Etichettato come un reietto dalla sua famiglia di intelligentoni, un buttafuori supera le poche probabilità che aveva di condurre alla gloria una squadra di hockey di semi professionisti disadattati che da molto non vincevano, battendo tutto ciò che si trova davanti alla loro strada.
Antonio Gramsci, condannato a vent’anni di carcere dai tribunali fascisti, rivive le tappe della sua carriera politica e della vita privata: in particolare la fondazione del partito comunista, l’inutile resistenza all’offensiva della destra, il matrimonio, l’arresto, il conflitto con Togliatti. In prigione l’uomo politico è prima considerato un eroe, poi evitato per via delle sue opinioni anticonformiste su Stalin e sull’involuzione autoritaria dell’Urss. Dimesso dal carcere per motivi di salute, muore nel 1937 in una clinica di Roma. Ritratto spesso didascalico, ma quasi sempre convincente, di uno dei padri del socialismo moderno.
Qual è la causa della morte del proprietario dell’antico castello? Il medico dice infarto, ma i nipoti, avidi dell’eredità, si accusano a vicenda. Anche per loro il destino è nero: da secoli sono vittime della maledizione-vendetta dell’antica possidente, una marchesa denunciata per stregoneria e arsa viva. Il delatore era suo amante e tutti i suoi discendenti, assieme al castello, hanno avuto regolarmente una morte violenta: alla maledizione non si sfugge nemmeno nel ventesimo secolo.
Il diavolo introduce sette brevi episodi dedicati ai peccati capitali e interpretati da alcuni fra i più famosi attori francesi: c’è un vescovo che si diletta a sentire le avventure delle suore, un seminarista che si fa uccidere dall’assassino della sorella per farlo andare sulla ghigliottina, un pazzo che si crede Dio.
Un gruppo di operai senza lavoro vince una bella somma a una lotteria e decide di metter su un’osteria in campagna. Ma presto una rivalità amorosa divide due degli operai. Uno dei film più noti della corrente populista francese dell’anteguerra. La storia è raccontata molto bene, specialmente nelle scene che descrivono la costruzione dell’osteria da parte del gruppo dei disoccupati. Le cose (anche per il regista) si complicano quando appare in scena Viviane Romance. Allora Duvivier si fa sopraffare da una vocazione mai soppressa (nemmeno nelle migliori circostanze) per il melodramma e chiude come un qualsiasi narratore d’appendice. Comunque sempre un classico, per quanto invecchiato, con un Jean Gabin in evidente stato di grazia.
Il film racconta di un soldatino del corpo di spedizione americano in Inghilterra che scopre di appartenere alla stirpe dello spettro di Canterville, condannato a vagare finché un suo discendente non compirà un’azione eroica. Si comporterà coraggiosamente e tutto finirà bene anche per il fantasma.
Graziano, un brigadiere di scorta a un magistrato che indaga su trame poco chiare, riesce a mettere il giudice che deve proteggere sulla strada giusta e a fargli capire molte cose sull’omicidio di cui si sta occupando. Il giudice viene per questo ucciso, e a Graziano viene affidata la protezione di un altro alto magistrato, connivente col terrorismo. Graziano riuscirà a fargliela pagare, ma ci rimetterà.
