Category: Bergman Ingmar


Un film di Ingmar Bergman. Con Max von Sydow, Gunnar Björnstrand, Gunnel Lindblom, Bengt Ekerot, Bibi Andersson.Titolo originale Det Sjunde Inseglet.Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 95 min. – Svezia 1957. MYMONETRO Il settimo sigillo * * * * - valutazione media: 4,42 su 61 recensioni di critica, pubblico e dizionari.


Il cavaliere Antonius Block sta facendo ritorno al proprio castello con il suo scudiero dopo aver partecipato alla Crociata in Terra Santa. L’incontro con un personaggio dal mantello nero determinerà il resto del viaggio. Si tratta della Morte che accetta una sfida a scacchi rinviando quindi il suo compito. La partita ha inizio ma poi il viaggio riprende. Sul percorso Block incontrerà una coppia di attori con il loro bambino, una strega e altri personaggi. La peste intanto sta mietendo vittime ovunque. “E quando l’agnello aperse il settimo sigillo, si fe’ nel cielo un profondo silenzio di mezz’ora. E vidi i sette angeli che stavano dinanzi a Dio, e furono date loro sette trombe poi un altro angelo si fermò davanti all’altare con un turibolo e gli fu data gran quantità d’incenso. E allora il primo angelo die’ fiato alla tromba, e ne venne grandine e fuoco misto a sangue e così furono gettati sopra la terra, e la terza parte della terra fu arsa, e la terza parte degli alberi fu arsa, e fu arsa l’erba verdeggiante. E quind8i il secondo angelo die’ fiato alla tromba e una specie di grande montagna di fuoco ardente fu gettata in fondo al mare, e la terza parte del mare diventò sangue… E anche il terzo angelo die’ fiato alla sua tromba. E dall’alto del cielo cadde una stella grande, ardente come fiaccola. La stella si chiamava Assenzio…” Con queste parole vengono tradotti i versetti 1-11 del capitolo 8 dell’Apocalisse di San Giovanni nella versione italiana del film.
È da qui che deriva il titolo che Bergman dà a uno dei film più noti in assoluto della sua filmografia. Perché moltissimi, prima o poi, hanno finito con il vedere la scena in cui il cavaliere Block gioca a scacchi con la morte ma anche molti non hanno mai visto il film per intero. Non hanno potuto quindi valutarne la complessità che non è riducibile a una sola, seppur emblematica, scena. Perché il regista svedese, figlio di un pastore protestante, si interroga a livello altissimo sul silenzio di Dio e su ciò che sarà dell’uomo dopo la sua dipartita da questo mondo ma lo fa attraverso una varietà di registri diversi. Mette a confronto le due letture dell’esistenza (cavaliere e scudiero) offrendo all’uno e all’altro argomentazioni ma amplia lo sguardo anche su altre tematiche.
L’artista che così bene ha saputo descrivere le tensioni della coppia contemporanea ce ne presenta una per cui vale la pena anche perdere la partita con la Morte pur di garantirle una via di fuga. Il regista teatrale riflette sul potere che la rappresentazione (anche dell’ultimo passaggio della vita) ha avuto in campo artistico. L’uomo ‘politico’ mostra la devastazione della peste ma pensa ad altre più recenti ed immani tragedie. In definitiva Il settimo sigillo si rivela, ad ogni rilettura, un testo decisamente poliedrico.

The Seventh Seal (1957) on IMDb
Locandina Come in uno specchio

Un film di Ingmar Bergman. Con Harriet Andersson, Max von Sydow, Gunnar Björnstrand, Lars Passgard Titolo originale Säsom i en spegel. Drammatico, Ratings: Kids+16, b/n durata 92′ min. – Svezia 1961. MYMONETRO Come in uno specchio * * * * - valutazione media: 4,09 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Ventiquattro ore di una vacanza d’incubo su un’isoletta ventosa del Mar Baltico tra la schizofrenica Karin, il marito medico, il fratello minore e il padre scrittore. Ritmato dalla Suite n. 2 in re minore per violoncello (E.B. Bengtsson) di J.S. Bach, è un quartetto di figure che apre il cinema da camera di I. Bergman. I quattro prigionieri dell’isola sono dei “mutanti” a loro dispetto anche se nessuna mutazione potrà avere un futuro. Uno dei film più angosciosi e sconvolgenti sulla follia. Finale slegato. “È un inventario prima della svendita … la mia intenzione era di descrivere un caso di isterismo religioso” (I. Bergman). Oscar 1962 per il film straniero. Il titolo è tolto dalla Prima Lettera ai Corinti di san Paolo (XIII, 12).

