Category: Documentario


Regia di Mark Cousins. Un film Da vedere 2011 con Mark CousinsAleksandr SokurovNorman LloydLars von TrierPaul SchraderCast completo Titolo originale: The Story of Film: An Odyssey. Genere Documentario, – Gran Bretagna2011durata 900 minuti. Uscita cinema martedì 25 settembre 2012 distribuito da Bim Distribuzione. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,63 su 6 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Premessa: la presente recensione si basa sulla visione di due delle 15 parti in cui è suddivisa l’opera e, più precisamente, sulla Parte 5 “1939-1952 – La devastazione della guerra e un nuovo linguaggio filmico” e la Parte 9 “1967-1979 – Il nuovo cinema americano”.
Nel 2004 usciva il libro “The Story of Film” del critico e produttore Mark Cousins nel quale si mostrava come i registi venissero influenzati al contempo dagli eventi storici del loro tempo e dalle opere dei colleghi. Cousins dimostrava, ad esempio, che i melodrammi di Douglas Sirk degli anni Cinquanta avevano influenzato l’opera di Rainer Werner Fassbinder oppure che la saga di Star Wars aveva origini La fortezza nascosta di Akira Kurosawa.
Oggi queste suggestioni, espresse allora solo con parole, diventano anche immagini e quindi la testimonianza e le tesi si rafforzano e offrono allo spettatore una possibilità di verifica. Va dato onore al merito sia all’autore che alla produzione, a cui vanno associati coloro i quali nel mondo (in Italia BIM) hanno deciso di distribuire questa lunga maratona che, apparentemente, potrebbe sembrare dedicata alle scuole superiori e/o alle università. C’è invece una notevole originalità alla base delle scelte del regista. Cousins non si è limitato a riproporre sequenze o spezzoni di film (sono comunque più di mille) commentandoli. È andato nei luoghi dove sono stati girati i più importanti e significativi per ricercarne le tracce. Per quanto riguarda poi le testimonianze ha fatto un lavoro prezioso andando a ricercare coloro che avevano partecipato alla realizzazione dei film sia che fossero registi (preziose le dichiarazioni attuali di Stanley Donen ad esempio) sia che si trattasse di sceneggiatori, direttori della fotografia, attori ecc.
C’è poi un elemento fondamentale che distingue quest’opera che si può definire monumentale senza per questo rinserrarla in una sorta di archivio polveroso. Cousins riesce a mostrare come la tecnica nel cinema sia stata fondamentale per permettere agli artisti di esprimersi. Nella Parte 5 ad esempio ribadisce più volte il concetto e il valore della scoperta della profondità di campo. Lo fa senza pedanteria, mostrando e dimostrando ogni volta in maniera brillante ma non per questo meno puntuale e precisa, come la scoperta di questa modalità di messa a fuoco abbia consentito al cinema di fare un fondamentale balzo in avanti sul piano della significazione.
Possiamo immaginare che anche il John Ford che rispondeva a monosillabi spiazzanti al Bogdanovich che gli poneva domande da cinefilo appassionato (e che qui viene mostrato nel suo ostinato rifiuto a qualsiasi teorizzazione) direbbe il suo “Yes” a questa storia che si fa viva memoria.

The Story of Film: An Odyssey (2011) on IMDb

Questa serie la trovate anche su RaiPlay in streaming.

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Burden of Dreams è un documentario del 1982 diretto da Les Blank, uscito nelle sale per la prima volta il 22 settembre 1982 a New York. In formato making-of è stato girato durante la caotica produzione del film Fitzcarraldo di Werner Herzog nelle giungle del Perù.

