Category: Coen Joel ed Ethan


Locandina italiana Il grinta

Un film di Ethan Coen, Joel Coen. Con Jeff Bridges, Matt Damon, Josh Brolin, Hailee Steinfeld, Barry Pepper. Titolo originale True Grit. Western, Ratings: Kids+16, durata 110 min. – USA 2010. – Universal Pictures uscita venerdì 18 febbraio 2011. MYMONETRO Il grinta * * * 1/2 - valutazione media: 3,75 su 139 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Mattie Ross è una quattordicenne fermamente intenzionata a portare dinanzi al giudice, perché venga condannato alla pena capitale, Tom Chaney l’uomo che ha brutalmente assassinato suo padre. Per far ciò ingaggia lo sceriffo Rooster Cogburn non più giovane e alcolizzato ma ritenuto da tutti un uomo duro. Cogburn non vuole la ragazzina tra i piedi ma lei gli si impone. Così come, in un certo qual modo, gli verrà imposta la presenza del ranger texano LaBoeuf. I tre si mettono sulle tracce di Chaney che, nel frattempo, si è unito a una pericolosa banda.
“I malvagi fuggono quando nessuno li insegue”. Con questo passo dal Libro dei Proverbi si apre il film che rappresenta l’ennesima sfida dei Coen. Questa volta i due registi decidono di confrontarsi al contempo con un genere che hanno (seppure a modo loro) già esplorato (il western) e con un’icona del cinema di nome John Wayne. Non era un’impresa facile realizzare un remake del film di Henry Hathaway che fece vincere l’Oscar al suo protagonista. Ma, come sempre, i Coen riescono a costruire un’opera totalmente personale pur rispettando (più dell’originale) lo spirito del romanzo di Charles Portis a cui la sceneggiatura si ispira.
Già la citazione biblica ne è un segno. Mattie è spinta a cercare giustizia da un carattere assolutamente determinato e lontano dall’iconografia della donna del West (Calamity Jane, Vienna/Joan Crawford e pochi altri esempi a parte) ma anche da un fondamentalismo che ha radici religiose. I Coen eliminano visivamente il prologo proponendo la vicenda come un flashback della memoria della donna Mattie. Una donna divenuta troppo precocemente tale perché nata in un mondo in cui dominano l’ignoranza (“Mia madre sa a malapena fare lo spelling della parola cat”) e la morte.
È un film sul distacco, sulla perdita, sulla separazione Il Grinta. Mattie non bacerà il cadavere del padre (per quanto sollecitata) ma assisterà all’impiccagione di tre condannati due dei quali potranno esprimere il loro pentimento o la loro rabbia. Il terzo non potrà farlo: è un nativo pellerossa. La stessa Mattie però dormirà nella stanza mortuaria accanto ai cadaveri degli impiccati. Da quel momento avrà inizio un lungo percorso in cui Rooster Cogburn, detto Il Grinta, sarà una sorta di disincantato ma al contempo dolente Virgilio pronto a raccontare di sé e del suo confronto quotidiano con una morte inferta o subita. Mattie lo vedrà per la prima volta non mentre arriva in città con i malfattori catturati (come nel film del 1969) ma emergere progressivamente alla visione mentre in tribunale gli viene chiesto conto degli omicidi (a favore della Legge certo ma sempre omicidi) compiuti. Jeff Bridges è perfetto nel rendere quasi tangibile questa figura di uomo della frontiera cinematograficamente in bilico tra la classicità e lo spaghetti-western.
Si lascia The Duke Wayne alle spalle e affronta un viaggio in un genere destinato a proporre, incontro dopo incontro e scontro dopo scontro, una riflessione su un modo di concepire il confronto sociale non poi troppo distante da quello in atto in questi nostri difficili tempi. Perché, non dimentichiamolo, anche il più apparentemente astratto film dei Coen morde sempre (e con grande lucidità) sul presente.

True Grit (2010) on IMDb

Edit 4 Agosto 2024: sostituita versione 480p solo ita con ottima 1080p ita/eng

Regia di Ethan CoenJoel Coen. Un film Da vedere 2018 con James FrancoBill HeckEthan DubinBill FosterGrainger HinesCast completo Titolo originale: The Ballad of Buster Scruggs. Genere CommediaDrammaticoMusicalWestern – USA2018durata 132 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,64 su 6 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un vecchio libro che contiene sei storie sul vecchio West apre le sue pagine per trasferirle, una dopo l’altra sullo schermo. Si va da Buster Scruggs pistolero cantante fino a una diligenza stipata di persone dirette passando attraverso impiccagioni e filoni d’oro.
I Coen, come è praticamente loro regola, minimizzano. Affermano di aver scritto dei racconti western e di aver poi desiderato di metterli insieme come nei film a episodi degli anni Sessanta italiani. Volevano i migliori registi disponibili e sono lieti che entrambi (cioè loro) abbiano accettato.

