Category: Muto


Un film di Augusto Genina. Con Carmen Boni, Walter Slezak, Elena Sangro, Maria DenisCommedia, b/n durata 67 min. – Italia 1927. MYMONETRO Addio giovinezza! * * - - - valutazione media: 2,00 su 1 recensione.

Nella Torino inizio secolo, lo studente Mario ama la sartina Dorina, ma un bel momento la trascura per correre dietro a una fatalona

Addio giovinezza! (1927) on IMDb
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Regia di Friedrich Wilhelm Murnau. Un film Da vedere 1927 con George O’BrienJanet GaynorMargaret LivingstonBodil RosingJ. Farrell MacDonaldCast completo Titolo originale: Sunrise. Genere Muto – USA1927durata 97 minuti. – MYmonetro 3,65 su 13 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Sedotto da un’affascinante donna venuta dalla città, il giovane contadino Ansass tenta di uccidere la moglie Indre, simulando un incidente, per poter fuggire con l’altra. Tuttavia, durante una gita in barca, l’uomo, pur avendone l’occasione, non trova il coraggio di eliminare la moglie, finendo anzi con il rinsaldare il suo legame matrimoniale. A sera però, mentre ritornano in barca verso la loro fattoria, un temporale fa cadere Indre in acqua. Dopo aver chiesto aiuto, le ricerche portano solo al recupero dei resti dell’imbarcazione: è allora che Ansass decide di ritrovare e uccidere la donna di città, che lo aveva istigato all’omicidio, ma proprio mentre sta per strangolarla, l’uomo apprende che la moglie è stata salvata da un vecchio pescatore. Con il sopraggiungere dell’aurora, sul lago finalmente ritornerà la quiete.
Tratto da un racconto di Hermann Sudermann, mutato nel finale, il primo dei 4 film americani del regista tedesco Murnau, che riscosse all’epoca un modesto riscontro di pubblico, costituisce uno dei vertici del suo cinema: Aurora è un’opera che sembra a tratti più tedesca che americana (a riprova della grande autonomia che, insieme a mezzi ingenti, la produzione concesse all’autore), potendo contare su un geniale impiego della luce (con la vittoria dell’Oscar per la migliore fotografia), del ritmo, dell’atmosfera quasi espressionistica, della profondità di campo, della mobilità della cinepresa. Nel 1939 in Germania ne venne realizzato un remake, Verso l’amore, di Veit Harlan.

