione di fumetti italiani e stranieri.
Dal 1994 ospita la rubrica “Nuvolette”, scritta da Luca Raffaelli in cui, con grande ritmo e in maniera molto diretta, si intervistano fumettisti, si propongono riflessioni sul fumetto e il cinema d’animazione e si narrano alcuni dei più importanti festival internazionali del settore.
NOTA BENE: Questo è tutto quello che ho trovato, non chiedetemi altri numeri non presenti nella cartella.
Dopo la scoperta di un’orribile morte in un palazzo dell’Upper West Side, tre inquilini dell’edificio estranei tra loro sospettano subito che si tratti di omicidio e si uniscono per indagare sull’accaduto. Mentre registrano un podcast per documentare il caso, i tre scoprono i segreti del palazzo che riguardano eventi accaduti molto tempo prima.
Il team “Baraka” dietro la macchina da presa di Ron Fricke si riunisce per un altro viaggio intorno al mondo, esplorando i temi della nascita, della morte e della rinascita attraverso una grafica ed una musica mozzafiato.
In un presente alternativo, il fattorino Ray Tincelli fatica per mantenere se stesso e il fratello minore malato. Dopo una serie di infruttuosi espedienti, trova un lavoro insolito: tirare dei cavi nel bosco per collegare grandi cubi metallici che servono il nuovo mercato del commercio quantistico. Man mano che si addentra sempre più in profondità nella zona, incontra una crescente ostilità e la minaccia dei robot cablatori, e dovrà scegliere se aiutare i suoi compagni di lavoro, oppure arricchirsi e andarsene.
Per fronteggiare una forte crisi depressiva, Hae-won decide di andare a trovare un’amica dell’infanzia, Bok-nam, che vive a Mundo, una desolata isola sperduta a sud di Seoul. Là troverà una comunità maschilista che sfrutta la debolezza fisica delle donne per usurparle e ridurle a vittime incapaci di ribellarsi. La convivenza tra le due donne viene così inframmezzata da momenti di serenità, dove i ricordi del passato portano nuova energia al presente, a scene di violenza inaudita. Quando Bok-nam sospetta il marito di violentare la figlioletta, tenta di scappare dall’isola assieme a lei.
Siamo a Francoforte. Il prof. Monroe desidera sperimentare le reazioni di un gruppo di uomini e donne chiusi in un bunker antiatomico. Si offrono quindici volontari. Michael, un ingegnere, funge da capo. Inizia una serie di guai che getta nella più nera disperazione i quindici che inoltre scoprono che “fuori” è in atto una guerra atomica che ha gettato nel panico la popolazione.
Santa Vittoria è un paese italiano famoso per il suo vino. I tedeschi durante l’occupazione vogliono farsi dire ad ogni costo dove è nascosta la famosa riserva da un milione di bottiglie. Ma la riserva è imboscata bene. E il sindaco, da tutti ritenuto un imbelle, non parla nonostante le pressioni anche violente cui è sottoposto dal maggiore nazista.
Due ricchi milanesi, con il pretesto di investire i loro soldi in un’opera di pubblica utilità, vengono a Roma per spassarsela con donnine allegre; ci scapperà anche il morto.
Tandem non molto riuscito questo con i due fratelli Emilio Estrevez e Charlie Sheen, entrambi figli di Martin Sheen. Il primo, oltre che attore, firma la sua seconda regia e il secondo si accontenta del ruolo di protagonista. La storia vede due lavoratori della nettezza urbana rinvenire il cadavere del sindaco di Las Plaias. Una donna misteriosa e il dirigente di un’industria chimica sono gli altri personaggi dell’intrigo. Tra i tentativi di far ridere o di emozionare alla fine non rimane che il banale e la noia.
Le richieste di reupload di film,serie tv, fumetti devono essere fatte SOLO ED ESCLUSIVAMENTE via email (ipersphera@gmail.com), le richieste fatte nei commenti verrano cestinate.