Nei sobborghi di una città del Connecticut, Rachel Buchman sta per sposarsi. Per sua sorella Kym è l’occasione di tornare in famiglia dopo una lunga assenza: è una ex tossica, oppressa dal senso di colpa per la morte di un fratellino. La sua presenza aggressiva catalizza le tensioni latenti in famiglia e con gli amici. Scritto da Jenny Lumet, figlia di Sidney, è un film corale e anomalo nel percorso di Demme. Contiene molti stereotipi del melodramma familiare made in USA (la festa interrotta; il ritorno del figliol prodigo che smaschera silenzi, rimozioni, ipocrisie; il rimpianto di un’innocenza perduta, forse mai avuta), ma li assorbe e li disintegra a livello stilistico. In 2 modi. Intanto, ispirato da Altman ( Il matrimonio ), ma anche da certi moduli del Dogma danese, Demme applica alla fiction la sua assidua pratica di documentarista, filmando gli attori “come se fossero persone e non personaggi, lasciando alle cose il tempo e l’occasione di accadere” (R. Manassero). Poi, tornando alle origini del melodramma, correda le immagini con un continuo, ossessivo controcanto di musica e suoni: rock, blues, danze africane, ritmi orientali (forse non a caso lo sposo, Tunde Adebimpe, è il cantante dei Tv on the Radio). Come al solito, dominano i personaggi femminili, a partire dall’ottima Hathaway, ma è notevole anche la madre della Winger. Un matrimonio audio-visivo così non si era mai visto né tanto meno ascoltato.
Trascinato in un’avventura folle dalla bella Lulù, un agente di cambio si mette nei guai, ma s’innamora della donna e la vuole a ogni costo. Sembra ma non è un’imitazione di Fuori orario di Scorsese. Demme ha saputo eguagliarlo: saltando con abilità dalla dimensione brillante a quella di incubo, dirige con ritmo incalzante una superba M. Griffith. ” Accadde una notte riscritto da Patricia Highsmith” (Sight and Sound). “Non è solo un copione di commedia scritto da un giallista, ma una vera e propria Idra a più teste. Un mostro, figlio di Hawks, di Hitchcock… dell’iperrealismo” (E. Martini). Scritto da E. Max Frye. Colonna sonora di John Cale, David Byrne e Laurie Anderson. Brevi apparizioni dei registi John Sayles (poliziotto in moto) e John Waters (venditore di auto).
Harry Hannan, mentre si trova in un ristorante con la moglie Dorothy, fa appena in tempo ad accorgersi dell’apparire di alcuni killers quando inizia la sparatoria alla quale lui reagisce, mettendoli in fuga. Ma la sua ompagna è stata colpita e muore. Harry, con i nervi molto scossi, viene ricoverato in una clinica da cui esce deciso a rituffarsi nella vita e a non pensare più alla dolorosa perdita subita. Tuttavia…
Una persona si suicida gettandosi da un grattacielo e finendo sul tetto di un camion. Nelle sue mani, un rosario. Il detective Bowden – la cui vita è stata devastata dalla morte della moglie e del figlio a opera di un pirata della strada – è chiamato a investigare. Nel grattacielo in questione, cinque persone salgono su uno degli ascensori. Si tratta di un eterogeneo gruppo: l’addetto alla sicurezza Ben, un’anziana cleptomane, il venditore di materassi Vince, l’ereditiera attaccata ai soldi Sarah e l’ex militare in cerca di lavoro Tony. L’ascensore si blocca. Sembra solo un inconveniente tecnico, ma, dato che la situazione non si risolve nonostante i colloqui con l’assistenza, ben presto l’inquietudine comincia a serpeggiare e nasce tra le persone intrappolate l’incredibile sospetto che tra loro ci sia qualcuno che non è quello che dice di essere.
Il crescente divario tra paesi ricchi e paesi poveri, gli ininterrotti flussi dell’emigrazione, il sovrappopolamento, i problemi di ordine interno, ridisegnano, in un prossimo futuro, gli equilibri politici internazionali chiamando le grandi democrazie a nuove e drammatiche responsabilità. All’arrivo di un folto gruppo di orfani pakistani sfuggiti alla guerra che infuria con l’India, il governatore dell’Idaho, dovendo rispondere all’elettorato conservatore che lo ha appena portato al successo, decide di chiudere le frontiere. Il presidente degli Stati Uniti, consigliato da Jack Buchan, addetto alle pubbliche relazioni, lancia un ultimatum contro l’amministratore ribelle aprendo una crisi dalle imprevedibili conseguenze. L’emittente televisiva NewsNet mobilita cameramen e reporter per seguire la cronaca in diretta ed il pubblico segue con trepidazione, da un lato, il rifiuto del governatore di correggere la propria politica e, dall’altro, il risveglio di svariati gruppi nazionalisti che sbandierano il diritto all’autonomia: la guardia nazionale si schiera sul confine dell’Idaho pronta a dar battaglia ed ovunque si profila lo spettro della secessione.
