Regia di Peter Greenaway. Un film con Victoria Abril, JJ Feild, Isabella Rossellini, Franka Potente, Don Johnson, Kathy Bates. Cast completo Titolo originale: The Tulse Luper Suitcases – Part I. The Moab Story. Genere Drammatico – Gran Bretagna, 2003, durata 125 minuti. – MYmonetro 2,73 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
1921, Newport (Galles): il decenne Tulse gioca alla guerra con l’amico Martino Knockavelli. Suo padre lo punisce. 1934, Moab (Utah): Tulse e Martino cercano le antiche città mormoni nel deserto. Invaghito della bella Passion, Tulse è strapazzato dagli Hockmeister di origine tedesca. 1938, Anversa (Belgio): Tulse, giornalista, è incarcerato per la sua attività antifascista. Tornati in Europa, gli Hockmeister lo perseguitano. 1ª parte di una trilogia sul Novecento, presentata come “opera d’arte in forma di cinema”, ma anche di TV (16 episodi di 40 minuti), DVD, Internet interattivo e un numero imprecisato di libri. Imperniata sul 92 (numero atomico dell’uranio): tante sono le valigie di Tulse (21 nella 1ª parte), i personaggi principali, gli oggetti che dovrebbero “rappresentare il mondo”. Sono 16 gli episodi principali della sua vita e 16 le prigioni in cui viene rinchiuso. Difficile districarsi in questo labirintico manufatto audiovisivo, strutturato per accumulazione visiva, sonora, informativa e privo di un centro. Si susseguono didascalie scritte, sovraimpressioni, riquadri, split-screen , inserti, cambi di formato, segnali alchemici e cabalistici. Già apparso in film precedenti del regista ( A Walk Through H , 1978; The Fall , 1980), il gallese Tulse Luper scrittore, storico, esploratore, agente segreto (spia?) è probabilmente un alter ego di Greenaway che “utilizza lo schermo come una tela o un monitor” (A. Zanetti), da collezionista enciclopedico alla Borges come si atteggia. Sanziona la morte del cinema o annuncia il cinema del futuro?