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Locandina italiana Stoker

Un film di Chan-wook Park. Con Mia Wasikowska, Matthew Goode, Nicole Kidman, Jacki Weaver, Alden Ehrenreich. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 100 min. – USA, Gran Bretagna 2013. – 20th Century Fox uscita giovedì 20 giugno 2013. MYMONETRO Stoker * * * - - valutazione media: 3,48 su 23 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

India Stoker è una ragazza sensibile e introversa, che vive con la famiglia in una bella villa isolata nella campagna americana. Il giorno del suo diciottesimo compleanno, l’amato padre muore in un incidente e, a casa Stoker, si presenta lo zio Charlie, fratello più giovane del padre, della cui esistenza India è sempre stata tenuta misteriosamente all’oscuro.
Il sudcoreano Park Chan Wook debutta in lingua inglese con un cast e un copione che sembrano di sua diretta emanazione, tanto rispondono alle caratteristiche di eleganza, claustrofobia sociale e confidenza con l’inquietudine che fanno da sempre il suo cinema.
Come già in Thirst non c’è scandalo alcuno nel vampirismo secondo Park. Il morso è quello del desiderio, al quale i personaggi del film non possono resistere, anche se ognuno di loro imparerà a suo modo a gestirlo. E non c’è sangue, in scena: l’arma rappresentata dalla cintura ha, anzi, la funzione del laccio emostatico, che trattiene, rigonfia, prepara. Sostituiscono il liquido rosso: il vino, di cui lo zio Charles è intenditore, e l’inchiostro nero delle lettere da lui vergate, che si porta appresso la reminiscenza del romanzo epistolare che rese (Bram) Stoker immortale (e in questo capitolo, leggerissimo, appena accennato, possiamo annoverare anche il ragno che si arrampica sulle gambe di India, possibile trasformazione zoomorfa del nuovo inquilino).
La prima metà del film contiene le soluzioni visive più interessanti e la sensazione che tutto possa accadere; probabilmente la sensazione più importante, e oggi più rara, che lo spettacolo cinematografico possa riservare. La rivelazione della natura eccezionale della protagonista apre il film, ma impiegherà poco meno della sua intera durata per esplicitarsi. Siamo, infatti, anagraficamente e metaforicamente – come sempre in questi casi- sulla soglia della maturazione, della fuoriuscita dalla bambagia dell’infanzia e della scoperta di sé, innescata dal primo turbamento sessuale. Ma Park, appunto, non racconta la deflagrazione, preferendo concentrarsi sul momento preparatorio, sull’accumulo della tensione e della domanda. In questo senso, il triangolo domestico tra il pericoloso zio Charlie, la silenziosa ragazzina sul punto della ribellione e la patetica vedova di plastica incarnata da Nicole Kidman è carico di efficaci echi hitchcockiani e nabokoviani e dà luogo ai momenti più espressionisti e riusciti del film.
Parabola della liberazione dalla morsa ereditaria, attraverso il suo superamento e parziale inglobamento, Stoker , giunto a maturazione, anziché chiudersi su se stesso si apre alla vita, in un finale diurno, splendidamente fotografato.

Stoker (2013) on IMDb

Regia di Park Chan-wook. Un film con Lim Su-jeongRainHie-jin ChoiByeong-ok KimYong-nyeo LeeOh Dal-sooCast completo Titolo originale: Sai bo gu ji man gwen chan a. Genere Commedia – Corea del sud2006durata 105 minuti. – MYmonetro 2,52 su 4 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Young Goon è un cyborg, Il-Soon un ladruncolo che fa proprie le caratteristiche dei volti altrui. O almeno, così credono. Entrambi vivono in un ospedale psichiatrico dalle pareti verdi (e imbottite), trascorrendo le giornate insieme ad altri particolarissimi pazienti: una donna decisamente sovrappeso che divora tutto il cibo che le capiti a tiro, un ragazzo che ritrova la sua dimensione camminando all’indietro, “malati” che – ciascuno a suo modo – creano a loro immagine e somiglianza, qualcosa di congeniale per passare il tempo.
L’universo di Park Chan Wook, dopo la consacrazione a icona mondiale del cinema (grazie alla trilogia della vendetta e all’apprezzatissimo Old Boy) torna, per sua stessa ammissione, “ad assomigliare a un giardino di infanzia, dove le ossessioni dei bambini possono, talvolta, non coincidere con la visione del mondo pretesa dagli adulti”. Proprio in questa metafora si gioca la boutade di I’m a Cyborg, But That’s Ok, nel tentativo di ritrovare un gioco spassoso con cui catturare lo spettatore, lasciando il sospetto, però, di non riuscire appieno nell’intento.

