Da un romanzo di Hank Searls. Per battere i sovietici nella corsa alla luna, gli americani lanciano una capsula, guidata da un pilota civile allenato in tempi stretti da un colonnello suo amico. Più che di fantascienza, è un buddy-buddy film , cioè la storia di un’amicizia maschile messa alla prova dai politici. Pur manipolato dai boss della Warner, è un interessante e ingegnoso esempio di contaminazione tra fiction e documentario.
La terra dei giganti (Land of the Giants) è una serie televisiva di fine anni ’60, trasmessa in Italia negli anni ’80.
Nel 1983 un volo di linea suborbitale dagli Stati Uniti a Londra incontra una strana perturbazione atmosferica che causa un’avaria e costringe la navicella a un atterraggio di emergenza in piena notte. Passeggeri ed equipaggio sono incolumi, ma l’aeroporto di destinazione non risponde alla radio, e un gigantesco ragazzino solleva la navicella a mezz’aria, costringendola a una nuova ripartenza, solo per precipitare poco più in là, tra piante giganti e un minaccioso, gigantesco gatto. Sarà l’inizio di un’avventura mozzafiato su un pianeta del tutto simile alla Terra, ma dove tutto è di dimensioni di 12 volte superiori, retto da un apparente regime dittatoriale e con una tecnologia arretrata, rispetto alla Terra, collocabile intorno agli anni ’50 del ventesimo secolo.
Dopo la capitolazione della Terra, oramai sotto il giogo degli invasori Umanoidi ( Illumidas), l’esiliato Harlock rinuncia alla lotta e decide di partire con il suo piccolo equipaggio alla ricerca di un posto migliore in cui vivere. Per la sua ricerca Harlock può contare sull’Arcadia, una gigantesca astronave da battaglia con un equipaggio di pirati, tra cui Tochiro, suo grande amico nonché progettista dell’astronave, il giovane Tadashi, una ragazzina, un dottore e infine Yuki, la figlia di un giornalista che cerca di fare una stampa libera contro la censura governativa. L’impero degli Umanoidi è costituito da creature apparentemente umane con tute attillate e caschi con visiera. La loro politica è piuttosto feroce e ottusa, essenzialmente basata sulla potenza delle armi e la sete di conquiste. Il nemico più inesorabile di Harlock è però un terrestre, un giovane e ambizioso ingegnere che nutre un odio particolare contro il pirata spaziale in quanto, qualche anno prima, una sua astronave venne collaudata dall’allora ufficiale Harlock, che la considerò poco sicura e questo sconfessò l’opera del progettista, che gli giurò vendetta.
Forse sulla scia del successo dell’americano The Day After, la televisione inglese produce la cronaca immaginaria del “dopo bomba” in Inghilterra. Con freddo stile documentaristico, il regista Mick Jackson racconta il dramma della popolazione di Sheffield investita da un’improvvisa deflagrazione atomica, mostrando sullo schermo scene di morte, sofferenza e devastazione con una cura accentuata per il dettaglio sensazionalistico. La critica dice che il film non lascia niente all’immaginazione: dai bozzetti familiari di vita quotidiana si passa alla impietosa rappresentazione della distruzione prospettando un futuro senza speranze per coloro che sono sopravvissuti alle radiazioni.
