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Un film di David Fincher. Con Brad Pitt, Morgan Freeman, Kevin Spacey, Gwyneth Paltrow, John C. McGinley Poliziesco, durata 127′ min. – USA 1995. MYMONETRO Seven * * * * - valutazione media: 4,05 su 83 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Sette i peccati capitali, sette gli omicidi che uno psicopatico programma, corredati da torture efferate. Comincia con la gola e l’avarizia, continua con l’accidia. L’ultimo è la lussuria, ma l’intervento di due investigatori, uno anziano e nero, l’altro giovane e bianco, lo obbliga a modificare il piano. Tra i tanti meriti della sceneggiatura di Andrew Kevin Walker c’è anche quello di aver modificato gli stereotipi della coppia bianco-nero approfondendo i personaggi a livello psicologico e legandoli ai temi principali del film: la presenza del Male nel mondo e l’indifferenza di fronte alla caduta dei valori. Un film dal taglio espressionista (fotografia di Darius Khondji; musica di Howard Shore), ambientato in una città senza nome, ricco di citazioni letterarie che ne sono la minacciosa struttura e senza una scena di violenza, di cui sono visibili soltanto le conseguenze. Un bel cast in cui si distingue K. Spacey nel tragico epilogo.

Se7en (1995) on IMDb

Un film di Jim Jarmusch. Con Johnny Depp, Lance Henriksen, Gary Farmer, Alfred Molina, Crispin Glover. Drammatico, b/n durata 129′ min. – USA 1995. MYMONETRO Dead Man * * * 1/2 - valutazione media: 3,96 su 25 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Alla fine dell’Ottocento William Blake, giovane contabile, viaggia in treno da Cleveland (Ohio) a Machine (Arizona) alla ricerca di un impiego. Ucciso un uomo per legittima difesa, fugge braccato dai cacciatori di taglie. Lo aiuta il pellerossa Nessuno, convinto che egli sia l’omonimo poeta inglese (1757-1827). Il suo è un viaggio iniziatico verso la morte. Scritto da Jarmush che inizialmente si era scelto come cosceneggiatore Rudy Wurlitzer, importante figura della controcultura USA negli anni ’60 e ’70. È il migliore tra i visionari acid-western di quel periodo. Più che anomalo, è un film innovatore nel genere, specialmente nel rapporto con i nativi e la loro cultura. È un western lento, qua e là onirico con un BN più nero che bianco, paesaggi insoliti senza cielo, forti striature ironiche e grottesche, momenti di violenza risolti in modi sdrammatizzati, un eroe antieroico, un buffo tormentone sul tabacco che manca, dolente colonna musicale alla chitarra di Neil Young. Cerca la poesia e talvolta approda al poeticismo. 1° film di Jarmush ambientato nel passato, non urbano, attraversato dalla violenza. E il più costoso (9 milioni di dollari). 1° western in BN dopo L’uomo che uccise Liberty Valance (1962). Premio Felix come miglior film non europeo del 1996.

Dead Man (1995) on IMDb
Piccolo Grande Uomo: Amazon.it: Hoffman/Dunaway/Geor, Hoffman/Dunaway/Geor:  Film e TV

Regia di Arthur Penn. Un film Da vedere 1970 con Dustin HoffmanFaye DunawayMartin BalsamRichard MulliganJeff CoreyAimée EcclesCast completo Titolo originale: Little Big Man. Genere Western – USA1970durata 150 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,97 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Dal romanzo di Thomas Berger, sceneggiato da Calder Willingham: all’età di 121 anni Jack Crabb racconta la sua vita avventurosa nel West; come nel 1859, decenne, fu rapito dai pellerossa con la sorellina e, ritornato giovanotto tra i “visi pallidi”, imparò i principi religiosi da un pastore e il sesso da sua moglie, fino alla sua partecipazione alla battaglia di Little Bighorn. Western anomalo e, in un certo senso, unico, ha qualcosa del racconto filosofico francese del Settecento (non lontano dal Candide di Voltaire) e del romanzo picaresco spagnolo. La smitizzazione del West e dei suoi miti (bianchi) è radicale nella sua continua (e un po’ prolissa) mistura tragicomica; la simpatia per i pellerossa, il rispetto per la loro cultura, la denuncia del loro genocidio non scadono quasi mai nel (melo)dramma didattico. Hoffman allo zenith del suo fregolismo istrionico.

