Category: Horror


Dopo la vita - Film (1973) - MYmovies.itUn film di John Hough. Con Roddy McDowall, Pamela Franklin, Clive Revill Titolo originale Legend of Hell House. Horror, durata 95 min. – USA 1973. MYMONETRO Dopo la vita * * - - - valutazione media: 2,00 su 1 recensione.

In una casa soprannominata “Villa Inferno” accadono inspiegabili fenomeni che nessuno è riuscito a far cessare. Si impegnano nel compito due scienziati e due medium. Dopo due morti misteriose, si scoprirà la causa degli spaventosi episodi.

The Legend of Hell House (1973) on IMDb

Un film di Sergio Garrone. Con Klaus Kinski, Katia Christine, Stella Calderoni, Marzia Damon, Carla Mancini. Horror, durata 90′ min. – Italia 1974. MYMONETRO Le amanti del mostro * - - - - valutazione media: 1,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Riscoperto un antico diario, medico esaltato diventa assassino, morbosamente geloso della moglie. 

Lover of the Monster (1974) on IMDb

Poster Re-animatorUn film di Stuart Gordon. Con Bruce Abbott, Barbara Crampton, David Gale, Jeffrey Combs, Robert Sampson. Horror, durata 86′ min. – USA 1985. – VM 18 MYMONETRO Re-animator * * - - - valutazione media: 2,39 su 16 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Un giovane ricercatore inventa un siero fluorescente che riporta in vita i morti. Lo usa in modo dissennato. I resuscitati si trasformano in mostri assassini. Da un racconto di H.P. Lovecraft un cocktail trucido e geniale di horror, grottesco, sesso sfrenato e demenziale, gusto della trasgressione e della provocazione, Kitsch delirante. Grosso successo in USA nonostante il divieto ai minori di 18 anni. Scadente colonna sonora di Richard Band. 1° film di S. Gordon.

Re-Animator (1985) on IMDb

Locandina Il dio serpenteUn film di Piero Vivarelli. Con Nadia Cassini, Beryl Cunningham, Sergio Tramonti, Evaristo Marquez Drammatico, durata 94′ min. – Italia 1970. MYMONETRO Il dio serpente * * - - - valutazione media: 2,08 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Bella italiana sposa ricco dei Caraibi, diventa amica di un’indigena e si fa affascinare da riti magici, culto del dio serpente incluso. Sullo sfondo di immagini folcloristiche, una commedia imperniata su erotismo e magia insulsa. Involontariamente ridicola. Nella colonna musicale di Augusto Martelli Djamballà ebbe un certo successo discografico.