The Ballad of Buster Scruggs (2018) on IMDb

Regia di Joel Coen. Un film Da vedere 2003 con George ClooneyCatherine Zeta-JonesBilly Bob ThorntonGeoffrey RushJulia DuffyCast completo Titolo originale: Intolerable Cruelty. Genere Commedia – USA2003durata 100 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 – MYmonetro 3,43 su 13 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Marilyn Rexroth nutre un’autentica vocazione per il denaro che accumula collezionando, come figurine, mariti miliardari.Tra lei e i sogni a più zeri, lui, Miles Massey avvocato brillante di Beverly Hills, che prima la incastra, poi la sposa, poi le soccombe e poi la redime,si redime, irrimediabilmente. Tornano i fratelli Coen con una commedia feroce a camminare lungo i marciapiedi assolati “degli angeli”;a raccontare,questa volta, co-sceneggiati e all’ombra di ville iperboliche, della classe alto-borghese, quella annoiata intorno ad asettiche piscine “depurate” da poco opportuni amanti. Si avviano così le pratiche di divorzio,si organizzano cinicamente strategie post-matrimoniali dove gli avvocati drammatizzano, proprio come in un film dei Coen, persone e azioni con l’unico scopo di vincere, vincere e vincere. Massey, allora, costruisce davvero la sua perfettissima storia, anticipando successi e sconfitte del cuore,il suo, fino al romanticissimo epilogo sulle labbra Marilyn. Incredibile macchina spettacolare, quella dei Coen, governata dall’armonia totale degli elementi che dentro al loro cinema si corrispondono come una melodia. Una melodia che si avvia dalla “parola”, quella scritta,autoriale e definitiva dei Coen, quella che gli attori, pure superlativi, devono solo “dire” perchè al pubblico della prima come dell’ultima fila,arrivi nella sua “intollerabile” perfezione.

Intolerable Cruelty (2003) on IMDb
Risultati immagini per Babbo Bastardo

Un film di Terry Zwigoff. Con Billy Bob Thornton, Brett Kelly, Tony Cox, Lauren Graham, Lauren Tom. Titolo originale Bad Santa. Commedia, durata 91 min. – USA, Germania 2003. uscita venerdì 26 novembre 2004. MYMONETRO Babbo bastardo * * * - - valutazione media: 3,12 su 26 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


C’era bisogno di un Babbo Natale veramente bastardo, da chiamare mocciosi i bambini che siedono simpaticamente sulle sue ginocchia esprimendo desideri di regali festosi? La risposta è si. Il film prodotto dai Coen Brothers fa ridere cinicamente, con le sue volgarità gratuite e il suo tasso alcolico da coma etilico.
Willie è il Santa Claus in questione, accompagnato da un simpatico nanetto di colore vestito da folletto. Entrambi trascorrono l’anno in attesa del mese di dicembre, in cui vestendosi da festa, assoldati dal department store del caso, divertono a modo loro i bambini che accorrono a frotte, per poi svuotare, la notte della vigilia, la cassaforte con il malloppo. Nell’anno in corso, Willie è sempre ubriaco, e il suo ruolo da Babbo che cammina a zig-zag, illuminato solamente da un bambino timido e grassottello che lo perseguita, insospettisce il gestore del negozio (un imbolsito John Ritter, pace all’anima sua) e il responsabile della sicurezza. Il colpo questa volta non è così semplice.
Caustico e irriverente nei dialoghi, con un Billy Bob Thornton perfetto, alcolista come nella vita, Babbo bastardo, o meglio Bad Santa, non sarà ricordato come il film dell’anno, ma è un perfetto antagonista dei film buonisti in sala a Natale. Non vi preoccupate, la dolcezza è garantita dal ragazzino monoespressivo che con i suoi rotolini di grasso, riesce perfino a conquistare un uomo che desidererebbe un figlio a forma di bottiglia di Bourbon.

Bad Santa (2003) on IMDb

Edit 16/4/2024 sostituita versione 576p con 1080p.

L’unico film da vedere a Natale, altro che una poltrona per due..:-)

Regia di Joel CoenEthan Coen. Un film Da vedere 1987 con Nicolas CageHolly HunterTrey WilsonJohn GoodmanWilliam ForsytheFrances McDormandCast completo Titolo originale: Raising Arizona. Genere Comico – USA1987durata 93 minuti. – MYmonetro 3,26 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Considerata una prova registica minore dei fratelli Coen, la pellicola non è avulsa da intenti pedagogici che sfociano a tratti in una visione statica, non tanto dell’interiorità dei protagonisti, quanto dell’assenza di una serrata fluidità avvincente tra le varie sequenze. Qui, come ovunque, troviamo la capacità singolare di travalicare i generi filmici e come rumore di sottofondo quel costante odore di western misto a uno sconfinato orgoglio di frontiera, dove il solo limite per la sempre cantata America (in questa pellicola celebrata nello stesso titolo) è data da un confine che è l’antinomia stessa del concetto di confine: l’Oceano. Allo stesso modo i loro personaggi (spesso cuciti su attori professionisti di nota fama) sembrano “strabordare” di continuo. Ma se il paradosso diviene più che una chiave di lettura il leit motiv dell’intento registico dei geniali fratelli, violando sempre le colonne d’Ercole della credibilità e verosimiglianza (dato restituitoci da una sinossi che sposa un criminale con una sbirra americana), questa pellicola è il riverbero di personaggi che si incastrano in una legenda di significati folkloristici, talmente surreali da divenire archetipi ma pur sempre fuori dall’apnea dei luoghi comuni del cinematografo da botteghino. Plot eccessivo nella sua dicotomica linearità (da un lato Nathan Arizona, magnate dei divani e capace di inseminazioni da parto plurigemellare, dall’altro un comunissimo criminale da due cents perdente dapprima nella fecondità e poi nel lavoro e nella credibilità) e non privo di un certo eco reazionario in cui l’avversione dei fratelli Coen al governo dell’epoca si staglia sulla rappresentazione esasperata di due ceti agli antipodi, sullo sfondo degli anni ’80. L’opera rimane ancora oggi una promessa più che una partita chiusa e le pellicole successive ne sono l’esatta conferma.

