Category: D


Regia di Giorgio Diritti. Un film Da vedere 2013 con Jasmine TrincaPia EngleberthAnne AlvaroSonia Gessner, Amanda Fonseca Galvao, Paulo De Souza, Eder Frota Dos Santos, Manuela Mendonça Marinho. Genere Drammatico, – ItaliaFrancia2013durata 110 minuti. Uscita cinema giovedì 28 marzo 2013 distribuito da Bim Distribuzione. – MYmonetro 3,10 su 14 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Prodotto da Simone Bachini, Lionello Cerri, Giorgio Diritti, Valerio De Paolis, Rai Cinema e BNL Gruppo BNP Paribas. Girato in Amazzonia e Trentino. Il bolognese Diritti dice: “Ho scelto un film al femminile perché alle donne appartengono innumerevoli risorse, e una vera propensione a proteggere la vita, a reagire e agire”. 6 degli 8 personaggi principali sono donne. La Trinca è qui la complessa protagonista di un film che semplice non è. Come una Simone Weil dei nostri giorni, la sua Augusta non sente una vera vocazione mistica. Vive in una baraccopoli di Manaus, sul Rio delle Amazzoni, si comporta come un ragazzaccio, rifiuta le scorciatoie del post-colonialismo, s’immerge in una natura meravigliosa che può distruggere o guarire, lei che non può più avere figli. Scritto da Diritti con Fredo Valla e Tania Pedroni; fotografia di Roberto Cimatti. Costumi di Hellen Gomes e Lia Morandini. Distribuito da Elle Driver. In concorso al Sundance Festival.

Locandina italiana Pagine chiuse

Un film di Gianni Da Campo. Con Duilio Laurenti, Silvano De Munari, Maria Gazziola, Luigi Nadali, Giorgio Da Ros Drammatico, b/n durata 88 min. – Italia 1969. MYMONETRO Pagine chiuse * * * - -valutazione media: 3,00 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Nord Italia, fine anni Sessanta. In piena crisi familiare, con i genitori sull’orlo della separazione, il piccolo Luciano è costretto a trasferirsi in un collegio religioso. Il severo padre, da tempo distratto da un’amante, teme che l’influenza della madre possa nuocere al figlio in un periodo così delicato. Ma Luciano mal si adatta alla vita in collegio. Mentre i rigidissimi preti soffocano ogni suo slancio, il ragazzino, che ha nostalgia di casa, si chiude sempre più in se stesso e non riesce a fare amicizia con i compagni.
Le pulsioni antiautoritarie di fine anni Sessanta soffiano, con i loro venti di ribellione, sul film diretto da un giovane Gianni Da Campo, assistito da Valerio Zurlini. Ma sono venti mitigati dal tocco lieve e sensibile di una regia intimista, interessata più al racconto di un piccolo dramma individuale che alla fotografia del contemporaneo disagio sociale. Certo, la critica a un mondo ostile, autoritario, repressivo e ipocritamente religioso è evidente e traspare con grande impatto dalla sequenza sulla comunione. Eppure, il regista si concentra soprattutto sulla sofferenza, tutta interiore, del ragazzino protagonista, alle prese con una difficile situazione familiare. Anziché spiegargli i problemi nel rapporto con la madre, il padre lo taglia fuori, allontanandolo brutalmente da casa e dai suoi affetti più cari. Un cambiamento così radicale sconvolgerebbe chiunque e l’ostilità dei religiosi, tesi a impartire una rigida disciplina, secondo metodi educativi tanto in voga all’epoca, non fa che peggiorare il disagio di Luciano, un pesce fuor d’acqua in collegio, anche rispetto ai compagni.
Da Campo rappresenta questo isolamento con immagini emblematiche, come quella del pulcino nero che il ragazzino mette nella gabbia con i bianchi, per vedere «se mangia con gli altri». Anche il senso di oppressione provato da Luciano è messo in scena plasticamente, con quello sguardo sognante che vola oltre la finestra del severo corridoio del collegio, in quell’intenso bisogno di libertà simboleggiato da un piccione che si libra in cielo. Queste immagini così dolenti e sensibili, sincere e pudiche, sono il punto di forza di un film – restaurato in digitale a partire dai negativi originali in 16 mm – che si richiama a illustri predecessori, quali I quattrocento colpi di François Truffaut e Zero in condotta di Jean Vigo, pur non possedendo il toccante lirismo del primo né l’impatto iconoclasta del secondo.

