New Mexico, 1983. Il 12enne fragile Owen – i cui genitori stanno divorziando – fa amicizia con la coetanea Abby, nuova vicina di casa, senza intuire la sua vera natura di vampira bambina responsabile di una serie di efferati omicidi. Scritto dal regista, è il remake dello svedese Lasciami entrare (2008), tratto dall’omonimo romanzo di John Ajvide Lindqvist. L’operazione di Reeves punta su due obiettivi complementari: aumentare le scene d’azione; renderlo più appetibile e tranquillizzante per il pubblico USA, soprattutto nel lavoro sugli attori, levigando volti e corpi infantili, senza snaturare il romanzo. Distribuisce Filmauro.
Dopo aver perso la vista, Ingrid si rinchiude tra le mura della sua casa dove si sente al sicuro e protetta dal marito. Ma presto i fantasmi nascosti della donna verranno fuori in modi che non avrebbe mai pensato.
L’azione parte dal 4 febbraio 2009 e si conclude con la morte di Eluana Englaro (5 giorni dopo), ma più che lei riguarda il suo invisibile padre Beppe e la sua scelta di agire nel rispetto della legge – e della Costituzione – che spaccò l’Italia. Ha una struttura complessa che alterna 3 storie: 1) i rapporti tra un senatore (socialista passato a Berlusconi in crisi politico-esistenziale) e la figlia, cattolica integralista; 2) una famosa attrice francese che ha una figlia in coma irreversibile; 3) una tossicodipendente che vuole suicidarsi, impedita in ciò da un giovane medico. E di sfondo il mortificante ritratto di una certa Italia al governo, in coma morale e politico, attraverso una serie di citazioni TV autentiche. Accorto nel suo coraggio civile, Bellocchio mostra più pena che disprezzo, come di chi abbia sciolto la rabbia nell’elogio appassionato della vita, aiutato dall’implacabile montaggio di Francesca Calvelli. Non tutto è riuscito nelle oscillazioni tra cronaca e fantasia, nei passaggi tra passato e presente, nell’assillo di essere sincero ma non ideologico, non dimostrativo. Lo è nel ritmo convulso e creativo della 1ª parte, in alcune invenzioni della 2ª (i politici al bagno turco davanti al telegiornale). La regia, comunque, migliora la sceneggiatura nella direzione degli attori: il sapiente equilibrio tra negativo e positivo in Servillo; l’interpretazione della Sansa è da premio, mentre, aiutato dai dialoghi, Herlitzka è memorabile nel suo laico sarcasmo ironico. Improbabile la Rohrwacher nel trapasso dal fanatismo alla sensualità. Prodotto da Cattleya Rai Cinema. In concorso a Venezia 2012.
Da ultimo di una famiglia coesa, Agu passa ad essere solo nel giro di 10 minuti. Quando la guerra civile della sua nazione arriva al suo villaggio, sua madre riesce a mettersi in viaggio ma suo padre e suo fratello vengono massacrati, lui, in fuga non ha nulla nè sa dove andare fino a che non incontra un plotone. La milizia al soldo di uno dei molti partiti politici che lottano per il potere lo arruola tra le file dei suoi bambini soldato, lo arma e lo sfama, lo educa alla violenza, lo droga e lo condiziona. A capo di tutto c’è il carismatico Commandant, assieme ad Agu amici, coetanei e più adulti, un branco di esseri umani solitari che più diventano soldati più perdono contatto con la realtà. Per andare in Africa a filmare la guerra, i bambini soldato, la disperazione, la trucidazione e la deriva mentale, Cary Fukunaga ha portato con sè tutto il cinema hollywoodiano migliore che ha elaborato il Vietnam. In un atto di trasferimento filmico è riuscito a parlare di qualcosa di molto lontano dall’orbita statunitense con l’armamentario simbolico usato in passato per raccontare la più americana delle storie, quella di come un paese intero ha perso fiducia nel proprio ruolo nel mondo di fronte ad una guerra assurda e violenta.
Spagna, 1937. Arruolato a forza nella milizia di Franco, il Clown Stupido fa col machete una strage di franchisti in divisa. Nel 1973, due anni prima della morte del dittatore, suo figlio Javier trova lavoro come Clown Triste in un circo dove incontra Sergio. Spinti da rabbia, disperazione, desiderio i due si battono a morte per la trapezista Natalia, bella e crudele. 7ª regia del basco de la Iglesia che l’ha scritto e prodotto, è una riflessione grottesca e parossistica sulla tetra atmosfera di morte del quarantennio franchista. In altalena tra pop e trash , melodramma, riflessione storica e humour nero, gli omaggi a Fellini e quelli a Tim Burton, non lascia scelta allo spettatore: prendere o lasciare. Leone d’argento e premio alla sceneggiatura a Venezia 2010.