Raising Arizona (1987) on IMDb

Regia di Ethan CoenJoel Coen. Un film Da vedere 2016 con Josh BrolinGeorge ClooneyAlden EhrenreichRalph FiennesScarlett JohanssonCast completo Titolo originale: Hail, Caesar!. Genere Commedia nera, – USA2016durata 106 minuti. Uscita cinema giovedì 10 marzo 2016 distribuito da Universal Pictures. – MYmonetro 3,27 su 7 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

1951, teologia e comunismo a Hollywood. E tante risate. Un produttore cattolico (Brolin in formissima, fusione di 2 pezzi da 90 della Hollywood degli anni d’oro: Eddie Mannix, vicepresidente della M-G-M, e il suo capo ufficio stampa Howard Strickling) manda abilmente avanti e preserva l’illusione di quella fabbrica di sogni che è Hollywood. Nell’arco di una giornata, si destreggia tra la repressione morale, lo sconvolgimento socio-politico, la black list di McCarthy, e riconduce sulla retta via le star sotto contratto del suo Studio. Lo scopo è evitare scandali da prima pagina (deliziosa Swinton nel doppio ruolo di reporter). Clooney è un centurione romano convertito sotto la croce di Cristo nella produzione Ave, Cesare! La Johansson fa il verso a Esther Williams in La ninfa degli antipodi , mentre Tatum danza sulle orme di Gene Kelly. I Coen hanno fabbricato una commedia spensierata. Un’ironia colta con memorabili citazioni rende omaggio alla produzione cinematografica degli anni d’oro di Hollywood. Un’ironia dissacrante prende in giro un’epoca che non c’è più con quella catena di montaggio di film in costume… da bagno, da cowboy, da ballerino, da antico romano… dove l’atmosfera surreale di metacinema è resa magicamente da una assortita galleria di personaggi irresistibili e (con)vincenti. Come per i loro film passati, i 2 fratelli utilizzano una voce fuori campo (Michael Gambon) per dare una brezza fiabesca.

Hail, Caesar! (2016) on IMDb

Regia di Ethan CoenJoel Coen. Un film con Tom HanksIrma P. HallMarlon WayansJ.K. SimmonsTzi MaRyan HurstCast completo Titolo originale: The Ladykillers. Genere Commedia – USA2004durata 104 minuti. – MYmonetro 3,06 su 19 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Devota della chiesa battista, una vecchia e vispa vedova nera prende a pigione nella sua villetta di una cittadina in riva al Mississippi un finto professore di logorroica eloquenza che prepara un colpo grosso in un vicino casinò con quattro complici di scadente competenza tecnica. Lei li scopre, loro progettano di eliminarla… I fratelli Coen, anche coproduttori, hanno estrapolato dall’ottima sceneggiatura di William Rose per La signora omicidi (1955) la spina dorsale e l’umorismo nero, eliminando tutto il resto (anche la dimensione caustica, purtroppo) e sostituendolo con l’ambientazione diversa, personaggi altrimenti caratterizzati, non poco stereotipati, e una colonna musicale straripante di gospel. Oltre a un corvo e a un cane con maschera antigas, fanno parte dell’azione Pickles, gatto rossiccio, e il ritratto di Othar, defunto marito dell’impagabile signora Munson cui rimane il bottino a dimostrazione che la fede in Dio e i principi morali pagano. Hanks (doppiato da Massimo Rossi) si diverte col linguaggio fiorito e le poesie di Poe del suo facondo ciarlatano, ma la Hall gli ruba spesso la scena.

The Ladykillers (2004) on IMDb

Mister Hula Hoop - Film (1994) - MYmovies.it

Regia di Joel Coen. Un film Da vedere 1994 con Jennifer Jason LeighPaul NewmanTim RobbinsCharles DurningJohn MahoneyBruce CampbellCast completo Titolo originale: The Hudsucker Proxy. Genere Commedia, – USA1994durata 111 minuti. Uscita cinema lunedì 1 agosto 1994 distribuito da Warner Bros Italia. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: Film per tutti – MYmonetro 3,13 su 4 recensioni tra criticapubblico e dizionari.
 
