Un’ereditiera fa causa a un giornale. Il direttore allora decide di contrattaccare facendola circuire da un amico perché la comprometta. Ma costui se ne innamora, e a complicare le cose interviene la fidanzata del direttore che, delusa del comportamento dello stesso, si sta innamorando dell’amico. Girandola di bisticci e di equivoci, finché le coppie non trovano la sistemazione giusta (il direttore con la fidanzata, l’amico con l’ereditiera).
Un giorno il treno si ferma alla stazioncina di Black Rock, inaspettatamente: scende un anziano con un braccio anchilosato che la popolazione accoglie con diffidenza. Che cosa cerca? Questo film è una macchina narrativa eccellente (con un’azione chiusa in 24 ore), un elastico teso sino allo spasimo, in attesa di uno strappo sempre rinviato. Il tema è analogo a Mezzogiorno di fuoco, ma la trama è più articolata. Grande Tracy. Dal racconto Bad Day at Hondo di Howard Breslin, sceneggiato da Millard Kaufman. Funzionale uso del Cinemascope (fotografia di William C. Mellor).
1925: in un piccolo villaggio USA il pastore, d’accordo con i “maggiorenti” locali, denuncia un insegnante perché illustra ai suoi allievi le teorie darwiniste sull’evoluzione delle specie. Il regista di Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo e di Indovina chi viene a cena? (entrambi sempre con Spencer Tracy) realizzò nel 1960 questo interessante dramma giudiziario tratto da un testo teatrale famoso, Inherit the Wind di Jerome Lawrence e Robert E. Lee. Soltanto un film d’attori, ma di classe. Intitolato anche L’erede del vento. Rifatto nel 1988 per la TV.
San Francisco, 1906. Una cantante è contesa dal proprietario di un pubblico locale, per il quale lei lavora e di cui è innamorata, e dal direttore dell’Opera. Il terrificante terremoto causa la morte del direttore e la separazione tra i due innamorati. Il loro successivo ritrovarsi è interpretato dall’uomo come un segno ammonitore della presenza di Dio e la conversione alla fede non ne è che la logica conclusione.
Dal romanzo Roger’s Rangers di Kenneth Roberts _ di cui fu filmata soltanto la 1ª parte _ su sceneggiatura di Lawrence Stallings e Talbot Jannings. Da Portsmouth (Virginia), alla fine del ‘700, il maggiore Robert Rogers organizza un corpo di volontari, i Rangers, per una spedizione verso il Nord. Ha due scopi: trovare e distruggere un villaggio di Irochesi, alleati dei Francesi; cercare un passaggio, attraverso la baia di Baffin, tra l’attuale Canada e la Groenlandia. Girato nell’Idaho e nell’Oregon. Fotografia: Sidney Wagner, William V. Skall e 1° film a colori per K. Vidor e S. Tracy. Il paesaggio _ in uno squillante Technicolor _ ha una funzione importante in questo film d’avventure dove si racconta con rara forza la mistica del militarismo e della violenta conquista coloniale: i pellerossa sono presentati come selvaggi da domare o distruggere alla pari degli elementi naturali da superare nella lunga marcia. Il Rogers di Tracy è visto come un leader col carisma, “l’uomo forte”, ma è tutt’altro che esaltato. Prevale il tono epico, specialmente in 2 sequenze: il trasporto delle imbarcazioni attraverso la montagna (ripresa in altri modi da R.S. Sarafian nel 1971 e da W. Herzog nel 1982) e il passaggio del fiume attraverso una catena umana
Vecchio e indomito pescatore del Golfo del Messico sogna da una vita di pescare un grande pesce spada. Lo trova e la lotta dura tre giorni. Nel viaggio di ritorno i pescecani gli spolpano la preda. Diligente trasposizione di un famoso racconto (1952) di E. Hemingway la cui retorica allegoria stride. Il bravo Tracy e la bella fotografia (4 operatori tra cui Y. Wong Howe e F. Crosby) non bastano. Oscar per le musiche di Dimitri Tiomkin.
Lui e lei fanno i giornalisti. Lei si occupa di cronaca mondana e di satira di costume, lui è corsivista sportivo. Nonostante le divergenze di carattere e d’interessi, finiscono per sposarsi. Ma il loro ménage matrimoniale è sulle prime disastroso. Disperando di poter trasformare la moglie in casalinga perfetta, l’uomo, dopo molte arrabbiature e titubanze, le consentirà di proseguire la carriera. Una commedia deliziosa. Segna lo storico incontro fra Spencer Tracy e Katharine Hepburn (avrebbero girato, in venticinque anni, nove film insieme): nessuna coppia fece sullo schermo più faville.
