Dal carattere indipendente e intraprendente, dalla sessualità ambigua, ama realizzare sui muri della metropoli dove vive graffiti con i quali denuncia gli abusi di potere del sindaco e della polizia affrontando tematiche sociali che spaziano dal razzismo allo sfruttamento, all’uso terapeutico delle droghe, non escludendo temi come Piazza Tiananmen e la violenza della polizia.
Uno dei personaggi a fumetti più significativi degli ultimi trent’anni: Luca Torelli, in arte Torpedo, gangster e sicario nato dalla penna dello sceneggiatore spagnolo Enrique Sanchez Abulí nel 1981.
Julia Kendall è una giovane criminologa alle prese con i misteri di Garden City, un’immaginaria metropoli del New Jersey a circa un’ora da New York, attraversata dal fiume Marygold, e in cui tutte le strade hanno nomi di fiori. Quando non è impegnata con le sue lezioni all’università, i casi di cui si occupa, talvolta come consulente della procura o del dipartimento di polizia cittadino, altre volte come libera professionista, altre ancora per pura curiosità personale, la portano a vivere situazioni di estremo pericolo: questo poiché le sue capacità di psicologa la conducono spesso, prim’ancora degli inquirenti, sulle tracce di feroci serial killer — su tutti la spietata Myrna Harrod, psicopatica e follemente infatuata di Julia — o di altri criminali comuni, ma non per questo privi di scrupoli.
Ad affiancarla nelle sue indagini ci sono quasi sempre il burbero tenente Alan Webb, con cui spesso si scontra a causa delle differenti posizioni politiche ed etiche, e il simpatico sergente “Big” Ben Irving, oltre all’investigatore privato e fraterno amico Leo Baxter; mentre a riempire la sua vita privata ci sono l’anziana nonna Lillian, che Julia sente come una madre dopo essere rimasta orfana sin da bambina, e la sorella minore Norma, famosa modella dalla turbolenta vita privata, oltre alla governante di casa Kendall, la singolare Emily Jones, e alla gatta Toni.
Serie dedicata alla figura della pornostar italiana anni ’80 Moana Pozzi alla qualela casa editrice EPP di Roma nel 1988 dedicò una breve, ma apprezzata serie di tascabili erotici intitolata MOANA SEXY PHONE che contò 15 numeri disegnati di volta in volta da bravissimi maestri del fumetto. Tra le grandi firme di rilievo spiccano quelle di GIOVANNI ROMANINI, STELIO FENZO, MARIO JANNI, LUCA VANNINI, GILBERTO FIORANI e LUIGI POTTERO (autori quest’ultimi dei due episodi che leggerete di seguito). La serie tra realtà e fantasia, immagina la vita della popolare Moana aggiungendoci di episodio in episodio, oltre all’argomento hard (che abbonda in tutte le sue varianti), anche un pizzico di thriller, avventura, commedia, giallo, noir a seconda della fantasia degli autori. La protagonista è una dispensatrice di piaceri e consigli erotici via telefono…una sorta di operatrice delle “linee hard”che tanto andavano di moda sul finire degli anni 80 e per gran parte degli anni 90 (prima dell’avvento di internet e delle varie web chat) e dove spesso venivano impiegate anche diverse star del cinema porno oltre che delle centraliniste sconosciute che fingevano di essere delle belle zozzone in calore. Questo era un po’ il pretesto iniziale delle prime avventure di Moana che poi nel proseguo della serie va un po’ a perdersi per tramutarsi in un qualcosa dove il thriller e l’intrigo fanno più da padroni insieme ovviamente all’aspetto erotico. Comunque il telefono “caldo” ogni tanto riappare.
Cassidy è una serie a fumetti in 18 numeri creata da Pasquale Ruju pubblicata da maggio 2010 a ottobre 2011 dalla Sergio Bonelli Editore. Tra marzo e maggio 2020, viene realizzata una mini-serie dedicata al personaggio comparsa nella collana de Le Storie composta da soli 3 numeri.
La notte del 16 agosto 1977 una Dodge Aspen nera, crivellata di proiettili, procede lungo la U.S. Route 66 al confine fra Arizona e California. L’auto è guidata da un fuorilegge, Raymond Cassidy, che si sta dissanguando lentamente con quattro proiettili in corpo. Quella stessa notte Cassidy incontra un misterioso ed etereo cieco di colore, il quale gli annuncia che gli sono concessi altri diciotto mesi da vivere per “sistemare le cose”, durante i quali dovrà fare i conti col passato.
