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Un film di Raoul Walsh. Con Eleanor Parker, Clark Gable, Jo Van Fleet Titolo originale The King and Four Queens. Western, Ratings: Kids+13, b/n durata 86 min. – USA 1956. MYMONETRO Un re per quattro regine * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Clark Gable nei panni di Dan Kehoe, un avventuriero che vuol mettere le mani sul bottino di un colpo effettuato tempo prima da quattro fratelli, famosi banditi.

 Un re per quattro regine
(1956) on IMDb

Regia di Fede Alvarez. Un film Da vedere 2016 con Jane LevyDylan MinnetteStephen LangDaniel ZovattoJane May GravesCast completo Titolo originale: Don’t Breathe. Genere ThrillerHorror, – USA2016durata 88 minuti. Uscita cinema giovedì 8 settembre 2016 distribuito da Warner Bros Italia. – MYmonetro 3,00 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Rocky vive una situazione familiare insopportabile ed è pronta a tutto pur di abbandonare Detroit per il sole della California. Per amore, il fidanzato sbruffone, Money, e il timido Alex la aiutano a svaligiare appartamenti. Money crede di aver individuato il colpo grosso nel villino di un veterano della guerra del Golfo, rimasto cieco in seguito a una ferita, che ha incassato un risarcimento a molti zeri dopo il tragico incidente in cui ha perso l’unica figlia. I dubbi etici su un furto ai danni di una persona così vulnerabile svaniscono di fronte alla somma agognata, ma i tre scopriranno che il solitario abitante della casa è tutt’altro che indifeso di fronte a un’intrusione.
Dopo aver girato il remake de La casa, inutile come la gran parte dei remake horror odierni, le quotazioni di Fede Alvarez erano minime, per usare un eufemismo. Ma le basse aspettative sono da sempre un buon viatico nel mondo della paura, che meglio agisce quando la guardia è bassa. Man in the Dark – titolo originale Don’t Breathe, letteralmente “Non respirare” – ha le caratteristiche tipiche del debutto: budget contenuto, soggetto forte sorretto da una sceneggiatura attentamente studiata, effetto sorpresa sfruttato fino allo spasimo. È lo stesso Alvarez a dichiarare di sentirsi come se fosse al suo debutto, e forse è meglio scegliere l’empatia e dimenticare i suoi primi passi (falsi).
Man in the Dark non appartiene al sottogenere home invasion né tantomeno è uno slasher movie, ma trae ispirazione da questi come da altri tipi di horror e dosa bene gli ingredienti in un claustrofobico gioco tra il gatto e i topolini. Dove il primo è cieco ma tutt’altro che innocuo, e i secondi squassati da dubbi morali e sensi di colpa che mal si conciliano con lo spirito di sopravvivenza che dovranno mettere in atto.
Un thriller di serie B con una rara dose di coraggio, che non ha paura di mettere in scena sferzate di violenza cruda e credibile, come le scene in cui il veterano cieco calpesta con violenza le gambe di Rocky o la picchia sul volto, violando tabù che neanche Jason Voorhees o Freddy Krueger avrebbero osato intaccare (uccidere barbaramente può essere meno disturbante delle percosse inflitte a un membro del gentil sesso). Ma non esistono eroi e non esistono villain nella lotta senza quartiere che ha luogo nel villino del veterano senza nome, dove gli uomini reagiscono da animali feriti con le spalle al muro, senza lasciare nulla di intentato. Alvarez tiene alta la tensione concedendosi il giusto in termini di virtuosismi di regia e sfruttando al massimo le opportunità generae dalla sceneggiatura.
A partire dalle scene girate con camera a infrarossi, quando il padrone di casa stacca la luce e recupera una posizione di vantaggio sui fuggiaschi, dando vita a un sensazionale nascondino basato sui sensi più sottovalutati, udito e olfatto. Inutile l’appendice che chiude il film, che in genere comincia a calare man mano che aumentano i dialoghi. Tuttavia, finché conta solo trattenere il respiro per sopravvivere, l’atmosfera è di sincero terrore. Ancora una volta straordinario Stephen Lang nei panni del veterano, uno degli attori più sottovalutati di Hollywood, capace di una prova mirabile per fisicità a 64 anni compiuti.