Un giovane ingenuo e inesperto viene messo a capo di una multinazionale dopo il suicidio del titolare: lo scopo è che provochi il fallimento dell’azienda, cosicché gli autori dell’intrigo possano rilevarla per nulla e farla tornare a prosperare.
 Mister Hula Hoop
(1994) on IMDb
Poster A Serious Man

Regia di Joel CoenEthan Coen. Un film Da vedere 2009 con Michael StuhlbargRichard KindFred MelamedSari LennickAdam Arkin.Cast completo Genere Commedia – USAGran BretagnaFrancia2009durata 105 minuti. Uscita cinema venerdì 4dicembre 2009 distribuito da Medusa. – MYmonetro 3,98 su 171 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Da qualche parte nel Mid West, 1967. Larry Gopnik è un professore di fisica con poche pretese e molti guai. La moglie gli preferisce il più serio Sy Ableman e vuole un divorzio rituale per (ri)sposarsi nella fede, il figlio fuma spinelli e ascolta i Jefferson Airplane in attesa di celebrare il suo Bar mitzvah, la figlia lava principalmente i capelli e gli ruba il denaro per rifarsi il naso, il fratello russa sul suo divano e redige un diario sul calcolo delle probabilità, uno studente coreano lo corrompe col denaro e lo minaccia di diffamazione, una bella vicina si offre nuda ai raggi del sole e al suo sguardo, un vicino di casa taglia la sua erba sempre meno verde. Travolto da una messe di guai, Larry si rivolge a uno, due e tre rabbini per ascoltare la parola di Hashem e interpretare la sua volontà. In attesa di una cattedra all’Università, dell’esito delle lastre e dell’arrivo dell’uragano, Larry insegue la strada per diventare un mensch, un uomo serio.
Come sempre, dietro e prima di ogni storia coeniana c’è un piccolo evento, un incontro fortuito, una notizia di cronaca, un romanzo o addirittura un poema in versi, insomma ogni cosa può diventare pretesto e scintilla per avviare la giostra dell’assurdo e lo splendore registico dei fratelli di Minneapolis. Questa volta il sipario si alza su uno shtetl polacco dove un uomo, una donna e un supposto dybbuk (un’anima posseduta) interagiscono e parlano una lingua antica e minoritaria, l’yiddish. Un secolo dopo e in un continente altro, i Coen voltano pagina e piombano nel Mid West attraverso un auricolare che suona “Somebody to love” nell’orecchio di un indisciplinato studente ebreo. Il prologo, avulso dalla storia che segue ma iscritto nel corpo del film, favorisce il gioco interpretativo e lo impone come strumento necessario e come parte integrante della sceneggiatura. Frammento estraneo alla vicenda dominante che tuttavia la presenta e la connota in senso ebraico. 
Come già dimostrato da Marge, l’agente incinta di Fargo, nel più stupido dei mondi possibili che annichilisce i soggetti, c’è spazio anche per “l’uomo ordinario” per il quale la realtà non è a tutti i costi il peggior mondo possibile. Per questa ragione il dio-regista a due teste si diverte a tormentare Larry Gopnik, a giocargli irridenti scherzi (la morte di un grasso avvocato), rovesciandone repentinamente prospettive ed attese.
A serious man si impegna a raccontarci l’impossibilità di una famiglia (e di una vita) perfetta e l’irraggiungibilità di una felicità inattaccabile. La telefonata di un medico o l’occhio di un ciclone possono abbattersi impietosi, costringendo nella riserva onirica dell’immaginazione gli impossibili desideri di un uomo semplice, di un marito improbabile ma probabilmente innamorato. 
Il professore ebreo di Michael Stuhlbarg come il drugo Lebowski e il barbiere “che non c’era” vengono trascinati in un’incredibile sciarada di disavventure contro la propria radicale apatia. Sospeso tra l’orrore per il caos della vita e la noia esistenziale, Larry si rivolge a tre rabbini per non precipitare nel vuoto e in un movimento insensato. La risposta è un grande buco di senso intorno al quale i Coen fanno scorrere le azioni dei personaggi. L’yiddish e l’ebraico diventano lingue morte di un rituale ormai privo di significato che il rabbino Marshak converte nel linguaggio e nei versi rock dei Jefferson Airplane prima dell’uragano e della fine (del film? Di tutto?). 
Ancora una volta i Coen tendono fino all’estremo la corda, sfiorando un happy end, per poi capovolgere tutto con il colpo di coda dell’ultima battuta e dell’ultima inquadratura. Battuta e inquadratura che azzerano e (insieme) moltiplicano qualsiasi dubbio sul senso ultimo del film. Cabalistico.