 Sono un cyborg, ma va bene
(2006) on IMDb

Regia di Claude Chabrol. Un film Da vedere 1958 con Jean-Claude BrialyBernadette LafontGérard Blain. Genere Drammatico – Francia1958durata 99 minuti. Valutazione: 3,50 Stelle, sulla base di 5 recensioni.


Da Parigi, François torna nel villaggio della sua infanzia per curare i postumi della tubercolosi. Appena arrivato, incontra un vecchio amico diventato panettiere e intravede Serge, minato dall’alcolismo forse per via dell’infelice matrimonio con Yvonne, che gli ha dato un figlio nato morto, ed è di nuovo incinta. Mentre stringe una relazione con la diciassettenne Marie, François cercherà di prendersi cura di Serge, mettendolo davanti alle sue responsabilità.
Considerato il primo film della Nouvelle Vague, La beau Serge coniuga una sceneggiatura improntata al dramma sociale con i ricordi personali di Claude Chabrol che, dopo la militanza critica nei Cahiers du cinéma, poté esordire grazie ad un’eredità inaspettata avuta dalla moglie. È lo stesso regista a tornare, così come vediamo fare al protagonista, nel paese di Sardent (Creuse) in cui aveva trascorso l’infanzia durante i quattro anni dell’Occupazione, imparando a conoscere una realtà fatta di giovani amori e alcolismo sociale. L’attaccamento squisitamente affettivo, eppure svegliato dalla distanza critica di chi ha conosciuto anche la vita in città, è uno dei motivi di maggior interesse di un lavoro capace di dare veridicità ai luoghi mostrati, licenziando una topografia filmica del tutto affidabile in cui lo spettatore è, da subito, immerso.
Nulla sembra essere cambiato nel villaggio, non il dottore incapace, non l’affittacamere impicciona, non i giochi in piazza dei bambini, eppure la mancanza di realizzazione ha segnato la vita dell’amico Serge, uno che “soffre più di tutti gli altri”, e una diffusa assenza di speranza non porta più fedeli a partecipare alle messe di un sacerdote comprensivo e disilluso: François, interno ed esterno al luogo, tenta nel miglior modo di rendersi utile, di attivarsi in favore del bene anche a rischio di minare la propria integrità emotiva e fisica, si pensi soltanto a quella sequenza finale che riecheggia Bresson. Vagamente ispirato all’amico Paul Gégauff, il personaggio di Serge rappresenta per Chabrol il simbolo del tempo perduto, in un’impressionante continuità tra diario personale e riscrittura drammatica che è cuore pulsante di un’opera imperfetta, ma sempre coinvolgente, illuminata da momenti magici, la nevicata, e argute notazioni antropologiche, la festa da ballo.
Con un budget iniziale irrisorio, poi rimpolpato da un salvifico premio di qualità, La beau Serge venne presentato al Festival di Cannes fuori concorso, riscuotendo consenso di pubblico anche nella successiva distribuzione in sala: il successo inaspettato, spinse Chabrol a lanciarsi in fretta nella produzione di I cugini con la stessa troupe. Interpreti di entrambe le pellicole, Jean-Claude Brialy e Gérard Blain diventano, in breve, il volto del nuovo movimento, prima di Jean-Pierre Léaud e Jean-Paul Belmondo. Un esordio dolente e sincero.

