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Regia di Arnaud Desplechin. Un film Da vedere 2015 con Mathieu AmalricLou Roy-LecollinetQuentin DolmaireLéonard MattonDinara DrukarovaCast completo Titolo originale: Trois Souvenirs de ma Jeunesse. Genere Drammatico – Francia2015durata 120 minuti. Uscita cinema mercoledì 22 giugno 2016 distribuito da Bim Distribuzione. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: – MYmoro 4,17 su 7 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Dopo un soggiorno in Tagikistan, Paul Dédalus, antropologo francese, rientra a Parigi. Fermato dalla polizia di frontiera, viene interrogato da un funzionario della DGSE (i servizi segreti esteri francesi). Paul Dédalus deve spiegare l’esistenza di un suo perfetto omonimo, un ebreo russo nato il suo stesso giorno, rifugiato in Israele e morto da qualche anno e da qualche parte in Australia. Paul cerca nei ricordi e risale il tempo, indietro fino all’infanzia, alla morte per suicidio della madre, alla sua giovinezza coi fratelli e il padre vedovo inconsolabile, il suo incontro con la dottoressa Behanzin, all’origine della sua vocazione per l’antropologia, e quello con Esther, il suo primo e struggente amore.
È un nome che dona al film di Arnaud Desplechin il suo primo respiro. Chi è Paul Dédalus? Chi è quest’uomo che confrontato con un’identità parallela si mette a sondare la sua? E cosa definisce un uomo? Il nome, la data e il luogo di nascita scritti sul passaporto? Oppure i ricordi incalzanti che si contendono lo spazio nella sua memoria, scrivendo giorno dopo giorno i capitoli di un romanzo intimo? Facciamo un passo indietro. Paul Dédalus è l’eroe de I miei giorni più belli ma il suo nome viene da lontano. Alter ego di James Joyce venuto al mondo con “Ritratto dell’artista da giovane” e poi ‘cresciuto’ nel suo “Ulisse”, Dédalus è il doppio finzionale di Desplechin concepito nel 1996 (Comment je me suis disputé…ma vie sexuelle) e incarnato da Mathieu Amalric. Dodici anni dopo riemerge bambino in Racconto di Natale e sotto il tetto della grande casa roubaisienne della matriarca Junon/Deneuve, diciannove anni dopo ritorna in un film-fiume declinato in tre capitoli che gradualmente crescono in ampiezza e durata, accompagnando il protagonista dall’infanzia all’età adulta.
Seguendo il modello stabilito da François Truffaut, Desplechin riprende il personaggio di uno dei suoi primi film per fargli vivere delle nuove avventure, passate e presenti. (Es)tratto da Comment je me suis disputé…(ma vie sexuelle), Paul Dédalus non è più lo stesso ma non è nemmeno un altro (ieri filosofo, oggi antropologo). Scarti e incoerenze (intenzionali) tra i due Dédalus rendono (im)possibile il proseguimento di un film nell’altro, cortocircuitando e riorganizzando tutto in un egopic che afferma il primato della soggettività e dell’introspezione.
Tuffato nella sua memoria, Paul Dédalus pesca tre ricordi, quelli del titolo francese (Trois souvenirs de ma jeunesse): il primo, breve e violento, fa eco alle opere passate del regista e ad altri grandi momenti del cinema sull’infanzia (Truffaut e PialatRossellini e Buñuel); il secondo rimanda a un altro mito fondatore del cinema di Desplechin, quello dello spionaggio (La Sentinelle), la belle aventure (la gita scolastica in URSS) serve all’autore per concepire un altro Paul Dédalus, il giovane ebreo a cui il nostro, personaggio eroico bigger than life, dona il suo passaporto per raggiungere Israele; il terzo, cuore battente del film, è consacrato al soggetto amato, Esther, adolescente dall’allure fatale che lo fa capitolare per sempre. Il souvenir conclusivo e più lungo è in sostanza un teen-movie, un film ‘per corrispondenza’ (tra Roubaix e Parigi), una storia d’amore ordinaria e magnifica e magnifica perché ordinaria. Un sentimento che non ha niente di eccezionale se non di essere stato vissuto e mai dimenticato.
Scandito dai turbamenti e dagli eccessi della passione, dalle lettere che gli amanti si scrivono e leggono guardando in ‘camera’, il terzo episodio si svolge sullo sfondo della caduta del Muro di Berlino che segna la fine dell’adolescenza e trasloca Paul a Parigi. E a Parigi il protagonista, che prende a pugni la vita e si lascia pestare dalla vita, avvia i suoi studi di antropologia ed elegge, dopo la zia, una nuova madre adottiva, la professoressa Behanzin che ha il nome di un re africano senza regno, eroe mitico della resistenza alla Francia coloniale. Egoista e passionale, Esther è la magnifica ossessione di Paul che apprende la vita, cresce, invecchia e si scopre ancora pieno di un “furore intatto” davanti al suo rivale, l’amico canaglia che lo derubò del suo ‘bene’, e al sentimento irriducibile per Esther, che ha amato, tradito, lasciato, ripreso, ripensato, rivissuto. Desplechin filma il loro desiderio adolescente in quello che ha di più grande e tragico: una libertà che aiuta a determinarsi e a diventare soggetto quando sei giovane, un ‘peso’ di cui non sai più che fare quando sei diventato grande. Creatura e creatore, Paul Dédalus è condiviso da Antoine Bui, Quentin Dolmaire e Mathieu Amalric.
Dei tre corpi-memoria (infanzia, giovinezza, maturità), l’ultimo pronuncia “je me souviens”, risorgendo gli altri in un tourbillon romanzesco, una riconfigurazione ininterrotta che prosegue oggi con un vero-falso prequel, che non si impone subito con evidenza ma trova progressivamente il suo battito. Un movimento retrospettivo che assume la forma del ricordo e un movimento di rilancio che lo rimette in circolo, incarnato in volti sconosciuti (Antoine Bui, Quentin Dolmaire) e splendidamente lontani dal loro doppio più àgé (Mathieu Amalric). Fantasma di carne e sangue con cui s’intendono senza vacillare nello spettatore il credito di un personaggio che non smette di sbocciare.

