Quattordici anni dopo la fondazione del malvagio Impero Galattico, un gruppo eterogeneo di ribelli (accomunati dall’odio per l’Impero) si unisce a bordo di un’astronave cargo di nome Spettro, entrando in contatto con le prime scintille dell’Alleanza Ribelle.
Nella Cina della fine del XIX secolo visse un uomo, Huang Fei Hong, maestro di arti marziali che difese il suo popolo dai soprusi dei colonialisti britannici. Uomo buono e giusto, oltre che dotato di straordinarie abilità di combattimento. Assurto a vera e propria leggenda, la figura del maestro Hong è stata protagonista di svariate centinaia di gongfupian (film di arti marziali) dal dopoguerra ad oggi. Questa ennesima trasposizione su pellicola di questo personaggio è sicuramente la più ambiziosa e meglio riuscita: ne sono testimoni la messe di premi raccolti, i ben cinque sequel realizzati e la grande popolarità in tutto il mondo. Il perché di tanto successo è presto detto. OUATIC, infatti, non è solo infarcito da alcuni dei combattimenti più sbalorditivi mai visti (la lunga sequenza sulle scale di legno è da infarto) ma, rispetto a gran parte dei film dello stesso genere, dedica inoltre una cura e un’attenzione straordinarie al contesto storico e sociale del tempo.
In concorso a Venezia 2010, secondo gli esperti è all’altezza dei film più celebrati del rinomato Tsui Hark per la forza visionaria di una immaginazione libera e sovversiva e di una tecnica sapiente che tendono alla meraviglia e allo stupore degli spettatori giovani e adulti. Nel 690 d.C. una congiura vuole impedire che salga sul trono la prima donna imperatrice della Cina. È lei a incaricare il giudice investigatore Di Renjie per far luce sulle enigmatiche morti per autocombustione di potenti cortigiani. Aiutato da un guerriero albino e da una vispa e combattiva giovane, Di Renjie scopre il colpevole. In bilico tra ragione e magia, arti marziali ed erotismo, fantasia scatenata e pragmatismo da intrigo poliziesco, menzogne del potere e oscillazioni dell’identità sessuale, il film non cade quasi mai nel virtuosismo formalistico. Coadiuvato dalle tecnologie digitali e dal coreografo Sammo Hung Kam-bo (già al servizio di Jackie Chan), Hark si conferma maestro dello spazio e dell’azione. Distribuisce Tucker.
Il piccolo Matt Murdock è cresciuto assieme ad un padre pugile, talmente forte da farsi chiamare “Devil”, ma non abbastanza tenace da evitare loschi affari malavitosi. Quando Matt scopre che il papà è al servizio del boss cittadino, fugge via deluso. È l’ultima cosa che vede perché un incidente con un materiale radioattivo lo rende cieco, potenziandone tutti gli altri sensi.
Sequel ancora più trash del cult “Sex and Fury”, “Female Yakuza Tale” vede questa volta la bellissima e letale paladina della giustizia Ochô Inoshika (Reiko Ike) coinvolta accidentalmente in un omicidio di una prostituta manovrata da spietati e lussuriosi spacciatori che nascondono le loro dosi all’interno degli organi genitali delle sfortunate “lucciole”. Sulle tracce della impietosa banda di criminali vi sono l’ex componente della gang Joji (Ryôhei Uchida), pronto a battersi per il suo vecchio boss rimpiazzato dal furfante capo Goda, alleato con l’avversario Big Tiger per espandere il business, e la misteriosa quanto fatale Yoshimi (Makoto Aikawa), anch’essa motivata da uno spirito di ardente rivalsa verso gli aguzzini che sfruttano e torturano le povere ragazze
Una squadra di assi dello spionaggio industriale è costretta dal governo a recuperare un prezioso decodificatore. La trama è molto aggrovigliata, tanto che dà luogo a due film in uno. Nella prima parte prevalgono i toni leggeri della commedia, poi si ricomincia da capo con il thriller e la suspense. P.A. Robinson, regista competente, mimetizza ambizioni d’autore sotto la vernice di un efficiente mestiere hollywoodiano puntato al divertimento. Ci riesce benissimo. Il titolo italiano è deviante: sneakers è un termine che indica le scarpe da tennis e chi le indossa; to sneak sta per introdursi furtivamente, e con le scarpe da tennis si è veloci e silenziosi.
