Category: Criterion Collection


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Un film di Akira Kurosawa. Con Toshirô MifuneTakashi ShimuraMasayuki Mori Titolo originale Waruy Yatsu hodo yokonemuruDrammaticob/n durata 138 min. – Giappone 1960.

Un film minore di Kurosawa, girato in mezzo a due capolavori ( La fortezza nascosta e La sfida del samurai). Minore, ma più ambizioso e moralista. Toshiro Mifune è il figlio bastardo di un magnate, che non indietreggia davanti a nulla pur di far carriera. Né mancano le sue vendette (il padre venne ucciso)

The Bad Sleep Well (1960) on IMDb

Poster La sfida del samuraiUn film di Akira Kurosawa. Con Toshiro Mifune, Tatsuya Nakadai, Yoko Tsukasa, Isuzu Yamada, Daisuke Katô. Titolo originale Yojimbo. Drammatico, b/n durata 110′ min. – Giappone 1961. MYMONETRO La sfida del samurai * * * 1/2 - valutazione media: 3,70 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari

Nel XVII secolo un samurai vagabondo arriva in un villaggio insanguinato dalla guerra tra due clan e, con machiavellica strategia, diventa l’ago della bilancia mettendo gli uni contro gli altri. Splendido film d’azione in chiave ironica e di ritmo snello, ma anche limpida parabola sulla cupidigia del denaro con risvolti ironici e una lontana parentela con Goldoni (Arlecchino servitore di due padroni). Yojimbo (che significa “guardia del corpo”) è il modello su cui Sergio Leone ricalcò Per un pugno di dollari e Walter Hill Ancora vivo. Ma, forse, all’origine di tutto c’è Red Harvest (Piombo e sangue, 1929) di Dashiell Hammett.

 La sfida del samurai
(1961) on IMDb

La Fortezza Nascosta (Special Edition) (Restaurato In Hd): Amazon.it:  Toshiro Mifune, Misa Uehara, Toshiro Mifune, Misa Uehara: Film e TVUn film di Akira Kurosawa. Con Toshiro Mifune, Misa Uehara Titolo originale Kakushi Toride no San-Akunin. Avventura, b/n durata 139′ min. – Giappone 1958. MYMONETRO La fortezza nascosta * * * 1/2 - valutazione media: 3,75 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Due astuti contadini sono assunti da un generale che vuole far passare una principessa e un carico d’oro attraverso il territorio nemico. Peripezie e pericoli a catena. Divertimento di alta classe sotto il segno di una libera e leggera fantasia ariostesca. È l’avventura allo stato puro con episodi di straordinario fascino.

 La fortezza nascosta
(1958) on IMDb

Anatomia di un rapimento (DVD) - Akira Kurosawa - Mondadori StoreUn film di Akira Kurosawa. Con Toshiro Mifune, Tatsuya Nakadai Titolo originale Tengoku to jigoku. Giallo, b/n durata 142 min. – Giappone 1963. MYMONETRO Anatomia di un rapimento * * * 1/2 - valutazione media: 3,63 su 12 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Dal romanzo Due colpi in uno (1959) di Ed McBain. Credendo di rapire il figlio di un grande industriale, uno studente sequestra quello del suo autista. L’industriale paga egualmente il riscatto. Un commissario di polizia ricerca il rapitore: la sua è una discesa all’inferno. Dall’intreccio di un romanzo “nero” americano A. Kurosawa cava una profonda riflessione etica sull’esistenza del male, i misteriosi legami tra i destini umani (e tra vittima e carnefice), contrapponendo l’alto (il cielo) della lussuosa villa dell’industriale con il basso (l’inferno) di una metropoli dove regnano il delitto, la prostituzione, la droga.