Don't Breathe (2016) on IMDb
Locandina Arcipelago in fiamme

Un film di Howard Hawks. Con Harry CareyGig YoungCharles DrakeJohn GarfieldJohn Ridgely. continua» Titolo originale Air ForceGuerrab/n durata 124 min. – USA 1943.

Storia di una superfortezza volante e delle gesta del suo equipaggio, a Manila, a Pearl Harbor e nel Mar dei Coralli. L’eroe principale è un aviere che salva l’apparecchio quando ormai i commilitoni si sono buttati con il paracadute e il comandante è stato ucciso. Riuscirà ad atterrare, a raccogliere i superstiti e a avvertire la flotta americana dell’attacco giapponese. Howard Hawks dimostra che si può fare uno spettacolo appassionante con poco. Le parti belliche sono riprese dai cinegiornali, che il regista riesce a montare efficacemente con le gesta (girate a casa) di Garfield e compagni.

Air Force (1943) on IMDb
Locandina Maverick

Un film di Richard Donner. Con Jodie Foster, Mel Gibson, James Garner, Graham Greene, Alfred Molina.Western, durata 129 min. – USA 1994. MYMONETRO Maverick * * 1/2 - - valutazione media: 2,56 su 13 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Si tratta della trasposizione cinematografica di un famoso telefilm americano che originariamente era interpretato da James Garner, che qui fa la parte dello sceriffo. Maverick è un baro che ispira simpatia e fiducia. Girovaga tra un saloon e l’altro con Annabelle, anche lei ladra. I due incontrano a St. Louis uno sceriffo di pochi scrupoli. Nella ridente cittadina si tiene un torneo di poker. Mel Gibson fa troppe smorfie e la regia di Richard Donner non riesce a esaltare la vicenda.

 Maverick
(1994) on IMDb

Un film di Sam Peckinpah. Con Warren Oates, Gig Young, Robert Webber, Isela Vega. Titolo originale Bring me the Head of Alfredo Garcia. Drammatico, durata 112′ min. – USA 1974. MYMONETRO Voglio la testa di Garcia * * * 1/2 - valutazione media: 3,69 su 12 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Un ricco messicano offre un milione di pesos a chi gli porterà la testa dell’uomo che gli ha messo incinta la figlia. È il film più misconosciuto di Peckinpah, cineasta ossessionato dalla violenza che, però, anche qui è soltanto la reazione obbligata dell’eroe che appartiene a un mondo in via di sparizione. Diseguale e geniale discesa negli abissi di un mondo dove regnano la corruzione e la violenza.

 Voglio la testa di Garcia
(1974) on IMDb

Un film di Bernardo Bertolucci. Con Debra Winger, John Malkovich, Campbell Scott, Veronica Lazar, Nicoletta Braschi. Titolo originale The Sheltering Sky. Drammatico, durata 138 min. – Italia, Gran Bretagna 1990. MYMONETRO Il tè nel deserto * * * 1/2 - valutazione media: 3,77 su 15 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Due giovani coniugi americani e un loro amico si recano nel Nord Africa. Partendo da Tangeri percorrono un lungo itinerario che li porta nei luoghi dove l’Africa è più ostile. Il viaggio rappresenta una vera e propria traversata della loro esistenza. Mette a nudo l’inconsistenza di una vita senza scopi. Il film è tratto da un romanzo di Paul Bowles, che compare nel ruolo di testimone della vicenda. Ed è proprio a lui che nel finale si rivolge alla donna. Il vecchio conclude con queste parole: “…Quante altre volte guarderete levarsi la luna?… Forse venti. Eppure, tutto sembra senza limite…”.

