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Regia di Gianluca De SerioMassimiliano De Serio. Un film Da vedere 2011 con Roberto HerlitzkaOlimpia MelinteIgnazio OlivaStefano CassettiCosmin Corniciuc. Genere Drammatico, – ItaliaRomania2011durata 103 minuti. Uscita cinema venerdì 20 gennaio 2012 distribuito da Cinecittà Luce. – MYmonetro 3,17 su 11 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Luminita è una giovane clandestina moldava che abita in una baraccopoli alla periferia di Torino, sfruttata da 2 ignobili compatrioti che la obbligano a rubare negli ospedali e a tenere con sé un neonato di un’altra schiavizzata. L’incontro con Antonio, anziano malato dal mestiere forse losco, le cambia la vita. Scritto da 2 gemelli torinesi, attivi dal 1999 con cortometraggi, anche documentari, è il loro esordio al LM. È un tipico film per festival raccontato “contro” gli spettatori, non del tutto comprensibile nelle motivazioni psicologiche dei personaggi, guastato da un compiaciuto assillo formalistico persino nel suo radicale pessimismo nell’illustrare le 7 opere di misericordia corporale che, secondo il catechismo cattolico, un credente deve compiere per essere degno del Regno dei Cieli. Aspettiamo, comunque, il loro prossimo film. Fotografia di Piero Basso; musiche di Plus.

Seven Acts of Mercy (2011) on IMDb

Regia di Claire Denis. Un film con Isabelle HuppertNicolas DuvauchelleIsaach De BankoléWilliam NadylamChristopher LambertCast completo Genere Drammatico – Francia2009durata 100 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: Valutazione: 2,50 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

Fuochi nella notte nei dintorni di una piantagione dell’Africa centrale indicano un attacco dell’esercito nazionale rivolto a stroncare una rivolta popolare fomentata da un ribelle detto “le boxeur”. Mentre le istituzioni locali invitano tutti i cittadini occidentali ad abbandonare il paese, Maria Vial, proprietaria di una storica piantagione di caffè, rifiuta l’allarmismo del governo ed è determinata a non perdere il raccolto della stagione. Una determinazione che la porta ad incontrare ostilità tanto dalla popolazione locale che dalle forze regolari, dall’ex marito André e dal figlio indolente Manuel.
Principale esponente di un cinema dell’intellettualismo postcoloniale, Claire Denis si interessa da sempre a tematizzare gli incontri fra differenti identità culturali in maniera non pacificata, conflittuale. Le sue opere raccontano di un mondo multietnico ma non globalizzato, interculturale ma non serenamente comunicante, ponendo enfasi sulle eredità che gravano sulle nuove generazioni figlie della decolonizzazione. Con quest’ultima opera, la regista francese si dirige verso il “cuore di tenebra” del suo cinema e della sua biografia, facendo ritorno nei suoi luoghi d’infanzia e puntando dritto all’incrocio fra capitalismo e colonialismo, fra materia-merce e materia umana. Lo stesso titolo, White Material si riferisce da una parte ai semi non lavorati del caffè (bianchi, prima della tostatura), materia di smercio con cui la protagonista costruisce la sua piccola impresa; dall’altra, al termine dispregiativo con cui i ribelli camerunensi si riferiscono agli intrusi caucasici e ai loro beni materiali. Il personaggio di Maria Vial è parto naturale di questo intreccio: a un tempo carattere illuminato capace di guardare con sincerità oltre l’etnia e il retaggio culturale, all’altro vittima di un attaccamento ossessivo ai propri possedimenti.
La Denis è molto abile a mettere in scena questa contraddizione, concentrando l’attenzione tanto sul volto sofferente di Isabelle Huppert, quanto sui dettagli dei vestiti di lino e dei preziosi di Maria, così come sui dollari con cui questa è disposta a comprarsi il lavoro e il passaggio ai posti di blocco dei ribelli. È il punto di vista da cui racconta la storia a fare problema. Così come la storia di Maria è quella di una donna che implicitamente afferma la sua superiorità sentendo che la riuscita dei propri affari ha importanza maggiore del conflitto civile che la circonda, il conflitto civile messo in scena dalla Denis resta solo meramente pretestuale e delegato a fare da sfondo ideale per una storia che parla di identità (multi)culturali attraverso un unico punto di vista: quello del padrone. Una visione travestita di umanesimo che sotto la volontà di denunciare alcune barriere culturali, finisce col porne di nuove.

