In un atelier di alta moda a Roma cinque modelle sono uccise, una dopo l’altra, ciascuna in modo diverso. Il film codifica il thriller all’italiana, già sperimentato dal regista in La ragazza che sapeva troppo di cui condivide la debolezza logica della storia, cioè della sceneggiatura di Marcello Fondato. Fonte di ispirazione per D. Argento. Bava ne approfitta per testare, con Ubaldo Terzano, l’impiego del colore con un irrealismo che diventa barocchismo senza freni, e seminare false piste: i personaggi si confondono tra loro e con i manichini dell’atelier: “Il pathos della morte e lo shock del sadismo, in questo modo, vengono messi a distanza.” (A. Pezzotta). Ebbe noie con la censura.
Teleromanzo su uno dei poliziotti più famosi del mondo, il sergente di polizia americano Joe Petrosino, che alla fine del secolo scorso dichiarò una guerra senza quartiere alla Mano Nera, il primo stanziamento della mafia siciliana in USA. Petrosino cerca le radici della malapianta fino in Sicilia. Bel successo personale di Adolfo Celi, che recitò con i capelli neri (cosa che non gli accadeva da un ventennio).
Dai romanzi di Loriano Machiavelli. Antonio Sarti è un poliziotto bolognese venuto dalla gavetta, che risolve una serie di casi basandosi soprattutto sull’intuito e la conoscenza degli uomini. Gli è compagno é riluttante alleato nelle sue imprese un pregiudicato privo di un braccio.
Scritto dal regista (caso raro) con Odile Barski, è il 1° film che Depardieu e Chabrol hanno fatto insieme: complesso, inquietante, filosofico, con un Depardieu misurato, intenso, sottovoce, nella parte di Paul Bellamy, commissario di polizia parigino, in vacanza a Nîmes nella casa di famiglia di sua moglie Françoise che lo protegge dal lavoro. Falsamente bonaria, apparentemente serena e piana, la storia procede su due binari: i rapporti che Bellamy ha, da una parte, con uno strano tipo di ex assicuratore adultero che si accusa di aver ucciso un vagabondo, ma non ne è sicuro, e dall’altra col fratellastro che si insedia in casa sua: affarista fallito, ladro, mentitore e invidioso. Mentre il confuso intrigo poliziesco – di cui Bellamy si occupa in forma privata – si sfilaccia, affiorano due temi complementari: il desiderio di cambiare vita e il dubbio tragico che l’indesiderato fratellastro dia una immagine possibile di sé stesso. Dramma esistenziale camuffato da giallo, una felicità coniugale permeata da incubi.
Ha avuto dieci nominations per l’Oscar e ne ha vinti solo due minori (direzione artistica e costumi). Beatty e Keitel, pur non avendo l’Oscar per l’interpretazione sono i migliori sul campo. Infatti la regia di Levinson, brillante ma anche plateale, ha solo qualche vero sprazzo: come un dialogo tra Beatty e la Bening creato con le ombre cinesi. L’immagine poi di questo gangster assassino è troppo ambigua. Troppo simpatico, eppure sanguinario, troppo romantico nel suo sogno di creare Las Vegas ma al tempo stesso pronto a uccidere un grande amico con le lacrime agli occhi. E come le “prime” delle opere di Puccini, l’anteprima della Città del gioco è un fiasco per poi esplodere commercialmente una volta che il creatore è morto. Garbata la musica di Morricone, candidato all’Oscar.
I subita sono stati tradotti con google, potrebbero esserci delle imprecisioni.
Il detective Welles, uomo integro la cui unica trasgressione consiste nel fumo clandestino di qualche normale sigaretta, riceve un incarico particolare. Deve scoprire se il film trovato nella cassaforte di un riccone deceduto da poco sia o meno uno snuff movie, cioè un film in cui le sevizie e gli omicidi non sono simulati ma veri. Da qui parte un’indagine che lo porterà a visitare un inferno reale difficilmente immaginabile. Cage calca i toni sin dall’inizio rendendo risibile un soggetto che, in altre mani, avrebbe potuto denunciare un fenomeno dolorosamente reale.
