Un film di Russ Meyer. Con Tura Satana, Haji, Lori Williams Erotico, durata 83 min. – USA 1966. MYMONETRO Faster, Pussycat! Kill! Kill! valutazione media: 2,96 su 9 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Tre spogliarelliste, alla fine del loro turno di lavoro, si lanciano in un travolgente viaggio notturno verso il deserto. Troveranno le avventure che si aspettano e anche qualcosa di più. Uno dei film più trasgressivi, a prescindere dal contenuto, del re del silicone. Nel 1994 è stato rimesso in circolazione nelle sale cinematografiche americane.
L’anziano Seligman, uscito per fare la spesa in una giornata nevosa, trova a terra il corpo insanguinato di una donna, Joe. La porta nel suo appartamento e la soccorre. Qui Joe gli rivela di essere una ninfomane. Se vuole può raccontargli la sua vita ma sarà una lunga narrazione che prende le mosse dai libri di anatomia del padre medico per poi passare alle competizioni con una coetanea a chi ha più rapporti nel corso di un viaggio in treno. Ma è solo l’inizio. Con Nymphomaniac Lars Von Trier chiude la trilogia sulla depressione che lo ha visto dirigere in successione Antichrist e Melancholia. Lo fa con una lunga narrazione divisa in due parti offrendoci alla fine il trailer della seconda.
Jacques Laurent, regista di film hard oramai in pensione, è costretto a tornare a girare a causa di problemi economici. Jacques è tuttavia un’artista: non è mai stato, infatti, intenzionato a girare sterili immagini meccanizzate di unioni carnali. Vuole trasmettere passione ed emozione, oltre ad eccitazione erotica. Non riesce, dunque, ad abituarsi a quelli che sono i meccanismi del mondo pornografico moderno, oramai troppo commercializzato e superficiale.
La giovane protagonista di Che ora è laggiù? (2001) torna da Parigi a Taipei, afflitta da una grave siccità, e incontra per caso il venditore d’orologi, suo ex innamorato, che per campare fa l’attore di pornofilm. Con lui ha un rapporto passionale, ma senza sesso, esclusa la fulminea fellatio conclusiva. Si comincia con un lungo e grottesco coito per interposta anguria, fonte del titolo italiano (BIM), che entrerà sicuramente in una futura antologia del cinerotismo. Coerente al suo passato, il malese e prolifico Ming-liang (un film all’anno in media) non perde tempo nel dare una struttura al racconto. Bifronte e ibrido, il film dovrebbe interessare a chi sostiene che nelle belle arti, specialmente audiovisive, il sesso dovrebbe essere comico o tragico, o far ridere o far tremare. Qui sconvolge, disgusta, respinge. Non a caso quasi tutte le scene erotiche spinte avvengono durante le artigianali riprese ravvicinate in pornovideo. Il regista prende le distanze dalla materia, alleggerendo la tetraggine lenta e muta delle scene realistiche con 7 siparietti musicali cantati e danzati di esibito gusto Kitsch o camp tra cui spiccano l’irriverente danza a struscio sul monumento di Chang Kai-shek, padre della patria, quella con gli ombrelli ad anguria e quella dell’orinatoio tra festoni di carta igienica che, insieme con le bottiglie di plastica, sono due ossessivi Leitmotiv plastici. Raro divieto ai minori di 18 anni in Italia.
Requiem pour un Vampire ( inglese : Requiem for a Vampire , noto anche come Caged Virgins ) è un film horror / fantasy erotico del 1971 diretto da Jean Rollin.
Due donne vestite da pagliacci e un autista vengono inseguiti per la campagna, per ragioni sconosciute. Mentre l’uomo guida, le donne sparano ai loro inseguitori. Quando l’uomo viene colpito, le donne sono costrette a bruciare l’auto con il suo corpo all’interno e una volta tolti i costumi, corrono attraverso una foresta, e poi un cimitero, in cui una delle donne, Michelle, è quasi sepolta viva. Attraversando un campo, arrivano all’esterno di un castello gotico.
