Unendo con rigore cronaca, ricostruzione documentaria e libera rievocazione, attraverso l’utilizzo di una pluralità di fonti e punti di vista (interviste, reportage, diapositive, intervenendo talvolta in prima persona per la formulazione di domande contestuali alla realizzazione del film) Francesco Rosi realizza con notevole efficacia il ritratto di Enrico Mattei ” l’italiano più potente dopo Giulio Cesare”. Il caso Mattei è un thriller politico, dal linguaggio cinematografico anticonvenzionale e dall’originale sobrietà di stile che raggiunge lo spettatore non solo emotivamente ma soprattutto lo coinvolge nella ricerca di nessi segreti e nascosti del potere costringendolo a intraprendere un cammino di presa di coscienza. E’ l’impegno civile, il distacco critico, l’indagine sull’accertamento dei fatti e l’interrogazione sulle loro cause di un “condottiero” (così Fellini definiva Rosi) capace di rendere concreta per immagini una speculazione astratta attraverso la regia, rendendoci partecipi della sua indignazione morale e costante ricerca intellettuale.
Rosi facendo sua una suggestione che era stata dei neorealisti si occupa di temi di immediata attualità dove lo sguardo sui personaggi funziona da rivelatore della complessità storica e politica. Trattasi di cinema tutt’altro che ideologico ma in continua osservazione e ridefinizione, un cinema che offre uno scorcio eloquente della politica italiana del dopoguerra, di un’Italia dei risultati ma anche degli errori e delle contraddizioni. Sono gli anni del radicamento sociale dei partiti che si identificano nella rappresentanza popolare ma anche nei meccanismi clientelari. Nel 1953 nasce l’Eni (a cavallo appunto tra impresa pubblica e politica) grazie alle capacità di Mattei a cui era stato affidato il compito di liquidare l’Agip, una società statale istituita dal regime fascista e che Mattei amplia e riorganizza in Eni. Personaggio ambiguo e controverso, la cui influenza politica e i cui ambivalenti rapporti con la Democrazia Cristiana ne manifestavano la complessità e l’impossibilità di una sintesi univoca della sua personalità. Sotto la sua direzione vengono negoziate importanti concessioni petrolifere in Medio Oriente e conclusi accordi commerciali “scomodi” con l’Unione Sovietica portando alla rottura dell’equilibrio stabilito dalle “sette sorelle” del petrolio.
L’intreccio narrativo privo di una lineare concatenazione dei fatti traccia una rete di connessioni senza la pretesa di imporre verità assolute e senza dispensarsi dal sollevare dubbi sulla fine di Mattei (il bireattore personale su cui viaggiava il 27 ottobre 1962 precipitò nel cielo di Bescapè nei pressi di Milano), avanzando l’ipotesi, non di certo facile per quegli anni, di sabotaggio e di complotto. Tale tesi è accentuata dalla scomparsa in circostanze sospette nel 1970 del cronista Mauro De Mauro che avrebbe dovuto collaborare alla realizzazione del film ricostruendo le ultime ore di vita “dell’imprenditore di stato”. Palma d’oro a Cannes nel 1972 ex aequo con La classe operaia va in paradiso di Elio Petri.
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Un film di Elio Petri. Con Gian Maria Volonté, Mariangela Melato, Flavio Bucci, Luigi Diberti, Salvo Randone. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 125′ min. – Italia 1972. MYMONETRO La classe operaia va in paradiso valutazione media: 3,17 su 34 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Lulù Massa è un campione del cottimo con cui mantiene due famiglie, finché un incidente gli fa perdere un dito. Da ultracottimista passa a ultracontestatore, perde il posto e l’amante, si ritrova solo. Grazie a una vittoria del sindacato, è riassunto e torna alla catena di montaggio. Con qualche cedimento di gusto, più di una forzatura e rischiose impennate nel cielo dell’allegoria, è un aguzzo e satirico ritratto della condizione operaia e della sua alienazione. Scritto da Petri con Ugo Pirro, è il 1° film italiano che entra in fabbrica, analizzandone il sistema emettendone a fuoco con smania furibonda i vari aspetti, compresi i rapporti tra uomo e macchina, tra sindacato e nuova sinistra, tra contestazione studentesca e lotte operaie, repressione padronale e progresso tecnologico. Un Volonté memorabile, una bizzarra Melato, un incisivo Randone. Suscitò molte polemiche, anche e soprattutto a sinistra. Palma d’oro a Cannes ex aequo con Il caso Mattei.
