Ex carcerato vuole svaligiare in un sol colpo a Ferragosto tutti gli appartamenti di un lussuoso palazzo. Ha cinque complici e un boss mafioso che lo finanzia. Ma la polizia li tiene sotto controllo. Veloce, spezzettato, ritmo serrato e riprese concise, il film rispetta le regole del genere poliziesco, ma è anche un commento sull’America moderna: la manipolazione, il denaro, la corruzione. Da un romanzo di Lawrence Sanders.
Jamal Wallace è uno studente del Bronx con una grande passione per la letteratura e un altrettanto grande amore per il basket. Casualmente entra in contatto con William Forrester, uno scrittore che vinse il Premio Pulitzer con l’unico libro pubblicato. Era poi scomparso e nessuno ne aveva saputo più nulla. A lui, che diviene il suo maestro, Jamal sottopone un racconto che viene giudicato positivamente. Il ragazzo ha ricevuto un’offerta di borsa di studio da una prestigiosa istituzione privata. Ma c’è un ostacolo: il docente di letteratura trova il suo testo troppo pregevole e non crede che un ragazzo del Bronx possa arrivare a tanto. Pertanto é meglio che resti al suo posto e pensi al basket. Nel frattempo anche Forrester trova un aiuto in Jamal.Riesce a uscire di nuovo dall’appartamento in cui si era autorecluso. Il ragazzo però non riesce a risollevare le sorti della propria squadra e tutto sembra risolversi negativamente quando… Gus Van Sant mantiene fermo il proprio sguardo sugli individui al margine e sulle età di passaggio. Questa volta lo fa con alle spalle un produttore/attore decisamente straordinario: Sean Connery. Il regista non solo non esaspera i toni ma sottolinea la propria continuità autoriale con un cameo affidato a Matt Damon. Will Hunting è ancora presente così come sono realmente presenti nel mondo ragazzi dotati che avrebbero ancora una voglia che il luogo comune dà per ormai estinta: quella di studiare per migliorarsi.
Nel 1855, durante la guerra di Crimea, un furbo avventuriero, coadiuvato da una banda, riesce a rubare con astuzia un’ingente quantità di lingotti d’oro di proprietà del governo britannico. È, insieme, un film di genere e un film d’autore, sulla scia della tradizione britannica dei ladri non tanto gentiluomini quanto intelligenti. Un bel ritmo narrativo si coniuga con una gustosa ricostruzione ambientale. In USA s’intitola The Great Train Robbery . Sceneggiato da Michael Crichton e basato su un suo romanzo (1975).
Uno dei film meno noti di Sean Connery, ma tra i più intensi della sua carriera. Nell’estate del ’32 tra le montagne della Svizzera si consuma furtivamente la relazione tra Douglas, medico cinquantenne, e Kate, la giovane nipote. Raccontata attraverso flashback, la storia d’amore tra i due trova la massima espressione in una collana che si rompe facendo rotolare rumorosamente le perle sul pavimento. Giuseppe Rotunno regala una fotografia mozzafiato e contribuisce a fare della pellicola un capolavoro.
Nel 1888 Rudyard Kipling pubblica il racconto “L’uomo che volle farsi re” nella raccolta “Wlee Willie Winkie and Other Stories”, negli anni ’50 il regista John Huston inizia a pensare a un adattamento per il grande schermo, con Clark Gable e Humphrey Bogart come protagonisti. Man mano che la sceneggiatura prendeva corpo i nomi degli attori divennero Burt Lancaster e Kirk Douglas e in seguito Robert Redford e Paul Newman. Fu quest’ultimo a suggerire al regista di scritturare Sean Connery e Michael Caine, e il film viene infine realizzato nel 1975 proprio con Connery e Caine nei panni di due massoni. Daniel Dravot e Peachy Carnehan sono ex-sottufficiali dell’esercito inglese che decidono di conquistare un regno tra le montagne del Kafiristan, regione che più di venti secoli prima era stata dominata da Alessandro Magno. Il film ottiene quattro nomination all’Oscar e l’attore scozzese conquista finalmente il favore della critica.
Nel ’44, 35.000 paracadutisti alleati scendono in Olanda con lo scopo di impadronirsi di una serie di ponti che favoriranno l’avanzata delle forze alleate. L’impresa non riesce per un ponte di troppo.
Durante l’ultima guerra cinque uomini entrano in un campo di disciplina inglese nel Nord Africa e vengono affidati al sergente Williams, un vero carnefice. Dura denuncia dei metodi disciplinari applicati nei campi di prigionia militari con momenti di alta drammaticità, grazie anche ai validi attori e alla bella fotografia in bianconero di O. Morris. Da un teledramma di Ray Rigby e R.S. Allen. Esiste anche in edizione colorizzata. La prima prova attoriale con cui S. Connery cercò di liberarsi dell’ipoteca di James Bond. Molto amato da Woody Allen.