Un medico conosciuto e stimato si trasforma, grazie ad un ritrovato di cui è il solo a conoscere il segreto, in un essere crudele e spietato. In queste vesti tiene segregata una ragazza che ha reso schiava della sua tirannia, mentre come dottor Jekyll è promesso ad un’altra. Dopo qualche tempo si rende conto di non poter più controllare la parte malvagia che è in lui.
Joe è un tranquillo lavoratore che si trova per caso a passare in una cittadina del Middlewest quando viene scambiato per un delinquente e messo in prigione. La furia della folla provoca un incidente durante il quale Joe scompare. Tutti lo credono morto e una dozzina di persone viene processata per l’incendio alla prigione. Convinto dalla donna che ama, Joe, che voleva invece lasciar condannare gli imputati, si presenta in tribunale per evitare loro la pena di morte. Ma mentre li discolpa pronuncia un discorso durissimo contro la società americana.
Scritto da Abby Mann che adattò un suo teledramma, il film ricostruisce in chiave romanzesca il processo di Norimberga del 1948 contro i criminali di guerra nazisti. Questa verbosa maratona giudiziaria è, forse, il più compatto e armonioso film del produttore-regista Kramer, e un tipico frutto culturale della presidenza di J.F. Kennedy. Saggio di oratoria democratica ad alto livello, è affidato a un all star cast nel quale bisogna segnalare i brevi e intensi interventi di J. Garland e M. Clift. 8 nomination ai premi Oscar e 2 statuette, una per lo sceneggiatore Abby Mann e l’altra a M. Schell
Il cinema non aveva mai trattato lo spinoso problema dei matrimoni misti. Le difficoltà erano evidenti. Kramer ci provò, con molta cautela, affidandosi a due “testimoni” al di sopra di tutto: Katharine Hepburn e Spencer Tracy. Sono due genitori molto particolari. Matt e Christina Drayton rivedono la figlia di ritorno dalle Hawaii che, senza tanti preamboli, annuncia che sta per sposare un uomo di colore. Il padre della ragazza è proprietario di un giornale, la madre possiede una galleria d’arte, l’ambiente è una stupenda casa che guarda la baia di San Francisco. Il promesso sposo è un medico molto importante, con mille titoli accademici ed è… Sidney Poitier. Per un operaio di colore in una vicenda ambientata in Alabama doveva passare ancora qualche anno. I genitori naturalmente sono sconvolti, ma sono civili, umani e di vedute molto aperte. Meno facili sono i genitori di Poitier, diffidenti e quasi razzisti. Il problema fa emergere anche sensazioni lontane. Alla fine naturalmente tutto finisce bene; tutti si comportano alla perfezione. La storia dolcemente manierata, ma inedita nei film, rappresenta qualcosa di molto importante, anche se il filtro è quello della tradizione hollywoodiana del lieto fine.
Alla Federal Broadcasting Corporation c’è un ufficio “quesiti”, diretto da Bunny Watson dalla memoria imbattibile. Incaricato dal presidente della rete tv arriva Sumner, col compito di insegnare come si usa un computer. Si sparge il panico: licenziamenti in vista? Scritto da Phoebe e Henry Ephron, da una commedia (1955) di William Marchant, è il 1° film di Hollywood che ha al centro un computer; il 1° film in Technicolor e Cinemascope (Leon Shamroy) della coppia Tracy-Hepburn e l’8° dei 9 che hanno interpretato insieme; il 1° prodotto dalla Fox invece che dalla M-G-M. Con G. Young di supporto, Tracy e la Hepburn fanno scintille. Distribuito in Inghilterra come The Other Woman.
Ispirato all’omonimo romanzo di Kipling, il film racconta la storia di un ricco ragazzino, salvato da un pescatore. Il ragazzo passa qualche mese sulla goletta tra marinai rudi, ma di buon cuore. Per lui è una grande lezione di vita. Un buon film, arricchito da uno Spencer Tracy in gran forma: per questa interpretazione si guadagnò l’Oscar.
Un modesto avvocato alle prese con il caos, e le spese, del matrimonio della figlia. Nella 1ª commedia di Minnelli, deliziosamente sceneggiata e dialogata da Goodrich e Hackett da un romanzo di Edward Streeter, Tracy è al massimo della sua forma. Seguito da Papà diventa nonno.
Due cercatori di petrolio sono uniti da una profonda amicizia anche se spesso litigano per futili motivi. Quando la donna, che entrambi amano, sceglie uno e rifiuta l’altro, il respinto accetta la decisione con serenità.
Un evaso da un campo di concentramento nazista, scampato miracolosamente alla cattura, si sente ormai privo di volontà. Ma, aiutato da un giovane operaio, si rimette in contatto con i capi della resistenza e ritrova la voglia di combattere.