Category: Fumetti


Romanzi a fumetti Bonelli è una serie a fumetti pubblicata in Italia da Sergio Bonelli Editore da giugno 2007

Dopo la fortunata esperienza delle miniserie come Brad BarronDemian e Volto Nascosto,[senza fonte] l’editore decise di sfruttare nuovi formati rispetto a quelli tradizionalmente impiegati dalla casa editrice, al fine acquisire una più vasta e differenziata gamma di lettori. La serie si concentra sulle graphic novel, anche se Sergio Bonelli preferì chiamarli in maniera differente per distinguerla dalla tradizione statunitense del fumetto autoconclusivo.

Inizialmente concepiti per uscire a cadenza annuale, visto il successo ottenuto dal primo volume della serie (Dragonero, con 35 000 copie vendute[5]) la Bonelli anticipò il secondo volume (Gli occhi e il buio) solo quattro mesi dopo l’uscita del primo.

Dal n. 11 la testata divenne mensile e alterna miniserie nel tradizionale formato Bonelli, a storie autonclusive e numeri speciali a colori e in formato maggiore.[4] I volumi, di foliazione variabile (comunque tutti attorno alle 300 pagine per i primi 10) contengono storie autoconclusive di diverso genere, contenenti anche approfondimenti sulla creazione della storia e dei personaggi. Dal volume 33 la pubblicazione diventa bimestrale e il formato torna essere quello originario bonellide con foliazione intorno alle 300 pagine[6] ma senza i risvolti di copertina in cui venivano presentati gli autori.

XIII – da 1 a 24 – pdf

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XIII è una serie a fumetti franco-belga, scritta da Jean Van Hamme e disegnata da William Vance entrambi di nazionalità belga (con l’eccezione del volume 18, disegnato da Jean Giraud), pubblicata dalla editrice Dargaud a partire dal 1984, che ha per protagonista l’omonimo personaggio Numero XIII. La storia ruota attorno al protagonista smemorato (XIII appunto, anche detto Tredicesimo) che cerca di scoprire il suo passato nascosto. Ispirato al libro di Robert Ludlum Un nome senza volto (The Bourne Identity, 1980),[senza fonte] la serie a fumetti di XIII fu inizialmente pubblicata a puntate nella rivista belga Spirou nel 1984 e poi ripubblicata da Dargaud in volumi. È stata tradotta in più di quattordici lingue. La serie ha riscosso grande successo in Francia e in Belgio, con milioni di copie vendute, diventando un vero e proprio oggetto di culto.[senza fonte] Le sono stati anche dedicati un videogioco, una miniserie e una serie televisiva, loghi per telefoni cellulari e un francobollo emesso dalle poste nazionali del Belgio.

La serie completa è composta da 19 volumi durante i quali si intrecciano le manovre fantapolitiche degli Stati Uniti d’America e le vicende di XIII, uomo affetto da amnesia in seguito ad una ferita alla testa che cerca di ricostruire il suo passato partendo da un’unica traccia: la cifra romana XIII tatuata sulla clavicola sinistra.

Bouncer è una collana a fumetti dedicata dall’Editoriale Cosmo all’omonimo bande dessinée francese sceneggiato da Jodorowsky e mirabilmente illustrato da Boucq. Proposta nel consueto formato bonelliano ed in una insolita versione in bianco e nero, derivante dalla natura economica della collana, la serie dimostra tutta la sua efficacia anche negli straordinari contrasti del bianco e nero, rendendo grande giustizia al talento di Boucq.

Amazon.it: Adamson, Tome 1 : Opération Spitsberg - Veys, Pierre, Puerta,  Carlos - Libri in altre lingue

Bande dessinée (striscia disegnata) è la locuzione francese che indica i fumetti; nei paesi non francofoni identifica le storie a fumetti realizzate in Francia e Belgio

famosi fumetti francesi che hanno avuto origine dalla lunga tradizione e passione Franco-Belga per le Bandes Dessinées, diventata una forma d’arte vera e propria nei paesi francofoni.

Fumetti EDITORIALE AUREA, Collana EURACOMIX

Euracomix (per esteso Euracomix Tuttocolore) è una collana mensile di volumi a fumetti pubblicata dalla Eura Editoriale dal 1988 fino alla chiusura della casa editrice nel 2009. Ha pubblicato prevalentemente fumetti sudamericani e argentini in particolare.

