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Regia di Clint Eastwood. Un film Da vedere 2006 con Ken WatanabeKazunari NinomiyaShido NakamuraTsuyoshi IharaRyo KaseCast completo Titolo originale: Letters From Iwo Jima. Genere Drammatico, – USA2006durata 142 minuti. Uscita cinema venerdì 16 febbraio 2007 distribuito da Warner Bros Italia. – MYmonetro 4,03 su 20 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Pur sulla stessa linea di un accorato umanesimo antibellicista, è, più di Flags of our Fathers , impostato sul versante privato, non su quello dell’azione. È meno dialettico e polemico, ma più compatto e dolente. La sceneggiatura del nippo-americano Iris Yamashita (con Paul Haggis) attinge all’antologia Picture Letters from Commander in Chief di Tadamichi Kuribayashi e ad altre lettere di soldati, mai spedite e seppellite in una grotta: il passaggio da “bandiere” a “lettere” è una dichiarazione d’intenti. Non è un film antibellico in senso politico: a Eastwood, come sempre, sta a cuore la dignità di ogni essere umano e di ogni cultura. All’innaturalità della guerra, focolaio di morte, si contrappongono i valori della vita. “Sono le donne, le madri, i figli e la madrepatria… il vero controcampo di Letters ” (G. Imperatore). Non si adotta soltanto il punto di vista del nemico perdente, ma, per la prima volta nella storia del cinema, si sceglie come padre un uomo di potere, il generale Kuribayashi (K. Watanabe) che imposta la strategia difensiva dell’isola (18 miglia di tunnel scavati nella roccia vulcanica). Dopo avergli più volte salvato la vita, gli diventa figlio acquisito ed erede il panettiere Saigo (Ninomiya), spinto dal suo caparbio desiderio di sopravvivere. È un film notturno, calato nell’oscurità che la fotografia di Tom Stern, denaturata sino al bianconero, rende in modo funzionale. Non scardina i valori di patriottismo e di coraggio nei combattimenti: li mette in discussione così come rovescia la prospettiva del mitico “sogno americano” – in Flags analizzato, criticato, smontato – attraverso Kuribayashi e il colonnello Nishi (Ihara), entrambi suicidi che diventano personaggi tragici nelle loro contraddizioni. La regia di Eastwood è una discesa nel ventre di Iwo Jima: nelle sue cavità uterine i giapponesi si confrontano con la parte più fragile e tormentata di sé stessi. Sono, come i pochi soldati USA che s’intravedono, dead men walking .

 Lettere da Iwo Jima
(2006) on IMDb

La Corazzata Potemkin è un capolavoro pazzesco - R&D CultUn film di Sergej M. Eisenstein. Con Alexander Antonov, Vladimir Barski, Grigorij Alexsandrov, Michail Gomarov, Ivan Bobrov. Titolo originale Bronenose? Potëmkin. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 67′ min. – Russia 1925. MYMONETRO La corazzata Potëmkin * * * * - valutazione media: 4,22 su 43 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Racconto, parzialmente inventato, dell’ammutinamento dei marinai dell’incrociatore corazzato Kniaz Potëmkin Tavričevskil, scoppiato a Odessa il 27 giugno, uno degli episodi che si svolsero in Russia durante i movimenti rivoluzionari del 1905. Commissionato dal governo sovietico per il ventennale, il film è costruito come un dramma in cinque atti che lo stesso S.M. Ejzenštejn titolò: 1) Uomini e vermi; 2) Dramma sul ponte; 3) Il sangue grida vendetta; 4) La scalinata di Odessa; 5) Il passaggio attraverso la squadra. Ognuna delle cinque parti _ paragonabili ai movimenti di una sinfonia _ è imperniata su un elemento che ne costituisce l’unità visiva. Questo breve poema epico _ che è anche uno straordinario esempio di cinema di propaganda _ rappresenta, nel tormentato itinerario di Ejzenštejn, il momento di equilibrio e armonia tra ideologia e formalismo, ricerche d’avanguardia e tradizione, teoria e pratica. Il film fu proiettato per la prima volta il 21 dicembre 1925 al Teatro Bol’šoj di Mosca, e dal gennaio 1926 distribuito con tiepido successo di pubblico che aumentò dopo che fu proiettato nello stesso anno al Kamera Theater di Berlino, alla presenza del regista, con un’accoglienza entusiastica. Per un quarto di secolo in Occidente, comunque, con poche eccezioni, fu visto soltanto nei cineclub. Nel 1950 ne fu curata un’edizione sonora con musiche di Nikolaj Kriukov, leggermente più corta di quella muta del 1926 (inquadrature perdute o censurate), con un commento un po’ enfatico. Fu distribuita in Italia nel 1960 (con la voce di Arnoldo Foà). Nel 1976 ne fu fatta un’altra edizione con musiche di Dimitrij Šostakovič.