Gli episodi, tranne poche eccezioni, sono strutturati nel medesimo modo: all’inizio si assiste all’omicidio e alla strategia che l’assassino elabora per simulare la propria innocenza (per esempio, alterando l’ora presunta della morte o gettando la colpa su un innocente). Dopo di che entra in gioco Colombo, che comincia a indagare, in genere con domande insistenti e apparentemente sconclusionate poste ai sospettati. In un’intervista, Peter Falk ha confidato che per sapere il momento in cui Colombo capisce chi possa essere l’assassino basta osservare quando il tenente fa il primo riferimento a sua moglie. Intuito chi sia l’assassino, avvia con lui un lungo confronto, approfondendone la conoscenza per capire il contesto in cui è maturato l’omicidio e, di conseguenza, il movente. L’assassino, ingannato dall’aspetto trasandato e goffo dell’investigatore, tende in genere a sottovalutarne l’abilità, assumendo inizialmente nei suoi confronti un atteggiamento di condiscendenza e falsa cortesia.
Millennium ha come protagonista l’attore Lance Henriksen nel ruolo dell’investigatore Frank Black, un ex agente dell’FBI che ha l’abilità di “vedere” ciò che vedono gli assassini, quindi di poter risalire ad essi; Black, che si è trasferito a Seattle insieme alla moglie Catherine e alla figlia Jordan, viene convinto da Peter Watts a collaborare con il misterioso Gruppo Millennium, il quale risulta essere anch’esso fonte di attività criminosa.
L’idea originale di Chris Carter per Millennium era una serie che presentasse un punto di vista del mondo più maturo dalla prospettiva di un agente di polizia di quanto non avesse fatto nella serie X-Files.
Per ottenere ciò Carter giudicò necessario scritturare per il ruolo di Frank Black un attore più anziano di David Duchovny. Carter preferiva Lance Henriksen nel ruolo principale e fece pressione sui produttori alla 20th Century Fox affinché approvassero la scelta di Henriksen. Carter si spinse fino al seguire personalmente Henriksen, e alla fine lo convinse ad accettare il ruolo proposto lasciandogli una copia del copione fuori dalla porta della sua camera d’albergo. Henriksen fu convinto dalla forza del copione.
Nero Wolfe (Nero Wolfe) è una serie televisivastatunitense in 14 episodi trasmessi per la prima volta nel corso di una sola stagione nel 1981. È basata sulle avventure dell’investigatore Nero Wolfe, personaggio creato dallo scrittore statunitense Rex Stout.
In seguito alla misteriosa scomparsa di una ragazza, il sergente Howie arriva su un’isola remota per indagare, ma la comunità pastorale guidata dallo strano Lord Summerisle non è ciò che sembra.
Londra, 1870: in un severo college vittoriano studiano il giovane Sherlock Holmes e il suo futuro, inseparabile assistente Watson. Cacciati dalla scuola per colpa di un antipatico rivale, i due si lanciano a capofitto nella prima, vera indagine: scoprire il colpevole di una misteriosa serie di delitti. Guidati dall’arguzia e accompagnati da una bella fanciulla, i due giovani eroi scopriranno un antico tempio egizio nei sotterranei di Londra e smaschereranno una setta infernale comandata dal loro ex insegnante di scherma.
Dopo la strana morte di un’amica, chirurgo in sottana decide di indagare sull’ospedale in cui è avvenuto il decesso. Sospetta che molti pazienti vengano deliberatamente mantenuti in coma per essere usati per il trapianto degli organi. Molti guai. Dal romanzo di Robin Cook, sceneggiato da Crichton, un giallo fantamedico di un realismo accentuato che tiene lo spettatore inchiodato alla poltrona fino all’ultimo minuto. Brevi apparizioni di Tom Selleck ed Ed Harris.