Alcune delle serie presentate erano già state pubblicate a puntate sulle pagine dei settimanali Lanciostory e Skorpio, di minore formato rispetto ai volumi originali (in questi casi la pubblicazione su Euracomix è tecnicamente una ristampa in volume).

Euracomix, presentandosi come pubblicazione ad alta tiratura e a basso prezzo di copertina diffusa in edicola, è stata tra le prime collane a proporre in Italia il fumetto argentino.

Hammer - Fumetto di fantascienza italiano edito da Mondadori Comics

Hammer è una serie a fumetti edita in Italia dalla Star Comics, creata da Riccardo Borsoni, Giancarlo OlivaresMario RossiGigi Simeoni e Stefano Vietti.

“Lo scenario storico-fantastico che si apre sotto i nostri occhi è quello di fine millennio, il terzo. Un periodo burrascoso, caratterizzato da una situazione di pace precaria. Il Sistema Solare è dominato dalla presenza della razza umana, alla quale non è bastato emigrare in posti lontani milioni di chilometri per smettere di azzuffarsi. Ovunque luccica il ghignante sorriso della ipertecnologia che spesso si fonde con quello che resta del lontano passato per creare forme assurde e barocche. Le astronavi viaggiano veloci da un desolato pianeta terraformato a un’isola galleggiante tra gli asteroidi, da una città orbitale a una verdissima foresta artificiale. I porti franchi ospitano i viaggiatori più strani: uomini d’affari senza scrupoli, cyberkiller spietati, mercenari, avventurieri e navigatori al soldo delle compagnie multi planetarie che trasportano ovunque i metalli graffiati agli asteroidi” 

Helena Svensson, abile hacker dotata di un impianto neurale, ha portato a termine l’ennesima missione, riuscendo a incassare una considerevole cifra di crediti che le permetteranno di allontanarsi dalla Terra e sfuggire da un mandato di cattura. Ma al momento dell’incontro con il suo compagno e complice, Jedediah, qualcosa non fila per il verso giusto e viene arrestata e condannata a 20 anni di prigionia in un gigantesco carcere orbitale di massima sicurezza: Lazareth. 

IF EDIZIONI - PICCOLO RANGER 1, IL PICCOLO RANGER

Il Piccolo Ranger è il titolo di due serie a fumetti incentrate su Kit Teller, un personaggio ideato nel 1958 da Andrea Lavezzolo e dal disegnatore Francesco Gamba; vennero edite in Italia dalle Edizioni Audace nel formato a strisce nella collana omonima e in seguito in una nuova serie nel formato bonelliano pubblicata dal 1963 al 1985.[1][2][3] Il personaggio appartiene a una schiera di eroi adolescenti molto diffusi negli anni cinquanta e anni sessanta, come Capitan Miki, il Piccolo Sceriffo e altri,[1][4] voluti così giovani per favorire la loro identificazione con i potenziali giovani acquirenti, che essendo loro coetanei, potevano rispecchiarsi nei protagonisti delle storie a fumetti.[senza fonte] La serie presenta una propria originalità dando vita a una lunga e coinvolgente epopea a fumetti dai toni sia tragici che umoristici[1] tra le più riuscite del genere western del periodo

Salvato dagli indiani della tribù di Bisonte Rosso, Kit ed il padre rimangono per quasi un anno con gli indiani per poi ripartire per andare ad arruolarsi nei ranger e mandare Kit in un collegio dell’est. Moses diventa un ranger e ottiene dal comandante l’autorizzazione a tenere il piccolo Kit al forte in attesa che il bambino raggiunga l’età per andare in collegio. La serie del Piccolo Ranger prende l’avvio da questo momento. Il padre di Kit durante una missione ha disertato ed è scomparso andando a vivere presso gli indiani e per tale motivo è considerato un traditore. I ranger del forte vorrebbero tenere nascosto il fatto al piccolo Kit che è comunque benvoluto. Il Piccolo Ranger vive le sue avventure in una terra selvaggia affrontando fuorilegge, indiani feroci ma anche rettili sapienti, extraterrestri o guerrieri medioevali arrivati chissà come nel nuovo mondo.

Comanche è una serie a fumetti creata da Greg (testi) ed Hermann (disegni). 

Magnifica serie western franco-belga, ideata nel 1969 da Greg ed Hermann. Comanche è il nome della proprietaria del ranch in cui si aggira il malinconico ed umanissimo cow-boy Red Dust, qui alle prese con terribili attentati ferroviari e con una donna assai poco rispettabile.