Little Big Man (1970) on IMDb

Un film di John Sturges. Con Walter Brennan, Ernest Borgnine, Robert Ryan, John Ericson.Dean Jagger, Lee Marvin, Spencer Tracy, Anne Francis Titolo originale Bad Day at Black Rock. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 81′ min. – USA 1955

Un giorno il treno si ferma alla stazioncina di Black Rock, inaspettatamente: scende un anziano con un braccio anchilosato che la popolazione accoglie con diffidenza. Che cosa cerca? Questo film è una macchina narrativa eccellente (con un’azione chiusa in 24 ore), un elastico teso sino allo spasimo, in attesa di uno strappo sempre rinviato. Il tema è analogo a Mezzogiorno di fuoco, ma la trama è più articolata. Grande Tracy. Dal racconto Bad Day at Hondo di Howard Breslin, sceneggiato da Millard Kaufman. Funzionale uso del Cinemascope (fotografia di William C. Mellor).

Bad Day at Black Rock (1955) on IMDb

Un film di John Sturges. Con Charles Bronson, James Coburn, Donald Pleasence, James Garner, Steve McQueen. Titolo originale The Great Escape. Guerra, durata 168′ min. – USA 1963. MYMONETRO La grande fuga * * * * - valutazione media: 4,01 su 25 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Durante la seconda guerra mondiale un gruppo di prigionieri angloamericani, rinchiusi in un campo speciale, organizzano un’evasione di massa attraverso gallerie sotterranee scavate faticosamente. Un po’ prolisso nei suoi 168 minuti (durata dell’edizione originale), è però un eccitante film di guerra tratto da una storia vera. Toglie il respiro. Molto ben fotografato da Daniel Fapp in località della Germania. McQueen in moto sopra tutti. Musiche di Elmer Bernstein. Sceneggiato da James Clavell e W.R. Burnett da un libro di Paul Brickhill.

The Great Escape (1963) on IMDb

Regia di Jules Dassin. Un film Da vedere 1948 con Barry FitzgeraldHoward DuffDorothy HartDon TaylorTed De Corsia. Titolo originale: The Naked City. Genere Poliziesco – USA1948durata 96 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 5 recensioni.

A New York il tenente Muldoon (Fitzgerald) della squadra omicidi è impegnato nella caccia a un lottatore di professione che ha assassinato una ballerina, uccidendo poi il suo scomodo complice. Da un racconto di Malvin Wald che lo sceneggiò con Albert Maltz, prodotto per l’Universal da Mark Hellinger, ex cronista di nera. Il titolo è quello di un libro del fotografo Weegee (pseudonimo di Arthur Felling) sulla violenza, la povertà, la criminalità di New York. Notevole soprattutto per la forza espressiva degli esterni, rimane un ammirevole esempio di cinema poliziesco con una trascinante sequenza finale. 2 Oscar: fotografia di William Daniels e montaggio di Paul Weatherwax. Suggestive musiche di Frank Skinner e Miklós Rósza. Diede origine a una serie TV.

The Naked City (1948) on IMDb
Locandina Bad Guy

Un film di Kim Ki-Duk. Con Cho Jae-hyunWon SeoKim Yun-taeChoi Duek-monYoon-young Choi (II). continua» Titolo originale Nabbeun namjaDrammaticodurata 100 min. – Corea del sud 2001MYMONETRO Bad Guy ****- valutazione media: 4,13 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

