Gli esperimenti del dottor Xavier conducono alla scoperta di un siero che permette alla vista di attraversare qualsiasi ostacolo. Lo scienziato lo sperimenta su se stesso, con effetti superiori alle aspettative. L’entusiasmo è tale che Xavier non ascolta i prudenti consigli degli amici e quando un collega tenta di fermarlo, lo uccide in un impeto d’ira. Braccato dalla polizia, l’uomo si rifugia in un luna park dove si adatta a fare il veggente e il guaritore. Ben presto, però, Xavier si rende conto che il potenziamento della vista è un processo irreversibile, e per sopportare la luce del sole è costretto ad inforcare un paio di particolarissimi occhiali scuri rinforzati con piombo. Parabola mistico-religiosa, viaggio interiore di uno scienziato alla scoperta di una disperata verità, il film è sorretto da una buona sceneggiatura, impreziosito dalla fotografia di Floyd Crosby (già collaboratore di Murnau e di Flaherty) e dalla bella interpretazione di Ray Milland. Primo film a colori di Corman (qui nelle vesti di regista e produttore) girato in Spectarama. Gran parte degli effetti ottici sono artigianali ma abili trucchi di montaggio (ad esempio la proiezione rovesciata di alcune fasi della costruzione di un edificio) rendono allo spettatore le allucinate visioni del protagonista.
Dal romanzo (1939) di Agatha Christie: dieci persone invitate, e bloccate, su un’isola deserta, sono destinate tutte a morire perché tra loro sembra esserci un assassino implacabile. Ultimo dei 4 film hollywoodiani del francese Clair, sceneggiato da Dudley Nichols, e unico giallo a suspense della sua carriera, è un film poco clairiano, ma orchestrato con impeccabile ingegneria e recitato benissimo. Il titolo, in origine Ten Little Niggers, da una filastrocca inglese, fu poi cambiato perché ritenuto spregiativo.Le musiche sono di Mario Castelnuovo-Tedesco (1895-1968), compositore ebreo fiorentino emigrato negli USA a causa delle leggi razziali. Rifatto altre 3 volte nel 1966, 1974 (col titolo E poi non ne rimase nessuno), 1989 (per la TV). Sempre peggio.
Un misterioso individuo invita in una villa costruita al centro di un deserto una decina di persone. Appena arrivati, gli ospiti sono accolti dalla voce registrata del padrone di casa che li accusa di diversi delitti: uno alla volta cadono vittime del misterioso giustiziere finché due di loro, oltretutto innocenti, smascherano l’assassino e si mettono in salvo.
Maria è una giovane donna che si rifugia in una casa nel sud del Cile dopo essere fuggita da una colonia tedesca. Il processo di produzione del film si svolge durante una serie di mostre in cui León & Cociña hanno spostato il loro studio. In questo modo il pubblico può vedere lo sviluppo della preparazione del film come un lavoro in costante evoluzione.
Il film utilizza sia l’animazione disegnata che quella in stop motion , che quest’ultima utilizza vari oggetti per formare come argilla, vernice, carta e burattini, oltre a utilizzare una sequenza di inquadrature singola e ininterrotta per sembrare più un film a inquadratura singola (tranne la scena di apertura dal vivo).
Ho tolto la versione con hardsubeng e ne ho messa una senza hardsubeng ma con gsubita e eng selezionabili. Non credo esista versione in italiano, almeno io non l’ho trovata.
gsubita sta per subita tradotti con google, potrebbero esserci delle imprecisioni.
Un film di John R. Cherry III. Con Jim Paolo, Oliver Clark, Douglas Sales Titolo originale Ernest Saves Christmas. Commedia, durata 95 min. – USA 1988. MYMONETRO Ernesto salva il Natale valutazione media: 2,00 su 1 recensione.
Ernest deve aiutare Santa Claus ad avere un successore altrimenti non esisterà più il Natale.