Nella zona 30 di Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha sede l’associazione Ajer di volontari che aiutano centinaia di ragazzi di strada ( bakroman nel gergo locale) a ritrovare uno scopo nella vita, dignità, un lavoro onesto. Il documentario dei gemelli torinesi De Serio, vincitore della sezione italiana documentari del Filmfestival di Torino 2010, è basato sulle riunioni in cui i ragazzi si raccontano le proprie esperienze, discutendo collegialmente rimedi e soluzioni, e sulle interviste personali, dalle quali emerge una triste realtà di piccoli furti, colla sniffata, fughe da casa, attenzioni di maniaci e pedofili, ragazze-madri cacciate da casa, sogni di lavoro e di un futuro migliore. Pur con qualche affastellamento sbrigativo, regia sobria che non esclude una gentilezza affettuosa. Prodotto e distribuito da La Sarraz Pictures. Fotografia Gianluca De Serio.
Martin, un giovane studente argentino, attraverso uno stratagemma e molte scuse strappa una serie di attenzioni a Sebastian, il proprio ingenuo insegnante di nuoto. Tra i due inizia una strana relazione fatta di silenzi, sguardi e cortesie. Sebastian rimane intrappolato nel gioco di Martin che usa la propria minore età per far esaudire i propri capricci, al punto da divenire per lui un’ossessione.
Viorel è un ingegnere metallurgico di 42 anni, padre di due figlie, divorziato da due anni. Il film segue il suo vagabondaggio per Bucarest, solo apparentemente senza meta, nel corso del quale Viorel si dota presto di un fucile da caccia, destinato a sparare i suoi colpi. Appassionato fin da ragazzino di film noirs ma convinto che la missione del cinema sia quella di scandagliare la realtà, Cristi Puiu trova un terreno d’intersezione possibile tra le due idee nella fotografia in movimento del lato nero della vita e delle persone. L’approccio rigorosamente documentaristico fa sì che gli elementi narrativi non vengano mai dati come premesse ma affiorino quando è il loro momento, alimentando il mistero e il senso di incertezza.
Film che coniuga la SF con il teen movie ambientato alla periferia di Londra dove una notte alcuni giovani teppisti sono attaccati da un essere di pelo nero piovuto dal cielo che eliminano a bastonate. Poco dopo giungono dallo spazio un migliaio di pelosi, decisi a vendicare la morte del compagno. Questi mostri extraterrestri, un po’ ridicoli e facilmente combattibili, sono un pretesto fantastico per raccontare le dinamiche di gruppo di giovani disadattati (anche bambini) che, dato il miserando contesto socioeconomico, sono spinti alla violenza e al crimine. Il film è associabile a Misfits , serie TV britannica di successo su un gruppo di ragazzi affidati ai servizi sociali che scoprono di avere poteri soprannaturali. Distribuisce Filmauro.
Mike Banning è un agente della sicurezza al servizio del presidente degli Stati Uniti d’America. Brillante e intraprendente, è ben voluto dalla First Lady e da suo figlio, un ragazzino di pochi anni che sogna un giorno di servire il Paese. Alla Vigilia di Natale la donna muore in un tragico incidente, ‘sacrificata’ insieme a due agenti per salvare la vita del presidente. Sollevato dall’incarico e costretto dietro alla scrivania, Mike conduce una vita ordinaria a cui proprio non riesce ad abituarsi. L’attacco alla Casa Bianca da parte di un gruppo di estremisti nord coreani, che vorrebbero ‘detonare’ gli States, gli offre finalmente l’occasione di tornare operativo.
Per rispettare le ultime volontà del padre appena deceduto, tre fratelli, a cui si aggiunge una sorella, portano il suo cadavere in auto in un villaggio nel mezzo del nulla. Il caldo e la lunghezza del viaggio rendono l’esperienza difficile da sostenere, in particolare quando il corpo inizia a decomporsi. La rivalità che è sempre esistita tra il primogenito e il fratello ultimo nato si fa sempre più esplicita e rancorosa.
Un corteo in cui spiccano 5 donne cammina verso il cimitero di un villaggio tra i monti. Reggono le foto dei loro uomini perduti in guerra. La processione poi si divide in 2 gruppi, musulmani e cristiani. La stessa scena si ripete nel finale – dopo aver visto come gli uomini siano sempre pronti alla rissa tra le opposte fazioni e le donne, al contrario, unite nel voler distogliere a qualunque costo mariti e figli dalla violenza – con la domanda del titolo. 2° LM – dopo Caramel , 2007 – della Labaki che l’ha scritto con Jihad Hojeily, Rodney Al Haddid e Sam Mounier. Parlato in arabo da interpreti non professionisti, girato in 3 paesi, prodotto da Anne Dominique Toussaint, attiva dal 1990. Costumi della sorella della regista, Caroline, musiche del marito, Khaled Mouzanar. Per evitare di farne un’opera politicizzata, non si dice mai che l’azione si svolge in Libano, da molti anni e a più riprese in preda a una guerra civile in prevalenza di carattere religioso. Ricco di scene in cui si canta e si balla, si voleva farne una commedia più che un dramma, progetto riuscito in parte che si rivela come un limite. Premio del pubblico al Festival di Toronto 2011. Distribuisce Eagle.