La sempiterna diatriba tra gli strenui difensori del cinema come Arte e quanti osteggiano una cinematografia che non diverta, trova uno stallo, di quando in quando, in prodotti come questo di Ki-duk, tutto incentrato sul “tipo cattivo” interpretato dal suo attore feticcio Cho Jae-Hyun. Perché sebbene sia questo un film tutt’altro che di facile lettura, è innegabile la sua capacità di coinvolgere fasce di pubblico di ogni provenienza. Violento, torbido, spesso al limite della decenza, Bad guy è un apice creativo dell’ex-pittore coreano, che disgusta e mette a dura prova i principi morali di chi guarda, eppure svestendolo della capacità e diritto di smettere di guardare. Cui si aggiunge, a film finito, l’ancor più viscida sensazione di aver assistito a qualcosa di grande, e al tempo stesso sporco. La trama stessa, riassunta in parole, è imbarazzante: un brutto tipo si innamora al primo sguardo di una giovane studentessa e per farla sua decide di metterla al suo livello, la rapisce, la costringe per mesi a prostituirsi, finché la ragazza non cambia completamente il proprio modo di vedere il mondo. Ma come per tutto il cinema di Kim Ki-duk, non ci sono parole adatte a descrivere ciò che solo in sé si realizza. I sentimenti protagonisti sono tutt’altro che sofisticati, ma vivi e presenti nella loro concretezza, fisici perfino. È qui che l’amore perde la sua poetica dell’Eros e diviene frenetica carnalità, così come l’amore immenso, utopico, è rappresentato dalla privazione del sesso, cosa che in questo contesto risulta ancor meno comprensibile. Tanti sono del resto i temi messi in agenda dal regista in un’opera che lascia il segno, unica nonostante gli echi del cinema classico si percepiscano bassi e continui, un vero capolavoro nel suo genere: un genere che, appunto, non esiste.

Bad Guy (2001) on IMDb

Un film di Ladislao Vajda. Con Pablito Calvo, Rafael Rivelles, Antonio Vico, Isabel De Pomes Titolo originale Marcelino pan y vino. Drammatico, Ratings: Kids, b/n durata 90′ min. – Spagna, Italia 1955. MYMONETRO Marcellino pane e vino * * * * - valutazione media: 4,06 su 20 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Dal romanzo di José María Sanchez Silva: nella Spagna dopo l’invasione napoleonica un bambinello, abbandonato in fasce, cresce in un convento, amorevolmente accudito dai frati, ma sente la mancanza di una vera famiglia; scopre in soffitta un crocifisso al quale parla, porta giornalmente da mangiare e chiede di poter vedere finalmente la mamma: il Cristo l’accontenta, portandolo con sé in cielo. Un classico del genere strappalacrime-cattolico-edificante ad alto tasso di zuccheri sentimentali. Ancor oggi rimane il film spagnolo di maggior successo nel mondo; in Italia fu visto da undici milioni di spettatori. E il piccolo Calvo divenne una star, anzi una meteora.

The Miracle of Marcelino (1955) on IMDb
IL GRANDE FREDDO - Spietati - Recensioni e Novità sui Film

Regia di Lawrence Kasdan. Un film Da vedere 1983 con Tom BerengerGlenn CloseWilliam HurtJeff GoldblumKevin KlineKevin CostnerCast completo Titolo originale: The Big Chill. Genere Commedia – USA1983durata 103 minuti. – MYmonetro 4,04 su 4 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Sette ex studenti contestatori degli ultimi anni ’60 all’università del Michigan si ritrovano ai funerali di un amico e passano il weekend insieme. Ricordano i vecchi tempi, parlano del presente e del futuro. È diventato un film di culto per gli ex sessantottini di mezza Europa. Sapiente e un po’ ruffiano ritratto collettivo di una generazione disillusa, divertente e amaro, sostenuto da un dialogo scoppiettante e da un’ottima squadra di attori, sebbene “troppo scritto”. Presenza virtuale di Kevin Costner come l’amico morto. Figurava in alcuni flashback, eliminati al montaggio dal regista. Scritto da L. Kasdan con Barbara Benedek. Tre nomine agli Oscar (film, sceneggiatura, Close). Sullo stesso tema John Sayles, in Return of the Secaucus 7 (1979), è più autentico e originale.