Il dio serpente (1970) on IMDb

Locandina The Gerber Syndrome: Il contagioUn film di Maxi Dejoie. Con Valentina Bartolo, Elisabetta Fischer, Pia Lanciotti, Ettore Nicoletti, Nicola Marchitiello. Titolo originale The Gerber Syndrome. Horror, durata 88 min. – Italia 2011. – Videa – CDE MYMONETRO The Gerber Syndrome: Il contagio * * * - - valutazione media: 3,13 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Un nuovo virus tiene in scacco l’Europa. Decisamente peggiore dell’influenza aviaria e di tutte le altre pandemie che hanno allarmato le organizzazioni sanitarie mondiali, il morbo di Gerber è una malattia a metà tra un’influenza e l’Aids. Scoperto in Germania nel 2008 e ormai diffuso in tutto il mondo, si contrae entrando in contatto con sangue o saliva infetti e si manifesta con una febbre molto alta e aggressiva. Ma ben presto la sindrome di Gerber rende gli esseri umani simili a zombie. Il virus si sta diffondendo a macchia d’olio, perché gli infetti perdono il controllo e tendono a essere violenti, attaccando chiunque capiti loro a tiro. Una volta contagiati, non c’è scampo. Il terzo stadio della malattia conduce, infatti, alla morte. Ecco perché è stato istituito un centro sanitario dedicato, il CS, in cui i malati vengono messi in quarantena e allontanati definitivamente dalla società. Una troupe televisiva decide di realizzare un documentario su questo nuovo e temibile virus, seguendo il lavoro di Luigi, un ventitreenne addetto alla sicurezza, incaricato di intercettare gli infetti segnalati e portarli al CS, e quello di un medico in prima linea, il dottor Ricardi, che si sta occupando del difficile caso di Melissa, una ragazza contagiata accidentalmente.
Non è certo nuova la trovata di delineare una vicenda di finzione come se si trattasse di un evento reale. Girato nel 1965, The war game di Peter Watkins ha fatto scuola, raccontando in stile documentaristico un attacco nucleare alla Gran Bretagna. Da quel momento i mockumentary, o falsi documentari, hanno preso piede nel cinema mondiale, soprattutto statunitense, ma con esempi anche in casa nostra, basti pensare a Cannibal Holocaust di Ruggero Deodato. Nel tempo, questo genere così ibrido si è sempre più legato all’horror, come mostra il caso del film The Blair Witch Project o il rilancio recente del mockumentary a opera di Rec, che è servito da spunto a tutta una serie di saghe dell’orrore basate sull’espediente del found footage, come Paranormal Activity.
Proprio a Rec si richiama da vicino The Gerber Syndrome: Il contagio, un esperimento a metà tra un falso documentario e uno zombie movie. Niente di innovativo, quindi, se non per il fatto che a cimentarsi con questo cinema di genere sia una produzione italiana low budget, che ha avuto l’intelligenza di sfruttare le ristrettezze produttive a proprio favore. Il risultato dell’esperimento è un film dalle fattezze artigianali, girato come se si trattasse del documentario di una troupe televisiva, a cui generalmente si perdonano ingenuità e difetti di stile, fotografia, regia e montaggio, per concentrarsi piuttosto sull’impatto del racconto della realtà in presa diretta.
Il regista Maxi Dejoie, al suo esordio nel lungometraggio, gioca con questi limiti, seppur vistosi e a tratti grossolani, e si assicura così la presa e il coinvolgimento emotivo dello spettatore, che non può fare a meno di chiedersi cosa accadrebbe se il morbo di Gerber fosse reale e colpisse le persone a noi care, precipitando in un’autentica spirale di angoscia di fronte alla terribile vicenda di una famiglia come tante, nella cui vita ordinaria irrompe una malattia straordinaria, con tutta la serie di decisioni dolorose che questa comporta. Tanto più che il Dejoie sceneggiatore chiama in causa dilemmi etici di difficile risoluzione, come quelli legati alla necessità di limitare la libertà personale per tutelare la salute collettiva.
Il regista ha gioco facile nel fare leva sulle paure più irrazionali che albergano nel nostro animo, anche grazie all’interpretazione naturale degli attori, che rendono credibili e verosimili situazioni che si spera di non vivere mai. Interessanti appaiono poi le reazioni di alcuni gruppi, che rispondono alla totale mancanza di controllo provocata dal virus con feroci tentativi di farsi giustizia da soli, lanciandosi in azioni di “pulizia” che rendono sempre più labili i confini tra l’essere umano e la bestia.

The Gerber Syndrome: il contagio (2011) on IMDb

Locandina Il ritorno dei morti viventiUn film di Dan O’Bannon. Con Clu GulagerJames KarenDon CalfaThom Mathews, Beverly Randolph, Linnea Quigley.  Titolo originale The Return of the Living Dead.Horrordurata 85 min. – USA 1985. – VM 18 – MYMONETRO Il ritorno dei morti viventi * * 1/2 - - valutazione media: 2,75 su 12 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