My Golden Days (2015) on IMDb
Dvd Napoli milionaria (1950)

Un film di Eduardo De Filippo. Con TotòDelia ScalaEduardo De FilippoTitina De FilippoLeda Gloria. continua» Commediab/n durata 102 min. – Italia 1950MYMONETRO Napoli milionaria ****- valutazione media: 4,13 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Eduardo trasporta in tv uno dei suoi drammi popolari. Attorno al nucleo centrale patetico, quasi tragico (la bambina del protagonista rischia di morire), si agitano mille macchiette della «città nera» nell’immediato dopoguerra.

Side Street Story (1950) on IMDb

Regia di Fabio D’InnocenzoDamiano D’Innocenzo. Un film Da vedere 2020 con Elio Germano, Tommaso Di Cola, Barbara RonchiGiulietta RebeggianiGabriel MontesiJustin KorovkinCast completo Genere Drammatico, – Italia2020durata 98 minuti. Uscita cinema lunedì 15 giugno 2020 distribuito da Vision Distribution. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 4,10 su 27 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Una calda estate in un quartiere periferico di Roma. Nelle villette a schiera vivono alcune famiglie in cui il senso di disagio costituisce la cifra esistenziale comune anche quando si tenta di mascherarlo. I genitori sono frustrati dall’idea di vivere lì e non altrove, di avere (o non avere) un lavoro insoddisfacente, di non avere in definitiva raggiunto lo status sociale che pensavano di meritare. I figli vivono in questo clima e ne assorbono la negatività cercando di difendersene come possono e magari anche di reagire.

Bad Tales (2020) on IMDb

Regia di Curtis Hanson. Un film Da vedere 1997 con Danny DeVitoKim BasingerRussell CroweKevin SpaceyGuy PearceJames CromwellCast completo Genere Poliziesco – USA1997durata 137 minuti. – MYmonetro 4,14 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nel 1952 a Los Angeles regnano corruzione, scandali, inganno, ambizioni sfrenate e già la droga. I personaggi principali sono 3 agenti della Squadra Omicidi, ambigui difensori della legge. Tratto dal romanzo (1990) di James Ellroy, sceneggiato dal regista con Brian Helgeland, è uno di quei polizieschi che esimono dal dovere di raccontare la trama, tanto è densa di personaggi e complicata nello sviluppo dei fatti, esposti in sequenza cronologica con un ritmo che non lascia un attimo di tregua, come ha insegnato Hawks. Hanson, regista di mestiere, ha dato il meglio di sé, specialmente nella scelta e nella direzione degli attori, ma anche l’ambientazione è talmente accurata che, se non fosse per il colore, sembrerebbe un nero d’epoca. Accolto con unanime favore dalla critica USA, è un riuscito poliziesco di prim’ordine. Efficace fotografia di Dante Spinotti. Due Oscar: attrice non protagonista (Basinger) e sceneggiatura non originale.