Battleship Potemkin (1925) on IMDb

Regia di Clint Eastwood. Un film Da vedere 2003 con Sean PennTim RobbinsKevin BaconLaurence FishburneMarcia Gay HardenLaura LinneyCast completo Genere Drammatico – USA2003durata 137 minuti. – MYmonetro 4,24 su 15 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Scritto da Brian Helgeland dal romanzo La morte non dimentica del bostoniano Dennis Lehane. Eastwood continua il suo discorso sul lato oscuro della società USA con quella che definisce una “tragedia americana”, ambientata in un quartiere operaio di Boston. 25 anni dopo la violenza sessuale inflitta da due pedofili a un ragazzino, avviene un’altra, più sanguinosa violenza che, in modo diverso, coinvolge due dei suoi coetanei di allora, scopre le conseguenze innescate dalla prima e si conclude con un terzo e ancor più tragico evento. Sangue chiama sangue in un intreccio di elisabettiana crudeltà con un finale in sospeso che rifiuta ogni catarsi, come indica, ai limiti dell’irrisione, la parata conclusiva del Columbus Day. Cupo in tutti i sensi, anche nella fotografia di Tom Stern. I suoi temi – perdita dell’innocenza, supremazia maschile con coazione alla violenza, impossibilità di liberarsi del passato – non comprendono il dominio del fato e della necessità, come nella tragedia greca, ma l’indecidibilità della presenza di un dio. È, insomma, un film laico: più che la disperazione, sottolinea un dolore che diventa strumento di conoscenza dell’umana fragilità. Pur con l’apporto dell’amico Lennie Niehaus, Eastwood, esperto musicofilo e pianista, è l’autore delle musiche. Oscar per Penn, attore protagonista, e Robbins, non protagonista. Non protagonista?

Mystic River (2003) on IMDb
Locandina S.O.B.

Un film di Blake Edwards. Con William HoldenRichard MulliganJulie AndrewsMarisa BerensonRobert Vaughn. continua» Commediadurata 121 min. – USA 1981

Un produttore cinematografico (Mulligan) tenta di trasformare l’unico fiasco della sua carriera in un successo aggiungendovi sequenze pornografiche, ma ha bisogno della “collaborazione” della moglie (Andrews), affermata star. Il prolifico Edwards firma una satira amara e violentissima sugli intrallazzi dello star-system hollywoodiano, dipingendo senza mezzi termini un grottesco ritratto di corruzione, incompetenza e imbecillità che colpisce, graffia e diverte. Le lettere che compongono il titolo sono le iniziali di “son of a bitch”, epiteto con il quale Edwards marchia con humour e rabbia ogni personaggio del film e il film stesso.

