Seconda parte della trilogia incompiuta di cui fa parte anche Ivan il terribile La congiura dei Boiardi, girata nel 1946, fu proiettata per la prima volta nel 1958 perché bloccata da Stalin a causa dell’analisi acuta delle contraddizioni riguardanti la conquista e la gestione del potere. Evidenti i richiami alla figura di Stalin, ma anche a quella di Amleto. Per la prima volta il grande regista russo inserisce in un suo film una lunga sequenza a colori. La terza parte della trilogia, che doveva raccontare la vittoria finale Ivan, diventato il terribile, non fu mai girata per la sopraggiunta morte della regista.
Siamo nel 1912. La Russia è ancora governata dallo zar. Un lavoratore viene ingiustamente accusato di aver rubato. Amareggiato si suicida, impiccandosi in fabbrica. Gli operai scioperano per protestare contro l’ingiustizia. Vanno avanti per giorni e quando arriva la polizia a cavallo ha inizio un massacro. Film di propaganda ma sorretto da una grande tecnica espressiva. È l’opera d’esordio del grande regista sovietico.
Un film di Sergei M. Eisenstein. Con Boris Livanov, Nikandrov, N. Popov, E. Tiss Titolo originale Oktiabr’. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 94 min. – URSS 1928.MYMONETRO Ottobre valutazione media: 3,75 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Tratto dal libro di John Reed, con soggetto e sceneggiatura di Ejzenstejn e di Grigori Aleksandrov, musiche di Dimitri Shostakovic, fotografia di Eduard Tissè, Ottobre è uno dei grandi capolavori della storia del cinema. Sergej Ejzenstejn, che aveva già realizzato Scioperoe La corazzata Potemkin, scelse i protagonisti nelle piazze e nelle fabbriche dell’allora Leningrado: tra questi l’attore-operaio V. Nikandrov nella parte di Lenin, e N. Popov in quella di Kerenskij. Ottobre non può essere considerato come un film di semplice propaganda, è invece un potente film sperimentale, con il ‘montaggio produttivo’ sfruttato al meglio per esprimere l’ironia, la satira e il sarcasmo. Il film è ambientato a Pietroburgo nel febbraio del 1917, quando è al potere il governo oppressivo di Kerenskij. I bolscevichi, guidati da Lenin, tornato dall’esilio, preparano l’insurrezione di ottobre che li porterà a conquistare il Palazzo d’Inverno.
Le riprese furono svolte in Messico nel periodo 1931-1932, col finanziamento di un gruppo nordamericano capeggiato da Mary e Upton Sinclair. I soldi terminarono anticipatamente alle esigenze ed il regista fu richiamato in Unione Sovietica dove, tra l’altro, era caduto in disgrazia presso Stalin. I sovietici non vollero neppure saperne di acquistare il vasto materiale già disponibile che, secondo accordi, avrebbe dovuto raggiungere il regista rimpatriato. I produttori, per realizzare qualcosa, ne permisero la successiva distribuzione sotto la regia di altri autori. Il materiale fu così suddiviso e utilizzato per la realizzazione di: Lampi sul Messico (1933), Eisenstein in Mexico (1933), Death Day (1934) e Time in the Sun (1940).
In questa si assiste a una premessa dello stesso Alexandrov che spiega le vicissitudini della pellicola e le modalità con le quali è stata completata e viene presentata.
Il film ha un prologo, un epilogo e si divide in cinque episodi: “Conquest”, “Sandunga”, “Fiesta”, “Maguey” e “Soldadera”, dei quali solo l’ultimo non fu completato. Elementi narrativi, di viaggio e storici occupano le sezioni in vario modo. La recente rivoluzione di quel paese è prevalentemente sullo sfondo di una ricerca artistica ad ampio respiro. La suggestiva scenografia offre una visione complessa della vita in Messico.
Nella versione del 1979 il commento è affidato alla lettura della sceneggiatura originale scritta dallo stesso Ejzenštejn. Al termine del quarto episodio appare nuovamente Alexandrov a riassumere e spiegare il contenuto di quello che doveva essere il capitolo chiave e che è rimasto incompiuto e del quale non viene mostrata altro che qualche foto di scena: “Soldadera”, con la rappresentazione del riscatto del popolo messicano per mezzo della rivoluzione. Premessa all’epilogo pieno di speranza che segue e conclude il film.
Racconto, parzialmente inventato, dell’ammutinamento dei marinai dell’incrociatore corazzato Kniaz Potëmkin Tavričevskil, scoppiato a Odessa il 27 giugno, uno degli episodi che si svolsero in Russia durante i movimenti rivoluzionari del 1905. Commissionato dal governo sovietico per il ventennale, il film è costruito come un dramma in cinque atti che lo stesso S.M. Ejzenštejn titolò: 1) Uomini e vermi; 2) Dramma sul ponte; 3) Il sangue grida vendetta; 4) La scalinata di Odessa; 5) Il passaggio attraverso la squadra. Ognuna delle cinque parti _ paragonabili ai movimenti di una sinfonia _ è imperniata su un elemento che ne costituisce l’unità visiva. Questo breve poema epico _ che è anche uno straordinario esempio di cinema di propaganda _ rappresenta, nel tormentato itinerario di Ejzenštejn, il momento di equilibrio e armonia tra ideologia e formalismo, ricerche d’avanguardia e tradizione, teoria e pratica. Il film fu proiettato per la prima volta il 21 dicembre 1925 al Teatro Bol’šoj di Mosca, e dal gennaio 1926 distribuito con tiepido successo di pubblico che aumentò dopo che fu proiettato nello stesso anno al Kamera Theater di Berlino, alla presenza del regista, con un’accoglienza entusiastica. Per un quarto di secolo in Occidente, comunque, con poche eccezioni, fu visto soltanto nei cineclub. Nel 1950 ne fu curata un’edizione sonora con musiche di Nikolaj Kriukov, leggermente più corta di quella muta del 1926 (inquadrature perdute o censurate), con un commento un po’ enfatico. Fu distribuita in Italia nel 1960 (con la voce di Arnoldo Foà). Nel 1976 ne fu fatta un’altra edizione con musiche di Dimitrij Šostakovič.
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