Elisabetta I blandisce l’ambasciatore di Spagna, ma sottobanco non scoraggia il prode capitano Geoffrey Thorpe, che fa la guerra corsara per impossessarsi dell’oro spagnolo. Tratto da un romanzo di Rafael Sabatini, già filmato nel 1924. Scatto, brio, battaglie spettacolari, duelli. E. Flynn in gran forma. Film Warner giunto in Italia a guerra finita con un doppiaggio eseguito con voci di italiani emigrati.
Uno scultore sfigurato dal fuoco e dal cervello malato allestisce un museo di maschere di cera in cui a far da modelli, in tutti i sensi della parola, sono le sue vittime. Incredibile a dirsi, la storia deriva da un copione teatrale di Charles S. Belden. In questo film Warner è notevole l’uso del colore (Technicolor bicromico) che raramente nei vent’anni successivi fu impiegato in modo così funzionale e che mette in risalto le suggestive scenografie. Ma anche la perfetta struttura narrativa e i pittoreschi personaggi di contorno contribuiscono alla felicità del risultato. Rifatto 2 volte, senza contare le numerose imitazioni.
Avvenne vicino a Sebastopoli il 24 ottobre 1854: un reggimento di ussari inglesi fu massacrato “per il re e per la patria”. La guerra di Crimea e il massacro di Balaklava mistificati in chiave eroica, sulla scorta di un famoso poema di Alfred Tennyson, per la maggior gloria di E. Flynn superstar. Sceneggiatura di M. Jacoby, R. Leigh. Prodotto da Warner Bros. Sono passati più di 60 anni, eppure la carica è ancora molto eccitante. Episodio rievocato da Tony Richardson in I seicento di Balaklava (1968) in tono critico.
Casalinga sciattona si separa dal marito e, per soddisfare le ambizioni della figlia viziata (Blyth), lavora come cameriera finché diventa proprietaria di una catena di ristoranti. Si risposa con un aristocratico (Scott) di bella presenza, facile da governare. Chi uccide il secondo marito? 6 nomination, 1 Oscar per J. Crawford sopra le righe. Dal romanzo (1941) di James Cain, un melodramma nero in forma di ritratto di donna ambiziosa, aggressiva ma vulnerabile. Bravi attori alle prese con personaggi poco credibili. Ottima fotografia.
S’incontrano nel principale porto del Marocco nel 1941 poliziotti francesi, spie naziste, fuoriusciti antifascisti, avventurieri di rango, piccoli sciacalli. L’americano Rick Blaine, proprietario di un bar, aiuta Ilsa, la donna che amava (e ama ancora) e suo marito, perseguitato politico, a lasciare in aereo la città. Film mitico sul quale il tempo sembra non avere presa, oggetto di culto per le giovani generazioni di mezzo mondo, amalgama perfetto di toni, generi, archetipi e stereotipi dell’immaginario collettivo, memorabile galleria di personaggi grandi e piccoli. È la più sottile opera di propaganda antinazista realizzata durante la guerra e la più decisiva eccezione alla teoria del cinema d’autore. Ebbe 3 Oscar (film, regia, sceneggiatura). La sua fonte è Everybody Comes to Rick’s, testo teatrale di Murray Burnett e Joan Allison che non era mai stato messo in scena e che fu sceneggiato dai Julius J. (1909-2000) & Philip G. (1909-52) Epstein e Howard Koch. Uscito in Italia verso la fine del 1945 in una versione censurata nei dialoghi per opera di qualche funzionario, presumibilmente ex fascista: eliminati i riferimenti ai fascisti italiani e tolto il personaggio del capitano Tonelli che all’aeroporto fa il saluto romano. Circola in TV anche in edizione colorizzata.
È la storia romanzata dell’amore travagliato tra Elisabetta e il conte di Essex, tra intrighi di corte, tradimenti, decapitazioni. Tratto da Elizabeth the Queen di Maxwell Anderson, è un insieme di tableaux senza vita, resi più brillanti, talvolta, da scenografie pittoresche o espressioniste. B. Davis trabocca di manierismi. E. Flynn manca di tono e di colore. Nel 1939 M. Curtiz diresse 4 film e mezzo.
Verso il 1300 a.C. il medico egiziano Sinuhe si trova coinvolto in intrighi politici, mentre il faraone Akenaton tenta di realizzare una riforma religiosa.
Uno studioso di criminologia è riuscito a crearsi un perfetto alibi per un omicidio commesso. Ucciderà altre tre persone che lo sospettavano, sempre creandosi nuovi alibi.
Robin di Locksley, detto Robin Hood, vive nella foresta di Sherwood a capo di un gruppo di simpatici fuorilegge. Salva un poveraccio, che ha ucciso un cervo per fame, dalla spada dello sceriffo di Nottingham e poi irrompe col cervo sulle spalle proprio nel salone del banchetto dello sceriffo. Aggredito riesce a fuggire. Nella foresta fa prigioniera Lady Marian, cugina di re Riccardo, per il quale Robin Hood si batte contro l’usurpatore Giovanni Senza Terra. Lo sceriffo cerca in ogni modo di contrastare il ritorno del legittimo re, ricorrendo a ogni intrigo.