Un film di Sidney Lumet. Con Sean Connery, Trevor Howard, Ian Bannen, Vivien Marchant Titolo originale The Offence. Drammatico, durata 112′ min. – Gran Bretagna 1973. MYMONETRO Riflessi in uno specchio scuro valutazione media: 2,75 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
In una cittadina britannica _ che da qualche tempo vive l’incubo di una serie di stupri ai danni di bambine sole _ si arresta il sospetto pedofilo Baxter, sposato con figli. A un 1° interrogatorio normale subentra, di nascosto, il sergente Johnson che, sicuro della sua colpevolezza, lo maltratta così violentemente da mandarlo all’ospedale dove muore. Johnson espone la sua versione dei fatti, diviso tra l’indignazione e il desiderio di aiuto di chi scopre in sé stesso preoccupanti segni di collasso mentale. Sottovalutato o ignorato dai critici, pochi spettatori, e riserve da parte di Lumet che lo definì un film “voluto da Connery, non veramente soddisfacente da cui si esce un po’ frustrati”. Forse avevano torto tutti. Sceneggiato da John Hopkins e basato sul dramma This Story of Yours, è fin dalla prima sequenza un film insolito (per Lumet e per Connery), originale e intenso. Johnson non è un indemoniato giustiziere né un angelo vendicatore, ma un disturbato mentale. Lo si deduce dai confronti con il sospettato, la moglie e il superiore, con gli SOS d’aiuto che invia ai suoi interlocutori. Sulla fondatezza dei sospetti su Baxter _ e sullo stesso Johnson _ “il film è reticente, ambiguo, o meglio aperto” (Mario Molinari). Non è l’ultima delle ragioni del suo complesso fascino.
È la traduzione cinematografica della tragica vicenda del dirigibile Italia, schiantatosi il 24 maggio 1928 sui ghiacci del Polo Nord. La gara tra diversi paesi per il salvataggio dei superstiti sotto la famosa tenda rossa si sviluppa attraverso drammatiche avventure.
Nello scrivere la sceneggiatura il regista John Milius si basa su fatti veramente accaduti – il rapimento da parte del bandito marocchino Raizuli di Ion Perdicaris, un americano espatriato a Tangeri – ma tramuta il soggetto in una donna vedova e madre di due figlie arricchisce la storia con un attacco degli Americani al palazzo del pascià di Tangeri. Sean Connery – che ottiene la parte per la quale sono in lizza anche Omar Sharif e Anthony Quinn – interpreta un capo ribelle berbero che all’inizio del ventesimo secolo rapisce Eden Pedecaris (Candice Bergen) e prole per ottenere la morte del sultano. La pellicola si aggiudica due nomination all’Oscar come Migliore colonna sonora originale (di Jerry Goldsmith) e Miglior suono.
Gli intoccabili sono quattro (un funzionario governativo, due poliziotti e un contabile) che nei ruggenti anni ’20 del Proibizionismo dichiarano guerra al gangster Al Capone e la vincono. Sono giusti e incorruttibili. Scritto da David Mamet, è un gangster-film nelle cadenze di un western urbano che procede per grandi stereotipi e senza mezze tinte. Da ricordare: Al Capone di De Niro, un grande Connery e la sequenza finale in stazione. Elliott Ness (Costner) è realmente esistito. Il suo libro di memorie ha fornito il materiale a una popolare serie di telefilm (1959-62) dove era impersonato da Robert Stack. Scene: Hal Gausman. Fotografia: S.H. Burum. Musica: E. Morricone. Costumi: Marilyn Vance-Straker (abiti di Giorgio Armani). Oscar per Connery (non protagonista). Innumerevoli citazioni filmiche da Ejzenštejn a Welles, da Kurosawa a Peckinpah.
Poirot, un investigatore belga, si trova costretto ad indagare sull’assassinio di un uomo avvenuto sull’Orient Express, un treno su cui lui stesso sta viaggiando. La vittima è un certo Samuel Edward Ratchett, distinto americano con la passione dei viaggi. Un imprevisto meteorologico manderà all’aria i piani dell’omicida (una bufera di neve farà rimanere bloccato il treno per moltissimo tempo); in questo modo Poirot sarà costretto suo malgrado a dedurre che l’assassino è uno dei passeggeri il cui scompartimento è nella carrozza in cui si trovava quello del signor Ratchett. Grazie ad alcuni indizi si verrà a sapere che il vero nome della vittima era Cassetti, un rapitore americano, e questo omicidio era una vendetta per la piccola Daisy Armstrong, una bambina americana uccisa anni prima da lui stesso. Questo sarà l’inizio di una serie di interrogatori a tutti i passeggeri da cui inizialmente non si avrà alcuna informazione. Inoltre la presenza di un numero esagerato di indizi farà pensare ad un tentativo di far ricadere la colpa su determinate persone. Soltanto più tardi ci saranno una serie di colpi di scena che avvieranno alla soluzione del caso.