Jack Tate è un fisico esperto di Meteorologia che lavora in una base a supporto di una nave per ricerche. Sua moglie, anatomo patologa vuole il divorzio accusandolo di essere drogato dal lavoro e anche Naomi, la figlia adolescente, concorda con la madre. Un giorno tutti coloro che si trovavano a bordo della nave vengono ritrovati congelati. Jack comprende che la tragedia è dovuta a un buco che si è aperto nell’ozono facendo filtrare aria ghiacciatissima. Il suo capo, Winslaw, ritiene le sue deduzioni non comprovate e questo fa perdere del tempo prezioso. Il rischio di una nuova era glaciale si fa sempre più concreto.
Trevor Newandyke, comico in crisi, colleziona fiaschi sul palco e costruisce bombe con maniacalità da piromane, frustrato dalla frenesia e dalla tensione che lo circondano. Offeso dalle minacce della compagnia di televisione via cavo, dall’aumento di prezzo della sua granita preferita e dalle vessazioni tutti quei cretini che lo circondano, per calmare la sua mente Trevor si rifugia nella musica a tutto volume e nel bagliore crepitante del fuoco. Una sera, dopo una sua tipica, deludente esibizione, Trevor scopre che una delle sue battute si è trasformata in realtà. Un fruttivendolo travestito da diavolo (o viceversa) gli propone un patto: una mela d’oro in cambio di una battuta. Per Trevor, la mela è magica. Mangiarla gli darà il potere di arrabbiarsi veramente ed affrontare i suoi nemici. Ma, naturalmente, i patti con il diavolo non vanno mai a buon fine.
Dopo la parentesi leggera e ottimista di La felicità porta fortuna (2008), ormai non lontano dai 70 anni, Mike Leigh (una garanzia) realizza un film corale diviso in 4 parti – dalla primavera all’inverno – con 6 personaggi principali che fanno capo a Gerri, consulente psicologa, e Tom, ingegnere geologo, legati da una complicità solidale e da un affetto coniugale che dura da 30 anni. Sono loro a far da catalizzatore agli altri, parenti o amici, vittime, in vari modi, di un’infelicità nata dalla solitudine, dalle disillusioni della mezza età, dalle frustrazioni ansiose, dall’afasia. Il livello da collettivo recitativo è di alta qualità, ma gli attori non sono né belli né famosi: l’incipit con I. Staunton interrogata in un consultorio è emotivamente terribile; l’ottima Sheen ha la pappagorgia e i denti sporgenti; gli altri hanno volti comuni o sono sovrappeso. Nessun regista sa raccontare le gente comune della middle class isterica britannica come Leigh fa da 40 anni con una precisione affettiva che non esclude la lucida critica dei suoi vizi.
Un viaggio dentro la complessa cultura e la storia di Anonymous, il famoso gruppo di hacktivisti. Dai primi gruppi di hacker fino alle azioni di disturbo divenute celebri in tutto il mondo, il documentario cerca di tracciare l’evoluzione del collettivo durante gli anni attraverso interviste ad alcuni membri – alcuni recentemente rilasciati dal carcere, altri ancora in attesa di giudizio – e a scrittori, docenti e altri soggetti fondamentali per alcune “incursioni”.
Leo, figlio irrequieto di Luciano, una notte spara alcuni colpi di fucile sulla saracinesca di un bar protetto da un clan locale, in quel di Africo nel cuore dell’Aspromonte. Una provocazione come risposta a un’altra provocazione. Un atto intimidatorio, ma anche un gesto oltraggioso che il ragazzo immagina come prova di coraggio e affermazione d’identità nei confronti del clan rivale e nei confronti del padre, maggiore di tre fratelli, dedito alla cura degli animali e dei morti, e lontano dalla cultura delle faide. I fratelli di Luciano hanno preso altre strade lontano da Africo, in una Milano permeata di affari criminali lungo la rotta della droga tra l’Olanda e la Calabria. Dopo la provocazione notturna, Leo deve e vuole cambiare aria, e raggiunge lo zio Luigi, il più giovane dei tre fratelli, spavaldo nel correre su e giù per l’Europa stingendo patti “commerciali” con cartelli sudamericani, e lo zio Rocco, ormai trapianto a Milano con aria e moglie borghese, arricchito proprio dai proventi di quei traffici internazionali. L’eco della bravata di Leo giunge in quel di Milano e risveglia la mai sopita attrazione per la vendetta, la faida in un misto di orgoglio represso dal benessere, o da esso alimentato sotto mentite spoglie.
Investire una pecora con la loro auto è per Anna e Nick il punto di partenza per una serie di eventi strani e sinistri che si concluderanno con uno spaesamento allucinatorio per entrambi: nessuno dei due riuscirà più a distinguere il luogo in cui si trovano. Vivono la realtà, o sono tutte fantasie e situazioni immaginarie?
Claudia e Flavio si sono contrastati come docenti universitari ma anche amati intensamente. Ora la storia è finita anche se Claudia non vorrebbe che fosse così conservando con determinazione la speranza che si possa ricominciare. Intanto lui viene attratto da una donna più giovane e lei prova interesse per una sua ex studentessa.
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