White Material (2009) on IMDb

Regia di Vittorio De Sica. Un film con Paolo StoppaAkim TamiroffVictor MatureBritt EklandPeter SellersLando BuzzancaCast completo Titolo originale: After the Fox. Genere Commedia – Gran BretagnaItalia1966durata 103 minuti. – MYmonetro 3,04 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Al Cairo sparisce un carico d’oro. Deve riuscire a introdurlo in Italia Aldo Vanucci, detto “la volpe” per la furberia con la quale riesce sempre a evadere. Ma proprio mentre appronta la scena dello sbarco dell’oro rubato, interviene l’Interpol. Tutti arrestati. Naturalmente in primavera “la volpe” evaderà di nuovo. Film decisamente minore del De Sica post-neorealista. 

After the Fox (1966) on IMDb

Regia di Andrea Di Stefano. Un film Da vedere 2014 con Benicio Del ToroBrady Corbet, Claudia Traisac, Carlos BardemAna Girardot, Laura Londoño, Lauren Ziemski, Henry Bravo, Aaron Zebede, Micke Moreno, Elmis Castillo, Tenoch HuertaCast completo Titolo originale: Escobar: Paradise Lost. Genere ThrillerSentimentale, – FranciaSpagnaBelgio2014durata 120 minuti. Uscita cinema giovedì 25 agosto 2016 distribuito da Good Films. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,20 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nick segue il fratello nel sogno di vivere in Colombia, sulla spiaggia, in un vero e proprio paradiso terrestre. Lì conosce Maria, di cui s’innamora perdutamente. Ci sono però alcuni problemi con due fratelli del posto, che non amano l’idea che dei canadesi vivano nel loro bosco. Nick ne parla una sera con l’amatissimo zio di Maria, un uomo dal carisma insuperabile, che riesce nella magia di occuparsi generosamente del suo paese come della sua famiglia. Il giorno dopo, i focali fratelli piantagrane vengono trovati appesi a testa in giù, carbonizzati. Perché lo zio di Maria è Pablo Escobar, e nessuno sfugge a Pablo Escobar. Per Nick, il sogno d’amore e libertà cede progressivamente il posto al peggiore degli incubi.
È sempre bello assistere alla nascita di qualcosa. Con Escobar: Paradise lost nasce un regista. Andre Di Stefano, attore italiano dalla carriera internazionale, dimostra con il primo film di possedere tutte le qualità del buon regista, compresa l’ambizione, quando è ben riposta come in questo caso. Si confronta con una materia complessa, potentemente schizofrenica, e con un altro regista, uno dei più grandi e dei più folli. Escobar, dio della povera gente e demonio incarnato, si curava moltissimo dell’immagine di sé che voleva restituire, sapeva confondere, illudere, e non sono poche le sequenze in cui Di Stefano lo mette dietro un obiettivo fotografico, a dirigere un matrimonio o una folla (“porta via Maria da qui” arriverà ad ordinare ad un certo punto a un suo scagnozzo, in un attimo di delirio, in un campo di calcio gremito di gente accalcata).
Benicio Del Toro, già Che Guevara, indossa un’altra icona latinoamericana, di segno diametralmente opposto. La forza della sua interpretazione è la stessa del suo personaggio e ha a che vedere con le sfumature profonde e insondabili dell’autoinganno. Quell’uomo che parlava con Dio prima di ordinare i più atroci massacri, che cantava struggenti canzoni d’amore alla moglie, leggeva le fiabe ai figli, ma non si fidava nemmeno dei collaboratori più stretti, s’ingannava lui stesso rispetto alle proprie azioni (“tutto quello che facciamo lo facciamo per la nostra famiglia”) o covava un’anima più nera del nero? Senza che in alcun modo questo dubbio passi mai per una sfumatura di giustificazione, Del Toro ne fa la pasta della propria performance, ipnotizzante. Non regge il confronto, specie nei primi piani, Josh Hutcherson nei panni di Nick, ma tutto sommato non è un difetto che offende, tale è l’abisso tra i due personaggi prima ancora che tra gli attori.
La tragedia, che si fa strada per spire avvolgenti, sempre più soffocanti, ha i connotati concitati del thriller ma anche la vena ancestrale del rapporto di complicità e tradimento tra padre e figlio, perché Nick non è certo senza colpa, e la sua scusa, è la stessa del mostro: l’amore, la famiglia.