Sunrise (1927) on IMDb

Mi dite per piacere lingua e sub se sono giusti? nei commenti, grazie

Feu Mathias Pascal - WikipediaUn film di Marcel L”Herbier. Con Michel Simon, Ivan Mosjoukine, Marcelle Pradot Titolo originale Le feu Mathias Pascal. Drammatico, b/n durata 170′ min. – Francia 1924. MYMONETRO Il fu Mattia Pascal [1] * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Benché potessero sembrare una strana coppia, Ivan Mosjoukine e Marcel L’Herbier si rivelarono un tandem vincente con il loro eccentrico adattamento del romanzo di Pirandello su un giovanotto che fa credere a famiglia ed amici di essere morto, per iniziare una nuova vita sotto un altro nome. C’erano molte probabilità che la collaborazione di due personalità così diametralmente opposte portasse a un fallimentare conflitto (anche se Mosjoukine, così passionale ed espansivo, spesso indicò il freddo e cerebrale L’Herbier come il regista francese da lui preso a modello insieme con Abel Gance): bastava vedere il film che l’attore aveva interpretato appena prima del Feu Mathias Pascal, l’orrendo Le Lion de Mogols. Il giovane Jean Epstein, appena scritturato dalla Albatros per sostituire Viacheslav Tourjansky (passato alla nuova enclave russa di Billancourt), lottò invano contro la risibile sceneggiatura di Mosjoukine ed al tempo stesso contro la sua volubile star. Nonostante il successo al botteghino, il film segnò il punto più basso nelle carriere di entrambi gli artisti e per Epstein rimase sempre un ricordo doloroso. (Finché visse, la sorella del regista, Marie, a lungo collaboratrice di Henri Langlois, non autorizzò mai la proiezione del film, nemmeno alla Cinémathèque française!)Senza dubbio L’Herbier, che aveva comprato i diritti cinematografici del romanzo con la benedizione dello stesso Pirandello ed aveva personalmente voluto Mosjoukine come protagonista, era un cineasta più flessibile di Epstein, così indifferente agli attori: egli capì come incanalare nel proprio progetto artistico l’ampia gamma emotiva dell’interprete. C’è una stimolante commistione di realismo e fantastico, di gravità e giocosità, sia nella messinscena di L’Herbier sia nella recitazione di Mosjoukine; il film diventa allora ben più di un elegante prodotto costruito in funzione del divo. (Tra i moderni detrattori del Feu Mathias Pascal, si annovera Noel Burch che lo definì retrogrado, pur avendo lui contribuito a rivalutare L’Herbier come uno dei grandi registi del muto.)Fu questo l’ultimo film di Mosjoukine per la Films Albatros di Alexandre Kamenka (che lo coprodusse con la Cinégraphic, la società di L’Herbier). A riprese ultimate l’attore fece le valigie e lasciò Montreuil per trasferirsi dall’altro capo della città, a Billancourt, dove l’ex socio di Kamenka, Noë Bloch, aveva appena fondato la Ciné-France-Film, affiliata francese di un nuovo consorzio di produttori europei, la Westi. Il nuovo studio di Billancourt sarebbe stato la base per l’imminente produzione targata Westi di Abel Gance, Napoléon. Gance prese seriamente in considerazione Mosjoukine per la parte principale del suo kolossal. Alla fine l’attore si tirò indietro facendosi dirigere da Tourjansky in Michel Strogoff. Per molti critici e storici questo passaggio alle produzioni commerciali internazionali ad alto budget segnò l’inizio del declino artistico di Mosjoukine… – Lenny Borger

The Late Mathias Pascal (1925) on IMDb

Regia di Joris IvensHenri Storck. Un film Titolo originale: Misère au Borinage. Genere Documentario – Belgio1934durata 28 minuti. – MYmonetro 2,92 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Si tratta di un documentario che mette in evidenza la miseria delle famiglie dei minatori della regione del Borinage. In primo piano anche uno sciopero del 1932. Per la crudezza e la verità del documento ne fu impedita la circolazione. 

Borinage (1934) on IMDb

Poliziotti (film 1922) - WikipediaUn film di Edward F. Cline, Buster Keaton. Con Buster Keaton, Joe Roberts, Virginia Fox, Edward F. Cline, Steve Murphy Titolo originale Cops. Commedia, b/n durata 18 min. – USA 1922.

Buster trasporta un carico di merci e si ferma vicino a dei poliziotti. Una bomba viene lasciata nel suo carro. Quando la bomba esplode la polizia lo scambia per il colpevole: comincia così un grande inseguimento di tantissimi poliziotti che danno la caccia a Buster
 

Cops (1922) on IMDb
Silver Scenes - A Blog for Classic Film Lovers: Beau Geste ( 1926 )

Gli eroi del deserto (Beau Geste) è un film muto del 1926 diretto da Herbert Brenon e interpretato da Ronald Colman. Tratto dal romanzo di Percival Christopher Wren, il film – girato in California – venne distribuito dalla Paramount nelle sale il 25 agosto 1926.

La scoperta di un forte sorvegliato da una pattuglia di soldati morti nel cuore del deserto africano apre la vicenda dei tre fratelli alle prese con un gioiello rubato e un comandante sadico. Con questo film, il più celebre film d’avventure diretto da Brenon, la Legione straniera entrò definitivamente nella mitologia del cinema.

Beau Geste (1926) on IMDb

Regia di Elvira Notari. Un film con Eduardo NotariRosè AngioneAntonio Palmieri. Genere Drammatico – Italia1922durata 60 minuti.

La dolce Nanninella (Rosè Angione), inserviente in un caffè, mantiene con il suo salario il padre, un uomo alcolizzato che la maltratta. Corteggiata da Tore (Alberto Danza), la ragazza vorrebbe fidanzarsi con lui, ma il padre la promette in moglie a Carluccio (Antonio Palmieri).