Waleryan Borowczyk porta in cinema i poemi di Ovidio visti come un trattato sull’amore. Al centro della vicenda è la love story tra il giovane romano Cornelio e la bellissima Claudia.
Una strana storia di un ladro che cerca rifugio in un castello di proprietà di due bellissime donne: Eva ed Elizabeth. Entrambi gli aristocratici appartengono a una setta che pratica il culto vampirico. Un piacere visivo di amore lesbico e sanguinario ricreato in un ambiente macabro, ma di oscura e misteriosa bellezza.
Un film ad altissima carica sensuale girato con la tecnica e i tempi del videoclip: Mickey e Kim si incontrano, si piacciono, si sbizzarriscono in frenetiche acrobazie erotiche per un periodo, appunto, di nove settimane e mezzo. Poi, per entrambi, il rientro nella normalità. Un film patinato, raffinato e furbetto, da gustare e rivivere a casa: sono entrate nella leggenda, ormai, le sequenze del ghiaccio, delle ciliegie, del miele e dello spogliarello di Kim Basinger in contro luce al suono della voce roca di Joe Cocker. Perfettamente in ruolo i due protagonisti, ottima la scelta delle musiche che ne ritmano e sottolineano le fatiche, splendida (e un po’ ruffiana) la fotografia.
Dal romanzo (1956) di Junichiro Tanizaki, già portato sullo schermo nel 1959 da Kon Ichikawa. T. Brass ha conservato l’impianto (la morbosa e funesta passione di un anziano per la moglie più giovane), la struttura a quartetto (marito, moglie, figlia e il di lei ganzo), la trovata centrale (i diari che marito e moglie scrivono, consapevoli che l’altro leggerà), il motivo della gelosia come corroborante erotico, trasferendo l’azione a Venezia all’inizio del 1940. Con dolosa premeditazione il regista ha ingaglioffito storia e personaggi, non intendendo che, trascinandoli nel grottesco, li svuota. I 2 giovani recitano ignominiosamente; pur con la voce inadatta di Paolo Bonacelli, Finlay se la cava, mentre, quando non deretaneggia e sta zitta, S. Sandrelli ha qualche momento intenso.
Il famoso autore de I racconti immorali, La bestia, Interno di un convento propone in questo film una nuova antologia misogina ed erotica insieme. Le tre donne infatti, una Belle Époque, una rinascimentale e una moderna, sono le eroine delle loro ciniche vendette.
Un film di Russ Meyer. Con Dolly Read, Cynthia Myers, Marcia McBroom, Edy Williams Titolo originale Beyond the Valley of the Dolls. Erotico, durata 100 min. – USA 1970. MYMONETRO Beyond the Valley of the Dolls – Lungo la valle delle bambole valutazione media: 2,00 su 1 recensione.
Tre belle ragazze alla ricerca, con l’aiuto di un miliardario segretamente transessuale, del successo. Finisce tutto in una totale confusione, tra sesso e sangue. Il celebre regista dell’eccesso farà felici i suoi fans, un po’ meno gli altri. Al di là dei giudizi morali, un grande tecnico della macchina da presa.
Giulietta, figlia del nobile Capuleto de’ Capuleti, e Romeo, rampollo dei Montecchi – le loro famiglie sono divise da un’accesa rivalità, ma ad accapigliarsi sono i rispettivi servitori, Gregorio e Baldassarre, peraltro d’accordo nel fingere soltanto di farlo – si dichiarano innamorati l’uno dell’altra, senza che questo impedisca a Giulietta di concedersi al Duca di Verona o di farsela con la propria nutrice, né a Romeo di giacere con la madre dell’amata. L’avaro Capuleto, che ignora il legame tra la figlia e Romeo, vuol dare Giulietta in sposa al ricco Paride.