 Anatomia di un rapimento
(1963) on IMDb
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Un film di Akira Kurosawa. Con Toshirô MifuneTakashi ShimuraYoshio InabaSeiji MiyaguchiMinoru Chiaki.  Titolo originale Shichi-nin no SamuraiDrammatico,Ratings: Kids+16, b/n durata 95 min. – Giappone 1954MYMONETRO I sette samurai * * * * 1/2 valutazione media: 4,74 su 50 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nel Giappone del XVI secolo in cui orde di soldati sbandati e dediti al brigantaggio saccheggiano le campagne, la popolazione di un povero villaggio decide di ricorrere ai samurai, nobile casta di soldati di ventura, nella speranza di trovare qualcuno disposto a impegnarsi in un’impresa così umile e così poco remunerata. Li trovano. Selezionati dal saggio e disincantato Kambei (T. Shimura), cinque rispondono all’appello. Il settimo è il contadino Kikuchiyo (T. Mifune), miles gloriosusche vuole conquistarsi sul campo l’onore di essere promosso samurai.

Seven Samurai (1954) on IMDb
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Anatomia di un omicidio - WikipediaUn film di Otto Preminger. Con Eve Arden, Ben Gazzara, James Stewart, George C. Scott. Titolo originale Anatomy of a Murder. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 160′ min. – USA 1959. MYMONETRO Anatomia di un omicidio * * * * - valutazione media: 4,07 su 9 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Un modesto avvocato di provincia difende con successo un ufficiale dell’esercito accusato di aver ucciso il proprietario di un bar che gli ha violentato la moglie. Sorpresa finale. Nonostante la lunghezza, è uno dei più avvincenti drammi giudiziari mai usciti da Hollywood. Il suo nocciolo è nell’ambiguità dei personaggi e dei fatti. Grande compagnia di attori. 7 nomine agli Oscar.

 Anatomia di un omicidio
(1959) on IMDb

Regia di Satyajit Ray. Un film con Chhabi BiswasKali SarkarTulsi LahiriSardar AkhtarGangapada BasuCast completo Titolo originale: Jalsaghar. Genere Drammatico – India1958durata 100 minuti. – MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Bengala, anni ’20. Biswambhar Roy, aristocratico proprietario terriero, si è finanziariamente rovinato per la passione di organizzare nel suo palazzo, per un publico di amici, raffinate feste musicali con cantanti e balletti. Dopo la morte in un naufragio della moglie e della figlia, pone fine ai concerti. Quattro anni dopo, per umiliare il suo vicino Ganguli, nuovo ricco che lo ha imitato, riapre casa per un ultimo concerto. Il 4° film di S. Ray, da lui prodotto e sceneggiato (da un racconto di Tarashankar Bannerjee), si stacca nettamente, per contenuto e forma, dal lirismo dei primi due segmenti della trilogia di Apu e dalla vena satirica di La pietra filosofale . C’è qualcosa di O. Welles ( Quarto potere , Storia immortale ) nel personaggio ambiguo e complesso di Roy, nell’orgoglioso e nostalgico narcisismo (di casta e di classe) e nella passione distruttiva per la musica con cui si oppone al mondo che cambia e s’involgarisce al di fuori del suo Xanadu. Nonostante tutto, però, “il personaggio ispira all’autore e allo spettatore una compassione e una sorta di rispetto quasi fraterni che danno all’opera una vibrazione unica” (J. Lourcelles). Sfarzoso e, insieme, austero, quasi ieratico, il linguaggio registico e lo splendore raffinato del bianconero (Subrata Mitra) ne fanno un vertice nel cinema dell’eclettico cineasta bengalese.

 La sala da musica
(1958) on IMDb

Risultati immagini per Il prigioniero del terroreUn film di Fritz Lang. Con Ray Milland, Marjorie Reynolds Titolo originale Ministry of Fear. Spionaggio, b/n durata 85 min. – USA 1944. MYMONETRO Il prigioniero del terrore * * * - - valutazione media: 3,17 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Un ex detenuto appena uscito di prigione viene derubato di una torta vinta ad un Luna Park. Incuriosito dall’insolito furto, inizia alcune indagini che lo coinvolgono in una seduta spiritica e poi nello scoppio di un ordigno. Resosi conto di aver sconvolto i piani di un’organizzazione spionistica, si rivolge a Scotland Yard: il capo dei banditi tenta di ucciderlo ma la sorella del fuorilegge, innamorata dell’ex detenuto diventato onesto, lo salva.