La Uneeda Medical Supply di Louisville conserva, per conto dell’esercito, in un magazzino top secret, misteriosi cadaveri emeticamente chiusi in speciali contenitori. Frank, il guardiano dello stabilimento, spiega al nuovo inserviente Freddie che si tratta dei corpi che anni prima ripresero temporaneamente vita a causa della terribile “diossina 204” fuoriuscita da un grosso centro industriale di Pittsburg, episodio dal quale – aggiunge – Romero trasse un celebre film… A conferma di quanto racconta, Freddie mostra al giovanotto uno dei contenitori e, per rassicurarlo che il corpo ivi racchiuso è ben protetto, vi picchia sopra: naturalmente, il contenitore si spacca e i due sono investiti da un soffio di gas che mentre li tramortisce fa risvegliare altri cadaveri. Tornati coscienti, e avvertito l’amministratore Wilson, Frank e Freddie fronteggiano uno degli zombi e, dopo averlo catturato, riescono a distruggerlo nel forno crematorio di Ernie, l’imbalsamatore tedesco che ha una ditta lì vicino. Il fuoco sembra l’unica arma per distruggere i mostri, ma le loro ceneri, passate per il camino e disperse nell’aria cadono, a causa di un improvviso acquazzone, sulle tombe di un piccolo cimitero resuscitando altri morti. Orde di zombi si riversano nei campi ed assediano il magazzino massacrando operai, infermieri e poliziotti. Wilson, dopo vari tentativi, riesce a mettersi in contatto con i comandi dell’esercito ma quando è convinto ormai di essere in salvo, una terribile esplosione si abbatte su Louisville: i militari per distruggere gli zombi hanno pensato bene di sganciare un’atomica sulla città.
Fra gli innumerevoli film nati sulla scia della Notte dei morti viventi (qui esplicitamente citato in segno di ironica filiazione e, insieme, di divertito distacco), Il ritorno dei morti viventi è uno dei più originali e immeritatamente (in Italia) sottovalutati. Il regista O’Bannon – esperto sceneggiatore che ha all’attivo due capolavori come Dark Star ed Alien – sviluppa la macabra vicenda secondo il meccanismo di un gioco al massacro, avanzando, con l’arma della satira, serie perplessità sull’efficienza dei sistemi di sicurezza americani preposti alla salute pubblica e sulla rozza strategia del potere che mentre fronteggia i danni ne provoca altri maggiori.Il pretesto fantascientifico si riallaccia, qui, al filone catastrofico delle alterazioni ambientali, convenientemente tenute segrete al grosso pubblico, provocate da illeciti esperimenti militari o scientifici. Le situazioni orrorifiche si susseguono con buon ritmo senza smorzare lo spirito goliardico che pervade la storia. Tra una carneficina e l’altra O’Bannon trova anche il tempo di mostrarci lo spogliarello della splendida Linnea Quigley, nella parte di Trash, la ragazza punk che allieta i suoi compagni durante una “festicciola” al fatidico cimitero. Originariamente progettato in 3D per la regia di Tobe Hopper.

The Return of the Living Dead (1985) on IMDb

Un film di Charles B. Pierce. Con Ben Johnson, Andrew Prine, Charles Pierce Titolo originale The Town that Dreaded Sundown. Drammatico, durata 95 min. – USA 1977. MYMONETRO Il terrore arriva al tramonto * * - - - valutazione media: 2,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

La vera storia di un fattaccio di cronaca nera avvenuto nel Texas negli anni Quaranta. Alla fine della guerra un assassino mascherato terrorizzò la cittadina di Texarcana con una serie di delitti apparentemente immotivati.

The Town That Dreaded Sundown (1976) on IMDb

Locandina Ragazzi perdutiUn film di Joel Schumacher. Con Jason Patric, Dianne Wiest, Edward Herrmann, Kiefer Sutherland, Jami Gertz Titolo originale Lost Boys. Horror, durata 97 min. – USA 1987. MYMONETRO Ragazzi perduti * * 1/2 - - valutazione media: 2,51 su 15 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Una donna divorziata con due figli adolescenti si stabilisce nella casa del padre in un villaggio della California apparentemente tranquillo. In realtà è infestato da una banda di vampiri. Il figlio maggiore si innamora di una bella vampiretta (però suscettibile di normalizzazione), la madre addirittura del capo vampiro.