The Big Chill (1983) on IMDb

Regia di Jim Sheridan. Un film Da vedere 1993 con Emma ThompsonDaniel Day-LewisJohn LynchPete PostlethwaiteJerry ConconCast completo Titolo originale: In the name of the father. Genere Drammatico, – Irlanda1993durata 133 minuti. Uscita cinema lunedì 1 agosto 1994 distribuito da UIP – United International Pictures. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,55 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Ispirato a una storia vera e tratto dal libro autobiografico Proved Innocence ( Il prezzo dell’innocenza ) di Gerry Conlon. Processati come terroristi dell’IRA e autori di una strage in un pub di Guildford il 5-10-1974, quattro proletari irlandesi patiscono 15 anni di carcere prima che sia scoperta la loro innocenza. Con loro furono condannati a pene minori parenti e amici. Giuseppe ( sic ) Conlon, padre di uno dei quattro, morì in carcere nel 1980. Storia di un clamoroso errore giudiziario, frutto di un complotto poliziesco, coinvolgente film civile incline al sentimentalismo e alla retorica manichea, vale soprattutto come racconto di formazione nella descrizione del rapporto tra padre e figlio, rinchiusi nella stessa cella. Non mancano i passaggi declamatori o didattici né gli stereotipi della vita carceraria, ma nemmeno le pagine forti, come l’avvio a Belfast, sostenuto nel suo ritmo forsennato dalla musica di Bono e Trevor Jones. 7 candidature ai premi Oscar, nemmeno una statuetta. Efebo d’oro ad Agrigento.

In the Name of the Father (1993) on IMDb

Un film di Ridley Scott. Con Susan Sarandon, Geena Davis, Harvey Keitel, Michael Madsen, Brad Pitt.Titolo originale Thelma & Louise. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 128 min. – USA, Francia 1991. MYMONETRO Thelma & Louise * * * * - valutazione media: 4,02 su 35 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Chi ha voluto leggere nella vicenda umana di queste due ragazze di provincia una mera fiaba didascalica sul femminismo si perde il microcosmo racchiuso nei…continui giochi di rimando di significati creato dall’armonia del compenso tra la spigolosità del volto della Sarandon e quello da bambola della Davis.E così nei loro nomi, spesso ipostatizzati nella forza fagocitatrice di un titolo che suggerisce la smania di un brand o di un marchio di sigarette, vi è la fragilità disperata con cui le due ragazze abdicano allo stillicidio quotidiano per risorgere in un anomico non luogo dei ruoli sociali, che le accompagnerà per tutta la loro corsa fino al Gran Canyon. In realtà, la tensione dell’intera pellicola, è una spinta continua sul pedale dell’emancipazione delle due protagoniste. 
La risata degli ultimi fotogrammi, immortalata nell’immaginario collettivo delle generazioni cinematografiche a venire, non è follia, né un cedimento momentaneo e irreversibile all’emotività, ma la più alta affermazione di dignità e libertà. Scelgono di non esserci più per esserci per sempre: il fotogramma finale dell’auto sospesa nel dirupo è metafora dell’ellisse di una fine che coincide con un inizio. Gli sguardi complici non indicano nulla di improvvisato, anche se lo spettatore viene colto di sorpresa a perpetrare la sua incredulità: perché l’auto di Thelma & Louise, se anche fosse in nostro potere proiettare degli ideali fotogrammi successivi, sul fondo del dirupo del Gran Canyon, non ci arriverà mai. Pellicola di un eccellente Ridley Scott che trascende qualsiasi genere, pur possedendo uno scheletro western, con la scenografia di uno sterminato Arkansas a fare da sfondo, e più che mai attuale e paradigmatico in una generazione in cui la violenza e l’eccidio femminile appare tutt’altro che sopito dai resoconti della cronaca nera. Il viaggio tutto interiore che le trasporta dall’Arkansas all’Oklaoma, fino al Colorado, con la scelta irreversibile dell’omicidio dell’uomo, ne rivela la fragilità ma anche l’incapacità di rapportarsi a un universo maschile assolutista e prepotente, palesandone la mancata educazione alla necessità di una complementarietà dei ruoli sessuali (ti elimino perché sei un ostacolo, perché ti reputo distruttivo ma anche insormontabile all’impellente e disperante necessità di affermazione del mio Io; ti ammazzo poiché la stessa dimensione collettiva del momento storico non contempla una tale chance di scambio dialettico ed edificante; ti uccido perché è tutto ciò che mi resta per dimostrarti e dimostrarmi che non sei il più forte).