Regia di Gianni Di Gregorio. Un film Da vedere 2008 con Gianni Di GregorioValeria de FranciscisMarina CacciottiMaria CaliGrazia Cesarini SforzaCast completo Genere Commedia, – Italia2008durata 75 minuti. Uscita cinema mercoledì 3 settembre 2008 distribuito da Fandango. – MYmonetro 3,48 su 6 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Figlio unico di mezza età vive in centro a Roma con la madre vedova, nobildonna decaduta che lo tiranneggia. L’amministratore gli propone di ospitare per il ponte di ferragosto sua madre e un’altra vecchia, in cambio dell’annullamento di un debito. Alle 3 vecchiette se ne aggiunge una quarta, madre di un amico medico di turno in ospedale. L’uomo si prepara a giornate difficili, ma le 4 signore gli cambiano le carte in tavola. Fervido successo di pubblico alla 65ª Mostra di Venezia 2008 e poi nelle sale. Scritto, diretto e interpretato da Di Gregorio, sceneggiatore di lungo corso che esordisce alla regia, assistito nelle riprese da M. Gaudioso, recitato da vecchie signore non attrici, è il caso raro di un film sulla vecchiaia – tema sgraditissimo – divertente, intelligente, pudico. Non fa ridere a spese dei personaggi, ma con loro, trattati con rispetto e senza indulgere a demagogia o sentimentalismo. Senza arsenico né merletti, percorso da un’ironia malandrina e leggera. Prodotto da Matteo Garrone. 5 premi per l’opera prima in Italia più 1 al London Film Festival.

Regia di Gianni Di Gregorio. Un film con Gianni Di GregorioValeria de FranciscisAlfonso SantagataElisabetta PiccolominiValeria CavalliCast completo Genere Commedia, – Italia2011durata 90 minuti. Uscita cinema venerdì 11 febbraio 2011 distribuito da 01 Distribution. – MYmonetro 2,87 su 13 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Pranzo di Ferragosto fu per tutti (critici, giurie, pubblico) un esordio sorprendente, la rivelazione della stagione 2008-09. Sembrò a molti un film unico e fu un errore: Di Gregorio, sceneggiatore di lungo corso, non ha sbagliato il 2° film che pure è il seguito dell’altro. Come ci è riuscito? Con l’arma dell’autoironia che coincide con un tema socio-psicologico assai diffuso, poco trattato al cinema: il desiderio delle donne che affligge i maschi italiani di mezza età (solo loro?) che siano scapoli, vedovi o magari con moglie non più giovane. Il suo Gianni è anzitutto un gentiluomo sempre disponibile con la madre dispotica di cui è vittima, attento alla moglie e alla figlia un po’ egoista, cortese con tutti, non più che malinconico per le ristrettezze finanziarie di pensionato, aggravate dalla madre sperperatrice. Senza un’ombra di volgarità, fa ridere o sorridere, ma non a spese dei personaggi, con una leggerezza di tocco qua e là malandrina. Scritto con Valerio Attanasio.

La souriante Madame Beudet (1923) - Release Info - IMDb

Un film di Germaine Dulac. Con Germaine DermozAlexandre ArquillièreJean D’YdYvette GrisierMadeleine Guitty. continua» Drammaticodurata 38 min. – Francia 1923.