The Lost Boys (1987) on IMDb

Regia di Pascal Laugier. Un film con Morjana AlaouiMylène JampanoïCatherine BéginRobert ToupinPatricia TulasneCast completo Genere Horror, – FranciaCanada2008durata 97 minuti. Uscita cinema venerdì 12 giugno 2009 distribuito da Videa. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 18 – MYmonetro 2,47 su 7 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Prima del divieto ai minori in Francia, rivisto e ritirato tra mille dibattiti, c’era stato persino il rifiuto della sceneggiatura da parte del produttore Richard Grandpierre, pur avvezzo alle censure vista l’esperienza con Irreversible di Noé. Anche Grandpierre aveva considerato Martyrs ai limiti della sopportabilità, per poi decidersi a investire comunque su una pellicola dallo scandalo assicurato.
E nella polemica generale il regista, Pascal Laugier, credendosi paladino della libertà d’espressione, sembra essersi convinto di aver girato un inaccettabile film di denuncia. Tutt’altro, Martyrs è solo un horror congegnato per irritare gratuitamente, per nulla rivoluzionario e affatto in linea con la perversione degenerata e di dubbio gusto del thriller contemporaneo. Saint Ange perlomeno si contestualizzava nella Francia occupata e citava i classici italiani degli anni ’70. Martyrs è invece una carneficina, compiaciuta della propria perversione in un ormai patologico, per il genere horror, eccesso del mostrare (pensiamo naturalmente ai vari Saw e in particolare a Saw IV). Perso nei suoi stessi ingranaggi, non racconta e non si fa tramite di un mondo in decadimento attraverso le regole di genere (cosa in cui eccelleva lo straordinario Cargo 200), né, d’altra parte, riflette sul suo stesso punto di vista cinematografico, argomento su cui la scuola di horror d’oltralpe riesce bene persino nei casi di macelleria più espliciti.
Martyrs inizia in medias res, senza alcun preavviso né attimo di tregua. Ci presenta subito mostri inventati e ruoli scambiati, riprendendo un po’ goffamente marche tipiche di certo horror asiatico. Degenera poi nell’escatologico, quasi mistico, in sostanza demente. Ci porta all’interno di un imbarazzante trattato sul tema del martirio, inaspettatamente pretenzioso e ascetico. Della bravura delle due belle protagoniste, Morhana Aloui e Mylene Jampanoi è difficile parlare, intente come sono a gridare insanguinate per buona parte del film.
Resta poco, dalla messa in scena inelegante, alle pretese da nuovo Salò pasoliniano. Martyrs sembra piuttosto uno scandalo ben progettato, una “boucherie” senza alcun limite (se non quello, coerentemente col tema passionale, erotico) rivestita da misticheggianti motivi religiosi.

Martyrs (2008) on IMDb

Prima di vedere questo film consiglio di leggere i commenti in questo post. Personalmente è un film che non guarderò e che eviterei fossi in voi. Aspetto commenti nel caso vogliate avventurarvi ma ripeto, lasciate perdere

Una messa per Dracula. Restaurato in HD (DVD) - DVD - Film di Peter Sasdy  Fantastico | IBSUn film di Peter Sasdy. Con Linda Hayden, Christopher Lee, Anthony Corlan Titolo originale Taste the Blood of Dracula. Horror, durata 95′ min. – Gran Bretagna 1970. MYMONETRO Una messa per Dracula * - - - - valutazione media: 1,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nella Londra vittoriana tre nobilastri annoiati convincono Lord Courtley a ridestare il suo maestro, il vampiro Dracula ma poi, terrorizzati, uccidono l’amico. Per vendicarsi, Dracula sottomette alla sua volontà i figli dei tre malvagi. Solo uno dei giovani riesce a sottrarsi e affronta il vampiro. 4° Dracula della Hammer con C. Lee, banale e stracolmo di insulse trovate macabre. Seguito da Il marchio di Dracula.

 Una messa per Dracula
(1970) on IMDb

Risultati immagini per Il Marchio di DraculaUn film di Roy Ward Baker. Con Christopher Lee, Dennis Waterman, Jenny Hanley, Richard Durden Titolo originale Scars of Dracula. Horror, durata 94′ min. – Gran Bretagna 1970. MYMONETRO Il marchio di Dracula * 1/2 - - - valutazione media: 1,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Albert e Sara si trovano nel castello di Dracula in cerca del fratello di lui scomparso. Uno dei più anemici Dracula della Hammer. Dopo l’assenza giustificata in Le figlie di Dracula, C. Lee tornerà al personaggio in 1972: Dracula colpisce ancora.

Scars of Dracula (1970) on IMDb

LA BESTIA DI SANGUE - Spietati - Recensioni e Novità sui FilmUn film di Eddie Romero. Con John Asheley, Celeste Yarnall, Eddie Garcia, John Ashley, Liza Belmonte, Alfonso Carvajal. Titolo originale Beast of Blood. Horror, b/n durata 90 min. – USA, Filippine 1970. MYMONETRO La bestia di sangue * - - - - valutazione media: 1,00 su 1 recensione.