Thelma & Louise (1991) on IMDb
Locandina italiana Rapunzel - L'Intreccio della Torre
Un film di Nathan Greno, Byron Howard. Con Mandy Moore, Zachary Levi, Donna Murphy, Ron Perlman, Jeffrey Tambor.Titolo originale Tangled. Animazione, Ratings: Kids, durata 94 min. – USA 2010. – Walt Disney uscita venerdì 26 novembre 2010. MYMONETRO Rapunzel – L’Intreccio della Torre ****- valutazione media: 4,03 su 89 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
 
Rapunzel, non doveva nascere, troppo male stava la madre (Regina) durante le doglie. Fortunatamente però i soldati sguinzagliati dal padre (il Re) in tutto il regno avevano trovato il fiore dai poteri taumaturgici sbocciato da una goccia di sole caduta sulla Terra, e l’infuso con esso realizzato la curò. Nacque così una bambina dalla folta chioma che ereditò i poteri della pianta che l’aveva aiutata a nascere. Quello che i regnanti non sapevano era che il fiore era stato fino a quel momento usato da una donna malvagia, la quale da centinaia d’anni se ne serviva per tornare giovane ad ogni segno d’invecchiamento. Proprio lei, non rassegnata ad invecchiare senza il potere del fiore, rapisce Rapunzel e la chiude in un torre nascosta nel bosco, luogo conosciuto solo a lei, in cui poter evocare indisturbata e ad ogni esigenza, il potere ringiovanente dei capelli della bimba. 
 
Rapunzel (2009) on IMDb

Regia di Kinji Fukasaku. Un film Da vedere 2000 con Tatsuya FujiwaraAki MaedaTaro YamamotoKou ShibasakiMasanobu AndoChiaki KuriyamaCast completo Titolo originale: Batoru rowaiaru. Genere Grottesco – Giappone2000durata 114 minuti. – MYmonetro 3,97 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

I giovani giapponesi sono troppo esagitati. Per disciplinarli viene emanato il Battle Royale Act: ogni anno una scolaresca viene estratta a sorte e catapultata su un’isola deserta. Sorvegliati dal prof. Takeshi e da un nucleo militare, gli studenti si giocano la “battaglia reale”: ognuno riceve un’arma diversa, che sia un bazooka o una pinza per le ciglia, e si dà alla macchia. Scopo del gioco: eliminare tutti gli altri entro tre giorni. Regole: nessuna.
Un soggetto assurdo dà il via ad uno tra i film più agghiaccianti mai realizzati, in cui timidi secchioni diventano spietati assassini (morendo peraltro in gran velocità), ragazzine risolvono piccole gelosie amorose a colpi di mitra, insegnanti si rivelano essere le bestie che i loro alunni li credono. Un incubo. Splatter sublime, acuto psico-thriller, farsa tanto sofisticata da strozzare le risate in gola, BR ci regala tra l’altro un Beat Takeshi nell’apoteosi della sua cattiveria – autore anche del raccapricciante quadro che appare nel film. Un capolavoro del male, che sta degnamente accanto ad Arancia meccanica. E che i benpensanti del belpaese non potevano che censurare.

Battle Royale (2000) on IMDb

Regia di Mario Martone. Un film Da vedere 1995 con Licia MagliettaAnna BonaiutoAngela LuceGianni CajafaPeppe LanzettaAnna CalatoCast completo Genere Drammatico, – Italia1995durata 104 minuti. Uscita cinema lunedì 19 novembre 2018 distribuito da Lucky Red. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,34 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Dal romanzo (1992) di Elena Ferrante. La 40enne Delia ritorna a Napoli per i funerali della madre annegata e indaga sugli ultimi mesi della sua vita per capirne la morte. Straordinario ritratto di donna e storia del suo tormentato rapporto con la madre, esposta a ritroso sul filo di un’indagine che diventa una dolorosa ricognizione di sé. È anche la rappresentazione di un mondo, una Napoli brulicante e viva (fotografia di Luca Bigazzi) che ha una forte anima femminile. 2° film del napoletano Martone sotto il segno della concretezza e di una fisicità quasi tattile, arricchito da una creativa colonna musicale e sonora (in dialetto), un’ottima Bonaiuto (Grolla d’oro, 3 David di Donatello, Nastro d’Argento), circondata dalla crema della scena teatrale partenopea. Targa d’argento per Martone.

