Un film di Pietro Marcello. Con Vincenzo Motta, Mary Monaco Documentario drammatico, durata 76 min. – Italia 2009. – Bim uscita venerdì 19 febbraio 2010. MYMONETRO La bocca del lupo valutazione media: 3,66 su 49 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Prodotto dalla Indigo film di Nicola Giuliano e Francesca Cima, da L’Avventurosa di Dario Zonta e dai gesuiti della Fondazione San Marcellino La bocca del lupo racconta amore e miseria tra gli indigenti e gli emarginati di Genova. Ad “avventurarsi” è Pietro Marcello, che approda a Quarto dei Mille scortato dal ricordo del romanzo verista di Remigio Zena e poco a poco si addentra nei vicoli, osserva, non giudica, condivide e, con questo passo, lucido e discreto ma anche libero ed evocativo, arriverà fin dentro la casa dei suoi personaggi.
Il movimento della narrazione è lo stesso: dalla fotografia corale dei genovesi di ieri e di oggi si stringe su Enzo, emigrato siciliano, e Mary, conosciuta in carcere, nella sezione dei transessuali, alla quale Enzo si è legato da vent’anni, sostenuto dal sogno comune di una casetta in campagna. Per Mary, Enzo è apparso da subito una bellezza da cinema, uno che poteva fare l’attore, in quei film western -suggerisce il montaggio- che non solo non si fanno più ma dei quali è scomparso anche l’immaginario dedicato.
La verità, direbbe Zena, è che questa è una storia di vinti e di ambizioni non soddisfabili, di gente destinata a finire sempre “nella bocca del lupo”: è così che, prima della casetta con l’orto e il camino, Enzo si è fatto quattordici anni di prigione e Mary lo ha aspettato e ora possono raccontarsi alla videocamera, come una vecchia coppia, dividendosi le frasi, dandosi ragione per amore e per pazienza. View full article »
Category: Documentario
Un film di James Cameron, Steven Quale. Documentario, durata 95 min. – USA 2005.
James Cameron insieme ad un gruppo di scienziati della NASA esplora una catena montuosa sottomarina, il Mid-Ocean Ridge, dove vivono alcune delle forme viventi piú rare del pianeta. View full article »
La geisha (芸者?) o gheiscia è una tradizionale artista e intrattenitrice giapponese, le cui abilità includono varie arti, quali la musica, il canto e la danza. Le geisha erano molto comuni tra il XVIII e il XIX secolo, ed esistono tutt’oggi, benché il loro numero stia man mano diminuendo. Nel mondo moderno e soprattutto in Occidente vengono erroneamente assimilate a prostitute.
“Geisha”, pronunciato /ˈɡeːɕa/,[1] è un termine giapponese (come tutti i nomi di questa lingua, non presenta distinzioni tra la forma singolare e quella plurale) composto da due kanji, 芸 (gei) che significa “arte” e 者 (sha) che vuol dire “persona”; la traduzione letterale, quindi, del termine geisha in italiano potrebbe essere “artista”, o “persona d’arte”.
Un altro termine usato in Giappone per indicare le geisha è geiko (芸妓?), tipico del dialetto di Kyōto. Inoltre la parola “geiko” è utilizzata nella regione del Kansai per distinguere le geisha di antica tradizione dalle onsen geisha (le “geisha delle terme”, assimilate dai giapponesi alle prostitute perché si esibiscono in alberghi o comunque di fronte ad un vasto pubblico, vedi più sotto).
L’apprendista geisha è chiamata maiko (舞妓?); la parola è composta anche in questo caso da due kanji, 舞 (mai), che significano “danzante”, e 子 o 妓 (ko), col significato di “fanciulla”. È la maiko che, con le sue complicate pettinature, il trucco elaborato e gli sgargianti kimono, è diventata, più che la geisha vera e propria, lo stereotipo che in occidente si ha di queste donne. Nel distretto di Kyoto il significato della parola “maiko” viene spesso allargata ad indicare le geisha in generale. View full article »
Sesto continente è un film del 1954 diretto da Folco Quilici nel corso della “Spedizione Subacquea Nazionale nel Mar Rosso” organizzata da Bruno Vailati, il primo a colori nella storia della cinematografia subacquea italiana.
La spedizione durò dall’estate del 1952 all’autunno del 1953, ne facevano parte il comandante Raimondo Bucher in qualità di direttore della sezione sportiva, accompagnato dalla moglie Enza campionessa italiana di caccia subacquea, Silverio Zecca detto l’uomo anfibio, la pittrice Priscilla Hastings che avrebbe realizzato le proprie opere direttamente sul fondo del mare, il giornalista Gianni Roghi, gli idrobiologi Francesco Baschieri Salvadori e Luigi Stuart Tovini dell’Università di Roma, il dott. Alberto Grazioli medico della spedizione, l’operatore cinematografico Masino Manunza e il fotografo Giorgio Ravelli.
Il documentario fu girato nel Mar Rosso alle isole Dahlak e presentato alla 15ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezianel 1954. Molte specie di pesci, invertebrati e coralli raccolti in circa 10.000 ore di immersioni, furono poi catalogati 10 anni dopo presso il museo zoologico di Roma da un team di studenti di Scienze naturali coordinati dallo stesso prof. Francesco Baschieri Salvadori. View full article »