Prodotto dalla Bbc, mai giunto in Italia ma oggetto di culto nei paesi anglosassoni, Doctor Who vanta il record di longevità fra le serie di fantascienza: l’esordio è datato 1963, e la sua programmazione è durata oltre ventisei anni, con seicento episodi all’attivo. Ma le ragioni di un tale successo non sono certo un mistero, considerando il fascino enigmatico delle storie, l’alone d’inquietudine che vi è diffusa, l’ipnotico tema musicale di Ron Grainer e l’intelligente caratterizzazione del personaggio principale (interpretato fino al 1966 dal bravo William Hartnell), anziano scorbutico, suscettibile ed egoista, pronto a spingere la sua sete di conoscenza fino all’irresponsabilità; tutti pregi che, insieme ad alcune trovate visionarie (la foresta pietrificata di The Dead Planet, l’impiego espressivo – a tratti “espressionista” – della fotografia in bianco e nero), consentono d’ignorare le scenografie un po’ grossolane e qualche lunghezza di troppo nelle sceneggiature. Un prodotto godibile ancora oggi,
dunque, con ottimi attori e una interessante struttura narrativa: le storie – ciascuna coincidente con un viaggio spazio-temporale dei protagonisti – sono autoconclusive, ma si svolgono nell’arco di più episodi, alla fine dei quali un’immagine (o una rivelazione inaspettata) stimola la suspence e la curiosità per la puntata successiva. Da scoprire, per ritrovare il gusto di una fantascienza genuina e naif. All’incirca tra il 1967 ed il 1978 gran parte del materiale più vecchio della BBC memorizzato su nastri magnetici o contenuto in videoteche andò distrutto o fu semplicemente cancellato per un riutilizzo. Andarono così persi molti vecchi episodi di Doctor Who, riguardanti soprattutto i primi tre dottori – William Hartnell, Patrick Troughton e Jon Pertwee. A seguito di un’opera di catalogazione e recupero gli archivi sono stati ripristinati completamente solo dal punto in cui sì passò dal b/n al colore, cioè da quando Jon Pertwee divenne il nuovo Dottore – anche se alcuni episodi con lui hanno richiesto una notevole opera di restauro e recupero. Un gruppetto è stato recuperato soltanto come pellicola in bianco e nero e di altri le uniche copie a colori superstiti sono vecchi nastri NTSC recuperati nel nordamerica (alcune sono registrazioni casalinghe su nastro Betamax, e di bassa qualità). In tutto, 108 dei 253 episodi prodotti durante i primi sei anni del programma non sono più presenti negli archivi della BBC. A quanto si sa, nel 1972 quasi tutti gli episodi fino ad allora girati esistevano ancora presso la rete televisiva,ed è dal 1978 che la pratica della cancellazione dei nastri è stata abbandonata. Per il recupero la BBC ha utilizzato le prime registrazioni a colori effettuate da fans e spettatori da tutto il mondo, come pure i brani filmati tramite videocamere a 8 mm oppure andati in onda all’interno di altre trasmissioni. Di tutti gli episodi perduti sono state recuperate le versioni solo audio, grazie alle registrazioni eseguite all’epoca da vari telespettatori. Oltre a ciò, esistono fotografie fatte durante le riprese dal fotografo John Cura, impiegato dalle varie produzioni della rete per documentare molti dei loro programmi durante gli anni ’50 e ’60: sono state utilizzate in ricostruzioni delle puntate fatte dai fan, e tollerate dalla BBC, poiché non messe in commercio per profitto e distribuite con vhs a bassa risoluzione. Uno degli episodi persi più agognati è la quarta parte dell’ultima serie con William Hartnell, dal titolo “The Tenth Planet” (Il decimo pianeta) del 1966, che si conclude con la trasformazione del primo dottore nel secondo: ne resta un solo frammento, formato da alcuni fotogrammi in 8 mm senza sonoro e di qualità scadente, raffigurante proprio i pochi secondi della scena della rigenerazione, come è stato mostrato dal programma Blue Peter. Con l’approvazione della BBC, sono in atto sforzi per ricreare la maggior parte di episodi possibili tramite il materiale esistente. Cominciando dall’inizio degli anni ’90, la BBC ha cominciato a rendere disponibili le registrazioni audio delle puntate perse su cassette e cd, collegate tramite la voce narrante di ex attori della serie. Ricostruzioni “ufficiali” inoltre sono vendute dalla BBC su VHS e CD e come extra in alcuni DVD. La BBC, insieme con lo studio Cosgrove Hall ha ricostruito gli episodi mancanti 1 e 4 di “The Invasion” (1968) tramite animazione, usando le tracce audio e le sceneggiature originali: sono comprese per i dvd della serie entrati in commercio nel novembre 2006. La Cosgrove Hall aveva manifestato il proprio interesse per l’animazione di ulteriori episodi perduti, poi di simili ricostruzioni non si è più avuta notizia dall’inizio del 2007 ed è dell’aprile dello stesso anno l’annuncio che questo tipo di progetto è stato sospeso a tempo indefinito. taggata stagione 1 episodi 1-18 In effetti sono si 18 episodi ma si riferiscono alla prima stagione. Incompleta. Il motivo è semplice. Diversi episodi sono andati perduti e questo è quello che rimane. Per questo motivo lo avevo taggato Doctor Who Classic 1963-65 Questo è quanto di meglio potrete trovare sul Dottore relativo al suo inizio. L’Episodio 14 Marco Polo ad esempio, è un vero capolavoro. Sono rimasti solamente diversi fotogrammi e l’audio originale. Ebbene per la prima volta in Italia potrete gustarvi l’intero episodio vedendo le foto, ascoltando l’audio originale e leggendo i sub in Italiano per rendere gradevole la cosa.