Diretto sequel di Mad Doctor of Blood Island, il film inizia come di consueto su una barca con a bordo John Ashley che riveste i panni di Bill Foster. Il mostro alla clorofilla del film precedente è a bordo e ammazza tutti con furia selvaggia. La barca esplode. Si salva solo Foster aggrappato al relitto. In realtà, si salva anche il mostro che, accasciato sulla spiaggia, si risveglia e si allontana nella giungla. Agile, dinamico e furioso, il mostro è protagonista di un inizio diverso da quello degli altri due film lenti nel presentare situazioni e personaggi. Stavolta questa esigenza non c’è e Romero pigia sull’acceleratore, ma è solo una mossa spiazzante. Dopo i titoli, troviamo Foster di nuovo a bordo di una nave diretta all’Isola di sangue. Con lui, Myra Russell (Celeste Yarnall), una giornalista interessata a quanto è successo a suo tempo. Sull’isola, Foster ritrova un’atmosfera pesante: non lo vogliono, il suo tentativo precedente è stato inutile, il mostro è tornato. Torna anche il dottor Lorca stavolta interpretato dall’ottimo Eddie Garcia. Alla mezz’ora il film cambia registro: Myra viene rapita da una banda di guerriglieri e inizia un lungo inseguimento nella giungla che appartiene al genere avventuroso. L’horror è lasciato completamente da parte. I guerriglieri portano la ragazza alla nuova base del dottor Lorca che tiene in laboratorio il mostro alla clorofilla: ne ha separato il corpo dalla testa, ma entrambi sono vivi grazie al suo fluido verde. La seconda mezz’ora è stata d’azione. Allo scoccare dell’ora di film, Lorca entra in sala operatoria. La testa del mostro osserva. Il siero alla clorofilla che lo tiene in vita gorgoglia. Torna l’horror per il gran finale, sia pure ancora combinato con l’action. Mad Doctor of Blood Island era stato un successo travolgente nel circuito dei drive-in americani, ma Romero, per la prima volta alla guida solitaria di un film della serie, piuttosto perversamente, non dà al pubblico una nuova razione della stessa cosa e, dimostrando di non essere troppo interessato all’horror, realizza una singolare contaminazione di generi, riuscita solo in parte. I personaggi sono puri stereotipi. La bestia di sangue mostra sempre le qualità professionali di Romero, ma sembra girato più in fretta, per qualche scollatura di montaggio e qualche piccola scena non riuscita. John Ashley si fa sempre vedere con piacere e Eddie Garcia è uno degli attori feticcio di Romero. Nato nel 1921, è tuttora attivissimo dopo aver interpretato quasi duecento film e averne diretti almeno una quindicina. Il manifesto con il mostro con la propria testa mozzata tra le mani fece sensazione (esempio di pura exploitation: la scena non c’è nel film)

Beast of Blood (1970) on IMDb

Locandina L'occhio nel triangoloUn film di Ken Wiederhorn. Con Brooke AdamsJohn CarradinePeter CushingLuke Halpin, Jack Davidson, Don Stout, Clarence Thomas, D.J. Sidney, Fred Buch Titolo originale Shock wavesHorrordurata 93 min. – USA 1975MYMONETRO L’occhio nel triangolo * 1/2 - - - valutazione media: 1,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Un gruppo di turisti in viaggio nei mari delle Bermude naufraga su un’isola desolata il cui unico abitante sembra essere il solitario Scar. L’uomo accoglie i sopravvissuti ospitandoli in una fatiscente dimora ma li avverte di non allontanarsi dal luogo poiché la vegetazione intorno ed il mare nascondono mortali insidie. Le oscure minacce di Scar prendono corpo, durante la notte, nelle sagome di misteriosi individui che vestendo uniformi tedesche si aggirano per l’isola guidati da un istinto omicida. Quando si verificano le prime vittime, Scar è costretto a raccontare la sua storia… Durante la guerra, gli scienziati nazisti avevano sperimentato con successo la possibilità di creare in laboratorio “il soldato perfetto” restituendo vita artificale ai cadaveri di uomini distintisi per coraggio, obbedienza e spietatezza. Al momento della capitolazione Scar, ufficiale delle SS, aveva affondato in mare, nei pressi dell’isola, il drappello di creature che gli era stato affidato: ma i mostri non sono annegati e con il movimento delle maree ritornano in superficie per esigere un tributo di sangue. Ad un ad uno, tutti cadono massacrati dai morti viventi. Soltanto una ragazza riesce a fuggire su un’imbarcazione di fortuna, ma tratta in salvo da un peschereccio viene considerata inequivocabilmente pazza.Tra i film sugli zombi, con qualche spunto fantascientifico, Shock Waves è stato accolto dalla critica americana con inconsueta benevolenza. Da noi, salvo poche eccezioni, il film è stato ignorato o archiviato tra gli horror più dozzinali. Peter Cushing interpreta l’indecifrabile Scar e John Carradine il capitano Ben, l’irascibile comandante dello yacht dei turisti, tra i primi a cadere per mano dei misteriosi assassini. Il make-up dei nazi-zombi è opera di Alan Ormsby. Alcune fonti citano non accreditato l’onnipresente Fred Olen Ray tra i produttori esecutivi.

