Sean Casey, ex poliziotto nominato Pubblico Ministero a New York nel processo contro un noto trafficante di droga accusato dell’omicidio di un ufficiale di polizia
Nella comunità ebraica di Montréal 1948 l’arrampicata sociale del giovane Duddy Kravitz che s’inventa imprenditore, speculatore finanziario, produttore cinematografico per realizzare il suo sogno di radicamento, integrazione e ricchezza, sacrificandogli parentele, amicizie, amori. Da un romanzo (1959) del canadese Mordechai Richler che ha brio e ritmo, quasi per intero costruito sui dialoghi, adattato dall’autore. Con American Graffiti , lanciò un bravissimo R. Dreyfuss, ma lo sono altrettanto D. Elliott come regista e R. Quaid, innocente sempliciotto. La riduzione privilegia la dimensione comica del romanzo, mettendo la sordina ai suoi significati sociali. Orso d’oro a Berlino 1974.
Una prostituta ha ucciso il suo cliente per legittima difesa. I parenti, timorosi dello scandalo, cercano di evitare un processo dimostrando la sua infermità mentale. Ma la donna si ribella. Lei è perfettamente sana di mente (il babbo adottivo magari ha qualche tara…) e ottiene il proseguimento del dibattito.
Dopo due contatti (avvistamento, reperimento di tracce) con gli UFO si aspetta il loro arrivo in una zona del Wyoming. Un padre di famiglia, una donna il cui bambino è misteriosamente scomparso e uno scienziato francese stanno all’erta. E l’UFO atterra. La componente tecnica è straordinaria: fotografia di Vilmos Zsigmond (unico premio Oscar su 4 candidature), effetti speciali di Douglas Trumbull, i pupazzi semoventi di Carlo Rambaldi, il più grande set (l’interno di una vecchia aviorimessa per dirigibili) mai usato, la sapiente costruzione drammatica in due tempi affidata alla suspense, tipica del cinema spielberghiano. Ma c’è qualcosa di più: una indubbia carica mitica di timbro junghiano, un discorso sulla pace e l’amicizia con razze extraterrestri. È l’opera di un sognatore per sognatori. Nel 1980 Spielberg mise sul mercato un’edizione di 152 minuti con sequenze all’interno dell’astronave.
Remake del film L’avventura del Poseidon (1972): durante la festa di Capodanno, il gigantesco transatlantico Poseidon è travolto da un’onda anomala. Uno sparuto gruppetto di personaggi cerca di mettersi in salvo tra mille difficoltà. Effetti speciali strabilianti, ritmo narrativo e di montaggio sempre molto sostenuto, scarsa credibilità (inevitabile) di alcune scene e soprattutto di personaggi (discreti gli interpreti ma senza esagerare) che diventano un po’ troppo in fretta invincibili e inarrestabili, buona suspense a tratti efficacemente claustrofobica, regia di robusto mestiere. Ben poco da ridire, eppure alla fine molto si dimentica e resta invece inalterata la memoria dell’originale.
Un film di John Milius. Con Warren Oates, Richard Dreyfuss, Ben Johnson, John P. Ryan, Michelle PhillipsPoliziesco, durata 96′ min. – USA 1973. MYMONETRO Dillinger valutazione media: 3,00 su 4 recensioni di critica, pubblico e dizionari. La carriera di John Dillinger, specialista di rapine in banca, e la sua lotta con Melvin Purvis, agente dell’FBI implacabile ma cavalleresco. Il duello a distanza si concluse il 22 luglio 1934 a Chicago quando il gangster fu ucciso in una sparatoria. Esordio nella regia di uno sceneggiatore intelligente, è un film senza pietà che rifiuta l’analisi psicologica ed esclude un giudizio morale, con una certa compiaciuta esaltazione del dinamismo della morte violenta.
Nella versione 1080p i subita sono stati tradotti con google, potrebbero esserci delle imprecisioni.
I due personaggi dell’ Amleto di Shakespeare sono i protagonisti di questo eccentrico intrattenimento teatrale che, malgrado abbia vinto il Leone d’oro alla mostra di Venezia, non ha molto a che fare con il cinema. Comunque, come noto, i protagonisti si recano alla corte del re di Danimarca per indagare sulla follia di Amleto. Verranno giustiziati senza venire a capo di nulla. Un’inspiegabile versione cinematografica di un testo in bilico tra il grottesco e la commedia dell’arte. Si può comunque apprezzare la bravura degli interpreti in ruoli più facili di quanto sembri. Gary Oldman e Tim Roth per la recitazione si sono ispirati a Stanlio & Olio. Nient’altro che onanismo culturale.