Sposata a un commerciante (Alex Arquillère) ottuso e brutale, “la sorridente signora Beudet” (Germaine Dermoz) ne è così esasperata che pensa addirittura di ucciderlo. Lieto fine. André Obey e Denys Amiel avevano applicato nella commedia la loro teoria del “teatro del silenzio” in cui ciò che si dice ha assai minore importanza di ciò che si tace ma che i protagonisti sentono profondamente. Il tema dette modo a Germaine Dulac di realizzare il suo film migliore, interpretato con bella sensibilità da Germaine Dermoz, di cui è difficile dimenticare il volto avvizzito riflesso da uno specchio a tre facce. L’azione del film si svolge in una squallida cittadina di provincia. Gli oggetti servono a esprimere i conflitti, ma non assumono mai un senso simbolico: le metafore s’esprimono col montaggio: il signor Beudet arrabbiato diventa un orco, la musica di Debussy suonata al pianoforte dalla signora Beudet evoca ruscelli e stagni. Ma il film è decisamente intellettualistico e troppo spesso irritante.

Regia di Garth Davis. Un film Da vedere 2018 con Rooney MaraJoaquin PhoenixChiwetel EjioforTahar RahimShira HaasCast completo Titolo originale: Mary Magdalene. Genere Drammatico, – Gran Bretagna2018durata 120 minuti. Uscita cinema giovedì 15 marzo 2018 distribuito da Universal Pictures. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 2,92 su 9 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Maria di Magdala è una fervente religiosa che fatica all’idea di doversi sposare. Poco accettata nella sua famiglia patriarcale, abbandonerà quest’ultima per seguire Gesù di Nazareth e farsi apostola tra gli apostoli accanto a lui. Imparerà il significato dell’amore e sceglierà di soccorrere gli oppressi, aprendo al dialogo con le donne e all’accoglienza degli ultimi.

Gremlins (1984) - Trama, Cast, Recensioni, Citazioni e Trailer

Regia di Joe Dante. Un film Da vedere 1984 con Phoebe CatesKeye LukeZach GalliganHoyt AxtonFrances Lee McCainPolly HollidayCast completo Genere Fantastico – USA1984durata 111 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,27 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Il piccolo Billy riceve per Natale un Mogwai, misterioso animaletto che il padre ha comprato da un vecchio cinese. Contravviene alle istruzioni ed esso dà vita, suo malgrado, a una schiera di orribili mostricciattoli che seminano il terrore. Con E.T. Steven Spielberg commosse i bambini di mezzo mondo; con Gremlins , prodotto da Spielberg, Dante li spaventa e li fa ridere. A metà strada tra l’opera e la fantasia, è un film intelligente, astuto nella confezione, ricco di umorismo eversivo. Scritto da Chris Columbus e ispirato a un racconto (1943) di Roald Dahl che durante la guerra 1939-45 fu pilota sui caccia della RAF. Gremlin è un termine gergale, inventato – sembra – dagli aviatori inglesi durante la guerra 1939-45 per indicare i folletti ritenuti responsabili di guasti inspiegabili.

Fondazione Cirulli | Uomini e cieli » Fondazione Cirulli

Un film di Francesco De Robertis. Con Anna Bianchi DrammaticoRatings: Kids+13, b/n durata 92 min. – Italia 1943.

n pilota in licenza di convalescenza va alla ricerca dei suoi commilitoni di prima della guerra e li trova profondamente segnati dal conflitto.

Locandina Princesas

Un film di Fernando León de Aranoa. Con Candela PeñaMicaela NevárezMariana CorderoLlum BarreraVioleta Pérez. continua» Drammaticodurata 109 min. – Spagna 2005uscita venerdì 6 ottobre 2006. MYMONETRO Princesas ***-- valutazione media: 3,36 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Il mondo della prostituzione in un quartiere degradato della capitale spagnola. Caye fa la prostituta e risparmia fino all’ultimo centesimo per rifarsi il seno per lei troppo piccolo. Zulema, anche lei prostituta, è domenicana e manda i soldi al figlio di cinque anni e alla madre. Le due, prima quasi nemiche visto che le immigrate rubano i clienti alle indigene, nella difficoltà e nella sofferenza diventano amiche. In attesa che il giorno fortunato, quello che sogni da tutta la vita, quello che la vita te la può cambiare, arrivi. E da prostitute, ogni tanto riescono a scoprirsi o a inventarsi principesse.
È la nuova pellicola di Fernando Leon de Aranoa, regista madrileno che già con I lunedì al sole aveva fatto notare la sua sensibilità sociale, il suo sguardo attento nei confronti di realtà complesse.
Incredibilmente aiutato dalla bravura delle due attrici protagoniste (l’intensa Candela Pena, già vista in Tutto su mia madre di Almodovar e la quasi esordiente Micaela Nevárez), e dalla colonna sonora in gran parte ritmata dalla musica ora malinconica ora esuberante di Manu Chao, il film, benché sembri continuamente per cadere nella banalità, riesce sempre ad aggirarne i pericoli e le insidie. Racconta così, con onestà intellettuale e freschezza visiva, la piccola storia di due giovani donne border line, a cui la vita per il momento ha regalato davvero poco.
Morbosamente attaccata ai volti delle due donne, i cui primissimi piani intimoriscono, importunano e commuovono, la macchina da presa del regista si aggira in una Madrid sconosciuta, in cui si cerca una convivenza fra diversi, siano essi immigrati, prostitute o drogati, che si ritrova nella necessità di fare unione e di creare solidarietà.