S.O.B. (1981) on IMDb

Regia di Clint Eastwood. Un film Da vedere 2016 con Tom HanksAaron EckhartLaura LinneyAnna GunnAutumn ReeserSam Huntington.Cast completo Titolo originale: Sully. Genere BiograficoDrammatico – USA2016durata 95 minuti. Uscita cinema giovedì 1dicembre 2016distribuito da Warner Bros Italia. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 4,29 su 81 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Il 15 gennaio 2009 un aereo della US Airways decolla dall’aeroporto di LaGuardia con 155 persone a bordo. L’airbus è pilotato da Chesley Sullenberger, ex pilota dell’Air Force che ha accumulato esperienza e macinato ore di volo. Due minuti dopo il decollo uno stormo di oche colpisce l’aereo e compromette irrimediabilmente i due motori. Sully, diminutivo affettivo, ha poco tempo per decidere e trovare una soluzione. Impossibile raggiungere il primo aeroporto utile, impossibile tornare indietro. Il capitano segue l’istinto e tenta un ammarraggio nell’Hudson. L’impresa riesce, equipaggio e passeggeri sono salvi. Eroe per l’opinione pubblica, tuttavia Sully deve rispondere dell’ammaraggio davanti al National Transportation Safety Board. Oggetto di un’attenzione mediatica morbosa, rischia posto e pensione. Tra udienze federali e confronti sindacali, stress post-traumatico e conversazioni coniugali, accuse e miracoli, Sully cerca un nuovo equilibrio privato e professionale.
Che cos’hanno in comune gli eroi di Clint Eastwood? Sono quasi sempre personaggi destabilizzati dal destino, da un crimine, da un’ingiustizia, dalla marginalità. Tutti, ciascuno a suo modo, sono alla ricerca dell’unità perduta. Non si tratta di una semplice risorsa narrativa, destinata a suscitare l’adesione del pubblico, per l’autore americano quella ricerca riflette l’esplorazione filosofica e artistica del suo cinema, producendo una felice coincidenza tra forma e contenuto. 
Quello che innerva la sua filmografia e gli conferisce una rimarchevole coerenza è il raggiungimento, la restaurazione e la formalizzazione estetica di una nozione sostanziale per l’uomo: l’equilibrio. Abilmente dissimulata sotto la vernice della narrazione, la ricerca del giusto mezzo si manifesta essenzialmente nella relazione che l’individuo intrattiene con la società e le istituzioni, l’insieme delle strutture politiche, giuridiche ed etiche che la cultura ha imposto alla natura. Sully, ritratto di un eroe della working class ‘processato’ da una gerarchia senza cuore e troppi cavilli, corrisponde alla perfezione questa relazione che Eastwood affronta sempre in maniera risolutamente conflittuale. 
Tom Hanks, everyman umanista del cinema classico, incarna in faccia alla commissione d’inchiesta, obbligatoria in caso di incidenti, il fattore umano, la scintilla dell’esperienza, l’essenza nobile del lavoro fatto semplicemente come dovrebbe essere fatto. Non per denaro, non per gloria, non per vanità, non per approvazione. Eroe ordinario alle prese con la realtà della sua situazione, Sully è fedele al giuramento prestato e alle conoscenze acquisite con la sua professione. 
Girato con la tecnologia Imax, che offre allo spettatore un’immersione piena nell’azione, accomodandolo nella cabina di pilotaggio a ‘vivere’ letteralmente l’esplosione dei motori, il silenzio che segue e le turbolenze dell’aereo che plana sul fiume, Sully resta nondimeno un film intimo, svolto nella testa del suo protagonista. Quello che ha fatto ‘in emergenza’ è inseparabile da quello che immagina, sente, conosce. Eastwood ricostruisce con lucidità l’esperienza e le attitudini del suo eroe, l’esordio giovanile, gli anni nella Air Force, perché è su quella pratica e su quella competenza che Sully decide di prendere la via del fiume. Lo sguardo dell’autore e l’interpretazione dell’attore trovano in Sully intimi cedimenti, confrontando il capitano eroico che ha gestito in volo crisi e destino con l’uomo a terra a disagio nel ruolo di eroe e in conflitto con quello che avrebbe potuto essere. 
Ammarando, il film emerge i flussi di coscienza del suo protagonista, interrompendo coi sogni angosciosi la linearità della rotta, scivolando nel passato per mettere l’incidente in prospettiva con la vita di Chesley Sullenberger. Con Sully e dopo Flags of Our Fathers e American Sniper, il regista interroga di nuovo la nozione ambivalente di eroismo che è al cuore dell’immaginario americano. Ma se il primo procede alla destrutturazione dell’eroicità e il secondo contraddice la missione del ‘primo violino’ dell’esercito americano in Iraq, Sullyriconfigura l’eroe. Eastwood ne distilla l’essenza andando oltre la sua rappresentazione mediatica e riabilitandone la natura tragica attraverso la paura incombente della morte. Con quella paura il protagonista fa i conti dal principio, il film si apre su un aereo che scivola lungo lo skyline di New York e si schianta contro il paesaggio urbano deflagrandolo. Prima di distinguere l’oggettività della vicenda, l’aereo di Sully è realmente ammarato, Eastwood mostra allo spettatore la visione ipotetica, l’enunciato condizionale, l’incubo di Sally, l’incognita mortale connessa con l’atterraggio. Come Zemeckis (The Walk) prima di lui, recupera la gravità dell’iconografia storica US, l’immagine depositata nella coscienza collettiva e la compensa, risvegliando Sully dall’incubo e suturando le ferite di New York. Al rigore geometrico dell’uomo che cade, fotografato da Richard Drew e allineato alla verticalità della Torre Nord, Sully replica la geometria orizzontale e variabile delle ali di un airbus che galleggiano e sorreggono la vita. Quella che Sully ha garantito con un gesto solerte, abile, puro. Eppure una sorta di inerzia scorata, prodotta da una società che ha estinto l’afflato leggendario dietro a regole, protocolli, simulazioni e statistiche, prova a trascinarlo sul fondo. Certo il National Transportation Safety Board pone domande legittime e cerca la risposta giusta (ne esiste una?) ma il processo è viziato da un’accusa tacita, uno scetticismo tenace, un’idea di colpevolezza poi smentita dai fatti. Sully ha preso una decisione, probabilmente l’unica possibile. Ed è quella decisione a determinare la misura del suo eroismo, il carico di responsabilità che il protagonista ha condiviso con l’equipaggio, il co-pilota, i controllori di volo, gli agenti di polizia, i soccorritori. Insieme hanno realizzato il “miracolo dell’Hudson”, ribadendo la natura etica del lavoro (di ogni lavoro) e provando l’inscindibilità ineluttabile dei destini umani. 
In aula e in fondo al film, Clint Eastwood rimette in quota il suo eroe e trasmette la medaglia da veterano ai soli eroi che la valgono: non più quelli che sparano ma quelli che si espongono. Non più quelli che scaricano coi colpi la responsabilità ma quelli che l’assumono mani alla cloche