Deathropolis è una città segretamente controllata dai cosiddetti “ridestati”, ovvero persone defunte che per una qualche misteriosa ragione sono tornate in vita. I “ridestati” sono caratterizzati da una forza sovrumana e insensibilità al dolore, e si nutrono di carne umana. Lukas è uno di loro, eppure in lui c’è qualcosa di diverso: riesce a controllare la sua fame, ha un forte senso della giustizia e prova una certa empatia per i vivi. Inutile dire che presto finirà per scontrarsi con i suoi simili e altre mostruose creature. La (mini)serie è stata divisa in due stagioni, rispettivamente “Lukas” e “Lukas Reborn”.
Valter Buio è una serie a fumetti scritta da Alessandro Bilotta a pubblicata da Star Comics. Tra i disegnatori che l’hanno realizzata ci sono Sergio Gerasi, Matteo Mosca e Francesco Bonanno, con le copertine di Paolo Martinello. Racconta la storia di Valter Buio, uno psicanalista che riesce a entrare in contatto con gli spiriti. La serie è composta da 12 numeri, pubblicati dal marzo del 2010 al febbraio del 2011.
Valter Buio è lo psicoanalista dei fantasmi. Per 90 euro a seduta riceve le anime in pena di coloro che restano in un limbo in cui non fanno più parte di questo mondo, ma comunque non riescono ad abbandonarlo del tutto. Sono spiriti che Valter chiama “Inconsci”, perché devono risolvere un evento traumatico, spesso legato alla loro morte, di cui ancora non si rendono conto nella maggior parte dei casi.
Il protagonista è Joe Yabuki (letteralmente “piedi piccoli”), un giovane tormentato il quale ha trascorso gran parte della sua ancora breve vita negli orfanotrofi statali (in quanto non ha mai conosciuto i suoi genitori) fino a quando non riesce a scappare da quello di Tokyo, Joe vive così vagando da un luogo all’altro come un cane randagio. Attraversando “il ponte delle lacrime” (泪橋?, Namidabashi, chiamato così perché è il ponte attraversato dai reietti della società e dagli sconfitti della vita che abbandonano la città e lo attraversano piangendo[2]) arriva nella baraccopoli nei bassifondi della città, dove incontra Danpei Tange, un vecchio pugile ed ex allenatore di boxe in pensione con un occhio solo, ormai ridotto ad una vita da barbone e perennemente ubriaco.
Ed è proprio la periferia (luogo d’esclusione sociale e psicologica) la comprimaria co-protagonista al principio della storia: una zona che nell’immediato dopoguerra, ai tempi della ricostruzione e del miracolo economico, era disagiata, povera e piena di delinquenza organizzata (la famosa yakuza, la cosiddetta mafia giapponese) e minorile.
Pantera Bionda è una serie a fumetti italiana di genere tarzanide ideata nel 1948 da Gian Giacomo Dalmasso e dal disegnatore Enzo Magni e pubblicata dalla A.R.C. di Pasquale Giurleo; raggiunge presto un successo notevole arrivando a tirature di oltre centomila copie – un vero record per il mercato italiano del secondo dopoguerra – ma generando scandalo per l’abbigliamento succinto e i comportamenti, facendo finire più volte sotto processo l’editore e subendo numerosi sequestri.
«Nell’interno della giungla sterminata, nel cuore dell’isola del Borneo, vive una ragazza bellissima, audace, agile e forte che gli indigeni del luogo chiamano “Pantera bionda”. La sua origine è misteriosa. Alcune tribù la temono e la venerano come una dea, molti animali selvaggi sono a lei sottomessi. Ella abita in un segreto rifugio costruito tra la folta e intricata vegetazione in compagnia di una vecchia cinese, Foglia di Loto.» (Introduzione sul primo numero)
L’Uomo Ragno (Spider-Man), il cui vero nome è Peter Parker, è un personaggio dei fumetti, creato da Stan Lee (testi) e Steve Ditko (disegni) nel 1962, pubblicato dalla Marvel Comics. La sua prima apparizione avviene in Amazing Fantasy (prima serie) n. 15. In seguito, è apparso in molte testate, tra cui Amazing Spider-Man, Sensational Spider-Man, Spectacular Spider-Man e molti altri. Gli sono stati dedicati anche molti cartoni animati, videogiochi e quattro film colossal. La rivista Wizard Magazine lo ha classificato terzo nella Top 200 Comic Book Characters of All Time, cioè la Classifica dei 200 migliori personaggi dei fumetti della storia, dopo Batman e Superman.
Edit 3/5/2024 aggiunti numeri da 634 a 700 compresi, manca 656 che non ho trovato
Lei, l’arma finale (最終兵器彼女?, Saishū heiki kanojo), spesso abbreviato in “Saikano” (サイカノ?), è un mangaseinen scritto e disegnato da Shin Takahashi, pubblicato in Giappone sulla rivista Big Comic Spirits di Shogakukan dal dicembre 1999 all’ottobre 2001.