Regia di Fernando León de Aranoa. Un film Da vedere 2015 con Benicio Del ToroTim RobbinsOlga KurylenkoMélanie ThierryFedja štukanCast completo Titolo originale: A Perfect Day. Genere Drammatico, – Spagna2015durata 106 minuti. Uscita cinema giovedì 10 dicembre 2015 distribuito da Teodora Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,63 su 7 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Dal romanzo Dejarse llover ( Lasciarsi portare , 2005) di Paula Farias, attivista di Medici Senza Frontiere, sceneggiato da Diego Farias. Bosnia, novembre 1995, nei giorni in cui fu firmata la pace di Dayton. 5 assistenti umanitari di una ONG cercano una corda per tirare fuori da un pozzo un cadavere buttatovi apposta per allontanare gli abitanti del luogo. Si rivela un’impresa disperata. Quasi un documentario di una giornata qualunque di un gruppo di volontari in una zona bellica, riesce a far capire cos’è una guerra senza far sentire nemmeno uno sparo, a coinvolgere e perfino a divertire intrecciando le vicende umane dei protagonisti. Merito della regia, in primo luogo per la direzione degli attori, credibili e affiatati. Il titolo è lo stesso di una canzone di Lou Reed, che fa la parte del leone nell’incisiva colonna sonora.

Risultati immagini per Milano Calibro 9

Un film di Fernando Di Leo. Con Mario Adorf, Philippe Leroy, Barbara Bouchet, Frank Wolff, Lionel Stander. Poliziesco, durata 101′ min. – Italia 1972. MYMONETRO Milano calibro 9 * * * - - valutazione media: 3,35 su 22 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Regolamento di conti all’interno di una banda di criminali italoamericani che agisce a Milano, imperniato su Ugo Piazza (Moschin) che, fatti tre anni di carcere, è sospettato dai suoi compari di avere intascato 300000 dollari. Dal romanzo postumo Stazione Centrale ammazzare subito di Giorgio Scerbanenco (1911-69), sceneggiato da Di Leo, è un film d’azione violenta con risvolti di critica e denuncia sociale e almeno una battuta fatidica (“Se si va avanti così, vedrai che dovranno creare l’antimafia anche a Milano”). Bella compagnia di attori tra cui spiccano Moschin e Wolff.

Variety (Varieté) (1925) by Emil Jannings: Amazon.it: Emil Jannings, Lya  De Putti, Warwick Ward, E. A. Dupont: Film e TV

Un film di Ewald André Dupont. Con Emil JanningsWarwick WardLya De Putti Drammaticob/n durata 104 min. – Germania 1925.

Huller lavora al Luna Park. Conosce Berta Maria, se ne innamora e si separa dalla moglie. Un drammone diretto con grande mestiere e pieno di suggestioni visive molto interessanti.

Gli ultimi 10 giorni di Hitler (1974) | FilmTV.it

Un film di Ennio De Concini. Con Adolfo CeliSimon WardAlec GuinnessGabriele FerzettiDoris Kunstmann. continua» DrammaticoRatings: Kids+13, durata 107 min. – Italia 1973.