I sopravvissuti (Survivors) è una serie televisivabritannica del 1975 di ambientazione post apocalittica.La trama si basa su uno scenario in cui il mondo intero è stato colpito da una epidemia dovuta ad un virus altamente letale, al quale è scampato solo l’1% dell’intera popolazione.La serie fu creata e prodotta da Terry Nation (già creatore degli alieni Dalek per la serie di fantascienza britannicaDoctor Who, e creatore anche della serie Blake’s 7) per la BBC ed è costituita da 38 episodi da 50 minuti, divisi in tre stagioni. Il primo episodio della prima stagione fu trasmesso in Inghilterra nel 1975 sul canale BBC1, a seguire successivamente nel 1976 e 1977. Il mondo è stato colpito da un’epidemia dovuta ad un virus altamente letale, a cui è scampato soltanto l’1% dell’intera popolazione. La sigla di testa riassume in brevissime inquadrature l’antefatto: un organismo patogeno, studiato o creato in laboratorio, sfugge al controllo e si diffonde globalmente, come simboleggiato dai timbri aeroportuali di varie nazioni.
L’artista Saul Tenser e la sua assistente Caprice eseguono performance di asportazione di nuovi organi di natura tumorale dal corpo dello stesso Tenser. Quando i due decidono di registrare il brevetto dei nuovi organi generati nel corpo dell’artista, il loro percorso incrocia quello di una setta dedita a mangiare plastica, già nel mirino delle forze dell’ordine dell’unità Nuovo Vizio.
Fondendo l’estetica dei suoi primi film e gli elementi psicanalitici dei suoi ultimi lavori, David Cronenberg realizza un film di fantascienza inconsueto, spiazzante, in cui l’estetica vintage si pone in secondo piano rispetto a un contenuto radicale.
Le protesi e i dispositivi tecnologici sembrano realizzati secondo una antica idea del futuro che caratterizzava gli anni Ottanta – le visioni aliene di H.R. Giger, ancor più che i primi film di Cronenberg – mentre la storia raccontata completa e canonizza il lavoro di eXistenZ e Crash, tra autocitazione e aggiornamento di una poetica alla contemporaneità.
Crimes of the Future invita a smarrirsi in un futuro remoto che è al contempo una verosimile prosecuzione del nostro presente. Un mondo grigio e quasi inabitabile, in cui la sovrastimolazione del corpo, sollecitato ed eccitato anche durante il sonno o durante il pasto, ha portato a un’esasperazione e nel contempo a un annullamento del piacere e del dolore. In questo panorama piatto e orizzontale il film stesso sceglie di non evolvere e di procedere in accordo con le musiche di Howard Shore, come un bordone mononota che dilata emozioni statiche.
L’intrigo noir, che vede Tenser alle prese con un’indagine su un omicidio e su una setta di plasticofagi, è il pretesto per esplorare una nuova dimensione della sensualità, che ha esteso la profanazione del corpo dall’esteriorità all’interiorità, rimpiazzando il sesso con la chirurgia. La fame di celebrità e l’adorazione per gli artisti è legata al senso che questi riescono ad attribuire ad attività che in realtà tutti sembrano praticare: Cronenberg insiste proprio su questo contrasto, in una possibile allegoria del rapporto tra arte e consumo di massa, incarnate dalle performance concettuali di Tenser da un lato e dai mangiatori di plastica dall’altro.
Un film di Toshio Mori Hildeki. Animazione, Ratings: Kids, durata 92 min. – Giappone 1978. MYMONETRO La più grande avventura di Ufo Robot: Goldrake all’attacco valutazione media: 2,00 su 1 recensione.
Il pianeta Vega in lotta con la terra. Per fortuna c’è Goldrake a difenderci .
Il progetto Tic-Toc è un esperimento segreto del Governo degli Stati Uniti, denominato “Tunnel del Tempo”. Per impedire che venga annullato per gli ingenti costi, il dott. Tony Newman (James Darren) decide di sperimentarlo personalmente, per dimostrare l’efficacia del progetto, e si ritrova a bordo del Titanic, poche ore prima del suo affondamento.