 L.A. Confidential
(1997) on IMDb
Poster Il silenzio degli innocenti

Un film di Jonathan Demme. Con Jodie Foster, Anthony Hopkins, Ted Levine, Charles Napier, Anthony Heald. Titolo originale The Silence of the Lambs. Thriller, durata 118′ min. – USA 1991. MYMONETRO Il silenzio degli innocenti * * * * - valutazione media: 4,14 su 60 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Dal romanzo (1988) di Thomas Harris. Una giovane recluta dell’FBI (Foster) è incaricata di far visita in carcere ad Hannibal Lecter (Hopkins), psichiatra pluriomicida, per ottenere informazioni su un assassino psicopatico che ha ucciso e scuoiato cinque donne. Le ottiene, ma in cambio deve raccontargli episodi del suo passato. Epilogo mozzafiato con il veleno nella coda. Memorabile thriller che inquieta, spiazza, turba. J. Demme vi conferma il suo talento visivo, la capacità di caricare le immagini di emozioni, la sagacia nel creare tensione senza cadere nel sensazionalismo, la tendenza wellesiana all’eccesso decorativo. Il personaggio di Lecter era già apparso in Manhunter-Frammenti di un omicidio (1986) di Michael Mann. 5 Oscar: film, regia, Foster, Hopkins e Ted Tally per la sceneggiatura.

 Il silenzio degli innocenti
(1991) on IMDb

Un film di Basil Dearden. Con Roger Moore, Hildegard Neil, Olga Georges-Picot, Anton Rodgers Titolo originale The Man Who Haunted Himself. Fantastico, durata 94 min. – Gran Bretagna 1970. MYMONETRO L’uomo che uccise se stesso * * - - - valutazione media: 2,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Un impegnato uomo d’affari, Harold Pelham (Roger Moore), rimane coinvolto in un incidente d’auto quasi mortale. Sottoposto a un’operazione, è soggetto a uno strano fenomeno sul tavolo operatorio quando per qualche istante sembra avere un doppio battito cardiaco. Tornato alla vita di ogni giorno, Pelham trova che qualcosa di molto strano sta accadendo: diverse persone sostengono d’averlo visto in circostanze e luoghi nei quali lui è sicuro di non essersi trovato. La paranoia aumenta quando Pelham si rende conto che la sua vita gli sta sfuggendo di mano, preda di un doppio se stesso alla cui esistenza crede solo lui. Ultimo film dell’ottimo Basil Dearden (1911-1971), autore di diversi film interessanti (Victim), è una delle rare occasioni in cui a Roger Moore, specializzato in parti ironiche, è stata data l’occasione di recitare un ruolo serio e drammatico. E Moore coglie l’opportunità con bravura, rappresentando con sottigliezza la progressiva inquietudine del protagonista, che scivola fuori dalla realtà senza motivo apparente, e la spavalda personalità del suo doppio. Criptico, ma genuinamente inquietante, il film non si prefigge di fornire una risposta realistica al mistero, ma di sprigionare arcano disagio, tratteggiando un fine ritratto psicologico di un uomo la cui vita è così metodica e vuota di contenuti morali da non meritare che la viva in prima persona

The Man Who Haunted Himself (1970) on IMDb

Regia di Vittorio De Sica. Un film Da vedere 1946 con Franco InterlenghiRinaldo SmordoniMaria CampiAniello MeleEnrico CigoliCast completo Genere Drammatico, – Italia1946durata 90 minuti. Uscita cinema lunedì 6 febbraio 2023 distribuito da Cineteca di Bologna. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 Valutazione: 5 Stelle, sulla base di 5 recensioni.

