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Regia di Steven Spielberg. Un film Da vedere 2017 con Meryl StreepTom HanksSarah PaulsonBob OdenkirkTracy LettsBradley Whitford.Cast completo Titolo originale: The Post. Genere Biografico – USA2017durata 118 minuti. Uscita cinema giovedì 1 febbraio 2018 distribuito da 01 Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,77 su 74 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Convinto che la guerra condotta in Vietnam dal suo Paese costituisca una sciagura per la democrazia, Daniel Ellsberg, economista e uomo del Pentagono, divulga nel 1971 una parte dei documenti di un rapporto segreto. 7000 pagine che dettagliano l’implicazione militare e politica degli Stati Uniti nella guerra del Vietnam. Un’implicazione ostinata e contraria alla retorica ufficiale di quattro presidenti. È il New York Times il primo a rivelare l’affaire, poi impedito a proseguire la pubblicazione da un’ingiunzione della corte suprema. Il Washington Post (ri)mette mano ai documenti e rilancia grazie al coraggio del suo editore, Katharine Graham, e del suo direttore, Ben Bradlee. Prima donna al timone di un prestigioso giornale, Katharine decide di pubblicare il monumentale scandalo di stato con buona pace degli investitori (il giornale era allora in fase di ristrutturazione finanziaria) e a rischio della sua azienda, della prigione e della carriera dei suoi redattori. Fedeli al primo emendamento e all’intelligenza dei propri lettori, i giornalisti del Washington Post svelano le manovre e le menzogne della classe politica, assestando il primo duro colpo all’amministrazione Nixon.

 The Post
(2017) on IMDb
Locandina L'ultimo dei mohicani

Un film di Michael Mann. Con Daniel Day-Lewis, Madeleine Stowe, Russell Means, Eric Schweig, Jodhi May. Titolo originale The Last of the Mohicans. Western, durata 130 min. – USA 1992. MYMONETRO L’ultimo dei mohicani * * * * - valutazione media: 4,02 su 51 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

La Guerra dei sette anni è sbarcata oltre oceano. È il 1757. Le colonie americane sono terreno fertile per sangue e morti. Inglesi e francesi si contendono le terre, mentre le tribù autoctone decidono da quale parte schierarsi e a chi giurare una presunta fedeltà. Tra loro anche Nathan, nato inglese e adottato dai Mohicani, corre tra foreste e fiumi in cerca di una pacifica convivenza tra coloni e invasori. Gli equilibri verranno presto spezzati dalla crescente tensione tra le forze europee e dai labili patti che legano gli indigeni ai due schieramenti.
Tratto dal romanzo omonimo di J.F. Cooper e remake de I re dei pellerossa (1936), L’ultimo dei Mohicani è un kolossal in grande stile, epico racconto in cui l’interesse per la narrazione cede il passo all’azione. Micheal Mann procede di corsa, parte in medias res e avanza senza soste in un continuo susseguirsi di fughe e assedi. Tanto affanno e poche parentesi per il pensiero in un film dove lo spazio per l’animo dei personaggi è minimo e le azioni parlano per loro.
Questo registro espressivo pragmatico e poco dedito all’approfondimento psicologico dei caratteri è però funzionale a quel mondo selvaggio, dominato dalle armi, in cui la diplomazia si scopre arte faticosa e sterile, mentre la violenza divide facilmente il mondo in morti e vivi, vincitori e vinti. Con l’amore a fungere da unico antidoto. L’interesse principale ricade sullo scontro tra culture in cui solo l’habitat si distingue per purezza. I colonizzatori sono ingordi e non c’è più ingenuità nel popolo ospitante perché la contaminazione è già parte del Nuovo Mondo. Eppure la divisione è ancora netta, con gli invasori dediti al rispetto dei propri doveri e gli indigeni impegnati nella salvaguardia dei propri diritti.
L’opera di Mann si apprezza e si distingue soprattutto per l’affresco estetico di una Natura che funge da silenziosa testimone, sulle note di una travolgente colonna sonora capace di far respirare a pieni polmoni lo spettatore e di evocare in lui il recupero di una pace per lo spirito. Il carisma spigoloso di Daniel Day Lewis fornisce corpo e vigore ad uno dei tanti cuori impavidi del cinema epico-storico. Un eroe più coraggioso di un film che parla di sensi di appartenenza (alla terra, ai certi valori innati e alla persona amata) senza andare oltre gli argini del genere a cui appartiene.