L'amore molesto (1995) on IMDb
Il trapezio della vita. Restaurato in HD (DVD) - DVD - Film di Douglas Sirk  Drammatico | IBS

Un film di Douglas Sirk. Con Rock Hudson, Robert Stack, Dorothy Malone Titolo originale The Tarnished Angels. Drammatico, Ratings: Kids+13, b/n durata 91′ min. – USA 1958. MYMONETRO Il trapezio della vita * * * * - valutazione media: 4,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

New Orleans durante la Depressione: giornalista fa amicizia con ex asso dell’Aviazione, che si guadagna da vivere facendo pericolose acrobazie col suo vecchio aereo. Ispirato a Oggi si vola (1935) di William Faulkner che lo considerava il miglior film tratto dai suoi romanzi. In un malinconico bianconero, è una storia impregnata di cupo pessimismo. Straordinaria rievocazione di New Orleans negli anni ’30 e dell’orgiastica festa del Martedì Grasso che fa da contrappunto al mondo disperato dei professionisti del pericolo. “È al tempo stesso una reazione ‘europea’ all’edonismo dei ruggenti anni ’20 e una risposta culturale al falso romanticismo delle soap opera” (A. Castellano).

The Tarnished Angels (1957) on IMDb

Regia di Abbas Kiarostami. Un film Da vedere 2016 Titolo originale: 24 Frames. Genere Sperimentale – IranFrancia2016durata 120 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 Valutazione: 4,00 Stelle, sulla base di 1 recensione.

“Mi sono sempre chiesto a quale grado l’artista punti per rappresentare la realtà di una scena. I pittori catturano solo un frame della realtà e nulla prima o dopo di esso. Per questo film ho deciso di usare foto che ho scattato nel corso degli anni. Ci ho aggiunto 4 minuti e 30 secondi di ciò che immaginavo avrebbe potuto essere accaduto o accadere prima o dopo l’immagine che avevo catturato”. Si potrebbe definirlo un testamento ma è di fatto qualcosa di diverso e di più significativo.

24 Frames (2017) on IMDb
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Un film di Ingmar Bergman. Con Max von Sydow, Gunnar Björnstrand, Gunnel Lindblom, Bengt Ekerot, Bibi Andersson.Titolo originale Det Sjunde Inseglet.Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 95 min. – Svezia 1957. MYMONETRO Il settimo sigillo * * * * - valutazione media: 4,42 su 61 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Il cavaliere Antonius Block sta facendo ritorno al proprio castello con il suo scudiero dopo aver partecipato alla Crociata in Terra Santa. L’incontro con un personaggio dal mantello nero determinerà il resto del viaggio. Si tratta della Morte che accetta una sfida a scacchi rinviando quindi il suo compito. La partita ha inizio ma poi il viaggio riprende. Sul percorso Block incontrerà una coppia di attori con il loro bambino, una strega e altri personaggi. La peste intanto sta mietendo vittime ovunque. “E quando l’agnello aperse il settimo sigillo, si fe’ nel cielo un profondo silenzio di mezz’ora. E vidi i sette angeli che stavano dinanzi a Dio, e furono date loro sette trombe poi un altro angelo si fermò davanti all’altare con un turibolo e gli fu data gran quantità d’incenso. E allora il primo angelo die’ fiato alla tromba, e ne venne grandine e fuoco misto a sangue e così furono gettati sopra la terra, e la terza parte della terra fu arsa, e la terza parte degli alberi fu arsa, e fu arsa l’erba verdeggiante. E quind8i il secondo angelo die’ fiato alla tromba e una specie di grande montagna di fuoco ardente fu gettata in fondo al mare, e la terza parte del mare diventò sangue… E anche il terzo angelo die’ fiato alla sua tromba. E dall’alto del cielo cadde una stella grande, ardente come fiaccola. La stella si chiamava Assenzio…” Con queste parole vengono tradotti i versetti 1-11 del capitolo 8 dell’Apocalisse di San Giovanni nella versione italiana del film.
È da qui che deriva il titolo che Bergman dà a uno dei film più noti in assoluto della sua filmografia. Perché moltissimi, prima o poi, hanno finito con il vedere la scena in cui il cavaliere Block gioca a scacchi con la morte ma anche molti non hanno mai visto il film per intero. Non hanno potuto quindi valutarne la complessità che non è riducibile a una sola, seppur emblematica, scena. Perché il regista svedese, figlio di un pastore protestante, si interroga a livello altissimo sul silenzio di Dio e su ciò che sarà dell’uomo dopo la sua dipartita da questo mondo ma lo fa attraverso una varietà di registri diversi. Mette a confronto le due letture dell’esistenza (cavaliere e scudiero) offrendo all’uno e all’altro argomentazioni ma amplia lo sguardo anche su altre tematiche.
L’artista che così bene ha saputo descrivere le tensioni della coppia contemporanea ce ne presenta una per cui vale la pena anche perdere la partita con la Morte pur di garantirle una via di fuga. Il regista teatrale riflette sul potere che la rappresentazione (anche dell’ultimo passaggio della vita) ha avuto in campo artistico. L’uomo ‘politico’ mostra la devastazione della peste ma pensa ad altre più recenti ed immani tragedie. In definitiva Il settimo sigillo si rivela, ad ogni rilettura, un testo decisamente poliedrico.