Sully (2016) on IMDb
Locandina The Raid 2 - Berandal

Un film di Gareth Evans. Con Iko Uwais, Julie Estelle, Alex Abbad, Marsha Timothy, Mathias Muchus. Titolo originale Berandal. Azione, durata 148 min. – Indonesia 2013. MYMONETRO The Raid 2 – Berandal * * * * - valutazione media: 4,33 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Dopo aver sgominato una gang e aver attirato le attenzioni della mala indonesiana, Rama è costretto a cambiare identità: dovrà trascorrere un periodo in carcere per infiltrarsi nell’organizzazione di Bangun e dell’ambizioso figlio Uco e rompere la ragnatela di corruzione estesa come un virus in tutta Djakarta.
Dopo aver sconvolto il mondo del cinema di genere con The Raid: Redemption ripetersi, anzi superarsi, pareva un compito arduo per Gareth Evans. Il gallese emigrato in Indonesia ha scelto quindi di non affrontare il medesimo schema del predecessore e prestare il fianco a paragoni scomodi, ma di costruire un action movie radicalmente differente per struttura, nonché unico per dimensioni e ambizioni. Dove The Raid: Redemption era la cronaca a colpi di arti marziali di una battaglia tra guardie e ladri svolta nell’arco narrativo di ventiquattro ore, il sequel parte da quella conclusione ma spazia su diversi anni della vita di Rama, raccontando la sua caduta negli inferi della malavita e la sua difficoltosa risalita assetata di vendetta e di giustizia. I tempi si dilatano quasi inevitabilmente, specie in una prima parte tesa a (ri)costruire il background dei personaggi e a preparare la tensione per l’escalation finale: che è progressiva, non improvvisa, ed evita fino all’epilogo il pattern marziale più consueto dell’eroe che affronta in sequenza villain di abilità crescente.

Le sequenze di lotta cercano ambientazioni nuove – il carcere e la lotta nel fango immortalata dall’alto – o si servono di elementi spurii – armi da fuoco o da taglio – per preservare al meglio la purezza del gesto marziale in vista dello showdown, la resa dei conti, in cui il cinema action raggiunge forse il suo apice contemporaneo. È difficile, se non impossibile, chiedere di più in termini di spettacolo a un cinema che sfrutta al massimo il potenziale di campioni di silat e stuntmen temerari, di un budget che consenta riprese ardite e impensabili – la sequenza di lotta nell’automobile, oltre qualunque legge della cinetica – e di un’inventiva che riesca a caratterizzare ogni singolo villain, ogni singolo duello, dal virtuoso delle mazze da baseball (un po’ I guerrieri della notte e un po’ Kill Bill) alla killer letale con i martelli da falegname (ancora Kill Bill e Matrix).
Ma le citazioni, i possibili richiami (Solo Dio perdona di Refn, in primis) sono poco più che spunti, strizzate d’occhio che aggiungono (tutto The Raid 2 lavora per “addizione”, mai per sottrazione) deliziosi ricami a un core stilistico-narrativo già di per sé solido e inattaccabile.
L’antica tecnica di Jackie Chan, quella di rendere oggetti che sono parte dell’environment strumenti letali di lotta viene spinta all’eccesso: dai boccioni dell’acqua ai fornelli da cucina, nelle mani di Iko Uwais ogni cosa diviene un’arma, ogni oggetto una minaccia. The Raid 2 è molto semplicemente lo zenith del cinema di azione, oltre il quale sembra umanamente impossibile spingersi. Un’esperienza sensoriale unica, una prova di resistenza per lo spettatore che lo rende pari al più prodigioso degli incassatori, in cui i limiti del visibile e dell’umanamente sostenibile sono forse stati irreversibilmente toccati.