 Il prigioniero del terrore
(1944) on IMDb

Un film di Fritz Lang. Con Peter Lorre, Gustaf Gründgens, Rudolf Blummer, Ellen Widman, Inge Landgut. Titolo originale M. Drammatico, b/n durata 117 min. – Germania 1931. MYMONETRO M – Il mostro di Düsseldorf * * * * 1/2 valutazione media: 4,87 su 22 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Un ignoto maniaco, che violenta e uccide bambine, semina la paura a Düsseldorf. La polizia ordina retate nell’ambiente della malavita i cui capi, danneggiati negli affari, decidono di reagire organizzando una caccia all’uomo con i mendicanti della città. Catturato, il maniaco viene processato. Lo salva dall’esecuzione la polizia che intanto l’aveva identificato. 1° film sonoro di Lang che ne scrisse la sceneggiatura con la moglie Thea von Harbou ispirandosi a un fatto di cronaca. Esordio di Lorre (vero nome: Laszlo Löwenstein, di origine ungherese), probabilmente nel primo personaggio di deviante sessuale nella storia del cinema. Su una tematica che gli è cara (opposizione tra giustizia ufficiale e giustizia privata, senso della colpevolezza universale), Lang fa un film di taglio realistico che nell’uso della luce (fotografia di F.A. Wagner) non trascura le esperienze espressionistiche, calibrando suspense, cadenze del poliziesco, dramma sociale. Il “tema dell’assassino” (fischiettato dallo stesso Lang) è tratto dal Peer Gynt di E. Grieg; l’idea del tribunale dei criminali deve qualcosa al Brecht di L’opera da tre soldi . Un classico. Rifatto nel 1951 da J. Losey.

 M - Il mostro di Düsseldorf
(1931) on IMDb

Morte a Venezia - Film (1971) - MYmovies.itUn film di Luchino Visconti. Con Dirk Bogarde, Romolo Valli, Mark Burns, Nora Ricci, Marisa Berenson.Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 133′ min. – Italia 1971. MYMONETRO Morte a Venezia * * * * - valutazione media: 4,05 su 18 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nel 1910 Gustav von Aschenbach, anziano musicista fisicamente fragile e spiritualmente inquieto, giunge al Lido di Venezia per una vacanza. Incontra il giovane, bellissimo Tadzio e muore. È, forse, il film più proustiano di Visconti che carica di reminiscenze personali e familiari la trasposizione del racconto (1912) di Thomas Mann. Elegia sulla fine di un mondo con momenti memorabili _ quelli dove emerge con una struggente forza visionaria l’identificazione con il personaggio _ in un contesto di alto accademismo decorativo. La Terza e la Quinta Sinfonia di Mahler _ al quale allude l’Aschenbach di Visconti che in Mann è uno scrittore _ contribuiscono al risultato, con le scenografie di Ferdinando Scarfiotti, i costumi di Piero Tosi e la fotografia di Pasquale De Santis.

 Morte a Venezia
(1971) on IMDb

Regia di Chris Marker. Un film con Hélène ChatelainDavos HanichJacques Ledoux. Genere Cortometraggio – Francia1963durata 28 minuti. – MYmonetro 2,96 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Sulla piattaforma dell’aeroporto di Orly la morte di un uomo di cui all’inizio non sappiamo l’identità è associata allo scoppio della Terza guerra mondiale. I superstiti della catastrofe nucleare sono nei rifugi sotterranei. Si inviano emissari affinché il passato e il futuro soccorrano il presente. Durante i suoi lunghi e penosi viaggi l’uomo ritrova l’immagine che l’ossessiona: quando all’aeroporto di Orly corre verso la donna amata comprende il significato dell’evento iniziale. Cortometraggio in bianconero a foto fisse e ferme – se si toglie uno zoom all’inizio e due o tre altri in un momento in cui la storia va nel futuro – in cui si afferma “una identità tra il grande e il piccolo, l’individuale e l’universale … introduce un tema che sarà tipico della fantascienza francese nouvellevaguista, quello del viaggio nel tempo” (A. Farassino). Allucinato, vertiginoso, originale. Vincitore del 1° Festival di fantascienza di Trieste nel 1963. Fotografia: Jean Chabaut. Montaggio: Jean Ravel. Musiche: Trevor Duncan. Rifatto nel 1995 da Terry Gilliam con L’esercito delle dodici scimmie .