Shock Waves (1977) on IMDb

Un film di William Castle. Con Barbara Stanwyck, Robert Taylor, Judith Meredith, Hayden Rorke Titolo originale The Night Walker. Horror, b/n durata 86′ min. – USA 1964. MYMONETRO Passi nella notte * * 1/2 - - valutazione media: 2,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Uno scienziato cieco registra quel che la moglie (che è innamorata del giovane avvocato di famiglia) dice quando fa strani sogni. Dopo la tragica morte del marito, lei potrebbe godersi denaro e libertà, ma gli strani sogni continuano. C’è sotto un complotto. Scritto da Robert Bloch, l’autore di Psycho, è un thriller a basso costo poco convincente a livello della logica narrativa, ma con un’atmosfera e almeno due svolte sorprendenti. Ultimo film per il cinema di B. Stanwick.

The Night Walker (1964) on IMDb

Notti Del Terrore (Le) - DVD.itUn film di Andrea Bianchi. Con Gian Luigi Chirizzi, Karin Well Horror, durata 85 min. – Italia 1981. MYMONETRO Le notti del terrore * - - - - valutazione media: 1,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Uno studioso alla ricerca di un antico segreto esplora una oscura grotta e in qualche modo libera uno stuolo di zombie che tanto per cominciare se lo mangiano. Il conte George (Roberto Caporali) arriva all’isolata villa di famiglia assieme alla moglie Evelyn (Mariangela Giordano) e al figlio Michael (Peter Bark). Lì si sono già radunati svariati ospiti che li attendono festosamente. Manca solo il professore, anche se, dice la servitù, non c’è da preoccuparsi: altre volte si è assentato per parecchio.Invece c’è da preoccuparsi e molto perché il professore è lo studioso mangiato dagli zombie: apprendiamo infatti che stava studiando le pratiche magiche degli etruschi connesse con la sopravvivenza dei morti. Gli zombie si scatenano e danno l’assalto alla villa cominciando a nutrirsi dei vivi che devono cercare una difficile fuga. È il film famoso per la morsicatona del “figlioletto” Peter Bark alla tetta della mamma Mariangela Giordano, il quale da zombie trova il coraggio – che prima gli mancava – di realizzare il rapporto edipico latente. Puro delirio con dialoghi ridotti ai minimi termini, ma comunque irresistibili (“Non ha più il volto di un uomo”, “È come corroso dal tempo”, si dice di uno zombie; “Chi siete? Che cosa volete?”, chiede educatamente George, vedendone un altro particolarmente decomposto marciargli contro). Zombie adeguatamente cadaverici e incombenti realizzati piuttosto bene da Gino De Rossi e Rosario Prestopino. Grandi mangiate di interiora e inseguimenti a non finire. Cast terribile: si salva Mariangela Giordano. Prodotto da Gabriele Crisanti e sceneggiato da Piero Regnoli, è diventato a suo modo un cult.

