Category: Stefania Sandrelli


Regia di Roberto Benigni. Un film con Roberto BenigniNicoletta BraschiWalter MatthauStefania SandrelliFranco FabriziCast completo Genere Commedia – Italia1988durata 110 minuti. – MYmonetro 3,09 su 3 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Un sacerdote americano che vive in Italia viene chiamato per esorcizzare una parrucchiera posseduta dal demonio. Dopo l’esorcismo, il diavoletto decide di non tornare all’inferno. È un film irresistibile nei dialoghi (la strana coppia Benigni-Matthau funziona a meraviglia), ma carente nella costruzione narrativa (ora gratuita, ora irrisolta). Non sempre il regista controlla l’attore, e W. Matthau appare un po’ sacrificato, quasi intimidito. Scritto con Giuseppe Bertolucci e Vincenzo Cerami. 3ª regia di Benigni, 3° posto nella classifica degli incassi della stagione 1988-89.

 Il piccolo diavolo
(1988) on IMDb
Locandina Police Python 357

Un film di Alain Corneau. Con Simone SignoretStefania SandrelliYves MontandMathieu Carrière Poliziescodurata 125 min. – Francia 1975.

Due poliziotti, Ganay e Ferrot, amano la stessa donna e ne sono riamati. Ganay è più esposto e, quando scopre il tradimento, uccide l’amante. Viene sospettato Ferrot e costui si ingegna a trovare il colpevole a tutti i costi. Quando Ganay, vistosi perduto, sta per uccidere il collega-rivale viene invece a sua volta ucciso.

 Police Python 357
(1976) on IMDb

Regia di Pietro Germi. Un film con Ugo TognazziStefania SandrelliGigi BallistaRenée LongariniAttilio DottesioCast completo Genere Commedia – Italia1966durata 100 minuti. – MYmonetro 2,93 su 2 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

La vita privata del violinista Sergio Masini è complicata: ha moglie con tre figli e due amanti. Il tremendo carosello di prove d’amore e di conti da pagare lo stronca. Dopo Signore e signori (1965), Germi inaugura la serie delle commedie della bontà. Lontanamente ispirato alle vicende di Vittorio De Sica, il suo è il ritratto di un santo della poligamia che vorrebbe benedetta dalla Chiesa e dallo Stato. Commedia troppo compassata, senza artigli, priva di un vero finale, con un Tognazzi bravo come al solito ma fuori parte.

 L'immorale
(1967) on IMDb

Regia di Pietro Germi. Un film con Duilio Del PreteStefania SandrelliDustin HoffmanCarla GravinaSaro UrzìVittorio DuseCast completo Genere Commedia – Italia1972durata 106 minuti. – MYmonetro 3,17 su 1 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Impiegatuccio di Ascoli Piceno vede marcire la sua storia d’amore per via della smania possessiva della moglie. Si risposa ma le cose non vanno meglio. Germi riprende il discorso sconsolato di Divorzio all’italiana per trovare che, nonostante il divorzio, le cose non vanno bene neanche adesso. Hoffman è credibile, ma giù di corda. Fiacco, fiacco.

 Alfredo Alfredo
(1972) on IMDb

Regia di Paolo Virzì. Un film Da vedere 2010 con Valerio MastandreaMicaela RamazzottiStefania SandrelliClaudia PandolfiMarco MesseriCast completo Genere Commedia, – Italia2010durata 116 minuti. Uscita cinema venerdì 15 gennaio 2010 distribuito da Medusa. – MYmonetro 3,52 su 10 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