Burden of Dreams (1982) on IMDb
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Un film di Werner HerzogDocumentariodurata 103 min. – USA 2005uscita venerdì 24 novembre 2006. MYMONETRO Grizzly Man

“Una natura stupida, oscena e sbagliata”. Questa è la conclusione cui si arriva di fronte alla toccante riflessione per immagini del regista tedesco, lacerante docu-dramma che ripercorre le tredici estati (dal 1990 al 2003) trascorse in Alaska dall’americano Timothy Treadwell, attivista/ecologista animato dall’ossessione di proteggere dai bracconieri una comunità di orsi grizzly.
Alternando estratti da quel “film di estasi umana e di cupo tumulto interiore” (come l’ha definito il regista) realizzato da Treadwell stesso, suggestive riprese naturalistiche e interviste realizzate a parenti e amici di Tim dallo stesso Herzog, la pellicola va a costruire una drammatica parabola esistenziale sull’utopico sogno dell’Uomo di poter dominare, seppur benevolmente, una Natura atavicamente spietata e violenta . 
Riecheggiando quella di tanti travagliati eroi solitari del cinema di Herzog, la storia di Tim si conclude infatti tragicamente con il brutale attacco da parte di un grizzly all’uomo e alla fidanzata Amie Huguenard, quell’estate al suo fianco. Attacco registrato dal microfono della videocamera di Tim, testimone esclusivamente sonora di una tragedia annunciata. E dolorosamente ripercorsa nel film da Herzog che, mettendosi in campo in prima persona, in maniera toccante e discreta fa sua – ma fortunatamente non nostra – questa straziante e privata tragedia sonora.
Il regista tedesco ribadisce così la sua pessimistica visione del mondo della natura, restituendoci allo stesso tempo tutta l’innocenza e la spontaneità di uno spirito umano ingenuo e vitale. Ultimo amico della natura, oltre ogni limite.

Grizzly Man (2005) on IMDb
Uomini di domenica (1930) | FilmTV.it

Un film di Robert Siodmak, Curt Siodmak, Edgard George Ulmer, Fred Zinnemann. Titolo originale Menschen am Sonntag. Documentario, durata 70 min. – Germania 1930.

Due commesse, un commesso viaggiatore, un autista, una comparsa trascorrono un giorno di vacanza nei boschi intorno a Berlino. Interpretato da attori non professionisti in un ambiente naturale, questo semi-documentario realizzato con poco costo fu l’ultimo film tedesco muto di qualche valore. Anche se Béla Balazs gli rimproverò il suo “fanatismo dei fatti “, quest’opera, ispirata indirettamente a Flaherty e Vertov, era uno studio sociale che fece epoca, e i suoi autori ebbero in seguito carriere assai diverse, nel cinema americano.

People on Sunday (1930) on IMDb

Regia di Giuseppe Tornatore. Un film Da vedere 2021 con Ennio MorriconeQuentin TarantinoClint EastwoodOliver StoneWong Kar-waiCast completo Genere Documentario, – ItaliaBelgioCinaGiappone2021durata 150 minuti. Uscita cinema giovedì 17 febbraio 2022 distribuito da Lucky Red. – MYmonetro 4,17 su 26 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Giuseppe Tornatore ha collaborato col Maestro – definizione per una volta appropriata – in un arco temporale che va da Nuovo Cinema Paradiso (1988) a La corrispondenza (2016), frequentandolo per circa trent’anni. Nel 2018 ha scritto “Ennio. Un maestro” (Harper Collins), intervista fluviale e conversazione franca, a trecentosessanta gradi: in Ennio ne riprende argomenti, andamento cronologico e tono disteso, modesto, autocritico con cui Morricone si era concesso alle sue domande. Attorno a lui, nel film, una schiera di musicisti, registi, colleghi ed esperti portano testimonianze rilevanti e inerenti una carriera straordinaria, che supera il concetto di prolifico: centinaia le opere firmate, da Il federale (1961) all’unico Oscar vinto per una colonna sonora, The Hateful Eight nel 2016, a 87 anni.

Ennio (2021) on IMDb
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Regia di Werner Herzog. Un film Genere Documentario – GermaniaUSA1993durata 60 minuti.

