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Astro Boy (鉄腕アトム Tetsuwan Atomu?, lett. “Atom dal braccio di ferro”) è un manga del mangaka Osamu Tezuka. Considerato uno dei più grandi e importanti capolavori della storia del fumetto giapponese, è composto da 23 volumi, pubblicati in Giappone tra l’aprile del 1952 e il marzo del 1968 sulla rivista Shonen di Kobunsha, sussidiaria della Kodansha. Il manga ha venduto, approssimativamente, 100 milioni di copie divenendo quindi uno dei manga più popolari e influenti di tutti i tempi.
La storica e pionieristica serie animata prodotta dalla Mushi Productions, che ne fu tratta a partire dal 1963, è stata la prima ad avere le caratteristiche che sarebbero poi peculiari della produzione giapponese, tanto da meritarsi il nome specifico di “anime”.
Il protagonista, Atom (Astro Boy/Astroboy in Occidente), nacque su Atom Taishi (lett. “Atom l’ambasciatore”), un’opera precedente di Tezuka. Egli non va confuso con Capitan Jet (ジェッターマルス Jetter Mars?), personaggio molto simile ad Atom e titolare di una propria serie animata, che Tezuka sviluppò in epoca molto posteriore, rimaneggiando superficialmente le fattezze, le caratteristiche e i poteri di Atom/Astro Boy, nonché alcuni personaggi comprimari. Astro Boy è considerato uno dei personaggi simbolo della tradizione manga e anime giapponese, e in generale è ricordato come uno dei personaggi più importanti della storia del fumetto mondiale. La rivista inglese Empire l’ha classificato 43º nella lista dei 50 migliori personaggi della storia del fumetto (The 50 Greatest Comic Book Characters).

 Astro Boy
(1963) on IMDb

Un film di Sono Sion con Shinichirô Arakawa, Nobuyoshi Araki, Kazushi Fueki, Ginji, Keiko Hamaguchi, Masato Iida, Yûya Ishikawa, Tomoyuki Moriyama, Kana Sakurai, Yukiko Sawada, Masahiro Sugiyama, Makiko Tsuda, Ziko Uchiyama, Masahiko Yata, Kaichi Yukino, Takuji SuzukiCast completo Genere Documentario – Giappone2000durata 110 minuti.

Mentre una scolara scopre l’amore e la passione, Sion Sono mette insieme una storia frutto della fantasia con un semi-documentario su diversi artisti il cui lavoro è incentrato sul corpo umano. Nel cast il maestro di Butoh Akaji Maro, il fotografo Nobuyoshi Araki, il fashion designer Shinichiro Arakawa e lo stesso Sion Sono.

 Utsushimi
(2000) on IMDb
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I pronipoti (The Jetsons) è una sitcom animata della Hanna-Barbera, esordita negli Stati Uniti nel 1962. La serie racconta le avventure della famiglia Jetson, ambientata in una futura era spaziale.
Come Gli antenati, la serie ha la struttura generale di una sitcom, e il mondo in cui si svolge è essenzialmente una parodia del presente: astronavi al posto di automobili, robot che svolgono i lavori di casa, alieni, ologrammi, e bizzarre invenzioni, ma le dinamiche generali della famiglia sono quelle del periodo coevo alla serie
George Jetson, il capofamiglia, lavora alla fabbrica di astronavi del Signor Cosmo G. Spacely, un nanetto severo e irascibile. Jane, sua moglie, decisa ed energica, controlla la vita familiare. Hanno due figli: Judystereotipo di teenager più preoccupata dei propri vestiti che dei compiti di scuola, ed Elroy, il primo della classe, un genio nelle materie scientifiche. Rosie, il robot casalinga, è un modello fuori produzione, ma i Jetson le sono troppo affezionati per rottamarla. Infine, Astro è il cane di famiglia, un danese pasticcione ma amatissimo da tutti, e anche il piccolo Orbitry che diventa il migliore amico del danese. È ambientato intorno all’anno 2063.

The Jetsons (1962) on IMDb

 

Locandina Il delitto di Giovanni Episcopo

Un film di Alberto Lattuada. Con Yvonne SansonAldo FabriziRoldano LupiNando BrunoGaleazzo Benti. continua» DrammaticoRatings: Kids+16, b/n durata 94 min. – Italia 1947.

