Dal romanzo di David Saperstein. In un pensionato per anziani della Florida un gruppo di arzilli vecchietti riacquistano le forze e l’ardore della giovinezza, grazie ai bozzoli extraterrestri piazzati in una piscina. Doppiaggio italiano volgaruccio. Peccato. È una favola crudele sulla vecchiaia e la morte, rovinata solo dall’attuale moda di sbalordire sempre e comunque con qualche trucco da baraccone. Commedia stravagante con scene di grande finezza, specialmente nella prima parte. Oscar per D. Ameche.
Dopo Aguirre e Fitzcarraldo Werner Herzog e Klaus Kinski si lanciano in un’altra storia di straordinaria follia ai tropici. Anche Cobra Verde è realmente esistito. Si chiamava Francisco Manoel da Silva, un trafficante di schiavi che da bandito in Brasile divenne il viceré di una regione della costa occidentale dell’Africa.
Una Plymouth Fury rossa del ’58 ha un potere malefico e demoniaco. Vent’anni dopo un adolescente timido la rimette in sesto e stabilisce con essa un rapporto di gelosia morbosa, seminato di molte morti violente. Da un romanzo di Stephen King. Il mostro è un’auto di serie, macchina orrorifica ingegnosa, ma non ha abbastanza carburante per tutto il percorso.
Storia vera di Christiane F. berlinese che diventò eroinomane a 13 anni e della sua caduta graduale agli stadi più bassi della tossicodipendenza. Tratto da un libro ricavato da 45 ore d’intervista con C.F., il film ha 2 difetti: eccesso di curiosità e distacco moralistico. Interessante come documento e testimonianza.
Joanna Crane ha una doppia vita a schizofrenia libera: strapagata stilista di giorno, tutta casa e lavoro, al calar del sole si traveste da prostituta e va a battere i marciapiedi dell’infima Los Angeles. Film truculento e trito, indigesta mistura di naturalismo attardato, decadentismo decorativo, infantilismo freudiano, greve moralismo e congenita ruffianeria mercantile. Il talento di K. Russell affiora qua e là a schegge.
Negli anni Quaranta un detective scalcinato cerca di scagionare il suo cliente dall’accusa di aver ucciso un corteggiatore della moglie. Qui però il cliente è un personaggio dei cartoni animati (che somiglia a Bugs Bunny) e le indagini si svolgono a “Cartoonia” dove vivono “cartoni” buoni e cattivi. La “factory” di Steven Spielberg e la Walt Disney uniscono le loro forze per un best-seller che è nel contempo un grande exploit tecnico (la perfetta fusione fra cartone e fotogramma recitato) e poi un superdivertimento dalle mille trovate (per la precisione 93 nei 93 minuti di proiezione).
Una troupe di spericolati documentaristi d’assalto – composta dal regista Alan, dalla sua fidanzata assistente Shanda e dai cameramen Mark e Jack, oltre che dalla guida locale Felipe – si addentra nella foresta amazzonica alla ricerca di immagini esclusive sulle misteriose tribù, forse cannibali, che vivono nei suoi meandri. Dopo due mesi senza avere notizie della troupe, la produzione finanzia una spedizione di recupero e soccorso guidata dall’antropologo professor Monroe.
Un vecchio astronomo, Mel, una notte viene colpito da una luce abbagliante, che sveglia tutti gli abitanti della città, e riconosce la profezia della nascita del Salvatore. Insieme a molti pellegrini si mette in viaggio sino alla città imperiale, in una lunga marcia che dura sei giorni e sei notti, mentre tanti stanchi e sfiduciati abbandonano. Dopo aver incontrato altre due carovane, e seguiti dalle truppe del preoccupato tiranno, giungono infine alla culla del Bambino, tra le rovine di un castello, dove depongono i doni prima di fuggire avvisati da un altro prodigio. Metafora ambiziosissima, ma poco riuscita, di Olmi sul difficile cammino dell’umanità verso la salvezza.
Due lottatrici di catch alle prese con un manager truffaldino e con un sottobosco di malavita e sfruttamento. Riusciranno a farcela e ad aggiudicarsi l’ambito trofeo. Robert Aldrich, maestro del cinema di violenza, per raccontare lo sport più sadico e crudele, il catch femminile, ha scelto la strada della commedia, con risultati solo qua e là brillanti.
In Canada negli anni Trenta, un cacciatore solitario è scambiato per un maniaco assassino che va in giro per le distese gelate, scannando tutti i malcapitati che incontra. Un sergente delle giubbe rosse è incaricato di catturarlo, ma il cacciatore riesce a sfuggirli. Nel frattempo viene svelata la vera identità dell’assassino.
Burden of Dreams è un documentario del 1982 diretto da Les Blank, uscito nelle sale per la prima volta il 22 settembre 1982 a New York. In formato making-of è stato girato durante la caotica produzione del film Fitzcarraldo di Werner Herzog nelle giungle del Perù.
A causa di uno sfratto un’anziana coppia è costretta a separarsi. Si fanno ospitare dalle due figlie che ne approfittano per adibirli a mansioni domestiche. La separazione riaccende la vecchia fiamma. In sagace equilibrio tra umorismo e sentimento, realismo e favola, il film – ispirato al romanzo di P. Festa Campanile – ha facilità bozzettistiche e invenzioni romanzesche un po’ stiracchiate, ma sono i peccati veniali di un’agrodolce commedia asciutta e puntigliosa. Ultimo film per il cinema della Titanus fondata nel 1904.