Le Beau Serge (1958) on IMDb
Io Sono Valdez (Restaurato In Hd): Amazon.it: Clark,Lancaster,Silvera,  Clark,Lancaster,Silvera: Film e TV

Un film di Edwin Sherin. Con Susan Clark, Burt Lancaster, Frank Silvera Titolo originale Valdez is Coming. Western, Ratings: Kids+13, durata 90′ min. – USA 1971. MYMONETRO Io sono Valdez * * 1/2 - - valutazione media: 2,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Storia di uno sceriffo messicano che, per riscuotere 100 dollari, ammazza dodici uomini. I 100 dollari sono, ovviamente, un simbolo: l’eroe ammazza per legittima difesa e gli tocca in premio persino la ragazza. Tratto da un romanzo di Elmore Leonard, girato in Spagna e diretto da un noto regista di Broadway al suo esordio nel cinema, è apprezzabile per l’uso dello spazio e dei paesaggi montagnosi (fotografia di Gabor Pogany), l’attenzione ai particolari tattici, insolite soluzioni narrative, qualità che non riscattano del tutto la convenzionalità di fondo.

 Io sono Valdez
(1971) on IMDb
Risultati immagini per Bandiera Gialla kazan

Un film di Elia Kazan. Con Jack Palance, Richard Widmark, Paul Douglas, Barbara Bel Geddes, Zero Mostel Titolo originale Panic in the Streets. Drammatico, b/n durata 93′ min. – USA 1950. MYMONETRO Bandiera gialla * * * 1/2 - valutazione media: 3,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Da una nave giunta da Orano a New Orleans sbarca un armeno, sospetto portatore di peste, e viene subito ucciso. Un medico coraggioso e la polizia cercano di bloccare una possibile epidemia. Serpeggia il panico. Un “nero” di prima classe, di taglio semidocumentaristico. Suspense, atmosfera, azione, e una suggestiva descrizione dell’ambiente portuale nello stupendo bianconero di Joe McDonald. Oscar per il soggetto a Edward e Edna Anhalt.

Panic in the Streets (1950) on IMDb

Mobile Suit Gundam Narrative (機動 戦 士 ガ ン ダ ム NT (ナ ラ テ ィ ブ)?Kidō Senshi Gandamu NT (Naratibu)) è un film d’animazione del 2018 diretto da Toshikazu Yoshizawa.

Prodotto da Sunrise e distribuito da Shochiku, questo film di fantascienza è parte della metaserie di Gundam, ambientato nell’Universal Century e basato sull’undicesimo romanzo di Mobile Suit Gundam UnicornPhoenix Hunting, di Harutoshi Fukui. È stato sceneggiato dallo stesso Fukui, con il character design di Kumiko Takahashi e Se Joon Kim e il mecha design di Hajime Katoki ed Eiji Komatsu. Il film è stato distribuito nelle sale giapponesi il 30 novembre 2018.

Nell’U.C.0096, il conflitto noto come “incidente di Laplace” si è concluso con lo scioglimento del gruppo di reduci di Neo Zeon “Maniche”. Sia il Gundam Unicorn che il Banshee sono stati presumibilmente smantellati. Con la rivelazione del testo originale della “Carta dello Universal Century”, l’esistenza dei newtype e dei loro diritti è diventata di pubblico dominio. Un anno dopo, nell’U.C. 0097, nulla è però cambiato nella sfera terrestre, nonostante queste rivelazioni. La ricomparsa dell’unità RX-0 Gundam 3 Phenex, “fratello” dell’Unicorn e del Banshee, due anni dopo la sua scomparsa, porta la Federazione Terrestre a lanciare l’operazione “Phoenix Hunt” per catturare il mobile suit. Il ministro Monaghan Bakharov della Repubblica di Zeon dirige segretamente un’unità Zeon con lo stesso obiettivo servendosi dell’ufficiale operativo Erica Hugo. Mineva Lao Zabi, la principessa fantoccio di Zeon, intuisce le ambizioni di Monaghan, ma non è in grado di intervenire direttamente.

Mobile Suit Gundam: NT - Narrative (2018) on IMDb

Regia di Harold Becker. Un film con Anne BancroftBill PullmanAlec BaldwinNicole KidmanGwyneth PaltrowTobin BellCast completo Titolo originale: Malice. Genere Thriller – USA1993durata 107 minuti. – MYmonetro 2,88 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

All’inizio siamo in presenza del solito serial killer. Ma ben presto l’attenzione si sposta su Tracy, una Nicole Kidman abilissima nel delineare un personaggio ambiguo che si confronta senza falsi pudori con le dark lady del noir riuscendo a non sfigurare.