In suo aiuto entra nel tunnel del tempo anche il dott. Doug Phillips (Robert Colbert) che lo raggiunge nel passato, ma per i due inizia un’avventura continua, imprigionati dei tempi passati e futuri, sorvegliati dallo staff degli scienziati che cercano di riportarli a casa, trasportandoli invece in mezzo a innumerevoli eventi storici.
Le fantastiche avventure dell’astronave Orion (Raumpatrouille – Die phantastischen Abenteuer des Raumschiffs Orion) è una serie televisiva di fantascienza del 1966, la prima prodotta in Germania Ovest, dove divenne molto popolare ed è considerata un cult. Per l’edizione italiana RAI e in DVD è stato usato il titolo abbreviato Le avventure dell’astronave Orion.
La serie, occasionalmente con accenti ironici, è incentrata sulle avventure intorno all’anno 3000 del Comandante McLane che è a capo del veloce incrociatore Orion nel corso di un conflitto con extraterrestri dal corpo umanoide traslucido chiamati FROG, e che spesso arriva ai ferri corti con il governo della Terra.
Astro Boy (鉄腕アトムTetsuwan Atomu?, lett. “Atom dal braccio di ferro”) è un manga del mangakaOsamu Tezuka. Considerato uno dei più grandi e importanti capolavori della storia del fumetto giapponese, è composto da 23 volumi, pubblicati in Giappone tra l’aprile del 1952 e il marzo del 1968 sulla rivista Shonen di Kobunsha, sussidiaria della Kodansha. Il manga ha venduto, approssimativamente, 100 milioni di copie divenendo quindi uno dei manga più popolari e influenti di tutti i tempi. La storica e pionieristica serie animata prodotta dalla Mushi Productions, che ne fu tratta a partire dal 1963, è stata la prima ad avere le caratteristiche che sarebbero poi peculiari della produzione giapponese, tanto da meritarsi il nome specifico di “anime”. Il protagonista, Atom (Astro Boy/Astroboy in Occidente), nacque su Atom Taishi (lett. “Atom l’ambasciatore”), un’opera precedente di Tezuka. Egli non va confuso con Capitan Jet (ジェッターマルスJetter Mars?), personaggio molto simile ad Atom e titolare di una propria serie animata, che Tezuka sviluppò in epoca molto posteriore, rimaneggiando superficialmente le fattezze, le caratteristiche e i poteri di Atom/Astro Boy, nonché alcuni personaggi comprimari. Astro Boy è considerato uno dei personaggi simbolo della tradizione manga e anime giapponese, e in generale è ricordato come uno dei personaggi più importanti della storia del fumetto mondiale. La rivista inglese Empire l’ha classificato 43º nella lista dei 50 migliori personaggi della storia del fumetto (The 50 Greatest Comic Book Characters).
La serie, composta di 40 episodi, fu realizzata nel 1978, e trasmessa per la prima volta in Italia nel 1980. All’inizio del XXI secolo, strani avvenimenti e misteriose sparizioni di persone iniziano ad accadere sulla Terra. Dietro ci sono i Meganoidi, cyborg creati su Marte dal professor Haran Sozo, sfuggiti al suo controllo. A capo della loro collettività ci sono il malvagio Don Zauker (Don Zauser nell’originale giapponese), un robot dalla struttura fisica primitiva con un cervello umanoide, che si esprime in modo inintelligibile; e Koros, la sua sacerdotessa e interprete, un’inquietante cyborg femminile dal fascino glaciale.
I Meganoidi vogliono schiavizzare l’umanità e trasformare i “migliori” esemplari in Meganoidi. Hanno sviluppato una tecnologia sorprendente con la quale hanno realizzato le Macchine della Morte, una strana sorta di astronavi/robot, spesso dotate di immense mani, che rende i Comandanti Meganoidi in grado di trasformarsi in Megaborg, enormi robot da combattimento. A contrastare i loro piani c’è Haran Banjo, il figlio del professor Sozo, che pilota il gigantesco robot trasformabile Daitarn 3. Lo affiancano Garrison Tokida (maggiordomo tuttofare) e Beauty Tachibana (bionda mozzafiato, figlia di un famoso imprenditore ex-socio in affari del padre di Banjo). A loro presto si aggiungono Reika Sanjo (ex agente dell’Interpol) e il piccolo Toppy (orfano salvato da Reika (puntata n2)
L’umanità si è ridotta drasticamente, l’80% della popolazione è composta da robot e gli umani sono una specie in via d’estinzione. Machine ID 722 è un’androide, a bordo della Rental Spaceship Z. Con il computer di bordo viaggia da un sistema solare all’altro, consegnando pacchi agli umani: un cappello, una matita, vestiti. Per il suo lavoro raggiunge tanti pianeti, città e spiagge desolate. Non capisce perché gli uomini non scelgano il teletrasporto, come se ricevere materialmente gli oggetti facesse battere il loro cuore. A Whispering Star, la stella dei sussurri, ogni rumore superiore a 30 decibel può uccidere gli abitanti. Yoko cerca in punta di piedi l’indirizzo della destinataria.