Escobar: Paradise Lost (2014) on IMDb
Locandina italiana Escobar - Il Fascino del Male

Regia di Fernando León de Aranoa. Un film con Javier BardemPenélope CruzPeter SarsgaardJulieth RestrepoDavid ValenciaCast completoTitolo originale: Escobar. Genere DrammaticoBiografico – SpagnaBulgaria2017durata 123 minuti. Uscita cinema giovedì 19aprile 2018distribuito da Notorious Pictures. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 2,26 su 19 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Virginia Vallejo, celebre anchorwoman colombiana ha chiesto asilo politico agli Stati Uniti. Amante appassionata di Pablo Escobar, criminale e trafficante di cocaina senza scrupoli e rimorsi, ha deciso di raccontare alla DEA gli anni della loro relazione e dell’ascesa vertiginosa del ‘patrón’ di Bogotà. Ambiziosa e decisa a saperne di più di quello che diventerà in pochi anni il più ricco e potente trafficante di sempre, Virginia si innamora di Pablo e lo sostiene nella carriera politica sorvolando su quella criminale. Ma i desideri di Pablo sono più voraci dei suoi e finiscono per trascinarla in un abisso da cui le tenderà la mano l’agente Neymar della DEA.

Ventiquattro anni dopo la sua morte, la vita di Pablo Escobar assomiglia ancora a una successione impetuosa di colpi di riflettori, di istantanee di luce piena che preservano tuttavia le ombre indispensabili alla leggenda del più grande narcotrafficante della storia.

L’irraccontabile barone della droga che mise a ferro e fuoco e sangue la Colombia degli anni Ottanta. Anni di violenza brutale spezzati dalla diffusione mondiale della polvere bianca. La fascinazione che il suo personaggio continua a esercitare rimane intatta, come dimostra la stupefacente serie di Netflix (Narcos), che rivendica l’impossibilità di conoscere la verità e sbatte in faccia allo spettatore l’abisso dell’ignoto. O confermano i film come The Infiltrator, storia vera di Robert Mazur, agente dello U.S. Customs Service che si infiltrò nell’organizzazione di Escobar per smascherare il sistema di riciclaggio del denaro sporco. 

Terzo in ordine di tempo, Escobar – Il fascino del male assume il punto di vista di Virginia Vallejo, amante del nostro, che riparò negli States la disfatta. Adattamento del suo libro, “Loving Pablo, Hating Escobar”, il dramma di Fernando León de Aranoa si concentra sulla relazione tumultuosa degli amanti provando inutilmente ad afferrare il profilo fuori norma del più grande pirata del XX secolo. Convinto al contrario di essere un dannato eroe popolare, la sua natura di bestia sanguinaria si svelerà progressivamente e quasi involontariamente.

Loving Pablo (2017) on IMDb

Regia di Brian De Palma. Un film con John LithgowGeneviève BujoldCliff RobertsonTom FelleghyThomas CarrClyde VenturaCast completoTitolo originale: Obsession. Genere Giallo – USA1975durata 98 minuti. – MYmonetro 2,88 su -1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.