Gli sciuscià sono i ragazzini lustrascarpe (dall’americano “shoe-shine” che significa, lustrare le scarpe). Si guadagnano qualche spicciolo sulle scarpe dei soldati americani a Napoli, siamo nel 1945. Pasquale e Giuseppe vogliono comprarsi un cavallo. Raccogliere i soldi necessari solo lustrando sarebbe impossibile così si fanno invischiare in una faccenda di mercato nero e finiscono in riformatorio, dove incontrano una realtà orrenda che li mette a dura prova, compromettendo la loro stessa amicizia. Durante un tentativo di fuga uno dei ragazzi muore cadendo da un ponte, l’amico, prima di essere ripreso dalle guardie, lo tiene, disperato, fra le braccia. Il primo capolavoro di De Sica divenuto successo oltre confine, premiato con un Oscar. Lo sguardo è per i ragazzi, un tema carissimo al regista che aveva già firmato I bambini ci guardano. Nel ’48, con Ladri di biciclette, De Sica finiva la sua trilogia dei bambini. Registriamo la magnifica performance di Franco Interlenghi che sarebbe diventato un volto indispensabile di quel cinema. Sciuscià è uno dei titoli che hanno costruito la leggenda del cinema italiano di quella stagione, leggenda per il mondo. Apriva una strada che sarebbe rimasta solo nostra.

Shoeshine (1946) on IMDb

Risultati immagini per Victim deardenUn film di Basil Dearden. Con Dennis Price, Sylvia Sims, Dirk Bogarde Drammatico, Ratings: Kids+13, b/n durata 100′ min. – Gran Bretagna 1961. MYMONETRO Victim * * * - - valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Un giovane proletario (McEnery) accusato di furto non si discolpa per non rivelare la propria omosessualità e non compromettere l’avvocato Farr (Bogarde), sposato, con cui ha avuto una breve e casta relazione. Quando dei ricattatori minacciano di diffondere la notizia, il giovane si uccide per proteggere il matrimonio e la carriera di Farr che, allora, decide con coraggio di portare i ricattatori in tribunale. Scritto da Janet Greer e John McCormick, è il 1° film nella storia del cinema in cui si pronunciano le parole omosessuale e omosessualità. In un dialogo si dice anche che il 90% dei casi di ricatto nell’Inghilterra di quegli anni coinvolgeva gli omosessuali. Nonostante una certa cautela di fondo, il merito principale di Dearden e dei suoi sceneggiatori consiste nell’onestà con cui analizza il meccanismo che porta i gay a nascondersi e con cui raffigura il protagonista, pronto a dare dignità alla sua relazione e a combattere per legittimarne l’esistenza. Negli USA il film non ottenne il visto di circolazione e fu distribuito nel circuito d’essai. La maggior parte dei critici nordamericani, compresa la spregiudicata e reazionaria Pauline Kael sul “New Yorker”, non mandarono giù il rospo. “Il film legittimava da un lato problemi sociali considerati spiacevoli e dall’altro convalidava l’esistenza di omosessuali che non fornivano occasioni di risate alla maggioranza. In una parola, Victim era un guastafeste” (V. Russo). Bogarde in gran forma e la Sims ottima nella parte della moglie amorevole.

 Victim
(1961) on IMDb

Un film di Eduardo De Filippo. Con Eduardo De Filippo, Pupella Maggio, Luca De Filippo, Lina Sastri, Angelica Ippolito Teatro, – Italia 1977.

Altra edizione della celebre commedia. Luca, il figlio di Eduardo, subentra al posto di De Vico, che tenne per circa vent’anni il ruolo del figlio dispettoso.

Natale in casa Cupiello (1977) on IMDb

Risultati immagini per Carlito's WayUn film di Brian De Palma. Con Al Pacino, Sean Penn, Penelope Ann Miller, John Leguizamo, James Rebhorn. Drammatico, durata 144′ min. – USA 1993. MYMONETRO Carlito’s Way * * * * - valutazione media: 4,18 su 87 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Dai romanzi Carlito’s Way (1975) e After Hours (1979) di Edwin Torres. Ambientato nel 1975 a Harlem, il ritratto di Carlos Brigante, malavitoso portoricano che tenta invano di cambiare vita, la traiettoria di un destino che ha per traguardo una morte violenta. Almeno 4 sequenze di rilievo in questo opus n° 22 di B. De Palma, uno dei suoi migliori, tutto narrato in flashback; 2 forti interpretazioni di A. Pacino (doppiato benissimo da Giancarlo Giannini) e S. Penn, una sapiente sceneggiatura di David Koepp. Unico difetto di questo film neoromantico, vicino al noir più che al gangster: il convenzionale tema nostalgico della malavita che “non è più quella di una volta”.