Il 20 aprile 1945 Hitler, Eva Braun e alcuni ufficiali nazisti si barricano in un bunker a Berlino, dove il dittatore si darà la morte assieme all’amante, che nel frattempo ha sposato. I suoi accoliti non lo seguiranno, come avevano promesso, nella morte.

Regia di Eleonora Danco. Un film con Eleonora Danco. Genere Drammatico, – Italia2014durata 80 minuti. Uscita cinema giovedì 19 marzo 2015 distribuito da Bibi Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 3 recensioni.

Eleonora Danco, autrice e regista teatrale al suo debutto cinematografico, si aggira fra Roma e Terracina vestita di bianco, talvolta in pigiama (con letto annesso), talvolta drappeggiata da una sorta di tunica romana (con in mano un piccone). E fa domande a tutti, soprattutto a suo padre, che risponde infastidito difendendo a spada tratta la sua privacy. Danco interroga il nostro Paese concentrandosi sui suoi due estremi anagrafici: da un lato i giovani e giovanissimi, dall’altro i vecchi e vecchissimi. Le sue domande riguardano i grandi temi della vita – a cominciare dalla morte e dalla possibilità che esita un aldilà – ma anche i problemi della contemporaneità, raccontati nel loro divenire. Così la violenza domestica ritorna nelle parole di un’anziana picchiata per una vita dal marito e in quelli di una ragazza che conosce coetanee malmenate dai fidanzati; la questione del lavoro parte dallo sfruttamento minorile raccontato da un’anziana e atterra alla pizzeria dello zio dove un ragazzo presta servizio dopo la scuola. In mezzo, naturalmente, ci sono tutte le facce contemporanee della disoccupazione giovanile.
Le domande di Eleonora portano l’eco delle inchieste pasoliniane, ma ciò che le distanzia dal sondaggio paragiornalistico è la decontestualizzazione di matrice teatrale. La regista e autrice colloca i suoi intervistandi in luoghi insoliti, creando attorno a loro una coreografia surreale che ha l’effetto di ottenere dai “soggetti” una verità meno condizionata dalla presenza della cinepresa. I suoi interrogativi assumono il ruolo di una sfida, soprattutto nei confronti della figura paterna, e assottigliano il confine fra curiosità e provocazione.
Quel che emerge è un ritratto della contemporaneità in cui passato e presente rivelano una insospettabile continuità (perlopiù in negativo) ma anche quel gap nella trasmissione del sapere (anche solo contadino) che ha lasciato un vuoto cosmico nella percezione di sé e del mondo fra i più giovani. Un vuoto che è prima di tutto culturale (devastante il rapporto fra i ragazzi e la scuola) e poi esistenziale. Ad affrancare la narrazione dalla pesantezza sociologica è l’ironia che appartiene tanto all’intervistatrice quanto agli intervistati – soprattutto gli anziani.
Il punto più debole del film è, paradossalmente, l’eccesso di presenza fisica della Danco, che aggiunge ad una narrazione già fortemente personale (nelle domande, nelle messinscena) alcuni monologhi in voce fuori campo e parecchie immagini di se stessa “teatralizzata” nel contesto urbano e marino. La potenza delle immagini di N-capace, comprese quelle che vedono la regista protagonista, resta comunque fuori discussione: lei immersa in una vasca in mezzo ai biscotti Gentilini, il primo piano della vecchia contadina in mezzo agli ulivi e ai pomodori, il quadro surreale con i due astronauti fra melanzane e i peperoni strategicamente piazzati, l’anziana signora con intorno le scarpe abbandonate (nere, non rosse, per una volta).
N-capace è un coraggioso esperimento linguistico in equilibrio fra autenticità e finzione e un’efficace mappa per raccontare il presente. È anche un affresco postmoderno che mescola arti figurative e inchiesta, performance art e cinema. Un’ibridazione utile – e forse necessaria – per raccontare in modo nuovo questa Italia, oggi.