1959. Michael Courtland e sua moglie Elizabeth hanno appena finito di celebrare nella loro lussuosa casa di New Orleans il decimo anniversario di matrimonio quando la tragedia irrompe nelle loro vite. Elizabeth e la figlioletta Amy vengono rapite e moriranno in un fallito tentativo della polizia di liberarle coinvolgendo Michael. Da quel momento l’uomo vive nel rimorso. Un sentimento che potrebbe trasformarsi in senso positivo quando Michael, nel 1975, incontra a Firenze in San Miniato (la chiesa in cui aveva conosciuto Elizabeth) una giovane che restauratrice che le somiglia in modo incredibile.
Brian de Palma non nasconde il proprio debito nei confronti di Vertigoma, grazie alla sceneggiatura di Paul Schrader (ricca di inverosimiglianze a cui però ci si adegua senza fatica) e alla musica di Bernard Herrmann offre alla sua macchina da presa l’occasione di esibire ancora una volta la propria originalità di sguardo. Perché anche qui il regista più manierista (nel senso buono) della storia del cinema contemporaneo ci offre una varietà di scelte di inquadratura e di movimenti di macchina (ralenti compresi) costantemente finalizzati alla narrazione.
De Palma ce lo dichiara sin dai primi minuti quando ci “sbatte” in primissimo piano la pistola infilata nella cintura di un cameriere impegnato a servire alla festa di anniversario. Quello che il regista ci chiede non è “guardare” ma osservare rendendoci conto che ogni scelta visiva è fondamentale per l’ambiguità della narrazione. Fino all’ultimo.

Obsession (1976) on IMDb
Recensione: Dies Irae

Un film di Carl Theodor Dreyer. Con Thorkild Roose, Lisbeth Movin, Anna Svierkier, Kirsten Andreasen, Sigurd Berg. Titolo originale Vredens Dag. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 105′ min. – Danimarca 1943. MYMONETRO Dies Irae * * * * 1/2 valutazione media: 4,78 su 16 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Dal romanzo Anne Pedersdotter di Hans Wiers-Jenssen e dal dramma (1918) di Karl Gustav Vollmoeller: nella Danimarca del 1623 l’amore tra il figlio di un pastore protestante e la sua giovane matrigna che, accusata di stregoneria dopo la morte del marito, dinanzi all’atteggiamento dell’amante, anch’egli convinto della sua colpevolezza, preferisce morire attribuendosi un delitto non commesso. Di altissima tenuta stilistica nella sua maestosità (Dreyer: “Non il montaggio è lento, ma il movimento dell’azione. La tensione si crea nella calma.”), di grande ricchezza psicologica e sapiente rievocazione storica, è una vetta nell’itinerario di Dreyer e nella storia delcinema. Per il regista danese _ al di là delle interpretazioni che se ne possono dare _ la più terrificante sequenza musicale della liturgia cristiana diventa un inno alla vita e alla libertà contro il fanatismo, l’intolleranza, la cecità spirituale degli uomini.

 Dies irae
(1943) on IMDb
Giubbe rosse - Film (1940)

Un film di Cecil B. De Mille. Con Gary CooperMadeleine CarrollPaulette GoddardPreston FosterLon Chaney Jr.. continua» Titolo originale Northwest Mounted PoliceWesterndurata 125 min. – USA 1940.

Le truppe inglesi di stanza nel Canada devono affrontare la ribellione di indiani e meticci. Questi ultimi sono sobillati da un evaso; lo sceriffo che gli dà la caccia si allea alle Giubbe Rosse. Dopo scontri e imboscate le sorti della battaglia volgono a favore dei militari; l’evaso è arrestato e una storia d’amore si conclude lietamente. È un classico del “genere”, anche se i toni sono più complessi. Memorabile la fotografia contrastata alla DeMille, valorizzata dal rosso sfavillante delle divise canadesi.