'A Santanotte (1922) on IMDb

Regia di Vsevolod Pudovkin. Un film Da vedere 1928 con Aleksandr ChistyakovBoris BarnetValéry InkijinoffViktor Tsoppi. Titolo originale: Potomok Cinghis Khana. Genere Avventura – URSS1928durata 113 minuti. – MYmonetro 3,50 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un cacciatore mongolo, trovato dagli oppressori del suo paese in possesso di un talismano che lo fa ritenere discendente di Gengis Khan, è oggetto di interessate premure e quasi indotto a firmare un trattato che, se gli darà ozi e ricchezze, lo allontanerà però sempre più dalla causa degli oppressi. Il suo rinsavimento coincide con l’evasione di un partigiano che chiede la sua protezione. 

Storm Over Asia (1928) on IMDb
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Un film di Vsevolod Pudovkin. Con Vera Baranowskaja, Nikolai Batalov, Ivan Koval Samborskij Titolo originale Mat’. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 65 min. – URSS 1926. MYMONETRO La madre [1] * * * - - valutazione media: 3,33 su 5 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Tratto dal romanzo omonimo del 1907 di Gor’kij, “La madre”, primo lungometraggio di Pudovkin , si inserisce nel clima politico della Russia degli inizi del XX secolo e segna l’inizio del realismo socialista. Protagonista del film è una contadina, Nilvona Vlasova, moglie del fabbro ubriacone Vlasov, la quale subisce una trasformazione caratteriale in seguito alla morte del marito. Causa del suo cambiamento è il figlio Pavel, operaio socialista e militante del movimento rivoluzionario insieme ad altri suoi amici, che verrà arrestato dopo che sua madre ha rivelato alla polizia dove Pavel ha nascosto le armi; e morirà in un tentativo di evasione durante una manifestazione per il 1 maggio. A quel punto sarà allora Nilvona a raccogliere la bandiera rossa e a farsi uccidere dai militari.
La narrazione è strettamente collegata alla dimensione psicologica dei personaggi e alla loro vita quotidiana, per evidenziare i problemi del movimento del proletariato dell’epoca. La protagonista dapprima è una donna disperata, picchiata dal marito, piena di paura, poi, spinta dall’esempio del figlio, anche lei compie una “rivolta” contro quella vita squallida ;cresce in lei un desiderio di libertà e di dignità, di combattere contro quella parte oscura, bestiale che è nell’uomo. E’ Nilvona l’eroina del film, proprio lei, umile, povera ,cosi come gli altri personaggi semplici che abitano il villaggio, immersi in una natura evocativa e mutevole che dà alla vicenda un tocco romantico perfettamente in armonia con il reale.
La madre è stato considerato per mezzo secolo un classico del cinema muto sovietico e classificato nel 1958 dai critici di Bruxelles come uno tra i 12 migliori film della storia del cinema per essere sottoposto in seguito ad alcune revisioni.

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Sostituita versione con subeng con versione migliore e con subita

Regia di Victor Sjöström. Un film Da vedere 1927 con Lillian GishLars HansonMontagu LoveDorothy Cumming. Titolo originale: The Wind. Genere Drammatico – USA1927durata 84 minuti. – MYmonetro 3,72 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Il miglior film del regista svedese in terra statunitense. Nonostante il finale voluto dalla produzione, questo rimane uno dei capolavori del muto con la grande interpretazione di Lillian Gish. Una giovane donna della Virginia arriva in Texas. Rimane intrappolata in una casetta di legno, durante una grande bufera. La insidia uno sconosciuto. Grande fotografia.