Lattuada alle prime armi prende spunto dal romanzo di Gabriele D’Annunzio per narrare le vicende di Giovanni Episcopo che, travolto dagli avvenimenti, sposa per caso Ginevra e si rovina la vita. Il responsabile delle sue disgrazie è Giulio che, tornato dall’estero, vorrebbe portargli via la pur malvagia moglie;

Flesh Will Surrender (1947) on IMDb
Prime Video: L'illusione viaggia in tranvai

Regia di Luis Buñuel. Un film con Lilia PradoCarlos NavarroMiguel ManzanoAgustín IsunzaGuillermo Bravo Sosa. Titolo originale: La Ilusión viaja en tranvía. Genere Drammatico – Messico1954durata 82 minuti.

Da un racconto di Mauricio de la Serna. Due giovani tranvieri di Città del Messico, ubriachi dopo una festa, rubano il vecchio tram n. 133, condannato alla rottamazione, e percorrono le vie cittadine provocando situazioni insolite o grottesche. “Quella che… si apre come un’opera realistica diventa… attraverso una costante negazione della normalità, lo specchio di quella realtà seconda (o surrealtà) che svela l’autentica natura delle cose e degli uomini” (A. Bernardi). Pur penalizzato, come il solito, dal modesto brio degli interpreti, la commedia punge con il suo garbo capriccioso e anarchico.

Illusion Travels by Streetcar (1954) on IMDb
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Un film di George Cukor. Con Norma Shearer, Joan Crawford, Rosalind Russel, Mary Boland, Paulette Goddard. Titolo originale The Women. Commedia, b/n durata 132′ min. – USA 1939. MYMONETRO Donne * * * 1/2 - valutazione media: 3,75 su 15 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Da una commedia (1936) di Clare Boothe Luce: arrivata a Reno (Nevada) per ottenere il divorzio dal marito fedifrago, la ricca Mary Haines fa la conoscenza di diverse signore che vi albergano per la stessa ragione. Da una commedia salottiera, riscritta da due altre donne (Anita Loos, Jane Martin), un film corale piccante, elegante (nella versione originale una sfilata di moda di 5′ a colori) e cattivo che toglie la pelle sorridendo. Soprattutto una parata di attrici dirette al meglio dal più raffinato regista di donne di Hollywood. 135 donne sullo schermo, e nemmeno un uomo. Rifatto con Sesso Debole (1956) di David Miller.

The Women (1939) on IMDb

Un film di Umberto Lenzi. Con Philippe Leroy, Antonio Sabato, Marisa Mell, Tano Cimarosa, Franco Fantasia. Poliziesco, durata 101 min. – Italia 1973. MYMONETRO Milano rovente * * - - - valutazione media: 2,00 su 1 recensione.

Ancora una volta Antonio Sabato nella parte d’un gangster milanese d’origine meridionale che, immischiato in una trama d’inganni, perde il controllo sul mercato della prostituzione

Milano rovente (1973) on IMDb

Un film di Jean-Luc Godard. Con Anna Karina, Sady Rebbot, Gilles Queant, André S. Labarthe, Guylaine Schlumberger. Titolo originale Vivre sa vie. Drammatico, b/n durata 85′ min. – Francia 1962. MYMONETRO Questa è la mia vita * * * 1/2 - valutazione media: 3,75 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nanà (Karina), giovane commessa, diventa una professionista del marciapiede. Ha anche un protettore, Raoul (Rebbot) che, oltre a darle istruzioni e porle divieti, la vende. Non essendo l’acquirente d’accordo sul prezzo, ne nasce un alterco, seguito da una sparatoria… 4° lungometraggio di J.-L. Godard (e il 3° con la danese Karina, nome d’arte di Ann Karin Bayer), è considerato da alcuni l’opera meno invecchiata e più adulta del suo primo periodo, quella in cui le invenzioni appaiono più congeniali e integrate a un progetto che non è soltanto cinematografico. I 12 quadri _ nei quali Nanà vive la sua vita, rivelandone casuali frammenti _ hanno registri diversi (sociologico, documentario, letterario, cinematografico: quello in cui al cinema Nanà piange vedendo la morte della Giovanna d’Arco di Dreyer) con linguaggi diversi, non uniti da una logica narrativa, ma giustapposti, forse ricombinabili: “vivere la propria vita”, accettarla com’è, mostrarla nella sua mescolanza di realtà e di finzione (rappresentazione), ma anche aiutarne una comprensione, aprire a un possibile giudizio. Affrontato altrove in modi obliqui, allusivi, episodici, qui il tema della prostituzione diventa centrale. Lo spunto è quello di un’inchiesta giornalistica (Où en est avec la prostitution? di Marcel Sacotte), ma “le domande e le risposte vere vengono da ben più lontano, come rivela la citazione da Montaigne che apre il film: ‘Bisogna prestarsi agli altri e donarsi a sé stessi’” (A. Farassino). Premio speciale della giuria a Venezia.