North West Mounted Police (1940) on IMDb
www.film.it/typo3temp/pics/1d8c5cce84.jpg

Un film di Cecil B. De Mille. Con Howard Da Silva, Gary Cooper, Boris Karloff, Paulette Goddard, Cecil Kellaway. Titolo originale Unconquered. Avventura, durata 146′ min. – USA 1947. MYMONETRO Gli invincibili * * * 1/2 - valutazione media: 3,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Durante una delle tante guerre con gli indiani nel 1763, una ragazza condannata per aver difeso il fratello (deportata dall’Inghilterra nelle colonie dell’America settentrionale) è contesa da un ufficiale buono e uno fellone. Da un romanzo di Neil H. Swanson, con larghissimi mezzi a disposizione, De Mille ha realizzato uno dei suoi film più ridicoli, ma ricco di spettacolo e di momenti divertenti. C’è un’emozionante discesa in canoa e Katherine De Mille, figlia del regista e moglie di Anthony Quinn, vestita da pellerossa.

Unconquered (1947) on IMDb
Risultati immagini per Due Giorni a Parigi

Regia di Julie Delpy. Un film con Julie DelpyAdam GoldbergDaniel BrühlLudovic BerthillotAleksia LandeauCast completo Titolo originale: 2 Days in Paris. Genere Commedia – FranciaGermania2007durata 96 minuti. Uscita cinema venerdì 28 settembre 2007 distribuito da DNC Entertainment. – MYmonetro 2,61 su 23 recensioni tra criticapubblico e dizionari.


Marion è parigina. Jack americano. Vivono insieme da tempo a New York ma, dopo la vacanza che sognavano a Venezia, si fermano due giorni a Parigi per recuperare il gatto di lei e per far conoscere a lui la città e la famiglia di Marion. Quello che Jack conoscerà sarà una compagna molto più complessa di quanto lui potesse pensare e forse accettare. Per quanto progressista e capace di dare indicazioni sbagliate a compatriote decisamente a favore di Bush è troppo distante da questa ‘vecchia Europa’ che vive ancora dei miti del ’68 (la madre di Marion ha avuto addirittura una breve relazione con Jim Morrison ai bei tempi) e che gioca ancora, nonostante l’AIDS, con sesso e sentimenti.
Julie Delpy (dopo la collaborazione come attrice e cosceneggiatrice al delizioso Prima del tramonto di Richard Linklater che faceva ritrovare il suo personaggio con quello di Ethan Hawke a dieci anni di distanza da Prima dell’alba) torna a giocare le sue carte nella sua seconda prova con un lungometraggio. Si può tranquillamente affermare che con questo film ci ha offerto un film maturo nella sua leggerezza grazie a una sceneggiatura che tiene per tutta la durata del film (tranne forse, ma è questione di gusti, nel finale) e all’interpretazione dei due protagonisti. Il confronto tra Francia e Stati Uniti continua ma questa volta non si tratta di polemica più o meno politica. Come ha sottolineato con grande acutezza Henry-Bernard Levy nel suo brillante saggio “American Vertigo” gli stereotipi in materia abbondano. È però necessario conoscere le persone reali. Questo non serve a edulcorare le differenze di visione del mondo e della vita quotidiana ma le rende fragili e contraddittorie su entrambi i versanti. Se Jack fa fatica a comprendere Parigi (complice anche la non conoscenza del francese) il ‘ritorno a casa’ mette a nudo per Marion quel fondo di puritanesimo, per quanto inserito in un contesto libertario, che Jack non si toglierà mai di dosso. Non si tratta quindi solo di cibo o di un anziano padre tutto istinto e seduttività ma di due culture. Tutto questo Delpy ce lo dice sorridendo ma quanto spessore c’e’ sotto questa leggerezza di scrittura! Lo fa poi tornando sul luogo del delitto perché la sua abitazione parigina se non è la stessa assomiglia moltissimo a quella utilizzata per Prima del tramonto. In quel caso si trattava di un Rohmer riletto da un americano. Qui di un’America vista (con una maculopatia simbolica) da una francese che l’ama nonostante i difetti reciproci.

Two Days in Paris (2007) on IMDb

Regia di Cecil B. De Mille. Un film con Claudette ColbertHenry WilcoxonWarren William. Genere Storico – USA1934durata 100 minuti. – MYmonetro 3,00 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Ad Alessandria Tolomeo e sua sorella Cleopatra intrigano per il potere. Il dissidio facilita la penetrazione di Roma in Egitto per opera di cesare, ma Cleopatra riesce a sedurre il Dittatore che la investe del potere, non senza per altro averla voluta prima al suo seguito a Roma per completare il trionfo.