La 10ª commedia corale del livornese Virzì ha 3 personaggi centrali con 2 o 3 interpreti a testa: la madre Anna (Ramazzotti e Sandrelli) e i figli, Bruno (G. Bibbiano, F. Rapalino e Mastandrea) e Valeria (A. Fraschi, G. Bargalassi e la Pandolfi). Domina la madre: bella, seduttiva, vitale, incosciente, imbarazzante. L’io narrante è Bruno che parla da adulto depresso. C’è anche, un po’ in disparte, il padre, antipatico e negativo come l’astiosa zia Leda. Entrambi, però, riscattati nella generale riconciliazione finale. Commedia in cui esplicitamente Virzì fa prevalere i sentimenti privati, fa soprattutto piangere. E il successo è assicurato: il titolo è quello della canzone sulla mamma, di Reverberi/Nicola Di Bari/Mogol. Nei sogni del maschio italiano la prima cosa bella è sempre lei, anche se un po’ puttana, come si diceva allora (si dice ancora?) a Livorno e altrove. Riserve? L’altalena dei flashback un po’ scomposta. Recitato bene da (quasi) tutti. Tre David: sceneggiatura (F. Bruni, F. Piccolo), attrice protagonista (Ramazzotti), attore protagonista (Mastandrea).

 La prima cosa bella
(2010) on IMDb

Regia di Mario Monicelli. Un film Da vedere 1986 con Catherine DeneuveGiuliano GemmaStefania SandrelliBernard BlierPhilippe NoiretCast completo Genere Commedia – Italia1986durata 120 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,40 su 6 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Declino di una famiglia del latifondo toscano (Grosseto) che gestisce un’azienda agricola e in cui contano (e lavorano) soprattutto le donne. Grande film borghese che arricchisce il povero panorama del cinema italiano degli anni ’80 per il sapiente impasto di toni drammatici, umoristici e grotteschi, la splendida galleria di ritratti femminili, la continua oscillazione tra leggerezza e gravità, il modo con cui – senza forzature ideologiche – sviluppa il discorso sull’assenza, la debolezza, l’egoismo dei maschi. Scritto dal regista con Suso Cecchi D’Amico, Tullio Pinelli, Benvenuti e De Bernardi.

Risultato immagini per L'Amore probabilmente

Un film di Giuseppe Bertolucci. Con Sonia BergamascoRosalinda CelentanoFabrizio GifuniTeco Celio Titolo originale L’amore probabilmenteDrammaticodurata 107 min. – Italia, Svizzera 2001.

La menzogna. Sofia frequenta, insieme all’amica Chiara, una scuola di recitazione. L’insegnante, Mariangela Melato, afferma che l’attore deve saper fingere e affinare questa sua capacità. Allora Sofia mente, con tutti, anche con il suo ragazzo, Cesare. Questo la porta a scoprire una verità scomoda: Chiara e Cesare si amano.La verità. Sofia fugge. Raggiunge la Svizzera e incontra un ferroviere. In treno ha letto una rivista su cui Stefania Sandrelli afferma che l’attore cinematografico è sempre sé stesso. Al ferroviere offre per simpatia una prestazione sessuale, salvo poi recarsi dalla moglie e dirle tutta la verità. L’illusione. Sofia torna a casa sconvolta e scopre che la relazione tra Cesare e Chiara è già finita. Parte per Roma per affrontare un provino cinematografico. Qui ha luogo un duetto seduttivo tra lei e il regista sulla base di quanto afferma Alida Valli e cioè che l’attrice è un’illusa che illude. Giuseppe Bertolucci non smette di sperimentare ma questa volta lo fa con un vigore maggiore rispetto a Il dolce rumore della vita. Interrogandosi nuovamente sul senso della vita e della sua rappresentazione, Bertolucci raggiunge un livello più elevato di maturità stilistica.