Vita, imprese, successi, affetti di George Michael Cohan (1878-1942), attore, autore, compositore, ballerino, una vera istituzione del teatro americano, il primo uomo di spettacolo a vedersi, da vivo, dedicare un film biografico. Per molti critici americani, un vero capolavoro nel suo genere; per noi europei un tantino troppo sentimentale e patriottico. Vale, comunque, soprattutto per l’interpretazione (premiata con un Oscar insieme alla direzione musicale e al suono) di J. Cagney: grande, grandissimo attore. Osservatelo come canta e balla la canzone del titolo originale: “Yankee Doodle Dandy”. Contagioso.
Storia romanzata e poco attendibile di un pregevole suonatore jazz di cornetta, Bix Beiderbecke (il musicista bianco del dixieland), morto nel 1931 all’età di ventotto anni. Il film narra la sua ascesa, la crisi sentimentale che gli fa trascurare la professione, la lenta risalita. Molto belle le musiche.
Una donna dolce e apparentemente remissiva è sposata con un banchiere burbero e autoritario al quale, però, riesce a far fare quello che vuole. Il marito, infatti, è in fondo un brav’uomo che ama teneramente sia la moglie che i suoi quattro figli. Un giorno il poveraccio si lascia scappare di non essere battezzato. La consorte, in men che non si dica, riuscirà a trascinarlo in chiesa.
Dal romanzo (1922) di Rafael Sabatini: chirurgo irlandese, condannato da un tribunale britannico per aver curato un ribelle ferito, viene inviato in un bagno penale. Diventato pirata nel mar dei Caraibi, si riscatta combattendo contro i francesi. Prodotto dalla Warner, ben sceneggiato e dialogato da Casey Robinson, ricco di briose sequenze d’azione,magnificamente fotografato (Hal Mohr, Ernest Haller), interpretato da un E. Flynn in gran forma è uno dei più scattanti film di pirati mai realizzati. Eccellente colonna musicale del compositore austriaco Erich Wolfgang Korngold, al suo esordio a Hollywood. Il romanzo di Sabatini era già stato filmato nel 1925 da D. Smith. Il personaggio fu ripreso da L. Hayward in Le avventure di Capitan Blood (1950) e Il corsaro (1952).
L’investigatore Philo Vance è chiamato a risolvere il caso della morte misteriosa di un collezionista d’arte orientale. Sembra un suicidio, ma Vance scopre che è un omicidio, collegato con la rivalità tra espositori a una mostra canina di Long Island. Tratto da uno dei 12 romanzi gialli di S.S. Van Dine, è l’ultimo e il migliore dei 4 Philo Vance di W. Powell anche per merito dell’accorta regia di M. Curtiz (ritmo, atmosfera, cura dei particolari, direzione degli attori) che in quello stesso anno diresse per la Warner altri 4 film. Rifatto nel 1939 con Calling Philo Vance. Fu il 1° distribuito in Italia.
Dal romanzo (1904) di Jack London: i superstiti di un naufragio, causato dalla nebbia, nella baia di San Francisco sono raccolti da una nave, comandata da un capitano dispotico e psicopatico che si rifiuta di sbarcarli. Scoppia un ammutinamento. Epilogo tragico. Sceneggiata da Robert Rossen con qualche verbosità, diretta con mano sapiente, sostenuta da contributi tecnici di prim’ordine (fotografia di Sol Polito, musiche di Erich Wolfgang Korngold), è la migliore delle tante versioni del romanzo, filmato 3 volte nel muto (1913, 1920, 1925) e altre 5 volte nel sonoro (1930, 1950, 1958, 1993 per la TV e, in Italia, 1975 con lo stesso titolo e con la regia di Giuseppe Vari).
Tratto da un racconto di Robert Buckner, il film parla del mandriano Webb Weston che, giunto nella città di Dodge City dove regna l’illegalità e la violenza, assume l’incarico di sceriffo.
Durante la guerra civile, dalle miniere del Nord viene inviato al Sud, di contrabbando, oro. Una ragazza del servizio segreto viene incaricata di incrementare gli invii. Durante la sua missione rocambolesca e ricca di intrighi, conosce un capitano del controspionaggio avversario.
Il noto criminale Rocky Sullivan, dopo aver scontato una pena in carcere, torna nel quartiere dove era cresciuto e scopre di essere l’idolo dei ragazzi del rione che addirittura intendono imitare le sue gesta. Padre Connelly, che in gioventù rischiò di essere rinchiuso in casa di correzione assieme a Rocky, si accorge dell’influenza criminale che il gangster può avere sui ragazzi che egli invece cerca di salvare. Scongiura Rocky di cambiar vita. Gli uomini della gang di Rocky cercano di sopprimere il sacerdote ma due di loro vengono uccisi dal gangster stesso che viene condannato alla sedia elettrica. Padre Connelly lo scongiurerà di non morire da eroe ma di sfatare quel mito a cui i ragazzi sono legati