Cleopatra (1934) on IMDb
Locandina I corsari della strada

Un film di Jules Dassin. Con Lee J. CobbValentina CorteseRichard Conte Titolo originale Thieves’ HighwayDrammaticob/n durata 94 min. – USA 1949.

Tornato a casa dopo la guerra, Nick trova il suo paese in balia delle speculazioni di Mike, un grossista di frutta, responsabile tra l’altro dell’incidente che ha ridotto all’invalidità il padre di Nick. Il giovane affronta coraggiosamente il disonesto commerciante.

Thieves' Highway (1949) on IMDb
Locandina italiana La rapina perfetta

Un film di Roger Donaldson. Con Jason Statham, Saffron Burrows, Stephen Campbell Moore, Daniel Mays, James Faulkner. Titolo originale The Bank Job. Thriller, durata 110 min. – USA 2008. MYMONETRO La rapina perfetta * * * - - valutazione media: 3,26 su 14 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Terry, proprietario di una rivendita di auto d’epoca, è un ex ladro. Viene avvicinato da una vecchia conoscenza, la bella Martine, che gli propone di fare “il colpo della vita”, una rapina nel cuore di Londra, nel caveau della Lloyd Bank, dove sono depositate centinaia di cassette di sicurezza. In realtà l’ex modella non svela del tutto le carte: poco tempo prima, di ritorno da un viaggio in Marocco, è stata fermata all’aereoporto per spaccio di eroina e “costretta” a stringere un accordo con un agente dei Servizi Segreti Britannici (MI5). In cambio della sua fedina pulita, la donna deve impossessarsi del contenuto di una cassetta di sicurezza contenente materiale fotografico compromettente su un membro della famiglia reale. Trovati tutti gli elementi per completare la banda, arriva il giorno del colpo…
Ispirato ad una storia realmente accaduta, il film racconta di una rapina organizzata in una banca londinese nel 1971, per cui non fu arrestato nessun colpevole, una vicenda che in pochi giorni fu insabbiata. Firmato da Roger Donaldson – che ha fatto il suo debutto nel 1977 con Unica regola vincere, che ha diretto in seguito Il Bounty (1984),Senza via di scampo e, più recentemente, La regola del sospetto(2003) -, La rapina perfetta con un sapiente montaggio intreccia e rielabora alcune pagine non troppo gloriose della Storia del Regno Unito che vede coinvolti mafia, Black Power, Servizi Segreti e rampolli della famiglia più in vista della nazione.
Efficace la ricostruzione attenta di una Londra primi anni Settanta, che ne svela il lato oscuro, i retroscena della vita malavitosa, i vizi e le”scarse” virtù di chi sta dietro alle scrivanie del Potere, il clima culturale (tra le “facce” e i personaggi noti che compaiono nella pellicola, la coppia John Lennon eYoko Ono che di lì a breve emigrerà negli States). Un poliziesco ben scritto, da vedere.

The Bank Job (2008) on IMDb
NO, O LA FOLLE GLORIA DEL COMANDO - Spietati - Recensioni e Novità sui Film

Un film di Manoel De Oliveira. Con Luìs Miguel Cintra, Diego Doria, Miguel Guilherme Titolo originale Não, ou a vã gloria de mandar. Drammatico, durata 101′ min. – Portogallo, Spagna, Francia 1990. MYMONETRO No, o la folle gloria del comando * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Sullo sfondo della guerra coloniale in Angola nel 1974 _ con un tenente (Cintra) a far da narratore _ si rievocano quattro traumatiche e simboliche sconfitte portoghesi contro i Romani, gli Spagnoli nel secolo XV, i Mori nella battaglia di Alcazarquivir nel 1578 e negli anni ’70 del ‘900 per difendere l’ultimo degli imperi coloniali. Sontuoso e ascetico, didattico e metafisico, surreale e carico d’ironia, radicale nel rifiuto del naturalismo, il vecchio Oliveira tiene la sua lezione di storia. Da citare almeno 3 momenti: la più bizzarra sequenza di battaglia mai vista sullo schermo, in bilico tra sublime e ridicolo; l’incantata trasposizione di un capitolo del poema I Lusiadi di Camões ai confini col Kitsch; il monologo della “nonna” sul campo di battaglia, tolto da un sermone di António Vieira, missionario e scrittore portoghese del ‘600.