Bob Harris è un divo della tv americana sul viale del tramonto: è a Tokyo per girare lo spot di un whisky, non parla giapponese, è insonne. Charlotte è una donna carina ma delusa: è a Tokyo al traino di suo marito fotografo di moda che non vede mai, non parla giapponese, è insonne. Anime simili che non possono che incrociarsi. Accade nei corridoi di un albergo, e da quel momento i due iniziano a farsi compagnia e a conoscersi meglio. Sofia Coppola sta dimostrando che buon sangue non mente. Avrebbe potuto ripercorrere la strada già battuta con ottimo esito ne Il giardino delle vergini suicide, suo film d’esordio. Invece affronta una commedia romantica che opera su due fronti. Da un lato lo straniamento di chi si trova in un Paese di cui non conosce la lingua. Dall’altro il nascere di un sentimento che, una volta tanto al cinema, non arriva al rapporto sessuale. La Coppola ha girato in sequenza (cosa piuttosto rara) per far sì che i due protagonisti (che non si conoscevano come i personaggi da loro interpretati) compissero nella realtà un percorso analogo a quello della finzione. L’esito è raffinato e brillante al contempo. La seconda prova (da sempre la più difficile) è stata superata con successo.
Il prototipo dell’eroe sfortunato che con il sacrificio riguadagna la propria dignità. Lo spadaccino monco a cui dà vita Jimmy Wang Yu è un’icona di riscossa tipica del cinema di Chang Cheh, uno dei due padri del wuxia pian: spregiudicato nello stile eccessivo, impareggiabile nell’epica action.
Giovane compositore di provincia evade dalla triste realtà quotidiana viaggiando in sogno attraverso i secoli e trovandovi belle donne innamorate finché si accorge che la felicità è a portata di mano. Clair voleva soltanto “divertire e far sorridere”. Ci riesce. Non è il suo film migliore, ma il più paradigmatico. E c’è Philipe, fulgido emblema di giovinezza.
Prodotto dalla casa indipendente fondata dallo stesso regista Park Chul-Soo, Green Chair ha partecipato al Sundance ed al festival di Berlino per poi approdare al Far East di Udine, senza ancora aver trovato una distribuzione in Corea, colpevole un concorso di censura e presunta inadeguatezza alle richieste di mercato. Quest’opera pare ripercorrere la strada segnata da tanti titoli coreani snobbati o rifiutati in patria, primo su tutti Lies di Jang Sun-Woo, costretti a fare la giostra tra i festival internazionali prima di trovare finanziatori disposti a sfruttarne la fama così acquisita. Mun-Hee, trentenne divorziata, viene arrestata perché colpevole di aver fatto sesso con un minorenne, Hyun. Una volta uscita di prigione, la donna incontrerà nuovamente il ragazzo e i due passeranno diversi giorni in un albergo fuori mano. Colta da insicurezza Mun-Hee tenterà di troncare la relazione, ma la determinazione di Hyun decreterà un ulteriore sviluppo del rapporto.
Sang -hyun, un sacerdote devoto e rispettato, decide di sottoporsi volontario ad un esperimento che mira a trovare un vaccino per il nuovo e terribile Emmanuel virus, ma viene infettato dal virus stesso e muore. Una trasfusione di sangue di provenienza ignota, però, lo riporta in vita come vampiro. Si sparge la voce che faccia miracoli e i bisognosi accorrono al suo letto d’ospedale.
In questo film, Romy Schneider interpreta il ruolo di Julia Kreuz, una donna che confessa al marito di aver abbandonato il figlio che aveva avuto sei anni fa. Lei si propone di trovarlo. Bussando alla porta della coppia che ha adottato il suo giovane figlio, Julia provocherà uno scandalo dal quale nessuno si riprenderà…
Non esiste versione in italiano. I subita sono stati tradotti con google, potrebbero esserci delle imprecisioni
Nel corso della rivoluzione bolscevica, una donna dalla mira infallibile ha ucciso quaranta nemici. Le viene affidato un prigioniero da trasferire. Durante il viaggio i due si innamorano ma lui, alla vista dei compagni, tenta di scappare…
Un film di Roger Corman. Con Ray Milland, Hazel Court, Richard Ney Titolo originale The Premature Burial. Horror, durata 81′ min. – USA 1961. MYMONETRO Sepolto vivo valutazione media: 2,71 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Terrorizzato dall’idea di essere sepolto vivo si fa costruire una bara speciale. Quando gli succede davvero, ne esce e si vendica. 3° dei 5 film di Corman ispirati ai racconti di E.A. Poe, unico in cui R. Milland sostituisce Vincent Price. Scritto da Charles Beaumont e Ray Russel e, come gli altri, affidato a Floyd Vrosby (fotografia) e Daniel Haller (scene). Ha il torto di avere un’azione statica e, dunque, un’atmosfera gotica che talvolta sembra fine a sé stessa invece di essere un veicolo di suspense e paura. Come il solito, emerge qua e là una vena di umorismo ironico. Milland efficace nelle scene oniriche.