Carlito's Way (1993) on IMDb

Un film di Frank Darabont. Con Tim Robbins, Morgan Freeman, Bob Gunton, William Sadler, Clancy Brown. Titolo originale The Shawshank Redemption. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 140′ min. – USA 1994. MYMONETRO Le ali della libertà * * * * - valutazione media: 4,39 su 86 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Dal racconto Rita Hayworth and the Shawshank Redemption di Stephen King (nel volume Stagioni diverse). 1946: direttore di banca, condannato per l’uccisione della moglie e del suo amante, è inviato al carcere di Shawshank. L’amicizia con un ergastolano nero e la competenza fiscale lo aiutano a sopravvivere. È il più intelligente e sottovalutato dramma carcerario in linea con la migliore tradizione hollywoodiana (claustrofobico, violento, garantista, liberale) con 2 novità: il tema della durata (il tempo che passa) e i connotati sociali del protagonista, vittima di un errore giudiziario. Le mozartiane Nozze di Figaro in una sequenza d’antologia di un film dove il rispetto delle convenzioni assume le cadenze serene e rasserenanti del cinema classico, impregnato di un generoso umanesimo. Esordio registico dello sceneggiatore F. Darabont.

 Le ali della libertà
(1994) on IMDb

Regia di Luc DardenneJean-Pierre Dardenne. Un film Da vedere 2016 con Adèle HaenelJérémie RenierOlivier GourmetFabrizio RongioneThomas DoretCast completo Titolo originale: La fille inconnue. Genere Drammatico, – Belgio2016durata 113 minuti. Uscita cinema giovedì 27 ottobre 2016 distribuito da Bim Distribuzione. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 2,92 su 6 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Jenny sta per lasciare l’ambulatorio presso cui lavora in seguito alla interessante e remunerata offerta di lavoro che le hanno fatto. Una notte, dopo l’ora di chiusura, decide di non aprire a chi sta imperiosamente suonando. Il giorno successivo viene trovato il cadavere senza identità di una ragazza e il video di sorveglianza mostra che era la donna a cui non ha aperto. Jenny è ossessionata dal bisogno di scoprire chi era e che cosa è successo. È il senso di colpa che muove la dottoressa protagonista – personaggio di cui non si sa pressoché nulla – di un film raccontato e sviluppato come un thriller, sullo sfondo di una società sempre più arida e individualista, dove l’umanità è indifferente (quando non cattiva), assente, priva di solidarietà. Nonostante la brava Haenel, non è del tutto riuscito. Giustamente battuto da Loach a Cannes 2016.

The Unknown Girl (2016) on IMDb

Regia di Michael Dudok de Wit. Un film Da vedere 2016 Titolo originale: La tortue rouge. Genere Animazione, – FranciaBelgio2016durata 80 minuti. Uscita cinema lunedì 27 marzo 2017 distribuito da Bim Distribuzione. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 4,46 su 5 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Fuori dal tempo, su un’isola deserta, un naufrago cerca la salvezza. Poi dall’oceano arriva una imponente e misteriosa tartaruga. Con le sorprendenti e struggenti musiche di Laurent Perez del Mar e senza dialoghi, una riflessione sull’uomo, sul suo essere incompleto a vivere solo, sul suo legame fortissimo con la natura, sulla vita e sulla morte. Prima co-produzione internazionale dello Studio Ghibli, è una favola metaforica nel descrivere le tappe della natura umana, potente nel suo minimalismo, ipnotizzante nel suo disegno, animato a mano con acquerello e carboncino.

 La tartaruga rossa
(2016) on IMDb

Regia di Stanley Donen. Un film Da vedere 1954 con Jane PowellHoward KeelJeff RichardsRuss TamblynTommy RallMarc Platt (II)Cast completo Titolo originale: Seven Brides for Seven Brothers. Genere Commedia musicale – USA1954durata 103 minuti. – MYmonetro 4,47 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Nell’Oregon dei fratelli tagliaboschi giovani e prestanti hanno difficoltà a trovar moglie. Per risolvere la situazione compiono una specie di moderno ratto delle Sabine. Canzoni di Johnny Mercer e Gene de Paul. Oscar per la direzione musicale di A. Deutsch e S. Chaplin. Uno dei vertici della musical comedy con targa M-G-M e raro caso di musical che non deriva dal palcoscenico e che, anzi, diede origine a una versione teatrale, portata in giro per mezzo mondo. Ammirevole fusione di canto e danza, eleganza, ritmo, scatto. Un appropriato uso del Cinemascope per le ariose coreografie in esterni di Michael Kidd.