Sembra soprattutto che i protagonisti, partendo da presupposti basati sulla decadenza della cultura occidentale, si trovino schiacciati dalla incomprensibilità di una regione che al contrario vive la propria cultura nella fisicità che la radiosa asprezza del clima impone. Un abisso. Un’utopia che l’arroganza culturale non riesce a raggiungere. La sconfitta giunge prima nel corpo per poi diffondersi nel mistero della morte. Bernardo Bertolucci ancora una volta si finge autore impegnato. Sceglie un testo di difficile decifrazione. Ricorre alla strepitosa capacità di rappresentare ciò che non è rappresentabile. Personaggi odiosi, da guardare con sospetto dopo le prime battute. Una ricerca maniacale di uno stile letterario più che cinematografico. Parole vane. Personaggi dimenticabili. Ogni sequenza sembra il trailer della successiva. Resta la fotografia di Storaro, anch’essa prevedibile con alcune incursioni nell’immaginario pubblicitario più vicino ai baci Perugina che non alle morenti pagine di Bowles. Bertolucci non ama i suoi personaggi e li priva così della segreta poesia che è presente in ogni confessione. Una fama, quella di Bertolucci, giustificata dalla sua capacità di manipolare grandi budget, al servizio di padroni un po’ snob, come sanno essere gli americani quando affrontano la cultura. Per ora è ancora e solo il regista de Il conformista.

The Sheltering Sky (1990) on IMDb

Regia di Marcel Carné. Un film con Pierre BrasseurSerge ReggianiYves MontandJean Vilar. Titolo originale: Les portes de la nuit. Genere Drammatico – Francia1946durata 120 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni.

A guerra finita il reduce Diego incontra la bellissima Malou. Amore a prima vista. I due sono inseguiti dal marito e dal fratello di lei, un collaborazionista. Il Destino bussa alla porta. Ultimo film della coppia Prévert-Carné che ha la pretesa di far coesistere la mitologia di Prévert con un ambiente socialmente e storicamente ben definito come quello del dopoguerra e che – secondo sbaglio – affida a due giovani e inesperti interpreti come Montand e la Nattier i personaggi previsti per Jean Gabin e Marlene Dietrich. Alcune sequenze suggestive trasformano il film in un’antologia di splendidi frammenti costruiti su un errore. Magnifica galleria di “cattivi” (Brasseur, Fabre, Reggiani). Joseph Kosma compose per il film, su parole di Prévert, la canzone “Les feuilles mortes”.

Gates of the Night (1946) on IMDb


I subita sono stati tradotti con google, potrebbero esserci delle imprecisioni.

Regia di Satoshi Kon. Un film Da vedere 2004 Genere Animazione – Giappone2004durata 91 minuti. Uscita cinema venerdì 4 febbraio 2005Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,43 su 7 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

La notte del 24 dicembre (nel Giappone scintoista soltanto l’uno per cento della popolazione è cristiana) tre senzatetto di Tokyo – il barbone Gin, il travestito Hana e la ragazzina Miyuki, scappata di casa – trovano nella spazzatura una neonata. Sulle tracce di una foto e di un biglietto da visita, i tre “padrini” attraversano la città e rintracciano una ragazza disperata per un suo recente aborto, che aveva rapito la bambina in ospedale. Possono così arrivare ai genitori. Probabilmente ispirato a In nome di Dio (1948), western natalizio di Ford (tratto da un romanzo già portato 5 volte sullo schermo), e scritto dal regista Kon con Keiko Nobumoto, è un intelligente film d’animazione double-face : la sua dimensione favolistica ed edificante alla Dickens, adatta ai bambini, è contraddetta, non senza crudele e sottile malizia, dalla realistica e impietosa descrizione della metropoli e da molti segni che suggeriscono come sia astratta e illusoria la ricerca della felicità e dell’amore familiare. 3° lungometraggio di Kon, tecnicamente raffinato con uso funzionale degli effetti digitali.