'Non', ou A Vã Glória de Mandar (1990) on IMDb

Regia di Manoel de Oliveira. Un film Da vedere 2001 con Agustina Bessa-LuísMaria de MedeirosLeonor SilveiraLeonor BaldaqueJosé Wallenstein. Titolo originale: Porto Da Minha Infancia. Genere Cortometraggio – FranciaPortogallo2001durata 35 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 2 recensioni.

70 anni dopo Douro , suo 1° film, il 93enne de Oliveira torna a filmare Porto, scelta come capitale europea della cultura 2001. Non potendo fare un documentario (troppi cantieri per le strade), rovista nei cassetti di casa, spulcia nei diari, evoca i fantasmi non sempre innocui della sua memoria, accende il faro dei suoi ricordi sui poeti e scrittori esiliati o morti suicidi, scherza su sé stesso giovane buffone innamorato, riscrive “la carta geografica della sua città in prima persona” (F. Tassi) e la commenta a voce. Accolto a Venezia 2001 da un lungo, commosso applauso del pubblico in piedi. Presentato nella primavera 2009 in una rassegna sul cinema portoghese a Pordenone e Udine. Versione originale sottotitolata.

Porto da Minha Infância (2001) on IMDb
Un Film Parlato: Amazon.it: Catherine Deneuve, John Malkovich, Irene Papas,  Stefania Sandrelli, Leonor Silveira, Manoel De Oliveira, Catherine Deneuve,  John Malkovich: Film e TV

Regia di Manoel de Oliveira. Un film con Leonor SilveiraJohn MalkovichCatherine DeneuveStefania SandrelliIrene PapasCast completo Titolo originale: Um filme falado. Genere Drammatico – PortogalloFranciaItalia2003durata 96 minuti. Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 8 recensioni.

Con la figlioletta Maria Joanna di sette anni una giovane docente di storia s’imbarca a Lisbona su una nave da crociera diretta a Bombay, dove l’aspetta il marito. La nave fa scalo a Marsiglia, Napoli, Atene, Istanbul, Aden, dove si fa visita ai luoghi storici e ai miti fondatori della cultura mediterranea. A bordo s’incontrano tre donne famose. Cinema saggistico in forma di racconto di viaggio in mare durante il quale a tavola si discorre con elegante noncuranza di grandi questioni: il destino della civiltà europea, la comunicazione tra i popoli, lo scontro di culture diverse, il futuro dell’umanità. È anche, nel suo inatteso e tragico finale, una pessimistica metafora della fine della civiltà occidentale, corretta da un accenno utopico (si farà sul serio l’Europa unita?) e dalla sua vocazione alla tolleranza e al multilinguismo, colpita dal terrorismo che ha le connotazioni oscure di un Male insondabile. Cinema affidato alla parola, didattico a livello elementare nella sua 1ª parte, governato dalla lucida saggezza del 95enne de Oliveira, e dal suo sorriso che si trasforma e si fissa con un fermo-immagine nella smorfia di esterefatto dolore sul volto del comandante. Fotografia: Emmanuel Machuel. Senza musica. Prodotto da Paulo Branco. Parlato in 5 lingue con sottotitoli.

Um Filme Falado (2003) on IMDb
Locandina Forza bruta [1]

Un film di Jules Dassin. Con Yvonne De CarloBurt LancasterCharles BickfordElla RainesHume Cronyn Titolo originale Brute ForceDrammaticoRatings: Kids+13, b/n durata 98 min. – USA 1947.