LA GAZZETTA DELLO SPORT - JIM CUTLASS 4, GLI ALBI DEL WEST 19, FINO AL COLLO

Dopo Durango e Bouncer è la volta di una nuova interessante serie western francese, i cui autori sono ben noti agli amanti della bande dessinée, per gli assidui lettori della bédé allegata alla Gazzetta dello Sport. Dal 2 giugno 2017 la collana Gli Albi del West si apre infatti a Jim Cutlass, intrigante fumetto che nasce in modo abbastanza classico nel 1978 ed intraprende successivamente percorsi meno tradizionali.

Il primo episodio di Jim Cutlass è composto da solo 17 tavole ed è pubblicato in origine sulle pagine della celebre rivista Pilote, realizzato dai creatori di Blueberry, Charlier ai testi e Giraud ai disegni. A quelle prime 17 pagine ne sono poi aggiunte ulteriori 43 per ottenere le 60 tavole che caratterizano la per la prima edizione in volume del fumetto, pubblicata l’anno successivo col titolo di Mississippi River. Dopo quest’albo Jim Cutlass assiste ad una lunga sosta tornando tra i progetti di Charlier soltanto nel 1989, per i disegni di Christian Rossi. La prematura morte dello sceneggiatore vedrà il ritorno sulla serie di Giraud, in veste di sceneggiatore, per i disegni di Rossi. La nuova coppia artistica farà approdare il numero totale di albi del personaggio a sette.

I sette episodi sono quindi ospitati sulla collana Gli Albi del West nell’arco di 5 volumi, di cui il primo e l’ultimo destinati a proporre due episodi mentre gli altri impegnati ad ospitare un’unica avventura. Il fumetto è ambientato nel Sud razzista dell’America in cui il protagonista Jim Cutlass, dagli ideali nordisti di libertà per i neri, eredita una piantagione di cotone. Il tono da western classico delle prime avventure prenderà delle direzioni insolite e persino sovrannaturali con il procedere degli episodi.

Loveless era un americano occidentale fumetti serie per i lettori maturi pubblicati dalla DC Comics come parte di tale società Vertigo impronta . È scritto da Brian Azzarello e disegnato da Marcelo Frusin , Danijel Zezelj e Werther Dell’Edera. [1] Ci sono 24 numeri in totale.

Loveless parlava originariamente di un uomo, Wes Cutter, che ha combattuto per il Sud nella Guerra Civile ed è stato catturato. Dopo aver trascorso del tempo in un campo di prigionia, torna nella sua precedente casa di Blackwater dopo che il Nord ha vinto per trovare la città sotto il controllo dell’Unione e la sua casa occupata. Poco dopo, a Cutter viene offerto un posto di sceriffo in città. [2]

I primi numeri del fumetto esplorano la relazione dinamica tra Cutter e la gente della città (la maggior parte dei quali lo odia), il destino della moglie di Cutter, Ruth, e i persistenti sentimenti di animosità tra Nord e Sud dopo la fine della guerra.

Dalla conclusione dei suoi primi numeri, Loveless è diventato un fumetto di maggiore narrazione cronologica e tematica. Le storie all’interno di Loveless , sin dal suo inizio e soprattutto nei suoi ultimi anni, ruotano attorno al razzismo e alle realtà più grintose della storia americana.

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Fantastici Quattro (The Fantastic Four) sono un gruppo di supereroi dei fumetti, creati da Stan Lee (testi) e Jack Kirby (disegni), ispirandosi liberamente ai personaggi DC Challengers of the Unknown dello stesso Kirby. Esordirono nel primo numero della testata Fantastic Four (vol. 1[1]) nel novembre 1961 e pubblicata dalla Marvel Comics. La serie raggiunse presto il successo ponendo le basi per lo sviluppo dell’intero universo Marvel.