A Serious Man (2009) on IMDb
Poster A proposito di Davis

Un film di Joel Coen, Ethan Coen. Con Oscar Isaac, Carey Mulligan, Justin Timberlake, Ethan Phillips, Robin Bartlett. Titolo originale Inside Llewyn Davis. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 105 min. – USA, Francia 2013. – Lucky Red uscita giovedì 6 febbraio 2014. MYMONETRO A proposito di Davis * * * 1/2 - valutazione media: 3,73 su 99 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


C’era una volta la capitale indiscussa del folk, quel Greenwich Village a partire dal quale Bob Dylan avrebbe cambiato la storia della musica. Ma questa storia comincia prima, quando la musica folk è ancora inconsapevolmente alla vigilia del boom e i ragazzi che la suonano provengono dai sobborghi operai di New York e sono in cerca di una vita diversa dalla mera esistenza che hanno condotto i loro padri. Llewyn Davis è uno di questi, un musicista di talento, che dorme sul divano di chi capita, non riesce a guadagnare un soldo e sembra perseguitato da una sfortuna sfacciata, della quale è in buona parte responsabile.
Anima malinconica e caratteraccio piuttosto rude, Llewyn è rimasto solo, dopo che l’altra metà del suo duo ha gettato la spugna nel più drastico dei modi, e ha una relazione conflittuale con il successo, condita di ebraici sensi di colpa, purismo artistico e tendenze autodistruttive. Appartiene alla categoria più fragile e più bella dei personaggi usciti dalla mente dei fratelli Coen, come Barton Fink o Larry Gopnik (A serious man), così come il film appare immediatamente come il ritorno ad un progetto più intimo rispetto all’ultimo Il Grinta. E tuttavia A proposito di Davis, nei confini di uno spazio limitato a pochi ambienti (l’unica possibilità di fuga si rivela un altro fallimento) e di una sola settimana di tempo (arrotolata in una circolarità tipicamente coeniana), è una celebrazione dell’arte – della musica, ma anche e più che mai del cinema – amara e sentita, tutt’altro che contenuta.
Per quanto il lavoro di rievocazione storica dell’ambiente musicale e degli ambienti in generale (è il 1961, l’anno di Colazione da Tiffany, qui omaggiato dalle finestre che si aprono sulle scale antincendio e da un gatto senza nome, destinato a riuscire nell’impresa giusto per far sentire Llewyn ancora più perdente) sia uno dei protagonisti indiscussi del film, è in un una scena molto diversa che si nasconde il suo cuore. Su un palco in penombra, senza appigli che non siano una sedia e una chitarra, e ad un certo punto più nemmeno quest’ultima, Llewyn canta la sua struggente ballata per il produttore. È un momento di emozione pura, al termine del quale, il potente interlocutore guarda il protagonista e sentenzia: non si fanno soldi con quella roba. E in questa chiusa comica e micidiale, i Coen dicono tutto, dell’arte e dell’industria, forse anche del loro stesso film, con la consueta ironia e il consueto cinismo.
Ispirato in parte al memoir del folk singer Dave Van Ronk (“The Mayor of MacDougal Street), A proposito di Davis è anche una piccola summa del cinema precedente dei fratelli di Minneapolis, fatto di incontri enigmatici, facce incredibili, bizzarre riunioni canore attorno ad un microfono, tragicomici doppi. Perché in due è meglio.

Inside Llewyn Davis (2013) on IMDb
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Barton Fink - È successo a Hollywood - Film (1991) - MYmovies.it

Un film di Joel Coen, Ethan Coen. Con Michael Lerner, John Turturro,John Goodman,JudyDavis, John Mahoney.Drammatico, durata 114 min. – USA 1991. MYMONETRO Barton Fink – È successo a Hollywood * * * 1/2 - valutazione media: 3,58
 
Vincitore a Cannes, unico nella storia del Festival, di tre premi: miglior film, migliore regia e migliore attore. John Turturro, qui nella sua più significativa interpretazione, è un commediografo piuttosto presuntuoso che vive a New York. Se ne infischia delle critiche benevole e si sente rappresentante dei bassi ceti sociali. Viene scritturato ad Hollywood per scrivere un film sulla lotta libera interpretato da Wallace Beery (siamo negli anni Trenta). Dapprima è restio, ma poi accetta e viene alloggiato in un albergo, un tempo rinomato, ormai in disfacimento. Conosce così il vicino di stanza che dice di essere un rappresentante e poi uno scrittore che ammira. Quest’ultimo però deve molto alla sua assistente che passerà una notte con il commediografo. Con molto sarcasmo e bravura formale i fratelli Coen firmano il loro miglior lavoro assieme al precedente Crocevia della morte. Grande anche l’interpretazione di John Goodman ( True Stories e Arizona Junior), dall’enorme mole.
Barton Fink (1991) on IMDb

Un film di Ethan Coen, Joel Coen. Con Tommy Lee Jones, Javier Bardem, Josh Brolin, Woody Harrelson, Kelly MacDonald. Titolo originale No Country for Old Men. Thriller, durata 122 min. – USA 2007. – Universal Pictures uscita venerdì 22 febbraio 2008. MYMONETRO Non è un paese per vecchi * * * 1/2 - valutazione media: 3,51 su 553 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Dopo due omicidi a freddo di un serial killer lucidamente folle (Bardem), la storia comincia con Moss (Brolin) che s’imbatte nel deserto in un camioncino circondato da cadaveri. Nel portabagagli un carico di eroina e una valigetta con 2 milioni di dollari. Nell’andarsene col denaro, innesca una reazione a catena di violenze letali che nemmeno un paziente e disincantato sceriffo (Jones) riesce ad arginare. Il Texas del romanzo (2005) di Cormac McCarthy, che la Paramount Vantage ha messo a disposizione dei fratelli Coen, è un paese di morti e per morti, un assolato universo fuori dal tempo ma non dalla Storia. Che cos’è il loro 13° film: un western? un noir? L’uno e l’altro, e qualcosa di diverso. Non c’è cinefilia compiaciuta né nostalgia del passato e dei suoi miti in questa sfilata di cadaveri putrefatti dal sole. Con la loro scrittura classica, ma ricca di scarti e sottrazioni, deviazioni e stonature calcolate, i Coen hanno messo insieme una gelida metafora del nostro tempo. Coinvolge, fa aspettare, sorprende, persino diverte, ma lascia dentro un inesprimibile malessere. Tutti interpreti funzionali ai personaggi con un Bardem assassino periodico che mette spavento. Colpo di genio e di coraggio: colonna musicale praticamente assente. 4 Oscar: film, regia, sceneggiatura non originale, attore non protagonista (Bardem). 2 Globi d’oro: sceneggiatura e Bardem. morale.