Chise è la classica ragazzina impacciata che per dimostrare alle amiche e a sé stessa di poter anche mettere da parte la sua timidezza dichiara il suo amore al suo compagno di scuola Shūji. Non si aspetta minimamente che il ragazzo ricambi e quando invece Shūji le dice che vuole essere il suo ragazzo viene colta alla sprovvista e al loro primo appuntamento sono vicini alla rottura. Ma, aprendosi e dialogando, scoprono che quel sentimento che provano è amore davvero e decidono di continuare la relazione. L’amore che li unisce è così profondo da avere avuto la loro prima relazione amorosa in un sogno condiviso.
2700 è una serie a fumettiitaliana creata da Manfredi Toraldo, detto MANf, (ideazione del mondo, della trama e dei personaggi, e sceneggiature) e Ugo Verdi (rifinitura del character design, copertine e model sheet ufficiali), di genere fantasy con l’inserimento di una forte componente tecnologica che molto deve ai romanzi del Ciclo di Darkover e alla saga fumettistica giapponese The Five Star Stories
La nostra civiltà si è estinta e dalle ceneri di essa ne è nata una nuova, simile per struttura politica al feudalesimo del mondo medievale europeo.
Una certa conoscenza tecnologica è stata conservata nelle mani di una gilda chiamata obscure, una corsa alle armi viene scatenata dalla scoperta di un tipo di cristalli (denominati Sinapsi) che possono divenire fonte d’energia di qualunque macchinario, garantendo il loro massimo potere quando vengono azionati da un uomo e una donna contemporaneamente. Questo porta la tecnologia a svilupparsi su binari molto differenti rispetto a quella esistente prima della catastrofe, ma queste nuove conoscenze vengono tenute segrete e gelosamente custudite dagli obscure e dalla Chiesa Universale delle Made.
Il personaggio è un pistolero molto abile e veloce – tanto da sparare più velocemente della propria ombra – che grazie al suo ingegno riesce spesso a risolvere i suoi guai senza ricorrere all’uso delle armi e mantenendo un’assoluta imperturbabilità anche nelle situazioni più disperate[1][11]. Girovagando nel far west si ritrova nei classici scenari del genere come saloon e villaggi indiani nei quali gli autori gli fanno esplorare tutte le possibilità narrative in chiave comico-satirica.
Il nome di Magico Vento è Ned Ellis, un militare che perse la memoria a causa di un incidente ferroviario causato da un ufficiale corrotto che, per rubare le armi trasportate dal treno, lo fece esplodere con della dinamite; tutti i soldati morirono nell’attentato e solo Ned si salvò, rimanendo ferito alla testa da una scheggia. Lo sciamano Cavallo Zoppo mentre era in viaggio lo raccolse e lo prese come allievo a cui tramandare i suoi insegnamenti. Dato che secondo lui era stato il Grande Spirito a condurlo fino a Ned, con un vento magico, gli venne dato questo nome indiano. Magico Vento iniziò così una nuova vita con gli indiani Sioux nelle praterie del Dakota. Non ricordava nulla della sua vita precedente. Divenne un medicine man con il dono delle visioni.
Ken Parker (nome completo Kenneth Parker) è un personaggio immaginario dei fumetti creato da Giancarlo Berardi e Ivo Milazzo, nel 1974.[1] Personaggio particolare e atipico del genere western la cui serie a fumetti, ambientata prevalentemente in America del Nord in un arco temporale che va dal 1868 al 1908, si distingue per originalità, per la varietà delle ambientazioni e per gli argomenti trattati che, spesso, esulano dai canoni tipici del fumetto western.[senza fonte]
Il fumetto esordisce in edicola nel giugno 1977, pubblicato dalla Cepim e, tra alterne vicende, cambi di editore e di formato, sospensione delle pubblicazioni e ristampe rivedute e corrette dagli autori stessi, la storia del personaggio si conclude nell’aprile del 2015 con l’episodio Fin dove arriva il mattino.
La prima serie pubblicata dal 1977 al 1984 lo rende un personaggio di culto del fumetto italiano, sia per il realismo delle ambientazioni e per la meticolosa ricostruzione storica e filologica che per l’attenzione alle tematiche sociali.[1]
Ogni volume contiene 2 o più racconti. In totale sono 90. Fuori da questa collezione rimangono 2 numeri che secondo wikipedia sono il 91 e il 92. Il 92, ultimo in assoluto che chiude definitivamente la serie, l’ho trovato mentre il 91 “Canto di Natale” no.