Malice (1993) on IMDb

Regia di Michael Mann. Un film Da vedere 2001 con Will SmithJamie FoxxJon VoightMario Van PeeblesRon SilverJeffrey WrightCast completo Genere Biografico – USA2001durata 156 minuti. – MYmonetro 3,15 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Il film racconta i fatti fondamentali della carriera e della vita privata di Alì. Si parte dal 1964, dal primo incontro con Liston che diede a Clay il titolo mondiale dei pesi massimi. Il match era truccato ma nel film non viene detto. Viene accreditata la tesi che fu Malcolm X a portare il campione sulla via dell’Islam. Il gran capo dei musulmani neri riceve il ragazzo e gli cambia il nome. Alì, chiamato alla armi rifiuta di partire. Sono gli anni del Vietnam. Il pugile dice la famosa frase, che gli costerà cinque anni di inattività, “i Vietcong non mi hanno fatto niente”. Non può più combattere. Rimane senza un dollaro. Il gran capo religioso lo espelle. Lo riprende quando Alì tornerà a combattere con borse miliardarie. A Kinshasa, nello Zaire, viene organizzato l’incontro del secolo, con Foreman. La città africana, preferita a New York e Las Vegas, assume un altissimo valore simbolico. È il 1974, Alì ha 32 anni e ritorna in possesso del titolo. Il film si chiude col campione esultante sul ring. Mann, nonostante la trama fortemente cinematografica, non ha colto l’occasione.

Ali (2001) on IMDb
Poster Oslo, August 31st

Un film di Joachim Trier. Con Anders Danielsen Lie Titolo originale Oslo, 31. august. Drammatico, durata 95 min. – Norvegia 2011. MYMONETRO Oslo, August 31st * 1/2 - - - valutazione media: 1,50 su 1 recensione.


Anders ha 34 anni, è un bel ragazzo e proviene da una famiglia per bene ma è profondamente tormentato per aver sprecato molte opportunità nella vita e aver deluso le persone intorno a lui. Ora si avvia alla conclusione del suo programma di disintossicazione dalla droga, in campagna. Nell’ambito di questo programma è autorizzato ad andare in città per sostenere un colloquio di lavoro. Anders approfitta dell’occasione per trattenersi fuori la notte, girovagando e incontrando le persone che non vede da molto tempo.
Indagine emotiva e quasi fisica di una crisi esistenziale, il film di Joachim Trier, nonostante la buona regia, morbida, e la prova eccezionale del protagonista Anders Danielsen Lie, è un film sbagliato perché manca completamente l’obiettivo prefissatosi. L’intenzione di Trier è quella di mostrare come, nella verde, giovane e ricca Norvegia, dove pare che non esistano possibili storie da raccontare, i conflitti interni alla classe media esistono eccome. Le possibilità di scelta rispetto al proprio futuro, altrove negate in partenza, qui sono moltiplicate e possono sollevare aspettative non facili da soddisfare e grandi drammi. Eppure, l’impressione che non può non cogliere, alla visione di Oslo, August 31st , è proprio che la storia non ci sia, neanche tra le pieghe dell’osservazione e del pedinamento. I gesti di Anders non si scartano mai neanche un secondo da un percorso più che noto -la ribellione, l’alcool, il furto-, che sarà probabilmente obbligato nella vita ma non al cinema.
La sua lenta marcia verso l’immobilità finale viene posta a contrasto con il dinamismo sociale della città e la sua incapacità di darsi una nuova identità, pacificata e “pulita”, col suo mutare rapidamente e continuamente forma. Ma anche questo è un discorso abbozzato, col ricorso alle immagini in Super8 dell’inizio, e non portato né in lunghezza né in profondità. Un’occasione mancata.

Oslo, August 31st (2011) on IMDb
Risultati immagini per Domani accadrà

Regia di Daniele Luchetti. Un film con Ugo GregorettiPaolo HendelArmando BranciaCiccio IngrassiaGiacomo PipernoCast completo Genere Commedia – Italia1988durata 95 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 5 recensioni.


Due butteri maremmani (in fuga dopo una maledetta rapina) vagabondano per la Toscana (siamo negli anni del Risorgimento) facendo strani incontri. Notevole esordio del giovane Lucchetti che realizza un “conte philosophique” alla Voltaire (cioè un discorso serio sotto vesti di favola) ambientato in un’Italia mai esplorata dal cinema.