The Last of the Mohicans (1992) on IMDb

Avatar - Film (2009)Un film di James Cameron. Con Sam Worthington, Zoe Saldana, Sigourney Weaver, Stephen Lang, Michelle Rodriguez. Fantascienza, Ratings: Kids+13, durata 162 min. – USA, Gran Bretagna 2009. – 20th Century Fox uscita venerdì 15 gennaio 2010. MYMONETRO Avatar * * * 1/2 - valutazione media: 3,86 su 742 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

È un raro colossal d’autore, forse il più costoso della storia di Hollywood: 230 (o 500?) milioni di dollari. Come film, è una fiaba epicofantastica più che SF. Siamo nel 2154 d.C. su Pandora: i Na’vi, pacifici indigeni umanoidi con la coda, alti circa 3 metri, collegati da una rete neurale con la natura, sono un ostacolo per l’estrazione di un raro minerale indispensabile per risolvere la crisi energetica della Terra, che da 30 anni ha fatto di Pandora una colonia mineraria. Al servizio di una potente multinazionale vi sbarca, con un piccolo esercito di mercenari, l’emiplegico guerriero Sully, collegato con un avatar (= discesa, in sanscrito), clone biologico teleguidato il cui DNA umano è ibridato con quello di un Na’vi. Grazie all’amore della bella Neytiri, impara a conoscerli e rispettarli finché si schiera con loro in una feroce battaglia. Coprodotto con Jon Landau, scritto dal regista, girato alle Hawaii e in Nuova Zelanda con l’apporto della Weta Digital di Peter Jackson e la supervisione degli effetti speciali di Joe Letteri. Pur essendo presenti gli altri 3 elementi cosmogonici, la sua principale componente è l’aria che è, come il fuoco, un principio attivo e maschile. Importante è pure l’acqua: il ricorso al 3D – per la prima volta con discrezione creativa – serve per dare profondità sottomarina alla terra e ai boschi di Pandora. C’è di tutto nel latente sottolivello del film, anche una dimensione sociopolitica (i “buoni selvaggi” schiacciati dalla civiltà delle macchine). Cameron mescola, senza far vedere le giunture, la realtà dei corpi degli attori con i loro cloni, i fantastici animali, le foreste, i fondali marini, le minuscole bestioline luminose di Pandora, tutte inventate con la computer-graphic . Enorme successo mondiale: quasi 3 miliardi di dollari di incasso! 3 Oscar: scenografia (R. Carter, R. Stromberg, K. Sinclair), fotografia (Mauro Fiore), effetti speciali.

 Avatar
(2009) on IMDb

Poster La sfida del samuraiUn film di Akira Kurosawa. Con Toshiro Mifune, Tatsuya Nakadai, Yoko Tsukasa, Isuzu Yamada, Daisuke Katô. Titolo originale Yojimbo. Drammatico, b/n durata 110′ min. – Giappone 1961. MYMONETRO La sfida del samurai * * * 1/2 - valutazione media: 3,70 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari

Nel XVII secolo un samurai vagabondo arriva in un villaggio insanguinato dalla guerra tra due clan e, con machiavellica strategia, diventa l’ago della bilancia mettendo gli uni contro gli altri. Splendido film d’azione in chiave ironica e di ritmo snello, ma anche limpida parabola sulla cupidigia del denaro con risvolti ironici e una lontana parentela con Goldoni (Arlecchino servitore di due padroni). Yojimbo (che significa “guardia del corpo”) è il modello su cui Sergio Leone ricalcò Per un pugno di dollari e Walter Hill Ancora vivo. Ma, forse, all’origine di tutto c’è Red Harvest (Piombo e sangue, 1929) di Dashiell Hammett.

 La sfida del samurai
(1961) on IMDb

La Fortezza Nascosta (Special Edition) (Restaurato In Hd): Amazon.it:  Toshiro Mifune, Misa Uehara, Toshiro Mifune, Misa Uehara: Film e TVUn film di Akira Kurosawa. Con Toshiro Mifune, Misa Uehara Titolo originale Kakushi Toride no San-Akunin. Avventura, b/n durata 139′ min. – Giappone 1958. MYMONETRO La fortezza nascosta * * * 1/2 - valutazione media: 3,75 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Due astuti contadini sono assunti da un generale che vuole far passare una principessa e un carico d’oro attraverso il territorio nemico. Peripezie e pericoli a catena. Divertimento di alta classe sotto il segno di una libera e leggera fantasia ariostesca. È l’avventura allo stato puro con episodi di straordinario fascino.