Regia di Ettore Scola. Un film con Vittorio GassmanGiancarlo GianniniStefania SandrelliFanny ArdantEros PagniCast completo Genere Commedia – Italia1998durata 126 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,17 su 10 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Al ristorante romano “Arturo al Portico”, nell’arco di una serata, si inanellano sotto l’occhio attento di Flora (F. Ardant), moglie del titolare, 14 situazioni ai tavoli e in cucina con una quarantina di personaggi di età diversa della media borghesia italiana. Scritto dal regista con la figlia Silvia, Furio Scarpelli e il figlio Giacomo, il film si attiene a una totale unità di tempo, luogo e azione con un’impennata magica nel finale. La tematica è quella consueta di E. Scola, con un retrogusto più amaro e desolato che esprime il disagio, lo sconcerto, forse l’impotenza “a disegnare le coordinate di un paesaggio sociale e politico divenuto estraneo e irriconoscibile” (R. Chiesi). Fa da spia l’imbarazzata conclusione. Il tentativo di conciliare gli intenti simbolici e teorici della struttura con l’apparente realismo (qui ridotto a minimalismo narrativo con scarti di macchiettismo) della situazione è risolto soltanto in parte.

Regia di Carlo Mazzacurati. Un film Da vedere 2010 con Silvio OrlandoGiuseppe BattistonCorrado GuzzantiCristiana CapotondiStefania SandrelliCast completo Genere Commedia, – Italia2010durata 105 minuti. Uscita cinema venerdì 24 settembre 2010 distribuito da 01 Distribution. – MYmoro 2,89 su 52 recensioni tra criticapubblico e dizionari.

Prodotto da Procacci/Fandango, scritto con Umberto Contarello, Doriana Leondeff, Marco Pettenello, il 13° film del padovano Mazzacurati espone in agrodolce lo stato delle cose del cinema italiano nel primo 2000. Al regista/autore Gianni Dubois, da anni senza lavoro, offrono di scrivere e dirigere un film per una divetta TV. Intanto disgraziate circostanze lo obbligano, su ricatto, ad allestire in un paese toscano e in 5 giorni l’annuale sacra rappresentazione del Venerdì Santo. Anche lì, lontano da Roma, la scalogna lo perseguita e lo trascina in un vortice di malintesi, contrattempi, colpi di scena. Tutto, però, si accomoda perché Dubois – e non soltanto lui – “ci mette l’anima”. È una questione di dignità. Fu uno dei 4 film italiani in concorso a Venezia 2010, e uno dei più divertenti di tutta la Mostra. Diseguale, qua e là un po’ facile, ma vitale. Basterebbero i personaggi di Ramiro (Battiston) e Abbruscati (Guzzanti). Fotografia: Luca Bigazzi. Musiche: Carlo Crivelli.

2.89/5

PhotobucketUn film di Gabriele Salvatores. Con Christopher Lambert, Sergio Rubini, Stefania Rocca, Amanda Sandrelli, Diego Abatantuono. Fantascienza, durata 114′ min. – Italia 1997. MYMONETRO Nirvana * * 1/2 - - valutazione media: 2,94 su 25 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Nel 2005, in una metropoli formata da un Centro protetto e da miserande e pericolose periferie etniche (Marrakech, Shangai Town, Bombay), tre uomini che diventeranno amici cercano di sfuggire all’infelicità della propria vita reale o immaginaria: Jimi (Lambert), ideatore del videogioco Nirvana; Solo (Abatantuono), protagonista del videogioco; Joystick (Rubini), hacker di periferia, perseguitato da nemici e creditori, che s’è venduto le cornee, sostituite con protesi elettroniche. Caso raro di film italiano che crea un mondo e inventa spazi, fu girato nell’area industriale dismessa dell’Alfa Romeo di Milano (e nei sotterranei del macello comunale) dove lo scenografo Giancarlo Basili ha inventato un microcosmo fantastico con un occhio a Bosch, Escher e la Pop Art. È un film psichedelico in cui Salvatores cerca di aprire nuove porte alla percezione e gioca abilmente le carte dei prestiti, degli stili, delle idee altrui e della contaminazione dei generi. È un film ludico in cui continua il suo discorso sul disagio giovanile, il rifiuto del mondo e della società come sono, il bisogno d’evasione, l’aspirazione all’avventura e alla bellezza. Abbacina nella sua dimensione visiva, frastorna con la colonna sonora, sbalordisce e accascia. Tra gli interpreti spiccano Rubini, con un brio istrionico alla Pacino, e la Rocca, una rivelazione. View full article »