Due vite parallele finché non s’incrociano. Lui è un medico del West a cui un gruppo di desperados uccide la moglie. Lei è una francesina che emigra con il marito (destinato anche lui a prematura fine) verso le terre selvagge del Nuovo Mondo. Un giorno s’incontrano…
Non ho trovato nè versione in italiano nè sottotitoli sincronizzati.
Una banda di delinquenti a gestione familiare (quattro fratelli con a capo la madre) decide di chiudere la carriera in bellezza con un sequestro di persona e poi ritirarsi a vita privata. La storia dei Barker è stata portata al cinema decine di volte.
Tre uomini e due donne fanno conoscenza su un treno per Nizza. Una volta a destinazione, vengono coinvolti in un delitto che non hanno commesso. Il caso e la dabbenaggine fanno sì che venga messo insieme un vero castello di prove che li inchioderebbe, se non fosse per l’intelligenza dell’ispettore che riesce piano piano a venire a capo di tutto. Ma non è finita: al ritorno a Roma i cinque si mettono ancora nei guai.
Mentre le forze alleate stanno sferrando il loro attacco alla Germania lo storico dell’arte Frank Stokes ottiene l’autorizzazione da Roosevelt in persona per mettere insieme un gruppo di esperti che cerchi di recuperare le opera d’arte che Hitler ha fatto portare via e nascondere in previsione della costruzione del mastodontico Museo del Fuhrer. In caso di sconfitta del Reich l’ordine è di distruggerle. Si viene così a creare una compagnia formata da due storici e un esperto d’arte, un architetto, uno scultore, un mercante, un pilota britannico e un soldato ebreo tedesco per le traduzioni. Escluso quest’ultimo i componenti del gruppo non hanno certo l’età dei combattenti ma la loro missione non è priva di pericoli. Chi cerca in questo film il Clooney regista di Good Night, & Good Luck. e di Le Idi di marzo rimarrà deluso mentre chi ricorda l’acuto e divertito rivisitatore di generi di In amore niente regole avrà l’occasione per godere di un film che non si vuole limitare però alla ricostruzione filologica innervata da riferimenti alla realtà storica. Perché la memoria corre a Il treno di John Frankenheimer ma anche, per la struttura di un gruppo costituito da personalità molto diverse tra di loro, a film che hanno ne La grande fuga il loro vertice. Clooney però ha un obiettivo diverso in questi tempi di omologazione di massa: ci vuole ricordare il valore dell’arte come elemento che va oltre le generazioni ed alimenta la stessa esistenza di ognuno di noi. Anche di coloro che ne sono ignari. Per questo sorge il sospetto che alcuni interventi di Stokes (che in realtà era il conservatore di Harvard Gerorge Stout) risultino didascalici ma siano finalizzati a fornire qualche elemento di base a spettatori a cui la scuola non li ha offerti. La scuola americana in primis ma non solo se, come ci ricordano Lodoli e Piccioni in Il rosso e il bluci sono studenti che chiedono se Piero della Francesca fosse un uomo o una donna (e non è una battuta di sceneggiatura). La pattuglia di uomini inadatti alla guerra ma pronti a rischiare la vita per delle opere d’arte non è formata da attempati Indiana Jones (anche se non mancano i carrelli della miniera e la Madonna di Bruges e il polittico di Ghent prendono il posto dell’Arca dell’Alleanza). Sono uomini (e una donna bollata dal marchio del collaborazionismo) che Clooney ci presenta nella loro umanità pur non rinunciando a qualche stereotipizzazione di troppo. L’onestà del regista e sceneggiatore emerge comunque sin dall’apertura quando Stokes mostra una diapositiva dell’Abbazia di Montecassino distrutta da un bombardamento. Che non fu opera dei nazisti ma delle forze alleate. In quel preciso momento riemergono nella mente le immagini del Museo Archeologico di Bagdad saccheggiato senza che nessuno degli occupanti facesse nulla per impedirlo. La storia si ripeteva. Film come questo ci invitano a riflettere. Non rinunciando allo spettacolo.