Tokyo Godfathers (2003) on IMDb
Locandina L'arco

Un film di Kim Ki-Duk. Con Min-jung Seo, Jeon Sung-hwan, Han Yeo-reum, Seo Ji-seok, Jeon Gook-hwan.Titolo originale Hwal. Drammatico, durata 90 min. – Corea del sud 2005. uscitavenerdì 28 ottobre 2005. MYMONETRO L’arco * * * 1/2 - valutazione media: 3,76 su 25 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Il cinema di Kim Ki-duk è un coacervo di topoi ricorrenti, fortemente caratterizzato ma costantemente a rischio di manierismo o di stasi eccessiva sui medesimi temi. Talora sembra quasi che il regista giochi con lo spettatore, sviandolo con elementi accessori per poi riportarlo nel suo regno, costellato di ossessioni onnipresenti. Quelle che da Crocodile in avanti tormentano i sogni e le visioni di Kim: un eroe o un bruto o entrambi, taciturno e iracondo, che prova per una ragazza, una donna o forse La donna, un amore insano, possessivo, violento e inaccettabile per la società, ma che è anche capace di tenerezze imprevedibili.
Con l’acqua come tessuto connettivo delle diverse storie, liquido amniotico da cui (ri)nascere e simbolo di una sessualità che segue leggi feroci e imperscrutabili. Le accuse di misoginia e di astuto compiacimento non sono mai mancate, almeno fino all’accettazione universale del talento di Kim, coincisa con il successo di Primavera, estate, autunno, inverno… e ancora primavera e di Ferro 3.
Una visione più sfumata e incline al simbolismo, in odore di estasi mistica, che rende l’esperienza fruibile a più livelli senza che risulti meno disturbante. Una tendenza che prosegue intensificandosi con L’arco, a metà tra parabola morale e allegorica rappresentazione: una storia che se da un lato si presta allo scandaloso punto di vista di un vecchio che rapisce una bambina per sposarla una volta cresciuta, dall’altro si apre a molteplici interpretazioni sul karma e sul ciclo della vita.
Un’effigie del Budda e un simbolo di yin e yang che richiama visibilmente la bandiera sudcoreana fanno da bersaglio per le frecce dell’anziano protagonista, in un misto di rituale profetico e sfogo rabbioso. Difficile dire se l’ermetismo dei simboli rappresenti una scelta di stile o un astuto mezzo per suggerire e lasciare lo spettatore estasiato a interrogarsi sul loro significato, ma è tutto il linguaggio del Kim Ki-duk maturo a nutrirsi di queste ambiguità. E a svestire la messa in scena, appiattendo volutamente lo stile da lussureggiante che era, conducendo verso la claustrofobia di un kammerspiel interamente giocato su una barca-mondo, legata intimamente al destino dei protagonisti.
Una mutazione comunque interessante del discorso autoriale di Kim, una svolta sempre più dominata dall’occhio voyeuristico del regista – la ragazza come reificazione di un desiderio lascivo, sottolineato dal rosso della bocca carnosa – in cui affiorano crepe sensazionalistiche che in seguito diventeranno preponderanti.

The Bow (2005) on IMDb

Regia di Roman Polanski. Un film Da vedere 2010 con Ewan McGregorPierce BrosnanKim CattrallOlivia WilliamsJim BelushiTimothy HuttonCast completo Titolo originale: The Ghost Writer. Genere Thriller, – USAGermaniaFrancia2010durata 131 minuti. Uscita cinema venerdì 9 aprile 2010 distribuito da 01 Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,20 su 15 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

È il miglior film di Polanski nella sua vecchiaia. Robert Harris riconosce che, almeno per la struttura, il film è superiore al suo romanzo (2007), da lui adattato col regista. Adam Lang, ex premier britannico, ha scritto un libro di memorie che, giudicandolo noioso, l’editore ha affidato a un “negro” che muore annegato: incidente? suicidio? Gli subentra un altro ghost writer (senza nome) che diventa subito un sopravvissuto con la morte alle calcagna, coinvolto in un inconoscibile complotto alla Hitchcock. L’azione del film si svolge in un’isola sulla costa orientale degli USA, dove l’ex premier risiede con la moglie, la segretaria-amante e un agguerrito servizio di sicurezza. In un thriller politico intessuto di inganni e tradimenti a ogni livello emergono 3 temi polanskiani: la diffidenza per ogni potere pubblico, l’isolamento e l’acqua, da lui associata alla minaccia, alla morte, al male. Ritornano la sua predilezione per i perdenti, il gusto per le atmosfere psicologiche, la capacità di far scaturire dalla realtà l’ambiguità inquietante, l’infallibile direzione degli attori: McGregor e Brosnan non hanno mai avuto personaggi così “importanti”. E la Williams non è mai stata così espressiva. Fotografia: il polacco P. Edelman. Orso d’argento a Berlino 2010 per la regia.