Vivre sa vie (1962) on IMDb

Regia di Claude Chabrol. Una serie Da vedere 1986 con Jean-Claude BrialyBernadette LafontJean PoiretJean-Luc BideauJacques DacqmineCast completo Titolo originale: Inspecteur Lavardin. Genere Giallo – FranciaSvizzera1986

Lavardin va in Bretagna per indagare sull’assassinio di uno scrittore cattolico, trovato morto, e nudo, sulla spiaggia. La sua figliastra quattordicenne gli fornisce la pista giusta. Come in Una morte di troppo (e con lo stesso attore, il bravo Poiret), Chabrol fa passare attraverso lo schema dell’inchiesta poliziesca il suo disprezzo per la borghesia e il gusto per la buona tavola. Intrigante.

Inspector Lavardin (1986) on IMDb

Regia di Alberto Lattuada. Un film con Catherine SpaakChristian MarquandJean SorelGiacomo FuriaPatrizia BiniGisella ArdenCast completo Genere Commedia – Italia1960durata 95 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 7 recensioni.

Francesca è una liceale diciassettenne di buona famiglia. Assistiamo a una sua giornata in cui non entra in orario a scuola per andare a far visita a Enrico, un architetto che ha vent’anni più di lei e l’ha conosciuta bambina. Rientrata in classe assisterà a un conflitto sull’amore tra studentesse e poi trascorrerà il resto del tempo in parte con l’amico Renato nel lussuoso palazzo di una affascinante quanto algida principessa e poi in un antico edificio alla cui ristrutturazione sta lavorando Enrico.
Le cronache di un tempo avrebbero iniziato così: “Correva l’anno…”. È un incipit appropriato per questo film perché ‘correva l’anno 1960’ e Alberto Lattuada si mostrava nettamente in anticipo sui tempi dell’evoluzione della morale sessuale senza per questo rinunciare a una lettura problematica di quanto stava per verificarsi nel tessuto sociale. Lo sguardo in macchina finale di Francesca rimanda a un altro ‘storico’ sguardo in macchina: quello dell’Antoine Doinel de I quattrocento colpi di Truffaut che lo precede di un anno sugli schermi. Certo il contesto socio-culturale dei due film si colloca a distanze siderali ma in entrambi gli sguardi c’è il bisogno di risposte che gli adulti non hanno saputo dare, c’è l’incertezza di un futuro pieno di incognite.

È questo che i censori dell’epoca non compresero fermandosi solo alla superficie di una scena iniziale (il risveglio dopo un sogno erotico) brutalmente mutilata nonché sull’epilogo. Ricorda Lattuada: “La censura fece un massacro perché la ragazza non si pentiva di aver perduto la verginità e non piangeva, non andava dal prete, non andava dalla madre e neanche da un’amica. Si guardava in uno specchio e nasceva sul suo volto un sorriso leggerissimo, pieno d’innocenza, con la coscienza che da quel momento cominciava per lei l’altra problematica, quella dell’amore: ora la partita diventava molto più grossa, era quella dei sentimenti.” La debuttante Catherine Spaak offriva il suo giovane corpo, nascosto da un babydoll e con un solo nudo a mezzo busto di schiena, a una riflessione che, strutturandosi narrativamente nell’arco di un giorno, mostrava un microcosmo vuoto come la casa in cui Francesca abita con la famiglia. Se le figure femminili brillano per la loro vuota apparenza (protagonista esclusa) sono i maschi a risultare psicologicamente irrisolti. Enrico passa dal sottile piacere della seduzione di una vergine all’innamoramento che non sarà corrisposto mentre Renato ha la bellezza del Jean Sorel giovane e una sfrontatezza dietro cui resta ben poco da scoprire. Rimane il fratello Eddy, testimone frastornato della fondamentale fase di passaggio attraversata dalla sorella. Entrambi sono cresciuti in un mondo apparentemente protetto da sommovimenti che però stanno cominciando a presentarsi e Francesca mostra la consapevolezza necessaria per affrontarli da donna libera.