 La jetée
(1962) on IMDb

Regia di Akira Kurosawa. Un film Da vedere 1952 con Takashi ShimuraShinichi HimoriHaruo TanakaMinoru ChiakiMiki OdagiriCast completo Titolo originale: Ikiru. Genere Drammatico – Giappone1952durata 143 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 4,02 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un classico di Kurosawa, una metafora che parte da un caso individuale e suggerisce il malessere del Giappone del dopoguerra. Un anziano impiegato scopre che ha un cancro e solo un anno da vivere. Cerca di dare un significato ai giorni che gli rimangono e, non trovando un conforto in famiglia, s’affeziona a un gruppo di madri che cercano un’area per far giocare i loro bambini. Termina la vita dell’uomo, ma con la gioia di vedere cominciare quella degli altri. 

Ikiru (1952) on IMDb

Regia di William Wyler. Un film Da vedere 1949 con Olivia De HavillandMontgomery CliftRalph RichardsonMiriam HopkinsVanessa Brown (II)Cast completo Titolo originale: The Heiress. Genere Drammatico – USA1949durata 115 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,96 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Il film è tratto dal romanzo Washington Square di Henry James. Una giovane donna timida e scialba si innamora di un uomo che mira soltanto alla sua dote. Il padre della ragazza tenta di dissuaderla e per questo la porta in Europa, ma al ritorno il cacciatore di dote riprende l’assedio. La ragazza annuncia al giovanotto che rinuncerà all’eredità paterna pur di poterlo sposare, e da quel momento l’innamorato sparisce. Si ripresenta dopo che il padre della fanciulla è morto, ma trova la porta irrimediabilmente chiusa. È un film eccellente. William Wyler era uno dei registi americani di gusto europeo. I tre protagonisti diedero il massimo; Clift, dopo essersi fatto conoscere l’anno prima col Fiume Rosso, si affermò del tutto. 

The Heiress (1949) on IMDb
Locandina Buena Vista Social Club

Un film di Wim Wenders. Con Ry Cooder, Ibrahim Ferrer, Company Segundo, Omara Portuondo, Eliades Ochoa, Ibrahim Ferrer, Orlando Lopez, Ruben Gonzales Documentario musicale, durata 101 min. – Germania 1998. MYMONETRO Buena Vista Social Club * * * * - valutazione media: 4,00 su 9 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Il musicista Ry Cooder, invitato da Wenders, va alla scoperta dei musicisti del Buena Vista Social Club di Havana. I talenti che ospitava, erano (e sono) enormi, ma sconosciuti (fino a questo film) al grande pubblico. Wenders, col suo stile rigoroso, reale-espressionista (appunto, è solo suo) racconta la loro storia, lunga, misera e magnifica. I personaggi sono: Ibrahim Ferrer, cantante, Ruben Gonzalez, chitarrista, Manuel “Puntillita” Licea, pianista, Omara Portuondo, l’Edith Piaf cubana, Manuel Galban, chitarrista. E altri. Tutti oltre gli ottanta, qualcuno oltre i novanta. Il regime di Castro, inibendo loro il resto del mondo, li ha costretti a una vita povera anche se non infelice: lo dicono continuamente “la fortuna di essere cubano”. E comunque, per il successo nel mondo c’è voluto Wenders, che ama queste iniziative, basti ricordare i Madredeus, diventati internazionali grazie a Lisbon Story. Nella loro tournée americana i cubani guardano le vetrine della Quinta strada e non riconoscono le effigi di Kennedy e della Monroe. E tutti raccontano, di quegli anni lontani, del Club in cui si esibivano, loro, leggende tornate viventi. E naturalmente Wenders non ignora L’Havana, la povertà, i colori, le vecchie Cadillac rimaste lì dai tempi di Batista, gli alberghi lussuosi rovinati dal vento e dal mare e lasciati a marcire, le prostitute, i mendicanti, i bambini che rincorrono i turisti. Il film comincia col grande concerto di New York del gruppo, e ricordo dopo ricordo ritorna al concerto. Da allora i musicisti, vitali, eterni, girano i teatri del mondo e vendono milioni di dischi. Un grande film, il miglior Wenders.