 Non è un paese per vecchi
(2007) on IMDb

Regia di Joel Coen. Un film Da vedere 2021 con Denzel WashingtonFrances McDormandBrendan GleesonHarry MellingBrian ThompsonCast completo Titolo originale: The Tragedy of Macbeth. Genere DrammaticoGuerraStorico – USA2021durata 105 minuti. – MYmonetro 4,29 su 16 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Al coraggioso guerriero Macbeth le streghe pronosticano un’imminente ascesa al trono. Ma quando il re premia il suo eroismo con un titolo nobiliare invece che con la corona, Macbeth decide di realizzare da sé la profezia e uccide il monarca, prendendone il posto. Ad alimentare la sua ambizione è la moglie, ma per entrambi sarà l’inizio di una discesa nella follia della quale sono stati gli artefici. The Tragedy of Macbeth annuncia fin dal titolo la tragedia in divenire, pronta a dispiegare le sue ali nefaste come i corvi che abitano questa ennesima trasposizione cinematografica dell’opera di Shakespeare, il primo dei quali è una strega avvolta su se stessa che lentamente si srotola in movimenti innaturali: è la straordinaria Kathryn Hunter, e nell’incipit è enucleata tutta la storia a seguire.

Joel Coen, al suo primo film senza il fratello Ethan, mette in scena un testo quintessenzialmente teatrale che ha per coprotagonista la moglie Frances McDormand nei panni della sulfurea Lady Macbeth.

The Tragedy of Macbeth (2021) on IMDb
Poster Blood Simple - Sangue facile

Un film di Joel Coen. Con Frances McDormand, John Getz, Dan Hedaya, M. Emmet Walsh, Samm-Art Williams, Deborah Neumann, Raquel Gavia. Titolo originale Blood simple. Thriller, durata 99 min. – USA 1984. – VM 14 – MYMONETRO Blood Simple – Sangue facile * * * - - valutazione media: 3,30 su 14 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Un greco paranoico, che gestisce un bar nel Texas, ha forti dubbi sulla fedeltà della moglie e ingaggia un detective. La signora, in effetti, se la spassa con uno dei dipendenti del locale e il marito tradito decide di farli uccidere entrambi dall’investigatore. Un giallo ingegnoso e un po’ folle, che preannuncia Arizona Junior, opera seconda dello stesso regista.

Blood Simple (1984) on IMDb

Locandina Crocevia della morteUn film di Joel Coen. Con John Turturro, Albert Finney, Gabriel Byrne, Marcia Gay Harden, Frances McDormand.Titolo originale Miller’s Crossing. Poliziesco, durata 110 min. – USA 1989. MYMONETRO Crocevia della morte * * * 1/2 - valutazione media: 3,78 su 23 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

1929, in una città americana dell’Est: un potente e corrotto pezzo da 90 si scontra, a causa di una donna, con il suo amico e consigliere, mentre è in corso una lotta acerrima con un boss della malavita italoamericana. Film violento ma raffreddato, con risvolti di grottesco umorismo, dove l’intreccio tra politica, affari e criminalità organizzata è un dato di fatto quasi scontato, organico e non patologico. Non c’è un solo personaggio positivo, e ciascuno ha il suo lato debole. Il crocevia di Miller nel titolo rimanda al bosco che è il luogo della messa a morte, ma anche al fascino tortuoso di una messa in scena dove tutto – dalla fotografia di Barry Sonnenfeld, futuro regista, alle musiche irlandesi di Carter Burwell – concorre a un esito di alta coerenza stilistica. Se non il migliore, è il più armonioso e compatto dei fratelli Joel e Ethan Coen. Apparizione di Sam Raimi – abbattuto a colpi di mitra – e comparsa non accreditata – una segretaria – di Frances McDormand, futuro Oscar per Fargo .

 Crocevia della morte
(1990) on IMDb

Paris, je t'aime - Film (2006) - MYmovies.itParis, je t’aime è un film di Emmanuel Benbihy, Sylvain Chomet, Ethan Coen, Joel Coen, Isabel Coixet, Wes Craven, Alfonso Cuarón, Gérard Depardieu, Christopher Doyle, Richard LaGravenese, Vincenzo Natali, Walter Salles, Oliver Schmitz, Nobuhiro Suwa del 2006, con Florence Muller, Bruno Podalydès, Leïla Bekhti, Julien Beramis, Cyril Descours, Daniely Francisque, Audrey Fricot, Salah Teskouk, Christian Bramsen, Steve Buscemi. Prodotto in Francia. Durata: 120 minuti. 