Sweet Deceptions (1960) on IMDb
Locandina Una lezione d'amore

Un film di Ingmar Bergman. Con Eva Dahlbeck, Gunnar Björnstrand, Yvonne Lombard, Harriet Andersson, Ake Gronberg. Titolo originale En Lektion i kärlek. Commedia, Ratings: Kids+16, b/n durata 96′ min. – Svezia 1954. MYMONETRO Una lezione d’amore * * * - - valutazione media: 3,00 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Una coppia di coniugi _ ciascuno con insoddisfacenti relazioni extraconiugali _ è sull’orlo del divorzio. La figlia adolescente (Andersson) segue il conflitto con l’ansietà di chi sta avvicinandosi per la prima volta all’amore, e ne trae un’amara lezione: l’abitudine, i ricordi in comune, l’egoismo sentimentale sono più tenaci dell’amore e di ogni velleitario tentativo di ribellione. Papà e mamma si riconciliano. 1ª commedia di Bergman: leggera, sorridente, caustica, con punte salaci, dialoghi briosi e 2 protagonisti in gran forma. Nemmeno quando lavora sul registro leggero rinuncia alle sue domande sulla condizione umana. Il vaudeville francese rivisitato con l’ottica del teatro svedese. Girato nel 1953.

A Lesson in Love (1954) on IMDb

Un film di Angelo Longoni. Con Alessio BoniClaire KeimJordi MollàPaolo BrigugliaBenjamin Sadler. continua» Formato Serie TV, Biograficodurata 129 min.

Luci e ombre di Michelangelo Merisi da Caravaggio, nato lombardo sul finire del sedicesimo secolo e trasferitosi a Roma per amore dell’arte. Affetto da un carattere orgoglioso e irascibile, oltre che da una forma di malaria che lo mina per quasi tutta la vita, Michele sperimenta e registra prima la crudeltà della fame, delle risse nei bordelli, delle impiccagioni pubbliche della città eterna e solo in seguito la magnanimità del cardinal Del Monte, ecclesiastico illuminato, vicino alla nobildonna Costanza Corona (Elena Sofia Ricci), che a sua volta protegge e favorisce il pittore fin da piccolo.

La passione per Fillide (Claire Keim), una cortigiana, lo porta però allo scontro con il suo protettore Ranuccio Tomassoni (Maurizio Donadoni), costringendolo prima alla galera e poi alla fuga per omicidio, nonostante il successo che le sue opere cominciano a ottenere presso ogni corte e mecenate.
Mentre gli amici intercedono presso il papa per fargli avere la grazia del perdono, Michele lascia Napoli e poi Malta per approdare in Sicilia, accolto dall’amico intimo di sempre, Mario Minniti (Paolo Briguglia). Pronto a tornare a Roma con le tele per il Santo Padre, viene invece arrestato per errore nel porto di Palo, tragico capolinea della sua esistenza.
Il Caravaggio della Rai è un’opera dal doppio formato: miniserie in due puntate per la televisione nazionale e riduzione cinematografica pensata per il mercato estero. È anche un’opera di qualità, che schiva la deriva estetizzante e il pamphlet didascalico, e gode dell’illustre collaborazione di Vittorio Storaro, “autore della fotografia” tre volte premio Oscar, che con il pittore ha un debito di gratitudine, essendosi consacrato allo studio della luce e del colore per amor suo.
Diretto da Angelo Longoni, sceneggiato da James Carrington e Andrea Purgatori e musicato da un altro premio Oscar, Luis Bacalov (Il Postino), il film parte dalla nomea di artista maledetto che circonda il mito del protagonista per fare dell’ambivalenza e della contraddizione la propria cifra. Amante onnivoro ma incapace di legarsi, artista sensibile ma uomo iracondo, fermo credente tanto nelle Sacre Scritture quanto nella materia del reale anche nei suoi aspetti più truci, Caravaggio viene ammirato per il suo talento e detestato perché dipinge i santi con i volti degli emarginati, le madonne con i tratti somatici delle meretrici.
Al centro del racconto, l’impossibilità di conciliare la sua natura umana, carnale e instabile, con la prepotenza del suo genio. Al centro della forma, la potenza della luce, che altera ogni forma che investe, fa nascere le figure dall’oscurità, permette l’esistenza del cinema stesso.
Cavaliere dell’impresa è Alessio Boni, “oscurato” nel fisico con alcuni ritocchi che gli appesantiscono gli occhi e ne drammatizzano l’espressione, ma “illuminato” nell’interpretazione: vero e proprio “a solo” d’attore che ben s’intona e si fonde nell’affresco di Longoni e Storaro.