The Seventh Seal (1957) on IMDb

Regia di Pedro Almodóvar. Un film Da vedere 2016 con Emma SuarèzAdriana UgarteDaniel GraoInma CuestaDarío GrandinettiCast completo Titolo originale: Silencio. Genere Drammatico, – Spagna2016durata 99 minuti. Uscita cinema giovedì 26 maggio 2016 distribuito da Warner Bros Italia. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,46 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

La preparazione del trasloco riporta la 50enne Julieta al passato: decide così di non partire più con il suo compagno e scrive invece una lettera alla figlia che non vede da 13 anni per raccontarle la storia del suo amore per Xoan e della sua scomparsa. In concorso al 69° Festival di Cannes, è un carrozzone di personaggi in coma, incidenti letali, abbandoni, egoismi, mali incurabili, solitudine, ripicche. Il filo che li lega è un devastante senso di colpa che punisce per ogni peccato e annienta per ogni piccola gioia. Almodóvar scrive una sceneggiatura ispirata a 3 storie di Alice Munro – Fatalità , Fra poco e Silenzio – e dirige i personaggi quasi prendendone le distanze, in una storia greve, una tragedia della realtà, con una recitazione volutamente secca, asciutta, quasi monocorde. La singhiozzante musica di Alberto Iglesias non basta a zuccherare un film intriso di solitudine, dolore, depressione.

 Julieta
(2016) on IMDb
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Regia di Pedro Almodóvar. Un film Da vedere 1988 con Carmen MauraAntonio BanderasJulieta SerranoRossy De PalmaMaria Barranco.Cast completo Titolo originale: Mujeres al borde de un ataque de nervios. Genere Commedia – Spagna1988durata 88 minuti. – MYmonetro 3,28 su 16 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Una donna sta per essere abbandonata dal suo amante, un famoso doppiatore cinematografico. Mentre cerca di rintracciarlo s’imbatte nel figlio dell’amante, in un’amica che crede di essere inseguita dalla polizia e infine nella nuova fiamma del suo ex. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, ha vinto un premio ai Nastri d’Argento, Il film è stato premiato al Festival di Venezia, 1 candidatura a Golden Globes,

Women on the Verge of a Nervous Breakdown (1988) on IMDb
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Regia di Pedro Almodóvar. Un film Da vedere 1984 con Carmen MauraVerónica ForquéÁngel De Andrés LópezGonzalo SuarezLuis HostalotCast completo Titolo originale: ¿Qué he hecho yo para merecer esto?. Genere Commedia – Spagna,1984durata 99 minuti. – MYmonetro 3,50 su 6 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Il nucleo centrale del quarto lungometraggio del regista spagnolo Almodovar è rappresentato da Gloria, casalinga tutta casa e cucina. Vive col marito tassista un’esistenza miseranda e ha accumulato una grande frustrazione. È la sfortuna in persona. Non è però un film drammatico secondo la follia del suo autore, è una parodia che non manca di evidenziare aspetti emblematici di quotidianità, e il dramma esiste.

What Have I Done to Deserve This? (1984) on IMDb
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