 La fortezza nascosta
(1958) on IMDb
Locandina Cane randagio

Un film di Akira Kurosawa. Con Toshirô MifuneTakashi ShimuraYasushi Nagata Titolo originale Nora inuPoliziescob/n durata 95 min. – Giappone 1949.

Un giovane poliziotto (Toshiro Mifune) si lascia rubare la rivoltella che serve a commettere vari delitti, ma che gli permette infine di ritrovare l’assassino. Più che d’un film poliziesco a suspense si tratta però d’una descrizione di Tokyo nell’atmosfera di smarrimento e di miseria creata dalla disfatta, coi suoi disoccupati, i suoi banditi, le sue prostitute, gli occupanti, le rovine. Bellissima la sequenza finale: un combattimento tra i fiori d’una palude. Il protagonista, interpretato dall’attore preferito di Kurosawa, è un tipo inquieto e di carattere assai complesso, che insegue continuamente se stesso. E’ un film d’una certa importanza, benché non tra i preferiti del regista, che affermò di aver voluto fare” un film alla Simenon”.

Stray Dog (1949) on IMDb

Un film di Akira Kurosawa. Con Tatsuya Nakadai, Akira Terao, Takeshi Kato, Jinpachi Nezu, Hisashi Igawa. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 163′ min. – Giappone 1985. MYMONETRO Ran * * * * 1/2 valutazione media: 4,60 su 19 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Tragico viaggio verso la follia e la morte di Hidetora, signore e tiranno giapponese della guerra, che divide il suo principato tra i tre figli ingrati. Prima di spegnersi pronuncia una condanna senza rimedio dell’intera umanità. Ridotta all’osso la trama di Re Lear, con Ran (caos, follia) Kurosawa ha fatto un grande film sul disfacimento e il crollo del mondo. Dopo una 1ª parte espositiva nella 2ª i momenti di canto alto sono parecchi. Oscar per i costumi (Emi Wada); tre candidature: regia, fotografia (Takao Saito), scenografie (Yoshiro Muraki). Almeno 2 componenti di indiscutibile potenza in questo film del 75enne Kurosawa che diresse il suo ultimo film nel 1993: le sequenze di battaglia e l’interpretazione di Lady Kaede (Harada). È un Re Lear per il nostro tempo, e per ogni tempo.

Ran (1985) on IMDb

Regia di Akira Kurosawa. Un film con Kyôko KagawaToshirô MifuneYûzô KayamaYoshio Tsuchiya. Titolo originale: Akahige. Genere Drammatico – Giappone1965durata 180 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

Un medico di nobili sentimenti è a capo di un ospedale per povera gente. Il suo assistente imparerà da lui a stabilire un contatto umano, prima che professionale, con i pazienti.

Red Beard (1965) on IMDb
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Un film di Akira Kurosawa. Con Toshirô MifuneTakashi ShimuraYoshio InabaSeiji MiyaguchiMinoru Chiaki.  Titolo originale Shichi-nin no SamuraiDrammatico,Ratings: Kids+16, b/n durata 95 min. – Giappone 1954MYMONETRO I sette samurai * * * * 1/2 valutazione media: 4,74 su 50 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nel Giappone del XVI secolo in cui orde di soldati sbandati e dediti al brigantaggio saccheggiano le campagne, la popolazione di un povero villaggio decide di ricorrere ai samurai, nobile casta di soldati di ventura, nella speranza di trovare qualcuno disposto a impegnarsi in un’impresa così umile e così poco remunerata. Li trovano. Selezionati dal saggio e disincantato Kambei (T. Shimura), cinque rispondono all’appello. Il settimo è il contadino Kikuchiyo (T. Mifune), miles gloriosusche vuole conquistarsi sul campo l’onore di essere promosso samurai.

Seven Samurai (1954) on IMDb
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Dersu Uzala. Il piccolo uomo delle grandi pianure / Dersu Uzala ( Deruzu  uzâra ) [ Origine Spagnolo, Nessuna Lingua Italiana ]: Amazon.it: Film e TV