Dal racconto di Philip K. Dick We Can Remember It for You Wholesale (Ricordiamo per voi, 1966). Nel 2084, desideroso di compiere un viaggio su Marte, l’operaio edile Doug Quaid si rivolge all’agenzia Recall che vende viaggi e avventure di turismo virtuale, ma scopre di essere già stato su quel pianeta come Hauser, agente segreto al servizio dello spietato dittatore locale, e si unisce al movimento popolare di rivolta. Film eccessivo nell’azione, nella violenza, nella grandiosità delle scenografie, negli effetti speciali (Oscar per Eric Brevig), nell’ideologia.Suggestiva macchina narrativo-spettacolare con una vertiginosa struttura a scatole cinesi, imperniata sull’ambiguità tra realtà e apparenza, con alleggerimenti grotteschi e parentesi erotiche.
Ad un contractor dell’esercito britannico, Lex Walker, viene comunicato, quando è ancora in servizio all’estero, precisamente in Afghanistan, che sua figlia Samantha è stata uccisa e che il suo corpo si trova ancora a Los Angeles. Walker, dopo aver lasciato il suo lavoro ed essere tornato in Inghilterra, prenota subito un volo per Los Angeles per effettuare il riconoscimento del corpo, ma, una volta arrivato lì, scopre che quello non è il corpo di sua figlia. Walker inizia quindi a cercarla e non smetterà finché non l’avrà trovata.[1]
Robin di Loxley viene chiamato a servire nella terza crociata in Terra santa e lo ritroviamo insieme ai suoi commilitoni in una città in rovina, bloccato sotto il fuoco nemico di una potentissima balestra automatica. Robin sarà incaricato di neutralizzarla e in questa operazione si imbatte in un abile arciere e guerriero, che avrebbe la meglio su di lui se non venisse colpito alle spalle da Guy, il capitano di Robin. Quando questi minaccia di uccidere il figlio del prigioniero, Robin non riesce a stare a guardare e si mette in mezzo. La sua diserzione è punita con il ritorno a casa in disgrazia dove lo aspetta una Loxley caduta in rovina. Inoltre Robin è stato dato per morto da almeno due anni e la sua amata Marian si è trovata un nuovo compagno, Will Scarlet. Il tutto mentre il pugno di ferro dello Sceriffo di Nottingham, stretto alleato della Chiesa cattolica, spreme sempre più duramente un popolo ormai esasperato.
Tatuato fuori, non cicatrizzato dentro, Jim Davis, reduce della Guerra del Golfo, vorrebbe essere assunto nella polizia di Los Angeles, ma preferisce, per sottrarsi agli incubi bellici che lo tormentano, mettersi nei guai in compagnia del suo fedele amico Mike Alonzo su e giù a mano armata per il quartiere degradato di South Central. Esordio d’autore nella regia di David Ayer, sceneggiatore di Training Day . La materia narrativa è la stessa (South Central compreso), attinta dalle sue esperienze e messa in immagini in modi più secchi senza concessioni allo psicologismo e agli alibi ideologici. Ottimi i due protagonisti.
Basato sulla vita di un leggendario combattente di capoeira di Bahia, mette in scena la storia fantastica di un giovane uomo brasiliano di origini africane in cerca della sua missione.
Cole, uno sceriffo texano, si reca a Miami non appena ricevuta la notizia che nella metropoli della Florida è stato commesso un attentato alla vita di un giudice: pare infatti che l’azione criminosa sia stata organizzata da un personaggio-chiave del traffico di droga, che ora ha nel mirino una serie di agenti della Dea…
Una banda criminale di Chicago spedisce un sicario nel Kansas per convincere, a ogni costo, un ex affiliato, proprietario di un mattatoio di maiali, a pagare i suoi debiti. Se si tolgono un certo gusto per l’iperbole e 2 sequenze alla Hitchcock, è un maldestro tentativo di mescolare il cinema di azione violenta con l’umorismo e il grottesco. L. Marvin lo commentò così: “Credo che puzzi”. 1° film di Sissy Spacek.