Un film di Elio Petri. Con Gian Maria Volonté, Florinda Bolkan, Orazio Orlando, Gianni Santuccio, Salvo Randone.Poliziesco, Ratings: Kids+16, durata 118 min. – Italia1970. – Lucky Red uscita lunedì 8 aprile 2013. MYMONETRO Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto valutazione media: 4,37 su 56 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Il ‘dottore’, appena promosso da capo della Sezione Omicidi a capo della Sezione Politica, uccide, sgozzandola, l’amante con cui aveva un rapporto sadomasochistico e che, come ha scoperto, lo tradiva con uno studente che appartiene alla contestazione attiva. Invece di cercare di occultare le prove le rende sempre più evidenti, convinto come è che il Potere gli può consentire di continuare ad essere al di sopra di ogni sospetto. Premio Oscar al miglior film straniero più che meritato quello andato a un film che, se risentiva a tratti del clima politico del tempo, ha purtroppo assunto una dimensione sempre più profetica nelle cronache politico-giudiziarie dei decenni successivi.
Un film di Francesco Maselli. Con Gian Maria Volonté, Renato Salvatori, Annie Girardot, Gabriele Lavia. Drammatico, durata 111′ min. MYMONETRO Il sospetto di Francesco Maselli valutazione media: 3,67 su 6 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Nel 1934 un operaio italiano comunista, fuoriuscito in Francia, viene inviato dal Partito _ da cui era stato radiato per deviazionismo _ nell’Italia fascista per prendere contatti con i compagni e, in realtà, usato come esca per stanare un infiltrato. È l’8°, il migliore, il più maturo film di F. Maselli. Raffinata ricostruzione d’epoca, sapiente tensione narrativa (sceneggiatura di Franco Solinas), personaggi credibili. Volonté straordinario con una recitazione ridotta all’osso. Musiche di Giovanna Marini. L’anomalo titolo fu imposto con arroganza padronale dalla RKO americana che pretendeva diritti d’esclusiva su Il sospetto di Hitchcock.
Un film di Gianni Amelio. Con Gian Maria Volonté, Ennio Fantastichini, Renzo Giovampietro, Renato Carpentieri. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 108 min. – Italia 1990. MYMONETRO Porte aperte valutazione media: 3,88 su 11 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Una mattina del marzo 1937 a Palermo un uomo commette tre delitti. Freddamente uccide il superiore che lo ha licenziato, il sostituto e per finire sua moglie. Si fa trovare a casa e si farebbe tranquillamente condannare a morte, siamo in pieno fascismo, se non fosse che il giudice Vito Di Francesco decide di scavare a fondo nella vicenda per trovare attenuanti. Dal romanzo di Leonardo Sciascia, il film è un lucido resoconto sul potere, sulla giustizia e sulla passione. Ha vinto il David di Donatello, la Grolla d’Oro per la regia, l’Oscar europeo e una candidatura a quello hollywoodiano. Superba l’interpretazione di Volonté e ottima quella dell’emergente Fantastichini.
Regia di Carlo Lizzani. Un film con Gian Maria Volonté, Don Backy, Laura Solari, Carla Gravina, Tomas Milian, Ray Lovelock. Cast completo Genere Drammatico – Italia, 1968, durata 102 minuti. – MYmonetro 3,43 su 16 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
Il film racconta la rapina al Banco di Napoli (in largo Zandonai a Milano) del 25 settembre 1967 ad opera della banda Cavallero.
Banditi a Milano è una sorta di spartiacque tra il cinema neorealista e generalista e quello ricavato dall’attualità, vale a dire che nel 1968, in pieno dominio dello spaghetti-western, dopo il peplum e contemporaneamente all’esplosione del noir all’italiana, rozzo e violento, il film di Carlo Lizzani si impone per la sua secchezza e aderenza ai fatti realmente accaduti. La sanguinosa rapina messa in atto dal bandito Cavallero, interpretato con istrionico naturalismo da Gian Maria Volontè e Don Backy è un bell’esempio di instant movie, privo lodevolmente di una visione politica di parte, come accade oggi, ma ancora sufficientemente energico, tanto da consigliarne la visione, che consente di gettare uno sguardo sull’Italia di quegli anni.