Film diviso in venti episodi, ambientati nella città simbolo dell’amore: Parigi…
Paris, je t'aime (2006) on IMDb

Regia di Ethan CoenJoel Coen. Un film Da vedere 2008 con George ClooneyFrances McDormandJohn MalkovichBrad PittTilda SwintonRichard JenkinsCast completo Titolo originale: Burn After Reading. Genere Commedia, – USA2008durata 96 minuti. Uscita cinema venerdì 19 settembre 2008 distribuito da Medusa. – MYmonetro 3,03 su 30 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Il punto di partenza – e di arrivo – di questa commedia-thriller è la CIA. I Coen la raccontano come una galleria di idioti – che, però, comprende anche una intricata vicenda di ricatti, adulteri, appuntamenti erotici, omicidi – affollata di personaggi uno più balordo dell’altro, senza distinzione di sesso. Attenzione, però. Pur governato dal caso, dalla futilità e dagli equivoci, questo film frenetico non è una farsa: questi idioti sono tutti perdenti di mezza età, dominati da un’ossessione (sesso, denaro, lavoro, bellezza, fitness) e hanno un cuore. Il tutto si intreccia con questioni di sicurezza nazionale. Negli intenti degli autori è una folle e insensata favola politica. Fa ridere spesso, ma c’è un retrogusto di tristezza e crudeltà. Come in tutto il cinema dei Coen, i personaggi subiscono le gravi conseguenze delle loro azioni. Si sente che è stato scritto in funzione dei suoi interpreti, attori di status divistico come Clooney o Pitt che devono essersi molto divertiti a fare personaggi opposti ai loro soliti ruoli. Impossibile, una volta tanto, stabilire una gerarchia di bravura. Tra il J. Malkovich della prima sequenza e il Pitt che fa lo scemotto palestrato chi è il migliore? Chi è più brava tra F. McDormand sopra le righe e T. Swinton sotto? Fuori concorso, ha inaugurato Venezia 2008.

Burn After Reading (2008) on IMDb
Locandina A ciascuno il suo cinema

Un film di Bille August, David Cronenberg, Claude Lelouch, Isabelle Adjani, Anouk Aimée, Josh Brolin, Jean Cocteau, David Cronenberg. Willem Dafoe, Grant Heslov, Jeanne Moreau, Nanni Moretti, Michel Piccoli, Lars von Trier
Titolo originale Chacun son cinéma. Documentario, durata 120 min. – Francia 2007. – MYMOVIESLIVE! uscita lunedì 14 maggio 2012. MYMONETRO A ciascuno il suo cinema * * * - - valutazione media: 3,00 su 1 recensione.

Ogni tanto gli anniversari non vengono per nuocere. È il caso del sessantesimo del Festival di Cannes che ha spinto il suo Presidente e mentore Gil Jacob a celebrare offrendo ai registi di cui sopra la possibilità di realizzare un film di 3 minuti avente al centro la sala cinematografica o comunque l’idea di film già realizzato. Quindi niente lavoro del set, registi e attori ecc.. ma l’opera finita e il suo rapporto con il luogo che resta ancora (almeno idealmente) al centro della sua fruizione. Ne è uscito un mosaico davvero interessante di letture e di spunti. È impossibile citarli tutti e quindi tratteremo, molto soggettivamente, di quelli che più ci hanno colpito.
Lars Von Trier ha ancora una volta ‘esagerato’ (nel senso positivo del termine) mettendosi in scena nella proiezione ufficiale di Manderlay con a fianco un produttore che comincia a parlare di quanto sia divenuto ricco grazie al cinema. Lars lo massacrerà nel senso più preciso del termine. Takeshi Kitano si è regalato il ruolo di un proiezionista in un cadente cinema di campagna che, grazie alla sua imperizia, mostra all’unico spettatore in sala solo dei frammenti di un film distribuito dal…Kitano Office. Se i Coen mettono in scena un cowboy che va a vedere un film turco che finisce col piacergli Abbas Kiarostami stupisce tutti rendendo omaggio a Franco Zeffirelli e al suo Romeo e Giulietta mostrando un cinema pieno di donne che si commuovono dinanzi al film del quale sentiamo il sonoro della sequenza finale. Polanski ci riporta alla proiezione di Emmanuelle e a una coppia borghese scandalizzata da uno spettatore che, molte file più indietro, sembra intento a masturbarsi. Sembra… Non mancano i film densi di nostalgia (ben due omaggi a Bresson e tre, se non abbiamo contato male, a Fellini). A cui si aggiunge l’autocitazione di Lelouch e del legame che si era creato tra suo padre e sua madre e Ginger Rogers e Fred Astaire. Un’ultima annotazione per la nutrita presenza (i registi non sapevano nulla dei progetti altrui) di non vedenti in un film collettivo sul cinema. Non è per nulla strana come si potrebbe pensare in un primo momento. Il cinema ha un significato anche per chi non vede ed è giusto che la cecità abbia assunto qui il ruolo di metafora forte.