Buena Vista Social Club (1999) on IMDb

Locandina italiana Miracolo a Le HavreUn film di Aki Kaurismäki. Con André Wilms, Kati Outinen, Jean-Pierre Darroussin, Blondin Miguel, Elina Salo. Titolo originale Le Havre. Commedia, durata 93 min. – Finlandia, Francia, Germania 2011. – Bim uscita venerdì 25 novembre 2011. MYMONETRO Miracolo a Le Havre * * * * - valutazione media: 4,01 su 64 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Il lustrascarpe Marcel Marx vive a Le Havre tra la casa che divide con la moglie Arletty e la cagnolina Laika, il bar del quartiere e la stazione dei treni, dove esercita di preferenza il proprio lavoro. Il caso lo mette contemporaneamente di fronte a due novità di segno opposto: la scoperta che Arletty è malata gravemente e l’incontro con Idrissa, un ragazzino immigrato dall’Africa, approdato in Francia in un container e sfuggito alla polizia. Con l’aiuto dei vicini di casa – la fornaia, il fruttivendolo, la barista – e la pazienza di un detective sospettoso ma non inflessibile, Marcel si prodiga per aiutare Idrissa a passare la Manica e raggiungere la madre in Inghilterra.
Un cast di attori franco-finlandesi, con le facce e le fogge da polar melvilliano, interagiscono in quel di Le Havre in un quartiere dove ancora “buongiorno vuol davvero dire buongiorno”, per usare – assolutamente non a caso – una frase di Miracolo a Milano, di De Sica e Zavattini. Eppure, la battuta più bella ed emblematica del film è proprio: “restano i miracoli”, dice il dottore, “non nel mio quartiere”, chiosa Arletty. È tutto qui il miracoloso (questo sì) nodo di poesia e disincanto, ottimismo e amarezza di cui è fatto Le Havre , uno dei migliori Kaurismaki in assoluto. Il finale si preoccuperà poi di illuminare il concetto, con uno splendido e improbabile ciliegio in fiore: un altro mondo è possibile o ci vorrebbe davvero un miracolo perché una storia come quella di Idrissa accadesse nella realtà? Entrambe le cose, sembra dire il regista: il cancro che affligge il nostro modo di vivere e di agire è a un livello più che mai avanzato, ma “restano i miracoli”.
D’altronde, il fondatore del Midnight Sun film festival, quando al suo meglio, non ha mai fatto altrimenti che promuovere ossimori – i Leningrad cowboys -, trovare ricchezza nella povertà, (far) reagire con straordinaria nonchalance di fronte all’incongruo (la scena dell’ananas, in questo film, è qualcosa che non si dimentica), mescolare magistralmente anacronismo e attualità. È un sognatore? Eppure il sole di mezzanotte è un fenomeno reale, astronomico, naturale.

Le Havre (2011) on IMDb
Locandina Come in uno specchio

Un film di Ingmar Bergman. Con Harriet Andersson, Max von Sydow, Gunnar Björnstrand, Lars Passgard Titolo originale Säsom i en spegel. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 92′ min. – Svezia 1961. MYMONETRO Come in uno specchio * * * * - valutazione media: 4,09 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Ventiquattro ore di una vacanza d’incubo su un’isoletta ventosa del Mar Baltico tra la schizofrenica Karin, il marito medico, il fratello minore e il padre scrittore. Ritmato dalla Suite n. 2 in re minore per violoncello (E.B. Bengtsson) di J.S. Bach, è un quartetto di figure che apre il cinema da camera di I. Bergman. I quattro prigionieri dell’isola sono dei “mutanti” a loro dispetto anche se nessuna mutazione potrà avere un futuro. Uno dei film più angosciosi e sconvolgenti sulla follia. Finale slegato. “È un inventario prima della svendita … la mia intenzione era di descrivere un caso di isterismo religioso” (I. Bergman). Oscar 1962 per il film straniero. Il titolo è tolto dalla Prima Lettera ai Corinti di san Paolo (XIII, 12).