Un film di Jean-Pierre Melville. Con Gian Maria Volonté, Alain Delon, Yves Montand, François Périer, André Bourvil Titolo originale Le cercle rouge. Poliziesco, durata 125 min. – Francia 1970. MYMONETRO I senza nome valutazione media: 4,19 su 16 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Un ex galeotto, un ex poliziotto e un ladro italiano si accordano per rapinare un gioielliere parigino. Il furto, organizzato fin nei minimi particolari, riesce, ma il commissario Mattei, un duro, riesce a risalire fino ai tre.
Regia di Mario Monicelli. Un film Da vedere 1966 con Vittorio Gassman, Catherine Spaak, Gian Maria Volonté, Enrico Maria Salerno, Maria Grazia Buccella. Cast completo Genere Commedia – Italia, Francia, Spagna, 1966, durata 120 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 4,33 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
Nel Medioevo lo spiantato cavaliere Brancaleone da Norcia si mette alla testa di un gruppo di scalcinati senza famiglia e parte alla conquista del feudo di Aurocastro. Il film dilata i confini della commedia all’italiana con un’operazione culturale originale che comprende Kurosawa e Calvino, una rilettura della storia in chiave nazional-popolare, l’invenzione (di Age & Scarpelli) di una parlata mista di latino medievale e italiano prevolgare, il gusto anarchico di una scampagnata becera e i temi tipicamente monicelliani del gruppo dei piccoli perdenti e del senso della morte. 3° incasso nella stagione 1966-67, 3 Nastri d’argento (Gherardi per i costumi, Di Palma per la fotografia, Rustichelli per la musica) e un titolo passato in proverbio.
Un film di Elio Petri. Con Gian Maria Volonté, Irene Papas, Gabriele Ferzetti, Mario Scaccia, Luigi Pistilli. Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 99′ min. – Italia 1967. MYMONETRO A ciascuno il suo valutazione media: 3,58 su 10 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Onesto laureato di provincia, intellettuale di sinistra, scopre il mandante di un duplice delitto in Sicilia. Pur senza fare un confronto tra il libro (1966) di Sciascia e l’adattamento di Ugo Pirro e Petri, c’è da dire che nel film l’ambiguità, il pessimismo di fondo, le consolazioni che vengono dal piacere amaro dell’intelligenza sono sostituiti da un linguaggio aggressivo con forzature ottiche e sonore che possono infastidire. Uno dei primi film italiani sulla mafia e il 1° dei 4 film di G.M. Volonté (premiato con il Nastro d’argento) tratti da L. Sciascia. Colonna sonora di Luis Bacalov.
Un film di Antonio Pietrangeli. Con Gian Maria Volonté, Claudia Cardinale, Ugo Tognazzi, Bernard Blier, Salvo Randone. Commedia, b/n durata 124 min. – Italia 1964.MYMONETRO Il magnifico cornuto valutazione media: 3,13 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Andrea Artusi (Tognazzi), dopo aver sperimentato con un’amante la facilità con cui una moglie può tradire il marito, comincia ad essere assillato dal fatto che anche sua moglie Maria Grazia (Cardinale) possa essergli infedele. La sua ossessione esaspera la donna a tal punto che, pur essendo fedele, rivela al marito il nome del presunto amante. Andrea, furioso, si precipita alla ricerca dell’adultero e rimane ferito in un incidente d’auto. Ricondotto a casa, l’uomo avrà superato la sua ossessione, ma proprio allora la moglie inizierà a tradirlo, intrecciando una relazione con il medico.
Regia di Vittorio Cottafavi. Un film con Gian Maria Volonté, Lisetta Sordi, Maris Olivi, Domenico Bartoletti, Gildo Toninelli. Cast completo Genere Drammatico 1963, durata 90 minuti.
Vita dei boscaioli di Tirli (Grossetto), ripresi alle prese con il fitto bosco della Maremma, in uno dei tanti inverni di duro lavoro. Tra loro c’è Guglielmo, tormentato dalla recente morte della moglie, che le ha lasciato in custodia due bambine, allevate da sua sorella.