Through a Glass Darkly (1961) on IMDb

Poster PersonaUn film di Ingmar Bergman. Con Bibi Andersson, Liv Ullmann, Gunnar Björnstrand, Margaretha Krook, Jorgen Lindström Drammatico, b/n durata 85 min. – Svezia 1966. MYMONETRO Persona * * * * - valutazione media: 4,14 su 21 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Considerata la pellicola più matura di Bergman, l’economia intera del film gioca sulla trasversalità dei temi portanti della filmica bergmaniana. ll risultato è l’epifania di un’opera omnia, la proiezione di una lunga seduta di auto maieutica: il regista, nello scriverlo scelse persino di ritirarsi nella solitudine riflessiva di un isola deserta, scenografia della sceneggiatura di Persona.
Onnipresente è il tema della fede. Alma, nel parlare difatti di “grida della fede e del dubbio nell’oscurità e nel silenzio” sembra rimandare a quei primissimi fotogrammi del Vangelo recitato nella chiesa scandalosamente vuota di Luci d’Inverno o al rifiuto del silenzio di Dio urlato nel segreto del macabro confessionale de Il Settimo Sigillo. L’incipit di Persona, invece, è una sequela di fotogrammi apparentemente privi di senso, percepibili dal sonno o dall’inconscio. La pellicola ha il pregio di mantenere un’intensità perpetua per l’intero girato, mentre si ravvisa una contaminazione dapprima a latere ma sempre più insistentemente morbosa che porterà l’io delle due donne a decomporsi. Il dissolversi l’una nell’altra avviene come nell’eterno risucchio tra luci ed ombre, così magistralmente reso da Bergman in questa pellicola, dove, lo scambio delle confessioni finali delle protagoniste in un rapporto intimista con la macchina da presa, diviene metafora realistica dello stesso cinema, in cui l’interlocutore della presunta dialogicità filmica, si insinua sempre fuori campo, al di qua dello schermo, agevolando l’unico continuum della propria stessa carne, così come nella fusione stessa del volto delle due donne.
La stessa inquietante dissolvenza e coincidenza di due nuclei umani sarebbe stata tratteggiata diversi decenni dopo nell’indimendicato Mulholland Drive di David Lynch (in cui, non a caso, una delle due protagoniste è un attrice). Qui la dissolvenza è scambio sin dal principio e il dipanarsi successivo della sinossi disvela la schizofrenica commistione di Anna tra l’essere e il sembrare d’essere. Elizabeth, l’attrice di Persona, sceglie il silenzio così come sceglie di non amare il proprio bambino, arrivando, nell’intento registico, ad emulare il Dio muto di Bergman. L’assenza di certezze di contorno delle due donne incarna il naufragio del credo dell’autore e la promiscuità dei valori di cui è preda l’Io contemporaneo.

Persona (1966) on IMDb

Risultati immagini per Passione bergmanUn film di Ingmar Bergman. Con Max von SydowLiv UllmannBibi AnderssonErland JosephsonErik Hell.  Titolo originale En passionDrammaticodurata 101 min. – Svezia1969MYMONETRO Passione * * * * - valutazione media: 4,34 su 5 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Come L’ora del lupo e La vergogna, girati negli stessi anni, anche questa pellicola si svolge in un’isola del Baltico dove i personaggi si torturano psicologicamente a vicenda. I protagonisti principali sono un artista di mezza età e una donna che forse è stata responsabile d’un incidente in cui hanno perso la vita il marito e il figlio. I due provano a vivere insieme, ma il tentativo finirà in un disastro.

The Passion of Anna (1969) on IMDb

Sussurri e grida (1972) scheda film - StardustUn film di Ingmar Bergman. Con Harriet Andersson, Ingrid Thulin, Erland Josephson, Liv Ullmann, Kari Sylwan.Titolo originale Viskningar och rop. Drammatico, durata 91 min. – Svezia 1973. MYMONETRO Sussurri e grida * * * * - valutazione media: 4,33 su 24 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Agnes è ormai prossima a morire. In casa, ad assisterla, ci sono le due sorelle Karin e Maria oltre alla domestica Anna. Ognuna di loro ha delle memorie che riaffiorano progressivamente e riportano in superficie dei ricordi non piacevoli. Agnes pensa alla madre morta con la quale aveva un rapporto non facile. Maria non ha ancora del tutto spenta la passione adulterina per il medico di famiglia mentre Karin ripensa alla freddezza del rapporto con il marito. Anna ogni mattino prega per la figlia morta bambina. La scomparsa di Agnes inciderà sulla vita di tutte.
Realizzato nonostante notevoli difficoltà produttive (il regista dovette impegnare quasi tutti i suoi averi e chiedere agli interpreti principali di coprodurre il film) Sussurri e grida è, senza ombra di dubbio, uno dei capolavori bergmaniani. 

Cries & Whispers (1972) on IMDb

Locandina Luci d'invernoUn film di Ingmar Bergman. Con  Max von Sydow, Ingrid Thulin, Gunnar Björnstrand, Gunnel Lindblom, Allan Edwall. Titolo originale Nattvardsgästerna. Drammatico, b/n durata 80 min. – Svezia 1961. MYMONETRO Luci d’inverno * * * * - valutazione media: 4,38 su 13 recensioni di critica, pubblico e dizionari.

Morta la moglie, il pastore protestante di uno sperduto villaggio della Dalecalia, all’estremo Nord della Svezia, ha perso la fede. Respinge le profferte d’amore di una donna atea, non sa consolare un parrocchiano nevrotico che s’ucciderà, né sua moglie. Un altro rigoroso, impietoso dramma da camera, chiuso tra una chiesa e poche case di un villaggio, quasi privo, tolta la scena del passaggio a livello, di momenti “fortissimi”, ma sotto la sua semplicità c’è una complessità non facile da cogliere. La critica ne fa una trilogia con Come in uno specchio (1960) e Il silenzio (1962): è il migliore dei 3. “Dà soddisfazione rivederlo dopo un quarto di secolo. Constato che nulla si è corrotto o si è rotto” (I. Bergman). Il titolo originale significa “i comunicandi”.

 Luci d'inverno
(1963) on IMDb