To Each His Own Cinema (2007) on IMDb
Poster 1 - Il grande Lebowski

Un film di Joel Coen. Con Jeff Bridges, John Goodman, Julianne Moore, Steve Buscemi, David Huddleston.Titolo originale The Big Lebowski. Commedia, durata 117 min. – USA, Gran Bretagna 1997. – The Space Movies uscita lunedì 15 dicembre 2014. MYMONETRO Il grande Lebowski * * * * - valutazione media: 4,06 su 95 recensioni di critica, pubblico e dizionari

Riassumere questo film nichilista ambientato a Los Angeles nel 1991 che rotola, ruzzola, rimbalza come una palla da bowling è difficile quasi quanto Il grande sonno di Chandler-Hawks. Imperniato su un errore di identità e un sequestro di persona, ha per protagonista il barbuto in calzoncini corti Jeff Lebowski detto il Drugo (pessima traduzione dell’originale Dude), vecchio ragazzo degli anni ’70, uno degli estensori del Manifesto (1962) di Port Huron, fedele alle amicizie e alle proprie idee, disincantato osservatore della putredine del mondo, ma deciso a fare la cosa giusta. Manca un filo forte a legare questa storia contorta, ma c’è un’assortita galleria di personaggi, attori bravissimi, talvolta irresistibili, ricchezza di invenzioni, una ghiotta sequenza onirica, intelligenti e divertenti dimostrazioni di cinema concettuale: “è come una grande stanza mirabolante di quel museo-galleria degli sfigati e bizzarri del mondo in cui viviamo e che abbiamo voluto come è” (G. Fofi).

 Il grande Lebowski
(1998) on IMDb

Risultati immagini per Fratello, dove sei?Un film di Joel Coen, Ethan Coen. Con George Clooney, John Turturro, Tim Blake Nelson, John Goodman, Holly Hunter. Titolo originale O Brother, Where Art Thou?. Avventura, Ratings: Kids+13, durata 110 min. – USA 2000. MYMONETRO Fratello, dove sei? * * * * - valutazione media: 4,18 su 58 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

È un evento, anzi, l’evento. Infatti attribuisco a questo film cinque stelle, la massima valutazione. Non lo facevo da ventun anni, da Apocalypse Now. Non ci credevo più. “Fratello” contiene tutto ciò che fa il capolavoro: storia, regia importante e non visibile, attori, discrezione e leggerezza, il supporto, anche furbo, della musica (country), e finalmente non violenza, ottimismo ragionevole, e il sospetto che si possa ancora star bene. E poi la scrittura, l’intelligenza e l’ironia, e la misura migliore di tutto, e tutto esposto semplicemente, così come i grandi temi, desunti da piccole storie. E dunque si esce dalla sala e si ha la sensazione che in giro ci sia del buono e puoi trovarlo se cerchi e ti comporti bene. Nei titoli viene spiegato che l’ispirazione è l’ Odissea. Tre galeotti (ma erano dentro per piccole cose) evadono.Sono Ulisse Everett (Clooney), Delmar (Nelson) e Pete (Turturro), incontrano un vecchio cieco che prevede che la loro ricerca (un bottino nascosto) finirà quando vedranno una mucca su un tetto. Incontrano un gruppo di fedeli che si battezzano in un fiume; un nero che ha venduto l’anima al diavolo per suonare la chitarra; poi incidono una canzone – cantano benissimo – su un disco rudimentale. Partecipano a una rapina col gangster pazzo Faccia d’angelo, si fanno derubare da un venditore di bibbie. Sconvolgono una manifestazione del Ku Klux Klan. Cedono alla seduzione di tre sirene canterine. Sono coinvolti nella campagna elettorale del solito disonesto politicante. Alla fine Ulisse ritrova l’ex moglie, Penelope (e le sei figlie), che si stava sposando con un altro… uno dei Proci. Vengono ripresi dalle guardie che li hanno sempre inseguiti, stanno per essere impiccati, ma si salvano perchè la valle viene sommersa dal fiume, per via di una centrale elettrica che tutto trasformerà. Ed ecco la famosa mucca sul tetto. Nel frattempo erano all’oscuro dell’enorme successo del loro disco: I’m A Man of Constant Sorrow. Sì, va tutto a posto. E così il chiacchierone Ulisse-Clooney ha spiegato l’America della depressione, la vita, la speranza, la stupidità, e anche l’essenza, che forse è semplicemente una bella famiglia, magari con qualche amico sincero. Metafore precise, chiare e pulite, legate al passato e anche al presente di quel Paese. E mille citazioni: da Furore a Nick Manofredda a Gangster’s story a Nascita di una nazione. I tre protagonisti sono di una bravura impressionante, e dunque i Coen sono anche direttori d’attori. Ribadisco: le cinque stelle risalgono al 1979. Da tanto tempo davvero non si faceva un film così.

O Brother, Where Art Thou? (2000) on IMDb