Regia di Valerio Zurlini. Un film Da vedere 1961 con Gian Maria Volonté, Claudia Cardinale, Renato Baldini, Corrado Pani, Romolo Valli. Cast completo Genere Drammatico – Italia, Francia, 1961, durata 103 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,38 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
Storia dell’amore impossibile tra Aida, ballerinetta alla deriva, e Lorenzo, giovinetto di buona famiglia, tra Parma e Riccione. Zurlini è uno dei rari poeti d’amore del cinema italiano: lo dimostra nella straordinaria scena di C. Cardinale (che ha la voce di Adriana Asti) in accappatoio bianco accolta dalle note verdiane di “Celeste Aida”. La lirica 1ª parte è, forse, la più bella, ma nella 2ª si fa evidente la verità sociologica della narrazione da cui nasce l’amarezza di fondo, quella delle differenze di classe. Ammirevole direzione di attori e nella colonna musicale Mina, Peppino di Capri, Celentano, Fidenco, Gigli. Film Titanus scritto da L. Benvenuti, P. De Bernardi, E. Medioli, G. Patroni Griffi e Zurlini.
Regia di Giuliano Montaldo. Un film Da vedere 1971 con Gian Maria Volonté, Riccardo Cucciolla, Rosanna Fratello, Armenia Balducci, Sergio Fantoni. Cast completo Genere Drammatico – Italia, Francia, 1971, durata 111 minuti. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +16 – MYmonetro 3,42 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.
Come il calzolaio Nicola Sacco e il pescivendolo Bartolomeo Vanzetti, immigrati negli USA e anarchici, furono incriminati per rapina e omicidio, condannati a morte innocenti nel 1921 e giustiziati il 23 agosto 1927. I due anarchici italiani rivivono sullo schermo nella commossa e commovente interpretazione di Cucciolla e Volonté (premiato a Cannes) nel quadro di un film all’insegna dell’efficacia narrativa, oratorio senza enfasi, un po’ ripetitivo, in stabile equilibrio tra informazione e denuncia anche se non sempre fa quadrare i conti tra analisi e dimostrazione. Scritto dal regista con Fabrizio Onofri e Ottavio Jemma con un occhio al cinema hollywoodiano giudiziario e di denuncia, rimpolpato con le esperienze del cinema politico europeo. Dopo aver interpretato Sacco a teatro nel dramma (1960) di M. Roli e L. Vincenzoni, G.M. Volonté fa la parte di Vanzetti. Nel giugno 1960 negli USA andò in onda The Sacco-Vanzetti Story , scritto da R. Rose e diretto da S. Lumet, poi acquistato dalla RAI per un Teatro-Inchiesta che non fu mai trasmesso. Musiche di Ennio Morricone e Joan Baez.
Un film di Gillo Pontecorvo. Con Gian Maria Volonté, Saverio Marconi, Angela Molina, José Sacristan, Eusebio Poncela. continua» Drammatico, durata 121 min. – Italia, Spagna, Francia 1979.
Èla cronaca del progetto di rapimento del vicepresidente del consiglio spagnolo Carrero Blanco, organizzato dal movimento separatista basco. Il progetto di sequestro si trasformò poi in condanna a morte, che venne puntualmente eseguita facendo saltare in aria l’automobile dell’uomo politico. Dopo l’avvento della democrazia il movimento dei separatisti subisce una spaccatura ed è qui che i riferimenti alla situazione italiana si fanno più evidenti.
Un film di Gianfranco De Bosio. Con Gian Maria Volonté, Tino Carraro, Philippe Leroy, José Quaglio, Giulio Bosetti. continua» Drammatico, b/n durata 100 min. – Italia 1963. MYMONETRO Il terrorista valutazione media: 3,75 su 7 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Nell’inverno del 1943, a Venezia, un gruppo di partigiani organizza una serie di azioni terroristiche, ma il nucleo si sfalda. Il capo, un individuo alquanto intransigente, uccide un torturatore fascista e, subito dopo, viene a sua volta falciato da una raffica di mitra.
Un film di Emidio Greco. Con Gian Maria Volonté, Massimo Dapporto, Ennio Fantastichini, Ricky Tognazzi, Massimo Ghini. continua» Drammatico, Ratings: Kids+16, durata 105 min. – Italia 1991. MYMONETRO Una storia semplice valutazione media: 3,75 su 8 recensioni di critica, pubblico e dizionari.
Tratto da un racconto di Leonardo Sciascia il film segue il classico ritmo televisivo ma è supportato da una buona sceneggiatura e da un’interpretazione adeguata. Siamo in Sicilia dove l’omertà regna sovrana. Dopo un assassinio, alcuni personaggi vogliono far luce sul caso e altri invece tendono a mantenere il buio: un professore, un commissario, un brigadiere, un questore e un testimone. Quando però quest’ultimo avrà la certezza di avere in mano una delle chiavi per risolvere il caso deciderà di non parlare, di non immischiarsi.