Un capitano della polizia sovietica dà la caccia in America a uno spacciatore di droga russo. Costui, arrestato a Chicago per un reato minore, viene consegnato a Danko (Schwarzenegger) ma fugge con l’aiuto dei suoi complici. Danko deve rimettersi al lavoro, in coppia con un volonteroso agente americano.
Guerriglieri sudamericani abbattono un aereo e fanno prigioniero un ministro. Interviene agente CIA, ma è affrontato da orrenda creatura venuta dallo spazio. A. Schwarzenegger, avveduto imprenditore di sé stesso, rappresenta l’ala demenziale del cinema supermuscolare hollywoodiano, ma sa alternare scontri fumettistici ad attimi di lucidità in cui si fa beffe del suo stesso personaggio. Qui, inoltre, è diretto da J. McTiernan, alla sua 2ª regia, asso del cinema d’azione che nei film successivi ha saputo mantenere una apprezzabile coerenza tematica, pur senza trasgredire le regole del blockbuster. Seguito da Predator 2 .
La tribù di Conan conosce il segreto dell’acciaio e forgia spade invincibili, ma il perfido Tulsa Doom e i suoi uomini radono al suolo il villaggio. Si salvano soltanto alcuni bambini, tra cui Conan, che vengono catturati e fatti schiavi. Conan cresce grande, forte e deciso a vendicare la morte della sua gente. Film affidato alla sapiente regia di Milius e ai muscoli di Schwarzenegger. Alla sceneggiatura fanta-storica ha lavorato, oltre allo stesso Milius, anche Oliver Stone.
Il dottor Freeze è alla ricerca di una cura per la moglie che è ibernata. Ha al suo fianco Poison Ivy, una volta scienziata in chimica e divenuta ora una specie di dea della Flora. Batman, con l’aiuto di Robin, deve difendere Gotham City dalla pericolosa irruzione di questi due personaggi. Troveranno un aiuto inatteso nella nipote del maggiordomo di Batman e riusciranno, ovviamente, a sconfiggere i ‘cattivi’. Dimenticate le atmosfere introversamente dark dei film di Burton, nella serie ‘Batman’ psicologie dei personaggi e sviluppo delle battute non contano più nulla. Ciò che importa è solo ed esclusivamente aggiungere luci a colori e suoni in un ritmo incessante che lasci lo spettatore esausto al termine della proiezione. Con il risultato di aggiungere una nuova dose di droga visiva agli assuefatti e di far individuare un vuoto pneumatico in confezione extralusso a chi invece ha conservato un minimo di capacità di discernimento. Film come questo hanno, per fortuna, un destino segnato: col passaggio televisivo perderanno qualsiasi tipo di presa, rivelando così la loro inconsistenza.
Conan in missione, in un viaggio di andata e ritorno disseminato di scontri, cavalcate, sortilegi, crolli e mostri che lo impegnano in duelli spaventosi. Ripresa, con i mezzi di Hollywood, del cinema mitologico italiano degli Ercoli e Maciste, per iniziativa di Dino De Laurentiis, produttore emigrato. Inferiore a Conan il barbaro (1982) di John Milius, con qualche scivolone nel ridicolo involontario.
Dal racconto di Philip K. Dick We Can Remember It for You Wholesale (Ricordiamo per voi, 1966). Nel 2084, desideroso di compiere un viaggio su Marte, l’operaio edile Doug Quaid si rivolge all’agenzia Recall che vende viaggi e avventure di turismo virtuale, ma scopre di essere già stato su quel pianeta come Hauser, agente segreto al servizio dello spietato dittatore locale, e si unisce al movimento popolare di rivolta. Film eccessivo nell’azione, nella violenza, nella grandiosità delle scenografie, negli effetti speciali (Oscar per Eric Brevig), nell’ideologia.Suggestiva macchina narrativo-spettacolare con una vertiginosa struttura a scatole cinesi, imperniata sull’ambiguità tra realtà e apparenza, con alleggerimenti grotteschi e parentesi erotiche.
Una terribile epidemia ha colpito gli Stati Uniti, trasformando le persone in zombie. Un virus misterioso consuma la carne di uomini, donne e bambini fino a ridurli in mostri da abbattere. Affetti dalla malattia sono costretti alla quarantena in ospedale o presso i loro cari che vegliano sulla trasformazione e poi sono costretti a congedarsi traumaticamente. Maggie, sedicenne orfana di madre, è aggredita e contagiata. Deciso a proteggerla ad ogni costo, il padre, contadino della Louisiana con fucile e spalle larghe, la riconduce a casa dopo la fuga e condivide con lei le sue ultime settimane di vita. Ma Wade in cuor suo spera ancora di poterla salvare, di poterla sottrarre a quella metamorfosi dolorosa. Contro di lui il tempo e la polizia, che veglia sulla cittadinanza ed è decisa a preservare la sicurezza degli scampati. Opera prima di Henry Hobson, Contagious non è un film di zombie come gli altri. Nessuna orda di morti viventi, nessuna mazza a tramortirli, nessun centro commerciale a stiparli, niente di tutto questo accade sullo schermo perché il regista inglese si concentra sulla relazione intima padre-figlia e attraverso quel legame interroga l’eterno vagare degli zombie.
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