Basato su una storia vera, vincitore a Cannes nel 1982, Missing è il primo film di Hollywood che racconta del coinvolgimento della Cia nel golpe cileno del 1973. Charles Horman (John Shea) è uno scrittore americano trasferitosi con la moglie Beth (Sissy Spacek) nel Cile democratico di Allende. Quando Pinochet sale al potere, il clima del Paese cambia e niente è più come prima. Una notte Charles viene arrestato dai soldati dell’esercito e da quel momento nessuno avrà più sue notizie. Da New York arriva il padre di Charles, Ed Horman (Jack Lemmon) per aiutare Beth nella ricerca del marito scomparso. Ed, grazie a questa ricerca disperata e frustrante, non solo scopre le atrocità e gli orrori del golpe, ma impara a conoscere attraverso gli occhi di Beth suo figlio che pensava essere molto diverso da lui e del quale non aveva mai approvato lo stile di vita. I fatti sono narrati con un ritmo che cattura l’attenzione dello spettatore e lo rende partecipe dell’angoscia dei protagonisti. Il realismo giornalistico del film è squarciato solo per un breve momento dall’improvvisa apparizione notturna di un cavallo bianco in fuga, trasposizione onirica della disperazione del Paese. Beth e Ed dovranno vedersela non solo con i militari cileni, ma anche con le menzogne degli ambasciatori americani raccontate in perfetto stile CIA . L’occhio del regista Costa Gavras osserva silenzioso, rispettoso sia della storia che della Storia. Il film infatti, oltre che narrare fatti storici, ha una sottotrama, quella del rapporto padre-figlio, della conoscenza attraverso la ricerca e la perdita. Le emozioni, la tensione e lo shock sono sottolineate dalle musiche di Vangelis leggere e delicate in forte contrapposizione con le immagini dei molti cadaveri all’interno dello Stadio nazionale o con la disperazione di Ed e Beth. I tasti del piano camminano ripetitivi come una dolcissima ninna nanna riuscendo a fermare le immagini del film nella nostra mente. Un film da non perdere, lucido, vero, forte.
Un film di Sergio Bergonzelli. Con Anna Maria Pierangeli, Fernando Sancho, Eleonora Rossi Drago, Alfredo Mayo, Gaetano Imbrò.Giallo, durata 90 min. – Italia 1970. MYMONETRO Nelle pieghe della carne valutazione media: 2,00 su 1 recensione. La governante Lucille abita un vecchio castello insieme al nipote Colin e alla figlia del padrone di casa, Falaise. Tutti gli ospiti della villa vengono sistematicamente uccisi da loro tre, dopodiché vengono saponificati nelle segrete del castello. Falaise è convinta di aver ucciso il padre Andrè Gardère, scomparso diversi anni prima. L’arrivo al castello di un uomo che si spaccia per Andrè che ha fatto una plastica facciale risolverà l’arcano…
Un grande pianista riesce ancora a suonare con la sola mano destra (l’altra è paralizzata). L’uomo muore lo stesso giorno in cui ha fatto testamento a favore della bella Giulia, una semplice infermiera. Da quel momento succede di tutto: muore il notaio che ha redatto il testamento, si sente suonare nella notte il piano, viene amputata la mano destra al cadavere del pianista.
Oscuro e anziano gregario della malavita, con tre figli a carico e una condanna che gli pende sulla testa, è costretto a fare l’informatore della polizia. Uno dei suoi amici è incaricato di metterlo a tacere. Da un romanzo di George V. Higgins. Uno dei migliori polizieschi degli anni ’70 che, per l’atmosfera di malinconica fatalità, rimanda al cinema “nero” degli anni ’40. Per l’uso lento degli inseguimenti d’auto è il contrario di Bullitt . Anche nelle situazioni più trite è originale. Mitchum perfetto.
Jack è un ex poliziotto diventato tecnico del suono. Compiendo esperimenti per la colonna sonora di un nuovo film, capta casualmente il rumore di un’auto che cade in un torrente. Precipitatosi sul luogo dell’incidente, riesce a salvare una bella ragazza che era a bordo di una macchina, ma non il conducente, governatore dello Stato e candidato alle elezioni presidenziali. Riascoltando i suoi nastri, Jack sente il rumore di uno sparo e capisce che l’incidente è stato in realtà un delitto, dietro il quale si cela un’oscura macchinazione politica.
Killer psicopatico si traveste da donna per compiere efferati delitti. Il figlio della vittima e squillo di lusso si mettono sulle sue tracce. Grande ammiratore e studioso di Hitchcock, De Palma lo echeggia nello stile ( Psyco , La donna che visse due volte ) ma dal maestro non ha appreso la logica dell’intrigo, l’onestà verso lo spettatore e la credibilità umana dei personaggi. Entra di diritto, comunque, nell’antologia dell’erotismo. Colonna sonora assai efficace di Pino Donaggio.
Un marinaio pazzo uccide i figli piccoli di un dottore e farebbe lo stesso con la loro baby-sitter, se la polizia non intervenisse. Sette anni dopo, evade dal manicomio criminale e si mette in caccia della baby-sitter, nel frattempo sposatasi e divenuta madre.
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