Tre archeologi penetrano nella tomba della principessa egiziana Ananka, sfidando un antico interdetto. Tre anni dopo giunge in Inghilterra un egiziano con la mummia di un sacerdote. Remake britannico del celebre film del ’32 con Boris Karloff. Inizio lento, ma poi il racconto cambia marcia e l’ultima mezz’ora è mozzafiato.
Il dottor Henry Jekyll (Paul Massie) sta compiendo esperimenti sulla natura umana, la moglie Kitty (Dawn Addams) è rassegnata a essere trascurata dal marito e l’amico Paul Allen (Christopher Lee) si fa vivo solo per bussare a quattrini. Tutto cambia quando Jekyll sperimenta su se stesso la sua nuova invenzione, diventando Mr. Hyde (sempre Paul Massie). Punto di partenza è ovviamente l’opera letteraria di Robert Louis Stevenson, ma Fisher, invece di presentare un Jekyll buono e un Hyde orrido e scimmiesco, ribalta ambiguamente le carte dipingendo un Jekyll gretto e imbelle in contrasto con un Hyde bello, con solamente una strana luce negli occhi azzurri a testimoniare la sua diversità (un procedimento simile verrà seguito da Jerry Lewis per il suo divertente #Vedi#Le foli notti del dottor Jerryl). Il Male non viene più rappresentato dal brutto e dall’animalesco, ma dal bello e dall’aristocratico, e il Bene, in fondo, non esiste. La prediletta ambientazione vittoriana fornisce a Fisher il pretesto per una precisa rappresentazione dell’aristocrazia inglese da lui spesso raffigurata, anche in altri film, come corrotta e crudele. Purtroppo, non è possibile definire questo film un capolavoro perché la geniale intuizione che ne è alla base viene in parte sprecata da una trama sviluppata in modo banale. Buona l’interpretazione di Paul Massie nel doppio ruolo
Rifacimento del celebre Frankenstein di James Whale del 1932: il barone Frankenstein compie tremendi esperimenti su cadaveri, finché il gioco gli sfugge di mano.
Tre loschi individui uccidono un taverniere e lasciano che venga giustiziato al loro posto un innocente. La fanciulla che lo amava si uccide; interviene il dottor Frankenstein che ricostruisce il corpo della ragazza nel quale trapianta il cervello dell’amato
Il barone Frankenstein prosegue i suoi esperimenti sul cervello umano. Per procurarsi la “materia prima” non esita a uccidere e a servirsi, col ricatto, del giovane direttore di un manicomio. Maestro dell’horror, Fisher ha resuscitato i vecchi mostri (Dracula, Frankenstein, l’Uomo Lupo, Jekyll) rinnovandoli con il colore. Il suo humour ha fatto il resto. Divertente. È il suo 4° Frankenstein.
Un film di Terence Fisher. Con Peter Cushing, Eunice Gayson, Francis Mathews, Michael Gwynn, Oscar Quitak, John Welsh, Lionel Jeffries.Titolo originale The Revenge of Frankestein. Horror,Ratings: Kids+13, durata 89 min. – Gran Bretagna 1958. MYMONETRO La vendetta di Frankenstein valutazione media: 2,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Sfuggito al capestro grazie all’aiuto di Karl, un povero storpio al quale ha promesso un nuovo corpo, il barone Victor Frankenstein si rifugia a Carlsbruck dove, sotto l’identità del dottor Stein e con l’assistenza del giovane Hans Kleve, prende a lavorare nell’ospedale cittadino. I numerosi pazienti – per lo più povera gente abbandonata a se stessa – gli forniscono abbondanza di “materia prima” per continuare gli esperimenti, e lo scienziato si accinge a ricostruire il corpo per Karl in un laboratorio segreto. L’operazione ha successo, ma la creatura, accidentalmente liberata da un’infermiera, è aggredita da un custode e riporta una grave ferita che la rende furiosa. Il mostro assale il suo creatore rivelandone a tutti l’identità e Frankenstein, tentata invano la fuga, è circondato dalla folla degli inferociti internati dell’ospedale. Kleve riesce a sottrarre lo scienziato morente e, ricostruito un corpo somigliantissimo a quello del barone, vi trapianta il cervello del moribondo… Tempo dopo, a Londra, un dottore comincia a farsi notare nell’ambiente scientifico: il suo nome è Franck, ma le sue sembianze ed il suo cervello sono quelli di Victor Frankenstein. Jimmy Sangster e Terence Fisher continuano a alimentare la leggenda di Frankenstein senza preoccuparsi delle origini letterarie del personaggio. Per la seconda volta l’ottimo Peter Cushing ritrae il protagonista come una mente geniale ma egocentrica, che sacrifica ogni ragione etica ad un frainteso traguardo scientifico, riconducibile in realtà alla gloria e al successo personale. La creatura, interpretata da Michael Gwynn, è soltanto l’elemento necessario per sviluppare la storia verso un’inedita, originale conclusione: quel significativo ultimo scambio di corpi e cervelli che salda indissolubilmente l’identità del barone con quella della sua creatura. Prodotto da Michael Carreras e inizialmente progettato con il titolo “The Blood of Frankenstein”, il film è il sequel della Maschera di Frankenstein.