It's Happening Tomorrow (1988) on IMDb

Regia di Roberto Rossellini. Un film Da vedere 1966 con Jean-Marie PatteRaymond JourdanKatharina RennPierre BarratSergio SerafiniCast completo Titolo originale: La prise du pouvoir par Louis XIV. Genere Storico – Francia1966durata 102 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,56 su 4 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nei suoi ultimi anni, Rossellini dichiarò d’aver perso la fiducia nel cinema e di volersi dedicare soprattutto a produzioni televisive didattiche. Questo è il primo e, forse, il migliore. Assistiamo alla morte del cardinal Mazarino; alla decisione del giovane re di governare da solo; all’arresto, eseguito da D’Artagnan, dell’intendente alle finanze Fouquet; al trasferimento della corte a Versailles; alle innovazioni, tutte originate da motivi politici, nella moda e nel cerimoniale di corte.

The Taking of Power by Louis XIV (1966) on IMDb

Non ho trovato migliore di questa comunque accettabile nonostante sembri un vhsrip

Titolo originale Kidou senshi Gundam 0083: Zeon no zankouTitolo ingleseMobile Suit Gundam 0083: The Last Blitz of Zeon Titolo Kanji機動戦士ガンダム0083 -ジオンの残光-Nazionalitàbandiera nazione Giappone Categoria Film Genere Azione  Fantascienza  Guerra  Mecha Anno 1992

Anno 0083 dell’Universal Century. Nella base australiana di Torrington è atterrata una nave spaziale di classe Pegasus. La corazzata federale si chiama Albion, e sotto il comando del capitano Synaps trasporta due nuovi modelli di Mobile Suit Gundam. Insieme all’amico e collega Keith il giovane pilota collaudatore Kou Uraki si intrufola nella nave per ammirare in anteprima i Gundam appena approdati alla base, ma proprio in quel momento, il maggiore Gato, un superstite del principato di Zeon, riesce a sottrarre alla Federazione Terrestre una delle due unità. Kou sale sul Gundam Numero 1 per impedirgli, anche se invano, di fuggire con l’MS federale… Inizia così l’avventura di Kou Uraki e dei tre piloti veterani che con lui dovranno recuperare il Mobile Suit caduto nelle mani nemiche… (trama tratta dal sito dell’editore italiano, Dynit).

Mobile Suit Gundam 0083: The Afterglow of Zeon (1992) on IMDb
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Mobile Suit Gundam (機動戦士ガンダム Kidō senshi Gandamu?, lett. “Gundam il guerriero corazzato mobile”) è una serie televisivaanime del 1979, realizzata da Yoshiyuki Tomino e dallo staff creativo della Sunrise sotto lo pseudonimo collettivo di Hajime Yatate.

Il mondo abitato dall’umanità non è più costituito dalla sola Terra, ma si è allargato all’intera Sfera Terrestre, comprensiva della Luna e di sette aree situate intorno ai punti di Lagrange dell’orbita lunare chiamate Side, in cui orbitano centinaia di “isole spaziali”, enormi cilindri artificiali contenenti habitat adatti alla vita. Anno 0079 UC: il Principato di Zeon, situato in Side 3, dichiara la sua secessione dalla Federazione Terrestre, scatenando un violento conflitto, noto come Guerra di un anno, che infurierà su ogni continente della Terra ed in quasi ogni colonia spaziale e insediamento lunare. Zeon è inizialmente avvantaggiato dall’uso di un rivoluzionario tipo di arma, il mobile suit, un robot corazzato di aspetto antropomorfo pilotato da un essere umano.Quando una squadra di mobile suit di Zeon in ricognizione, disobbedendo agli ordini ricevuti, attacca la colonia di Side 7, gli abitanti di quest’ultima vengono a conoscenza della risposta della Federazione a questa nuova arma: il mobile suit Gundam. Con l’aiuto dei soldati federali superstiti della corazzata da trasporto Base Bianca, l’equipaggio di profughi inizia un’avventura che porterà un pugno di loro a cambiare il corso della guerra.

