Duranti i difficili e sanguinosi lavori di costruzione della ferrovia tra l’Atlantico e il Pacifico si svolge la storia d’amore tra la figlia di un macchinista e un sorvegliante. La ragazza sposa un bandito per salvare l’amato, e quando il marito muore ucciso dai suoi uomini, i due si riuniscono.
Lo scienziato e inventore dr. Plonk che vive nel 1917 con un assistente sordomuto, la moglie, un cane e una cameriera quasi invisibile, scopre che il mondo finirà nel 2008, ma non ha le prove per dimostrarlo. Fabbrica una macchina del tempo e, per uno sbaglio, si ritrova 10 000 anni prima in una tribù di cannibali. Riesce a tornare. Dopo vari tentativi approda nel 2007 e, vedendo la tv, crede di aver trovato le prove: è un trailer di un film catastrofico. Tornato nel 1917 convince il Primo Ministro a viaggiare con lui e finisce in carcere nel futuro. Stravagante, dinamico come un balletto, conciso, non parlato con didascalie, questo film di uno dei più talentuosi registi australiani rischia di essere ripetitivo nel vorticoso susseguirsi di gag buffe, ma ha una graziosa originalità nel parafrasare il cinema comico muto di Chaplin, Keaton, Lloyd, ispirandosi anche alla primitiva magia di Meliès. Scomponibile in 3 parti: la vita di Plonk (con la mimica arguta di N. Lunghi) fino al primo viaggio, i continui spostamenti avanti e indietro nel tempo, la finale condizione di esule forzato.
Il giovane cantante Marc Stevens, artista squattrinato che si guadagna da vivere esibendosi negli ospizi, si trova in un bosco quando la sua vettura si blocca sotto la pioggia e dovrà trovare rifugio in una locanda…
Nel 1906 a Londra intraprendente giornalista indaga su un’organizzazione segreta che elimina le persone indegne del loro incarico, ma s’innamora del capo. Commedia giallo-nera tratta da un paradossale romanzo incompiuto di Jack London, assai godibile per i dialoghi spiritosi, la finezza ironica (nella 1ª parte) e la bella compagnia d’interpreti.
Agnese compie i diciotto anni mentre vive con una madre molto devota e frequenta la parrocchia locale dove sta per compiere una promessa di castità fino al giorno delle nozze. Stefano ha venticinque anni, un passato difficile e un presente in cui deve cercare di conservare l’incarico di custode di un parcheggio che confina con un campo rom. La sua famiglia sta per essere sfrattata e ha bisogno del suo aiuto. Il loro incontro farà nascere un sentimento speciale che implica delle scelte importanti, in particolare per Agnese.
Coniugi in crisi decidono di recarsi in Messico per ottenere un veloce divorzio. Il migliore amico di lui cerca di approfittarne subito. Ovvero come sprecare una squadra di bravi attori in una commedia insulsa col solo scopo (fallito) di far quattrini. Buon coreografo di Broadway, J. Donohue non ebbe fortuna come regista di cinema. Morì a 76 anni senza lasciare un buon film.
Paz è la striscia inventata da Andrea Pazienza, morto nel 1988, ed è un cult per gli appassionati di fumetti. Siamo a Bologna, alla fine degli anni ’70. Tre storie si intrecciano e scorrono parallele durante una sola giornata, dalle quattro del mattino all’alba del giorno successivo. I tre personaggi sono: Pentothal, un artista del sud molto pigro, Enrico Fiabeschi, studente fuoricorso, Massimo Zanardi, altro studente malandato e quasi cattivo. Le tre storie scorrono parallele senza mai incrociarsi, e raccontano il disagio di quella generazione ed il loro modo di opporsi ad un tipo di società e di vita che non li soddisfa.
Gennaio 1982. Sergio Segio, uno dei fondatori del gruppo armato Prima Linea, organizza l’evasione dal carcere di Susanna Ronconi, sua compagna di lotta e di vita. Durante l’azione, Sergio rievoca la sua vita, il suo percorso politico, le azioni di Prima Linea, le uccisioni da loro rivendicate, l’omicidio del giudice Alessandrini, la morte in scontri a fuoco di alcuni compagni di lotta, l’arresto di Susanna, il rapimento del generale USA Dozier. Ispirato al libro Miccia corta , firmato dal comandante Sirio – lo stesso Segio, che l’ha poi disconosciuto -, scritto tra gli altri da Petraglia e prodotto dalla Lucky Red di Occhipinti e dai fratelli Dardenne (“è la storia di un omicida che voleva un mondo migliore”), il film di De Maria ha suscitato polemiche prima di essere girato, prima di uscire nelle sale e anche dopo. Più concentrato sulla vita dei due personaggi che non sull’analisi politica di quegli anni, è “una storia d’amore di due che nella vita sono terroristi”, come dice uno dei Dardenne, e ha il merito innegabile di rendere l’idea dell’assurdità e della lucida follia del pensiero, delle scelte e delle azioni di molti giovani nell’incubo degli anni ’70 e ’80. Non era facile, il rischio era alto, dato il tema, e la presenza di due “divi” lo accresceva. Lavorando sul togliere, sul trattenere, sullo smussare, De Maria ci è riuscito.
Orfano di madre, Luca soffre per la freddezza del padre, tutto preso dal lavoro e dall’amore per Veronica. Durante una vacanza invernale, malato di leucemia, muore tra le braccia del babbo. Strappalacrime a tempo pieno che espone il suo sentimentalismo come una bandiera alla finestra.