Adistanza di sei mesi dalla catastrofe dello tsunami, Jeanne e Paul Belhmer sono ancora in Thailandia, incapaci di accettare la scomparsa del loro unico figlio, Joshua. Durante una serata di beneficienza, Jeanne si convince di aver visto il bambino in un dvd che mostra le condizioni degli orfani nella giungla birmana e persuade il marito, inizialmente più scettico e prudente, a non lasciar cadere l’ultima possibilità di ritrovare Josh, per quanto remota essa appaia. Dopo aver pagato lautamente il sinistro Thaksin Gao, i coniugi Belhmer seguono lui e il suo uomo di fatica Sonchai sulla barca che li porterà nel “cuore di tenebra” dei villaggi-fantasma, armati di una solidarietà ormai agli sgoccioli e aggrappati ad una speranza che scivola pericolosamente nella fissazione.
Un thriller su Jacob King, che andò a Los Angeles in cerca della sorella minore con poche centinaia di dollari e un biglietto aereo per tornare e casa, una settimana dopo. Dopo 24 ore scopre che è stata uccisa e il film racconta cosa accade nei sei giorni successivi.
Due ragazzini in un collegio di preti diventano amici, poi complici, infine qualcosa di più. Quando i loro professori se ne accorgono, cercano di correre ai ripari, di separare i due ragazzi.
Un architetto insoddisfatto del lavoro e della ragazza con cui vive, girando per Los Angeles incontra una donna che lavora come modella di foto pornografiche per raggranellare i soldi necessari a tornare in Francia. Passano una notte d’amore, poi lei parte e lui va a fare la guerra nel Vietnam.
Da Parigi parte Lucien, un killer incaricato di uccidere un boss mafioso. Eseguito l’incarico, si rende conto che nell’operazione è prevista anche la sua eliminazione. Cerca di risalire ai mandanti e ci riesce, ma non gli giova perché nella sparatoria rimane ferito a morte.
Alfredo e Susanna, lui architetto e lei psicologa che si occupa di donne che hanno subito maltrattamenti, hanno una casa in campagna fuori Roma dove trascorrono alcuni weekend e parte dell’estate. Un giorno Susanna vede una giovane prostituta che subisce le angherie di un uomo ai bordi della statale e decide di aiutarla portandola inizialmente nella casa e successivamente a Roma per garantirle un futuro migliore. Seppure tra molteplici incertezze e nonostante la grettezza di una coppia di amici, tutto sembra procedere per il meglio ma un elemento inatteso provvederà a turbare la pace delle coscienze.
Sono fratelli, uno pediatra ospedaliero l’altro avvocato di successo, e non potrebbero essere più diversi. Anche le rispettive mogli. I figli, adolescenti, sono amici e dopo una festa ammazzano di botte una barbona. Poi tornano a casa come se niente fosse. Un video sull’episodio finisce a “Chi l’ha visto”. I genitori lo vedono e vanno in crisi. In modo inaspettato. Diversi cambiamenti rispetto al libro di Herman Koch, La cena (2009) – che si svolge interamente durante la cena al ristorante (ed era già stato portato sullo schermo con Het Diner nel 2013) – lo rendono, soprattutto nella parte finale, meno efficace e poco plausibile. Il fatto che il regista stesso e i critici sui giornali riportino la trama del film parlando dell’omicidio perpetrato dai 2 amorali adolescenti come di “una bravata”, e non si parli mai dell’anaffettività dei 4 genitori, troppo presenti dove non dovrebbero, assenti dove invece sarebbe necessario, la dice lunga su quello che il film racconta, specchio di questi tristi tempi. Ottimo quartetto di interpreti “in parte”.
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