Burial Ground: The Nights of Terror (1981) on IMDb

Un film di Georges Franju. Con Alida Valli, Pierre Brasseur, Edith Scob, François Guerin, Alexandre Rignault. Titolo originale Les yeux sans visage. Giallo, b/n durata 88 min. – Francia, Italia 1960. MYMONETRO Occhi senza volto * * 1/2 - - valutazione media: 2,85 su 9 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Il dottor Génessier (Pierre Brasseur) è un chirurgo di eccezionale bravura, la cui vita è sconvolta dall’incidente d’auto che è costato la bellezza alla figlia Christiane (Edith Scob), costretta a vivere dietro una maschera bianca per celare a chiunque, anche a se stessa, il suo volto deturpato. Ma Génessier non si rassegna e con disperata determinazione cerca di restituire alla figlia la bellezza perduta servendosi dei volti di ragazze adescate grazie all’aiuto della fedele assistente Louise (Alida Valli). Capolavoro assoluto di uno dei registi più unici e interessanti del cinema francese. Affascinante melodramma orrorifico, girato con uno stile sublime in un bianco e nero allucinante che rende alla perfezione i chiaroscuri dell’anima, è un film di cui è facile innamorarsi e che
dimostra come anche la materia più greve e potenzialmente effettistica come l’horror chirurgico – di cui questo film è una sorte di precursore – possa essere elevata ai massimi livelli artistici. La trama è semplice, ma è raccontata con qualità narrative e visuali uniche acquisendo significati e valori molteplici e profondi. I personaggi, lungi dall’essere le macchiette monodimensionali che caratterizzeranno il sia pur godibilissimo per altri versi sottogenere sadico-chirurgico, sono estremamente complessi e sfaccettati, resi con grande senso drammatico da ottimi interpreti tra cui una grande Alida Valli e un sofferto Pierre Brasseur. Su tutti però emerge la tragica figura di Edith Scob, la cui maschera bianca, simbolo di una purezza destinata a infrangersi, è un’icona che non si dimentica. Poco dopo, con #Vedi#Il diabolico dott. Satana, Jesus Franco avrebbe dato la versione pulp dell’argomento

Eyes Without a Face (1960) on IMDb

Non Prendete Quel Metrò: Amazon.it: Film e TVUn film di Gary A. Sherman. Con Christopher LeeDonald Pleasence, Sharon Gurney Titolo originale DeathlineHorrordurata 93 min. – Gran Bretagna 1973MYMONETRO Non prendete quel metrò * * - - - valutazione media: 2,00 su 1 recensione.

Nella metropolitana di Londra avvengono misteriosi omicidi. Un ispettore di Scotland Yard scopre che autori degli assassinii sono i discendenti di alcuni operai rimasti seppelliti nel crollo durante i lavori per la costruzione della ferrovia sotterranea.

Death Line (1972) on IMDb

La tempesta del secolo (1999) | FilmTV.itLa tempesta del secolo (Storm of the Century) è una miniserie televisiva statunitense del 1999, la cui sceneggiatura fu scritta da Stephen King.

Successivamente lo stesso King ha pubblicato la sceneggiatura in forma di opera letteraria, lasciando intatta la trama.
La vicenda si sviluppa in una piccola isola immaginaria al largo delle coste del Maine, Little Tall (la stessa in cui è ambientata l’opera Dolores Claiborne). Mentre sono in corso i preparativi per fronteggiare una temibile tempesta, i pochi abitanti dell’isola, che fino a quel momento avevano creduto di non avere segreti tra di loro, ricevono la visita di Andre Linoge, uno straniero che apparentemente conosce tutti i dettagli della vita degli isolani, fin nei più nascosti segreti.

Storm of the Century (1999) on IMDb

La Morte Dall'Occhio Di Cristallo: Amazon.it: Karloff,Adams, Karloff,Adams:  Film e TVUn film di Daniel Haller. Con Boris Karloff, Patrick Magee, Nick Adams, Suzan Farmer, Freda Jackson. Titolo originale Die, Monster, Die!. Horror, durata 80′ min. – USA, Gran Bretagna 1965. MYMONETRO La morte dall’occhio di cristallo * 1/2 - - - valutazione media: 1,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Ospite nel castello della fidanzata in Inghilterra, si accorge che succedono cose terribili: le radiazioni di una meteorite trasformano in mostri piante e persone. Tratto da un bel racconto di H.P. Lovecraft The Color Out of Space, rifatto nel 1987 da David Keith (The Curse), è un horror che spreca una buona idea di partenza.

Die, Monster, Die! (1965) on IMDb

Dead Set è una serie televisiva britannica creata dallo scrittore Charlie Brooker, ampiamente acclamata dalla critica e nominata a un BAFTA.

A causa di una terribile epidemia i morti viventi seminano il panico in tutto il Regno Unito. La malattia si propaga a macchia d’olio e tra i pochi superstiti ci sono i concorrenti del Grande Fratello inglese, ignari di cosa stia accadendo. Sarà Kelly, l’assistente della produzione, a dare la sconvolgente notizia ai concorrenti che dovranno lottare per la loro sopravvivenza.

Dead Set (2008) on IMDb