Un film di Akira Kurosawa. Con Juri Solomin, Maksim Munzuk, Yuri Solomin, Svetlana Danilchenko, Dmitri Korshikov. Titolo originale Dersu Uzala. Avventura, Ratings: Kids+16, durata 140′ min. – URSS, Giappone 1975. MYMONETRO Dersu Uzala, il piccolo uomo delle grandi pianure * * * * - valutazione media: 4,38 su 15 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Da due libri di viaggio (1923) di Vladimir K. Arseniev: nel 1902 in una zona selvaggia lungo il fiume Ussuri ai confini con la Manciuria, Dersu Uzala, solitario cacciatore mongolo senza età né fissa dimora, incontra la piccola spedizione cartografica del capitano russo Arseniev con cui si lega di profonda amicizia e al quale salva la vita. 1° premio al Festival di Mosca e Oscar 1976 per il miglior film straniero, è un’opera che ricorda Flaherty e Dovženko per l’intensa, lirica,panteistica rappresentazione del rapporto tra uomo e natura. Dersu Uzala _ impersonato con eccezionale mimetismo da un attore non professionista mongolo che nella vita fa il musicologo _ vive in armoniosa e religiosa simbiosi con la natura, parla col fuoco e gli animali, ma ha poco da spartire con il mito del “buon selvaggio”.

 Dersu Uzala, il piccolo uomo delle grandi pianure
(1975) on IMDb

Anatomia di un omicidio - WikipediaUn film di Otto Preminger. Con Eve Arden, Ben Gazzara, James Stewart, George C. Scott. Titolo originale Anatomy of a Murder. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 160′ min. – USA 1959. MYMONETRO Anatomia di un omicidio * * * * - valutazione media: 4,07 su 9 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Un modesto avvocato di provincia difende con successo un ufficiale dell’esercito accusato di aver ucciso il proprietario di un bar che gli ha violentato la moglie. Sorpresa finale. Nonostante la lunghezza, è uno dei più avvincenti drammi giudiziari mai usciti da Hollywood. Il suo nocciolo è nell’ambiguità dei personaggi e dei fatti. Grande compagnia di attori. 7 nomine agli Oscar.

 Anatomia di un omicidio
(1959) on IMDb

Trono di sangue - Trentino CulturaUn film di Akira Kurosawa. Con Toshiro Mifune, Isuzo Yamada Titolo originale Kumonosu-Jo. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 110′ min. – Giappone 1957. MYMONETRO Il trono di sangue * * * * - valutazione media: 4,00 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari

Nel Giappone del XVI secolo, dilaniato dalle guerre civili, l’ascesa sanguinosa al potere del feudatario Washizu (Mifune), incalzato dalla moglie Asaji (Yamada). Più che una trasposizione, è un libero adattamento di Macbeth (1605-06) in cui, sostituendo la poesia delle parole di Shakespeare con quella dell’azione, Kurosawa fa paradossalmente il più originale e inventivo _ e comunque il meno parlato _ film scespiriano della storia del cinema.L’azione è condensata in tre luoghi: il Forte Nord, il Castello e la Foresta; le tre streghe sostituite con una Parca; eliminati alcuni personaggi di contorno; invenzioni visive al posto di dialoghi e monologhi. La tragedia del “beccaio morto e della sua demoniaca regina” diventa un tumultuoso affresco in movimento, corrusco di tempeste, convulso di galoppate, ricco di figure ieratiche che si muovono a ritmo lento di balletto ipnotico e di attori che recitano secondo i moduli stilizzati del teatro Nô. “Ho dimenticato Shakespeare e ho girato il film come se fosse una storia del mio paese” (A. Kurosawa). Due straordinari protagonisti, e alcuni momenti di grande cinema. Il titolo originale significa “Il castello della ragnatela”.

 Il trono di sangue
(1957) on IMDb

Il cielo sopra Berlino - Film (1987) - MYmovies.itUn film di Wim Wenders. Con Bruno Ganz, Peter Falk, Solveig Dommartin, Otto Sander, Didier Flamand.Titolo originale Der Himmel uber Berlin. Fantastico, Ratings: Kids+16, durata 130 min. – Germania 1987. – Nexo Digital uscita mercoledì 18 febbraio 2015. MYMONETRO Il cielo sopra Berlino * * * * - valutazione media: 4,00 su 43recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Dalla fine della seconda guerra mondiale, due angeli – Damiel e Cassiel – svolgono la missione loro assegnata, aggirandosi nella Berlino odierna, ascoltando i pensieri lieti o tristi delle persone incontrate, che essi vedono solo in bianco e nero. Ma Damiel, più partecipe dell’altro alle ansie degli umani, come alle loro infinite piccole gioie, sente fortemente l’attrazione esercitata dalla città e dalla sua stessa gente
 Il cielo sopra Berlino
(1987) on IMDb