Mobile Suit Gundam (1979) on IMDb
Locandina Mobile Suit Gundam - The Origin I

Un film di Takashi Imanishi. Titolo originale Mobile Suit Gundam – The Origin IAnimazioneRatings: Kids+13, durata 65 min. – Giappone 2015. – Nexo Digital uscita martedì 23giugno 2015MYMONETRO Mobile Suit Gundam – The Origin I * * * - - valutazione media: 3,00 su 1 recensione.

0068 U.C. (Universal Century): la Repubblica Autonoma di Munzo è in subbuglio per l’attentato al suo capo, Zeon Deikun, ordito dalla famiglia rivale Zabi. Questi ultimi assumono il controllo politico e militare della nazione, offrendosi di ospitare gli eredi Deikun per potersene in realtà sbarazzare agevolmente. Il generale Ramba Ral, tuttavia, organizza un piano che permetta ai piccoli Casval e Artesia di fuggire sulla Terra e salvarsi.
Il mito di Mobile Suit Gundam, serie meglio nota in Italia come Gundam, si dimostra intramontabile a 35 anni di distanza dalla nascita dell’anime. Una ricorrenza che la Sunrise ha voluto celebrare con una tetralogia di quattro film sulle origini della saga, un gigantesco prequel che si concentra sugli avvenimenti antecedenti rispetto alla serie classica.Il primo episodio, sottotitolato Blue-Eyed Casval, è dedicato all’infanzia di Casval, destinato a diventare un giorno Char Aznable, campione di Zeon e arcirivale di Amuro Ray. Poco più di un’ora sufficiente a far emergere i tratti della personalità del biondo antagonista già noti ai fan: senso del comando, orgoglio e coraggio. Il piccolo Casval ne dà dimostrazione in un duello impari con Kicylia Zabi, membro della famiglia che ha congiurato contro suo padre, e poi guidando un Guntank in una scena che prefigura gli epici scontri tra robot che caratterizzano la serie.
Mobile Suit Gundam – Le Origini I si rivolge soprattutto ai fan e a soddisfare la loro curiosità sulla genesi di una delle serie più amate (Gundam fu culto assoluto nell’epoca d’oro dei cartoni animati della Tv italiana anni Ottanta), mettendo in scena immagini fin qui solo sognate, come la morte del padre di Char (sottolineata da uno zoom improvviso nella soggettiva di Casval). Si presta difficilmente, invece, a un interesse del neofita per l’episodio autonomo in sé, specie considerata l’agguerrita concorrenza in materia di oggi. Ma il taglio “umanista” di Gundam, con un’attenzione particolare dedicata ai risvolti psicologici dei personaggi e ai loro vizi e virtù, è conservata intatta, anche grazie alla scelta felice di affidare la sceneggiatura all’autore originario Yasuhiko Yoshikazu.

Mobile Suit Gundam: The Origin I - Blue-Eyed Casval (2015) on IMDb
Locandina I piloti dell'inferno

Un film di Cy Endfield. Con Herbert LomStanley BakerPeggy Cummins Titolo originale Hell DriversDrammaticoRatings: Kids+16, b/n durata 100 min. – Gran Bretagna 1958.

Un ex detenuto accetta di lavorare come camionista nonostante le difficoltà e i rischi dell’impiego. Il suo capo è prepotente e violento e diventa immediatamente un acerrimo rivale. Dopo un incidente che ha messo in pericolo la vita di un amico, il protagonista propone all’avversario una gara al volante.

Hell Drivers (1957) on IMDb

Regia di Mario Monicelli. Un film con Monica VittiCarlo GiuffréStanley BakerTiberio MurgiaStefano Satta FloresCast completo Genere Commedia – Italia1968durata 102 minuti. – MYmonetro 3,65 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Giovane sicula dal sangue caldo sbarca a Londra per uccidere Vincenzo che l’ha sedotta e abbandonata. Ma nella metropoli avviene una felice metamorfosi. Commedia all’italiana in trasferta inglese. Confezione di lusso, sostanza da avanspettacolo, caricaturale più che satirica, con una bieca insistenza sui più vieti luoghi comuni sul Sud. Nomination all’Oscar come miglior film straniero.

