Il film è diviso in 5 sezioni (“Usi e costumi”, “Il lavoro”, “La donna”, “Cittadini”, “Stato e Chiesa”, “La famiglia”) e in 11 episodi, alcuni assai brevi, con una lunga galleria di attori famosi. Scritto da Ruggero Maccari, Ettore Scola e Loy, è il tentativo di rinnovare la formula del film a episodi con la satira di costume. Bersaglio: i difetti degli italiani. Qua e là incisivo. Spicca l’episodio sul traffico con la Magnani.
Policarpo, impiegato ministeriale, non gode delle simpatie del suo capo ufficio, il cavalier Pancarano. Figurarsi quando i due rispettivi figli s’innamorano. Liberamente ispirato a un libretto (1903) dell’umorista e giornalista Luigi Arnaldo Vassallo (più celebre come Gandolin), è un film di garbo, una miscela di ironia e di sentimento alla cui riuscita tutti hanno collaborato, dagli attori ai tecnici. Squisito livello figurativo.
Altre comiche disavventure del maresciallo di Pane, amore e fantasia, questa volta ambientate oltre confine. Il protagonista vuole rimandare le nozze con la sua promessa e parte con la banda da lui diretta alla volta della Spagna. Qui è preso di mira da una bella indigena e si infatua di una danzatrice; questa però è legata ad un ragazzo, lui allora riparte per il suo paese in nave, ma quando vede sul molo la fidanzata e la bella spagnola preferisce non sbarcare.
Un film di Mauro Bolognini. Con Peppino De Filippo, Vittorio Caprioli, Giorgio Ardisson, Totò, Laura Adani. Commedia, b/n durata 107 min. – Italia 1959 Un buon padre di famiglia in cerca di alloggio, dopo mille tentativi trova una splendida dimora, ampia, confortevole, a buon mercato. Non sa che è un’ex casa di tolleranza (la chiusura per la legge Merlin è avvenuta solo qualche mese prima). Guai, equivoci a non finire, litigate giornaliere con ex clienti che sperano (vedendo le persiane spalancate) in un’inopinata riapertura.
Alcuni episodi comici, più o meno divertenti, sono cuciti insieme da un debole pretesto: assistiamo a quello che avviene in un giorno qualsiasi in pretura. Il film sarebbe caduto nel dimenticatoio se non fosse stato completamente riscattato dall’esilarante intervento di Alberto Sordi in altri due film.
Don Raffaele, professore di mandolino costretto a guadagnarsi da vivere sui marciapiedi, è incastrato in una serie di misteriosi omicidi che hanno per posta un bel gruzzolo di milioni. Corbucci e i suoi sceneggiatori si devono essere assai divertiti a scrivere e dirigere questo canovaccio macchinoso di sgangherata efficacia. Mastroianni si esibisce in un esercizio di alto macchiettismo buffonesco. Ultimo film di P. De Filippo.
Un conduttore di vagoni-letto che fa la spola tra Roma e Parigi si è fatto due famiglie: sciatta e disordinata con cognato parassita a Roma, vedova con bambina a Parigi. Quando il cognato, ricercato per furto, ripara in Francia e scopre la sua doppia vita, rientra nei ranghi. Commedia fiacca degli equivoci con una soluzione che non persuade.
Don Agostino scommette con gli amici che riuscirà a trascorrere una notte con la virtuosa moglie di Don Ferdinando, Maria Grazia. Effettivamente, approfittando dell’assenza di quest’ultimo, riesce a introdursi in casa di Maria Grazia, pregandola di nasconderlo dai carabinieri. Torna però Don Ferdinando.
Una domestica non più freschissima (interpretata con verve da una Elsa Merlini riproposta come primadonna dopo i fasti dell’anteguerra) passa da un “servizio” all’altro e intrattiene col maturo fidanzato un rapporto piuttosto turbolento: ciò consente di cucire tra loro alcuni episodi moderatamente divertenti.
Peppino è sposato da 10 anni con Amalia quando arriva Antonio, primo marito di lei, disperso in Russia. Liti a non finire. Totò e Peppino si contendono l’amore (e il letto) di N. Gray, come primo e secondo marito. La sceneggiatura di Continenza e Steno è un po’ scarsa, ma i due comici rimediano con i loro lazzi.
Sono in cinque – una donna per la DC, quattro uomini per il PCI, PLI, MSI e monarchici – a presentarsi candidati alle elezioni. Ciascuno ha i suoi trucchi, fa le sue promesse, ma tutti falliscono. Film a episodi camuffato. La satira è di grana qualunquista, ma certe stoccate arrivano al bersaglio. Totò si candida per il Partito della Restaurazione (monarchica).
Un film di Mario Bonnard. Con Peppino De Filippo, Anna Magnani, Aldo Fabrizi, Caterina Boratto, Olga Solbelli. Commedia, b/n durata 85 min. – Italia 1943. MYMONETRO Campo de’ Fiori valutazione media: 2,54 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari. Al suo secondo film, Fabrizi – dopo il tranviere – impersona un pescivendolo, cioè ancora un personaggio di immediata e schietta estrazione popolare. Stesso l’ambito produttivo di Avanti c’è posto, stesso il regista, stessa la matrice bozzettistica (ma tra i collaboratori figura Fellini). Da una vicenda tutta prevedibile e in parte melensa (il protagonista s’invaghisce d’una signora della buona società, ma ne resterà deluso e accetterà il legame con una impetuosa fruttivendola) emergono alcune sequenze di brulicante umanità.
Quattro malviventi si travestono da frati e si fanno ospitare in un convento. Tempo dopo, con la scusa di proteggere i religiosi, pretendono tangenti dai negozianti e dalle persone più in vista. I loro crimini si fanno tanto audaci da spedirli in prigione. Qui si scopre la loro vera identità.
Giovanni Bettini, modesto commerciante di penne stilografiche, è padre di Giulietta, una dolce ragazza che viene allevata in un collegio di lusso, convinta di essere la figlia di un uomo facoltoso. Durante la cerimonia di fine anno, Giovanni fa amicizia con un industriale i cui figli sono amici di Giulietta. Ma un giorno la ragazza scopre la verità e rifiuta così l’amore del figlio dell’industriale, per vergogna. Alla fine la ragazza sposerà egualmente il giovane.
In una domenica a Roma negli anni Cinquanta, in un grande condominio, si intrecciano le vicende di alcune domestiche. È mattina. Le ragazze, affacciate alle finestre, si scambiano confidenze pregustando le ore di libertà che le attendono quel giorno. Caterina è in servizio presso una signora che la crede bugiarda nonostante lei si sforzi di raccontarle la verità. Angela aspetta da tempo notizie dal fidanzato e lavora per una donna le cui uniche attenzioni sono rivolte ai suoi cani. La provocante e ingenua Giulietta rende i suoi servigi alla famiglia Tanzi, e al pomeriggio ha un appuntamento con Luciano. Antonietta, matura servente che si vede con Bepi, finto cleptomane, ha organizzato un pomeriggio molto culturale per lei e il suo impenitente ladruncolo. Queste e altre storie si snodano nello stabile sotto gli occhi attentissimi di Antonio, portiere a sua volta guardato a vista da una vecchia moglie gelosa. Commedia semplice, basata su un’ottima sceneggiatura, la pellicola di Bruno Paolinelli ritrae piccole storie di donne immerse in una quotidianità dolce e a tratti amara. Divertente spaccato dell’Italia prima del boom, il film si struttura attraverso dialoghi serrati, situazioni spiritose, macchiette variopinte e vitalizzate dalla recitazione di grandi attori.
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