In un futuro imprecisato Tokyo è un territorio diviso tra gang rivali, con la polizia inerme a osservare le gesta dei delinquenti. Signore e padrone della rete malavitosa è il disgustoso Lord Buppa, dedito al cannibalismo e a sordide pratiche sessuali. Quando la figlia di una gang straniera, a Tokyo in incognito, finisce prigioniera di Buppa, tra le bande rivali si scatena la guerra, a colpi di mazze da baseball e rime hip hop.
Anno 0088 UC, la guerra civile tra l’AEUG ed i Titani si è appena conclusa con lo smantellamento della élite militare federale, ma Haman Karn ed i reduci di Zeon di base sull’asteroide Axis sono ancora intenzionati a far rivivere la gloria del Principato e degli Zabi. Proclamatisi Esercito di Neo Zeon dichiarano quindi guerra alla disastrata Federazione Terrestre, ma si troveranno di fronte ancora una volta l’AEUG. L’organizzazione è però uscita decimata dallo scontro precedente e, bisognosa di forze fresche, non esita a reclutare anche giovanissimi piloti, come il quindicenne raccoglitore di detriti di Shangri-La, una colonia di Side 1, di nome Judau Ashta, ed i suoi amici. Insieme piloteranno i mobile suit del Gundam Team, tra cui il nuovo potentissimo MSZ-010 Gundam ZZ.
Il professor Persikov, direttore dell’istituto di zoologia di Mosca negli anni venti, riesce a mettere a punto un potente raggio in grado di accelerare vertiginosamente la riproduzione delle cellule animali, provocando in tal modo la “resurrezione” involontaria di mostruosi rettili, che causeranno uno sconvolgimento nel rigido ordine della società sovietica dell’epoca.Alla voce del regista fuori campo, erano affidati il commento e la lettura di brani originali tratti dall’opera di Bulgakov.
In un futuro in cui l’umanità ha subito immani cataclismi causati dallo scioglimento della calotta polare, la tecnologia ha compiuto passi da gigante. Si è ormai in grado di riprodurre esseri simili in tutto agli umani. David appartiene all’ultimissima generazione di robot: può anche amare. Viene affidato a una coppia il cui figlio, affetto da un male apparentemente incurabile, è stato ibernato in attesa di una cura. Vinte le resistenze iniziali David riesce a farsi amare da Monica, la sua ‘mamma’. Ma la guarigione del figlio naturale rimette tutto in discussione. David deve essere abbandonato in un bosco per liberarsene e, al contempo, salvarlo dalla distruzione. Per lui comincerà un viaggio, accompagnato da un Lucignolo/Gigolo, in un paese dei balocchi orrorifico alla ricerca della Fata dai Capelli Turchini che lo possa far diventare un bambino vero e, quindi, totalmente amato. Il binomio Spielberg/Kubrick è di quelli da far tremare le vene ai polsi di qualsiasi cinefilo. Il freddo razionalismo kubrickiano, fondendosi con la vocazione al mélo di Spielberg, ha prodotto un film complesso e commerciale allo stesso tempo. Sorprende però il modo in cui Spielberg scrive la sua nuova fiaba e la suggella con un finale destinato inevitabilmente (e consapevolmente) a far discutere. Il lungo epilogo del film è così carico di figure care alla psicoanalisi da poter sembrare banale e semplicistico.