Richard Longman, un ricco ingegnere, incontra la bella e giovane Florence che fa la batterista e la spogliarellista al Pandora’s Box. Lui le propone di accompagnarlo a Las Vegas in cambio di diecimila dollari. La donna accetta ad una sola condizione, che tra loro non ci sia nè sentimento, nè baci.
Chieko Hamuro, recatasi presso uno studio dentistico, viene anestetizzata per potersi sottoporre ad un intervento. Dopo essersi addormentata, la donna inizia a vivere un realistico e disturbante sogno in cui viene inseguita e posseduta da un uomo, il dentista che la stava visitando, che la sottoporrà a torture e umiliazioni di ogni tipo. Il film, il primo nella storia del cinema giapponese a lasciar intravedere i peli pubici femminili, venne distribuito in concomitanza con le Olimpiadi di Tokyo ed ottenne un vasto successo. La pubblicazione del film scandalizzò il governo nipponico, accusandolo di aver fatto una pessima pubblicità al Giappone, in quel momento sotto gli occhi di tutto il mondo per via delle Olimpiadi.[1] La pellicola venne aspramente criticata dalla Japan Dental Association, a causa dei connotati estremamente negativi del personaggio del dentista. Lo stesso Jun’ichirō Tanizaki (autore del soggetto), affermò che con Daydream, il regista aveva dato inizio al declino del cinema giapponese.[2]
Due focosi amanti decidono di far fuori l’ingombrante e ricco marito di lei. 1° film di Kasdan, sceneggiatore che ha visto molto cinema e che cerca di recuperarlo, filtrandolo e riscrivendolo. Non si sa dove comincia il ricalco e dove finisce l’omaggio a La fiamma del peccato di Wilder. Uno dei più ardenti film erotici degli anni ’80. Esordio di K. Turner.
La trilogia erotica che vede protagonisti Christian Grey e Anastasia Steele
Dakota Johnson e Jamie Dornan sono Anastasia Steele e Christian Grey, i protagonisti del fenomeno globale degli ultimi anni: “Cinquanta Sfumature di Grigio”. Ana, giovane ed ingenua studentessa, deve intervistare Christian Grey, un misterioso e ricchissimo imprenditore; ma l’incontro tra i due si trasforma ben presto in un vortice di passione e desiderio. Ana, già colpita dallo charme e dall’eleganza di Christian, viene presto travolta dal lato oscuro e segreto dell’affascinante miliardario e cede alla tentazione di scoprire insieme a lui fin dove sia possibile osare.
Un film di Michael Armstrong. Con Herbert Lom, Udo Kier, Herbert Fux, Olivera Vugo Titolo originale Hexen. Erotico, durata 90 min. – Germania 1969. MYMONETRO La tortura delle vergini valutazione media: 1,00 su 1 recensione. Con la scusa della caccia alle streghe, un giudice inglese imprigiona molte ragazze per appagare i propri vizi. Il suo assistente apre gli occhi e libera l’innamorata; la folla non crede alla sua buona fede e lo lincia.
Bella donna che, in attesa di divorzio, s’è data alla deboscia vede in un giovane prete l’occasione per riscattarsi e lo stringe d’assedio. Ferito gravemente il marito in un incidente d’auto, lo lascia morire e va a confessarsi dal prete amato finché lo spinge a darsi la morte in mare, nuotando verso il largo. Penoso infortunio sul lavoro di un regista polacco con un onorevole passato, peraltro sopravvalutato. Tutto il peggio del cattolicesimo polacco più retrivo in un melodramma mistico-erotico.
Un film di Bitto Albertini. Con Laura Gemser, Karin Schubert, Angelo Infanti, Isabelle Marchall, Gabriele Tinti. Erotico, durata 90 min. – Italia 1976. MYMONETRO Emanuelle nera valutazione media: 2,33 su 5 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Una bellissima nera ospite di una coppia durante un viaggio in Africa non si fa scrupoli di offrirsi a chi più le aggrada. Sta per innamorarsi del suo anfitrione, ma gli preferisce la libertà.
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