Regia di Scott Hicks. Un film Da vedere 1996 con Geoffrey RushNoah TaylorArmin Mueller-StahlLynn RedgraveJohn GielgudCast completo Genere Drammatico, – Australia1996durata 100 minuti. Uscita cinema mercoledì 11 dicembre 1996 distribuito da Lucky Red. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 4,02 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Anomala biografia del pianista David Helfgott – australiano di nascita, ebreo e polacco di origine, oggi cinquantenne, sposato e ancora in giro a dar concerti – che, stritolato da un padre-padrone oppressivo, sprofonda per un decennio in un tracollo nervoso che lo fa entrare e uscire da cliniche psichiatriche fino all’incontro e all’amore di una gentile signora di quindici anni più vecchia di lui. Da una sapiente e intelligente sceneggiatura di John Sardi, diretta con brio da S. Hicks, il racconto procede con una struttura a mosaico, non cronologica, e percorre il tormentato itinerario di David fino alla sua “resurrezione”. N. Taylor (David adolescente) e G. Rush (David adulto), che ha preso l’Oscar, sono in gara di bravura. Memorabile la scena in cui David crolla suonando il concerto n. 3 di Rachmaninov.

 Shine
(1996) on IMDb

L'alibi era perfetto: Amazon.it: Dana Andrews, Joan Fontaine, Sidney  Blackmer, Fritz Lang, Dana Andrews, Joan Fontaine: Film e TVUn film di Fritz Lang. Con Joan Fontaine, Barbara Nichols, Dana Andrews, Sidney Blackmer Titolo originale Beyond a Reasonable Doubt. Poliziesco, Ratings: Kids+16, b/n durata 80′ min. – USA 1956. MYMONETRO L’alibi era perfetto * * * - - valutazione media: 3,38 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Un editore di New York è per l’abolizione della pena di morte e i suoi giornali fanno un’accanita campagna contro il Procuratore Distrettuale, accusato di usarla a scopi personali politici. Ispirandosi a un caso insoluto, l’omicidio di una ballerina di night-club, suggerisce a un giornalista, suo futuro genero, di “inventare” se stesso come assassino, costruendo con lui prove e controprove inconfutabili da esibire all’ultimo momento. Colpo di scena finale. Prodotto dalla RKO, scritto (due versioni) da Douglas Morrow, fotografia (BN Scope): William Snyder. È il 22° e ultimo film hollywoodiano di Lang. Pur avendo preoccupazioni per il finale, Lang fece modificare lo script, aggiunse _ in 13 inquadrature _ il programmatico inizio dell’esecuzione dall’impassibile realismo, ma ebbe molti scontri col produttore che gli tolse il controllo sul montaggio. Poi dichiarò: “Credo che me ne andrò da questa gabbia di matti”. E mantenne la parola. Il film fu poco capito e male trattato dai critici del 1956.

Beyond a Reasonable Doubt (1956) on IMDb

Un film di Fritz Lang. Con Thomas Mitchell, George Sanders, Dana Andrews, Sally Forrest. Titolo originale While the City Sleeps. Poliziesco, Ratings: Kids+16, b/n durata 100′ min. – USA 1956. MYMONETRO Quando la città dorme * * * 1/2 - valutazione media: 3,88 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Morto improvvisamente il proprietario di un grande giornale, suo figlio snob e degenerato deve nominare il nuovo direttore. I candidati sono tre. Sarà nominato chi riuscirà a scoprire uno strangolatore di donne a piede libero. Penultimo film americano di Lang al vetriolo, uno dei suoi più feroci. Il suo sguardo è implacabile, non salva nessun personaggio, nemmeno il più simpatico (D. Andrews). Magistrale ambientazione giornalistica. Scritto da Casey Robinson (da un romanzo di Charles Einstein), è un film in cui Lang porta la regia a un grado di grande raffinatezza.

While the City Sleeps (1956) on IMDb

Un film di Fritz Lang. Con Walter Pidgeon, John Carradine, George Sanders, Joan Bennett. Titolo originale Man Hunt. Drammatico, b/n durata 105′ min. – USA 1941. MYMONETRO Duello mortale * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Nel 1939 un nobile inglese, cacciatore e tiratore di fama mondiale, è scoperto mentre prepara un attentato a Hitler. Arrestato e torturato, riesce a salvarsi, ma gli agenti della Gestapo gli danno una spietata caccia anche in Inghilterra. Da una sceneggiatura di Dudley Nichols _ basata su un romanzo di Geoffrey Household _ Lang ha tratto il 1° dei suoi film antinazisti, un thriller d’azione senza vuoti d’aria e con diverse sequenze di grande suggestione atmosferica. Buono soprattutto il reparto dei “cattivi” con G. Sanders e J. Carradine.