Regia di Tod Browning. Un film Da vedere 1927 con Joan CrawfordLon ChaneyNorman Kerry. Titolo originale: The Unknown. Genere Muto – USA1927durata 65 minuti. – MYmonetro 3,17 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Film muto. Alonzo (Chaney), apparentemente senza braccia (le ha nascoste sotto un corsetto), lavora in un circo gitano in Spagna come lanciatore di coltelli con i piedi e s’innamora di Nanon (Crawford), sua partner, che nutre un patologico ribrezzo per le mani degli uomini. Per amor suo si fa amputare le braccia, ma quando torna al lavoro Nanon si è fidanzata con il forzuto del circo Malabar (Kerry), che l’ha guarita dalla sua fobia. Finale tragico. 5° dei 10 film che T. Browning e L. Chaney girarono insieme tra il 1919 e il 1929, e uno dei 7 che J. Crawford interpretò per la M-G-M nel 1927. Sceneggiato da Waldemar Young su un soggetto dello stesso regista, è uno dei più deliranti melodrammi d’amore del cinema muto, e dovrebbe figurare in un’ideale antologia dei migliori film d’ambiente circense. Browning meriterebbe una personale retrospettiva. “Tra tutti i registi americani è colui che cercò di più di far saltare le barriere tra l’animalità e l’umanità, il normale e il mostruoso, il desiderio e la frustrazione, il reale e il fantastico” (J. Lourcelles).

 Lo sconosciuto
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Amor pedestre - Corto (1914) | il DavinottiRegia di Marcel PerezMarcel Fernández Peréz. Un film con Marcel Perez. Genere Muto – Italia1914durata 4 minuti.

L’esistenza di un antecedente non diminuisce il valore del film di Fabre (18??-1929) finalmente restaurato con le colorazioni d’epoca. Che ne riprende la sostanza innovativa e chiave stilistica ma si allinea, satireggiando, alla nascente moda del mélo borghese. Qui gli oggetti in scena sono importanti ma non determinanti, confidando in una mimica sia pur parziale (sempre dalle ginocchia in giù!) per un abbozzo efficace della psicologia dei tre elementi determinanti di un adulterio. Con qualche accenno perfino feticista (l’accarezzamento della scarpa di lei mentre lui ci inserisce il bigliettino per l’appuntamento galeotto) il film scivola felicemente, senza bisogno di parole, verso l’amorale happy end. Precursore elegante di quell’irridente cinismo che continua a riempire i nostri schermi. – CM

 Amor Pedestre
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Le sue ultime mutandine (1927) | FilmTV.itUn film di Frank Capra. Con Harry Langdon, Gladys Brockwell, Al Roscoe Titolo originale Long Pants. Commedia, durata 60′ min. – USA 1927. MYMONETRO Le sue ultime mutandine * * * - - valutazione media: 3,25 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Muto. Indossati finalmente i suoi primi calzoni lunghi, il timido sognatore Harry perde la testa per una bella dissoluta dei quartieri alti e, per amor suo, tenta di uccidere inutilmente l’ingenua Priscilla, sua coetanea e vicina di casa. Langdon ha fatto film più divertenti, ma Long Pants (titolo italiano imbecille) fa macchia nella sua carriera per il carattere ibrido tra romance e commedia, con lampi di film noir e di cinema d’avanguardia. Sviluppa un tema che fu centrale nella narrativa nordamericana a cavallo tra l’Ottocento e il Novecento: il conflitto tra innocenza ed esperienza, gentilezza della provincia e corruzione urbana.

 Le sue ultime mutandine
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Sir Charles Spencer Chaplin, noto come Charlie (Londra16 aprile 1889 – Corsier-sur-Vevey25 dicembre 1977), è stato un attorecomicoregistasceneggiatorecompositore e produttore cinematografico britannico, autore di oltre novanta film e tra i più importanti e influenti cineasti del XX secolo.

Il personaggio attorno al quale costruì larga parte delle sue sceneggiature, e che gli diede fama universale, fu quello del “vagabondo” noto al pubblico italiano come Charlot (in realtà il personaggio non aveva nome, e in inglese era chiamato semplicemente The Tramp).[1] La rivolta umanistica, talora nostalgica e sentimentale, talora comica e beffarda, contro le ingiustizie della società capitalistica moderna fece della maschera di Charlot l’emblema dell’alienazione umana (in particolare delle classi sociali più emarginate) nell’era del progresso economico e industriale.