Dal romanzo (1966) di Jacqueline Susann (che appare nella particina di una giornalista): tre giovani donne arrivano a New York dalla provincia per far carriera nel mondo dello spettacolo. Pene e guai per tutte. Tremendo melodramma al femminile di grande successo e piccole virtù. Tra le interpreti la povera Tate, assassinata nel ’69, e la brava Hayward che sostituì all’ultimo momento Judy Garland. S’intravede anche Richard Dreyfuss. Rifatto per la TV nel 1981.
Da un romanzo di P. Benchley. Uno squalo semina il panico sulle spiagge di una cittadina americana dove ha divorato due bagnanti. Uno scienziato, un pescatore, lo sceriffo locale si impegnano a fondo per eliminare il mostro.
A causa di un errore, il computer del Ministero della Difesa americana ordina un attacco nucleare sulla città di Mosca. Il presidente e i capi militari si lanciano in una corsa contro il tempo per impedire la catastrofe mondiale. Rifacimento di “A prova di errore” 1964.
Estate del 1959, nell’Oregon. Quattro ragazzini partono per un’escursione di cinquanta chilometri lungo la ferrovia, affrontando varie avventure e scoprendo il cadavere di un ragazzo scomparso giorni prima. Da un racconto (The Body, 1982) di Stephen King, sceneggiato da Raynold Gideon e Bruce A. Evans, nominati all’Oscar, uno dei film più belli sull’adolescenza degli anni ’80, nel miracoloso equilibrio della memoria tra sentimento e avventura. Sarebbe piaciuto a Truffaut. Bravissimi i quattro ragazzini. Fotografia stupenda di Thomas Del Ruth. Musica: Jack Nitzsche con la canzone “Lollipop”. Il titolo è lo stesso di una canzone di Ben E. King.
Sul ritmo di Rock Around the Clook , la notte brava di 4 adolescenti californiani nell’estate 1962, mentre la guerra del Vietnam bussa alle porte. Uno dei migliori risultati dell’operazione nostalgia a Hollywood: ricco di simpatia con qualche momento d’incanto malinconico, un gruppetto di attori spontanei anche se goffamente doppiati. Rimarrà come documento sociologico. 5 nomination agli Oscar.
Baltimora, 1963. È la storia dell’ostinata e rissosa inimicizia tra due tin men, venditori di rivestimenti d’alluminio per case, capaci di vendere guanti a un monco e costumi da bagno a un eschimese. Tragedia della classe media recitata come una farsa. 3 attori in stato di grazia per un’analisi impietosa e divertente della subcultura maschile americana all’insegna della competizione e del cinismo. Scritta dal regista nato e cresciuto a Baltimora (Maryland), è una commedia d’autore.
Glenn Holland è un musicista di buon talento. Quella sarà la sua strada: comporrà e suonerà. Per dare ossigeno alla famiglia accetta di tenere un corso come insegnante in un college, per un’estate. Poi per una seconda, poi …per sempre. La sua vita è passata fra gli studenti, non ha composto, non ha suonato, non ha avuto successo, non è diventato ricco. E non ha nemmeno avuto tanta fortuna nel privato, il suo unico figlio è nato sordo. Alla fine il cinico preside, per questioni di bilancio, quando si tratta di “tagliare”, naturalmente fa saltare il corso meno “utile” e il povero mr. Holland rimane sul lastrico.
Una commedia abbastanza divertente su un giocatore colpito da un’incredibile fortuna. Si tratta di Jay che punta molti soldi alle corse dei cavalli. E incredibilmente sembra che le cose debbano andare avanti per molto tempo. Il fatto è che la sete del guadagno facile diventa febbre e l’uomo insiste con le puntate. Riuscirà ad essere ancora vincente, ma per quanto?
Con questo film Russell rievoca il famoso caso Dreyfuss, l’ufficiale dei servizi segreti francesi che, nel 1895, fu accusato di spionaggio a favore dei tedeschi. Dreyfuss venne degradato e portato sull’isola del Diavolo. Solo molti anni dopo venne riconosciuta la sua innocenza e fu reintegrato nell’esercito. Russell si è costruito da solo una brutta fama: la critica si occupa di lui solo se fa scandalo. Se realizza un’opera che riflette sulla storia per ragionare sul presente, ben recitata e con la giusta attenzione per il “clima” dell’epoca, sembra che non importi a nessuno.
Una ex ballerina di Broadway, Paula, vive a New York (nel West Side) con la figlia decenne Lucy, nata da una relazione con un attore che poi l’ha piantata. Anche Tony, col quale Paula aveva tentato di ricostruirsi una famiglia, la molla per andarsene a Roma. Prima, però, il cinico Tony ruba i risparmi della donna e subaffitta a sua insaputa l’appartamento. Il nuovo inquilino porterà la felicità per Paula e per Lucy.
Le richieste di reupload di film,serie tv, fumetti devono essere fatte SOLO ED ESCLUSIVAMENTE via email (ipersphera@gmail.com), le richieste fatte nei commenti verrano cestinate.