The Raid 2 (2014) on IMDb
Risultati immagini per Hollywood Party

Un film di Blake Edwards. Con Peter Sellers, Claudine Longet, Natalia Borisova, Jean Carson, Marge Champion. Titolo originale The Party. Commedia, Ratings: Kids+13, durata 98 min. – USA 1968. MYMONETRO Hollywood Party * * * * - valutazione media: 4,35 su 28 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Se amate la comicità dell’ispettore Clouseau, le atmosfere anni Sessanta e i drink, siete invitati a questo esilarante Party.
Peter Sellers, con il suo indimenticabile colorito indiano, veste qui i panni di Hrundi V. Bakshi, ingenua e sbadata comparsa indiana sul set di un film di Hollywood. Dopo avere inavvertitamente fatto esplodere il set prima del ciak del regista, il buffo ometto si ritrova per errore invitato in una lussuosa villa al party del produttore del film. Qui il sobrio ma imbranato indiano combinerà un guaio dopo l’altro, aiutato in questo crescente caos, da una galleria di personaggi “etilici”, su tutti il cameriere Levinson, che dopo essersi scolato tutti i drink rifiutati dall’integerrimo Bakshi, finisce per servire l’insalata con le mani e pomiciare placidamente con una bionda altrettanto ubriaca, mentre alle loro spalle la villa è un delirio di schiuma ed elefanti hippie.olly Golightly, toccando vette di comicità surreale nel catartico, catastrofico delirio finale.

The Party (1968) on IMDb
Locandina

Un film di Blake Edwards. Con Dudley MooreBo DerekJulie AndrewsRobert WebberBrian Dennehy. continua» Commediadurata 122 min. – USA 1979.

Un musicista quarantenne è solito classificare le belle ragazze che incontra con una votazione che va da zero a dieci. Trova la donna dei suoi sogni, quella che appunto merita il punteggio più alto, e la corteggia in modo molto pressante. Per scoprire che tra ideale e realtà c’è un abisso.

10 (1979) on IMDb
Locandina italiana Child 44 - Il bambino n. 44

Regia di Daniel Espinosa. Un film Da vedere 2014 con Tom HardyNoomi RapaceGary OldmanJoel KinnamanPaddy ConsidineJason Clarke.Cast completo Titolo originale: Child 44. Genere DrammaticoThriller – USA2014durata 137 minuti. Uscita cinema giovedì 30aprile 2015distribuito da Adler Entertainment. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,04 su 31 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nella Russia sovietica non esiste il crimine e l’ordine è mantenuto dalla MGB, polizia segreta e paranoica che sospetta tutti e arresta soltanto innocenti. Leo Demidov è un ufficiale efficiente agli ordini del Maggiore Kuzmin che ha deciso di archiviare come incidente la morte di un ragazzino violato e strangolato da uno psicopatico. Perplesso ma adempiente, Leo esegue il suo dovere e il volere del suo superiore. Ma un secondo caso lo convince presto a indagare, trasformandolo da predatore in preda. Le cose a casa non vanno meglio, Raïssa, moglie e insegnante, lo ha sposato per paura e lo disprezza per i suoi metodi. In un clima di terrore crescente, in cui indisturbato agisce un omicida seriale di bambini, Leo e Raïssa scopriranno le falle del Sistema e troveranno un nuovo equilibrio sentimentale.
Trasposizione del romanzo omonimo di Tom Rob Smith, Child 44 è un thriller paranoico che combina con efficacia storia e cronaca. Da una parte la Russia socialista a un passo dalla morte di Stalin, dall’esecuzione di Bérija, capo della polizia segreta sovietica, e dall’investitura di Nikita Chrušcëv, dall’altra, dislocati negli anni Cinquanta, gli efferati delitti del “mostro di Rostov”, che tra il 1978 e il 1992 assassinò cinquantadue persone. 
Duro e realistico, Child 44 fiuta le tracce, esplora le correlazioni, ‘unisce i puntini’ e frequenta i bassi fondi del regime totalitario sovietico, impegnato in superficie a dare una bella immagine di sé, un’immagine rassicurante. Interdetto sugli schermi russi per “alterazione dei fatti storici”, Child 44 condivide con lo spettatore il terrore di un popolo governato da un sistema retto sulla menzogna e sulla mistificazione ideologica. Delazione, arresti arbitrari, torture, esecuzioni sommarie, propaganda antioccidentale, spionaggio, non manca davvero nulla nel film di Daniel Espinosa, che elegge a protagonista un ufficiale compromesso con la dittatura stalinista per risolvere un intrigo che è insieme criminale e politico. A ragione di questo il film non apre sul rinvenimento di un corpo o su uno degli elementi dell’inchiesta ma ripercorre la scalata al potere di Leo Demidov, personaggio cruciale che lega differenti archi narrativi: il contesto socio-politico, l’investigazione poliziesca e la biografia dell’eroe. Il film è svolto lungo un percorso lineare, ma mai prevedibile, che mescola e converge nell’epilogo ‘infangato’ i tre soggetti. 
Senza digressioni, il treno di Espinosa procede rapido, producendo una suspense implacabile da cui è possibile scampare solo saltando in corsa alla maniera di Tom Hardy e Noomi Rapace. Affiancati da Vincent Cassel, Jason Clarke e Gary Oldman, che nell’esilio del suo ufficiale crea ancora una volta un personaggio che si fa ricordare per come è abile nel non farsi notare, Tom Hardy e Noomi Rapace confermano la faccia di cuoio, la potenza fisica e le cicatrici interiori. Improntate le rispettive carriere sul gesto virile, lo gratificano attraverso l’azione e lo innescano dentro un mondo dominato dal sospetto e dal complotto, dove ogni sguardo cela una minaccia e ogni sorriso un’insidia. Un mondo manicheo, ma in apparenza, perché poi scopriamo che i buoni lavorano per i cattivi e viceversa che qualche cattivo finisce per collaborare coi buoni. Non ci si può fidare di nessuno, mai. E in questa atmosfera fredda e opprimente, in questa società a fiducia zero, opaca e piena di angoli bui, si muovono un killer seriale e la sua nemesi, pieni di soprassalti, dubbi, sussulti. Come se per l’uno fosse l’unica possibile, come se per l’altro non fosse più possibile.

