Nella Roma imperiale viene misteriosamente assassinato un senatore. Fabiola, sua figlia, crede, come tutti, che i colpevoli siano i cristiani ma in seguito, imparando a conoscerli, si persuade della loro innocenza. Le persecuzioni fanno strage delle innocenti vittime; intanto Costantino, con l’armata cristiana, si sta avvicinando.
Il tenue filo che lega i nove episodi del film è costituito da un rivenditore di libri usati che presenta alcuni volumi. Per ognuno Blasetti ha saputo trovare la giusta chiave narrativa, ben sostenuto da un gruppo di attori di prim’ordine.
Un giovane patriota siciliano è inviato sul continente per dare notizie precise a Giuseppe Garibaldi che prepara la sua spedizione e per sollecitarne la partenza. Si salpa da Quarto e sbarco a Marsala. Garibaldini e picciotti siciliani combattono insieme e vincono a Calatafimi: la liberazione dal dominio borbonico è cominciata. Tratto da un racconto di Gino Mazzucchi, autore della sceneggiatura con Blasetti ed Emilio Cecchi che lo produsse per la Cines e invitò il regista, prima delle riprese, a leggere Noterelle di uno dei Mille (1880) di G.C. Abba. Assai apprezzato dalla critica (ma non dal pubblico) dell’epoca, considerato dopo la guerra uno degli incunaboli del neorealismo, oggetto poi di una lunga polemica di carattere storicistico, messo in croce per le sue consonanze palesi o implicite con la propaganda del regime fascista (i 5 minuti che mancano dall’edizione originale ne contenevano i segni più grossolani), oggi conta per la sua asciuttezza stilistica (non senza influenze del cinema sovietico), la scoperta del paesaggio, la coraggiosa scelta di tipi e personaggi popolari, l’efficacia del montaggio, l’incombenza come eroe e demiurgo di Garibaldi che pur vi appare fisicamente soltanto in sei veloci inquadrature. Blasetti stesso ne curò, dopo la guerra, un’edizione tagliando quei 5 minuti. Uscì col titolo I Mille di Garibaldi nel 1951.
Una bella ragazza finisce a sua insaputa sulla copertina di un giornale. È il primo passo verso il mondo dello spettacolo. Innamoratasi del fotografo che l’ha scoperta, fa il possibile per renderlo geloso flirtando con un nobile. I suoi sogni di gloria svaniscono di fronte alla dura realtà; le resta il fotografo che, accantonato l’orgoglio, dimostra di ricambiare il suo sentimento.
Nel fantastico regno di Kindaor, su cui regna Sedemondo che ha ucciso il fratello Licinio, usurpandone il trono, il passaggio della corona di ferro sancisce la rovina del tiranno e la pace tra due popoli. Film in costume, ma buttato sul fantastico della favola, con latenti venature pacifiste. Sorta di parabola ariana complicata da ossessioni erotiche e contaminazioni culturali diverse, tra Ariosto e Sem Benelli. Momenti di Kitsch sublime. 3° film di M. Girotti, che lo lanciò: bello come un Tarzan.
Un vestito da prima comunione deve giungere in tempo a casa del commendator Carloni. Visto il grave ritardo, lo stesso Carloni va a prenderlo dalla sarta. Nel ritorno a casa una serie di imprevisti aggrava la situazione. Appello alla bontà e alla solidarietà in forma di satira dei vizi borghesi, è una commedia ad alta velocità e a ritmo di balletto. Godibile galleria di caratteristi e frequenti trasgressioni zavattiniane alle regole della commedia realistica. Scritta, col regista, da C. Zavattini e S. Cecchi D’Amico. 3 Nastri d’argento: regia, soggetto, A. Fabrizi. Titolo francese: Sa Majesté Monsieur Dupont; titolo inglese: His Majesty Mr. Jones.
Due tra le più riuscite gag del grande attore romano scomparso nel 1936, Nerone e Medico per forza, vengono riproposti in questo spaccato artistico del comico dall’ironia tagliente e provocatoria.
Un industriale cerca di corrompere il vicesindaco sfruttandone la vanità oratoria, per evitare che la veduta panoramica della sua villa venga deturpata da un ospizio. La fuga d’amore di due adolescenti manderà all’aria il proposito.
Nella Firenze di Lorenzo il Magnifico due giovani, divisi da una donna e da un’acerrima rivalità, giocano a farsi le beffe più sanguinose. Giannetto, più astuto, riesce a far diffondere la notizia che Neri è impazzito. Neri, catturato e messo in catene, riesce a liberarsi e corre a casa di Giannetto per vendicarsi, ma uccide per errore suo fratello.
Durante i giorni seguenti alla marcia su Roma, la casuale uccisione del figlio di uno squadrista, amato da tutti, ha il potere di placare gli animi e cancellare le divergenze politiche. Uno dei pochi film celebratori del fascismo, ottimamente girato però da Blasetti, che si ispirò alla scuola sovietica.
Questo film, che segna il debutto cinematografico di Elisa Cegani e nel quale appare lo stesso Blasetti in una piccola parte, narra la storia di un ufficiale di marina che mette in pericolo la sua carriera per i capricci della moglie. Solo dopo un’importante missione si ristabilirà l’equilibrio della coppia.
La vicenda ha per protagonista un pittore dalla doppia personalità, che sotto le spoglie dello spadaccino Formica si batte per il popolo oppresso dal viceré di Napoli e dal conte Lamberto.
Commesso viaggiatore, sposato, accetta di fingersi marito di una ragazza incinta che ha paura di tornare dai suoi, gente di campagna e all’antica. Il trucco viene scoperto, ma lui riesce a far perdonare la ragazza-madre. Sceneggiato da De Benedetti, Zavattini e Amato, è garbato e incisivo nella 1ª parte, un po’ convenzionale e dolciastro nella 2ª. Fu considerato – con Ossessione e I bambini ci guardano – uno dei film che anticiparono il neorealismo postbellico. Rifatto 2 volte, come Era di venerdì 17 (1956) e Il profumo del mosto selvatico (1995).
Un tassinaro si innamora di una bella ragazza, figlia di un ladro e ladruncola pure lei. Lui cerca di redimerla, ma lei gli fa fare una serie di brutte figure. Alla fine, dopo una burrascosa spiegazione in guardina, l’amore trionfa.
Il tema dell’egoismo diventa, per lo scrittore impegnato a svolgere un’indagine sull’argomento, un’occasione di riflessione e di introspezione. Comprenderà, alla fine del suo lavoro, che la vita va vissuta in funzione degli altri.
Ettore Fieramosca, famoso cavaliere di ventura, combatte vittoriosamente tra le file spagnole. Per vendicarsi delle maligne insinuazioni fatte sull’Italia da alcuni prigionieri francesi ne sfida, con dodici compagni, un ugual numero.
Due tra le più riuscite gag del grande attore romano scomparso nel 1936, Nerone e Medico per forza, vengono riproposti in questo spaccato artistico del comico dall’ironia tagliente e provocatoria.
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