Un film di Terence Fisher. Con Peter Cushing, Melissa Stribling, Michael Gough, Christopher Lee Titolo originale Dracula. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 82′ min. – Gran Bretagna 1958. MYMONETRO Dracula il vampiro valutazione media: 3,83 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Dal romanzo (1897) di Bram Stoker: Jonathan Harker e la sua fidanzata Lucy sono stati trasformati in vampiri dal conte Dracula. Il prof. Van Helsing scopre la terribile identità di Dracula e _ con l’aiuto di Arthur Holmwood, fratello di Lucy _ lo distrugge. Con La maschera di Frankenstein, è il prototipo della società britannica Hammer che influenza il cinema orrorifico degli anni ’60, è il film che definisce l’aspetto moderno di Dracula (compresi i canini, invenzione di Fisher) con la sua inquietante dimensione di erotismo perverso, reso benissimo da Lee che pure è presente sullo schermo soltanto 9 minuti, resi intensamente suggestivi dal montaggio creativo e dalla musica di James Bernard. Pur con qualche variazione, la sceneggiatura di Jimmy Sangster è fedele al romanzo di Stoker e al suo spirito. Titolo in USA Horror of Dracula.
Nel 1910 il terrore si sparge a Vandorg, paese della Foresta Nera, per una serie di omicidi misteriosi in cui le vittime sono impietrite. Due scienziati e un poliziotto indagano. C’è una donna che, durante le notti di luna piena, si sdoppia e diventa la mitica Gorgone che dolorosamente pietrifica con lo sguardo chi la desidera. È uno degli horror più tristi della Hammer e l’unico, tra quelli diretti da T. Fisher, imperniato sul dualismo di una protagonista femminile (B. Shelley e, da mostro, P. Hyman). Scritto da John Gilling, si presta a una doppia lettura: psicanalitica e come un’allegoria della scopofilia. Secondo Esiodo e il mito greco, le Gorgoni erano tre: Euriale, Steno e Medusa. Soltanto la terza era mortale. Tolti alcuni passaggi lirici, T. Fisher mette in immagini la storia con spiccia energia. Peccato che i trucchi siano grossolani. E C. Lee sembra a disagio nel suo rigido abito di tweed.
Marianne (Yvonne Molaur) è un’insegnante francese diretta a una scuola femminile in Transilvania dove dovrebbe prendere servizio. Una sosta apparentemente casuale la blocca nei pressi del castello Meinster e la baronessa (Martita Hunt) la invita a trascorrervi la notte. Al castello abita anche il suo misterioso figlio, il barone Meinster (David Peel), tenuto legato perché, dice la baronessa, malato di mente.
Un film di Terence Fisher. Con Oliver Reed, Clifford Evans, Yvonne Romain Titolo originale The Curse of the Werewolf. Horror, durata 91 min. – Gran Bretagna 1961. MYMONETRO Implacabile condanna valutazione media: 2,25 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Spagna. Una serva muta (Yvonne Romain) è segregata nei sotterranei del castello di un perfido marchese insieme a un bruto mendicante (Richard Wordsworth), che la violenta. La ragazza, rimasta incinta, riesce a fuggire e viene accolta dal gentile Don Alfredo (Clifford Evans), ma muore dando alla vita il bambino che, chiamato Leon, viene cresciuto da Alfredo come un figlio. Leon (Oliver Reed) ha però dei sogni nei quali corre insieme ai lupi e si nutre di sangue. Un prete spiega a Don Alfredo che Leon è affetto da licantropia, ma che la malattia può essere combattuta con l’amore.
Un film di Terence Fisher. Con Christopher Lee, Peter Cushing, André Morel Titolo originale The Hound of the Baskervilles. Avventura, durata 87 min. – Gran Bretagna 1959.MYMONETRO La furia dei Baskerville valutazione media: 3,38 su 12 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Da generazioni tutti i primogeniti dei Baskerville vengono uccisi in modo violento e misterioso, apparentemente da un diabolico cane. Un amico dell’ultimo rampollo della sfortunata famiglia chiede aiuto al famoso Sherlock Holmes.
Un film di Terence Fisher. Con Christopher Lee, Andrew Keir, Barbara Shelley Titolo originale Dracula – Prince of Darkness. Drammatico, Ratings: Kids+13, durata 90′ min. – Gran Bretagna 1965. MYMONETRO Dracula, principe delle tenebre valutazione media: 2,33 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Pur avvertiti, quattro viaggiatori incauti accettano l’ospitalità in un misterioso castello dei Carpazi dove il defunto conte Dracula resuscita e si scatena. 7 anni dopo Dracula il vampiro la Hammer convince Fisher e Lee, riluttanti, a riprendere il personaggio di Stoker, ma la deludente sceneggiatura di Jimmy Sangster li induce a eliminare tutte le battute di Dracula. (E lo scrittore irritato si firma come John Sansom.) Non citato nei titoli di testa, all’inizio appare Peter Cushing come Van Helsing in una sequenza del film precedente che fa da raccordo. Ideologicamente e figurativamente il film è in linea con l’altro, ma gli rimane inferiore. Notevole la sequenza della morte di Dracula nell’acqua gelata.
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