Il gruppo è formato da quattro personaggi che ottennero i loro poteri in seguito all’esposizione a raggi cosmici durante una missione scientifica nello spazio. I quattro sono:

  • Mr. Fantastic (Reed Richards), scienziato e leader del gruppo; oltre ad essere un genio della scienza, dotato di intelligenza straordinaria, ha acquisito la capacità di allungare e deformare a piacimento il proprio corpo come fosse fatto di gomma;
  • Donna invisibile (Susan “Sue” Storm), moglie di Reed e sorella maggiore di Johnny, la quale può rendere sé stessa e gli altri invisibili e creare potenti campi di forze;
  • Torcia Umana (Johnny Storm), fratello minore di Sue, che può prendere fuoco, lanciare fiamme e volare a grande velocità;
  • Cosa (Ben Grimm), il migliore amico di Reed e “braccio” del gruppo, trasformato in una creatura dalla pelle rocciosa e possiede forza e resistenza sovrumane; oltre ad essere un notevole pilota di veicoli, abilità derivata dal suo precedente lavoro di collaudatore di veicoli sperimentali;
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Capitan America (Captain America), il cui vero nome è Steven Grant “Steve” Rogers, è un personaggio immaginario dei fumetti creato da Joe Simon e Jack Kirby nel 1941 pubblicato negli Stati Uniti dalla Timely Comics e in seguito dalla Marvel Comics.[4][5]

Il personaggio, nato come elemento di propaganda durante la seconda guerra mondiale, dove rappresentava un’America libera e democratica che si opponeva a una Germania nazista, antidemocratica, imperialista e bellicosa, riscosse da subito un grande successo di pubblico[6] tanto che già il primo numero della serie vendette quasi un milione di copie[7] e le vendite dei successivi numeri si mantennero su questi livelli, superando riviste come Time.[8] Il personaggio divenne rapidamente il più popolare dell’editore e venne creato anche un fan club denominato “Sentinels of Liberty”.[9] Con la fine del conflitto Capitano America perse la sua popolarità nonostante un tentativo di rilanciarlo come cacciatore di comunisti durante i primi anni della guerra fredda.[6] Nel 1964 Stan Lee decise di riproporlo come comprimario nella serie Avengers[5] privandolo però degli elementi nazionalistici e dotandolo di una sensibilità e un’umanità tutta nuova, rendendolo protagonista di storie di denuncia sociale rendendolo l’incarnazione della coscienza dell’America.

Blake e Mortimer è una serie a fumetti creata dallo scrittore e disegnatore belga Edgar P. Jacobs incentrata sui personaggi immaginari del capitano Francis Blake e del professor Philip Mortimer. Ha esordito sulla rivista belga Tintin nel 1946 e successivamente venne pubblicata in edizioni brossurate e cartonate da Les Editions du Lombard.[1][2] Successivamente altri autori ne hanno continuato la realizzazione e l’edizione è passata a Les éditions Blake et Mortimer, una filiale del Groupe Dargaud. Considerato uno dei capolavori del fumetto mondiale, l’autore ne realizzava le storie dopo una attenta attività di ricerca e documentazione ottenendo trame prive di incongruenze e di fantastiche esagerazioni e così realizzando un’opera di fantascienza molto verosimile. L’attento lavoro di progettazione ha permesso a Jacobs di ottenere prodotti editoriali pressoché perfetti: sia dal punto di vista della narrazione – che spicca per una eccellente leggibilità – che del disegno – dove la tradizionale ”ligne claire” franco-belga è al servizio di un equilibrio complessivo di ogni tavola (in quanto a scene, vignette, colori). Il volume più riuscito è ”Il marchio giallo”, considerato dagli esperti del settore come uno dei capolavori dell’arte del fumetto.

Protagonisti sono sir Francis Percy Blake, capitano dei servizi segreti britannici MI5, e il suo amico il professor Philip Angus Mortimer, fisico nucleare, che si ritrovano di sovente a confrontarsi con il loro grande nemico Olrik, destinato sempre a soccombere di fronte ai due avversari. Nonostante il titolo della serie (dettato si presuppone da ragioni eufoniche)[senza fonte], in alcune storie la presenza di Blake è più che altro simbolica, in quanto è spesso Mortimer l’unico protagonista. Il fascino di Blake e Mortimer risiede nel miscelare sapientemente realismo e fantastico. Se ne Il segreto dell’Espadon l’avventura è soprattutto di ordine tecnologico e ne Il mistero della grande piramide (Le Mystère de la grande pyramide) prevale piuttosto l’aspetto storico ed esoterico, in albi come Il marchio giallo (La Marque jaune), L’enigma di Atlantide (L’Énigme de l’Atlantide) o La trappola diabolica (Le Piège diabolique) vengono amalgamati abilmente i due aspetti. Il nemico classico del duo è invariabilmente il colonnello Olrik, i cui piani criminosi danno modo di sviluppare trame con le tematiche tipiche dei romanzi gialli, thriller e di spionaggio.