 7 spose per 7 fratelli
(1954) on IMDb
Locandina Mai di domenica

Un film di Jules Dassin. Con Melina MercouriTitos VandisGiorgos FoundasJules Dassin Titolo originale Pote tin kyriakiCommediaRatings: Kids+16, b/n durata 97 min. – Grecia 1960MYMONETRO Mai di domenica ****1/2 valutazione media: 4,50 su 6 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Un film interessante liberamente tratto dal Pigmalione di G.B. Shaw; uno studioso americano in Grecia rimane affascinato dalla classica bellezza di una prostituta.

Never on Sunday (1960) on IMDb

Un film di Edward Dmytryk. Con John Wayne, Anthony Quinn, Fely Franquelli Titolo originale Back to Bataan. Guerra, Ratings: Kids+13, b/n durata 95 min. – USA 1945. MYMONETRO Gli eroi del pacifico – La pattuglia invisibile * * * - - valutazione media: 3,00 su 1 recensione.
Uno degli episodi bellici più drammatici della storia bellica degli Stati Uniti rivive nella rievocazione di Edward Dmytryck. Una cronaca di guerra asciutta e amara, con un John Wayne monumentale e un impareggiabile Anthony Quinn. Il film è proposto in versione b/n e in versione colorizzata e contiene le immagini d’archivio della storica battaglia di Baatan.
Seconda Guerra Mondiale, nelle Filippine. Il colonnello Madden, aiutato dal sergente Bonifacio, ingaggia un gruppo di mercenari per attaccare le forze giapponesi. La loro iniziativa permetterà alle truppe americane di sbarcare a Bataan?

Back to Bataan (1945) on IMDb
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Risultati immagini per La Passione di Giovanna D'Arco

Un film di Carl Theodor Dreyer. Con Michel Simon, Renée Falconetti, Eugène Silvain, Maurice Stutz Titolo originale La passion de Jeanne d’Arc. Storico, Ratings: Kids+16, b/n durata 110′ min. – Francia 1928. MYMONETRO La passione di Giovanna d’Arco * * * * 1/2 valutazione media: 4,61 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari

Processo e morte sul rogo di Jeanne d’Arc (1412-31), giovane contadina lorenese, concentrati in un sola giornata (14 febbraio 1431): la Pulzella d’Orléans raccontata come vittima e martire, donna che soffre, opponendo intelligenza, umiltà e la sua solitudine ai giudici di Rouen. Uno dei capolavori del muto, e un vertice nella carriera del danese Dreyer che si serve del primo piano (quasi metà del film) per risolvere l’arduo problema del film storico: col primo piano compensa il tempo con lo spazio e riporta al presente lontani fatti storici: il volto umano come specchio dell’anima e del suo destino. Fondato sulla plasticità dell’inquadratura e sui valori ritmici del montaggio, è in un certo senso il capolavoro dell’espressionismo e, forse, l’unico film espressionista non contaminato da elementi letterari e teatrali. Splendido bianconero di Rudolf Maté. La 1ª edizione durava 110 minuti circa (2210 m); nel 1952 fu rieditata, senza scrupoli filologici, in 85 minuti da G.M. Lo Duca con l’aggiunta di una colonna sonora e musiche di Albinoni, Vivaldi, Scarlatti, Bach. Nel 1981, in un istituto psichiatrico norvegese, fu ritrovata una copia, proveniente dal negativo originale distrutto in un incendio, che ha dato origine a una 3ª edizione più completa.

The Passion of Joan of Arc (1928) on IMDb
I dieci comandamenti (1956) - Streaming | FilmTV.it

Regia di Cecil B. De Mille. Un film Da vedere 1956 con Charlton HestonYul BrynnerAnne BaxterEdward G. RobinsonYvonne De CarloDebra PagetCast completo Titolo originale: The Ten Commandments. Genere Storico – USA1956durata 221 minuti. – MYmoro 4,91 su 16 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Cecil Blount De Mille è un regista che ha firmato opere di grandissima popolarità che, paradossalmente, non sono le sue migliori. Tutti ricordano i suoi “colossi” come Sansone e Dalila, ma personalmente ritengo che De Mille abbia dato il meglio nei western, dove aveva una sua misura particolare e grande riconoscibilità. Basta ricordare La conquista del West, un western del ’36 già perfettamente adulto, tre anni prima di Ombre rosse, e poi La via dei gigantiGiubbe rosse e Gli invincibili, quasi tutti con Gary Cooper.
Tuttavia dicendo De Mille si dice Dieci comandamenti, che è un’opera meritevolissima, beninteso, un titolo che non ha mai trovato posto in nessuna delle classifiche nobili, proprio per le sue caratteristiche di troppa spettacolarità, popolarità, artificio. De Mille voleva soltanto piacere al pubblico, dargli ciò che voleva. John Ford riconosceva questa sua capacità, e in un certo senso gliela invidiava. Nei Dieci comandamenti tutto è perfetto: l’aspetto degli attori, i costumi, le armi, la natura, gli edifici, i trucchi, la musica, le inquadrature. È tutto così stilizzato e calligrafico da far invidia al più avanzato dei registi pubblicitari.