The Girl with a Pistol (1968) on IMDb

Regia di Stephen Gaghan. Un film Da vedere 2016 con Matthew McConaugheyEdgar RamirezBryce Dallas HowardMacon BlairAdam LeFevreCast completo Titolo originale: Gold. Genere AvventuraDrammaticoThriller, – USA2016durata 121 minuti. Uscita cinema giovedì 4 maggio 2017 distribuito da Eagle Pictures. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,10 su 6 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

L’avido uomo d’affari (sfortunati) Kenny Wells impara che non è tutto oro ciò che luccica: nel 1993 è convinto di aver trovato una miniera d’oro in Indonesia. Segue quotazione in borsa. Ma è una frode: i primi campioni trovati erano solo ricoperti di polvere d’oro. Il film si ispira a uno scandalo finanziario realmente accaduto, ma la sceneggiatura (Patrick Massett e John Zinman, veterani della TV) è esagerata e compiaciuta, raccontata con i toni di un film d’avventura e le rifiniture epiche del sogno americano. Il regista ce la mette tutta, ma vuole imitare (seriamente) The Wolf of Wall Street (2014), e lo fa male. La trasformazione fisica di McConaughey per questo ruolo è fin troppo morbosa e non supportata da una scrittura drammatica del personaggio.

 Gold - La grande truffa
(2016) on IMDb

Regia di Martin McDonagh. Un film Da vedere 2008 con Brendan GleesonColin FarrellRalph FiennesJérémie RenierClémence PoésyCast completo Titolo originale: In Bruges. Genere Azione, – Gran BretagnaBelgio2008durata 101 minuti. Uscita cinema venerdì 16 maggio 2008 distribuito da Mikado Film. – MYmonetro 3,37 su 19 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

In servizio attivo a Londra, una coppia di sicari è spedita dal boss in vacanza forzata a Bruges, in attesa di ordini. Nell’ultimo lavoro, il più giovane dei due ha ucciso per sbaglio un bambino. Nell’antica città fiamminga, mentre il veterano s’innamora della bellezza gotica della città, dei canali e del celebre Groeninge Museum, come capita a qualsiasi turista colto, il giovane la odia e smania, tormentato anche dai sensi di colpa. La telefonata che aspettano è un’atroce sorpresa. Oltre agli incanti di Bruges, Venezia del Nord, che diventa, grazie al regista, un vero personaggio, esistono altri motivi per non perdere quest’opera prima trascurata dal pubblico e sottovalutata dai critici: l’intelligente contaminazione dei toni e dei generi, la pittoresca galleria delle figure minori, il brio degli interpreti, la capacità di scavo psicologico dei due protagonisti.

In Bruges (2008) on IMDb
Kagemusha - Wikipedia

Un film di Akira Kurosawa. Con Tatsuya Nakadai, Tsutomu Yamazaki, Kenichi Hagiwara, Takashi Shimura, Mitsuko Baisho. Titolo originale Kagemusha. Drammatico, durata 159 min. – Giappone 1980. MYMONETRO Kagemusha, l’ombra del guerriero * * * 1/2 - valutazione media: 3,86 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nel 1572, durante le guerre tra clan per la conquista di Kyoto, Shingen Takeda resta mortalmente ferito; prima di morire ordina al suo clan di non diffondere la notizia, servendosi di un kagemusha, un sosia, che continui a incutere terrore nel nemico.
Dopo aver tentato il suicidio per non essere riuscito a realizzarlo, Kurosawa Akira riesce infine nel 1980 a mettere in scena Kagemusha, grazie al denaro americano e alla produzione congiunta di Francis Ford Coppola e George Lucas. È in particolare quest’ultimo a pagare il suo debito di riconoscenza al maestro per aver fornito con il suo cinema molte delle idee e delle suggestioni alla base di Guerre stellari: e l’Imperatore ringrazia, contaminando con il West – che lui stesso ha contribuito a plasmare, influenzando tanto Per un pugno di dollari che I magnifici sette – l’epico finale della tragica storia del clan Takeda. La lunga attesa ha permesso a Kurosawa di reinventare il suo Kagemusha nel segno del colore, che gioca un ruolo fondamentale tanto nelle scene di massa diurne che in quelle notturne, sottolineando i colori primari che sono alla base dei quattro elementi – Vento, Foresta, Fuoco, Montagna – su cui si basa la forza dell’esercito Takeda. Un’armata antica, fatta di cavalli e fanti, che incarna il Giappone che se ne va e lascia il posto alla contaminazione dell’Occidente, diavolo della modernità, e alle astuzie delle armi da fuoco, di cui si avvale l’astuto generale Nobunaga Oda. Giocato su una scansione della narrazione prettamente teatrale, Kagemusha è precursore del capolavoro Ran nella sua ripresa di temi scespiriani: il sosia è l’uomo comune, un banale ladruncolo che porta il dovuto rispetto alla figura sacrale del capo dove non ne è in grado il figlio legittimo Katsuyori, accecato dall’ambizione e dalla volontà di rivalsa.
Kagemusha nasconde i suoi punti di debolezza – in primis la mancanza della “maschera” di Toshiro Mifune, sostituito da un volenteroso ma non altrettanto efficace Tatsuya Nakadai – con la potenza di sequenze tra le più impressionanti dell’intero cinema di Kurosawa. Il messaggero che letteralmente “sveglia i morti” attraversando le schiere esauste dei soldati, l’arcobaleno che sembra presagire la sciagura dietro il cambio di strategia di Katsuyori, l’allegoria finale sullo scorrere degli eventi in mano a un Fato bizzarro che “il mondo a caso pone”.
E il tragico-farsesco sosia, più vero del vero, che, quasi posseduto dallo spirito di Shingen Takeda, ne assume la solennità e la saggezza, doti proprie di un leader in grado di tenere unito il suo clan anche dall’aldilà. Anche se le torri di Kyoto resteranno un miraggio, una chimera sognata ma mai afferrata.