Caravaggio (2007) on IMDb

Grazie all’utente konnikiwa per avermelo passato

Presunto innocente (Presumed Innocent) è una serie televisiva statunitense creata da David E. Kelley e trasmessa su Apple TV+ dal 2024.

È un adattamento dell’omonimo romanzo di Scott Turow, il secondo dopo il film del 1990 con protagonista Harrison Ford.

Presumed Innocent (2024) on IMDb

Ottima serie che consiglio (voto 7), il film con Harrison Ford invece è invecchiato proprio male (voto 4,5)

Una Storia Americana - film a Milano

Un film di Jean-Luc Godard. Con Anna KarinaJean-Pierre LéaudMarianne FaithfullLászló SzabóYves Afonso Titolo originale Made in UsaPoliziescodurata 90 min. – Francia 1966

Una giornalista francese indaga negli Stati Uniti sulla morte di un amico comunista. I suoi avversari la sorvegliano e cercano di impedirle di scoprire la verità.

Made in U.S.A (1966) on IMDb

Regia di Ilker Çatak. Un film Da vedere 2023 con Leonie BeneschLeonard StettnischMichael KlammerRafael StachowiakCast completo Titolo originale: Das Lehrerzimmer. Titolo internazionale: The Teachers’ Lounge. Genere Drammatico, – Germania2023durata 98 minuti. Uscita cinema giovedì 29 febbraio 2024 distribuito da Lucky Red. Oggi tra i film al cinema in 2 sale cinematografiche Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,56 su 29 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Quando la nuova insegnante di matematica e di educazione fisica di una seconda media tedesca, Carla Nowak, decide di prendere l’iniziativa per scoprire chi è il responsabile dei furti che si sono verificati nella scuola, lo fa con le migliori intenzioni. Prima su tutte quella di interrompere la prassi degli interrogatori ai danni di studenti innocenti e di liberarli dall’ombra del pregiudizio che grava su di loro. Sa benissimo, perché lo ha visto con i suoi occhi, che, per esempio, anche tra il corpo docente c’è chi non brilla per onestà. E sa benissimo, perché lo insegna in classe, che una tesi ha bisogno di una dimostrazione valida, da condursi passaggio dopo passaggio, altrimenti si finisce nell’ambito dell’opinione, nel relativismo, nell’anarchia. Eppure la sua azione finisce per innescare una reazione a catena, che sfocia proprio là dove Nowak non avrebbe mai voluto, in quell’immagine finale, che è iconograficamente associabile a una vittoria, ma racconta una tragica sconfitta.

The Teachers' Lounge (2023) on IMDb
Risultati immagini per I Racconti di Padre Brown

I racconti di padre Brown è uno sceneggiato televisivo prodotto dalla RAI nel 1970 e diretto da Vittorio Cottafavi. La riduzione televisiva, curata da Edoardo Anton, era tratta dagli omonimi racconti dello scrittore inglese Gilbert Keith Chesterton.

Il formato originario è quello della miniserie televisiva composta da sei puntate, che vennero trasmesse in prima visione dal canale nazionale RAI dal 29 dicembre 1970 al 2 febbraio 1971[1].La fiction incontrò un grande successo di pubblico (una puntata totalizzò circa 21 milioni di spettatori) grazie soprattutto alle qualità dei due attori protagonisti: Renato Rascel, perfetto (anche fisicamente) nel ruolo di padre Brown e Arnoldo Foà, nei panni di Flambeau, l’inafferrabile ladro convertito e riportato sulla retta via da padre Brown fino a diventarne il fidato e validissimo compagno di avventure.