Child 44 (2015) on IMDb

Locandina italiana MonstersUn film di Gareth Edwards. Con Whitney Able, Scoot McNairy, Kevon Kane Drammatico, durata 94 min. – Gran Bretagna 2010. – Onemovie uscita mercoledì 7 dicembre 2011. MYMONETRO Monsters * * 1/2 - - valutazione media: 2,90 su 23 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

La ricerca scientifica della NASA riesce a trovare le prove dell’esistenza di altre forme di vita. Una navicella spaziale piena di campioni ha un incidente durante la fase di atterraggio: le creature dello spazio cominciano a stabilirsi sulla terra, moltiplicandosi e diffondendo terrore. La zona contaminata, tra il Messico e gli Stati Uniti, diventa così un parco abitato da giganteschi polpi distruttori di città e vite umane, tenuti a bada da un esercito militare violento e impreparato. Un fotoreporter e una giovane turista decidono di viaggiare insieme per raggiungere i territori sicuri oltre il confine della quarantena ma la strada da percorrere sarà ricca di imprevisti. Sembra che i mostri non amino molto la compagnia degli uomini.
Gareth Edwards è un giovane regista inglese dotato di talento e sfacciataggine. In barba alle grandi produzioni americane, ha realizzato, con un budget ridottissimo, uno dei più interessanti film di fantascienza di questi ultimi tempi. Ha creato da solo i ritocchi grafici e gli inserti digitali, si è affidato alla collaborazione dei due attori protagonisti e di pochi aiutanti tecnici. Il risultato? Un piccolo e onesto manifesto di amore per il cinema. Chi adora il gusto del racconto, delle immagini in movimento e di tutti quei trucchi dietro le quinte che permettono di costruire una realtà diversa dalla nostra, sa bene che non servono né miracoli né tanti soldi per fare un buon film.
Monsters conferma e supporta una visione romantica della settima arte. Se all’inizio del Novecento Méliès era capace di portarci sulla luna ‘imbrogliandoci’ con giochi di prestigio e illusioni ottiche, Edwards ci accompagna in un ipotetico futuro sfruttando le potenzialità del computer. Cambiano i modi ma non l’inventiva. L’operazione ha il merito di coniugare impegno e creatività in modo apprezzabile, sia dal punto di vista della sceneggiatura che della regia. E malgrado il plot non sia del tutto innovativo (difficile non pensare a District 9 o ad alcune scene di Jurassic Park), il film riesce ad approfondire l’atavico dilemma del confronto con gli Altri, fuggendo dalla mediocrità di una rappresentazione rigida di bene e male. Il concetto di mediazione/integrazione non vale solo per il rapporto tra umani e mostri. Anche i due protagonisti, donna e uomo, si conoscono piano piano, si odiano per poi riavvicinarsi nuovamente, si addomesticano a vicenda. Tutti i mostri, in fondo, ad osservarli bene, non sono mai così mostruosi.