Dopo trent’anni vissuti più o meno serenamente in incognito, Dan Chase trova un intruso nella sua casa e con sorprendente efficienza lo elimina. Capisce così di essere stato scoperto e di essere ancora una volta nel centro del mirino. Lo contatta infatti poco dopo Harold Harper, ex agente CIA passato all’FBI e a capo della caccia all’uomo, sperando di convincerlo alla resa. Ma Dan non si lascia intimorire nemmeno dalla minaccia che venga rovinata la vita di sua figlia e inizia a mettere in atto una elaborata controffensiva..
David ha diciotto anni ed è cresciuto pensando che la madre e il padre fossero morti durante la sua infanzia. stato educato da un monaco ed ora è vicino a completare i suoi studi ma la sua vita è destinata a cambiare quando, durante una rissa, scopre di avere una forza fisica fuori da comune e la capacità di guarire da qualsiasi tipo di ferita. In breve tempo il Priorato di Sion e l’ordine dei Cavalieri Templari si interessano a lui e lo riconoscono come il nuovo eletto in grado di guidarli nella ricerca dell’ambìto Sacro Graal.
Sul pianeta Io, in un centro minerario per l’estrazione dello zolfo e dei suoi derivati, arriva un commissario che si accorge che le cose non funzionano. Una space-opera nella cui struttura narrativa si mescolano gli schemi del poliziesco e del western. Bella la sequenza d’inseguimento tra Connery e lo spacciatore di droga.
Il giovane Sigfrido sta per compiere la sua prima grande impresa: uccidere il drago Fafnir che da anni minaccia il popolo dei burgundi. La ricompensa per il suo eroismo è un tesoro favoloso sul quale grava però una terribile maledizione. Un incantesimo malvagio che metterà in pericolo l’amore di Sigfrido per la bellissima regina guerriera Brunilde.
1973. 2 eccentrici ricercatori del Progetto Monarch vogliono organizzare una spedizione su un’isoletta sperduta nel Pacifico e immersa nelle nuvole per scoprire le cause delle misteriose sparizioni di navi e aerei. Finanziati dal governo USA – che li fa accompagnare da truppe che stavano in Vietnam – partono con un colonnello in stress post-traumatico, un fascinoso avventuriero a far da guida e una impavida reporter. Scoprono subito che l’isola, oltre che da vari mostri di dimensioni spropositate, è abitata e dominata da un gigantesco gorilla che reagisce male a bombe, gas letali, mitragliatrici, napalm e compagnia bella. Versione ricca (oltre 200 milioni di dollari) e umoristica (sceneggiatura di Dan Gilroy) dei film giapponesi sui grandi mostri degli anni d’oro, con aggiunta di militarismo da barzelletta, qualche citazione, effetti di ogni genere, habitat affascinante, personaggi tagliati con l’accetta. Distribuisce con successo Warner Bros Italia.
Enzo è un piccolo criminale di Tor Bella Monaca che vive di espedienti: un solitario che passa le sue serate abbuffandosi di porno e budini alla vaniglia. Un giorno, inseguito dalla polizia, si tuffa nel Tevere, dove entra in contatto con una sostanza che gli dona una forza da supereroe. All’inizio usa i suoi poteri per raggranellare un po’ di soldi. Un “colpo” sferrato contro un furgone portavalori incrocia il suo destino con quello dello Zingaro (spettacolare e surreale Marinelli), pesce piccolo della malavita romana, un isterico con l’ossessione della celebrità, fissato con la musica italiana anni ’80. Enzo si trova coinvolto in una guerra senza esclusione di colpi. Intanto, la vicina di casa Alessia lo identifica col protagonista del cartone giapponese “Jeeg Robot d’Acciaio”. Rarità nel panorama cinematografico italiano, scritto, con Nicola Guaglianone, e diretto da Mainetti – attore, musicista e regista, già autore di 4 corti ispirati al mondo dei fumetti e dei cartoni animati – rinfresca il concetto di film di genere. La storia di questo “supereroe per caso”, con i classici stilemi, potere/responsabilità, cattivo psicopatico, ragazza al centro della storia, si fonde con realismo nella realtà romana e italiana di Mafia Capitale, della crisi economica, con un’eco degli anni di piombo. La fotografia cupa esalta uno stile coraggioso e insolito. Dialoghi divertenti. Intrattenimento coinvolgente mai scontato. David di Donatello per: miglior attore/attrice, attore/attrice non protagonista, regista esordiente, montatore, produttore.
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