Vent’anni dopo l’attacco massivo e distruttivo che ha falciato tre miliardi di persone sulla terra, David Levinson, specialista in telecomunicazioni ieri, direttore del settore Ricerca e Sviluppo oggi, scopre la minaccia di una prossima invasione aliena. Non ha bisogno invece di strumenti sofisticati per avvertire il nemico alieno, Thomas J. Whitmore, ex presidente degli States rimpiazzato dal presidente Lanford, una donna strategicamente incapace che si affida ai suoi generali. È Whitmore ad avvisare le nazioni in diretta mondiale e a gettarle nel più totale sconforto. Ma ‘i nostri’ non mancheranno di arrivare coalizzati e muniti di tecnologia extraterrestre, recuperata nella precedente invasione. Contro la monumentale forza dell’avversario si schierano due piloti rivali e un ex presidente eroico, disposto a tutto pur di preservare il suo pianeta e proteggere sua figlia.
A bordo di un’immensa astronave che si divide in più piccole ma sempre gigantesche (26 km di diametro) basi spaziali semoventi, gli aggressori galattici cominciano a devastare Washington, New York, Los Angeles. Grazie a un giovane scienziato ebreo il 4 luglio, anniversario dell’indipendenza (1776) dagli inglesi, gli americani passano al contrattacco. Fantacolosso manicheo fondato sull’estetica dell’accumulazione e sulla simbiosi di vari generi con 54 citazioni di film di ieri e dell’altroieri. I pacifisti e i mistici dell’ecologia sono derisi. L’ottimismo, il patriottismo, il politicamente corretto, tutti americani a 18 carati, sarebbero nauseanti se non sforassero spesso nel ridicolo involontario. Intermezzi comici tristanzuoli, effetti speciali con poco di speciale. Film americocentrico in cui il resto del mondo sembra Albania. “La tentazione di ribattezzare il film Incontri ravvicinati del Terzo Reich è forte” (P. Cherchi Usai). Costato 70 milioni di dollari (+ 20 per il lancio), fu un successo planetario.
Mazinga Z (マジンガーZMajingā Z?) è il primo anime giapponese, in ordine cronologico, basato sulla storia di un grande robot pilotato da un essere umano e costituisce il primo capitolo della saga dedicata a Mazinga nonché il capostipite del genere Super Robot. Fu creato da Gō Nagai nel 1972 come filiazione dell’omonimo manga. Una seconda versione del manga, meglio curata e diretta a un pubblico più maturo, fu realizzata da Gosaku Ota. In Italia venne trasmesso per la prima volta dal 21 gennaio 1980 da Rai 1 (all’epoca Rete 1) con soli 51 dei 92 episodi. I restanti vanno in onda da settembre 2015 sulla rete a pagamento Man-ga. La storia narra di un enorme robot costruito dall’anziano scienziato Juzo Kabuto e lasciato in eredità, alla sua morte, al nipote Koji Kabuto (in Italia Ryo in questa serie, poi Koji nel Grande Mazinga e poi Alcor in Goldrake). Compito dell’automa è quello di sventare i piani del malvagio Dottor Inferno (in Italia Dottor Inferno in Mazinga Z e poi Dr Hell nel Grande Mazinga e Mazinkaiser), uno scienziato tedesco che nel 1962 aveva partecipato con Kabuto e altri colleghi a una spedizione archeologica nell’isola greca di Bardos (Rodi nell’adattamento italiano), alla scoperta dei resti della civiltà micenea. Ritrovato l’esercito di mostri meccanici costruiti dai Micenei (Mikenes in originale), il dottor Hell svelava le sue reali intenzioni uccidendo tutti i presenti (tranne Kabuto, che riuscì a fuggire) e impossessandosi dell’antica tecnologia, con lo scopo di far tornare sulla terra i discendenti dell’antico popolo greco (costretti per secoli a rifugiarsi nelle viscere della Terra) e insieme ad essi dominare il mondo. Il Professor Kabuto, tornato in patria, dirige il centro ricerche per l’Energia Fotoatomica, per lasciarlo al professor Yumi appena scoperta una lega metallica resistentissima, la lega Z, e andare a costruire Mazinga Z. Nell’Istituto viene creata Afrodite A, un robot meno potente, dalle fattezze femminili, costruito dal Professor Yumi e pilotato da Sayaka Yumi, figlia del direttore dell’istituto. Più avanti si unisce a questi il Boss Robot (che Koji nell’originale giapponese prende in giro, chiamandolo col gioco di parole Borot, sinonimo di ferraglia), guidato da Boss, Nuke e Mucha, compagni di scuola di Koji, le cui imprese costituiscono il lato comico della serie.
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