Nel febbraio del 1993 Herzog è in Siberia per indagare la spiritualità del popolo russo. In un film diviso in capitoli, vediamo forme diverse di sciamanesimo, credenze popolari e superstizioni, ascoltiamo le parole di un predicatore dell’energia cosmica, di un guaritore con acque sacre, assistiamo alle cerimonie religiose nelle chiese e alle prediche di un giovane che dice di essere il nuovo Gesù. Infine, un personaggio poetico e senza tempo fa risuonare le “sue” campane come fossero uno strumento. Si racconta anche della leggenda della città di Kither, sistematicamente rasa al suolo dai Tartari e dagli Unni: i suoi abitanti invocarono la protezione di Dio e questi inviò un arcangelo che spostò la città in fondo a un lago, dove la gente ha trovato finalmente la pace, cantando inni e suonando le campane della cattedrale. Il documentario fa parte di una serie di sei film diretti da Godard, Wertmuller, Bogdanovich, Obayashi e Russell.

Bells from the Deep: Faith and Superstition in Russia (1993) on IMDb
Milano '83 (1983) | FilmTV.it

Un film di Ermanno OlmiDocumentariodurata 65 min.

Un’ora per 1.500 inquadrature in totale, mantenendo una media di 23 al minuto. Milano ’83 è il documentario senza voci realizzato da Ermanno Olmi all’interno del progetto “Le capitali culturali d’Europa”, che incluse – oltre al ritratto di Milano – anche quello della Lisbona di Manoel de Oliveira, di Atene vista con gli occhi di Theo Angelopoulos e della Varsavia di Krzysztof Zanussi. Il soggetto di Olmi è la Milano a cavallo tra la fine del 1982 e l’inizio del 1983, vista nell’arco di due giornate ideali che comprimono la quotidianità della città e dei suoi abitanti osservati da mattina a sera.

Pieces (1982) on IMDb
Ermanno Olmi - Lungo il Fiume (P 10) - YouTube

Un film di Ermanno OlmiDocumentariodurata 80 min. – Italia 1992.

Ermanno Olmi realizza un documentario lungo l’intero corso del Po, il “suo” fiume, seguendolo dalle sorgenti alla foce per arrivare a realizzare una poetica riflessione sul creato e sul Creatore.

Lungo il fiume (1992) on IMDb

Fata Morgana - Film (1968)

Un film di Werner Herzog. Con Lotte Eisner, Wolfgang Bachler, Manfred Eigendorf, Wolfgang Von Ungern-Sternberg. Documentario, durata 78′ min. – Germania 1968. MYMONETRO Fata Morgana * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Girato nel Sahara meridionale, in Kenya, in Tanzania, nei paesi che si affacciano sul golfo di Guinea e nelle Canarie, è diviso in tre parti (La creazione, Il paradiso, L’età dell’oro), commentate da testi in voce off attinti da una leggenda degli indios guatemaltechi o scritti dal regista. Difficile definirlo: documentario surrealista? Film allucinato tra il documentario etnologico e il cinema underground informale? Paesaggio in trance, come lo definisce Herzog qui al suo 2° lungometraggio? Tentativo di filmare l’infilmabile, qualcosa che è al di là della realtà, delle sue bellezze e dei suoi orrori? Riflessione apocalittica sulla fine di una civiltà? Nella 2ª parte gli innesti umani sono elementi spuri che abbassano la tensione visionaria.