Locandina 35 Rhums

Un film di Claire Denis. Con Alex DescasGrégoire ColinNicole DogueMati DiopEriq Ebouaney. continua» Drammaticodurata 100 min. – Francia, Spagna, Germania 2008.

Dopo la perdita della moglie, Lionel cresce da solo la figlia Josephine, dedicandole ogni pensiero e ogni cura, al termine del turno di lavoro come autista della metropolitana. Jo, studentessa di antropologia, lo ricambia con devozione assoluta, ma Lionel è cosciente che è giunto il momento che si renda più autonoma e cominci a vivere la propria vita.
Ogni film ritaglia una fetta spazio-temporale dalla torta di tutte le storie possibili. 35 Rhums, di Claire Denis, ritaglia esattamente lo spazio-tempo sospeso tra il momento in cui la vita precedente dei due protagonisti si è fermata e quella nuova non è ancora cominciata e il momento in cui tutto cambia, senza far rumore. Quando li incontriamo, padre e figlia non sono pronti per il mondo esterno, si proteggono ancora l’un l’altro, cullati dalla musica dei Tindersticks, pronti a farsi famiglia allargata per ospitare il cuore solitario della vicina di pianerottolo e quello palpitante del vicino di sopra, l’unico bianco della compagnia. Jo studia il terzo mondo, ne critica la dipendenza dai paesi sviluppati, cerca tra le carte dei pensatori la via per l’autonomia. Lionel combatte con la dipendenza economica da un lavoro ipnotizzante, in bilico tra accettazione e rassegnazione. Tra loro hanno trovato un equilibrio, fatto di un amore grande e di alcuni gesti piccoli ma sempre presenti -un bacio, uno sfiorarsi di mani- potenziati da una fisicità sconosciuta alla famiglia occidentale.
È curioso, come in un film non apparentemente incentrato sulla sceneggiatura e invece fatto di interpretazione e di fotografia (Agnès Godard) dei sentimenti, il colpo di scena ci sia, centralissimo e magistrale turning point, travestito da temporale notturno che manda all’aria un concerto e riunisce i quattro personaggi in un caffé, recidendo improvvisamente la quiete precaria e liberando le passioni trattenute. La bolla che aveva tenuto protetti Jo e il padre scoppia, da un momento all’altro, e il film -fino a quel momento fatto di interni e di abitudini rassicuranti- si avventura allora in un piccolo viaggio fuori strada, sperimenta una notte all’aperto (vero addio al nido), si arrende all’epifania di un futuro che era già presente, bastava solo far scoppiare la bolla. Ma ogni film, come ogni storia d’amore, ha bisogno del suo tempo e a nulla varrebbe forzarlo.
Di amore e di libertà, disserta dunque, con profondità e delicatezza, 35 Rhums , e di come è fondamentale che procedano insieme.

35 Shots of Rum (2008) on IMDb

Locandina Hi, Mom!Un film di Brian De Palma. Con Robert De Niro, Lara Parker, Gerrit Graham, Allen Garfield. Commedia, durata 87′ min. – USA 1970. MYMONzETRO Hi, Mom! * * 1/2 - - valutazione media: 2,68 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Rubin, reduce dal Vietnam, si stabilisce a New York e vuole realizzare un film-verità riprendendo di nascosto ciò che avviene nel palazzo di fronte. Finale dinamitardo. Seguito ideale di Ciao America (1968), questo bizzarro dramma satirico è, nel suo stravagante anticonformismo, un film non riuscito, ma non privo di intelligenti invenzioni come antologia di pratiche voyeuristiche. Per i fans di De Palma.

Hi, Mom! (1970) on IMDb