Locandina La fine dell'avventura

Un film di Edward Dmytryk. Con John MillsDeborah KerrVan JohnsonPeter Cushing Titolo originale The End of the AffairDrammaticob/n durata 106 min. – Gran Bretagna 1955.

ALondra uno scrittore ama una donna sposata. La love story dopo un bombardamento finisce. Lui non capisce perché la donna non vuol più vederlo.

I giovani Leoni 1^ edizione 20th Century Fox: Amazon.it: Film e TV

Un film di Edward Dmytryk. Con Dean MartinMaximilian SchellMontgomery CliftBarbara RushMarlon Brando. continua» Titolo originale The Young LionsDrammaticoRatings: Kids+16, b/n durata 167 min. – USA 1958.

Christian, un giovane soldato tedesco, è inizialmente un convinto assertore delle teorie naziste in cui ricerca un mezzo di elevazione sociale, ma la rivelazione della crudele realtà (i campi di concentramento, l’assassinio di prigionieri feriti) provoca in lui una grave crisi esistenziale; Il film doveva essere la trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Irwin Shaw, ma Brando diede del personaggio di Christian un’interpretazione più approfondita e problematica; nel libro, infatti, il protagonista è fedele fino all’ultimo all’ideologia hitleriana.

Filumena marturano (1951) - Filmscoop.it

Un film di Eduardo De Filippo. Con Eduardo De Filippo, Tamara Lees, Titina De Filippo, Nino Vingelli, Tina Pica.Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 98 min. – Italia 1951. MYMONETROFilumena Marturano * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

La nota commedia di Eduardo resa famosa in teatro da Titina De Filippo e in cinema da Sophia Loren. Filumena è da molti anni la governante e l’amante di un benestante napoletano. Dall’unione è nato un figlio di cui però l’uomo ignora l’identità e la donna rifiuta di rivelargliela, costringendolo a sposarla e a riconoscere anche altri due figli avuti da diversi amanti.

View full article »
Locandina La voltapagine

Un film di Denis Dercourt. Con Catherine Frot, Déborah François, Pascal Greggory, Clotilde Mollet, Xavier De Guillebon. Titolo originale La tourneuse de pages. Drammatico, durata 85 min. – Francia 2006. – Mikado uscita venerdì 9 febbraio 2007. MYMONETRO La voltapagine * * * - - valutazione media: 3,18 su 40 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Mélanie ha dieci anni e una passione: il pianoforte. Una distrazione, provocata dalla presidente della commissione esaminatrice, compromette l’esecuzione e l’opportunità di entrare al conservatorio. Delusa dall’accaduto, Mélanie rinuncia per sempre alla musica. Qualche anno dopo, cresciuta e impiegata presso l’ufficio legale del signor Fouchécourt, la ragazza diventa la balia del figlio, Tristan, e la voltapagine della moglie, Ariane. La donna, nota concertista, è la responsabile del suo insuccesso e della sua rinuncia. Mélanie non mancherà di restituirle la cortesia. L’irrinunciabile materia dell’esistere di Mélanie è la vendetta, servita fredda dal regista e accumulata sotto un’apparente normalità.
Come Chabrol, Denis Dercourt crea una realtà ambigua e irrazionale dentro la quale agisce un personaggio ossessivo e ossessionato. La vita di Mèlanie, che un caso accidentale ha privato della musica, è rimasta sospesa per anni, nell’attesa, mai realizzata e sempre abortita, di una nemesi. Il destino, altrettanto fortuitamente, le fa incontrare di nuovo Ariane, colpevole di avere firmato un autografo dimenticando di ascoltarla. Ritrovarla risveglia la vertigine della vittima per il suo carnefice, braccato con una determinazione implacabile. Dercourt compie a questo punto un’accurata analisi sulla follia quotidiana, attraverso la sua soffocante repressione piuttosto che la sua teatrale esplosione. L’errore di Ariane ieri mette a repentaglio oggi la sicurezza della sua famiglia, Mélanie è la proiezione di quella “colpa” che torna come un fantasma a minacciarla.
La giovane donna che riemerge dal terreno del rimosso ha il volto angelico di Déborah François, la mamma dell’Enfant dei Dardenne, a cui si contrappone la bellezza matura e fragile di Catherine Frot, concertista scostante che finisce manipolata e innamorata. Quello di Dercourt è un thriller psicologico, sotto pelle, che trasforma una vendetta personale in una sociale. Mélanie è figlia di genitori piccolo borghesi che puntano, per “arrivare”, sul talento della loro creatura, condannata dalla vanità alto-borghese a restare invisibile. Il regista non ha fretta di rassicurare lo spettatore sulle reali intenzioni della ragazza, la manifestazione dei suoi propositi non sarà perciò catartica.