 Fata Morgana
(1971) on IMDb

Uno dei due subita è il commento di Herzog

Regia di Werner Herzog. Un film con Werner Herzog. Titolo originale: Into the Abyss. Genere Documentario – GermaniaCanada2011durata 106 minuti. – MYmonetro 3,05 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Conroe, Texas. Michael Perry è nel braccio della morte. Verrà ucciso tra otto giorni, per il triplice omicidio compiuto dieci anni prima. Il ragazzo che era con lui quella notte, Jason Burkett, sconta invece l’ergastolo. E così suo padre, per altri reati. Werner Herzog esce dalla grotta che ha visto gli esseri umani dei primordi esprimere se stessi attraverso l’arte e fermare la propria esistenza nel racconto (Cave of forgotten dreams) ed entra nell’abisso di esistenze altrettanto senza tempo, congelate nella reclusione, dove la comune esperienza del passare dei giorni è alterata, per darcene il racconto altrimenti muto.
A tale of death. A tale of life, questo il titolo. Ancora una volta, Herzog è mosso da una curiosità personalissima. Dedicherà poi il documentario ai parenti delle vittime, ma inizialmente non pare dover rispondere a nessuno se non alla sua volontà di indagare agli estremi della vita, come sempre. Intervista, dunque, Perry e Burkett, la figlia e i fratelli delle vittime, la guardia che, dopo essersi occupata di 120 esecuzioni, è crollata in occasione di una di esse e non ha mai più messo piede al lavoro, la giovane avvocatessa che si è innamorata di Jason Burkett e, pur non potendolo toccare, l’ha sposato e ha trovato il modo di avere un figlio da lui. La posizione del regista è chiara da subito, l’annuncia pacatamente ma fermamente, e nonostante le inquadrature trattenute a lungo, le copiose lacrime degli intervistati in scena, non si avverte quasi mai la complicità di Herzog con l’una o l’altra dichiarazione e meno che mai la sua simpatia per l’una o l’altra delle persone coinvolte, se non quell’apertura umana che gli appartiene e che fa di lui il grande artista che è. Ciò che emerge dal documentario è piuttosto l’impossibilità di una sovrapposizione totale e univoca tra crimini e criminali: atroci i primi, umani i secondi. Soprattutto sotto questa luce va probabilmente intesa la dedica ai parenti delle vittime, che troppo spesso individuano la risposta ai loro abissali “perché?” in un capro espiatorio.
Pur preferendo senza dubbio i film e i documentari nei quali il regista tedesco ha accostato questi stessi temi in maniera meno diretta e frontale, è difficile pensare ad un modo più rispettoso e approfondito di condurre quest’indagine. L’ironia di cui egli è principe, pur emergendo in qualche modo dalla realtà famigliare degli intervistati e dall’incredibile accanirsi del destino su alcuni di essi, è di fatto opportunamente assente. Presenziano il riguardo e la compassione.

Into the Abyss (2011) on IMDb


I subita sono stati tradotti con google, potrebbero esserci delle imprecisioni.

L'ultimo valzer - Film (1978)

Regia di Martin Scorsese. Un film Da vedere 1978 con Neil DiamondBob DylanRobbie Robertson, Rick Danko, Richard Manuel, Neil YoungRingo StarrCast completo Titolo originale: The Last Waltz. Genere Documentario musicale – USA1978durata 117 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

Il film è la storia dal vero, con documenti originali, del complesso “The Band”, scioltosi nel 1976 dopo oltre sedici anni di attività.

The Last Waltz (1978) on IMDb
Terra senza pane (1933) - Film - Movieplayer.it

Regia di Luis Buñuel. Un film Titolo originale: Las Hurdes/Tierra sin pan. Genere Documentario – Spagna1932durata 28 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 4 recensioni.

Suggerito dalla tesi di laurea di Maurice Legendre, è un documentario sulla zona montagnosa delle Hurdes, nel villaggio di Alberca, un centinaio di km a sud-ovest di Salamanca, una delle regioni più povere e arretrate della Spagna, abitata da gente che la miseria, le malattie (malaria, cretinismo), gli incesti hanno ridotto a larve subumane. In questo film di contrasti (fotografia di Eli Lotar) la violenza delle immagini, degne di Goya, ha come contrappunto l’apparente indifferenza del commento del poeta Pierre Unik e la musica di Brahms (4ª Sinfonia op. 98 in mi min.). “Lo considero più importante di L’âge d’or perché… contiene tutti i furori di Luis, tutte le sue ossessioni, tutte le sue ragioni di lotta” (M. Oms, 1961). Proibito dal governo repubblicano perché disonorava la Spagna e denigrava gli spagnoli, ebbe una colonna sonora soltanto nel 1937 quando, acquistato da Pierre Braumberger, fu distribuito in Francia. Nello stesso anno Ramon Acín, anarchico di Huesca che figura come produttore, fu fucilato dai franchisti.

Las Hurdes (1933) on IMDb

Un film di Sono Sion con Shinichirô Arakawa, Nobuyoshi Araki, Kazushi Fueki, Ginji, Keiko Hamaguchi, Masato Iida, Yûya Ishikawa, Tomoyuki Moriyama, Kana Sakurai, Yukiko Sawada, Masahiro Sugiyama, Makiko Tsuda, Ziko Uchiyama, Masahiko Yata, Kaichi Yukino, Takuji SuzukiCast completo Genere Documentario – Giappone2000durata 110 minuti.