Gli studenti della Beatrice High School, in Nebraska, sono in fermento alla vigilia della rappresentazione scolastica dell’opera teatrale “L’esecuzione”. Lo spettacolo in preparazione è lo stesso che, vent’anni prima, aveva causato la morte di Charlie, il ragazzo che interpretava il personaggio principale, impiccatosi incidentalmente durante la recita. Spinti dal desiderio di onorare l’anniversario della tragedia, alcuni giovani provano a dare a quello spettacolo un finale migliore. Ma non tutti sono convinti della buona riuscita della rappresentazione. In particolare Reese, promettente giocatore di football che ha accettato la parte principale solo perché ha una cotta per la co-protagonista, Pfeifer, fervida appassionata di teatro. Il migliore amico di Reese, Ryan, uno sbruffone in cerca di bravate, convince il compagno e la sua fidanzatina Cassidy a entrare nella scuola deserta, la notte prima della recita, per danneggiare la scenografia. Ma non tutto andrà come previsto: i tre ragazzi scopriranno di non essere soli all’interno dell’edificio… A 16 anni di distanza dall’uscita in sala di The Blair Witch Project, il genere del found footage – horror in cui si adopera l’escamotage di ovviare alle pecche di un badget ridotto fingendo che il film sia stato girato con la videocamera di uno dei protagonisti – non è certo una novità. A dare nuova linfa vitale al genere ci ha già pensato, nel 2009, Paranormal Activity, che non ha mancato di inquietare le platee, pur con pecche evidenti. Forti degli incassi consistenti della saga, gli stessi produttori hanno dato credito a The Gallows, frutto della sceneggiatura e della regia degli esordienti Chris Lofing e Travis Cluff. Ma qui gli esiti non sono equiparabili a quelli di Paranormal Activity. La logica da filmato amatoriale, rigorosamente codificata per l’intero film, non riesce a nascondere i difetti di una sceneggiatura sin troppo scarna. Passi questo, dato che l’opera non ha chiaramente pretese elevate, i registi avrebbero dovuto spingere sull’acceleratore della tensione, provocando continuamente lo spettatore da horror con rumori sinistri e sequenze al cardiopalma. Invece, la prima parte del film si spreca nella presentazione dei personaggi, che ricalcano tutti gli stereotipi del genere “teen movie”, con la cheerleader, il bulletto e la promessa del football. Quando si entra nel vivo delle sequenze da casa infestata, la paura non è mai troppo grande o imprevedibile e l’inquietudine tipica dell’horror – che pure la location notturna e i rimandi alla tragedia di 20 anni prima dovrebbero suggerire – non viene mai evocata con decisione, se non in una sequenza a led rossi e nel colpo di scena finale. Ma ormai è troppo tardi per risollevare le sorti di un film privo di inventiva, che non è aiutato neppure dal giovanissimo cast di attori esordienti, non troppo convinti nell’urlare di terrore.
Da un libro di Patricia Highsmith. Un disegnatore parigino arriva in provincia e fa innamorare una ragazza. Ma la cosa suscita l’ira del fidanzato della giovane, che aggredisce il rivale. Un giorno il fidanzato scompare e la polizia sospetta il parigino di omicidio. Chabrol è sempre bravo, ma fa una fatica dannata a non scivolare in effetti di farsa (con quel protagonista menagramo all’ennesima potenza).
La vita e il dramma di Galileo Galilei. Il fisico italiano studia le stelle con un telescopio da lui perfezionato e dichiara che il Sole è posto al centro dell’universo. Processato per eresia dopo la pubblicazione delle sue teorie, Galileo preferisce ritrattare piuttosto che subire la tortura.
Le richieste di reupload di film,serie tv, fumetti devono essere fatte SOLO ED ESCLUSIVAMENTE via email (ipersphera@gmail.com), le richieste fatte nei commenti verrano cestinate.