In un carcere oppresso dai metodi brutali di un poliziotto avvengono incidenti sempre più gravi e sanguinosi. Alcuni detenuti studiano un piano di fuga, ma un gruppo di compagni, torturati senza pietà, li fa scoprire. Il poliziotto e alcuni carcerati muoiono; l’ordine e la legge tornano a regnare sovrani.

Brute Force (1947) on IMDb

Regia di Manoel de Oliveira. Un film Da vedere 2009 con Ricardo TrepaCatarina WallensteinDiogo DóriaJulia BuiselLeonor SilveiraCast completo Titolo originale: Singularidades de uma Rapariga Loira. Genere Drammatico, – PortogalloSpagnaFrancia2009durata 64 minuti. Uscita cinema venerdì 2 settembre 2011 distribuito da Mediaplex Italia. – MYmonetro 3,06 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

In treno il giovane Macário racconta a una sconosciuta una dolente storia. Innamoratosi di una ragazza bionda, che vive nell’appartamento davanti al suo ufficio, fa di tutto per conoscerla, ma lo zio per cui lavora si oppone e lo licenzia. Quando ha il denaro e il consenso dello zio, scopre che non è la ragazza che credeva. Ispirato al racconto omonimo (1874) di José Maria de Eça de Queiros, massimo esponente del realismo portoghese. Oliveira traspone la vicenda ai giorni nostri, attualizzando la tematica economico-finanziaria: senza lavoro c’è povertà. Il giovane Macário ha soltanto il suo stipendio, lo zio Francisco è ricco e potente. Molti i riferimenti politici e culturali al Portogallo del Duemila. La sequenza del salotto culturale in casa del notaio è il centro del breve film. L’azione si svolge in due stanze: in una si ascoltano l’arpista Ana Paula Miranda e l’attore Luis Miguel Cintra che recita poesie di Pessoa tra la disattenzione quasi generale; nell’altra si gioca a poker. Lo stile del centenario Oliveira è inconfondibile: immagini ferme, uso del fuoricampo (ombre, voci, rumori off) e degli specchi.

Eccentricities of a Blonde-Haired Girl (2009) on IMDb

PAESE Filippine GENERE Drammatico DURATA 110 min. FORMATO Colore REGISTA Lav Diaz

Dopo un affare finito male, un ex prete (Joel Torre) sarà costretto a fare marcia indietro e riportare la moglie e le due figlie nella loro vecchia casa. Terzo lungometraggio di Lav Diaz, Naked Under the Moon è un film che parla di povertà e di tematiche che il regista filippino affronterà ancora nella sua carriera: in primis le dinamiche familiari e il rapporto con l’ambiente circostante. Non mancano gli spunti interessanti, soprattutto all’inizio e nel finale, ma i mezzi a disposizione sono davvero pochi e la fotografia non è all’altezza. Il regista però ci crede ugualmente, non demorde e riesce quantomeno a lanciare qualche messaggio: a ben guardare, anche in un film tanto piccolo e deboluccio come questo, traspare un’idea di cinema coraggiosa, che non si accontenta della strada più facile e, anzi, tenta sempre i percorsi più impervi e originali. In questo caso, però, non basta.

Naked Under the Moon (1999) on IMDb
Locandina Alfa Tau!

Un film di Francesco De Robertis. Con Liana PersiGiuseppe AddobbatiDocumentarioRatings: Kids+16, b/n durata 90 min. – Italia 1942MYMONETRO Alfa Tau!  valutazione media: 3,38 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Realizzato dal centro cinematografico del Ministero della Marina questo lungo documentario fa parte della trilogia dedicata ai “combattenti del mare”. Gli altri due film erano Uomini sul fondo dello stesso De Robertis e La nave bianca scritto e sceneggiato da De Robertis stesso ma realizzato poi da Roberto Rossellini.

Il sommergibile Enrico Toti rientra alla sua base, al termine di una missione. Dopo una breve licenza, i membri dell’equipaggio, che hanno abbracciato i famigliari, riprendono il mare. Si imbattono in un sottomarino inglese, l’HMS Triad.

Alfa Tau! (1942) on IMDb