 L'uomo nell'ombra
(2010) on IMDb
Locandina Bandolero

Un film di Andrew V. McLaglen. Con Dean Martin, George Kennedy, James Stewart, Raquel Welch.Western, Ratings: Kids+13, durata 106 min. – USA 1968.MYMONETRO Bandolero * * 1/2 - - valutazione media: 2,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Una banda di fuorilegge viene catturata e condannata a morte. Il fratello del capo prende il posto del boia e li libera. I fuggitivi, inseguiti dallo sceriffo, vengono sorpresi al risveglio. Sulla via del ritorno sono attaccati dai crudeli bandoleros: i due fratelli muoiono per difendere la donna che il capo dei fuorilegge ama.

 Bandolero!
(1968) on IMDb
Risultati immagini per The Life of David Gale

Regia di Alan Parker. Un film con Kevin SpaceyKate WinsletLaura LinneyGabriel MannMatt CravenRhona MitraCast completo Genere Drammatico – USA2003durata 131 minuti. – MYmonetro 3,36 su 63 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

David Gale è un professore che, nel Texas che pratica con convinzione la pena di morte, si oppone come leader di un movimento di protesta che dà fastidio al potere. Un giorno però viene incastrato da una studentessa che gli si offre per un rapporto sessuale e poi lo accusa di stupro. Da quel momento la sua vita è in caduta libera: la moglie lo abbandona portandosi via il figlio e perde il lavoro. Tutto questo viene raccontato a una zelante giornalista che lo intervista nel braccio della morte. Perché Gale è stato condannato per l’omicidio della sua collaboratrice Constance e attende che l’esecuzione abbia luogo. La giornalista vorrebbe poterlo salvare. Non bisogna raccontare di più di questo film di un Alan Parker che si affida a una struttura narrativa macchinosa per mutare lo stereotipo del film di impegno sociale che si mescola al thriller.

The Life of David Gale (2003) on IMDb

Regia di Bong Joon-ho. Un film Da vedere 2006 con Song Kang-hoByeon Hee-bongKo Ah-SungDoona BaePark Hae-Il. Titolo originale: Gwoemul. Genere Horror – Corea del sud2006durata 118 minuti. – MYmoro 3,63 su 26 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un mostro marino, la cui nascita è probabilmente imputabile allo smaltimento abusivo, avvenuto anni prima, di agenti inquinanti da parte di un’equipe di scienziati, emerge dal fiume Han, a Seul, attaccando e uccidendo i villeggianti intenti a godersi una bella giornata di sole: la creatura mutante, dopo aver mietuto numerose vittime, prende prigioniera una bambina, Hyun-seo. Nonostante l’intervento militare americano, che finirà per fare più danni che altro, sarà la disastrata famiglia della piccola a risolvere la situazione…
L’impatto con The Host è al tempo stesso spiazzante ed esaltante. Sulla carta, la pellicola di Bong Joon-ho, sembra un classico “b-movie con mostro gigante e assassino”, ma mano a mano che passano i minuti, lo spettatore si rende conto di stare assistendo a uno spettacolo completamente diverso. Lo splendido script infatti, permette al film di cambiare registro narrativo con una velocità che lascia senza fiato: commedia, tragedia, azione, riflessione politico-sociale, tutti elementi mischiati assieme e atti a ottenere un genere nuovo e inclassificabile.

Bong Joon-Ho, oltre che abile sceneggiatore, si dimostra regista talentuoso, capace di regalare sequenze visionarie e memorabili (il primo attacco del mostro, l’arrivo sulla scena dell’arciera Bae Doo-na, l’inquietante finale), mentre l’eccellenza degli effetti speciali made in Weta, la peculiarità della colonna sonora e la perfetta interpretazione di tutto il cast fanno il resto. Sottesi, ma non troppo, molti temi scottanti e attuali: l’ambiente e la sua distruzione da parte dell’uomo, l’onnipresenza militare americana, il ruolo politico della Corea del Sud nello scenario globale, l’ottusità dei governi. Sopra ogni cosa, la speranza, incarnata da una famiglia di losers che lottando contro tutti e tutto, salva il mondo. Fino all’arrivo della prossima creatura…