In una Los Angeles immaginaria un gruppo di poliziotti si concede ogni tipo di licenza, spacciando droga o estorcendo prestazioni sessuali attraverso il ricatto. In un mondo in cui la legge non esiste e le regole del buonsenso sono ribaltate, è possibile trovare una borsa di denaro in cortile o incontrare un poliziotto che cerca disperatamente di sfondare nel mondo della musica elettronica.
Dolph Springer si sveglia una mattina e si rende conto di aver perso l’amore della sua vita, il suo cane Paul. La ricerca del fidato amico lo porterà a cambiare se stesso e quelli che incontra.
Una notte, in una centrale di polizia delle banlieue, Buron, un commissario malfidato e nervoso, interroga Louis Fugain intorno a un cadavere rinvenuto ai piedi del suo palazzo. L’interrogatorio è costantemente interrotto da un assistente guercio, stupido e molto zelante. Tra pause caffè interminabili e flashback, che ritornano sul luogo del crimine per illustrare le dichiarazioni dei testimoni e la testimonianza del sospetto, Fugain vivrà la notte più lunga della sua vita. Perché Buron non gli crede è ha deciso di fargli sputare il rospo.
L’azione del film si svolge in due spazi temporali. Il vecchio guida il figlio attraverso la foresta e allo stesso tempo giace sotto le sue cure, costretto a letto da una malattia terminale.
Il film tenta di rappresentare la zona di confine tra la vita e la morte. Esamina il difficile rapporto di comprensione tra padre e figlio. Il titolo foresta, ispirato a un sogno insolito, è una metafora della raccolta di tutti i destini umani.
Un poliziotto si infiltra in una banda di hooligans per individuarne i capi. Progressivamente si lascia prendere dal clima di machismo diffuso e di riti di gruppo. I tifosi esasperati sostituiscono pian piano i compagni di lavoro. Alla fine c’è un hooligan in più. Il cinema inglese riesce ad offrire un ritratto credibile di un mondo che va studiato per poterne comprendere le dinamiche.
Jane Hot sbarca ad Hong Kong per cercare il marito Luis, un fotoreporter misteriosamente scomparso. La aiuta e la corteggia l’affascinante avventuriero americano Hank Lee, che riesce a liberare Luis dal battello cinese dove è tenuto prigioniero, a causa di un’inchiesta giornalistica che sta svolgendo. E poichè Jane e Luis non vanno più d’accordo, sarà Hank ad avere l’amore della bella signora.
Una banda rapisce a scopo di estorsione la figlia di un magnate. Dopo il colpo, i complici litigano e si fanno fuori. Rimane vivo Francis, alquanto distrutto dall’accaduto, a cui non rimane che liberare la giovane.
Un film di Richard Donner. Con Julia Roberts, Mel Gibson, Patrick Stewart Titolo originale Conspiracy Theory. Giallo, durata 134 min. – USA 1997. MYMONETRO Ipotesi di complotto valutazione media: 3,15 su 13 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Jerry Fletcher (Gibson) è uno sciroccato taxista di New York che soffre in modo acuto della sindrome del complotto. Sembra un mattoide, ma non lo è: c’è qualcosa nel suo passato che ha dimenticato, ma che potrebbe ricordare. Se ne convince il procuratore Alice Sutton (Roberts), figlia di un incorruttibile giudice assassinato, che diventa con lui il bersaglio di una potente sezione deviata della CIA. Prodotto da Joel Silver per la Warner e scritto da Brian Helgeland (Oscar per L.A. Confidential ), è un thriller che rielabora un tema di Telefon (1977) di Don Siegel e, pur in modo allusivo, fa del famoso romanzo di Salinger Il giovane Holden il suo referente letterario. “Osservato con più attenzione, Jerry è una versione quasi perfetta del giovane Caulfield in età adulta… e come Holden è un romantico sotto mentite spoglie” (A. Zaccuri). Storia stramba, in bilico sull’assurdo, che incuriosisce, tiene sulla corda, copre bene le sue carte con una certa originalità nei particolari e sagaci scene d’azione.
Un film di Francesco De Robertis. Con Domenico Modugno, Franco Fabrizi, Tania Weber, Dario Michaelis.Avventura, b/n durata 85 min. – Italia 1952. MYMONETRO Carica eroica valutazione media: 2,78 su 9 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Durante la seconda guerra mondiale un reggimento di cavalleria italiano compie la sua ultima carica contro le batterie russe. Muoiono quasi tutti. Sopravvive il cavallo dell’eroe, l’Albino ferito agli occhi.
Ray Peterson si reca a trascorrere un periodo di vacanze in solitudine nell’abitazione che possiede alla periferia della città. Il giovane ambisce alla pace e alla tranquillità, ma ben presto si accorge di strani eventi che avvengono nella casa dei vicini.
La moglie di un nobile inglese è turbata dalla corte che le fa un ricco americano e pensa addirittura di abbandonare il marito. Questi vuole battersi con il rivale, ma i duelli non si addicono più ai nostri tempi e l’inglese decide di lasciare piena libertà di scelta alla consorte, dichiarandosi pronto a riprenderla nel caso lei s’accorgesse d’aver fatto un errore. Questa è la mossa che convince la tentennante signora a rimanere con il legittimo consorte.
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