Man Hunt (1941) on IMDb

Il sepolcro indiano (DVD) - DVD - Film di Fritz Lang Avventura | IBSUn film di Fritz Lang. Con Debra Paget, Paul Hubschmid, Walter Reyer Titolo originale Das indische Grabmal. Avventura, durata 102′ min. – Germania 1959. MYMONETRO Il sepolcro indiano * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

2ª parte di La tigre di Eschnapur, basato su un soggetto scritto da F. Lang 30 anni prima con Thea von Harbou e poi diretto da Joe May nel 1921. Continuano le peripezie della danzatrice Seetha (Paget) e dell’architetto Berger (Hubschmidt), braccati dal maragià Chandra (Reyer), follemente innamorato della donna. Dopo mirabolanti accadimenti, Chandra concede finalmente a Berger di lasciare Eschnapur con la danzatrice e si fa servitore di un eremita. In questo film di geniale inattualità la 2ª parte si distingue dalla 1ª perché imperniata sull’oscurità sotterranea (caverne, pozzi, carceri, labirinti). Giunto alla soglia dei 70 anni, Lang conferma la fedeltà tematica e formale al proprio universo. Il dittico che ha una durata complessiva di 200 minuti fu condensato per il mercato americano in un film di un’ora e mezzo, distribuito come Journey to the Lost City.

The Indian Tomb (1959) on IMDb

Risultati immagini per La Tigre di EschnapurUn film di Fritz Lang. Con Debra Paget, Walter Rever, Claus Holm Titolo originale Der Tiger von Eschnapur. Avventura, Ratings: Kids+13, durata 97′ min. – Germania 1958. MYMONETRO La tigre di Eschnapur * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

All’inizio del Novecento l’architetto tedesco Harald Berger (Hubschmidt), chiamato a Eschnapur (India) per lavori, s’innamora di Seetha (Paget), danzatrice del tempio di Benares, suscitando la gelosia del maragià Chandra (Reyer), vedovo a lei interessato, che lo fa incarcerare. Seguito da Il sepolcro indiano. 1° film tedesco di Lang dai tempi di Il testamento del dottor Mabuse (1933), tratto da un romanzo di Thea von Harbou e una sceneggiatura di Lang e Harbou da cui era stato girato anche Das indische Grabmal (1921) di Joe May. Nonostante le critiche negative, fu un grande successo. Soltanto più tardi, soprattutto in Francia, ne furono apprezzate la perfezione formale, la lucidità classica della costruzione, la stilizzazione dei personaggi (senza psicologia), l’uso magistrale dello spazio e delle scenografie, l’equilibrio cromatico. Negli Stati Uniti i due film (198 minuti) furono mutilati, rimontati e doppiati malamente in un film solo di 95 minuti, distribuito come Journey in the Lost City. Esiste anche una versione della storia con lo stesso titolo, diretta da Richard Eichberg (1937).

The Tiger of Eschnapur (1959) on IMDb

Risultati immagini per La Donna del RitrattoUn film di Fritz Lang. Con Edward G. Robinson, Dan Duryea, Joan Bennett Titolo originale The Woman in the Window. Giallo, b/n durata 99 min. – USA 1944. MYMONETRO La donna del ritratto * * * 1/2 - valutazione media: 3,61 su 19 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
L’attempato criminologo Richard Wanley (Edward G. Robinson), rimasto solo in città mentre la famiglia è in vacanza, viene colpito dal ritratto di una donna, che finirà poi per incontrare casualmente. Suo malgrado verrà coinvolto dalla donna (Joan Bennett) nell’omicidio del suo amante, tanto da subire il ricatto di un uomo che minaccia di denunciarlo alla polizia. Disperato, l’involontario omicida sta per togliersi la vita con del veleno, quando si risveglia nella sua poltrona: la contorta vicenda di delitti e misteri era solo un incubo. Uno dei più celebri noir del periodo americano di Fritz Lang, tratto da un romanzo di J.H. Wallis, che il regista tedesco utilizza per riprendere i temi a lui cari dello sdoppiamento tra realtà e apparenza, del confine spesso labile tra innocenza e colpevolezza. Thriller inesorabile con Edward G. Robinson superlativo nel rendere la paura di un maturo borghese coinvolto in una passione che si rivelerà rovinosa, il film venne criticato per il finale apparentemente sbrigativo, in realtà fulminante, perché concentrato su di un’unica inquadratura.

The Woman in the Window (1944) on IMDb