The Host (2006) on IMDb

Regia di Martin Brest. Un film con Brad PittAnthony HopkinsClaire ForlaniJake WeberMarcia Gay HardenJeffrey TamborCast completo Titolo originale: Meet Joe Black. Genere Drammatico – USA1998durata 180 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,30 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

William Parrish è un miliardario che sente voci inspiegabili. La spiegazione c’è: è arrivato nella sua villa il bel Joe Black. Sua figlia Susan se ne innamora subito, ma nessuno sa che si tratta dell’Angelo della Morte venuto a prendere William. Va però prima salvaguardata l’azienda di famiglia che il subdolo Drew vorrebbe sottrargli. Brad ormai può fare di tutto, anche il killer più attivo al mondo in un film decisamente troppo lungo. Hopkins, anche lui, può permettersi di tutto e di più.

Meet Joe Black (1998) on IMDb
Poster Patch Adams

Un film di Tom Shadyac. Con Robin Williams, Daniel London, Monica Potter, Philip Seymour Hoffman, Bob Gunton. Commedia, Ratings: Kids+16, durata 115 min. – USA 1999. MYMONETRO Patch Adams * * * - - valutazione media: 3,47 su 22 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Il giovane Patch Adams, dopo diversi tentativi di suicidio, viene ricoverato in un ospedale psichiatrico in cui il disinteresse nei confronti dei pazienti regna sovrano. La situazione non sarà diversa alla Facoltà di Medicina a cui si iscrive. Il preside Walcott è un individuo decisamente cinico. Patch non sopporta tutto questo e, quando potrà occuparsi in prima persona di un ospedale, ribalterà la prospettiva. Travestimenti da clown, terapia del buonumore, attenzione vera nei confronti dei pazienti divengono la pratica quotidiana. Robin Williams gigioneggia senza freni in un film che si ispira alla realtà ma che non dimentica gli stereotipi.

Patch Adams (1998) on IMDb
Locandina Taxisti di notte - Los Angeles New York Parigi Roma Helsinki

Un film di Jim Jarmusch. Con Winona RyderGena RowlandsPaolo BonacelliRoberto BenigniBéatrice Dalle. continua» Titolo originale Night on EarthCommediadurata 129 min. – USA, Giappone 1992MYMONETRO Taxisti di notte – Los Angeles New York Parigi Roma Helsinki ***-- valutazione media: 3,42 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Il regista Jarmusch, pur non apparendo del tutto in forma, si dimostra comunque sempre pungente. Cinque storie in taxi in cinque città molto diverse tra loro. A New York c’è l’attore Mueller-Stahl, che finito a Brooklyn per accompagnare un cliente, non trova più la strada del ritorno. A Roma c’è Benigni, qui troppo vicino a Il piccolo diavolo, che tra parolacce e fantasia sessuali fa quasi venire un infarto a un monsignore. A Los Angeles c’è Gena Rowlands, che lavora nel cinema e vuole far fare un provino a una tassista mascolina. A Parigi c’è Beatrice Dalle, cieca ma non troppo e infine a Helsinki un autista ha a bordo tre ubriachi.

Night on Earth (1991) on IMDb

Regia di Giuseppe Tornatore. Un film Da vedere 1994 con Gérard DepardieuRoman PolanskiNicola Di PintoSergio RubiniPaolo LombardiCast completo Genere Drammatico, – Italia1994durata 110 minuti. Uscita cinema lunedì 8 agosto 1994 distribuito da Penta Distribuzione. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,64 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Storia di un incubo in forma di interrogatorio al quale lo scrittore Onoff (Depardieu), apparentemente in preda all’amnesia, è sottoposto da parte di un commissario di polizia (Polanski). Fin dal titolo il 4° film di Tornatore è sotto il segno dell’ambiguità: oltre al suo significato di gergo burocratico-poliziesco, potrebbe essere letto come un esercizio di pura forma, ossia di stile, che mette in discussione lo statuto di credibilità delle immagini: qual è il confine tra fantasia e realtà? tra falso e vero? Allucinato dramma notturno di nordico onirismo, giocato sulla corda pazza dell’assurdo, è un film da prendere o lasciare, senza vie di mezzo. Chi prende ne gusterà la sagacia della costruzione, l’alta tenuta figurativa e sonora (fotografia di Blasco Giurato, musiche di Ennio Morricone), l’ammirevole concertazione degli attori: oltre a Depardieu e Polanski (doppiati da Corrado Pani e Leo Gullotta), c’è un incisivo S. Rubini come poliziotto che verbalizza.