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Nick Raider è un personaggio dei fumetti creato da Claudio Nizzi,protagonista della omonima serie a fumetti poliziesca italiana. Pubblicata dal 1988 al 2005 per 200 numeri dalla Sergio Bonelli Editore che, per la prima volta, pubblica una serie gialla.

Nick Raider è un investigatore della squadra omicidi di New York che, affiancato dal compagno Marvin Brown, investiga sui crimini di sangue commessi nella “grande mela”. Il suo mentore, nonché capo diretto, è il tenente Arthur Rayan, il quale cerca senza troppo successo di controllare gli slanci del detective e soprattutto lo difende spesso dalla burocrazia e dall’ostracismo del suo capo, il capitano Vance, che Nick chiama “Ciaocara” per via del suo rapporto succube con la moglie. Non ci sono antagonisti ricorrenti se non la malavita newyorkese rappresentata dall’obesa capomafia Louise Clementi e l’organizzazione criminale nota come Croce Nera che si occupa di prestare assistenza a delinquenti evasi.

Almanacco dell'Avventura 1997 - Sergio Bonelli

La Collana Almanacchi è una serie a fumetti edita dalla Sergio Bonelli Editore. Dall’aprile 2015 gli albi riportano la scritta Magazine in copertina.

Classici del fumetto (Bur) # 8 - Alan Ford :: ComicsBox

Collana edita dalla rizzoli nella collana BUR che ha proposto 18 eleganti volumi fra il luglio 1999 ed il maggio 2001 dedicati ad alcuni famosissimi personaggi del fumetto.

Kriminal è un personaggio dei fumetti creato negli anni sessanta da Max Bunker e dal disegnatore Magnus e le cui storie sono state pubblicate per la prima volta dal 1964 al 1974 sulla omonima serie edita dall’Editoriale Corno.[1] Appartiene al filone del fumetto nero italiano di cui, con Satanik e Diabolik, rappresenta il capostipite.[2][3][4] A fine anni sessanta il successo della serie portò alla realizzazione anche di due film: Kriminal, del 1966 e Il marchio di Kriminal, del 1968.[5][6][7] Il primo numero della serie a fumetti rappresenta in assoluto la prima opera completa realizzata dal famoso disegnatore Magnus.

Il vero nome di Kriminal è Anthony Logan[19], fuorilegge americano naturalizzato inglese che agisce mascherato da scheletro. Ha un passato tormentato: il padre fu spinto al suicidio dopo essere stato ridotto sul lastrico; la madre e la sorella furono anch’esse vittime di un mondo corrotto; inoltre, Logan trascorre l’adolescenza in riformatorio, da cui poi evade[3]. Le storie sono ambientate in un mondo popolato di persone corrotte, perverse e prive di scrupoli[3]. Anthony Logan, amareggiato dalla vita, decide di vendicarsi del mondo diventando uno spietato criminale[20] e celando la propria identità dietro un travestimento: veste una calzamaglia gialla con impresso uno scheletro stilizzato e indossa una maschera su cui è raffigurato un teschio[21]. Le storie sono atemporali e autoconclusive, integrate da una trama di fondo, la vita del protagonista Anthony Logan, che si dipana albo dopo albo.

Cocco Bill - Benito Jacovitti Libro - Libraccio.it

Benito Franco Giuseppe Jacovitti (Termoli9 marzo1923 – Roma3 dicembre1997) è stato un fumettistaitaliano autore di celebri personaggi dei fumetti come Cocco Bill[1] e Cip l’arcipoliziotto, di romanzi grafici come Kamasultra e del celebre Diario Vitt, edito dal 1949 e che fra gli anni sessanta e settanta arrivò a vendere decine di migliaia di copie.

Viene riconosciuto come uno dei più importanti autori di fumetti italiani del Novecento, caratterizzato da una vasta produzione dallo stile personale e particolareggiato con dettagli surreali – come i salami o i vermoni – che ne rappresentano uno degli aspetti identificativi più noti[3]. Jacovitti, non allineato al conformismo culturale degli anni settanta che, con l’infondata accusa di essere fascista, gli precluse qualche collaborazione con alcune testate,[4] è entrato poi a pieno titolo nella storia del fumetto italiano, soprattutto grazie alla forma caricaturale dei suoi personaggi. La sua opera ha riscosso il plauso della critica e si è intrecciata spesso con la storia italiana.