Monsters (2010) on IMDb

 

Operazione Crepes Suzette: Amazon.it: Andrews,Hudson, Andrews,Hudson: Film  e TVUn film di Blake Edwards. Con Rock Hudson, Julie Andrews, Jeremy Kemp, Gloria Paul, Lance Percival.Titolo originale Darling Lili. Commedia, durata 109 min. – USA 1970. MYMONETROOperazionCrêpes Suzette ***-- valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
 
Durante la prima guerra mondiale, la canzonettista Lili è una spia al servizio dei tedeschi. Innamoratasi di un ufficiale americano di cui doveva spiare i movimenti, Lili ammette la sua attività alle autorità alleate per scagionare l’uomo da ogni sospetto. Il servizio segreto tedesco la condanna ma…
Darling Lili (1970) on IMDb

Poster La vendetta della pantera rosaUn film di Blake Edwards. Con Dyan Cannon, Herbert Lom, Peter Sellers Titolo originale Revenge of the Pink Panther. Commedia, durata 99 min. – USA 1978. MYMONETRO La vendetta della pantera rosa * * 1/2 - - valutazione media: 2,50 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Dopo un agguato mafioso l’ispettore Clouseau vien dato per morto, ma quando si fa vivo con Dreyfuss viene scambiato per un fantasma. Con i suoi travestimenti riuscirà ugualmente a mettere nei guai i criminali. 5° capitolo della serie “Pink Panther”. Il meno riuscito. La sceneggiatura mostra una sorprendente povertà d’invenzioni che la regia appannata non arricchisce. Qua e là qualche gag brilla ancora. Seguito, dopo la morte di Sellers, da Sulle orme della pantera rosa.

Revenge of the Pink Panther (1978) on IMDb

Il momento più bello (1957) - Photo Gallery - IMDbUn film di Luciano Emmer. Con Marisa Merlini, Marcello Mastroianni, Giovanna Ralli, Memmo Carotenuto, Ernesto Calindri. Commedia, Ratings: Kids+16, b/n durata 100′ min. – Italia 1957. MYMONETRO Il momento più bello * 1/2 - - - valutazione media: 1,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Giovane medico (M. Mastroianni), sostenitore di una nuova tecnica di parto indolore, ha una relazione con una delle sue infermiere (G. Ralli) che rimane incinta. Complicazioni. Perduti il brio e lo smalto dei primi film, qui L. Emmer si immerge nel rosa di una commedia all’insegna di un edificante didascalismo.

Il momento più bello (1957) on IMDb
Locandina Così è la vita [1]

Un film di Blake Edwards. Con Jack LemmonJulie AndrewsJennifer Edwards Titolo originale That’s Life!CommediaRatings: Kids+16, durata 102 min. – USA 1986

Blake Edwards ha diretto il film in famiglia (Julie Andrews e Jennifer Edwards sono moglie e figlia) per dipingere forse una vita autobiografica; Harvey Fairchild è sposato a Gillian ed è ossessionato dalla paura d’invecchiare proprio mentre sta arrivando il suo sessantesimo compleanno; eppure vive una vita felice con moglie e nipoti e nessuna vera preoccupazione. Arriva il compleanno e tra le bizze infantili di Harvey e i veri problemi di Gillian (ha tenuto nascosto al marito un esame istologico rivelatosi fortunatamente negativo), marito e moglie sono consci che il loro amore è il porto sicuro di tutta la famiglia.

That's Life! (1986) on IMDb

Regia di Emilio Estevez. Un film Da vedere 2006 con Harry BelafonteJoy BryantNick CannonLaurence FishburneBrian GeraghtyCast completo Genere Drammatico, – USA2006durata 120 minuti. Uscita cinema venerdì 19 gennaio 2007 distribuito da 01 Distribution. – MYmonetro 3,27 su 29 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Le ultime ore di Robert Kennedy all’Ambassador Hotel di Los Angels. Dopo la mezzanotte del 5 giugno 1968 fu ferito da un colpo di pistola del giovane palestinese Shiran Bishara Shiran. Aveva da poco vinto le elezioni primarie della California e pronunciato un importante discorso politico. Morì poche ore dopo. Scritto e diretto da E. Estevez, figlio di Martin Sheen, non è una ricostruzione dell’omicidio. Alla maniera del vecchio Grand Hotel (“Gente che viene, gente che va”), l’azione, tutta in una notte, si snoda nelle vicende private di 22 personaggi. In alcuni momenti le immagini autentiche di repertorio si mescolano con quelle della fiction. A far da tessuto connettivo sono le parole e il carisma di Kennedy che, suscitando un comune senso di appartenenza, offrono “a ognuno una speranza di futuro” (G. Bozza). È un film corale che – in altalena tra nostalgia, amarezza, disincanto – parla del passato per far riflettere sul presente, su uno stato di cinismo o di rassegnazione in cui i cittadini USA si sono rifugiati, come disse il regista al Festival di Venezia dove il film fu presentato e applaudito in concorso come work in progress.