 Kagemusha - L'ombra del guerriero
(1980) on IMDb

Edit 5 Agosto 2024: aggiunta versione 1080p h265

Regia di Ingmar Bergman. Un film con Bibi AnderssonGunnar BjörnstrandJarl KulleStig JärrelNils PoppeGertrud FridhCast completo Titolo originale: Diävulens öga. Genere Commedia nera – Svezia1959durata 87 minuti. – MYmonetro 3,00 su 6 recensioni tra criticapubblico e dizionari.


“La verginità di una donna è un orzaiolo nell’occhio del diavolo” così recita un detto irlandese e quando il diavolo ne soffre, a causa della giovane e bella Britt, decide di mandare sulla terra Don Giovanni assieme al fidato scudiero Pablo. La missione è semplice: sedurre la fanciulla, figlia di un pastore protestante, facendo così scomparire l’affezione oculare. Ma, al contrario delle aspettative, la figlia è meno arrendevole della madre (che interessa a Pablo) e l’amore è in agguato.
Bergman passa con consumata abilità dal rigore narrativo e stilistico de La fontana della vergine a questo divertissement che nasconde tra le pieghe, come sempre, più di una riflessione di livello alto. A partire da quella sull’amore di cui Don Giovanni, che non ci ha mai creduto, si trova a dire: “Ho veduto l’amore da vicino. È un dono eccezionalmente raro. I mortali capaci di amare sono in numero ristretto e la loro sofferenza è grande. Pare che essi siano vicini a Dio, che siano il suo specchio e riflettano la sua luce e rendano la vita sopportabile agli altri che brancolano nel buio. Forse sarà così … Io ho scelto un’altra strada che si chiama disprezzo e indifferenza”. In una sola battuta di questo film, diviso teatralmente in tre atti, il regista riesce a condensare una riflessione sul sentimento inserendovi un collegamento con il Dio costantemente cercato. Ovviamente è ben lungi da romanticismi svenevoli e ci ricorda (lui ormai giunto al quarto matrimonio) che il talamo coniugale è il luogo più adatto per spegnere l’amore. Lo fa con la riservata sposa del pastore che non resiste alle lusinghe di Pablo che soddisfa il diavolo più del suo padrone, costretto ad agire in tempi diversi da quelli in cui era abituato ad intervenire e destinato ad essere al contempo sconfitto da Britt ricevendo però da essa il dono (non contraccambiato) del sentimento d’amore. La fanciulla corrisponderà non ai canoni imposti dallo stereotipo sulla donna scandinava ma alle caratteristiche descritte al seduttore prima dell’inizio della sua impresa. Basterà però la promessa matrimoniale perché anche per lei scatti l’ora della bugia. I finali dei film bergmaniani, anche i più apparentemente consolatori, hanno sempre un po’ di veleno nella coda.

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