Mentre una scolara scopre l’amore e la passione, Sion Sono mette insieme una storia frutto della fantasia con un semi-documentario su diversi artisti il cui lavoro è incentrato sul corpo umano. Nel cast il maestro di Butoh Akaji Maro, il fotografo Nobuyoshi Araki, il fashion designer Shinichiro Arakawa e lo stesso Sion Sono.

 Utsushimi
(2000) on IMDb
Lontano dal Vietnam (1967) — The Movie Database (TMDB)

Un film di Claude Lelouch, Alain Resnais, Agnès Varda, William Klein, Joris Ivens. Con Bernard Fresson, Valérie Mayoux, Anne Bellec Titolo originale Loin du Viet-Nam. Documentario, b/n durata 111′ min. – Francia 1967. MYMONETRO Lontano dal Vietnam * * 1/2 - - valutazione media: 2,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Film politico collettivo diviso in 11 sequenze con introduzione ed epilogo: 1) “Bomb Hanoi!”; 2) “A parade is a parade”; 3) “Johnson piange”; 4) “Claude Ridder”; 5) “Flashback”; 6) “Camera Eye”; 7) “Victor Charlie”; 8) “Why We Fight”; 9) “Fidel Castro”; 10) “Ann Uyen”; 11) “Vertigo”. 6 registi e 150 tecnici per un film militante _ girato in 16 e 35 mm, prodotto e supervisionato da Chris Marker _ che sposa esplicitamente una tesi, quella contro gli Stati Uniti e a favore del popolo vietnamita. Fu il preludio agli Stati generali del cinema, creati in Francia durante il maggio ’68, e aprì la strada ad altre esperienze collettive di cinema militante che furono fatte in Francia e in altri Paesi d’Europa dopo il ’68 e negli anni ’70. Le sequenze documentaristiche in senso stretto (portaerei americana, Saigon, la giungla, manifestazioni pro e contro la guerra) sono dovute a Ivens, Lelouch, Klein o ad anonimi operatori di cinegiornali. L’episodio più citato (“Camera Eye”) è la confessione di Godard che _ tra paradossi, sincerità, dubbi, incertezze, esibizionismi _ ricalca la tesi guevarista dei molti Vietnam; il più problematico (“Claude Ridder”) è di Resnais-Sternberg che tenta il ritratto di un intellettuale parigino “di cattiva coscienza e dunque di mala fede”. Come organizzatore e impaginatore, il vero autore del film è Marker con la sua visione terzomondista e la sua appassionata utopistica volontà che il Vietnam parli all’Europa.

Far from Vietnam (1967) on IMDb

Regia: Luca Criscenti Conduce: Tomaso Montanari

Una monografia in 12 puntate, un’indagine minuziosa, fatta di continui confronti, analisi dei testi pittorici e dei documenti, per cercare di rispondere alle molte domande sul Caravaggio che oggi, dopo quattro secoli, sono rimaste ancora aperte.

La vera natura di Caravaggio (2016) on IMDb
The War Game streaming ITA ▻ Casacinema

The War Game è un mockumentary del 1965 diretto da Peter Watkins vincitore del premio Oscar al miglior documentario.

Filmato in bianco e nero con una durata di circa 50 minuti, The War Game rappresenta il preludio e le settimane che seguono un attacco nucleare sul Regno Unito da parte dell’Unione Sovietica.

 The War Game
(1963) on IMDb

Regia di Renato De Maria. Un film Da vedere 2015 con Andrea Di Casa, Francesco Sferrazza Papa, Sergio RomanoAldo OttobrinoPaolo MazzarelliLuca Micheletti. Genere Docu-fiction, – Italia2015durata 87 minuti. distribuito da Cinecittà Luce. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,21 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Attraverso le testimonianze dei protagonisti interpretati da attori che utilizzano le dichiarazioni rilasciate in interviste e libri a loro dedicati, documenti d’epoca e spezzoni di numerosi film si ripercorrono trent’anni di storia della malavita italiana.