Bobby (2006) on IMDb
Locandina Ararat - Il monte dell'arca

Un film di Atom Egoyan. Con Eric BogosianCharles AznavourChristopher PlummerArsinée KhanjianBruce Greenwood. continua» Drammaticodurata 115 min. – Canada 2002. – Bim Distribuzione

Il concetto di “pulizia etnica” non risale all’Olocausto, ma all’eliminazione di circa un milione di Armeni da parte dei Turchi nei primi decenni del novecento. È innegabile che questa orrenda vicenda storica abbia avuto minor “promozione” della tragedia degli ebrei. La memoria viene riportata dal personaggio centrale, un pittore armeno di nome Gorky. Intorno a lui altri testimonieranno quello sterminio: un ragazzo, una donna esperta della pittura di Gorky, un poliziotto. Ricordare li cambierà, non solo in superficie.

Ararat (2002) on IMDb

Regia: Yannis Economides

Dopo la morte del padre, Nikos lascia la provincia per lavorare ad Atene, facendo la guardia ai cani del suo brutale zio. Nikos scopre che la dinamica della sua relazione con suo zio cambia quando la moglie di suo zio si avvicina a lui.

Knifer (2010) on IMDb

Regia di William Eubank. Un film con Olivia CookeLin ShayeSarah ClarkeBeau KnappJeffrey GroverBrenton ThwaitesCast completo Genere Thriller, – USA2014durata 95 minuti. distribuito da Bim Distribuzione. – MYmonetro 2,88 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nic, Jonah ed Haley sono tre giovanissimi hackers. Quando ricevono un messaggio da Nomad, hacker rivale che in passato ha creato loro qualche problema, decidono di seguire il segnale che egli invia loro per sfidarlo direttamente. Finiscono con il trovarsi dinanzi a una catapecchia abbandonata la cui esplorazione conduce Nic e Jonah a finire all’interno di una misteriosa base in cui viene portata anche Haley in stato di coma. I ragazzi vengono separati e Nic viene sottoposto ad uno strano interrogatorio da parte di un uomo che, come tutti gli altri nella base, è protetto da una tuta simile a quella degli astronauti. Costui dice a Nic che ciò che sta facendo è finalizzato a proteggerlo.

The Signal (2014) on IMDb

Regia di Víctor Erice. Un film con Ana TorrentIsabel TelleriaJosé Villasante. Titolo originale: El espíritu de la colmena. Genere Drammatico – Spagna1973durata 105 minuti. – MYmonetro 3,00 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Dopo aver visto il film il Dottor Frankenstein, la piccola Anna è interessata morbosamente ai mostri, che identifica in alcune persone. Incontrando un fuggiasco lo crede un mostro, e lo aiuta in tutti i modi. Quando la Guardia Civil lo ucciderà, lei ritornerà alla realtà. 

The Spirit of the Beehive (1973) on IMDb

Regia di Sylvain Estibal. Un film Da vedere 2011 con Sasson GabaiBaya BelalMyriam TekaïaGassan AbbasKhalifa NatourCast completo Titolo originale: Le cochon de Gaza. Genere Commedia, – FranciaGermaniaBelgio2011durata 98 minuti. Uscita cinema giovedì 19 giugno 2014 distribuito da Parthénos. – MYmonetro 3,33 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Jafaar è uno pescatore palestinese che pesca sardine e vive con la moglie lungo il muro della Striscia di Gaza. Dimenticato da Allah, incalzato dai creditori e avvilito da una vita sorvegliata da Israele e dai suoi militari, che ‘bazzicano’ la sua casa e controllano ogni suo respiro, Jafaar butta la rete in mare e una mattina pesca l’impensabile: un grosso maiale vietnamita. Considerato animale impuro dalla sua religione, decide subito di sbarazzarsene. Il desiderio di qualcosa di meglio per lui e la sua consorte tuttavia lo fa desistere e il maiale diventa una fonte inaspettata di guadagno. Dopo numerosi tentativi falliti al di là e al di qua del muro, Jafaar trova in una giovane colona russa e nella capacità riproduttiva del suo maiale il business e la risposta alle sue preghiere. Quando tutto sembra andare finalmente per il verso giusto

 Un insolito naufrago nell'inquieto mare d'Oriente
(2011) on IMDb