Avventura, magia e raffinato erotismo si fondono in quello che è ormai un classico del fumetto d’autore italiano. Dopo tre anni dall’ultima avventura, ritorna più sensuale che mai Giunchiglia, l’eroina creata dalla sapiente matita di Giuseppe Manunta, con la solita banda di personaggi strampalati. Stavolta Giunchiglia si troverà ad affrontare crude verità e mostri pentaformi. Meta del suo viaggio è un isola misteriosa dove è custodito un antico e magico libro che segnerà la sorte della nostra protagonista.
Brick Bradford è un personaggio immaginario protagonista della omonima serie a fumetti di fantascienza ideato nel 1933 da William Ritt e dal disegnatore Clarence Gray. Rappresenta una delle serie più rappresentative del genere, sia per l’inconfondibile stile preciso e pulito del disegnatore Gray che per l’intensità delle trame concepite da Ritt, i cui interessi per la mitologia, la storia e le teorie scientifiche lo portarono a realizzare un fumetto molto diverso dagli altri dello stesso genere avventuroso, sia per l’originalità dei temi che per la chiarezza espositiva, che hanno reso la serie uno dei pochi esempi di fumetto nel quale la trama è completa e coerente in ogni aspetto.
La serie è di genere horror con tratti gialli, con ricostruzioni storiche e riferimenti a luoghi, avvenimenti e personaggi reali all’interno di una forte continuity che caratterizza l’intera serie, diversamente da molte altre serie dell’editore. I vari filoni narrativi si intrecciano tra loro e generalmente ogni albo fa riferimento a numeri precedenti; non mancano vicende inizialmente indipendenti che poi si rivelano invece tasselli di trame più complesse
Edit 21/6/24 aggiunti numeri 284/291 serie regolare, Dampyr a colori (diversi numeri mancanti),
Verso la fine dell’Ottocento, dopo aver completato gli studi universitari in Inghilterra, il giovane avvocato Ringo Rowandt torna negli Stati Uniti dove l’anziano padre esercita l’attività di sceriffo in una cittadina del Far West. Dinanzi ai tanti torti e soprusi che incontra nella nuova realtà decide di reagire combattendo il male su due fronti e con due diverse identità: quello della legge, più lento e dagli esiti non sempre prevedibili, come avvocato, e quello della giustizia, nelle vesti dell’avventuriero Maschera Nera.
Pecos Bill è un personaggio immaginario protagonista di numerose storie di genere western ambientate durante l’espansione territoriale verso occidente; si ritiene che le storie vennero inventate da Edward O’Reilly nei primi anni del XX secolo nonostante questi affermasse di averle tratte dalla tradizione orale americana e sono quindi considerate un esempio del cosiddetto fakelore (da “fake”, falso, + folklore), ovvero storie che vengono presentate in modo da essere avvolte da un’aura pseudo-folcloristica che le fa apparire come tradizionali. “Pecos Bill” fu anche il soprannome del generale William Shafter durante la guerra di secessione americana,[1] quindi precedente all’opera di O’Reilly; Shafter era considerato un eroe in Texas e gli venne dedicato qualche componimento poetico ispirato alla sua figura.[2] Il personaggio ha avuto alcune trasposizioni cinematografiche e a fumetti che, soprattutto in Italia, hanno goduto di un duraturo successo.
Secondo la leggenda, Pecos Bill nacque in Texas nel 1830 (o nel 1845 in altre versioni, l’anno di istituzione dello stato del Texas). La sua famiglia decise di trasferirsi perché la città era “troppo affollata”. Pecos Bill da bambino, mentre era in viaggio su un carro coperto, cadde senza che nessuno se ne accorgesse nelle vicinanze del fiume Pecos e venne accolto e cresciuto da un branco di coyote. Anni dopo fu ritrovato da suo fratello, che riuscì a convincerlo che non era un coyote.
Una volta cresciuto divenne un cowboy. Era in grado di usare un serpente a sonagli, Shake, come un lazo e un altro serpente come una piccola frusta; il suo cavallo, Widow-Maker (anche chiamato Lightning), era così chiamato perché nessun altro uomo poteva provare a cavalcarlo senza morire. Si narra che la dinamite fosse il suo cibo preferito ma anche che a volte cavalcava un puma invece di un cavallo. Fra le sue imprese si narra che riuscì una volta a prendere al lazo un tornado e che lottò contro il Bear Lake Monster per diversi giorni fino a quando non lo ebbe finalmente sconfitto. Aveva una fidanzata chiamata Slue-Foot Sue, la quale cavalcò un gigantesco pesce gatto lungo il Rio Grande e che lui incontrò andando a pesca.
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