Dall’opera omonima di Franz Kafka. Joseph K. È un giovane impiegato. Un giorno lo arrestano senza che lui sappia perché. Lo portano davanti a un tribunale che lo processa senza però comunicargli i capi d’accusa.
Un professionista di Pavia rivede dopo vent’anni la donna di cui fu innamorato da giovane. Poi gli dicono che è morta. Intanto una portinaia viene trovata barbaramente assassinata. È stata l’antica fiamma che aveva un conto da regolare?
Un uomo, che ha la moglie moribonda, esce di casa per non assistere all’agonia e vaga per la notte in cerca di pace e, inconsciamente, di un’altra donna. La trova in una bella sconosciuta che ha lasciato da poco il marito, ammalato senza speranza. Amandosi, litigando, consolandosi a vicenda, i due tirano l’alba. L’uomo torna a casa e trova la consorte morta. Ora è pronto a ricominciare, ma è la donna a chiedergli di starsene lontano per un po’ di tempo. Tra qualche mese, forse, se i loro sentimenti non saranno cambiati.
In questo film, Romy Schneider interpreta il ruolo di Julia Kreuz, una donna che confessa al marito di aver abbandonato il figlio che aveva avuto sei anni fa. Lei si propone di trovarlo. Bussando alla porta della coppia che ha adottato il suo giovane figlio, Julia provocherà uno scandalo dal quale nessuno si riprenderà…
Non esiste versione in italiano. I subita sono stati tradotti con google, potrebbero esserci delle imprecisioni
Vedova di un operaio ucciso dalla polizia durante una manifestazione s’innamora del suo nemico di classe, il padrone della ditta in cui lavora. La sorpresa di questa commedia a sfondo sociale è un Tognazzi che dà prova della sua inesauribile versatilità di attore straordinariamente padrone delle sue reazioni e dei suoi toni. Come operaia, R. Schneider convince meno. Il fico migliore nel bigoncio di Bevilacqua da Parma.
Remake di Guardato a vista di Claude Miller, film francese del 1981, con Lino Ventura, Michel Serrault e Romy Schneider. Nel remake l’azione si sposta dalla Normandia ai tropici, nell’isola di San Juan a Portorico. Un vecchio capitano di polizia (Morgan Freeman), convoca al commissariato il ricco ed influente avvocato Henry Hearst (Gene Hackman), il personaggio più in vista dell’intera isola. Il colloquio tra due vecchi amici, grazie anche alla presenza di un giovane ispettore, si trasforma in breve in un drammatico confronto. Hearst ha ritrovato il giorno prima il cadavere di una ragazzina tra la boscaglia: il secondo delitto in pochi giorni, entrambe le piccole vittime sono state stuprate prima di essere uccise. Henry è insospettabile, ma la sua testimonianza è piena di buchi e il suo alibi va provato: in breve la sua vita e il suo problematico matrimonio con la splendida Chantal (Monica Bellucci) viene passata al setaccio. Un buon giallo, diligente, ma non troppo incisivo.
Un fotografo inglese a Parigi desta la gelosia della fidanzata con le sue continue infedeltà. La donna lo convince a mettersi in cura da uno psicanalista, che però risulta più infedele di lui. Il film finisce con una sarabanda di equivoci in un alberghetto compiacente: il fotografo sposerà la sua ragazza, ma non perderà certo con il matrimonio la voglia di folleggiare. Una piacevole satira sul sesso, che deve molta della sua vivacità alla sceneggiatura dell’allora quasi sconosciuto Woody Allen.
Mentre la Francia festeggia la notte di San Silvestro, il notaio Martinaud subisce un pressante interrogatorio: è sospettato di aver violentato e ucciso due bambine. La moglie lo accusa apertamente. La verità verrà a galla. Tre interpreti superlativi.
Un film di Otto Preminger. Con Carol Lynley, Romy Schneider, Raf Vallone, John Huston. Titolo originale The Cardinal. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 175 min. – USA 1963. MYMONETRO Il cardinale valutazione media: 2,50 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Stephen Fermoyle è un sacerdote di Boston uscito dalla penna del romanziere Henry Morton Robinson. Trasponendo il libro sullo schermo, Preminger dà un quadro della vita della chiesa cattolica dalla prima guerra mondiale alla caduta del nazismo, attraverso le difficoltà pastorali, le tentazioni e i dubbi di questo pastore americano, che diventerà cardinale.
Ispirato dal romanzo di Paul Guimard (che ha collaborato anche alla sceneggiatura) il film racconta in flash-back gli avvenimenti importanti della vita di un uomo di successo, moribondo in seguito a un incidente automobilistico. La moglie, l’amante, il figlio, gli amici e i nemici. Tutto ritorna durante una lunga corsa in ambulanza verso un ospedale.
Pelissier è un commissario sulle tracce di una banda di rapinatori. Per incastrarli circuisce l’amica del capo, una prostituta di origine tedesca. La donna s’innamora e senza volerlo dà modo a Pelissier di prendere in trappola i malviventi. Ma anche il commissario s’è preso la cotta.
Delusa per l’abbandono di David, una donna si sposa e dopo pochi anni divorzia. Diventa l’amante di César, un benestante affarista, ma lo lascia quando all’orizzonte ricompare l’ex fidanzato. Tra i due uomini si accende una rivalità che si trasforma in grande amicizia quando la donna, amareggiata dalla proposta di una convivenza a tre, li lascia entrambi. Ritorna poco dopo senza essere riuscita a risolvere il dilemma sentimentale.
Un fotografo in cerca di immagini piccanti incontra per caso un’attrice non più giovane ma ormai dimenticata. L’uomo se ne invaghisce e si mette finanziariamente nei guai per lei.
Di Ludwig di Wittelsbach (già portato sullo schermo da Dieterle, Käutner e Syberberg), re di Baviera dal 1864 al 1886 quando fu deposto dal Consiglio di Stato siccome infermo di mente, che aiutò munificamente Wagner, costruì castelli di favola e morì in circostanze misteriose, Visconti ha cercato di fare un personaggio di tragedia attraverso le stazioni di un mistico, contraddittorio, sonnambolico calvario. Il film più scaligero e operistico di un grande illustratore dell’Ottocento, ammirevole nella pietas per i personaggi e nella dolorosa sincerità dell’autobiografismo indiretto che trasfigurano il monumentalismo decorativo (fotografia di A. Nannuzzi), il trionfalismo scenografico, l’orgiastica cura delle suppellettili. Distribuito in un’edizione di 3 ore, 7 anni dopo fu reintegrato nel montaggio originale di quasi 4 ore. Musiche di R. Schumann, R. Wagner, J. Offenbach, dirette da Franco Mannino.
Storia molto romanzata e all’acqua di rose di Elisabetta di Baviera, sposa nemmeno troppo felice, e anzi destinata a tragica fine, dell’imperatore d’Austria Francesco Giuseppe. Qui invece Sissi è felicissima di sposare il giovane Franz che la viene a corteggiare sulle montagne bavaresi.
Dal romanzo Le Train di Georges Simenon. Nel maggio 1940, mentre la Francia sta per essere occupata dai tedeschi, su un treno diretto a sud-ovest s’incontrano e si amano una ricca ebrea e un elettrotecnico sposato. Arrivati a destinazione, si lasciano. Tre anni dopo la Gestapo li riunisce. Attraverso una storia del tempo di guerra (con frequenti inserti di cinegiornali in bianconero) si fa un discorso sulla società francese degli anni ’70 con i suoi interdetti morali, sociali, pseudoreligiosi. Granier-Deferre è un buon direttore d’attori. Difficile sottrarsi all’emozionante finale.
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