 Italian Gangsters
(2015) on IMDb
Locandina Enzo Avitabile Music Life

Un film di Jonathan Demme. Con Enzo Avitabile, Eliades Ochoa, Luigi Lai, Trilok Gurtu, Gerardo Núñez. Documentario, durata 80 min. – Italia, USA 2012. – Microcinema uscita lunedì 18 novembre 2013. MYMONETRO Enzo Avitabile Music Life * * * - - valutazione media: 3,40 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Intercalando film hollywoodiani trionfalmente mainstream (Philadelphia, The Manchurian Candidate) con produzioni ‘minori’ e impegnate su alcune specifiche cause (la lotta contro l’apartheid, la promozione della cultura haitiana, la denuncia delle condizioni di vita nei quartieri afroamericani), il cinema di Jonathan Demme si vuole politico.
Enzo Avitabile Music Life ribadisce questa volontà politica. Muovendo dalla poetica musicale dell’artista napoletano, il documentario di Demme traduce in immagini il suo desiderio in musica di salvare il mondo.
Complice una trasmissione radiofonica, che riversava le note di Avitabile nell’auto di Demme in corsa sul George Washington Bridge, i due artisti si ‘incontrano’ e producono insieme ottanta minuti di note e fotogrammi. In perfetta comunione con la sensibilità di Demme, le partiture di Avitabile, sempre aperte alla contaminazione e alla differenza, esibiscono una solidarietà per gli oppressi e un’empatia per i margini.
Il documentario, alla maniera del disco “Salvamm’o munno”, armonizza la tradizione arcaica contadina della Campania con il suono antico dei Bottari di Portico fino a comprendere stili musicali contemporanei, fino a battere la strada della World music, fino a tuffarsi nel Mediterraneo e nei suoi vivi orizzonti. Italia, Africa, Medio Oriente, la produzione di Avitabile, mane e mane con i Sud del mondo, ospita artisti straordinari, depositari di una precisa identità culturale e di una tradizione artistica millenaria. Tradizione intonata dalla voce ‘vesuviana’ di Zi’ Giannino Del Sorbo e colorata dalla polifonia delle launeddas di Luigi Lai. Una partitura collettiva che canta gli oppressi nelle lingue del Sud e dentro una straordinaria evidenza sonora. Inteso a recuperare il patrimonio musicale partenopeo e a rivelarne la piena bellezza, Avitabile attraversa Napoli e i luoghi della sua musica, chiese, accademie, conservatori, liberando sulla strada la Tradizione sigillata.
Il suono del suo sassofono risale la cantina dell’infanzia (e dell’applicazione) nel quartiere di Marianella rompendo la linearità del racconto e insinuando la vita familiare e amicale di Enzo. Dentro le immagini di Demme, che tradiscono un’aria di sopralluogo e di scoperta, Avitabile mescola i suoni laici con la solennità liturgica, l’anima sinfonica col cuore cameristico, risvegliando il grido popolare.

Enzo Avitabile Music Life (2012) on IMDb

Titolo originale: Ryakushô: renzoku shasatsuma Anno: 1969 Genere: documentario (colore) Regia: Masao Adachi

Aka: “AKA Serial Killer”. Ispirati a quattro omicidi avvenuti in Giappone nel 1968, attribuiti a uno studente diciannovenne che venne soprannominato “il killer della pistola”.

Ryakushô: renzoku shasatsuma (1975) on IMDb

Regia di André Sauvage. Un film Genere Documentario – Francia1928durata 80 minuti.

Parigi, anni ’20. Prendendoci per mano con la sua macchina da presa, André Sauvage ci fa conoscere la poesia di Parigi attraverso monumenti, insegne, pubblicità, vetrine di negozi, persone, dettagli di volti, corpi ed emozioni. Un poeta che, attraverso il suo sguardo visionario, ci fa dono del ritratto della sua città e della possibilità di saggiarne ed immaginarne il fermento negli anni folli che ne hanno suggellato la bellezza.

Études sur Paris (1928) on IMDb