Through a Glass Darkly (1961) on IMDb

Regia di Don Siegel. Un film Da vedere 1964 con Ronald ReaganLee MarvinAngie DickinsonJohn CassavetesClaude AkinsClu Gulager. Titolo originale: The Killers. Genere Poliziesco – USA1964durata 95 minuti. Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni.

Tratto da The Killers , uno dei 39 racconti di Ernest Hemingway già filmato con I gangster (1946) di Robert Siodmak, fu prodotto dalla Universal per la TV ma non fu trasmesso perché troppo violento. Distribuito nelle sale dopo l’assassinio di J.F. Kennedy ebbe poco successo e soltanto in seguito divenne un film di culto. Il racconto è un lungo flashback che ricostruisce gli avvenimenti precedenti all’omicidio iniziale su commissione: perché Johnny North si è lasciato uccidere senza reagire? Intenso, compatto, asciutto, è un film in cui il pessimista D. Siegel ribadisce la sua concezione del mondo come inganno e tradimento. Ultimo film di R. Reagan e l’unico in cui ha una parte di “cattivo”.

The Killers (1964) on IMDb

Locandina Partita a quattroUn film di Ernst Lubitsch. Con Fredric March, Gary Cooper, Miriam Hopkins, Edward Everett Horton. Titolo originale Design for Living. Commedia, b/n durata 90′ min. – USA 1933. MYMONETRO Partita a quattro * * * 1/2 - valutazione media: 3,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Due amici sono amati dalla stessa ragazza, donna di mondo, ma trovano un accordo e mettono su casa insieme, dove, però, la convivenza è soltanto platonica. Tratto dalla commedia omonima (1933, in Italia Quartetto d’archi) di Noël Coward e sceneggiato da Ben Hecht, è una partita a tre in cui la penuria di denaro del trio che fa una vita da bohème corrisponde alla privazione del sesso. Lubitsch e Hecht hanno camminato sul filo del rasoio per evitare, data la materia, gli attacchi delle potenti associazioni in difesa della pubblica moralità, ma incorsero ugualmente nella censura del Codice Hays, da poco entrato in vigore. E.E. Horton, principe dei caratteristi, riesce a sopravanzare le 2 star maschili.

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Un film di Ernst Lubitsch. Con Charles Boyer, Peter Lawford, Jennifer Jones, Helen Walker. Titolo originale Cluny Brown. Commedia, b/n durata 100′ min. – USA 1946. MYMONETRO Fra le tue braccia * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Cluny Brown, orfanella proletaria, conosce casualmente a Londra nel 1940 Belinski, scrittore polacco, rifugiato politico, e lo riincontra in casa degli aristocratici Carmel in una località di provincia dove sono entrambi elementi di disturbo. Penultimo film di Lubitsch, “opera singolare, di estremo interesse” (G. Fink) tratta da un romanzo di Marjorie Sharp. Romantico, divertente per la moltiplicazione di arrivi e entrate, la finezza delle gag, la garbata ironia sul rigido classismo britannico

Cluny Brown (1946) on IMDb

Domenica maledetta domenica - Circuito CinemaUn film di John Schlesinger. Con Peter Finch, Glenda Jackson, Murray Head, Bessie Love, Peggy Ashcroft. Titolo originale Sunday, Bloody Sunday. Drammatico, durata 110′ min. – Gran Bretagna 1971. – VM 18 – MYMONETRO Domenica, maledetta domenica * * * * - valutazione media: 4,00 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Un giovane designer divide i suoi favori sessuali tra una donna divorziata in carriera e un medico ebreo Scritto da Penelope Gilliat è, in mirabile equilibrio tra introspezione psicologica e sociologica precisione di particolari, un film di struggente tristezza in cui “Schlesinger è al suo meglio e mette a punto quel romanticismo malinconico e preciso, tutto sfumature, sospensioni e sguardi che rappresenterà d’ora in poi la sua corda migliore” (E. Martini). S’intravede, nella parte di un giovane vandalo, Daniel Day-Lewis.

Sunday Bloody Sunday (1971) on IMDb