Rifacimento del francese Il rompiballe (1973). Matthau è un killer a pagamento che dalla sua stanza d’albergo sta per sparare su un testimone scomodo. Ma nella stanza attigua c’è un poveraccio che tenta il suicidio perché abbandonato dalla moglie. Il killer cerca di dissuaderlo (la faccenda richiamerebbe senz’altro l’attenzione della polizia sul posto). Ma così facendo, non riesce a togliersi dai piedi quel piagnisteo, che rischia di mandargli a rotoli il piano così bene organizzato.
In una zona della North Carolina, mentre la Terra entra in congiunzione con una cometa, tutti i mezzi meccanici impazziscono. Otto persone si trovano chiuse in una stazione di servizio, assediate da decine di autotreni. Sino al 1990 sono stati 18 i film tratti da romanzi o racconti di Stephen King, campione della narrativa fantastica made in USA. Questo è l’unico che ha diretto personalmente e non è uno dei migliori. Anzi. “Ora la mia curiosità è appagata. Per parecchi anni non ci penserò più. Ora so che è veramente difficile” (S. King).
Un giovane sbandato uccide un tassista in modo atroce e senza un apparente motivo. È condannato a morte e impiccato. La costruzione narrativa segue parallelamente i percorsi di tre personaggi (il ragazzo, il tassista e il giovane avvocato difensore). Versione più lunga destinata alle sale del Decalogo 5. Pur osteggiato all’epoca in patria, permise a Kieslowski (che vinse il Premio Speciale della Giuria a Cannes) di farsi conoscere a livello internazionale.
Costretti per punizione a passare un intero sabato in biblioteca sotto l’occhio vigile di un professore, cinque ragazzi di una scuola superiore fanno amicizia confidandosi i rispettivi malesseri. All’interno del filone scolastico, è un film che, pur senza novità, riesce a “prendere” fino alla fine.
Marito e moglie restano in panne in viaggio verso San Diego. Mentre lui rimane in attesa di aiuto lei accetta un passaggio da un camionista. Che la rapisce e ne chiede un riscatto. Dopo le canoniche tribolazioni del marito ecco che alla fine la donna viene ritrovata. Ben fatto. È quello che vuole essere.
Lo scarafaggio che, passando sul computer di un ministero, fa sbagliare la lettera di un cognome, è all’origine di tutti i guai che capitano al povero, stralunato funzionario Sam Lowry. Col contributo di Tom Stoppard, Gilliam, uno dei sei Monty Python, ha sfiorato il capolavoro con questa farsa assordante e ridondante che mescola Orwell, Walter Mitty e Kafka con rimandi a Potëmkin, Blade Runner, Casablanca e Stranamore. Ricchezza di invenzioni comiche, fantasioso sfarzo scenografico, spunti parodistici e satirici sulla burocrazia.
La dottoressa Lillian Reynolds (Louise Fletcher), alla testa di un gruppo di ricercatori, ha ideato un sistema computerizzato in grado di leggere l’attività cerebrale e registrare su nastro le emozioni, le idee, i pensieri, le sensazioni di un individuo. La possibilità di sperimentare, rivivendole, le esperienze altrui apre incredibili prospettive alla creatività umana e può rinsaldare equilibri psicologici compromessi: grazie ad essa, ad esempio, il dottor Michael Brace (Christopher Walken)e sua moglie Karen (Natalie Wood) – entrambi dell’equipe della Reynolds – hanno recuperato un matrimonio che sembrava definitivamente in crisi. Il progetto, portato a termine per conto di una grossa industria, ha subito destato l’interesse di alcuni settori dei servizi segreti, che pensano ad un suo impiego in campo politico e militare, e fanno pressioni affinché venga ceduto loro. La dottoressa Reynolds è colpita da infarto mentre è collegata alla macchina, e Michael, pur consapevole di andare incontro ad una esperienza drammatica e molto pericolosa, tenta in tutti i modi di visionare il nastro che ha registrato la morte della collega. Allontanato dai laboratori, riesce avventurosamente a mettersi in contatto con il calcolatore e a vanificare l’illecita strumentalizzazione della rivoluzionaria scoperta. Brainstorm è uno di quei film che con il tempo andrebbero rivalutati, non tanto per la traccia narrativa quanto per l’originalità dell’idea e la ingegnosità delle soluzioni cinematografiche proposte. Esperto nelle teniche degli effetti speciali, Douglas Trumbull fu tra i primi a comprendere le eccezionali possibilità della computer graphic e la storia che egli racconta anticipa singolarmente la riflessione su una realtà “virtuale” parallela a quella “oggettiva” che dai contemporanei Tron e Dreamscape (altri due film poco fortunati) conduce ai più recenti Tagliaerbe, Strange Days, Matrix. L’ipotesi che Trumbull avanza è quella di un avveniristico intreccio di esperienze esistenziali (comportamento sessuale, riflessione etica, accettazione della vita e della morte) che sollecita l’uomo a nuovi modelli culturali. Un film, dunque, da gustare con il senno di poi, preferibilmente sul grande schermo dove è più facile apprezzare i trucchi pensati appositamente per una pellicola a 70 mm. Accolto tiepidamente al momento della sua uscita, il film fu funestato dalla tragica scomparsa di Natalie Wood durante la lavorazione