Bombetta, bastoncino e scarpe di Charlot, esposte dalla Fondation de Musée Chaplin, presso Chaplin’s World, Corsier-sur-VeveyVaudSvizzera

Chaplin fu una delle personalità più creative e influenti del cinema muto. La sua vita lavorativa nel campo dello spettacolo ha attraversato oltre 76 anni. Fu influenzato dal comico francese Max Linder, a cui dedicò uno dei suoi film. Star mondiale del cinema, fu oggetto di adulazione e di critiche serrate, anche a causa delle sue idee politiche. Nei primi anni cinquanta, durante le persecuzioni del cosiddetto Maccartismo, le sue idee di forte stampo progressista furono infatti avversate dalla maggior parte della stampa; fu inviso anche al governo federale statunitense. In viaggio con la famiglia verso Londra (settembre 1952), dove si sarebbe tenuta la prima mondiale di Luci della ribalta e successivamente un periodo di vacanza, fu raggiunto dalla notifica del procuratore generale degli Stati Uniti in base alla quale gli veniva annullato il permesso di rientro negli USA: visse il resto della sua esistenza in Svizzera, nella tenuta de “Manoir de Ban”,[2] nel comune di Corsier-sur-Vevey, fra Losanna e Montreux, sul lago di Ginevra.

Walking Back è un film muto del 1928 diretto da Rupert Julian e, non accreditato, da Cecil B. DeMille. La sceneggiatura si basa su A Ride in the Country, un racconto di George Kibbe Turner pubblicato a puntate dal 6 all’8 agosto 1927 su Liberty[1].

Smoke Thatcher, al quale il padre rifiuta la macchina, “prende in prestito” l’auto di un vicino di casa per portare a ballare la sua ragazza, Patsy. I due, però, hanno un incidente quando Smoke si mette a gareggiare con un rivale e l’auto si prende una bella botta. È talmente rovinata che i meccanici del garage dove Smoke porta il veicolo gli propongono di dargli un’altra auto se accetterà di fare l’autista per loro durante una rapina. Il garage, infatti, è il covo di una banda, e le automobili sono tutte rubate.

 Walking Back
(1928) on IMDb

Regia di Robert Wiene. Un film con Fern AndraAlbert BennefeldLewis BrodyJohn Gottowt. Genere Horror – Germania1920durata 105 minuti.

Genuine è una sacerdotessa sanguinaria che viene comperata in un mercato orientale di schiavi da un vecchio Pigmalione moderno, il quale però se ne innamora al punto di rinchiuderla in una strana gabbia di vetro inaccessibile ai visitatori. La donna riesce a convincere un giovane barbiere a tagliare la gola al padrone e, una volta libera, diventa una temibile supervamp che porta alla rovina tutti gli uomini che incontra.

 Genuine
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Regia di Rolf De Heer. Un film con Nigel LunghiPaul BlackwellMagda Szubanski. Genere Commedia, – Australia2007durata 83 minuti. Uscita cinema venerdì 4 luglio 2008 distribuito da Fandango. – MYmonetro 3,26 su 7 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Lo scienziato e inventore dr. Plonk che vive nel 1917 con un assistente sordomuto, la moglie, un cane e una cameriera quasi invisibile, scopre che il mondo finirà nel 2008, ma non ha le prove per dimostrarlo. Fabbrica una macchina del tempo e, per uno sbaglio, si ritrova 10 000 anni prima in una tribù di cannibali. Riesce a tornare. Dopo vari tentativi approda nel 2007 e, vedendo la tv, crede di aver trovato le prove: è un trailer di un film catastrofico. Tornato nel 1917 convince il Primo Ministro a viaggiare con lui e finisce in carcere nel futuro. Stravagante, dinamico come un balletto, conciso, non parlato con didascalie, questo film di uno dei più talentuosi registi australiani rischia di essere ripetitivo nel vorticoso susseguirsi di gag buffe, ma ha una graziosa originalità nel parafrasare il cinema comico muto di Chaplin, Keaton, Lloyd, ispirandosi anche alla primitiva magia di Meliès. Scomponibile in 3 parti: la vita di Plonk (con la mimica arguta di N. Lunghi) fino al primo viaggio, i continui spostamenti avanti e indietro nel tempo, la finale condizione di esule forzato.