A Los Angeles una macro-holding giapponese tratta l’acquisto di un gruppo americano. Durante la festa relativa viene uccisa una prostituta d’altissimo bordo. La scena è stata registrata, con tanto di immagine dell’assassino, il potentissimo Sakamura. Il capitano Connor (Connery) e il tenente Smith (Snipes) sono incaricati dell’indagine. Connor è un grande conoscitore della civiltà nipponica e sa muoversi fra i loro riti complicati. Si convince che Sakamura non è l’uomo giusto. I giapponesi, maestri in quel gioco, sono riusciti a truccare il disco audiovisivo. Viene in evidenza il solito senatore corrotto e odioso e l’altrettanto solito giovane manager impeccabilmente vestito. Fra karatè, filosofia orientale, golf e ammiccamenti amorosi, alla fine tutto va a posto.
Da un romanzo di Catherine Arley: con la complicità di una bella infermiera giovanotto spregiudicato cerca d’impadronirsi, anche col delitto, dell’eredità di un vecchio e ricco zio invalido. Incursione, riuscita a metà, nel territorio di Hitchcock con un film di suspense psicologica. Richardson una spanna sopra ai 2 protagonisti.
Un film di John McTiernan. Con Sean Connery, Lorraine Bracco Titolo originale Medicine Man. Avventura, durata 106′ min. – USA 1992. MYMONETRO Mato grosso valutazione media: 2,25 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Un laboratorio farmaceutico nella foresta, l’eccentrico dott. Campbell che battibecca ininterrottamente con l’energica dottoressa Rae Crain, una tribù di pacifici indios, una ricerca sul campo che sta per portare alla scoperta di un siero antitumore, la civiltà che avanza a bordo di trattori cingolati. Filmato in Messico, sviluppa il discorso ecologico con discrezione, filma la foresta con leggerezza sapiente e arriva alla lieta fine matrimoniale senza che tra i due passino fremiti sessuali. Neppure un bacio.
Un energico capo di polizia, cui viene affidato il compito di presiedere a uno scambio di ostaggi tra governi e terroristi, provoca una sparatoria a bordo dell’aereo su cui si è imbarcato.
Dal romanzo (1984) di Tom Clancy. Al comando di un sommergibile nucleare sovietico nel suo viaggio inaugurale, il capitano Raimus (Connery) cessa di obbedire agli ordini della base: vuole disertare o scatenare una guerra privata contro gli USA? Thriller marinaresco qua e là confuso, ma sostenuto da un ritmo e una suspense impeccabili, da una splendida fotografia e da un Connery di buona annata. Oscar per il montaggio degli effetti sonori.
Il Robin Hood di Richard Lester è diverso dagli altri ‘principi dei ladri’ rappresentati sul grande schermo: è un ultraquarantenne non più tanto aitante che a distanza di vent’anni, dopo un lungo esilio, torna tra le foreste di Sherwood. Ad attenderlo c’è il grande amore, Marian (una ritrovata Audrey Hepburn dopo 9 anni di pausa dal cinema), che nel frattempo è diventata la badessa di un convento. Non sarà l’unico film sul leggendario eroe popolare inglese che vede Connery tra i protagonisti. Quindici anni dopo l’attore comparirà anche in un cameo nel celebre Robin Hood principe dei ladri, pellicola del 1991 diretta da Kevin Reynolds con Kevin Costner, Mary Elizabeth Mastrantonio e Morgan Freeman.
Sul pianeta Io, in un centro minerario per l’estrazione dello zolfo e dei suoi derivati, arriva un commissario che si accorge che le cose non funzionano. Una space-opera nella cui struttura narrativa si mescolano gli schemi del poliziesco e del western. Bella la sequenza d’inseguimento tra Connery e lo spacciatore di droga.
Il 6 giugno 1944 fu il D-Day, il giorno dello sbarco angloamericano in Normandia che colse di sorpresa l’agguerrita Wehrmacht della Germania nazista. Varie fasi dell’impresa: l’occupazione di Saint-Mére Eglise e l’avanzata sulla spiaggia. Colossal di propaganda bellica (3 registi, 44 attori di varia nazionalità, tutti di buon nome) il cui vero autore è il produttore D.F. Zanuck. Fragore, spettacolo e almeno due o tre sequenze da ricordare. Oscar per la fotografia in cinemascope e bianconero e per gli effetti speciali. Basato su un libro di Cornelius Ryan, che collaborò alla sceneggiatura con Romain Gary, James Jones, David Pursale, Jack Seddam.
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