A Pure Formality (1994) on IMDb

Regia Maya Deren, Alexander Hammid

Uno dei film d’avanguardia più influenti di sempre, realizzato da Alexander Hammid e Maya Deren, vede la stessa Deren intrappolata in un incubo labirintico in cui compaiono il suo doppio e una misteriosa figura incappucciata.

Meshes of the Afternoon (1943) on IMDb

Regia di William Lustig. Un film con Caroline MunroTom SaviniJoe Spinell. Genere Horror – USA1980durata 87 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: V.M. 18 – MYmonetro 2,49 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un killer psicopatico uccide le donne e poi le scalpa. Poi agghinda un gruppo di manichini nascosti in casa sua con parrucche ricavate dalle chiome delle sue vittime. Sta per fare la stessa cosa con una fotografa di moda, quando va completamente in tilt, credendo di vedere, nelle sue allucinazioni, i manichini che si animano e lo aggrediscono. 

Maniac (1980) on IMDb
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Un film di Roman Polanski. Con Hugh GriffithMarcello MastroianniSydne RomeCarlo Delle PianeRomolo Valli.  Titolo originale What?Commediadurata 112 min. – Italia 1972MYMONETRO Che? * * * - - valutazione media: 3,11 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Giovane e bella giramondo americana si ritrova casualmente in una sfarzosa villa sull’isola di Capri. Accolta senza alcuna cerimonia, Nancy viene a contatto con i curiosi e ambigui individui che popolano la residenza estiva. Un mondo a testa in giù in cui il tempo e le convenzioni borghesi sembrano bandite. Unico legame con la realtà il suo inseparabile diario.
Se esiste un condimento a cui Polanski non ha mai saputo rinunciare nella sua cucina cinematografica, questo è il grottesco. Presente in ogni suo titolo – anche nelle pellicole d’atmosfera come Rosemary’s Baby o Chinatown – nelle commedie surreali che vanno da Cul de Sac fino a Per favore, non mordermi sul collo, il gusto per l’assurdo trova qui il suo apogeo. 
In questa epopea della bella Nancy si è voluta trovare una analogia con il mondo all’incontrario descritto da Lewis Carroll. Un parallelismo condivisibile per surrealismo, ma incosistente sul piano allegorico. Il flusso narrativo scelto da Polanski (qui anche in veste di attore) è in continuo divenire, imprevedibile e sconclusionato. La storia si dipana secondo il principio di reiterazione (giornate dagli sviluppi analoghi nello stile che costituirà poi il perno di Ricomincio da capo ) ed è racchiusa secondo la geometria del cerchio. Nancy incarna una visone pura e incontaminata del mondo al pari di una bambina inconsapevole del suo sex appeal, cagione e al contempo salvezza della sua odissea. I curiosi personaggi incontrati lungo la permanenza sono maschere da commedia dell’arte cadenzati da eleganti citazioni classiche di quartetti schubertiani e sonate mozartiane. Su tutti il decadente latin lover interpretato da Mastroianni (quasi una macchietta dei suoi ruoli felliniani), immortalato con una entrata in scena muta indimenticabile.
Preso dalle compiacenti messe in quadro delle grazie di Sydne Rome, Polanski non riesce a essere costantemente pungente per tutto l’arco del film. Ma la tanto amata circolarità con cui il film si apre e si chiude – figura retorica presente sin da Il coltello nell’acqua – e la trovata metacinematografica con cui la Rome giustifica il titolo del film, rendono Che? una chicca.

What? (1972) on IMDb