 Dr. Plonk
(2007) on IMDb

Regia di René Clair. Un film Da vedere 1927 con Albert PréjeanMarise MaiaOlga Tschechowa. Titolo originale: Un chapeau de paille d’Italie. Genere Commedia – Francia1927durata 60 minuti. – MYmonetro 3,00 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Per la prima volta alle prese con la comicità realistica del vaudeville omonimo (1851) di Eugène Labiche e Marc Michel, R. Clair ne sposta l’azione al 1895, la serra dentro una giornata di festa per la celebrazione di un matrimonio, scandita dalle tappe dell’affannosa ricerca di un cappello di paglia, la limita nello spazio mobile di cinque ambienti, annullandone la staticità teatrale originaria secondo l’effetto dinamico “a palla di neve”, come lo chiama H. Bergson (nel saggio Il riso ). L’azione – danza di oggetti e di personaggi ridotti a marionette – si svolge al ritmo frenetico di un indemoniato balletto. È la punta alta nel cinema muto di Clair, sostenuta da un impeccabile senso dell’organizzazione farsesca, dalle invenzioni scenografiche di Lazare Meerson e dalla leggerezza di tocco con cui il regista governa un gruppo eterogeneo di attori europei e di immigrati russi. Non a caso il vaudeville di Labiche-Michel ispirò alcuni tra i più importanti musicisti del ‘900 tra cui Jacques Ibert (1929) e Nino Rota che ne compose una felice trasposizione teatrale, messa in scena nel 1955 a Palermo e poi per tre stagioni di seguito al Piccolo Teatro di Milano con la regia di Giorgio Strehler. Le sue musiche, trasposte per pianoforte e eseguite da Angela Annese, accompagnarono la ripresa del film alle Giornate del Muto 2007 a Pordenone. Ebbe altre 3 versioni filmiche in Germania (1939), Francia (1940-44) e Argentina (1946).

 Un cappello di paglia di Firenze
(1928) on IMDb

Regia di René Clair. Un film con Dolly DavisJean BörlinAlbert PréjeanJim GéraldPaul OllivierMaurice Schutz. Titolo originale: Le Voyage imaginaire. Genere Drammatico – Francia1925durata 80 minuti. – MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Prodotto, come Entr’acte , da Rolf de Maré, impresario teatrale che voleva procurare una parte di protagonista al suo primo ballerino/coreografo (e amante) Borlin che, tra l’altro, risultò attore insipido. Il 3° lungometraggio muto di Clair è scomponibile in tre atti. Il 1° e il 3° raccontano le disavventure di Jean, timido impiegato di banca, innamorato della graziosa Dolly e perseguitato da due colleghi rivali. Il 2° è un sogno in cui Jean è trasportato in una grotta magica, abitata da vecchie fate cui rende bellezza e gioventù con un bacio. Ritrova Dolly. Una fata cattiva li trasporta in volo alla cattedrale di Nôtre Dame dove Jean è trasformato in un bulldog. L’azione si sposta nel museo delle cere Grévin i cui personaggi storici tornano in vita. Dalla ghigliottina Jean è salvato da Charlot e dal suo monello. “È il [suo] primo film in cui la scenografia acquista un ruolo esplicitamente significante” (G. Grignaffini). È anche, nella storia del cinema, uno dei primi film autoreferenziali. Muto.

 Il viaggio immaginario
(1926) on IMDb

Risultati immagini per Our hospitalityUn film di Buster Keaton, John Blystone. Con Buster Keaton, Natalie Talmadge Keaton, Joe Keaton, Buster Keaton jr Titolo originale Our Hospitality. Commedia, b/n durata 70′ min. – USA 1923. MYMONETRO Accidenti, che ospitalità! * * * 1/2 - valutazione media: 3,65 su 9 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Riprendendo in parte il meccanismo già sperimentato ne “I Parenti di mia moglie”,Keaton crea il divertimento  basandosi quasi esclusivamente sul rigore insensato che domina la dimora dei Canfield. Ogni oggetto assume valore diverso rispetto a quello solito o non è ciò che sembra.Molto divertente anche la lunga sequenza del viaggio d’andata.Ma la scena indimenticabile è quella del cavallo mascherato.Irresistibile l’impassibilità del protagonista anche nelle situazioni più impensabili.E notevoli le sue capacità acrobatiche,che si faranno più strabilianti nei film successivi.La Talmadge era realmente moglie di Keaton,e Will McKay da piccolo è interpretato dal figlio della coppia Joseph.

 Accidenti che ospitalità!
(1923) on IMDb