La caratteristica forma anatomica dei piccoli personaggi ai quali ha dato vita sulla carta, la loro espressione a volte gioiosa, a volte grottesca, i suoi salumi e affettati,[5] serpenti e lumaconi che guardano con ogni tipo di espressione, nonché tanti altri oggetti i più diversificati e sparsi nei posti più impensati, lo hanno reso popolare al grande pubblico.

Cico archeologo - Sergio Bonelli

Cico Felipe Cayetano Lopez Martinez y Gonzales, comunemente detto Cico, è un Personaggio dei fumetti creato da Sergio Bonelli come spalla comica di Zagor, protagonista della omonima serie a fumetti pubblicata dalla Sergio Bonelli Editore dal 1961

Di aspetto basso e grassoccio, inizialmente dotato di sombrero e con i tratti del volto più truci, in seguito il copricapo messicano sparirà e il viso diventerà più rotondo e simpatico, perdendo l’aspetto minaccioso. Anche il suo linguaggio si modererà; indossa quasi sempre un completo messicano attillato con tanto di camicia e papillon, decisamente inadatto per la vita nella foresta.[senza fonte]

Formidabile mangiatore e bevitore, perennemente al verde, ha la pessima abitudine di truffare osti e titolari di saloon, finendo poi irrimediabilmente nei guai. Ha spesso idee cervellotiche che coinvolgono spesso Zagor. Ama ricordare la sua discendenza fatta di uomini nobili e istruiti, tra cui il famoso nonno farmacista. Spesso fa amicizia con personaggi che poi lo coinvolgono in vicende complesse che Zagor è chiamato a risolvere. È attaccabrighe, presuntuoso, arrogante, pauroso, imbroglione, buffo, simpatico, sfortunato, furbo e sciocco allo stesso tempo. Se è vero che Zagor si ritrova spesso a doverlo salvare, non sono rare neppure le avventure in cui sono le azioni del messicano a salvarli entrambi o comunque a facilitare le azioni del protagonista: nella stessa avventura che introduce il sodalizio tra i due è Cico che salva dall’annegamento Zagor incatenato e gettato in un fiume.

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Lupo Alberto è un personaggio immaginarioprotagonista di una omonima serie a fumetti ideato da Silver nel 1973.[1][2] La serie esordisce nel 1973 e inizialmente era intitolata “La fattoria McKenzie” e Lupo Alberto non era il protagonista unico ma solo uno dei personaggi principali insieme alla sua fidanzata, Marta la gallina, e al cane da guardia Mosé, ma dal 1974 la striscia viene intitolata al personaggio.[3][4] La serie venne realizzata per un decennio nel formato a strisce per poi passare nel 1984 al formato a tavole che grazie al maggior numero di vignette permette di sviluppare meglio le vicende narrate.[3] Ai personaggi dei fumetti sono ispirate due serie di cartoni animati[2][5] e alcuni videogiochi;[6] il protagonista è stato testimonial di molte campagne sociali[2] e oggetto di un vasto merchandising che ha toccato innumerevoli settori.

Alberto è un lupo innamorato della gallina Marta, che lo corrisponde, ma il loro amore è contrastato dal cane Mosè, messo a guardia del pollaio della fattoria Mckenzie dove vive anche la fidanzata[2][3][5]. Lupo Alberto vive da solo nel bosco su una collina nei pressi della fattoria[7] e inizialmente non si avvicinava al pollaio solamente per rapire la sua fidanzata, ma anche per mangiare le altre galline[8].

Le vicende di Alberto sono ambientate nella fattoria McKenzie e gli animali protagonisti della serie hanno comportamenti umani e caratteristiche antropomorfe[5]. Oltre alla fidanzata Marta e al cane da guardia Mosè ci sono, tra gli altri, anche Glicerina il papero, Alcide il maiale, Krug il toro, Ludovico il cavallo. Ci sono poi i vicini di casa, come Enrico la talpa e sua moglie Cesira, e comprimari occasionali che vengono dalla città o vivono nelle prossimità della fattoria come Alice, la passera scopaiola Silvietta, Odoardo (che è il cugino di Marta), e altri personaggi senza un’identità precisa [8]. Marta, la sua eterna fidanzata, cerca di spingerlo al matrimonio, ma lui non ne vuole sapere. Nonostante il suo amore per la gallina, in più occasioni ha perso la testa per altre, quali ad esempio Alianorah.