View full article »

Regia di Deepa Mehta. Un film Da vedere 2012 con Satya BhabhaShahana GoswamiRajat KapoorShabana AzmiRonit RoySeema BiswasCast completo Titolo originale: Midnight’s Children. Genere Drammatico, – CanadaGran Bretagna2012durata 146 minuti. Uscita cinema giovedì 28 marzo 2013 distribuito da Videa. – MYmonetro 2,92 su 9 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

15 agosto 1947, a mezzanotte l’India diventa indipendente dalla Gran Bretagna. E a mezzanotte un’infermiera scambia nella culla 2 neonati, uno di una famiglia ricca, l’altro poverissimo. In ossequio allo slogan indipendentista “Fa’ che il ricco sia povero e il povero sia ricco”. E i figli della mezzanotte sono destinati a rimanere per sempre legati sia tra di loro che alle vicende del loro Paese. Un’epopea che attraversa la storia indiana come un affresco che si snoda tra guerre, amori, un’infinità di personaggi, un esercito di comparse e ogni tipo di animale, traducendo per immagini il romanzo di Salman Rushdie, che ha partecipato alla sceneggiatura cedendo i diritti all’amica regista per la simbolica cifra di 1 dollaro. La Metha, pur essendosi trasferita in Canada da tempo, è tra le più attente narratrici delle vicende indiane (sua la notevole trilogia Fire ; Earth ; Water – Il coraggio di amare ). Nella trasposizione molti dei momenti più intensi del romanzo sono rimasti, ma l’ironia della pagina si è un po’ stemperata per puntare sull’impatto spettacolare. Distribuito da Videa CDE.

Regia di David Mamet. Un film Da vedere 2001 con Gene HackmanDanny DeVitoDelroy LindoRebecca PidgeonSam RockwellRicky JayCast completo Titolo originale: Heist. Genere Drammatico – USA2001durata 109 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 Valutazione: 3,00 Stelle, sulla base di 6 recensioni.

Nessuno sa ideare e portare a termine un colpo con la perizia di Joe Moore (Gene Hackman): aria distaccata e sorniona, modi freddi ma gentili, è un rapinatore che riesce ad essere razionale anche sotto pressione. Nell’ultimo, geniale furto ad una gioielleria, però, il suo volto viene ripreso dalle telecamere: il colpo riesce comunque, ma Joe ritiene sia arrivato il momento di ritirarsi.Non la pensa così il ricettatore Mickey Bergman (Danny De Vito), che lo costringe a progettare un furto di lingotti d’oro caricati nella stiva di un aereo svizzero. E per essere ben sicuro che Joe non cambi idea, gli mette alle costole l’ambizioso Jimmy Silk, che non nasconde il proprio interesse per la giovane e bella moglie di Joe, Fran (Rebecca Pidgeon, per la cronaca l’attuale moglie di Mamet). Affiancato dai suoi compagni di sempre, Bobby e Pincus, Joe mette a punto un piano, o meglio, più piani di riserva, poichè qualcuno – o forse tutti – sembrano fare il doppio gioco… Presentato con successo all’ultimo Festival del Cinema di Venezia, Heist è un incastro di scatole cinesi, dove ogni tranello ne nasconde un altro. David Mamet, regista e sceneggiatore ironico e tagliente, è bravo a costruire una storia complessa, dove la lealtà, dichiarata, scontata, sottintesa o tradita, è la chiave di volta per capire l’andamento della storia. È nell’evoluzione dei rapporti tra i membri della banda che si nasconde il vero giallo.