I racconti di Padre Brown (1970) on IMDb

Regia di Sion Sono. Un film con Reina TriendlMariko ShinodaErina ManoMaryjun TakahashiYuki SakuraiCast completo Genere Horror – Giappone2015,

Delle studentesse delle superiori, tra cui Mitsuko (Reina Triendl), Keiko (Mariko Shinoda) e Izumi (Erina Mano), diventano i bersagli di alcuni fantasmi che hanno assunto l’aspetto di uno sposo con la faccia di un maiale e di un’insegnate con una mitragliatrice. Basato sul romanzo “Real Onigokko” di Yusuke Yamada.

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(2015) on IMDb
L'imbattibile Daitarn 3 (Anime) | AnimeClick.it

Daitarn 3 (無敵鋼人ダイターン3 Muteki kōjin Daitān 3?, letteralmente: “Daitarn 3, l’invincibile uomo d’acciaio”)[1], conosciuto anche come L’imbattibile Daitarn 3[2], è una serie anime televisiva giapponese di genere mecha, prodotta dalla Sunrise e creata da Yoshiyuki Tomino, autore anche di Gundam, con il mecha design di Kunio Ōkawara e le musiche di Takeo Watanabe e Yūshi Matsuyama.

La serie, composta di 40 episodi, fu realizzata nel 1978, e trasmessa per la prima volta in Italia nel 1980.
All’inizio del XXI secolo, strani avvenimenti e misteriose sparizioni di persone iniziano ad accadere sulla Terra. Dietro ci sono i Meganoidi, cyborg creati su Marte dal professor Haran Sozo, sfuggiti al suo controllo. A capo della loro collettività ci sono il malvagio Don Zauker (Don Zauser nell’originale giapponese), un robot dalla struttura fisica primitiva con un cervello umanoide, che si esprime in modo inintelligibile; e Koros, la sua sacerdotessa e interprete, un’inquietante cyborg femminile dal fascino glaciale.

I Meganoidi vogliono schiavizzare l’umanità e trasformare i “migliori” esemplari in Meganoidi. Hanno sviluppato una tecnologia sorprendente con la quale hanno realizzato le Macchine della Morte, una strana sorta di astronavi/robot, spesso dotate di immense mani, che rende i Comandanti Meganoidi in grado di trasformarsi in Megaborg, enormi robot da combattimento.
A contrastare i loro piani c’è Haran Banjo, il figlio del professor Sozo, che pilota il gigantesco robot trasformabile Daitarn 3. Lo affiancano Garrison Tokida (maggiordomo tuttofare) e Beauty Tachibana (bionda mozzafiato, figlia di un famoso imprenditore ex-socio in affari del padre di Banjo). A loro presto si aggiungono Reika Sanjo (ex agente dell’Interpol) e il piccolo Toppy (orfano salvato da Reika (puntata n2) 

Daitarn 3 (1978) on IMDb
Locandina Doppia vita

Un film di George Cukor. Con Edmond O’BrienSigne HassoRonald ColmanMillard MitchellPhilip Loeb Titolo originale A Double LifeDrammaticob/n durata 104 min. – USA 1947.

Cukor viene dal teatro e lo si vede soprattutto in questo film per il quale si è servito, almeno in parte, di un testo shakespeariano. Un attore confonde realtà e finzione teatrale; l’esasperazione e l’alterazione psichica lo inducono infatti a strangolare una donna, come fa Otello con Desdemona.

A Double Life (1947) on IMDb
Él (1952) | FilmTV.it

Regia di Luis Buñuel. Un film con Arturo de CórdovaDelia GarcesLuis BeristanAurora WalkerFernando CasanovaCast completo Titolo originale: Él. Genere Drammatico – Messico1952durata 89 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

Quarantenne ricchissimo cattolico benpensante vergine feticista impotente, Francisco seduce con le parole Gloria, la sposa sull’altare, la tormenta con la sua paranoica gelosia sino a progettare di ricucirle il sesso. Anni dopo lo troviamo in convento. Sant’uomo? Film-cardine nell’opera di Buñuel. Attraverso il ritratto di un paranoico il tema è ancora il desiderio e le sue alterazioni. Si racconta un’ossessione, e i comportamenti che ne derivano, e se ne cercano gli agganci nell’esasperazione del possesso, tipica della borghesia. Non contano le psicologie, ma i comportamenti, i luoghi dove si esplicano, i riti che li sostengono. Tutte le cifre buñueliane si ritrovano, con una particolare insistenza per il feticismo dei piedi. Il finale è una memorabile invenzione ironica. Dal racconto omonimo di Mercedes Pinto.

Pat and Mike (1952) on IMDb